Gaio Lucilio/Note stilistiche: differenze tra le versioni
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{{quote|Un servo non poco fedele né poco utile al suo padrone:<br />qui è sepolto Metrofane, il piccolo sostegno di Lucilio|XXII, 581s. Krenkel|servus neque infidus domino neque inutilis cuiquam<br />Lucili columella hic situs Metrophanes|lingua=la}} |
{{quote|Un servo non poco fedele né poco utile al suo padrone:<br />qui è sepolto Metrofane, il piccolo sostegno di Lucilio|XXII, 581s. Krenkel|servus neque infidus domino neque inutilis cuiquam<br />Lucili columella hic situs Metrophanes|lingua=la}} |
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Nel primo verso abbiamo un intreccio di parallelismi sintattici, dati dalla successione: nome / congiunzione / aggettivo / nome / congiunzione / aggettivo / nome. L'unico verbo presente nel [[w:Distico|distico]], ''situs'', è al [[w:Diatesi passiva|passivo]]. |
Nel primo verso abbiamo un intreccio di parallelismi sintattici, dati dalla successione: nome / congiunzione / aggettivo / nome / congiunzione / aggettivo / nome. L'unico verbo presente nel [[w:Distico|distico]], ''situs'', è al [[w:Diatesi passiva|passivo]]. |
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[[Categoria:Gaio Lucilio|Note stilistiche]] |
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Versione delle 20:16, 27 giu 2008
Giudizi critici latini
Conferma
L'oratore che nel libro I apre d'urgenza la seduta del concilio degli dèi, Quirino:
Due cose risultano evidenti: l'epanalessi, e quel adfuissemus che, poiché è retto da vellem, andrebbe all'infinito, cioé in adfuisse; sono errori, o sviste, frequenti nella lingua parlata, ma che nel discorso ufficiale di una divinità non sono giustificabili se non con lo stress, con la tensione dell'oratore, fattori che nel peggiore dei casi impediranno a Cicerone nel 53 a.C. di pronciare l'orazione Pro Milone. Tuttavia, buona parte dell'esiguo numero di frammenti avvalora la tesi che già gli antichi formularono disponendo dei testi integri: la prolissità è diffusa, e si avvicina al sermo cotidianus.
Ma...
È sicuro che Lucilio non padroneggi il latino meglio di Plauto, ma, per soffermarci sul sermo lucilianus, vi sono anche (rari) esempi di bella arte, intesa sia come frutto della tecnica sia come eleganza creativa. È alto lo stile dell'incipit del libro I, che vuole emulare quello della poesia filosofica:
Notevoli l'assonanza in /e/ e la consonanza in /t/ ed /r/; l'allitterazione contribuisce al parallelismo fonico: aether... et terr.... Nel libro XXII è quasi commovente l'impegno elegiaco del poeta per l'elogio funebre di un suo servo:
Nel primo verso abbiamo un intreccio di parallelismi sintattici, dati dalla successione: nome / congiunzione / aggettivo / nome / congiunzione / aggettivo / nome. L'unico verbo presente nel distico, situs, è al passivo.