File:Artgate Fondazione Cariplo - Pulzone Scipione, Maddalena al sepolcro.jpg

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Dettagli

Scipione Pulzone: La Maddalena al Sepolcro  wikidata:Q112795180 reasonator:Q112795180
Artista
Scipione Pulzone  (–1598)  wikidata:Q2632216
 
Scipione Pulzone
Nomi alternativi
Scipione Gaetano
Descrizione pittore italiano
Data di nascita/morte 1550 / 1544 Modifica su Wikidata 1 febbraio 1598 Modifica su Wikidata
Luogo di nascita/morte Gaeta Roma
Luogo di attività
Roma (1573–1598); Firenze; Napoli Modifica su Wikidata
Authority file
artist QS:P170,Q2632216
image of artwork listed in title parameter on this page
Titolo
La Maddalena al Sepolcro
label QS:Len,"Mary Magdalene at the Tomb"
label QS:Lit,"La Maddalena al Sepolcro"
Tipo di oggetto dipinto
object_type QS:P31,Q3305213
Descrizione

Appartenuto a Caterina Marcenaro che si occupò del reintelo e del restauro, operati rispettivamente da D. Podio e A. Arrigoni negli anni 1967 e 1968, il dipinto era stato attribuito dalla studiosa a Dürer; fu riferito a Scipione Pulzone da Gaeta da parte di Federico Zeri, nell’ambito delle verifiche condotte nel 1976 in occasione del passaggio della collezione a Cariplo. Il parere di Zeri risulta oltremodo significativo in considerazione del fatto che lo storico d’arte romano fu uno dei massimi conoscitori di Scipione Pulzone, al quale dedicò un agile saggio alla fine degli anni Cinquanta.

Il pittore Gaetano fu uno dei massimi esponenti del tardo manierismo, in grado di acquisire suggerimenti stilistici dai grandi maestri del Cinquecento e dai suoi colleghi operanti in Roma nella seconda metà del secolo, da Santi di Tito agli Zuccari e, ancor prima, da Jacopino del Conte che fu suo maestro.

In particolare, come nota Alessandro Rovetta, nell’ideazione della figura, con il busto drammaticamente piegato, Pulzone sembra rifarsi ad un prototipo correggesco, la Maddalena della Deposizione, realizzata nel 1527, oggi alla Galleria Nazionale di Parma, la cui diffusione fu favorita da un’incisione di Adrien Collaert che nella didascalia definisce esattamente l’episodio, con la Santa piangente accanto al sepolcro, colta nel momento in cui si accorge della sepoltura vuota e si immagina che qualcuno abbia trafugato il corpo di Cristo.

L’opera di Fondazione Cariplo appare molto vicina all’analogo soggetto realizzato da Pulzone per la Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma: la cura per la resa assai raffinata dell’abito, davvero straordinario nella definizione minuziosa del broccato d’argento, arricchito dai ricami dorati dei decori fitomorfi, la lumeggiatura dei capelli, il gusto descrittivo del vaso d’unguento, che sembra la copia dal vero di un oggetto di alta produzione orafa del tempo, il bellissimo scorcio di paesaggio, fanno della tela un episodio importante della produzione giovanile dell’artista, ancora legato al gusto manierista di derivazione fiorentina, teso ad una pittura preziosa in ogni dettaglio. Per questo ritengo che si debba collocare la Maddalena al sepolcro negli stessi anni di quella conservata in Laterano, realizzata nel 1574: addirittura potrebbe essere precedente di qualche tempo, in quanto nel dipinto lateranense la figura della santa risulta molto più contenuta nel suo gesto, segno forse anticipatore di quella evoluzione stilistica e spirituale insieme che porterà Scipione Pulzone ad un linguaggio molto distante, asciutto e parco di attenzioni alla decorazione, come ha evidenziato Federico Zeri, e ben inserito nella corrente controriformista, di cui egli fu uno dei massimi rappresentanti. La Maddalena, invece, evidenzia le grandi capacità virtuosistiche dell’artista, che egli metteva a frutto nei ritratti, di cui fu fecondo esecutore per la nobiltà romana.

Come segnala Rovetta, esiste un’altra versione della Maddalena in una collezione privata emiliana, con attribuzione a Denis Calvaert. Il riferimento all’artista fiammingo, se pur non corretto, evidenzia comunque i legami tra la pittura del gaetano con quella fiamminga, che emerge soprattutto nella ritrattistica e che conferma la sua capacità di raccogliere suggerimenti e suggestioni diverse, secondo uno spirito dichiaratamente manierista.
Data tra il 1570 e il 1573
date QS:P571,+1570-00-00T00:00:00Z/8,P1319,+1570-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1573-00-00T00:00:00Z/9
Tecnica/materiale olio su tela
medium QS:P186,Q296955;P186,Q12321255,P518,Q861259
Dimensioni altezza: 110 cm; larghezza: 92,5 cm
dimensions QS:P2048,110U174728
dimensions QS:P2049,92.5U174728
Numero d'inventario
MD 0036
Note Domenico Sedini, Artgate Fondazione Cariplo
Riferimenti
  • Alessandro Rovetta, Maddalena al sepolcro, in Maria Luisa Gatti Perer, a cura di, Le collezioni d’arte. Dal Classico al Neoclassico, Fondazione Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Milano 1998, n. 79, pp. 181-183, ill.
Fonte/Fotografo Artgate Fondazione Cariplo
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