Grammatica contestuale/Il periodo

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L'enunciato e il discorso[modifica]

Per avere una visione immediata di ciò che distingue un enunciato (o periodo) da un discorso esaminiamo i seguenti esempi:

  • Tuo padre dice che partirà alle tre. Vado con lui: si tratta di un discorso.
  • Tuo padre dice che partirà alle tre: si tratta di un enunciato.
  • Vado con lui: si tratta di un enunciato.
  • Che caldo fa qui dentro! Non si potrebbe aprire un poco la finestra?: si tratta di un discorso.
  • Che caldo fa qui dentro!: si tratta di un enunciato.
  • Non si potrebbe aprire un poco la finestra?: si tratta di un enunciato.

Chiamiamo enunciato un segmento di discorso, contrassegnato da una particolare intonazione e seguito (nonché preceduto) da una pausa prolungabile. Da ciò ne deduciamo che i segmenti in cui si può suddividere un discorso, secondo i criteri dell'intonazione e della possibilità di inserire una pausa tra un segmento e un altro, si possono chiamare enunciati o periodi.

L'intonazione può essere di tre tipi:

  • affermazione: l'intonazione affermativa viene indicata da un punto (.).
  • esclamazione: l'intonazione esclamativa viene indicata da un punto esclamativo (!).
  • domanda: l'intonazione di domanda o interrogazione viene indicata da un punto interrogativo (?).

Il discorso, quindi, si divide in enunciati, che a loro volta sono formati da parole che abbiamo già visto in precedenza. Nel paragrafo successivo vedremo più nel dettaglio come si struttura un periodo.

La struttura del periodo[modifica]

Esaminiamo ora quell'insieme di frasi che è il periodo. L'operazione più semplice per comprendere cos'è il periodo è sicuramente averne un esempio, scriviamone uno:

« Una volta, allorché da studente cambiai di alloggio, dovetti far tappezzare a mie spese le pareti della stanza perché le avevo coperte di date »
(Italo Svevo)

Un periodo è composto di proposizioni (tutte contraddistinte da un soggetto e da un predicato) fra loro collegate e che quindi, per intenderne la struttura, deve essere selezionato nelle varie proposizioni (o frasi) che lo costituiscono. Esse non sono tutte dello stesso valore: alcune sono autonome, nel loro significato (le principali) e le altre sono dipendenti da quella autonoma, perché da sole non hanno un senso compiuto si chiamano anche secondarie, oppure dipendenti o anche subordinate.

Le dipendenti del periodo preso in esame sono: allorché da studente cambiai alloggio e perché le avevo coperte di date. La principale che esprime il fatto centrale ed è il centro del periodo, ha significato autonomo è Una volta dovetti far tappezzare a mie spese le pareti della stanza.

Rispetto a questa le due proposizioni secondarie sono delle espansioni, perché esprimono fatti collaterali e secondari, in qualche modo connessi con il fatto o la situazione idealmente posti in posizione centrale, espresso dalla principale.

Anche nel periodo quindi, oltre che nella frase, esiste una struttura ordinata, per cui le frasi sono ordinate e collegate fra loro da rapporti di dipendenza "sintattica". La sintassi è lo studio delle relazioni che le parole hanno nella frase mentre la sintassi del periodo studia i rapporti e le relazioni fra proposizioni principali e secondarie.

Schema esplicativo:

Frase Una volta dovetti far tappezzare a mie spese le pareti della stanza allorché da studente cambiai d’alloggio perché le avevo coperte di date
Analisi proposizione principale proposizione espansione frase secondaria temporale proposizione espansione frase secondaria causale
  • Nota: le secondarie (o dipendenti, o subordinate) sono espansioni introdotte da congiunzione subordinate.

I segni d'interpunzione[modifica]

I segni d'interpunzione punto (.), virgola (,), punto e virgola (;), due punti (:) sono simboli grafici che servono ad indicare pause e diverse intonazioni a proposizioni e periodi.

  • punto: segna una pausa marcata e separa due periodi o due proposizioni, ad esempio Era andato in montagna. Il giorno dopo si ammalò.
  • virgola: indica una breve pausa e può essere usata:
    • per isolare un vocativo: Stai tranquillo, Luigi, verrò appena è possibile
    • per isolare un'apposizione con aggettivi e complementi: Dante, il grande poeta fiorentino, fu esiliato
    • per dividere due enunciati: È vero, non partì
    • per separare le parole in un elenco (anche detto, enumerazione): l'aria era limpida, chiara, fresca.
  • punto e virgola: indica una pausa più lunga, rispetto a quella indicata dalla virgola, fra due frasi che si vogliono unire tra loro. Segna perciò una pausa aperta nel contesto dello stesso periodo e della stessa proposizione: la situazione era difficile; per questo decisi di rimanere.
  • due punti: indicano che il periodo che segue spiega quello precedente e si usano:
    • per precedere una enumerazione, un elenco.
    • per introdurre un discorso diretto (riportato fra "virgolette"), in questo caso sono d'obbligo: Giuseppe si alzò e disse: "Tranquillizzati, sistemerò tutto!".

La coordinazione[modifica]

Si pensi ad un periodo di questo tipo:

  1. Lucio studia.
  2. Lucio è diligente.

Sommando le due frasi eliminiamo la ripetizione del soggetto e otteniamo una frase composta:

  • Lucio studia ed è diligente.

Abbiamo coordinato le due frasi o meglio dette proposizioni principali. Chiamiamo proposizioni principali le due frasi perché sono autonome dal punto di vista del significato e possono essere separate da una forte pausa (punto o punti e virgola).

Nell'esempio che abbiamo appena osservato la congiunzione che coordina le due frasi è la "e", che fa parte delle congiunzioni coordinative.

si tenga presente il seguente specchietto:

  1. Frase semplice:
    • GN+GV=(D+N)+V+(GN2)=D+N+V+D+N
  2. Frase composta: somma per coordinazione di due o più frasi semplici.
    • Fs+Fs=(GN+GV)+...
  3. Frase complessa: unione di una o più frasi semplici principali con una o più subordinate.
    • L'unione avviene per mezzo di funzionali subordinanti o congiunzioni subordinative Fs+X(+X+...). Ove per X si intende il simbolo dell'espansione ossia di una frase subordinata o dipendente.

Di seguito un esempio di frasi semplici, composte e complesse:

Proposizione Tipo
Catullo scrive poesie frase semplice
Catullo è un poeta frase semplice
Catullo scrive poesie ed è un poeta frase composta
Catullo è un poeta e scrive poesie frase composta
Catullo scrive poesie perché è un poeta frase complessa
Catullo è un poeta perché scrive poesie frase complessa

Così sono complesse le frasi del tipo:

  • Catullo è un poeta quando\se scrive poesie: poiché abbiamo una proposizione principale unita ad una subordinata da una congiunzione (funzionale) subordinativa.

Le frasi composte e complesse hanno almeno due predicati. Ad esempio, solo la seconda delle seguenti frasi è composta poiché ha due predicati (verbali in questo caso), mentre la prima frase è semplice poiché la congiunzione unisce non due proposizioni, ma due nomi:

  1. Paul e John cantano.
  2. Paul scrive le parole e John compone la musica.

Il verbo della prima frase è uno, "cantano" quindi la frase è "una sola". Essa sarebbe una frase frase semplice anche se dicessimo:

Frase Paul, cantante dei Beatles, e John, appartenente allo stesso gruppo, cantano insieme.
Analisi "Cantante" e "appartenente" sono due participi presenti, quindi le due espansioni di frasi in cui si trovano i participi possono considerarsi relativi ("cantante" = che canta, "appartenente" = che appartiene)

tuttavia la consideriamo complessa in relazione a quest'altra frase:

Frase Paul giovane di Liverpool, e John, suo concittadino, cantano.
Analisi "Cantante" e "appartenente" possono anche essere considerati participi sostantivati.

Essa è una proposizione semplice, perché "giovane" e "concittadino" sono due espansioni che fungono da attributo e apposizione, e ovviamente non sono verbi. Quindi, le espansioni rendono complessa la frase solo se sono a loro volta dei verbali. In questo caso, sarebbe semplice anche la prima frase analizzata, ma il fatto che almeno uno dei due participi possa essere "trasformato" ci consiglia di considerarla complessa.

Le frasi possono essere unite fra loro dunque dalle congiunzioni, per polisindeto o da segni di punteggiatura, per asindeto.

Frase Noi studiamo e voi giocate. Noi studiamo. Voi giocate.
Tipo Congiunzione per polisindeto Congiunzione per asindeto

La subordinazione[modifica]

Osserviamo il seguente enunciato:

  • ...mentre osservavo le stelle, non mi accorgevo di un gruppo di amici che passava.

Si tratta di una frase complessa, formata da tre enunciati, fusi tra loro: "...mentre osservavo le stelle", "non mi accorgevo di un gruppo di amici", "che passava".

I concetti espressi dai tre enunciati sono collegati fra loro. Diciamo dunque che in una frase complessa ogni enunciato è rappresentato e sostenuto dal verbo, così che nel su interno l'insieme degli enunciati si relazioni in un rapporto di subordinazione alla frase principale.

La proposizione principale è detta anche "reggente" perché è necessaria per la completezza della frase intera. La proposizione subordinata è detta anche "dipendente", perché si appoggia alla principale o da essa dipende (è una sua espansione).

Se infatti dicessimo mentre osservavo le stelle (espansione frase temporale), fermandoci qui, non avremmo una frase di senso compiuto: si tratta di una frase subordinata che si "appoggia" alla principale e la colloca in un determinato spazio temporale. La frase principale (che se fosse sola sarebbe una frase semplice) è "non mi accorgevo di un gruppo di amici..." essa ha un senso compiuto, e potrebbe stare anche da sola, senza l'altra espansione frase che l'accompagna e l'arricchisce.

Il rapporto di subordinazione è stabilito da indicatori di funzione grammaticali (congiunzioni subordinate). Le congiunzioni subordinative, come si è già accennato, hanno quindi una funzione diversa da quelle coordinative. Ad esempio se ho le seguenti due frasi:

  1. piove e sono triste.
    • i due concetti formano una frase composta;
  2. sono triste perché piove.
    • i due enunciati formano una frase complessa, perché l'enunciato "perché piove" dipende dall'enunciato sono triste. Si tratta di una espansione, espansione frase, o proposizione subordinata (X) che dir si voglia. L'indicatore di funzione che unisce questi due enunciati è, quindi, un subordinatore.

Prendiamo due enunciati:

  1. cammino.
  2. sto bene.

Possiamo coordinare i due enunciati: cammino e sto bene, formando così una frase composta. Possiamo inoltre, introducendo un subordinatore, formare una frase complessa, in cui un enunciato (frase, proposizione) dipenda dall'altro in rapporti diversi, di fine, di causa, di tempo, ecc... cammino per stare bene/mangio affinché stia bene/mangio perché sto bene/mangio quando sto bene.

Le frasi subordinate, quindi, introducono un'idea che condiziona, arricchisce, spiega quella della frase principale.

Esaminiamo la frase:

Frase Un aereo incredibilmente grande volava a velocità supersonica
Analisi Si tratta di una frase complessa = Det+N+Modificante+Modificante lessicale+Verbo+Det+N+Modificante lessicale.

Incredibilmente è subordinato di "grande", determinante lessicale, che a sua volta è subordinato di "aereo".

La funzione di questi subordinati è quella di arricchire e completare il senso della parola a cui si riferiscono, allargandone, "espandendone" il campo semantico, oppure indirizzandole e precisandolo in determinate direzioni.

Se diciamo: un aereo-di linea il GP di linea è subordinato del GN "un aereo", è una sua espansione, perché ne delimita, precisa, espande il significato in una direzione determinata. In sintesi, l’intensità semantica del GP "di linea" si dirige sul GN "un aereo".

Avverbi, aggettivi, gruppi preposizionali, delle espansioni dei GN, dei verbali, dei determinanti lessicali(aggettivi). Più semplicemente avverbi, aggettivi e GP sono espansioni, subordinati di GN, oppure di verbi e di aggettivi (verbali e modificanti).

Gli alberi[modifica]

Gli alberi sono anche noti come stemmi phrase markers o indicatori di fase.

Esaminiamo queste due frasi:

  1. Paolo e Maria leggono.
    • frase semplice = GN+GN+GV.
  2. Marco studia ed è diligente.
    • frase composta = GN+GV+GV.

Il secondo GV della seconda frase è un V Aus ossia un verbo predicativo, noto anche come predicato nominale, determinante o modificante nominale, o nome del predicato.

Ecco un esempio di phrase marker:

Proposizione Analisi Tipo
Paolo e Maria leggono GN+GV o (D)+N+DET+N+V frase semplice
Marco studia ed è diligente N+V+Funzionale+V+Modificante o V+Mmodificante=Modificante nominale. "È diligente" è un modificante. frase semplice

Nella prima frase la congiunzione funzionale (F) "e" lega due nomi, che formano così un soggetto unico, composto.

Nella seconda frase analizzata nel phrase marker (indicatore di frase, perché rende visibile la struttura delle frasi e i rapporti logici grammaticali intercorrenti fra le parole) il GV contiene due verbi: un predicato verbale propriamente detto e un determinante o modificante nominale che nella logica tradizionale è detto predicato nominale. La congiunzione "e" lega due verbi, quindi potenzialmente due frasi, poiché due verbi indicano la presenza di due frasi, coordinate fra loro: risulta un verbo unico, ma composto e doppio.

L'inversione della frase[modifica]

La struttura normale di una frase (GN + GV) è detta diretta, come la frase "il treno arriva", ma essa può presentarsi anche nella forma "arriva il treno", in questo caso diciamo che la frase ha subito una trasformazione inversione.

Questa nuova struttura (disposizione delle parole) si ottiene ponendo il soggetto dopo il predicato. Ad esempio:

  1. cadono le foglie (GV + GN).
    • le foglie cadono (GN + GV).
  2. è arrivato mio zio (GV + GN).
    • mio zio è arrivato (GN + GV).

Questa struttura, che è meglio usare solo se nelle frasi è presente solo il GN (soggetto), a mano che non si usi un anacoluto, è molto frequente nelle frasi interrogative, ad esempio:

  • È necessaria questa spesa? (GV + GN)

Le trasformazioni[modifica]

Proviamo a scrivere ora una frase semplice: Gli uomini amano la giustizia, essa è una frase dichiarativa, cioè essa enuncia un fatto che può essere o non essere vero e tuttavia viene presentato come un dato di fatto.

In questa frase dichiarativa di partenza, possiamo applicare le seguenti trasformazioni, la possiamo rendere: interrogativa, esclamativa, imperativa; e a loro volta negativa, passiva e enfatica.

Dichiarativa Interrogativa Esclamatva Imperativa
Gli uomini amano la giustizia Gli uomini amano la giustizia? Gli uomini amano la giustizia! Gli uomini amino la giustizia! o

Uomini! Amate la giustizia!

Negativa Gli uomini non amano la giustizia. (Forse che ) gli uomini non amano la giustizia? Gli uomini non amano la giustizia! Gli uomini non amino la giustizia! (uomini! Non amate la giustizia!)
Passiva La giustizia non è amata (oppure: è amata) dagli uomini (Forse che) la giustizia è amata (o: non è amata) dagli uomini ? La giustizia non (o: è) è amata dagli uomini ! La giustizia non sia (o: sia) amata dagli uomini !
Enfatica La giustizia, gli uomini la amano (oppure: non la amano) La giustizia, la amano gli uomini? (o: non la amano gli

uomini?)

La giustizia, gli uomini non la amano! (o:la amano!) La giustizia, la (o:non la) amino gli uomini!

Quindi le trasformazioni interrogativa, esclamativa e imperativa operano su di una frase base dichiarativa. A queste poi si aggiungono, con innumerevoli combinazioni possibili, le trasformazioni negativa, passiva e enfatica.