Italia/Geografia

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L'Italia è principalmente collinare (43% del territorio) ma si trovano anche percentuali di pianura (23%), composta principalmente dalla grande Pianura Padano-Veneta e dalle pianure costiere che si affacciano sul Mar Adriatico. Il resto del territorio (34%) è montuoso. Il monte più alto dello stato è il Monte Bianco con più di 4.800 metri, ci sono altri quattro monti al di sopra dei 4.000 metri: Monte Rosa, Cervino, Bernina e Gran Paradiso, tutti situati nella catena montuosa delle Alpi.

I rilievi[modifica]

Le Alpi[modifica]

La catena montuosa più alta dell'Italia (e dell'Europa) è quella delle Alpi: esse si sviluppano dal Colle di Cadibona (in Liguria) fino alla Croazia e alla Slovenia, nonostante alcuni appendici di minore altitudine continuino a svilupparsi nei Balcani.

Le Alpi si dividono in due grandi sezioni: Alpi occidentali e Alpi orientali. Le prime sono molto più elevate delle seconde. Nelle Alpi occidentali, le catene montuose si classificano in Marittime, Cozie, Graie, Pennine e Lepontine.

Ad oriente invece i rilievi sono più dolci e bassi. In questa sezione si possono riconoscere due fasce. La prima è quella delle Dolomiti. Esse sono abbastanza basse ma comunque molto visitate per le rocce particolarmente riflettenti e suggestive. La seconda fascia delle Alpi orientali è quella delle Prealpi, che precedono le vere e proprie Alpi. Le Alpi Orientali sono divise in Retiche, Carniche e Giulie.

Le alpi occidentali sono composte da roccia dura,molto resistente all'erosione,come il monte bianco,il monte rosa e il cervino.

nelle alpi orientali l'altitudinedelle montagne diminuisce,che si procede verso est.Questo accade perché molte delle rocce che formano i rilievi come il calcare e la dolomia,vengono facilmente erose dall'acqua.Le montagne più alte sono il bernia,l'ortles,l'adamello e la marmodola.Nelle alpi orientali si triva il gruppo montuoso delle dolomiti.

Nelle prealpi ghiacciai e fiumi hanno creato delle conche done si sono formati i grandi laghi di origine glaciale,come il lago d'iseo nelle prealpi lombarde

Gli Appennini[modifica]

La seconda catena più importante di italia è quella degli Appennini, che si sviluppa in verticale dal Colle di Cadibona fino ad Aspromonte in Calabria. A differenza delle Alpi gli Appennini si distinguono per un'altitudine relativamente bassa: la punta più alta è il Corno Grande, nel massiccio del Gran Sasso.

Anche gli Appennini si possono dividere in tre parti: a nord l'Appennino Settentrionale, a centro l'Appennino Centrale ed a sud l'Appennino Meridionale.

Appennino Settentrionale[modifica]
Appennino Ligure[modifica]

L'Appenino Ligure si estende dal Colle di Cadibona al Passo della Cisa (La Spezia. Le valli sono molto abitate, mentre la costa non è molto agibile a causa delle profondissime scogliere. Più si avvicina alla Pianura Veneto-Padana più le valli si spopolano. Il picco più alto è Monte Maggiorasca (v. foto a sinistra, 1804 metri)

Appennino Tosco-Emilio-Romagnolo[modifica]

L'Appennino Tosco-Emilio-Romagnolo continua a sud-est della Cisa. Nella sezione Tosco-Emiliana ha risalto il monte Cimone (alto 2163 metri); nella zona tosco-romagnola le vette più importanti sono il Falterona (di 1655 metri), dal quale sgorga la sorgente dell'Arno; il Monte Fumaiolo (che tocca quota 1408m), dove ha origine il Tevere; il monte Titano, dove si stanzia la Repubblica di San Marino.

Passo di Lagastrello, tra la Toscana e l'Emilia

Caratterizzanti del territorio sono le ampie e fertili valli: Lunigiana, Garfagnana, Casentino e Mugello.

Appennino Centrale[modifica]

Dalla Bocca Serriola fino alla Bocca di Forlì si può trovare l'Appennino Centrale. Questo può essere diviso in:

Appennino Umbro-Marchigiano[modifica]

L'Appennino umbro-marchigiano va dalla Bocca Serriola fino al Passo della Torrita (Ascoli).

Questo non è costituito da una sola catena ma da una fascia di catene che si estendono da Nord-Ovest a Sud-Est. Questi si possono ridurre a tre principali:

  • Catena occidentale: comincia a sud-est della Bocca Trabaria e si dirige verso sud fino all'altezza di Città di Castello, mantenendosi ben unita; da qui comincia ad abbassarsi ed allargarsi formando l'altopiano di Gubbio. Quindi si rialza nuovamente con il Monte Subasio (1100 m.) e più a sud con il Monte Maggiore (1488 m). Termina sul fiume
  • Catena centrale o di Monte Catria: segue la direzione dell'occidentale, elevandosi anche oltre i 1500 m (il Monte Catria tocca quota 1702 m). La catena centrale è unita alla catena occidentale da un piccolo altipiano.
  • Catena orientale o del Monte S.Vicino: comincia sulla riva sinistra del Metaura e si dirige a sud-est. A S.Vicino tocca 1486 metri. Con il Monte S.Vicino la catena punta direttamente a sud e si eleva con i Monti Sibillini che ospitano il Monte Vettore (2476 metri) che costituisce il massimo rilievo dell'Appennino umbro-marchigiano. Dal passo di Forca Canapine, che mette in comunicazione la valle di Norcia con la valle del Tronto, la catena prosegue verso sud-ovest dapprima delimitando la valle del Tronto e poi la valle del fiume Velino, in direzione del Monte Terminillo, ovvero la massima elevazione (2216 metri) della catena dei Monti Reatini.
Appenino Abruzzese[modifica]

L'Appennino abruzzese va dal Passo della Torrita alla Bocca di Forlì. È formato da monti calcarei a volte rassomiglianti alle Dolomiti.

È diviso in tre catene minori: Catena Orientale (Monti della Laga, Gran Sasso d'Italia, Majella), Catena Centrale (Monte Terminillo, Castel di Sangro), Catena Occidentale (Monti Reatini, Monti Simbruini, La Meta).

Altri monti importanti sono i Cantari nella Ciociaria con il Monte Viglio e i gruppi delle Mainarde, al confine meridionale tra Lazio, Abruzzo e Molise.

Appennino Meridionale[modifica]
Appennino Campano[modifica]

L'Appennino campano va dalla Bocca di Forlì in provincia di Isernia fino alla Sella di Conza (700 metri) che collega la Valle del Sele (versante tirrenico) a quella dell'Ofanto (adriatico).

L'altopiano del Matese è il gruppo montuoso più caratteristico: è costituito da due catene di monti che corrono parallele in direzione nord-ovest sud-est formando un altopiano aspro e scosceso, e segna il confine tra Molise e Campania. Ad esso si agganciano altri gruppi minori come quello del Monte Mutria (1822 metri) e del Monte Calvello (1018 metri) dalla parte orientale, ed i Monti Trebulani ed altre catene minori che degradano verso il Volturno da Venafro a Benevento, dalla parte occidentale.

Appenino Lucano[modifica]

L'Appennino Lucano si estende dalla Sella di Conza al Passo dello Scalone.

Oltre la Sella di Conza si eleva il Gruppo di Santa Croce (1425 metri) da cui partono varie diramazioni per una delle quali è legato col gruppo del Monte Vulture (1327 metri), ultima manifestazione vulcanica della penisola italiana. Più elevato è il gruppo della Maddalena-Monte Sirino con il Monte Papa (2007 metri), breve ma aspra catena in direzione nord-sud, ed il gruppo del Pollino (con le cime del Pollino 2248 metri), le Serra Dolcedorme (2267 metri), le Serra del Prete (2175 metri), le Serra delle Ciavole (2130 metri), il Monte Crispo (2052 metri) i quali sorgono al confine fra Basilicata e Calabria.

Appennino Calabro[modifica]

L'Appennino Calabro va dal Passo dello Scalone allo Stretto di Messina. È costituito da gruppi montuosi di natura granitica solcati da ampie valli. Si distinguono 4 parti:

  • Catena Costiera (o Catena Paolana) che si allunga tra il Mar Tirreno e i profondi valli dei fiumi Crati e Savuto:
  • Altopiano della Sila: vasto altopiano granitico di forma quasi circolare, ricco di foreste e circondato da alte catene di monti (in media tra i 1200 e i 1400 metri) interrotto qua e là per far passare le acque che in parte vengono raccolte dal Crati ed in parte si gettano direttamente nel mare. L'altopiano è diviso in due bacini dalle Montagne della Porcina che lo attraversano da ovest a d est partento dal monte Botte Donato (1930 metri).
  • la catena delle Serre, separata dalla Sila dalla depressione di Marcellinara (251 metri), che si estendono con un doppio allineamento montuoso fino al passo del Mercante e da qui con una breve e sottile cresta si collegano con l'Aspromonte. La vetta più elevata è il Monte Pecoraro (1420 metri).
  • Massiccio dell'Aspromonte: vasto ammasso conico di granito coperto di boschi la cui vetta più elevata è il Montalto di 1956 metri.

Fiumi[modifica]

In Italia sono presenti molti fiumi. Tuttavia questi sono spesso corti e tortuosi. Il più lungo d'Italia è il Po con i suoi 652 chilometri seguito dall'Adige (410) ed il Tevere (405).

Po[modifica]
Il Po

La sorgente del Po si trova a Cuneo, in Piemonte nel Pian del Re. Al delta invece si divine in 5 rami (Po di Maestra, Po della Pila, Po delle Tolle, Po di Gnocca e Po di Goro).

Nasce come un rigagnolo per poi diventare sempre più ampio grazie agli affluenti. Le spinte più grandi le riceve quando alcuni fiumi molto importanti vi confluiscono. Tra questi si ricordano la Dora Baltea, la Sesia (Vercelli), Tanaro (Bassignana), Adda, Oglio, Mincio (Emilia).

Dopo il lunghissimo corso il Po sfocia a delta nel Mar Adriatico, dividendosi in 5 rami principali (Po di Maestra, Po della Pila, Po delle Tolle, Po di Gnocca e Po di Goro) ed uno secondario (Po di Volano).

Problema molto grave creato dal Po è quello delle frequenti piene, che portano a risultati devastanti: ben 5 negli ultimi cinquant'anni. In realtà queste piene si rivelano così devastanti perché i problemi si verificano già negli affluenti (soprattutto Ticino e Tanaro) che si alzano di molto e molto facilmente.

Adige[modifica]
L'Adige in un breve tratto di Rovigo

L'Adige, in ladino Adiç, trentino Ades e veneto Adexe) sorge presso il Passo Resia (Reschenpass) nella Alta Val Venosta (Hochvinschgau) in Alto Adige e sfocia nel Mar Adriatico presso Chioggia. È per lunghezza - circa 410 km - il secondo fiume italiano dopo il Po e il 3° per ampiezza di bacino dopo Po e Tevere.

Attraversa le città di Trento, Verona, Cavarzere, Legnago e lambisce Merano, Bolzano e Rovereto.

La valle in cui scorre assume vari nomi: Val Venosta tra la sorgente e Merano, Val d'Adige tra Merano e Rovereto, Vallagarina tra Rovereto e Verona, e quindi Val Padana tra Verona e la foce.

Complessivamente il suo bacino imbrifero è di 12.200 km² (che lo rendono il terzo per ampiezza dopo il Po e il Tevere): di questi ben 7.200 sono in Alto Adige, nel cui territorio scorre per 140 km (oltre 1/3 del suo percorso complessivo).

I suoi principali affluenti

  • il Rio Ram presso Glorenza (Glurns) (BZ),
  • il Passirio presso Merano (BZ),
  • l'Isarco presso Bolzano (BZ),
  • il Noce presso Mezzocorona (TN),
  • l'Avisio presso Lavis (TN),
  • il Fersina presso Trento e
  • il Leno presso Rovereto (TN)
Tevere[modifica]

Il Tevere è il principale fiume dell'Italia centrale, il 3° d'Italia per lunghezza dopo il Po e l'Adige.

L'antico nome del fiume, che come storicamente noto è quello che attraversa Roma dividendola in due metà, era Albula, nome la cui origine è tutt'ora sconosciuta.

Il fiume nasce dal Monte Fumaiolo (tra Emilia e Marche), percorre l'Italia in diagonale fino ad arrivare a Roma per sfociare in pieno Tirreno a Fiumicino, in provincia della città capitolina.

Ecco descritto qui il corso in modo dettagliato:

  • Dopo pochi metri dalla sorgente entra in Toscana (provincia di Arezzo) attraversandola per un breve tratto con regime torrentizio.
  • Attraversa poi l'Umbria scendendo da quota 300 a quota 50 mt. (Alta valle tiberina).
  • Alla fine del tratto collinare del percorso, fu realizzata durante gli anni '50 una diga finalizzata alla generazione di energia elettrica, all'epoca destinata soprattutto alle Acciaierie di Terni, le cui acque alimentano due bacini artificiali: il Lago di Corbara, direttamente a valle della diga, e il successivo piccolo lago di Alviano, 500 ettari di ambiente umido che ospitano un'oasi naturalistica.
  • Questo tratto finale del corso del Tevere in Umbria di circa 50 km costituisce il Parco fluviale del Tevere.
  • Da Città di Castello il fiume comincia a distendersi in numerosi ampi meandri attraverso la pianura da esso stesso generata, e segna il confine tra le province di Terni, Rieti e Viterbo.
  • Arrivato nel Lazio a Orte, attraversa Roma e infine, dopo altri 30 km, sfocia nel Mar Tirreno, non più ad Ostia come un tempo, ma a Fiumicino, in un delta di due soli bracci, uno naturale detto Fiumara grande e l'altro artificiale (il Canale di Traiano), che delimitano l'Isola sacra.

Il fiume fu utilizzato per molti secoli come via di comunicazione: in epoca romana il naviglio mercantile poteva risalire direttamente fino a Roma, all'Emporio che era situato ai piedi dell'Aventino, mentre barche più piccole e adatte alla navigazione fluviale trasportavano merci e prodotti agricoli dall'Umbria, attraverso un sistema navigabile capillare che penetrava nella regione anche attraverso gli affluenti, in particolare Chiascio e Topino. Lo sviluppo del trasporto stradale e ferroviario e il progressivo interramento del basso corso del fiume hanno completamente annullato questo utilizzo (durato fin verso la metà dell'800), e ormai la navigazione fluviale si limita a fini sportivi (canottaggio) e turistici, con battelli che dalla fine degli anni 90 percorrono tratti del corso romano del fiume. A causa delle soglie costruite all'altezza dell'Isola Tiberina per regolare e armonizzare il flusso del fiume, la navigazione sul fiume è divisa in due tratte, una verso monte, dall'Isola a Ponte Risorgimento, l'altra verso il mare, da Ponte Marconi a Ostia Antica.

Va tenuto presente, quando si riflette sull'uso del Tevere, che attualmente sono 36, i soggetti pubblici che hanno titolo ad intervenire sul Tevere: il numero rende evidenti, da solo, le difficoltà che presenta ogni nuovo progetto d'uso o di intervento.

Confini[modifica]

  • Nord: Svizzera, Austria;
    • Nord-Ovest: Francia;
    • Nord-Est: Slovenia;
  • Ovest: Mar Mediterraneo;
  • Sud: Mar Mediterraneo;
  • Est: Mar Adriatico (Mediterraneo).

All'interno dello stato si trovano anche due tra i più piccoli micro-stati d'Europa e del Mondo: la Repubblica di San Marino (repubblica più piccola del mondo) e la Città del Vaticano (il più piccolo stato nel mondo con 0,4 chilometri quadrati di superficie, unico residuo del medievale Stato Pontificio).