Rivolta popolare di Battipaglia del 1969/Le valutazioni degli organi di informazione

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Tre tra le testate giornalistiche di spicco del panorama della stampa italiana che nel 1969 si occuparono degli eventi di Battipaglia si annoverano: L'Unità, Panorama e Il Mattino. "L'Unità",organo ufficiale di stampa del PCI, descrisse i moti battipagliesi del 1969 in 4 edizioni consecutive dal 10 al 16 Aprile. La testata in accordo con la propria linea ideologica mise in risalto alcuni elementi di carattere social-rivoluzionario accentuando le cause e le dinamiche con cui si svolse la manifestazione. L'Unità illustrò il quadro generale della situazione economico-lavorativa del Mezzogiorno attribuendo la colpa della rivolta al "cinismo con cui lo Stato non si era impegnato nel tutelare i lavoratori e le loro esigenze lasciandoli alla mercé dei padroni industriali". Le dichiarazioni di Restivo sulla legittima difesa della polizia vennero considerate dagli esponenti del Partito come incomplete e superficiali.

Il settimanale "Panorama" riguardo agli eventi battipagliesi riportò all'epoca un'aspra critica nei confronti dei rivoltosi illustrando modi e tecniche con cui i manifestanti avevano bloccato le vie di comunicazione della città. Il settimanale riportava anche la testimonianza del vicesegretario comunale della DC, il quale aveva affermato che l'iniziativa di occupare la stazione ferroviaria e le strade era stata presa al fuori del comitato organizzatore dello sciopero. Tuttavia ciò era stato, secondo il giornale, già preannunciato dall'assessore Matteo Barra, segretario della DC locale, il quale prima di partire per la capitale aveva dichiarato di aver lasciato una città ormai innescata. Le cause principali che avevano dato il via alla protesta, secondo Panorama, erano state la diminuzione della produzione di tabacco del 35%, che aveva causato la chiusura di tre tra i più grandi stabilimenti del circondario e il licenziamento di più di 200 lavoratrici.

"Il Mattino", ideologicamente più vicino alle istituzioni, giudicò in maniera ancora più aspra l'accaduto, ciò appare evidente, ancora oggi, dal titolo dell'edizione dell'11 aprile: "A Battipaglia è stato fronteggiato un fronte sedizioso". La testata illustrava in maniera dettagliata la vicenda dedicando molta attenzione al dispiegamento e al numero delle forze dell'ordine impiegate durante i moti, all'incirca 2000 agenti (alcuni dei quali provenienti dalle caserme di Foggia, Caserta e Roma), ed evidenziando quindi l'improvvisa e violenta natura del moto popolare. Il quotidiano di Napoli descriveva in maniera minuziosa gli eventi relativi allo sciopero, dal blocco ferroviario fino allo scoppio delle violenze da parte dei manifestanti, utilizzando come unica fonte i rapporti di polizia. Metteva, inoltre, in luce alcuni eventi sospetti al fine di dimostrare la matrice 'rossa' della sommossa parlando della presenza di attivisti che distribuivano ai manifestanti delle foto di Mao.