Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Malaysia: differenze tra le versioni

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La '''[w:Malaysia|Malaysia]''' è una nazione di recente costituzione (settembre 1963, nata come Federazione Malese) e così le F.A. britanniche, che erano i protettori del territorio, cedettero il grosso dell'equipaggiamento ai malesi. Ma col passare del tempo, con la necessità di ammodernare i propri arsenali si è guardato più lontano, verso altri venditori. Le principali operazioni militari sono state quelle contro gruppi di guerriglieri comunisti al confine thailandese e nella zona di frontiera con Sarawak, Sabah e l'Indonesia.
La '''[[w:Malaysia|Malaysia]]''' è una nazione di recente costituzione (settembre 1963, nata come Federazione Malese) e così le F.A. britanniche, che erano i protettori del territorio, cedettero il grosso dell'equipaggiamento ai malesi. Ma col passare del tempo, con la necessità di ammodernare i propri arsenali si è guardato più lontano, verso altri venditori. Le principali operazioni militari sono state quelle contro gruppi di guerriglieri comunisti al confine thailandese e nella zona di frontiera con Sarawak, Sabah e l'Indonesia.


Qui intervenne anche la Gran Bretagna con l''''Operazione Firedog''', con una lunga e sanguinosa campagna contro le infiltrazione delle forze indonesiane. Questa guerra fu vinta e in essa avvennero anche eventi di notevole interesse tecnico: il finale della 'carriera' dei vecchi aerei inglesi ad elica, inclusi alcuni poco noti e decisamente rari, come il Bristol Brigad e il D.H. Hornet, l'esordio dei nuovi come il Gloster Javelin e al contempo, quello dei [w:C-130|C-130] Hercules indonesiani, che facevano il paio con i vecchi P-51 Mustang. Nessuno di questi venne abbattuto dai caccia inglesi nelle loro scorrerie, ma i grossi e pesanti Javelin riuscirono ad intercettare un C-130 e a farlo cadere a terra durante le sue manovre evasive. Questa fu la prima delle non molte vittorie ai danni di un Hercules. Per ripeterla, gli Inglesi aspettarono la guerra delle Falkands con i Sea Harrier. In ogni caso, aspetti tecnici a parte, si trattò di una guerra feroce a terra in cui le azioni d'attacco e di infiltrazione furono ampie e con il coinvolgimento delle popolazioni civili. Gli Inglesi giocarono meglio la delicata partita che in gergo militare si chiama 'cuori e menti' e dopo anni di guerra ebbero la meglio sulle infiltrazioni indonesiane. La trattazione esaustiva di questa guerra, che coinvolse anche gli australiani, si terrà in un'altra, apposita pagina tanto essa appare importante e complessa. In tutti i casi, dopo 12 anni di guerra, nel '60 l'Operazione Firedog venne dichiarata conclusa.
Qui intervenne anche la Gran Bretagna con l''''Operazione Firedog''', con una lunga e sanguinosa campagna contro le infiltrazione delle forze indonesiane. Questa guerra fu vinta e in essa avvennero anche eventi di notevole interesse tecnico: il finale della 'carriera' dei vecchi aerei inglesi ad elica, inclusi alcuni poco noti e decisamente rari, come il Bristol Brigad e il D.H. Hornet, l'esordio dei nuovi come il Gloster Javelin e al contempo, quello dei [w:C-130|C-130] Hercules indonesiani, che facevano il paio con i vecchi P-51 Mustang. Nessuno di questi venne abbattuto dai caccia inglesi nelle loro scorrerie, ma i grossi e pesanti Javelin riuscirono ad intercettare un C-130 e a farlo cadere a terra durante le sue manovre evasive. Questa fu la prima delle non molte vittorie ai danni di un Hercules. Per ripeterla, gli Inglesi aspettarono la guerra delle Falkands con i Sea Harrier. In ogni caso, aspetti tecnici a parte, si trattò di una guerra feroce a terra in cui le azioni d'attacco e di infiltrazione furono ampie e con il coinvolgimento delle popolazioni civili. Gli Inglesi giocarono meglio la delicata partita che in gergo militare si chiama 'cuori e menti' e dopo anni di guerra ebbero la meglio sulle infiltrazioni indonesiane. La trattazione esaustiva di questa guerra, che coinvolse anche gli australiani, si terrà in un'altra, apposita pagina tanto essa appare importante e complessa. In tutti i casi, dopo 12 anni di guerra, nel '60 l'Operazione Firedog venne dichiarata conclusa.

Versione delle 18:27, 4 ott 2008

Indice del libro

La Malaysia è una nazione di recente costituzione (settembre 1963, nata come Federazione Malese) e così le F.A. britanniche, che erano i protettori del territorio, cedettero il grosso dell'equipaggiamento ai malesi. Ma col passare del tempo, con la necessità di ammodernare i propri arsenali si è guardato più lontano, verso altri venditori. Le principali operazioni militari sono state quelle contro gruppi di guerriglieri comunisti al confine thailandese e nella zona di frontiera con Sarawak, Sabah e l'Indonesia.

Qui intervenne anche la Gran Bretagna con l'Operazione Firedog, con una lunga e sanguinosa campagna contro le infiltrazione delle forze indonesiane. Questa guerra fu vinta e in essa avvennero anche eventi di notevole interesse tecnico: il finale della 'carriera' dei vecchi aerei inglesi ad elica, inclusi alcuni poco noti e decisamente rari, come il Bristol Brigad e il D.H. Hornet, l'esordio dei nuovi come il Gloster Javelin e al contempo, quello dei [w:C-130|C-130] Hercules indonesiani, che facevano il paio con i vecchi P-51 Mustang. Nessuno di questi venne abbattuto dai caccia inglesi nelle loro scorrerie, ma i grossi e pesanti Javelin riuscirono ad intercettare un C-130 e a farlo cadere a terra durante le sue manovre evasive. Questa fu la prima delle non molte vittorie ai danni di un Hercules. Per ripeterla, gli Inglesi aspettarono la guerra delle Falkands con i Sea Harrier. In ogni caso, aspetti tecnici a parte, si trattò di una guerra feroce a terra in cui le azioni d'attacco e di infiltrazione furono ampie e con il coinvolgimento delle popolazioni civili. Gli Inglesi giocarono meglio la delicata partita che in gergo militare si chiama 'cuori e menti' e dopo anni di guerra ebbero la meglio sulle infiltrazioni indonesiane. La trattazione esaustiva di questa guerra, che coinvolse anche gli australiani, si terrà in un'altra, apposita pagina tanto essa appare importante e complessa. In tutti i casi, dopo 12 anni di guerra, nel '60 l'Operazione Firedog venne dichiarata conclusa.

Dopo di allora, la Malaysia ha conosciuto un progresso notevole e di recente è diventata una nazione di notevoli risorse economiche, anche concretizzate in programmi di riarmo di notevole valore, come testimoniano gli acquisti di aerei quali i MiG-29N e gli F-18. Prima ancora c'erano state compere sofisticate come quelle di navi moderne e di addestratori basici-intermedi quali gli MB.339.

1985[1]

Ecco come si presentavano le F.A. Malesi alla metà degli anni '80. L'Esercito malese, innanzi tutto. In quegli anni v'era un notevole aumento di fondi per le proprie F.A., e l'esercito era stato portato a 100.500 uomini. Le unità principali erano:

  • 1 Comando di Corpo d'Armata
  • 4 Comandi di divisione
  • 12 Brigate di fanteria con 35 battaglioni, 1 di fanteria meccanizzata, altri in via di formazione, unità di supporto
  • 4 reggimenti esploranti di cavalleria blindata
  • 4 reggimenti d'artiglieria campale
  • 1 reggimenti di difesa aerea
  • 5 reggimenti trasmissioni
  • 1 raggruppamento forse speciali a livello di brigata

Nel 1978 partì un programma destinato a rivelarsi un evento importantissimo nel potenziare le forze armate: vennero prescelti 162 grossi blindati 6x6 [w:SIBMAS|SIBMAS] belgi armati con torri Cockerill CM-90, con cannone Cockerill Mk III e designati come AFSV-90, veicoli di supporto di fuoco. Questi mezzi erano intesi in pratica come carri ruotati di supporto alla fanteria, molto simili al Ratel-90 sudafricano ma più leggero (13 vs 19 t), con una conseguente capacità anfibia. Altri 24 erano stati ordinati come ARV, carri recupero. Sempre con questo programma venne premiata anche la Thyssen, con ben 459 veicoli blindati [w:Condor (apc)|Condor (apc)] 4x4 con cannone da 20 mm o due armi da 7,62 mm in torretta. Questi erano mezzi da trasporto truppa ben corazzati, abbastanza leggeri ed economici. Vennero infine ordinati 25 Scorpion cingolati con cannoni da 90 mm e 25 APC Stormer (12 con cannoni da 20 mm e 13 con torretta da 7,62 mm), sempre cingolati. Questa fu di gran lunga la più grossa ordinazione di corazzati mai fatta dai malesi. Doveva seguire il contratto per carri e IFV ma il Governo tedesco-occidentale rifiutò alla Thyssen di esportare l'APC TH-302 e il carro leggero TAM ( o meglio, il progetto base da cui tra origine questo mezzo argentino, 'figlio' del Marder). Per i veicoli già presenti vi erano 93 Ferret, circa 100 AML-60 e 90, 40 Panhard M3, ben 100 Cadillac V-100 Commando e 138 V-150 'Commando migliorato' sempre 4x4, con torretta armata di due mitragliatrici da 7.62 mm, cannone da 20 o torretta MECAR con arma da 90 mm.

Alle forze dell'Esercito non mancava l'apporto della polizia, forte di altri 12.000 uomini, ed equipaggiata con veicoli come i nuovi AT-105 Saxon, Shortland, SB401.

Questi i corazzati, tutti leggeri e non senza ragione, date le caratteristiche della Malesia. La componente importante dell'esercito malese era forse, sopratutto l'artiglieria. Data la necessità di equipaggiamenti 'leggeri' non mancavano 114 obici someggiabili Mod. 56, e circa 12 pezzi da 140 mm britannici.

In tutto quindi vi erano questi equipaggiamenti:

  • Corazzati: 459 Condor, 238 Commando, 187 SIBMAS, 26 Scorpion 90, 25 Stormer, 100 AML, 40 M-3.
  • Artiglieria campale: 114 Mod. 56 e 12 obici da 140 mm, mortai da 81 mm L1
  • Armi controcarri: lanciarazzi M20 da 89 mm 'Super Bazooka', cannoni SR da 106 mm M40 e gli ancora più potenti MOBAT (probabilmente armi svedesi) da 120 mm; missili SS-11
  • Armi contraerei: Bofors L/70 da 40m e M1 L60 da 40 mm
  • Armi portatili: Pistole Browning da 9 mm, mitra Sterling da 9 mm, fucili M16A1 da 5.56 mm, HK-33 e AR70 da 5.56 mm, G3 da 7.62 mm, FAL da 76.2 mm, mitragliatrici leggere L4 Bren da 7.62 mm, mitragliatrici da 7.62 mm, mitragliatrici pesanti M2 da 12.7 mm; forse mortai pesanti.

Come si vede, equipaggiamento eterogeneo: corazzati britannici e francesi per la 'prima generazione', belgi e tedeschi per la seconda; artiglieria britannica e italiana; armi controcarri francesi e americane; le armi leggere erano molto nutrite in varietà, con armi vecchie ma valide come le M2HB e i fucili FAL, e un gran numero di tipi di fucili da 5,56 mm moderni come gli M16A1 americani, i nuovissimi HK33 tedeschi e i rari Beretta AR70, armi che non hanno avuto, contrariamente ad altre armi leggere di questa ditta, particolare successo.

Quanto alle forze di riserva terrestri, vi era un vasto campionario rispondente alle varie branche delle forze di sicurezza. L'esercito aveva 60.000 riservisti, 45.000 per la difesa del territorio e 15.000 per il corpo di Difesa locale. Sempre in termini di difesa del territorio, i 21 battaglioni della polizia aerano supportati da 89 reparti minori di cui 3100 per l'unità di sicurezza di zona, che era in sostanza la Guardia Nazionale, 1200 guardie di frontiera a Sabah e Sarawak. Questi erano tutti uomini con ruoli anche paramilitari, che si aggiungevano all'organizzazione chimata RELA, o Corpo Popolare dei Volontari, forte di ben 250.000 effettivi.

L'aeronautica malese (Tendara Udara Diraja Malaysia, nella definizione internazionale Royal Malaysian Air Force) era piuttosto modesta, ma contava nondimeno 13.000 uomini con due regioni aeree e un comando di supporto.

Le unità erano anzitutto un gruppo con 13 [w:F-5|F-5]E Tiger II, aerei estremamente popolari nell'Estremo Oriente (praticamente tutte le nazioni dell'aerea ne hanno avuti, tolta qualche rara eccezione come il Giappone), 4 F-5F biposto, e 2 soli ricognitori RF-5E consegnati recentemente.

Ma la componente principale era costituita dai reparti d'attacco con 36 [w:A-4|]A-4 Skyhawk aggioranti, lo stesso valeva per 6 TA-4, tutto materiale ex-USA. I due gruppi di A-4 erano in fase di formazione ma vi erano anche altri 2 con 12 MB.339A che avevano da poco tempo sostituito altrettanti Canadair CL-41G Tebuan che però non vennero radiati ma inviati nella Riserva aeronautica, con 600 uomini (per formare un gruppo d'attacco leggero).

Vi erano anche 3 scuole di volo con i PC-7, alcuni Bulldog 102 e Bell 47G e Alouette III.

Altre risorse erano 4 gruppi da trasporto di cui uno con 6 C-130H, 2 con 14 DHC-4 Caribou, 1 con 2 BAe125, 2 Fokker F.28 e 12 Cessna 402B.

Infine vi era un gruppo da pattugliamento marittimo e SAR con 3 C-130H-MP, mentre per il trasporto e collegamento vi era una forza di trasporto insolitamente consistente dato che vi erano 36 grossi Sikorsky S-61A-4 'Nuris' per 2 gruppi e 24 Alouette III in altri 2 gruppi.

In definitiva: 1 gruppo con F-5, 2 con A-4, 2 con MB339, 3 scuola con PC-7, 4 da trasporto di cui 1 con C-130, 2 con 14 DCH-4, 1 con 16 aerei vari.

La Marina era forte di 11.000 uomini con un programma di ammodernamento recente, sopratutto per la presenza di due fregate Type 1500 con missili MM.38 Exocet in fase di consegna. Per il resto v'erano anche una fregata classe 'Yarrow', la Rahmat, e la x-brigannica Hang Tuah della Classe 'Type 41/61'.

Le forze leggere erano: 4 motocannoniere 'Spica-M' con missili MM.38 e altre 4 con i più moderni MM.40 già commissionate, 4 motocannoniere 'Perdana' con missili MM.38, 6 navi d'attacco veloce 'Jerong' che avevano solo cannoni Bofors (da 57 mm e da 40 mm), 22 battelli da pattugliamento 'Kedah', Sabah', Kris', tutti piuttosto grandi e con cannone Bofors da 40 mm.

Un'innovazione piuttosto imprevedibile era stata, per la modesta marina malese, il contratto per 4 moderni 'Lerici' italiani in vetroresina, equipaggiati con veicoli subacquei PAP-104. Sostituivano i vecchi e numerosi 'Ton' britannici, ma in ogni caso non c'erano molte minacce potenziali per la federazione malese quanto a mine.

Le navi ausiliarie erano state invece potenziate con 3 rifornitori tedeschi e sud-coreani, con equipaggiamenti per elicotteri, ponti autoveicoli, capacità di addestramento. Infine vi erano 2 LST ex-USA che erano usate anche come navi ausiliarie per le forze leggere, oltre a 5 LCM, 15 LCP e 9 RCP. Non mancavano altre navi ausiliarie più piccole e due oceanografiche.

In tutto vi erano quindi:

  • 2 fregate+2 in ordinazione
  • 8 motocannoniere +4 di ordinazione
  • 6 cannoniere, 22 grandi pattugliatori
  • 4 cacciamine
  • 3 navi di suporto logistiche
  • 2 navi LST, 5 LCM, 15 LCP, 9 RCP e altri tipi leggeri.

Vi erano anche 600 riservisti da aumentarsi negli anni successivi.

Infine le forze di polizia: anzitutto v'erano navi costruite nella Corea del Sud da 1.300 t per pattugliamento marittimo con altre due in programma, praticamente equivalendo le navi principali della Marina, e tutte capaci di ospitare elicotteri S-61, poi v'erano 15 pattugliatori classe 'PZ' con Bofors da 40 mm, 36 navi pattuglia piccole che abbastanza logicamente avevano cannoni Oerlikon da 20 mm e mitraglitrici da 7,62 mm, alcune navi leggere erano infine presenti per la dogana, con 6 grandi e una media. Come si vede il controllo delle coste, naturalmente, era il compito principale per gli interessi malesi sul mare: pirati, pescatori di frodo, trafficanti erano il problema sostanziale, ben più di eventuali confronti con le Marine confinanti.

Quindi all'epoca in termini di personale vi erano complessivamente: 100.500+60.000 dell'esercito, 45.000+15.000+3.100+1.200 per la difesa territoriale, 250.000 paramilitari, 12.000 poliziotti, 13.000+600 aeronautica, 11.000+600 marina. In tutto oltre 500.000 effettivi, anche se solo un quarto erano definibili come militari in servizio attivo, con una forza di circa 1.000 corazzati e 200 apparecchi. Insomma si trattava di forze leggere, per lo più attinenti alla difesa del territorio e controllo dei confini, e adatte ad operare in ambienti in cui il primo problema era quello di muoversi su terreni molto difficili e con un clima alquanto sgradevole se non ostile.

Per quello che riguarda i caccia F-5, i principali apparecchi da caccia malesi per molti anni (anzi, gli unici), erano stati ordinati nel 1982 per un totale di 14 e poi altri di rimpiazzo per il No.12 'Lighting'.

La TUDM ebbe nondimeno una sua importanza nella storia dell'F-5: infatti fu niente di meno che il cliente di lancio per l'RF-5E Tigereye, comprati nell'83 in appena 2 esemplari, messi in servizio nel No.11 'Cobra' Sqn. Questi squadroni avevano anche scopo di difesa aerea ed erano basati nella base ex-australiana di Butterworth, designati localmente M29. Da notare che oltre ai missili AIM-9 avevano anche capacità di trasportare bombe laser-guidate PGM, cosa tutt'altro che diffusa per questi semplici aerei. V'erano inizialmente anche 2 F-5B da addestramento, poi ceduti alla Thailandia e rimpiazzati con 4 F-5F.

In origine avrebbe dovuto esservi un ordine per un altro squadrone di F-5, ma poi la TUDM mirò parecchio più in alto.

Prima volle considerare il Panavia Tornado, poi 'scese' leggermente con i MiG-29 e F-18: in ogni caso non v'era più spazio per i piccoli caccia F-5 nei programmi futuri dell'aviazione malaysiana. In tutto vennero forniti 17 aerei e una quindicina erano ancora in servizio alla fine del XX secolo. Nonostante i due gruppi formati con gli aerei più moderni,che inizialmente sembravano avere eliminato la necessità di tenere in servizio i vecchi F-5, questi ultimi vennero trattenuti in servizio, discutendo anche la possibilità di aggiornarli con un radar Grifo F/X nell'ambito di un programma con la BAe quale capo-commessa.

Caccia moderni[2][3]

La Malaysia ha avuto una notevole evoluzione nella sua RMAF, l'Aviazione Reale. La sua prima linea è stata interessata da ben 6 possibili tipi di aerei nell'arco di pochi anni, e di questi 3 vennero effettivamente adottati.

Fu senz'altro con notevole sorpresa che la RAMF dichiarò ufficialmente, nel 1988, il suo interesse per il Tornado. Il requisito era comunque per soli 8 aerei+ 4 in opzione: ma il Tornado è un apparecchio molto temibile. Non è un caccia da duello manovrato, ma un bombardiere ognitempo specializzato nel solo tipo di attacco 'stealth' possibile per la sua generazione, quello a volo radente (sotto la cortina radar). Così, nell'aerea dell'estremo oriente, la Malaysia sarebbe stata l'unica, assieme all'Australia con i suoi vecchiotti ma formidabili F-111C, ad avere tali capacità d'attacco, su distanze piuttosto cospicue e con capacità di carico considerevoli. Fino ad allora le macchine più bellicose dei malesi erano gli F-5 e gli A-4PTM e TA-4: cambiare i piccoli Skyhawk con i Tornado, anche se per un solo squadrone avrebbe fatto la differenza, perché non solo nell'aerea nessuna nazione avrebbe potuto vantare un'efficace difesa (eccetto Singapore e Taiwan, ad essere onesti, ma sono casi particolari di Paesi minuscoli armati fino ai denti, sopratutto per la difesa antiaerea), ma anche -eccetto l'Australia- non vi sarebbero stati altri Paesi capaci di 'restituire il colpo' anche se, anche qui va notato che anche la Malaysia non è esattamente una nazione 'estremamente ben difesa' in termini di contraerea.

Quindi v'era molto interesse per questo affare, anche perché similmente all'F-16 (e all'F-5 precedente) una volta che uno degli Stati avesse messo in servizio i Tornado allora anche le altre avrebbero avuto avuto la 'necessità percepita' di equipaggiarsi similarmente, sempre che questa fosse davvero una cosa fattibile sia per motivi economici che di flessibilità operativa (sarebbero stati comunque necessari anche caccia intercettori, e i Tornado già pochi avrebbero ben difficilmente potuto suddividersi anche tra IDS e i costosi ADV), che di volontà politica di diffondere tali vettori potenzialmente nucleari tra parecchie nazioni, che fino a pochi anni prima avevano giusto uno o due squadroni di caccia supersonici.

E proprio per questo nella stessa RMAF vi erano due fazioni: chi sosteneva (sopratutto gli ufficiali) un caccia da superiorità aerea che poteva essere l'F-16 o il Mirage 2000, meno diffuso in Oriente rispetto all'aereo americano (e poi, come paragonarli tra di loro in maniera corretta, visto che sono praticamente del tutto differenti tecnicamente e in parte anche concettualmente?); e chi come i comandanti e i politici avevano attenzione per i Tornado, che quindi avevano un sostegno politico maggiore, che per il momento sembrò avere avuto la meglio.

Invece l'11 maggio 1990 l'interesse per il Tornado venne ufficialmente sconfessato con una comunicazione diretta alla Gran Bretagna (che era la nazione di riferimento per il cacciabombardiere trinazionale) e il Tornado, forse non senza qualche sospiro di sollievo, era stato scartato per le scelte future della RMAF, dopo che un requisito simile lo aveva visto per un certo tempo favorito anche in Corea. Costi operativi, mancanza di reali esigenze per aerei tanto sofisticati e un cambiamento sopratutto da parte dei politici che dopo avere 'creato' il programma malese per i Tornado lo hanno distrutto due anni dopo per ragioni non facili a tutt'oggi da comprendere.

Per rimpiazzare gli anzianti Skyhawk erano a quel punto da definire che tipo di aerei fossero necessari: i contendenti erano gli Hawk 200 e gli AMX. Il MoU ovvero il Memorial of Understanding, parlava di circa 30 aerei nel 1990, se fosse stato scelto l'Hawk 200. I bombardieri specializzati non hanno avuto molta fortuna dagli anni '80 in poi e l'AMX, nonostante le tante premesse, ha ceduto il passo ad addestratori ad alte prestazioni dal lato 'basso' della scala, e ai cacciabombardieri leggeri tipo F-16 dal lato 'superiore': in sostanza ai cacciambombardieri d'attacco si sono preferiti quelli multiruolo (si pensi solo al numero di nazioni che hanno scelto l'F-15 da bombardamento: Israele, A.Saudita, Corea, USA). Così alla fine sono stati comprati i piccoli e popolari Hawk, con 20 monoposto Serie 200 e 8 biposto serie 100. I fondi disponibili, magari insufficienti per i Tornado, erano chiaramente eccedenti le somme necessarie per comprare un discreto numero di aerei d'attacco leggero di questo tipo, così qui non vi sono stati molti problemi finanziari: per così dire, la spinta che la Malaysia aveva preso per raggiungere senza successo un aereo di un paio di categorie superiore è stata più che sufficiente per ripiegare su di un addestratore armato. Tra l'altro la Malaysia aveva già una piccola forza di MB.339 italiani da addestramento e attacco leggero, per cui si è ritrovata a disporre di un aereo non tanto dissimile, ma già superiore di suo nelle versioni base (per esempio, l'Hawk è supersonico in picchiata mentre il '339 arriva a meno di 0,9 mach) e a maggior ragione nell'ultimo tipo con sensori come il radar APG-66H per aerei d'attacco ognitempo (all'epoca gli Hawk erano stati presentati, con questo radar, addirittura equipaggiati con missili Sky Flash) o con FLIR da attacco. La RMAF avrebbe potuto avere, con il tipo radarizzato, un aereo d'attacco antinave anche con i missili Sea Eagle, potenti armi a turbojet con gittata di oltre 100 km. L'alternativa potevano essere i missili AGM-65 Maverick, resi compatibili con gli A-4 malesi, ma poi non consegnati.

Altri punti d'accordo con la Gran Bretagna, erano relativi all'aggiornamento di un radar dei 3 bidimensionali a lungo raggio Marconi S600 e la fornitura di due nuovi MARTELLO tridimensionali. Nondimeno non v'erano solo gli inglesi ad interessarsi della difesa aerea malese, e il sistema MADGE, Malaysian Air Defence Ground Environment è stato infatti assegnato alla Hughes, per cui la Marconi era sotto schiaffo, costretta ad integrare i propri radar col sistema americano, cosa che non solo non era pacifica, ma che rischiava di suddividere la difesa aerea malese con due sistemi 'paralleli', cosa certo non ideale. Nel MoU firmato con la Gran Bretagna v'erano anche le nuove corvette missilistiche, ma con programma decurtato da 250 a 166 milioni di sterline, sufficienti per una sola delle 2-3 corvette originariamente pianificate. Del resto la RMN era ben disposta a farsi costruire le corvette dai cantieri Yarrow, ma solo se poteva scegliere liberamente i tipi di armi e sistemi a bordo.

In seguito sarebbero stati fatti due passi concreti: la scelta delle nuove corvette classe 'Leiku' armate col 57 mm Mk 3 Bofors svedese, missili Exocet e Sea Wolf VL. Come utile aggiunta, sono arrivate navi 'usate ma come nuove', ovvero le famoste corvette irakene mai consegnate all'originale cliente. Si tratta di due di queste unità con cannoni da 76 mm, missili OTOMAT, Aspide, siluri leggeri e altre armi e sensori il tutto in circa 700 t a pieno carico e con 47 membri d'equipaggio appena. Il costo sarebbe stato di 120 milioni di dollari, assai di meno di 2 navi analoghe nuove, e comprensivo di aggiornamenti, per esempio il cannone da 76 mm Compatto sostituito da un Super Rapido, che così si è ritrovato nella stessa Marina a far compagnia con il rivale Bofors.

La scelta degli Hawk, data la possibilità della BAe di offirli facilmente come rimpiazzo al posto dei Tornado IDS, è stata agevole mentre gli AMX nel contempo sono stati 'cestinati' anche dalla Thailandia, che li aveva scelti inizialmente, per poi essere travolta dalla crisi economica delle 'Tigri Asiatiche'. Se c'era la possibilità di scegliere aerei sufficienti solo per uno o due squadroni allora erano necessari aerei multiruolo (in un certo senso, questa situazione asiatica ricorda molto il Sud America, che negli anni '60-70 visto praticamente tutte le nazioni 'che contavano' comprarsi almeno uno squadrone di Mirage III, per non restare indietro rispetto alle altre, dopo che questo apparecchio apparve nella regione). Ma certo, quando nel '93 venne annunciata la scelta malaysiana per nuovi caccia, vi fu un grande e motivato stupore.

Fu battuto ancora il Mirage 2000, ma stavolta anche la GD con l'F-16: in sostanza, tra i due litiganti, il terzo e.. il quarto hanno goduto perché sono stati scelti, sia pure in piccolo numero, ben due caccia. Per giunta entrambi medi, gli unici disponibili all'epoca: sono gli F-18 e i MiG-29, che appena 2 anni prima si erano scontrati nel Golfo. Sono aerei molto simili per dimensioni, pesi, potenza motore, per molti aspetti anche avionica e armamento: nondimeno ricoprono ruoli differenti, dovuti alle differenti capacità multiruolo dell'avionica e alle prestazioni velocistiche.

Gli F/A-18 anzitutto: Il 1 luglio 1993 il Ministero della Difesa malese annunciò che la Tentara Udara Diraja Malaysia (TUDM/Royal Malaysian Air Force) aveva scelto sia il MiG-29 e l'F-18. La 'lettera di offerta e accettazione' venne firmata il dicembre successivo. Come annunciato, si trattava solo di F-18D: ovvero dei tipi biposto di seconda generazione. E' stato molto speculato sul motivo di questa scelta: si pensava per esempio che si trattasse di un ordine pilota per ordinare altre 30-35 macchine monoposto.

E' invece emerso un qualcosa di inatteso, anche se non più di tanto. Gli Hornet, dopotutto, erano stati perfettamente a loro agio (raggio d'azione a parte) come eccellenti macchine d'attacco durante Desert Storm; e questo pur essendo armati e agili a sufficienza per combattere contro gli avversari più agili, sono aerei che riescono a competere con i caccia sovietici di ultima generazione come agilità ad alto AoA e bassa velocità e pur essendo lenti come velocità di punta, sono dotati di eccellente accelerazione e velocità di salita. La loro configurazione bimotore li ha resi anche parecchio resistenti ai missili IR irakeni che invece hanno causato danni considerevoli agli AV-8 Harrier. Ma è sopratutto l'avionica che fa la differenza: già il radar APG-65, multimodale con capacità aria-superficie e aria-aria con raggio di 150 km e capacità di tracciare 10 bersagli aerei contemporaneamente, era un sistema eccellente: ma questi nuovi F-18 erano equipaggiati con l'APG-73 che ne è l'evoluzione.

In sostanza, quello che venne pensato per i Tornado ed che uscì dalla porta, è rientrato dalla finestra: al posto di 8 Tornado sono stati comprati altrettanti F-18 tutti in versione biposto; il che più che aiutare per l'addestramento, è sopratutto per missioni a lungo raggio e attacco, come anche d'intercettazione. L'Hornet ha finito quindi per ricoprire ruoli simili a quelli del Tornado IDS, anche se con velocità, carico e raggio minori, oltre che minore stabilità (ma ancora sufficiente) nel volo a bassa quota. In cambio è un aereo di concezione più recente e semplice (p.es. ala fissa), capace di operare come caccia da superiorità aerea e intercettazione. Se aiutato da aerocisterne (comunque necessarie anche per i Tornado, come visto in Desert Storm) è quindi un apparecchio del tutto valido per ogni compito. Oltre al radar APG-73 erano forniti motori del tipo potenziato, gli F404-GE-402 EPE. Il primo (serial number M45-01) è stato consegnato il 19 marzo 1997 e per settembre tutto era compiuto. L'introduzione di un aereo tanto costoso e sofisticato in così pochi esemplari creava comunque esigenze con economie tutt'altro che favorevoli in termini di manutenzione, supporto e addestramento. Altri 12 aerei erano in effetti previsti ma per il momento l'ordine venne cancellato. Gli Hornet servivano e servono col N.18 Sqn di Butterworth, la base ex-RAAF.

L'altra 'metà del cielo' è frutto della Guerra fredda, o meglio della sua fine. La Malaysia si mise in contatto con la MAPO russa e ordinò 18 MiG-29N di cui 2 erano biposto -NUB. La scelta è stata fatta direttamente grazie al Primo Ministro Dato Seri Mahathir Mohamad. La competizione con gli aerei americani è stata importante: per ricacciare indietro la minaccia russa gli americani si mobilitarono massivamente, con tanto di Dipartimento di Stato in supporto della già potente MDD: questo tra l'altro consentì di ridurre il costo unitario ad 'appena' 30 milioni di dollari per ciascun Hornet, e ad offrirli con i motori e radar più moderni (indisponibili anche per le macchine USA): ma ancora questo non fu sufficiente per accaparrarsi tutta la 'torta', perché i russi erano in grado di offrire i loro MiG-29 ad appena 20 milioni l'uno. Non soltanto questo, ma parte del pagamento (tale era la necessità di esportare dei Russi) era accettata sotto forma di olio di palma, e infine mentre gli F-18 erano nuovi, ma disponibili non prima di 3 anni, i MiG esistevano già e potevano essere consegnati in appena 12 mesi.

Per cui quando il 7 giugno 1994 venne annunciata la compera dei MiG venne fatto un affare tutt'altro che marginale per l'ancora primitiva aviazione malese, che così ebbe il meglio da parte di entrambi gli offerenti. Infatti, non solo gli americani si sono trovati nella condizione di dover offrire i loro migliori Hornet a prezzi ridotti, ma anche i russi hanno accettato di dare fondo alle loro capacità tecnologiche per un contratto che avrebbe significato circa 400 milioni di dollari nelle casse della disastrata industria aeronautica russa del dopo Guerra Fredda. Orbene, i MiG-29 erano della versione B (la prima prodotta in serie) ma degli ultimi lotti, quindi nettamente superiori rispetto a quelli esportati in Irak, e di qualcosa superiori anche rispetto a quelli del Patto di Varsavia. Con le modifiche successive (inizialmente si era parlato anche dei nuovi MiG-29M, ma questo era un errore, forse voluto: non erano ancora né pronti né approvati per l'export) avrebbero avuto anche: estensione della vita operativa della cellula, che dalle originarie 2.500 ore previste (migliori delle 1.500 previste, per esempio, per i MiG-23, ma pur sempre poche rispetto agli aerei occidentali moderni) passavano a 4.000, che si può considerare all'altezza dei prodotti occidentali (con molto apprezzabili ricadute nella possibilità addestrative: con una cellula di scarsa durata o si limita l'addestramento o ci si rassegna a ridurre la vita operativa di una macchina ad una decine d'anni, salvo costose revisioni generali); motori portati, come MTBF (tempo tra le revisioni, che per i turbojet militari costano anche mezzo milione per motore, quindi i bireattori sono decisamente costosi: anche per questo l'F-16 ha avuto sopratutto inizialmente la meglio contro l'F-18) da 300-500 a 780 ore (quasi al livello dei migliori tipi occidentali; del resto già nella LW i motori erano validi, avendo una durata di 500 ore prima delle revisioni, e a queste arrivavano in condizioni migliori dei motori dei Tornado; la seconda serie, leggermente depotenziata per salvarne la durata in tempo di pace, aveva 750 ore di durata); 2 serbatoi subalari in aggiunta a quello ventrale da 1.500 l, il che portava l'autonomia a 2.900 km (uguale a quella di un F-18 monoposto, per non dire del biposto con abitacolo aggiuntivo a scapito dei serbatoi); Graduazione, strumenti, etichette in misure anglosassoni e lingua inglese (problemi non semplicissimi da risolvere); sistema allarme vocale ALMAZ-UP , sistema di limitazione automatica dell'angolo d'attacco EKRAN-03ME pure in lingua inglese; trasponder SO-69M per usare le frequenze internazionali; dopo (da fare in Malaysia): Tacan, ILS, sistema radio emergenza settato su frequenze internazionali; IFF di tipo occidentale; sonda per il rifornimento in volo (che assieme ai serbatoi alari o in sostituzione di questi aiuta a curare in maniera drastica uno dei problemi maggiori del MiG, il raggio d'azione). Non bastasse, i Russi avevano offerto (chiaramente con contratto successivo) un altro aggiornamento: la configurazione C o S, che comprendeva il radar multimode ZHUK con capacità di seguire sempre 10 bersagli, ma di attaccarne due simultaneamente anziché uno; missili a guida radar semiattiva R-27RE a lungo raggio e i missili R-77 'Amramsky' a guida radar attiva; sistema di controllo computerizzato per una maggiore maneggevolezza; nuovo sistema ECM integrato interno, che si aggiunge al sistema RWR con le sue 7 antenne e ai lanciatori di falsi bersagli; migliori capacità d'attacco al suolo. Inoltre erano in programma l'acquisto di due aerocisterne. I MiG erano aerei in una posizione delicata: con armamenti e logistica del tutto incompatibile con i sistemi occidentali (non avendo i missili Atoll, i MiG-29 sono, differentemente dai precedenti -17,19,21 e 23, incapaci di montare i Sidewinder). I russi avevano la loro chance: dovevano sfruttarla per assicurare la fama e la competitività dei loro prodotti in un mercato che dopo la fine della Guerra fredda per diversi anni andò in una vertiginosa picchiata, dato l'eccesso di materiali approntati per la Guerra fredda rispetto alle necessità 'postbelliche'. Bonsignore in merito osservava: gli uomini della MAPO farebbero bene a dare un taglio ai festeggiamenti e a mettersi al lavoro di buzzo buono per avviare il programma dei MiG-29 della RMAF su solidi binari, e far sì che ci resti.

Come sappiamo dopo alcuni anni, nonostante tutto questo, ,il Su-27 non molto più costoso ma con migliori capacità e potenzialità rispetto al MiG ha finito per soppiantarlo e diventare un incredibile best-seller tra i caccia pesanti moderni, giusto come assai clamoroso fu il successo dei poderosi MiG-25 (e anche dei meno impegnativi ma pur sempre complessi MiG-23).

Note

  1. Armi da guerra N.104
  2. Saw, David:Malaysia: no al Tornado, RID Gennaio 1991 pagg 54-58
  3. Bonsignore, Ezio:Due nuovi caccia dalla Malaysia, RID ottobre 1993 pagg. , RID Gennaio 1991 pagg 74-78