Vai al contenuto

Atlante del lessico culturale europeo/Amore/Donna

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Indice del libro

Lessico dell'"Orlando furioso", realizzato dalla Classe 4F del Liceo "G. A. De Cosmi" di Palermo.

La voce lessicale costituisce un primo approccio al poema cavalleresco.

Le parole dell’Orlando furioso

Parola:  Donne

A cura di: Jasmine Rotolo, Sonia Martorana, Gabriele Oliva, Irene Maria Marceca.

Donna s. f. [lat. dŏmĭna «signora, padrona», lat. volg. dŏmna].

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l’ire e i giovenil furori
d’Agramante lor re, che si diè vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano.

Le donne vengono associate agli amori, ed i cavalieri alle armi. Ariosto evidenzia l‘amore e vuole porlo in ogni cosa. Questo primo verso espone, con disposizione a chiasmo, la tematica amorosa, che costituisce uno dei grandi motori dell’intreccio, e la tematica guerresca: “i cavalieri e l’arme”. Entrambi i temi sono ripresi al verso 2, da analoghe espressioni (le cortesie, le audaci imprese), dove il poeta sottolinea che è lui il responsabile della composizione (“io canto"). Con questo possiamo affermare che il ciclo del proemio è carolingio (i cavalieri e le armi), ma anche arturiano (l’amore), fattori tipici del poema epico cavalleresco.

 

Canto 1, ottava 42

[modifica | modifica sorgente]

La verginella è simile alla rosa,
ch’in bel giardin su la nativa spina
mentre sola e sicura si riposa,
né gregge né pastor se le avicina;
l’aura soave e l’alba rugiadosa,
l’acqua, la terra al suo favor s’inchina:
gioveni vaghi e donne inamorate
amano averne e seni e tempie ornate.

La seconda occorrenza della parola "donne", nell'opera, si trova nel primo canto, che segue le quattro ottave proemiali, nell’ottava 42. L'ottava intera rappresenta un elogio alla verginità delle fanciulle, con un riferimento al poeta latino Catullo; l'ottava è decantata da Sacripante, un cavaliere innamorato e illuso, questo elogio è udito da Angelica, che era nascosta nei pressi di un ruscello. L'ottava è un lamento, poiché Sacripante ama Angelica, ma il suo è un amore non corrisposto, che gli causa sofferenza. Nell'ottava, il termine "verginella" è contrapposto alla parola "donne", poiché Sacripante elogia le prime comparandole a dei fiori puri e ancora intoccati, come le rose, le donne invece, avendo perso questo "valore", possiedono una bellezza che è ormai sfiorita. Nel ragionamento di Sacripante, accecato dalla malinconia, si percepisce l’ampia differenza che il cavaliere presuppone ci sia tra le ragazze vergini e le donne che non lo sono più, un pensiero profondamente radicato nella mentalità rinascimentale. La parola “donne” indicherebbe quindi, per Sacripante, la categoria che ha perso la sua purezza e la sua bellezza, il termine “donne” avrebbe meno valore del termine ”vergini”, quasi come se non fossero la medesima cosa. Ironicamente, il poeta fa pronunciare questo elogio ad un personaggio che, solo poche ottave dopo, tenterà di approfittare della bella Angelica, ella verrà poi tratta in salvo da un cavaliere sconosciuto, Bradamante.

Canto 4, ottava 6

[modifica | modifica sorgente]

Volando, talor s’alza ne le stelle,
e poi quasi talor la terra rade;
e ne porta con lui tutte le belle
donne che trova per quelle contrade:
talmente che le misere donzelle
ch’abbino o aver si credano beltade
(come affatto costui tutte le invole)
non escon fuor sí che le veggia il sole.

Analizzando il poema “Orlando furioso”, di Ludovico Ariosto, alla ricerca della parola “donne”, ci imbattiamo nel quarto canto, nella sesta ottava, con la terza occorrenza, dove viene raccontato come il mago Atlante rapisse tutte le donzelle. Il quarto canto parla proprio di come Bradamonte sconfisse il mago e distrusse il suo castello in modo tale da liberare le donne da questa prigionia. Infatti, il mago rapiva soltanto le donne che considerava belle, quindi le donne che, in generale, si sentivano belle, e riconoscevano la loro sana e naturale bellezza, si sentivano sempre più in pericolo, così, la bellissima Bradamante, in seguito, le liberò.   

Canto 4, ottava 12

[modifica | modifica sorgente]

Vi sorge in mezzo un sasso che la cima
d’un bel muro d’acciar tutta si fascia;
e quella tanto inverso il ciel sublima,
che quanto ha intorno, inferior si lascia.
Non faccia, chi non vola, andarvi stima;
che spesa indarno vi saria ogni ambascia.
Brunel disse: — Ecco dove prigionieri
il mago tien le donne e i cavallieri. —

Trattandosi sempre del quarto canto, il contesto in cui ci troviamo non è cambiato, ma nel corso dell’ottava 12, ci si riferisce alle donne nel loro ruolo di prigioniere del mago Atlante. I valorosi cavalieri arrivano nell’immensa fortezza del mago, e capiscono che gli altri cavalieri e le donzelle sono condannati alla prigionia, in quel luogo abbandonato e distaccato dal mondo intero.

Canto 4, ottava 31

[modifica | modifica sorgente]

La bella ròcca solo edificai
per tenervi Ruggier sicuramente,
che preso fu da me, come sperai
che fossi oggi tu preso similmente;
e donne e cavallier, che tu vedrai,
poi ci ho ridotti, et altra nobil gente,
acciò che quando a voglia sua non esca,
avendo compagnia, men gli rincresca.

La quinta occorrenza della parola "donne", si trova nel quarto canto, precisamente nelle trentunesima ottava. Questa ottava rappresenta la spiegazione del vecchio mago Atlante in seguito alla domanda di Bradamante riguardo il castello. Il mago spiega di aver edificato il castello per tenere al sicuro il giovane Ruggiero, che, secondo il volere degli astri dovrà convertirsi al Cristianesimo e morire per tradimento dei Maganzesu (stirpe nemica di Carlo Magno secondo la tradizione epica cavalleresca). Atlante riuscì ad impadronirsi del giovane grazie a degli incantesimi, e successivamente a rinchiudere il cavaliere nel castello, e per rendergli meno dura la prigionia, Atlante condusse da lui altri cavalieri e tante donne. Le donne, in questa ottava, assumono un ruolo ben diverso da quelli sopra citati: diventano uno svago per il cavaliere Ruggiero, e prigioniere di Atlante.

Canto 4, ottava 39

[modifica | modifica sorgente]

Sbrigossi dalla donna il mago alora,
come fa spesso il tordo da la ragna;
e con lui sparve il suo castello a un’ora,
e lasciò in libertá quella compagna.
Le donne e i cavallier si trovâr fuora
de le superbe stanze alla campagna:
e furon di lor molte a chi ne dolse;
che tal franchezza un gran piacer lor tolse.

La donna riesce ad intrappolare il mago Atlante e a farsi condurre da Ruggiero, però arrivati in cima, Atlante si libera e fugge con il castello, liberando tutti i prigionieri. Così i due amanti e gli altri prigionieri scendono a valle e incontrano l’ippogrifo. L’ippogrifo si lascia condurre solo da Ruggiero, così che potesse portarlo dal mago Atlante. In questa ottava possiamo notare la presenza di rime alternate tra il primo, il terzo, e il quinto verso, e il secondo, quarto e sesto. Il settimo e l’ottavo verso sono formati da una rima baciata.

Commento generale

[modifica | modifica sorgente]

Il termine "donne" è ampiamente utilizzato per rappresentare un'ampia gamma di personaggi femminili, ciascuno con caratteristiche e ruoli distinti. Le donne in "Orlando Furioso" sono spesso presentate come figure potenti e influenti, capaci di influenzare gli eventi e le scelte dei personaggi maschili. Sono presenti donne nobili e virtuose, come Angelica e Bradamante, che incarnano ideali di bellezza, saggezza e coraggio. Tuttavia, ci sono anche donne ambiziose e manipolative, come la maga Alcina, che usano il loro fascino per ottenere potere e controllo. Nel complesso, il ruolo delle donne in "Orlando Furioso" riflette le dinamiche sociali e culturali del Rinascimento italiano, dove le donne erano spesso viste come figure di grande influenza e importanza nella società.