Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Francia-6: differenze tra le versioni

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La Francia riveste a tutt'oggi un ruolo di primo piano nel panorama di materiali e mezzi per le forze terrestri. In ogni caso, come sempre per i sistemi francesi, senza riguardo per la loro reale efficacia e modernità, 'c'é da passare le Alpi': pochissima attenzione da parte della stampa specializzata per i prodotti francesi, rimasti via via isolati rispetto a quelli americani e tedeschi, e rispetto a chi in qualche modo va 'a traino' di queste nazioni (tra cui l'Italia, basta osservare che missili hanno in dotazioni le nostre F.A.). Meno male che per i mezzi terrestri si tiene proprio in Francia la più grande rassegna mondiale, a cui i francesi cercano sempre di far presenza con una nutrita rappresentanza nazionale o con programmi multinazionali. L'industria francese nel settore terrestre è molto consistente e diversificata.

La sua parte maggiore di gloria, tuttavia, si ebbe nel dopoguerra fino agli anni '70. Se per esempio l'Italia 'rinacque' con gli aerei d'addestramento, la Francia fece qualcosa di simile (occupare un certo settore 'basso', o leggero che dir si voglia, della produzione) con una serie di corazzati leggeri che hanno dato origine ad intere famiglie: i carri AMX-13 in particolare hanno iniziato una genia di corazzati classe 13 t (per fare un esempio, la stessa del BMP russo ma anche degli M-13 italiani del periodo bellico: variazioni sul tema davvero notevoli con la stessa massa!) che ha compreso gli AMX-VCI da combattimento per la fanteria (uno dei primissimi tipi), alcuni tipi di semoventi da 105, 155 e anche 30 mm binati antiaerei, e innumerevoli altri sottotipi. Le blindo leggere AML, da meno di 6 t ma capaci di portare un cannone da 90 mm sufficiente per distruggere un carro armato, sono state una sorta di 'Fiat 500' dei blindati. Hanno avuto un successo strepitoso e anche qui, assieme al similare M3 da trasporto truppe in tutte le sue innumerevoli versioni (contraerea binata da 20 mm per esempio). Questi mezzi ruotati, essendo dei 4x4 ovviamente difettavano di mobilità fuoristrada, ma i loro successori, i piccoli scafi 6x6 delle blindo ECR e VCR da trasporto truppe-multiruolo (torretta con armi da 20 mm, lanciamissili HOT, mortaio-cannone da 81 mm etc.) non hanno riscosso altrettanto successo, pur avendo una mobilità sufficiente per superare fossati e trincee larghi oltre 1 metro (non molto, ma sempre meglio dei 4x4). Le blindo pesanti erano inizialmente le ERB-75 8x8 (ma su strada 4x4 grazie ad un ingegnoso sistema di trasmissione), con la stessa torretta del carro AMX-13, ma dopo alcuni anni sono state sostituite dagli AMX-10RC con cannone a media pressione da 105 mm, anfibio, 6x6, con protezione NBC e sistemi di visione notturni. Questi mezzi sono rimasti, fino all'arrivo delle Roiikat e Centauro le autoblindo più pesanti, potenti e costose del mondo. Ma a tutt'oggi non hanno avuto un degno successore. Restano nondimeno le autoblindo più potenti tra quelle che possono vantare due importantissime qualità: essere aviotrasportabili da un C-130, ed essere anfibie. Sono parenti strette degli AMX-10P cingolati da trasporto truppe nonché successori degli AMX-VCI (o Mod. 56) e la cosa non è pacifica, visto che gli AMX-10P sono per l'appunto cingolati, dunque con una meccanica del tutto dissimile da quella di un mezzo corazzato ruotato.

La linea di carri armati inizialmente comprendeva gli M-47 medi, ma i francesi avevano anche pensato anche ad una nuova, possente macchina: l'AMX-50 da 50 t, cannone basculante da 100 o 120 mm, corazzatura da 120 mm e motore da ben 1000 hp. Questo era un carro degno di essere chiamato 'pesante' ma non ebbe seguito: era un mezzo rivoluzionario e pesava nettamente meno dei Conqueror e M103 americani, con molta più mobilità. Ma le buone idee sono dure a morire, come si sarebbe visto poi.

Per sostituire i carri M47 venne sviluppato il veloce e leggermente corazzato AMX-30, in diretta competizione con i Leopard tedeschi, e la cosa venne supervisionata dall'Esercito italiano anch'esso dotato dei carri Patton. Nessuno dei due contendenti si dimostrò nettamente superiore all'altro e allora ognuno si tenne la sua macchina, con gli italiani che però seguirono i tedeschi. In effetti i Leopard si dimostreranno superiori, sopratutto per potenza e affidabilità della meccanica, ma allora questo non venne rilevato e comunque l'AMX-30 è un carro ragionevolmente buono, di quelli costruiti (come il Leopard) per sopravvivere più per la mobilità che per una pesante armatura (un concetto che sembra mutuato più dai cacciacarri M18 che dai veri carri da battaglia). Quando in seguito si cominciarono a capire meglio le contromisure per contrastrare il funzionamento delle HEAT si sarebbe ritornati a carri meglio corazzati, e i tedeschi furono lesti con il Leopard 2. I francesi rimasero fedeli al concetto di mezzi leggeri e relativamente semplici e dall'AMX-30 costruirono l'AMX-32 che saliva da 36 a 40 t. Aveva inizialmente un cannone da 105 mm ma poi andò per il 120 mm. La corazzatura era superiore rispetto a quella dell'AMX-30, la torretta di forma scatolata forse celava corazze spaziate o Chobbam. Però era inizialmente rimasto col motore dell'AMX-30 e quindi risultava meno mobile, anche se indubbiamente superiore. Non ebbe seguito ma i francesi avevano pronta una risposta opportuna: il carro AMX-40, con motore da 1100 e in seguito anche da 1300 hp, sempre su scafo da 40 t che era congruo con la massa dei corazzati sovietici piuttosto che con le 55 t dei Leopard 2. La principale differenza, oltre alla generale superiorità occidentale come tecnologie di dettaglio rispetto ai carri di Mosca era che l'AMX-40 non aveva il caricatore automatico, ma un buon numero di granate pronte al tiro in torretta e il quarto uomo d'equipaggio. Un carro di questo tipo, corazzato anche contro testate HEAT fino a 100 mm di calibro (frontalmente), capace di salire pendenze del 70% (con il motore da 1100 hp, chissà con quello da 1.300 previsto come optional..), certamente compatto, relativamente semplice e presumibillmnente economico, avrebbe dovuto far raggiungere un successo pieno: invece, anche l'AMX-40 rimase nell'oblio, non adottato né dall'esercito francese né da altri clienti. E dire che, sopratutto durante gli anni '80 ve ne sarebbero stati e come, interessati ad un carro armato di nuova generazione, più avanzato di quelli sovietici nonché dei mezzi classe Leopard 1/M60 ultime versioni e al contempo più piccolo, economico e leggero (=meno impegni logistici) dei mastodontici Leopard 2/Challenger e M1. Per esempio, la Spagna era interessata al carro Lince, un programma autarchico da circa 45 t. Nondimeno l'AMX-40, come del resto gli interessanti Osorio brasiliani, rimase senza mercato. I francesi erano consci di essere rimasti indietro: con i sovietici che schieravano i minacciosi T-XX delle ultime generazioni, i loro alleati pieni di Leopard 2, Chieftain, Challenger, M1 Abrams, l'Armée de Terre non aveva nemmeno un gran numero di carri armati dalla sua (circa 1.300) perché, essenzialmente, il ricco bilancio della Difesa francese era sì comparabile con quello tedesco, ma largamente utilizzato per la componente nucleare e le portaerei. I tedeschi invece poterono raggiungere circa 4.000 carri armati, molti di più di tutti quelli francesi e inglesi messi insieme. Gli italiani, che non avevano portaerei, né armi nucleari, né ricchi bilanci della difesa, si ritrovavano praticamente con lo stesso numero di carri dei francesi. Questi stavano aspettando i risultati del programma per l'EPG ovvero un nuovo carro francese da circa 50 t, che procedeva assieme (temporalmente) all'Ariete italiano. Apparvero come prototipi nella seconda metà degli anni '80 dopo uno sviluppo molto veloce. Di fatto, l'Ariete era una sorta di copia sbiadita del Leopard 2, con meno corazza, meno potenza motrice etc, ma il Leclerc era un carro rivoluzionario. Entrambi avevano tecnologie migliori di quelle dei primi Leopard 2/M1, del resto l'elettronica progredisce rapidamente. Il periscopio del capocarro era infatti (in entrambi i casi della SFIM francese) dotato di un canale IL per la visione notturna, quando il PERI 17 del Leopard 2 è solo diurno e l'M1 ha solo episcopi e un minuscolo telescopio per usare la mitragliatrice da 12,7 mm dall'interno (nondimeno ai carristi americani piace come arrangiamento, anche se è strano concepire un carro moderno senza un altrettanto moderno periscopio panoramico, che esisteva già sui carri armati della generazione precedente!). Tale dotazione sarebbe stata superata solo poi con carri come gli M1A2 e Leopard1A5 che si concedevano un'altra costosissima camera termica per la visione indipendente del capocarro. Ma il Leclerc era in generale un progetto innovativo: sospensioni interamente idropneumatiche, motore ipercompresso da 1500 hp pari ad un terzo del volume dell'MTU tedesco, caricatore automatico da 28 colpi nel retro della torretta (in un certo senso la degna continuazione della dinastia di sistemi automatici per carri dei francesi, iniziata con l'AMX-13). Il costo è andato molto in alto e il taglio degli esemplari da costruire, dopo la Guerra fredda, inizialmente preventivato in oltre 1000, ha fatto il resto. La commessa per circa 400 carri per gli Emirati ha visto addirittura la GIAT in perdita per garantire un prezzo competitivo e quindi, in un certo qual modo si verifica una situazione simile a quella del Rafaele. Anche qui, difficilmente la prossima generazione di carri europei vedrà soluzioni 'autarchiche', tranne che forse in Germania: Francia, Italia, e persino il Regno Unito, la patria del carro armato, saranno al più nell'esigenza di comprarsi carri armati con un progetto comune.

Per i ruotati nessun problema, ma da rilevare che il rimpiazzo dei vecchi AMX-13, la famiglia MARS 15 (da 15 t) non ha avuto, nonostante le grandi promesse di circa 20 anni fa, un seguito pratico. I ruotati hanno visto mezzi come il VAB che sono ben conosciuti e accetti, anche se per compiti per lo più di seconda lina. Il gippone VBL corazzato-anfibio è stato forse il primo della sua categoria, anche se ora il suo peso di circa 3 t (al solito per i corazzati francesi, un valore molto 'sobrio') è ampiamente superato (ma certo, difficilmente i gipponi moderni sono anche anfibi: sembrano cioè -non casualmente- più pensati per resistere alle mine sulle strade di qualche Paese desertico, che a missioni di esplorazione e ricognizione classiche, magari in territorio europeo, dove le capacità anfibie non sono un optional inutile). I costruttori francesi tradizionali di carri sono la Panhard (M3, VCR), l'Atelier de Construction de Roanne (AMX-10RC, 10P, AMX-30 etc.), la Renault (VAB) e la Berliet (VXB-170, simile al VAB ma non adottato dall'Esercito Francese).

===Carri armati===
[[Immagine:AMX-13-.jpg|280px|right|thumb|]]
Il carro leggero '''[[w:AMX-13|AMX-13]]''' è uno dei mezzi di successo dell'industria francese del settore, anche se oramai è un veicolo superato e i larga misura radiato dal servizio attivo<ref>Armi da guerra 13 per la gran parte dei dati</ref>. Esso venne messo in produzione nel dopoguerra (1952), e si dimostrò il veicolo francese di maggior successo di quella generazione. Il suo equivalente ruotato, la Panhard EBR 8x8, non ebbe la stessa diffusione, mentre il carro pesante AMX-50 non ebbe seguito in quanto giunsero un gran numero di M47 Patton dagli USA. Tutti questi mezzi avevano una torretta basculante, ovvero con il cannone il cui movimento di elevazione era connesso a quello dell'intera parte superiore della torre. Questo accoppiamento rigido consentiva un sistema di carica automatica assai semplice e lineare, non dovendo prevedere complessi e ingombranti meccanismi per adeguare la carica all'alzo dell'artiglieria. Progettato e costruito nel 1948 dall'Atelier de Construction di Issy–les Moulineaux, venne prodotto in serie all'Atelier de Costruzione de Roanne, a partire dal 1952.

Il peso del compatto carro armato era indicato nel nome stesso, 13 erano infatti le tonnellate del peso di progetto, poi di poco superate. Da notare che lo stesso peso era dato anche al progetto italiano M13/40. Rispetto a quest'ultimo, l'AMX-13, che pure è solo di pochi anni successivo, ha significato un grande miglioramento complessivo: la corazzatura era simile, anche se saldata(max. 40mm.), mentre la mobilità (60 km/h) garantita dal motore a benzina da 250 hp era circa 2 volte maggiore (anche l'autonomia, 350-400km). Anche la potenza di fuoco era basata su di un'arma molto più potente, ma con dei limiti meccanici di funzionamento.

La struttura dell'AMX-13 era classica per quanto riguardava lo scafo, pilota in avanti, comparto combattimento al centro, motore dietro, ma la torretta aveva solo 2 uomini. Ciò era consentito dal cannone installato in una torretta "oscillante" o "basculante", che si basava su di una parte inferiore rotante sullo scafo, e in una parte superiore elevabile solidalmente al cannone e ai sistemi di mira. Il cannone era inizialmente un 75 mm. derivato niente di meno che da quello del Panther, ma ridotto da 70 a 61 calibri. Malgrado la sua lunghezza, non usava proiettili perforanti, ma sparava prevalentemente HEAT, capaci di perforare 170 mm a zero gradi di inclinazione. Per il resto v'erano granate HE, il tutto per circa 30 proiettili. 12 sono sistemati nei 2 caricatori a tamburo nei fianchi della torretta, e possono consentire un veloce selezionamento automatico delle munizioni e un tiro rapido, ma la controindicazione è che bisogna ricaricarli a mano, mettendo così il carro, con soli 2 uomini di equipaggio, praticamente in condizioni di non combattere. Anche se, va detto che non è vero che non possa sparare se i caricatori sono vuoti, ma non ha un ritmo di fuoco accettabile.
[[Immagine:AMX-13 150808 06.jpg|240px|right|thumb|Particolare della torretta, su cui sono visibili i caricatori corazzati, inizialmente assenti nei prototipi]]
*Equipaggio: 3
*Dimensioni: lunghezza 6,36 m, solo scafo 4,88 m, larghezza 2,51 m, altezza 2,3 m
*Peso: 15 t
*Corazzatura: acciaio saldato
*Armamento: cannone da 75 mm, 1x mitragliatrice da 7,62 mm
*Apparati di tiro: ottici semplici
*Motore benzina da 250 hp
*Prestazioni: velocità max 60 km/h, autonomia 400 km
[[Immagine:Amx13 ss11 010.jpg|250px|right|thumb|La versione lanciamissili SS-11+cannone standard]]
In seguito, sullo scafo dell'AMX-13 sono state operate innumerevoli trasformazioni e miglioramenti: in particolare questi sono mostrati dall' IFV AMX-VCI, con corazza ridotta a un max di 30 mm, feritoie di tiro, armi fino al 20 mm. È stato a sua volta modificato in:veicolo anti-carro armato con missili TOW,veicolo porta-radar RATAC,porta-mortaio da 81 mm,posto di comando per le batterie di artiglieria,cacciacarri missilistico armato con missili ENTAC,piattaforma di lancio per i missili SAM Roland e ambulanza VTT/TB. E' stato adottato anche dall'E.I. ma per pochi anni, pare che la meccanica non fosse molto soddisfacente.

[[Immagine:Amx13_porte-pont_016.jpg|250px|right|thumb|Il gittaponte su scafo AMX-13]]
*Artiglierie: Cannone semovente AMX-Mk 61 da 105 mm, AMX Mk F3 con obice Modèle 50 da 155 mm,
AMX-13 VDA (variant de défense antiaérienne) con due armi da 30 mm, radar di scoperta e prodotta in 60 esemplari, ha costituito per anni l'unico semovente da difesa aerea dell'Esercito francese.
*Veicoli del genio, gettaponte, recupero etc.

L'AMX-13 non ha tardato a trovare acquirenti anche all'estero, sia come mezzo base che come derivati. Nel mondo, la combinazione di economicità e buone prestazioni ha reso l'AMX-13 molto diffuso, con clienti che vanno dal Marocco a Singapore (con un congruo numero) a Israele. Quest'ultimo rivelò la debolezza dell'armamento dell'AMX-13 contro i carri sovietici, in quanto se riusciva a perforare le corazze (45 mm a 60 gradi) dei T-34, nel 1967 si rivelò ben poco valido contro i T-55 (100 mm/60°), non riuscendo a perforarli frontalmente. Si ha notizia di alcuni T-55 messi fuori combattimento da una serie di tiri a breve raggio che finirono, con le loro concussioni, per metterne KO gli equipaggi, ma certo questo non era un risultato facilmente ripetibile. Anche la sensibilità alle mine venne giudicata eccessiva, e Israele se ne liberò in fretta, mentre conservò la torretta per i più robusti Sherman.

Successivamente i veicoli dell'Esercito francese hanno ricevuto un cannone da 90 mm, che può sparare munizioni efficaci anche contro le corazze di carri armati pesanti, con munizionamento HEAT, HE, nebbiogeno, Shrapnel, e successivamente un APFSDS capace di perforare un triplice bersaglio NATO standard, con 3 piastre di 1, 2,5 e 6 cm a 60 gradi ed spaziate di 33 cm, per un totale virtuale di quasi 200 mm. di corazza spaziata e a 2000 metri. Le macchine per l'export hanno ricevuto invece anche una torre FL-12 da 105 mm, e capace di sparare varie munizioni HE e HEAT, ma con una media pressione di esercizio. Per migliorare le prestazioni, è possibile anche sostituire il motore a benzina con un Detroit Diesel da 280 hp per 500 km di autonomia.

Anche se oramai superato, messo in riserva o radiato, l'AMX, rimasto in produzione per almeno 30 anni (almeno fino al 1983) in oltre 3.000 veicoli senza contare le versioni speciali (gli ultimi mezzi sono stati prodotti dalla Creusot-Loire) ha scritto, nonostante la sua leggerezza, un'importante pagina accanto a quelle di macchine da guerra più grandi e blasonate, americane, inglesi o sovietiche.

===Carri da battaglia===
Il carro medio (MBT) '''[[w:AMX-30|AMX-30]]''', <ref>Nicola Pignato 'Storia dei Mezzi corazzati</ref><ref>Armi da guerra 1</ref><ref>JP-4 Special MBT</ref>è stato fino a non molto tempo fa il veicolo standard dell'esercito francese. Si tratta di un veicolo molto compatto, leggero, potente, poco corazzato e con problemi iniziali di affidabilità alla trasmissione, che ancora costituisce il più diffuso carro d'assalto di produzione francese nel mondo, e viene tuttora utilizzato per le esercitazioni delle reclute di cavalleria.
[[Immagine:French_AMX-30_Desert_Storm.jpg|300px|right|thumb|L'AMX-30 nella sua ultima 'edizione', nel '91]]
Dopo la seconda guerra mondiale, l'Esercito francese si ritrovò con molti M4 Sherman di fornitura americana, integrati da alcuni [[w:ALR-44|ALR-44]] nazionali – mezzi che tuttavia vennero presto superati dalle tecnologie correnti. Così, durante i primi anni della Guerra fredda, gli USA fornirono consistenti lotti di [[w:M47 Patton|M47 Patton]], un carro giudicato insoddisfacente in patria, ma particolarmente adatto per l'esportazione. Per sostituire gli M-47, alla fine degli anni '50 venne studiato un nuovo veicolo, assieme allo stato maggiore tedesco. Il progetto finale fu elaborato nel 1956, e vide anche la partecipazione dell'Italia nella formulazione dei requisiti.

Alla fine del decennio sia la Francia che la Germania erano a buon punto nel realizzare il loro nuovo veicolo da combattimento cingolato. Nel 1960 venne completato il prototipo dell'AMX-30, dove il '30' stava a indicare le tonnellate di peso (una denominazione mal rispettata, vista la massa di 36 tonnellate in ordine di combattimento).

Si trattava comunque di un carro ancora estremamente leggero rispetto agli altri occidentali, protetto da una corazzatura utile contro i cannoni da 20 mm, ma in grande contrasto con quanto normalmente domandato per i carri, ossia resistere al proprio armamento sull'arco frontale. La discrepanza si può comprendere oggi se si considera che, a quei tempi il problema era diventato asimmetrico: la nuova tecnologia controcarro, che prevedeva missili e razzi HEAT capaci di perforare oltre mezzo metro di armatura d'acciaio, non era in alcun modo contrastata, né si conoscevano i principi, oggi comuni nella progettazione dei carri d'assalto, delle corazze distanziate, stratificate e composite, o degli skirts sistemati sui cingoli.

Per rendere l'idea, un [[w:RPG-7|RPG-7]] era in grado di perforare dai 250 ai 330 mm di acciaio omogeneo, 150 mm ad un metro dal punto di scoppio o 100 mm. a un metro e mezzo, e un cannone da 120 mm senza rinculo poteva perforare 300 mm di corazza a oltre un metro di distanza dal punto di scoppio. Inoltre, i missili controcarro potevano distruggere facilmente uno o più carri a 2 o 3 km di distanza (tanto quanto prevedeva la gittata del missile), e dunque da distanze di totale sicurezza – col solo, evidente svantaggio, di dover inquadrare il bersaglio nell'arco di non più di 30 secondi dal lancio.

Il carro di nuova generazione doveva quindi essere sufficientemente veloce da impedire ai missili controcarri una mira sufficiente per colpirli, doveva potersi eclissare dietro cortine nebbiogene, nascondersi dietro ostacoli ed evitare col semplice movimento la gran parte degli ordigni in arrivo. Si sarebbe dovuto porre l'accento sulla potenza dell'armamento, con un cannone di almeno 105 mm di calibro, e munizioni capaci di affrontare i carri armati più potenti, del tipo APDS o HEAT.

I due mezzi sviluppati secondo questa filosofia, il Leopard di fabbricazione tedesca e l'AMX-30, vennero svolte con la supervisione dell'Esercito Italiano, e dimostrarono che il carro francese aveva una precisione di tiro leggermente superiore, ma soffriva una meccanica meno affidabile. Poiché i progetti erano entrambi risultati soddisfacenti, entrambi entrarono in produzione per i rispettivi eserciti e si fecero poi una cordiale concorrenza nei mercati internazionali.
[[Immagine:Amx30 064 valmy.jpg
|300px|right|thumb|L'AMX, come tutti i carri moderni, ha rilevanti capacità di guado profondo, grazie anche alla possibilità di usare una sorta di snorkel per muoversi del tutto immerso]]
L'AMX-30 era un mezzo potente e moderno, basso e compatto, con scafo saldato e torretta fusa, classica disposizione con pilota in avanti, torre con 3 uomini a centro scafo, che costituiva il comparto di combattimento, e il comparto motore sul retro con un Hispano-Suiza da 720hp a 12 cilindri, diesel, accoppiato ad una trasmissione semiautomatica. Le sospensioni erano a barra di torsione, con ruote di media grandezza. Il rapporto tra potenza e tonnellaggio era di 20:1, quasi come nel caso del Leopard, ma l'affidabilità complessiva del veicolo è stata in discussione sin da subito, specie per la scarsa efficienza della trasmissione. La velocità massima era di 65 km/h, e il carro poteva attraversare specchi d'acqua di 2,2 metri di profondità, che salivano a 4 con l'uso dello snorkel.

Originariamente l'armamento non era stabilizzato, e comprendeva soprattutto il cannone da 105 mm CN-105F1, con manicotto antidistorsione, capace di tirare granate HEAT, perforando con grande precisione, a fronte di un obbiettivo fermo o a media distanza, fino a 400 mm di acciaio. La riserva era di 47 proiettili, 19 dei quali in torretta per il pronto impiego.
[[Immagine:Amx30 fz 037.jpg|250px|left|thumb|Cupola, mtg e proiettore]]
L'AMX ebbe anche un cannone M693 da 20 mm coassiale, utile per risparmiare colpi di cannone contro obiettivi leggermente protetti e poco vulnerabili alla mitragliatrice calibro 7,62 mm sulla cupola del capocarro. Il cannone aveva una riserva di ben 1050 colpi, la mitragliatrice da 7.5 o 7.62 mm, soltanto 2050. L'alzo del cannone, fino a un massimo di circa 18 gradi, era meno della metà di quello del 20 mm (40 gradi), che poteva così ingaggiare bersagli aerei lenti quali gli elicotteri e obiettivi ad alto angolo. Tutti gli armamenti erano azionabili senza esporre membri d'equipaggio all'esterno del carro.

Il sistema di tiro aveva un telemetro ottico in torretta, mentre il capocarro aveva a disposizione una cupola riccamente munita di 10 iposcopi, un periscopio di puntamento e visione da 10 ingrandimenti, un faro a luce visibile per la ricerca notturna ,un telemetro ottico utile dunque soltanto durante il giorno, per distanze tra i 600 e i 3500 metri. Il cannoniere usava un periscopio diurno da 8 ingrandimenti M271, sostituibile con uno notturno a 5,4 ingrandimenti, abbinato con un proiettore infrarosso PH-8B con raggio di 800 metri. Il pilota infine aveva a disposizione due iposcopi, abbinati a fari infrarossi frontali.

Lo scafo del carro aveva una struttura di tipo convenzionale, con piastre molto inclinate. Sebbene esse non fossero più spesse che nel caso del Leopard, probabilmente la loro struttura offriva maggiore protezione contro le armi di piccolo calibro (il requisito originale parlava di resistenza minima al 20 mm): in ogni caso apparivano inadeguate alla minaccia dei colpi ad alta perforazione già sviluppati all'epoca della progettazione.

*Equipaggio: 4
*Dimensioni: lunghezza 9.48 m, solo scafo 6.59 m, larghezza 3.1m, altezza 2.86 m
*Peso: 36 t
*Corazzatura: acciaio saldato
*Armamento: cannone da 105 mm, 1 cannone da 20 mm, 1 mitragliatrice da 7,5 mm
*Apparati di tiro: ottici con telemetro e sistemi notturni.
*Motore: diesel da 720 hp
*Prestazioni: velocità max 65 km/h, autonomia 600 km

Versioni note:
*'''AMX-B2''' – carro migliorato nei sistemi di puntamento, nella mobilità e nella protezione;
*AMX-30D – carro da recupero, dotato di lama apripista e verricelli;
*'''AMX-30 EBG''' - carro gettaponte che poteva assestare ponti fino a 20 metri di lunghezza, e poteva avere altre dotazioni per il genio militare;
*'''AMX-30 PLUTON''' –Il più potente della famiglia in parola, in quanto veicolo di lancio del missile Pluton; si trattava del missile tattico nucleare standard per l'Esercito francese, simile al Lance ma più grosso, raggiungeva come l'arma americana i 120 km ma abbisognava di uno scafo più grande per il trasporto e lancio.
*'''AMX-30 ROLAND''' – carro dotato di missili terra aria e radar di tiro Ciel Noir;
*'''AMX-30DCA''' – sviluppato per l'Arabia Saudita, si basava sul ROLAND, ma era dotato di cannoni da 30 mm; 53 costruiti, caratteristica la loro torretta molto squadrata rispetto a quella rotondeggiante dell'AMX-13DCA.
*'''AMX-30GCT''' – pezzo d'artiglieria semovente con torretta e cannone calibro 155 mm; artiglieria standard per l'esercito francese, capace di sparare anche 8 colpi al minuto grazie ad un sofisticato sistema automatico di ricarica, ha gittata e munizioni comparabili con l'obice-cannone TR trainato, e come questo raggiunge i 24.000 m con munizioni normali e i 30.000 con quelle a razzo. Tutto il sistema è basato nella torretta: lo scafo conserva il motore posteriore per motivi di semplicità. La cosa non è priva di controindicazioni per la compodità di entrare in azione (la disposizione classica dovrebbe essere col motore anteriore), ma questa 'autosufficienza' fa sì che sia possibile adottare anche altri tipi di scafo: per esempio, la torretta GCT è stata sperimentata anche su di un Leopard 1 (sia pure senza esito).
*AMX-30DT – carro da sminamento, telecomandabile, con sistema a rulli meccanici KMT di tipo sovietico (pare provenienti direttamente dagli arsenali della DDR) a cui è stato aggiunto un importante particolare: una catena che serve a far esplodere le mine con attivazione tramite asta, eventualmente passate tra i due gruppi di rulli (e assolutamete micicidali, perché si attivano proprio sotto lo scafo).

Entrato i produzione nel 1966, l'AMX-30 rimpiazzò gli M47 in Francia e venne distribuito diffusamente all'estero, soprattutto tra i Paesi non allineati. Ciononostante, in ambito NATO si rivelava un mezzo lievemente inferiore in termini di qualità e resistenza sul campo rispetto al Leopard tedesco, e pertanto in Europa ebbe mercato esclusivamente in patria. Israele decise di non acquistarne, a causa della scarsa protezione rispetto a mezzi americani, sovietici e britannici.

L'Armée de Terre ebbe 1.084 AMX-30, la Spagna 299, la Grecia 190, l'Arabia Saudita 150, il Venezuela 84, il Cile 21, e altri mezzi vennero esportati a Cipro, nel Qatar, negli Emirati Arabi Uniti, in Argentina, in Tunisia, in Jugoslavia.

Gli aggiornamenti furono frequenti, e alcune Nazioni operarono per conto proprio.

La Spagna sostituì la trasmissione con un modello americano, poco tempo dopo l'acquisto, in seguito avrebbe fatto lo stesso introducendo una nuova FCS e altre modifiche su almeno 150 carri.
Negli anni '80 fu sviluppato l'AMX-30B2, con un sistema di tiro migliorato (chiamato COTAC) grazie a un puntamento che si basava su calcolatore balistico, telemetro laser APX-550, videocamera LLLTV.
Tra il 1982 e 1986 la nuova versione fu prodotta in 217 esemplari per esigenze nazionali, e alcune altre centinaia per l'export;
La conversione dei mezzi base AMX-30 ha avuto luogo tra il 1984 e 1989, ma solo poco più di 500 veicoli furono aggiornati, a causa degli alti costi.
L'AMX-30, costruito in oltre 2.000 esemplari, ha avuto un servizio lungo e intenso negli eserciti che lo hanno impiegato, ma ha visto ben pochi combattimenti reali, ma tra questi ricordiamo l'esperienza francese ai tempi di Desert Storm, in cui i carri del corpo di spedizione (Operazione Daguet) combatterono alcune battaglia minori come quella della conquista della base aerea di al-Salmān.

Il '''[[w:Leclerc|Leclerc]]''' <ref>Housson, Jean-Pierre: ''Leclerc, più che un carro, un sistema'', P&D Marzo 1992 pagg. 58-63</ref>è realmente l'epigono degli MBT francesi, e assume in sé una serie di innovazioni che ne hanno fatto un mezzo avveniristico, come anche la sua struttura moderna e aggressiva suggerisce. Prodotto da GIAT (Ora NEXTER), è oramai l'MBT standard dell'Armée de Terre, in sostituzione all'AMX-30.
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Quanto segue potrà sembrare agiografico e adulatorio nei confronti di questo carro; lo scrivente ritiene di no, e sopratutto che sia necessario spingere a fondo l'analisi di quello che il Leclerc ha comportato, perché non c'é dubbio che esso sia risultato qualcosa di più che un semplice nuovo veicolo; essendo poco prodotto, poco conosciuto, non impegnato in guerre varie, non ha avuto molta eco nella stampa al di fuori della Francia; nondimeno, l'insieme delle sue caratteristiche lo pongono in un'era successiva a quella dei carri moderni 'classici' tipo il Leopard 2 e l'M1; un'era in cui è nata, di fatto, una nuova specialità dell'elettronica applicata, la 'vetronica': il fatto è che il Leclerc ha introdotto, dai tardi anni' 80 (con tecnologie ovviamente adesso obsolescenti) il concetto stesso di carro armato come 'insieme integrato', sia a livello di veicolo, che di mezzi di comunicazione e distribuzione dati. Questo da solo va oltre le innumerevoli innovazioni tecniche vere e proprie del veicolo (non sempre felicissime operativamente, ma decisamente molto avanzate). Un pò come dire, che l'AMX Leclerc è, in un certo senso, la versione cingolata dell'F-16 (chiaramente come concetti informatori, non inteso in senso letterale).

Lo studio per un carro di nuova generazione, l'ECP (poi ribattezzato 'Char Futur'), ha avuto inizio nel 1978 basandosi su di un'analisi delle possibili condizioni di combattimento in Europa. Esso ha condotto ad un lungo processo di definizione terminato solo nel 1986, che vide la scelta delle componenti e delle filosofie necessarie. Poi dal 1987 venne iniziata l'industrializzazione con 6 prototipi e già dal 1988 alla produzione di serie. Il 14 gennaio 1990, alla presenza della vedova del Gen. Leclerc il primo Leclerc venne consegnato dalla GIAT alla DGA (Delegazione generale degli armamenti). Venne subito chiarito che non si trattava di un semplice carro armato ma di un sistema completo, termine mai usato per un mezzo corazzato. Il perché si dirà poi, per ora iniziamo dalle caratteristiche tecniche del mezzo.

La corazzatura è composita, ma oltre a questo ha una struttura concepita fin dall'inizio per essere modulare: non cioè con kit aggiuntivi che si sovrappongono alla corazzatura basica, o con la sostituzione dei moduli di materiali compositi all'interno delle intercapedini della corazzatura (quelle moderne, di tipo 'Chobbam' sono sostanzialmente degli scatoloni d'acciaio con mattonelle di corazze speciali, altamente segrete, sistemate all'interno): ma proprio una corazzatura concepita fin dall'inizio come una leggera struttura d'acciaio che protegge lo scafo, a cui sono applicabili moduli speciali rapidamente riconfigurabili o sostituibili se necessario: un vantaggio notevole nell'adattare il mezzo all'evolversi della minaccia, molto meglio che i carri armati con uno scafo standard. In dettaglio, al solito, non v'é molto da sapere, si tratta di un mix di piastre d'acciaio duttile, a doppia o tripla resistenza, kevlar, materiali durissimi etc. etc. fabbricati dalla Creusot-Loire, che tra l'altro consentono di riparare rapidamente il veicolo in caso di danni e perforazioni. Altri sistemi di protezione sono i lanciagranate Galix che erano, tanto per cambiare, di assoluta avanguardia per l'epoca. Ogni lato della torretta aveva infatti uno di questi sistemi della Lacroix e ciascun lanciatore aveva tipicamente: 4 fumogeni ad ampio spettro di copertura (anche IR) ARF FUM Galix 13, ma anche 3 munizioni antiuomo Galix DREC con un raggio di protezione di 30 m attorno al carro (chiaramente pensate per difendere il mezzo dalle squadre cacciacarri) e infine, non meno importanti, vi sono 2 flare LEUR per ingannare i missili SACLOS con fonte di calore IR.

È anche l'unico carro occidentale con caricatore automatico, quindi con 3 uomini di equipaggio. Nella parte posteriore della torretta, caratteristica per essere nettamente più bassa sul davanti che dietro, vi è un caricatore da 28 colpi per munizioni HEAT o APSDS da 120 mm prodotto dalla Creusot-Loire, già esperta di cannoni da 100 mm navali ad alta cadenza di tiro (fino ad 80 colpi). Questo sistema non ingombra dentro il vano di combattimento, ma necessita di una ricarica esterna e di un deposito addizionale dentro lo scafo.
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Il cannone GIAT 120-26 impiegato ha una lunghezza di circa 52 calibri, più lungo e leggermente più potente di quello tedesco da 120/44, anche se ovviamente di qualcosa più ingombrante in manovre con vegetazione e fossati. Sopra vi è un dispositivo MRS che è una specie di specchietto retrovisore capace di controllare l'allineamento della bocca da fuoco con il sistema di controllo del tiro. Inoltre il cannone,al solito, è munito di manicotto antidistorsione e estrattore di fumo (i cannoni moderni sono davvero armi sofisticate). Le munizioni molto avanzate con la granata HEAT POL G1 con Vo di 1.170 ms, e la APFSDS a ben 1.750 ms, consentendo un raggio di tiro utile di almeno 4 km, circa 1 più del cannone del Leopard 2, grazie ad una v.iniziale superiore di circa 100 ms. Ma non basta. Nel 1989 erano iniziati i programmi per le munizioni DU anziché il più costoso e leggermente meno efficace tungsteno. Non solo, ma una munizione speciale anti-elicottero era pure in corso di sviluppo, chiamata 120 AH. Infine, nel futuro non era escluso di adattare il carro al cannone da 140 mm, un'arma realmente poderosa anche se molto ingombrante (di fatto si è preferito continuare a migliorare il 120 mm), con incremento delle prestazioni dell'ordine del 50%. Quest'arma è stata davvero sviluppata: è stata persino offerta per il carro armato T-72MP ucraino (chiaramente 'non si sa' come il progetto di questo cannone sia finito in mano ucraina..)! Il cannone NATO da 140 mm è a tutt'oggi una chimera, dato che il 120 si è dimostrato molto efficace in ogni ambito (eccetto che come munizioni HE, dove anche i vecchi pezzi da 100-105 mm sono probabilmente superiori: basti dire che le HEAT-MP da 120 mm hanno 1,3 kg di esplosivo quando i proiettili sovietici, certamente non in onore della sicurezza in caso di esplosioni, ne hanno ben 3,2). Ma non è solo il cannone né il sistema di alimentazione a meritare interesse: anche il sistema di controllo del tiro e quello di movimentazione sono decisamente impressionanti. Quest'ultimo è dato da un motore CSEE da 40kW (questo significa che il Leclerc ha abbandonato la movimentazione oleodinamica, affidabile ma ingombrante e pericolosa in caso d'incendio) capace di ruotare la torretta del Leclerc velocemente e in maniera al tempo stesso dolce, con una velocità di meno di sei secondi per una semirotazione da fermo di 180 gradi e il cannone elevabile di 30°/sec. E' possibile,grazie a questi servomeccanismi, alle sospensioni e al sistema di controllo del tiro (di cui si dirà) ingaggiare fino a sei bersagli al minuto, con tempi d'ingaggio di 8 secondi e di re-ingaggio di 6, e NB sparando su terreno vario tra i 300 e i 4.000 m, viaggiando a 36 kmh. Si tratta di prestazioni assolutamente impressionanti. Come curiosità storica un altro potente carro medio francese, il SOMUA S.35 degli anni '30 aveva pure esso una torretta a comando elettrico, ma nonostante questa avanzata caratteristica l'aggiustamento finale di precisione era fatto a mano con apposite ruote.
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Il sistema di controllo del tiro comprende un periscopio diurno-notturno girostabilizzato SFIM HL 70 per il capocarro (capacità di visione diurna 2,5 o 10 x o notturna di seconda generazione con 2,5 x; non sono ingrandimenti eccezionali ma questo era il migliore prodotto su piazza all'epoca), che scopre i bersagli e li assegna al cannoniere o prende direttamente sotto tiro l'obiettivo. Esiste un computer digitale e un telemetro laser; una camera termica SAT Athos permette al cannoniere di vedere e sparare anche di notte fino a 2 km (fino a 5 km per la scoperta, prescindendo dall'identificazione). Essa è integrata nel visore girostabilizzato SAGEM HL 60 che ha anche 1 canale diurno con 3,3 e 10 x, e un sistema CCD (elettronico, forse come protezione anti-laser) da 10 ingrandimenti. Il sistema di stabilizzazione è ottimo anche per via del (laborioso) sistema idropneumatico per le sospensioni. Queste e il motore turbocompresso SACM (Wartsila, è un gruppo finlandese specializzato in diesel anche marini, di grande potenza) UD V-8X con tecnologia 'Hiperbar', sono capaci di spingere il veicolo ad altissima velocità anche fuori strada e potere ingaggiare anche a grande velocità gli obiettivi. Il motore di per sè è di pari potenza degli MTU del Leopard 2, ma molto più compatto e piccolo grazie ad un rapporto di sovralimentazione di 7,5, per appena 2.100 kg e 1.87 m3 (un terzo rispetto al sistema del Leopard 2!). Ha 8 cilindri a V raffreddata ad acqua con 16,47 litri di capacità (anche qui, molto ridotta: altri carri arrivano agevolmente e 27 litri!). Come se non bastasse, il compressore Turbomeca TM-307B non solo triplica la compressione rispetto a quella di un normale compressore ( si tratta per l'appunto di un sistema 'iperbarico'), ma NB: se necessario è capace di operare indipendentemente dal motore principale fornendo energia per partire 'a freddo' senza nemmeno usare le batterie oppure, ancora più importante, come generatore ausiliario: infatti il Leclerc non ha una APU vera e propria (uno dei talloni d'Achille dell'M1 Abrams, che fino a tempi recenti doveva utilizzare il motore principale, enormemente dispendioso, per ogni necessità). Le sospensioni a dodici elementi SHB-3 della SAMM, sono idropneumatiche e con escursione di 300 mm. Inoltre, vi è la trasmissione ESM 500 con 5 marce avanti e due indietro.

Il carro ha un'arma potente che si aggiunge al pezzo da 120 e le sue 40 granate. Infatti, mentre i carri armati hanno in genere armi coassiali da 7.62 mm, troppo leggere per esempio, per colpire obiettivi 'duri', i carri francesi hanno armi di grosso calibro coassiali: per esempio, l'AMX-30 ha solo 47 colpi da 105 mm rispetto ai 62 del Leopard 1, ma al posto di una mitragliatrice da 7.62 mm ha un cannone-mitragliera da 20 mm con ben 1.050 colpi e può perforare agevolmente corazze leggere che richiederebbero altrimenti l'uso del cannone principale. Non è tuttavia una cosa molto ben vista dato che queste armi di grosso calibro hanno un numero di munizioni relativamente ridotta. Nel caso del Leclerc vi è una soluzione intermedia: un'arma da 12.7 mm (americana sì, ma prodotta dalla FN Herstal belga che era controllata dalla GIAT), piuttosto piccola rispetto al 20 mm ma ancora capace di perforare le corazze di un veicolo classe M113 fino ad oltre 500 m, come di perforare spessi muri. Questo è stato considerato ottimale come compromesso. La mitragliatrice F1 in calibro NATO 7,62 mm (originariamente era da 7,5) è installato in un affusto tedesco H&K e nemmeno a dirlo, con un sistema di controllo sofisticato, con possibilità di telecomando da dentro il carro da parte del capocarro.

Ma la lista delle innovazioni non si limita a questo, anzi si può dire che quanto sopra ne è giusto la base: il carro, a guisa di aerei tipo l'F-16, ha un databus centrale con sistemi digitali per il controllo di molte cose come la trasmissione del motore, le comunicazioni radio, il controllo del tiro. Il Leclerc è stato integrato con questi sistemi che si possono definire 'vetronica' e il costo complessivo è talmente alto che supera il 50% di quello totale, per la prima volta in un carro armato. Tra le altre funzionalità vi sono consolle interattive, sistemi di comunicazione rapida per includere il Leclerc nel PR4G (Poste Radio 4éme Generation della Thomson-CSF) e mostrare i dati ai carri di altre unità tattiche o riceverne: in questo modo è possibile per il comando dell'unità sapere la posizione dei propri carri armati (cosa prima d'ora tutt'altro che pacifica), lo stato dei materiali, danni, consumo di carburante e munizioni etc. etc. con tanto di programmazione logistica dei rifornimenti. Questo è un concetto rivoluzionario, avanzato per molte nazioni oggigiorno, a maggior ragione nel 1990. A questo si aggiungano i sistemi di supporto: carri recupero, portacarri, simulatori Thomson CSF SEE per l'equipaggio, ETT per la torretta, EP per il pilota, STC per addestramento al tiro, stazioni mobili di controllo D-2G (molto significativamente, della Sextant Avionique, ovvero un'azienda specializzata in avionica). Il SIR-ABC (in italiano Sistema Informatico Reggimentale-Arma della Cavalleria Blindata) è un altro tassello di questa specie di rivoluzione tecnologica chiamata Leclerc.

L'obiettivo iniziale era di costituire un primo reggimento con 80 carri dato da 2 battaglioni. I primi interessati erano dal 1 gennaio 1990 il 4ème Régiment de Dragons (RD) e il similare 503ème Régiment de Chars de Combat (RCC), tutti e due a Mourmelon, Francia orientale. I carri sarebbero stati 80 in tempo di pace, ma in guerra vi sarebbe stata una 'gemmazione' per cui da un singolo reggimento con due battaglioni si sarebbero formati 2 reggimenti su 3 escuadrons di 3 plotoni l'una su 4 carri e quello comando escuadron (=compagnia). Questa soluzione era stata sperimentata in Desert Storm con il 4ème RD equipaggiato con gli AMX-30B2. Quanto alle prospettive commerciali erano per almeno 1600 carri, ma ancora nel '92 solo la Svezia e Abu Dhabi avevano mostrato un interesse concreto (e si sa oggi come andò a finire: la Svezia comprò il Leopard 2 e lo stato arabo il Leclerc con il motore del Leopard 2): forse erano troppe novità in una sola volta? Certo è che il costo unitario risultava piuttosto alto, di 30 milioni di franchi o 6.5 miliardi di lire: ma all'epoca il molto più conservativo Ariete (che non ha avuto successo export a sa volta) aveva un costo praticamente identico: 5,4 miliardi di lire.

Ricapitolando le innovazioni del Leclerc: 1-motore ipercompresso, 2-sospensioni idropneumatiche, 3-mitragliatrice pesante coassiale, 4-cannone a canna lunga, 5-caricatore automatico, -6 sistemi quantomai completi per visione e combattimento, 7-sistemi di comunicazione e vetronici tali da renderlo un terminale di un sistema C3, -8 sistemi di supporto e logistici altamente integrati, -9 corazza modulare, -10 sistema di rotolamento torre elettrico, e l'elenco potrebbe continuare.

*Equipaggio: 3
*Dimensioni: lunghezza 9.87 m, scafo 6,88 m, larghezza 3.7 m, altezza 2.92 m, cielo torretta 2.53 m, scafo 1.73, luce libera 0.5 m.
*Peso: 54.6 t, rapporto potenza-peso 28hp/t, pressione specifica 0.98 kg/cm2.
*Corazzatura: composita modulare
*Armamento: cannone da 120 mm del tipo GIAT 120-26 (40 colpi di cui 22 nel sistema di caricamento automatico) con elevazione -8/+15°(come nei carri sovietici, la torretta bassa non favorisce l'alzo del pezzo, almeno la depressione è accettabile), 1 mitragliatrice da 12.7 mm M2 HB-QCB (800) e una da 7.62 mm F1 (3.000), lanciagranate a 9 canne Galix.
*Apparati di tiro: optronici computerizzati. 1 periscopio panoramico SFIM H-70 girostabilizzato (2.5-10x diurno o 2.5 notturno di seconda generazione), un SAGEM HL 60 da 3.3 o 10 x diurno, CCD da 10 x, notturno termico con camera HATOS; telemetro laser, sistema di stabilizzazione, motore elettrico da 40kW, computer di controllo del tiro.
*Protezione: stratificata-compostita modulare su fronte e lato scafo e torretta; sistema Galix per le cortine fumogene; sistema NBC.
*Motore: turbodiesel SACM UV V-8X Hiperbar da 1.500 hp; 1255 l interni+ eventuali serbatoi ausiliari. Cingoli con 6 rulli idropneumatici, 5 ruote di rinvio su ciascun lato, larghezza 633 mm per cingolo; cambio 5 marce av. e 2 retro. Escursione sospensioni 300 mm.
*Prestazioni: velocità max 71 km/h su strada, 50 fuori strada, 38 in retromarcia (M1 Abrams: 33 kmh); autonomia 550 km su strada, con serbatoi ausiliari 720 km, consumo 1,46 l/km su strada, 2,3 su terreno vario (notevolmente basso rispetto ai 4-16 l dell'M1); pendenza max 60 gradi, laterale 30°, gradino 1.25 m (valore molto alto), trincea 3 m, guado 1 m senza preparazione , 2,3 con preparazione(per una volta, valori mediocri)
Forse maggior problema era dato dal fatto che l'M1 Abrams costava ancora meno e che i T-72 venivano venduti a 650 milioni di lire se non anche meno (dipende dalle versioni: tra quelli usati tipo ex-DDR e quelli nuovi l'oscillazione è di circa 100-1.500 milioni dell'epoca). Ma più in generale, dopo la fine della Guerra fredda (a cui il Leclerc non partecipò ma peggio ancora, non fece in tempo nemmeno per la 'parata finale' delle F.A. 'occidentali', celebrata ai danni degli armamenti prevalentemente sovietici di Saddam Houssein in Desert Storm) il mercato dei carri è andato in crisi profonda: solo i Leopard 2 hanno tenuto banco, grazie anche alle immense quantità di esemplari ex-tedeschi in eccesso: con 2000 carri armati -almeno 3-5 volte più numerosi del necessario- non è certo difficile svenderne un centinaio a qualche nazione, magari come condizione per un ulteriore contratto per altri mezzi usati: così il Leopard 2, mai usato in guerra, è riuscito paradossalmente a diffondersi nel dopo-Guerra fredda anche in maniera maggiore. Il Challenger inglese ha segnato invece l'uscita mesta della Nazione che 80 anni prima aveva inventato il carro armato, e l'M1 ha pagato i consumi della sua assetata turbina (16 l.x km come media in Desert Storm, circa 3 volte il turbodiesel dei pur più pesanti e lenti Challenger).
[[Immagine:Leclerc-openphotonet_PICT6015.JPG|280px|right|thumb|]]
Essendo entrato in linea agli inizi degli anni ’90 ha avuto 10 anni di ritardo rispetto ad altri tipi, da un lato è più moderno, dall'altro si può dire che non ha avuto alcun ruolo nella Guerra fredda né in quella del Golfo, risentendo anche del crollo del mercato dei carri da combattimento dello scorso decennio, perdurante a tutt'oggi.

L'esercito francese ne ha ordinati 1.400 in un rapporto di circa 1:1 con gli AMX-30, poi ridotti a 1.100, a 800 secondo i piani dei primi anni '90, poi a soli 600. Alla fine ne sono stati prodotti 406 che andranno ad equipaggiare i battaglioni (Btg.) carri ( 40 per Btg.).

La meccanica del Lecler è avanzata, ma anche costosa: i veicoli degli EAU sono dotati di motore tedesco, per esempio. Le sospensioni sono giudicate piuttosto negativamente in termini di oneri manutentivi. La riduzione dell'equipaggio a 3 uomini desta non pochi dubbi negli ambienti militari, oltre alla pericolosità di dover tenere le munizioni nella torretta, per i problemi legati alla manutenzione del veicolo. Anche la scelta di affiancare i VBCI (ruotati) con un MBT desta fortissime critiche, in quanto ruote e cingoli, per prestazioni e scenari d'impiego, non sono idonei ad operare insieme.

L'esercito francese ha approvato una versione denominata AZUR (Action en Zone URbaine) per il combattimento urbano, con kit di protezione aggiuntivi su scafo e torretta ed una mitragliatrice da 12.7 mm. a controllo remoto.


===APC===
[[Immagine:VAB Mephisto.JPEG|280px|right|thumb|Un VAB con torretta Mephisto, armata con 4 missili HOT]]
Il trasporto truppa '''[[w:VAB|VAB]]''' ha avuto origine da una richiesta dell'Esercito francese per un veicolo da trasporto truppe ruotato da aggiungere ai tipi cingolati. In questo modo, con tale combinazione, le forze terrestri erano meglio servite per ogni tipo di esigenza, potendo affrontare meglio e con mezzi più economici le situazioni di crisi e guerre a bassa intensità.
Così assieme agli IFV AMX-10P vennero introdotti in servizio i VAB, che significa 'Vehicule d'avant blindé', veicolo di prima linea blindato.
Esso venne realizzato dalla Saviem/Renault, che iniziò a lavorarci nel 1970, mentre i prototipi apparvero nel 1972 e vennero poi considerati migliori del concorrente ideato dalla Panhard. Questo venne ufficializzato nel 1974, a maggio, mentre i primi mezzi vennero consegnati nel 1976 all'esercito francese, che aveva dichiarato all'epoca un fabbisogno di 4000 esemplari.

Il VAB è un mezzo alto e simile a un grosso furgone blindato. Ricorda molto il Saxon inglese, come forma, essenzialmente a parallelepidedo piuttosto che, come in tanti altri casi, basso e con pareti inclinate. Ha una struttura in acciaio saldato, con il pilota e il capocarro nella parte anteriore, godenti ampio campo visivo attraverso i blindovetri, se necessario ricopribili da una piastra blindata. I portelli di accesso sono sui lati, anch'essi con finestrini in blindovetro. Il capocarro è armato di una mitragliatrice da 7,62 mm in postazione aperta.
Come sull' OT-64 cecoslovacco, dietro di loro vi è il motore, in questo caso un diesel MAN, di costruzione tedesca, da 235hp.
Dietro ancora vi è un comparto per la truppa, una squadra di 10 soldati equipaggiati. La comunicazione con il capocarro è possibile grazie ad un passaggio a lato del motore. La parte posteriore del mezzo ha 2 o 3 portelli per lato con feritoie di tiro e osservazione. Dietro il veicolo vi sono 2 portelli d'accesso, che rendono rapido l'entrare e uscire quando necessario. Questa di avere un'accesso posteriore assai comodo è una caratteristica tipica dei mezzi con motore centrale, o più spesso, anteriore del veicolo.
L'armamento è basicamente, di una mitragliatrice leggera, ma è possibile anche usare un' arma pesante da 12,7, o un cannone in torretta Creusot-Loire. Si tratta di un'arma da 20mm o anche da 25mm in opzione.

'''Renault VAB 4x4''':
*Equipaggio: 2+10
*Dimensione: lunghezza 5.98 m, larghezza 2.49 m, altezza 2.06 m
*Peso: 13 t
*Corazzatura: 8-12 mm.
*Mobilità: MAN diesel 6 cilindri 235 hp
*Prestazioni: v.max 92 km/h, autonomia 1.000 km, pendenza max 60%,

Esistono poi numerosi modelli derivati: un veicolo radar con il RATAC, radar di tiro d'artiglieria, per la direzione delle artiglierie Un veicolo comando è anche disponibile, grazie al volume disponibile e il tetto alto , ambulanza, veicolo officina, portamortaio da 81 mm, trattore di mortaio da 120 mm, veicolo contraerei con torre binata da 20 mm veicolo contraerei missilistico (di più recente produzione) con impianto Santal che è una sistema di lancio binato per missili Mistral ad azionamento manuale e mira ottica, lanciamissili UTM 800 con 4 Euromissile HOT controcarro a lungo raggio, una torretta similare, ma retrattile, del tipo Mephisto. Una decina di missili sono disponibili per la ricarica in ciascun caso.
La meccanica è a 2 assi 4 x 4 oppure quella 6 x 6. Gli pneumatici sono di grande diametro, scolpiti in maniera accentuata per il movimento in acqua, mentre vi è, nel modello 4x4, una cassetta porta-attrezzi laterale. Opzionale anche la presenza di un sistema di movimento in acqua con idrogetti Messier-Dowty per 7kmh di velocità.
Standard, invece, us sistema di visione notturna passiva e uno di protezione NBC (Nuclerare, biologico, chimico), necessario per la guerra in un teatro ad alta intensità.

I VAB hanno ottenuto un considerevole successo, con la loro robusta semplicità e l'ampio spazio interno. Già al 1984 vi erano state esportazioni per 800 esemplari, 400 dei quali comprati dal Marocco, che ne ha fatto uso contro il Polisario, perdendone ben presto alcuni esemplari in azione.
Anche l'Esercito francese ha usato il VAB in teatri operativi vari, dal 1991 almeno in poi. Esso è presente in diverse versioni, ma incidentalmente, solo nella versione 4x4.
Il modello 6x6 costava il 10% in più, ma questo aumento non esorbitante di costo era ed è più che compensato da una maggiore mobilità, consentendo il superamento di fossati di oltre 1 metro, che altrimenti sarebbero insuperabili per i VAB normali. Eppure, pur ordinando inizialmente 4000 veicoli, i francesi hanno voluto soltanto il modello più economico, anche se con il 6x6 sarebbero stati ordinabili comunque 3600 mezzi. Con il senno di poi non ordinare almeno un'aliquota di 6x6 si è dimostrato un'errore sostanziale, specie adesso che gli eserciti hanno mezzi ruotati che facilmente sono 8x8.

Il VAB è stato impiegato nel Golfo, dalla ex-Jugoslavia e in numerosi altri posti. La sua economia, l'ottima autonomia e la gestione simile in generale a quella di un grosso autocarro lo hanno reso prezioso, come anche la velocità su strada di 92kmh per il modello 4x4, anche se il movimento fuoristrada è limitato in maniera assai marcata, come tutti i mezzi convenzionali a 2 assi.
Alla fine del 1992 ne erano stati prodotti complessivamente 5.300 esemplari, 4.300 dei quali per i francesi. A quel punto finiva la produzione del modello 4x4, ma continuava quella del 6x6. Le esportazioni erano all'epoca state ottenute in 13 nazioni. Anche la Gendarmeie francese ne ha acquistati un certo quantitativo.
Nel 1995 finiva anche quella del modello 6x6 'di prima genearazione', ma iniziava quella del VAB di 'nuova generazione'(stavolta solo 6x6, a quanto pare), dotato di un motore diverso (Renault MID-6), trasmissione automatica Transfluide, e corazzatura migliorata, ciò che porta il peso a 14,2 t.

Il '''[[w:M3|M3]]''' è un veicolo trasporto truppe (APC, Armoured Personal Carrier) blindato ruotato di fabbricazione Francese.
Esso ha una massa di poche tonnellate, guidatore sul davanti e una squadra nella parte posteriore. Sviluppato con il 95% delle componenti meccaniche dell’AML, esso era una macchina straordinariamente leggera ed economica, anche per la sua comunanza con la famosa, piccola autoblindo. Dopo l’immissione nel mercato alla fine degli anni’60, sono stati prodotti migliaia di esemplari per decine di clienti, militari e paramilitari.

Lo scafo del piccolo APC è di acciaio, con spessore tra gli 8 e gli 11 mm. In avanti vi è il pilota, dietro di lui il motore, un Panhard a 4 cilindri a benzina, da 90hp, dietro il comparto truppa per un massimo di ben 10 uomini. Il motore ha i tubi di scappamento sopra lo scomparto truppa, anche per scoraggiare eventuali facinorosi a salire sopra il mezzo, durante le azioni di polizia. La trazione è 4x4, con un cambio manuale nell’angusta cabina di pilotaggio. Il veicolo è anfibio, in acqua si muove solo con le ruote ad un massimo di 4kmh, ovvero solo quanto basta per il movimento in corsi d’acqua calma. Per muoversi in caso di trincee sono disponibili una sorta di canali a rotaia, in cui il mezzo passa. È macchinoso, ma consente di superare persino 3,2metri.
L’equipaggio ha una serie di uscite e feritoie molto nutrita. I fanti hanno 3 feritoie per lato, per vedere e sparare, 1 grande portello su ciascun lato, 1 sopra il mezzo e 2 dietro. Al centro del veicolo esiste infatti la possibilità di portare un armamento sul tetto: esso varia da una mtg. leggera scudata, ad un cannone teleguidato da 20 mm. Dietro il comparto equipaggio, vi è anche la predisposizione per un’altra mitragliatrice leggera.

Tra le tante versioni presenti, vi sono molte interessanti piattaforme di tiro, come quella antiaerea, chiamata M3 VDA, con una torretta dotata di 2 cannoni da 20mm, dotata anche di una mtg. leggera per la difesa vicina, 4 lanciagranate nebbiogene e addirittura un piccolo radar di ricerca leggero, capace di inseguire contemporaneamente 4 bersagli aerei, mentre la torretta ha una velocità di rotazione di 60 gradi/sec. e una di elevazione di ben 90. Vi sono martinetti di stabilizzazione che si abbassano, elevando tutta la massa del mezzo a diversi decimetri di altezza sul suolo. Esso ha 300 colpi per arma, e un ragionevole sistema di controllo del tiro anche senza il radar, grazie ad un apparato P56 optronico.
Esistono altre varie versioni, come quella portamortaio da 60mm (in torretta stabilizzata). Vi è una serie di mezzi secondari, come autoveicoli recupero, mezzi officina, veicolo autoambulanza.

'''Panhard M3''':
*Equipaggio 2+10
*Dimensione: lunghezza 4.45 m, larghezza 2.55 m, altezza 2 m senza armi
*Peso 6,1 t
*Corazzatura: acciaio saldato, 12 mm max.
*Mobilità: motore motore Panhard M4 HD 4 cilindri a benzina 90 hp
*Prestazioni: v.max 90 km/h, autonomia 600km, pendenza max 60%
Oltre 1500 esemplari sono stati venduti nei primi 15 anni a ben 35 clienti, soprattutto paesi africani e medio-orientali.

Veicoli leggeri come l’AML, l’ERC ma soprattutto l’M3, il mini-semovente antiaereo di maggior successo, hanno una torretta con radar e 2 cannoni da 20mm Oerlikon da 200 (per bersagli a terra) o 1000 colpi al minuto e 600 proiettili complessivi. L'M3 è molto economico e essendo un mezzo da trasporto truppe ha un vano di discrete dimensioni per accogliere i sistemi elettronici. Il radar della Dassult ruota a 40 giri al minuto e segue fino a 4 bersagli aerei, la rapidità di brandeggio è di 60 gradi al secondo, l'alzo delle armi varia tra -5 /+85 con una velocità di ben 90 gradi/sec. 4 martinetti hanno la necessità di essere abbassati a terra,sollevando totalmente il veicolo, per consentire la stabilità nel tiro antiaereo alla massima cadenza di tiro. In pratica è un veicolo molto efficiente e reattivo, con costi ridottissimi e capacità ognitempo. Entrò in servizio a partire dal 1975, destinato all'export.

Il '''[[w:VCR|VRC]]''' (Vehicule de Combat à Rues, veicolo da combattimento ruotato), è un mezzo blindato dalla sagoma compatta, meccanicamente imparentato al 90% con l'autoblindo ERC, come il predecessore M3 era parente della blindo AML (addirittura al 95%). La principale differenza tra le 2 generazioni è che l'ultima ha 6 ruote motrici, indispensabili per un buon movimento fuoristrada. Il prototipo venne completato nel 1977, e la produzione partì 2 anni dopo.

Questo piccolo veicolo, particolarmente grande quanto un'utilitaria, è una mezzo caratteristico e dalle soluzioni molto ingegnose, che permettono a una dozzina di uomini di muoversi e combattere in condizioni di guerra di elevata intensità.
La corazza in acciaio saldato è di 8-12 mm., valore notevole per un mezzo da 7 t, spiegabile con la riduzione delle dimensioni, per esempio la lunghezza è molto inferiore a 5m. Le piastre sono per lo più ben inclinate.
Esso ha una meccanica estremamente compatta, ed adattata alle minuscole proporzioni del mezzo, essendo essa ripartita su 3 assi e dunque di tipo 6x6, con pneumatici di limitato diametro, necessariamente viste le piccole dimensioni del veicolo, che ha una capacità di guado anfibio con movimento dato solo dagli pneumatici, a 4kmh.Esiste anche una versione 4x4.Sulla versione 6x6 le ruote centrali possono essere sollevate quando il veicolo cammina su strada,per ridurre il consumo di carburante e pneumatici.
Sempre in termini di meccanica, le ruote sono sempre in presa, con servosterzo agente solo su quelle anteriori. Quando il mezzo viaggia su strada, per rendere il veicolo più efficiente ed economicamente vantaggioso, la ruota centrale è sollevata da terra, ma essendo sempre in presa, nondimeno, continua a girare disperdendo inutilmente potenza. Anche così il risparmio è sensibile. Quando il VCR è su terreno vario le ruote dell'asse centrale sono invece abbassate.
Il motore è a benzina di buona potenza, un Peugeot da 155hp che dà oltre 20cv./ton. e prestazioni brillanti. Anche se non è stato adottato un diesel, la riserva di carburante è tale da garantire un'elevata autonomia.
Il motore si trova al centro del veicolo, dietro il pilota, che invece è sul davanti. Il propulsore è dietro a destra, il capocarro dietro a sinistra. Dietro questi vi è lo scomparto equipaggio, con 2 portelli sul retro, 3 feritoie di tiro per lato, portelli superiori. Nonostante la compattezza estrema, e certamente anche in maniera un poco scomoda, sono disponibili posti per 9 soldati equipaggiati.
L'armamento principale è possibile da scegliere in numerose configurazioni. Si parte da una mtg da 7,62mm scudata, per arrivare a lanciamissili controcarro a lungo raggio.

'''Panhard VCR''':
*Equipaggio: 3+9
*Dimensione: lunghezza 4.47 m, larghezza 2.49 m, altezza 2.03 m senza armi
*Peso: 7 t
*Corazzatura: acciaio saldato, 12 mm max.
*Mobilità: Peugeot PVR benzina a 6 cilindri a V 145 hp
*Prestazioni: v.max 100 km/h, autonomia 800 km, pendenza max 60%, guado anfibio, trincea 1,1 m.
Il VCR è stato realizzato esplicitamente per l'esportazione, abbinata con quella della ERC.
I risultati commerciali della nuova generazione di piccoli veicoli da combattimento francesi non hanno però raggiunto nemmeno lontanamente quelli dei più vecchi AML/M3, prodotti in migliaia di esemplari ma l'ERC è stato nondimeno esportato in Argentina, Iraq, Emirati Arabi Uniti.
La versione più interessante è stata certamente quella per l'Irak, con 106 mezzi armati con una torretta UTM 800 dell'Euromissile, con 4 missili pesanti controcarri HOT (gittata 4,25km.x 800+mm. di perforazione), e 10 armi di ricarica, al posto del comparto truppa. Ciò potenziò a suo tempo in maniera notevole le capacità controcarri dell'esercito iracheno contro gli iraniani.
Questa non è la sola versione realizzata, esistono infatti il modello ambulanza VCR/IS con 4 barelle, il posto di comando VCR/PC, il veicolo riparazioni VCR/AT, oltre a un molto interessante modello con torretta armata di cannone-mortaio da 81mm ERC/ENC (rimasto apparentemente allo stadio di prototipo), e naturalmente il modello base da trasporto VCR/TT con un' armamento dato da una mitragliatrice o un cannone da 20 mm in torretta monoposto. 7t.

[[Immagine:AMX-10-IMG 1468.jpg|280px|right|thumb|]]
L''''[[w:AMX-10P|AMX-10P]]''' è da lunghi anni l'IFV cingolato standard dell'esercito francese. Costruito nello stabilimento di Issy-les-Moulineaux, ma già nel 1972 il veicolo passò di mano dalla ditta originale all'Atelier de costruction de Roanne.

Fu adottato dall'esercito francese nel 1973 in sostituzione dell'AMX-13 VCI, e se tutto andrà secondo i piani avrà come erede il VBCI (Véhicule blindé de combat d'infanterie).

Questo mezzo rappresenta il secondo esempio europeo di veicolo da combattimento per la fanteria, dopo il Marder tedesco. Esso ha praticamente lo stesso armamento principale, una mitragliera da 20mm. ma per tutto il resto si tratta di un mezzo molto diverso, più leggero e semplice. Lo scafo è in alluminio saldato, come sull'M113, e si tratta della prima volta per un veicolo francese. Ma questo veicolo ha le piastre molto più inclinate, specie quelle della parte anteriore, e così ha sia una sagoma più sfuggente che una migliore protezione balistica. Internamente v'è un pilota, a sinistra con il motore a fianco, dietro v'é la torretta biposto per il capocarro e il cannoniere e infine il comparto truppa.

La somiglianza del mezzo rispetto a veicoli di produzione straniera ha poco a che vedere con il Marder, il doppio più pesante e potente, e molto con il BMP sovietico, che appena più leggero, con una disposizione simile, un armamento più potente ma azionato da una torretta monoposto. Quello dell'AMX-10P è pensato invece per fornire supporto di fuoco alla fanteria trasportata, ma senza capacità di ingaggiare carri armati nemici. In compenso la mitragliera e la mtg. coassiale da 7,62mm sono capaci di ingaggiare aerei e soprattutto elicotteri, grazie alla precisione, velocità e cadenza di tiro dei proiettili usati, come anche per l'alzo, che passa da -8 a +50 gradi. Il cannone è sistemato praticamente fuori della torretta: come per il Marder, l'equipaggio è sistemato quasi del tutto dentro lo scafo e la torretta è giusto un supporto per le armi.

La dotazione di munizioni è di 800 colpi da 20 mm di tipo APDS e HE, capaci -i primi- di perforare 20-30 mm a 1000m. di distanza. La mitragliatrice coassiale ha 2000 colpi, e infine vi sono 4 lancia-nebbiogeni nella parte posteriore dello scafo, rivolti in avanti.
Esistono apparati di visione notturna per pilota, capocarro e cannoniere, con un proiettore probabilmente a luce bianca o IR sistemato in maniera coassiale al cannone. Ampi dispositivi di visuale (iposcopi) sono presenti tutt'attorno alla torretta. Dietro v'é il comparto per 8 fanti, l'accesso a questo comparto avviene con una rampa motorizzata abbassabile, ed esistono anche 2 portelli sul tetto. 2 feritoie di tiro sono presenti nella rampa.

Buona la mobilità grazie ad un HS-115 da 280 hp x circa 20 hp/t, ma esiste anche la possibilità di navigare in acqua con 2 idrogetti posteriori. Il treno di rotolamento, essendo lo scafo assai piccolo (è il più piccolo tra tutti gli IFV), ha solo 5 ruote principali per lato con rulli reggicingolo di rinvio e ruota motrice anteriore.

Nonostante i suoi meriti, l'AMX-10P ha anche alcuni limiti, nel 1973 tutt'altro che evidenti dato lo stato dell'arte. In particolare la protezione è limitata (forse frontalmente resiste entro certi limiti al 20 mm, ma per il resto non regge verosimilmente nemmeno il 12.7) e il cannone avrebbe bisogno di essere rimpiazzato da un'arma da 25 mm.
Nell'insieme, il mezzo ha valorizzato anzitutto la mobilità, poi la potenza di fuoco e infine la protezione.

*Equipaggio: 3+8
*Dimensioni: lunghezza 5.78 m, larghezza 2.78 m, altezza 2.57 m
*Peso: 14.2 t
*Corazzatura: alluminio saldato
*Armamento: cannone M693 da 20 mm, 1 mitragliatrice da 7,62 mm
*Apparati di tiro: ottici con telemetro e sistemi notturni.
*Motore: diesel da 280 hp
*Prestazioni: velocità max 65 km/h, autonomia 600 km
[[Immagine:AMX-10P PAC 90.jpg|280px|right|thumb|C'é anche la versione con cannone da 90 mm, un vero e proprio carro leggero]]
'''Versioni''':
*AMX-10P Milan: equipaggiata con due lanciamissili controcarro Milan
*AMX-HOT: equipaggiata 4 missili controcarro HOT in posizione di lancio
*AMX-10 TM: dotata di mortaio da 120 mm trainato, porta per esso all'interno 60 bombe
*AMX-10PAC 90: dotata di cannone GIAT de 90mm
*AMX-10P Marine: con capacità anfibie migliorate
*AMX-10PC: posto comando
*AMX-10VOA: veicolo per osservazione di artiglieria
Altre versioni ancora comprendono un veicolo radar RATAC, un mezzo addestramento, un'autoambulanza e portamortaio (a bordo del mezzo) da 81mm.

Clienti:
Arabia Saudita,
Emirati arabi uniti,
Francia,
Grecia,
Indonesia,
Messico,
Qatar,
Singapore

Ne sono stati costruiti oltre 2.000 esemplari di cui circa la metà esportati, ma che in Francia hanno trovato il loro miglior cliente, l'Esercito francese che lo utilizza al posto del precedente AMX-VCI (di fatto la Francia ha inaugurato l'era degli IFV con tale mezzo), lo ha fatto operare con il carro AMX-30. L'AMX-10P, assai superiore nell'insieme a veicoli come il VCC italiano (un'M113 migliorato con corazze aggiuntive e feritoie) ma molto più leggero dei veicoli tedeschi e poi, anglo-americani, è entrato in servizio in un'epoca in cui gli IFV non erano affatto diffusi in Occidente, e ha rappresentato una sorta di intermezzo tra i semplici APC e i veicoli da combattimento per la fanteria.

Esso è entrato in servizio appena prima del BMP-2 a cui per molti aspetti somiglia maggiormente: ha una torretta biposto armata di mitragliera, sistemata quasi al centro dello scafo. Ma il BMP-2 ha un 30 mm ed elevabile fino a 74 gradi, la torretta è motorizzata, ha un lanciamissili AT-5 o AT-4 che consente l'ingaggio dei carri armati e la blindatura è probabilmente di qualcosa superiore, mentre il peso dei 2 veicoli è uguale.

In ogni caso la relativa economicità dell'AMX-10P ne ha consentito l'acquisto anche da parte di nazioni normalmente ben lontane dalla possibilità di comprare veicoli da combattimento per la fanteria occidentali.

Tra le versioni, l'AMX-10PAC 90 è particolarmente notevole, in quanto presenta, un po' come lo Scorpion 90, caratteristiche superiori rispetto a quelle dei veicoli nazionali. Ha infatti una torretta biposto GIAT con cannone da 90 mm, anche se le munizioni stivabili sono solo 20. Oltre ai 3 uomini d'equipaggio ospita mezza squadra fanti. I veicoli di questo tipo sono stati realizzati solo per l'export, e in particolare per l'Indonesia, la cui struttura ad arcipelago richiede elevate capacità di sbarco anfibio e nonostante il maggiore peso può essere sbarcato in mare grazie alla migliore capacità di galleggiamento che gli è stata data (praticamente, un equivalente del..PT-76). In ossequio alla tendenza di sostituire i cingolati con blindati pesanti, anche la Francia si appresta a rimpiazzare gli AMX-10P, dopo il tentativo fallito agli inizi anni '90 della famiglia di cingolati MARS 15, con i nuovi VBCI 8x8.


===Blindo===
[[Immagine:EBR cote.JPG|300px|right|thumb|EBR 'prima maniera']]
Iniziando il settore delle autoblindo, va ricordata la valida Panhard 178 del periodo prebellico, un robusto blindato da circa 8 t con cannone da 25 mm anziché i soliti pezzi da 20 mm (anche se era semiautomatico e non automatico), con maggiori capacità perforanti, cosa che tornava utile sopratutto contro i carri armati medi, in genere piuttosto immuni dalle armi di calibro inferiore. Ma a questo mezzo, già nel '37, si affiancarono gli studi sull''''EBR''', sempre costruito dalla Panhard et Levassor, che significava Engin Blindé de Reconnaissance. Il suo principale motivo d'interesse era che, anziché 4 ruote motrici, ne aveva 8, per migliorare le prestazioni fuoristrada. Il prototipo arrivò nel '39 con ancora il cannone da 25 mm. Era simile alle blindo tedesche ma solo in apparenza: le 4 ruote centrali erano con cerchioni d'acciaio per migliorare la trazione fuoristrada (erano di tipo scolpito), ma per questo durante il movimento su strada erano sollevate da terra con un congengno idraulico da parte del pilota, trasformandosi così in 4x4. Era destino che questo grosso blindato non arrivasse in tempo per la guerra, ma il futuro non sarebbe stato infausto. Nel dopoguerra l'Esercito francese indisse un altro concorso per una nuova blindo, e nonostante la concorrenza di un tipo Hutchkiss 6x6 vinse ancora la EBR, costruita come la rivale in due prototipi. Già nel 1950 arrivarono i veicoli di serie e dieci anni dopo si era arrivati a 1.200 mezzi. L'export interessò Mauritania, Marocco e Tunisia, mentre il tipo da trasporto truppe, EBR VTT, venne venduto al Portogallo. Le EBR sono mezzi che di fatto hanno avuto solo pochi predecessori, come le AEC britanniche. Di fatto sono carri armati su ruote. Il pilota era davanti, al centro dello scafo, dietro c'era la torretta con capocarro e cannoniere, poi il motore che si appoggiava sul fondo dello scafo e infine, similmente a molti tipi di blindo del periodo prebellico e bellico, il secondo pilota, la cui funzione era quella di provvedere ad invertire subito la marcia prendendo lui la guida, pur essendo sistemato in maniera opposta rispetto all'altro. In effetti, specchietti retrovisori a parte, è difficile capire quale sia la 'direzione' di una EBR vedendola di lato. Quanto all'armamento, inizialmente vi fu la torretta con cannone da 75 mm in una piccola torretta, che portava il peso a 13,5 t. Poi però sono giunti la torre LF-10 da 75 mm del carro leggero AMX-13, con la quale però il peso aumenta a 15 t. Le blindo francesi sono state poi riequipaggiate con la FL-11 simile ma armata del pezzo da 90 mm, che sparava munizioni HE a 635 ms, HEAT a 640, nebbiogene, shrapnel, per un totale di 43 colpi e 2000 da 7,5 mm della mitragliatrice coassiale. Si tratta di una realizzazione, per la sua epoca, davvero notevole e con una potenza di fuoco elevata. Ancora negli anni '80 era in sostituzione con l'AMX-10RC, ben più costosa, ma con sistemi di visione notturna, capacità anfibie, computer di tiro ecc, nonché canone da 105 mm (che in teoria avrebbe potuto avere anche la EBR con la torre FL-12). Due lancianebbiogeni per parte della torre completavano l'opera.
[[Immagine:Panhard_EBR_150808_01.jpg|300px|right|thumb|E' evidente la bassa sagoma del mezzo e la corazza a 'V' anteriore, come nel caso dell'AML]]
'''Caratteristiche''':
*Peso 13,5-15 t
*Motore Panhard 12 cilindri da 200 hp a benzina
*Dimensioni: lunghezza con cannone 6,15 m, larghezza 2,42 m, altezza 2,32 m
*Prestazioni: vel max 105 kmh, autonomia 650 km, pendenza 60%, gradino 40 cm, trincea 2 m.

Assieme all'AMX-13/VCI, e integrata dalle più economiche AML/M3, l'EBR, per quanto poco nota, completava una famiglia di mezzi francesi leggeri (max 15 t) ad alta mobilità. Le caratteristiche operative dell'EBR erano un pò quelle di una Centauro ante-litteram, anche per via della sagoma dello scafo, molto bassa e allungata, tanto che si può ben dire che esso fosse di dimensioni minime indispensabili per ospitare 4 file di ruote d'elevato diametro come quelle che aveva. Inoltre, differentemente dalla Centauro, la torretta dell'EBR ha una sagoma estremamente ridotta, non solo di fronte ma anche vista di fianco. Anche le prestazioni non sono diverse, pur avendo un motore a benzina di potenza minore. Veloce, mobile, bassa di sagoma, in un'epoca in cui i sistemi di tiro dei carri erano meno sviluppati e precisi, poteva affrontare con discrete possibilità di successo i carri posti sotto tiro, specie con il pezzo da 90 mm<ref>Dati ricavati da Armi da guerra fascicolo 13</ref>.



L'autoblindo Panhard '''[[w:Panhard AML|Panhard AML]]''' (Auto-Mitrailleuse Legeré), ben più leggera della precedente, è uno dei maggiori successi nel campo dei mezzi leggeri da esplorazione e combattimento. Caratterizzata da uno scafo incredibilmente leggero e piccolo (praticamente, quanto un'utilitaria, con una lunghezza inferiore a 4 m), ha un'equipaggio di 3 uomini, 1 dei quali nello scafo e gli altri 2 nella torretta biposto.
[[Immagine:Panhard-AML-90-latrun-2.jpg|280px|right|thumb|]]
Lo sviluppo iniziò negli anni '50, in sostituzione dei mezzi leggeri che l'esercito francese aveva usato fino ad allora, con alterne fortune, nelle operazioni coloniali, come il Daimler Ferret, giudicato troppo leggermente armato. È entrata in servizio nel 1961.

Il nuovo veicolo aveva una torretta assai ampia, installata su uno scafo molto angusto, simile al veicolo predecessore, dotato di sole 4 ruote motrici e di un motore a benzina di bassa potenza. Per oltrepassare le trincee era necessario usare i 'canali' metallici, normalmente usati come paraurti.

Se lo scafo (in acciaio, spessore max. 12 mm) non aveva nulla per essere degno di citazione (eccetto il fatto che era molto angusto), la torretta ospitava un cannone da 90 mm, come quelli in uso nei carri dell'epoca, ma a media pressione, per rendere possibile il fuoco da tale leggero veicolo. L'arma, di produzione DEFA, aveva come principio base quello dell'utilizzo di testate a carica cava, riconosciute le uniche utilizzabili da un veicolo leggero con potenza sufficiente a distruggere un carro armato. Il proiettile anticarro (HEAT) aveva 320mm. di penetrazione assicurati, in un raggio di circa 1000 metri. Solo 21 i colpi HE/HEAT imbarcati, a causa del limitato spazio disponibile. Altre versioni comprendevano L'AML-60 con il particolare cannone-mortaio di tipica scuola francese, sia nel modello Serval con abbinamento cannone-mortaio+cannome da 20 mm., che nella versione AML-60-12 con mitragliatrice M2. Il veicolo non aveva protezione standard NBC, apparati di visione notturna o telemetri.

La meccanica, basata su una trasmissione integrale per i 2 assi, un cambio manuale, un volante e un motore Panhard a benzina, era usata anche nel veicolo per la fanteria M3, anch'esso molto diffuso a partire dagli anni '60, per un binomio che soddisfava, con macchine straordinariamente leggere ed economiche, praticamente tutte le esigenze tattiche.

AML-90:
*Equipaggio: 3
*Dimensioni: lunghezza 5.11 m, 3,79 (! praticamente è un'utilitaria anche sa da 6 t) solo scafo, larghezza 1.97 m, altezza 2.07 m
*Peso: 5.5 t
*Corazzatura: 12 mm
*Motore: Panhard Model 4 HD 4 cilindri a benzina da 90 hp
*Prestazioni: velocità max 90 km/h, autonomia 600 km

In servizio, il nuovo mezzo venne ben accolto, anche se andava usato secondo precise regole per non cadere vittima delle limitazini relative alla protezione e al movimento fuoristrada.
L'AML era di per sé molto più piccola di un carro, quindi difficile da avvistare, anche assai silenziosa, e su strada anche molto più mobile. Aveva quindi una ragionevole possibilità di non essere avvistata e se così fosse stato, eseguire un tiro pericoloso per chiunque nel raggio di 1 km.

Il successo dell'AML divenne rapidamente di scala mondiale, e il veicolo, usato sia come mezzo da esplorazione che come macchina cacciacarri, venne esportato in numerosi Paesi. In Sudafrica venne riprodotto come Eland, un nome di antilope locale, ma in generale gli ampi spazi pianeggianti erano l'ideale per tale veicolo e l'Africa ha costituito la destinazione di molti dei 4000 veicoli prodotti.

La carriera bellica dell'AML ha avuto una serie incredibile di eventi, quasi tutti dati da conflitti locali in Paesi del Terzo Mondo, mentre in Europa essa venne usata con maggiore parsimonia, data la vulnerabilità in presenza di forze convenzionali molto organizzate e potenti. Il cannone dell'AML-90, capace di mettere fuori uso ogni carro dell'epoca, l'ha resa in conflitti regionali un formidabile mezzo da combattimento, veloce, sfuggente, dotato di semplice meccanica e impiegato in missioni in cui i carri armati non potevano essere impiegati, lenti e complessi come erano (e comunque, molti Paesi africani non ne avevano). Le versioni con armi di calibro inferiore hanno avuto molto meno successo, e raramente se ne è ssentito parlare o viste fotografie. Il cannone da 90 era l'unica arma capace di mettere fuori uso un carro armato e questo fatto ha reso l'autoblinda AML-90 molto più popolare degli altri modelli, anche se più costosa e pesante. Le AML hanno partecipato spesso alle sanguinose guerre civili o di confine, che tanto hanno afflitto il continente.
[[Immagine:AML-90_DM-SC-91-12079.JPEG|280px|right|thumb|]]
L'Eland ha combattuto anche contro forze organizzate in un conflitto convenzionale, contro il corpo di spedizione cubano e l'esercito angolano durante numerose operazioni militari negli anni '70-80. Essendo vulnerabile a qualunque arma pesante nemica, è stata usata per colpire e scappare, con rilevante successo. Infatti, la sua persistenza in combattimento, con un numero di colpi appena sufficiente per sostenere un conflitto a fuoco di pochi minuti, e la vulnerabilità ad ogni mitragliera pesante o arma anticarro, la rendeva inadeguata ad un uso prolungato in azioni di prima linea. Si potrebbe valutare in questo senso la Eland/AML-90 in rapporto ad una delle sue vittime preferite: il carro T-34/85. Questo era dotato di un cannone leggermente più piccolo, eppure pesava circa 6 volte tanto. Però: poteva superare trincee di quasi 3 m, sopportare proiettili di mitragliera su tutto lo scafo anche da breve distanza, poteva persistere in combattimento con la sua dotazione di munizioni di 55 colpi per il cannone, dotato di alta velocità iniziale, e non doveva temere anche i proiettili e le schegge che potevano facilmente bucare le ruote di un mezzo ruotato: si pensi cosa questo significa in un campo di battaglia dove entro un km vi sia una mitragliera come le M2 o le KPV da 14.5 mm: pericoli mortali per qualunque blindato leggero, poco più che seccature per un carro medio. Per questo le AML andavano usate con sagacia e rapidi sganciamenti dai reparti nemici, magari approfittando dell'erba alta della savana. Entrambi i contendenti potevano annientarsi reciprocamente e quindi era solo una questione di chi per primo vedeva chi. Le AML non erano, a parte i limiti di mobilità, degli avversari facili: è come mettere un cannone su una dune buggy, per intendersi. Usate con criterio, sono un nemico insidiosissimo.

Durante la Guerra delle Falklands, il terreno cedevole ha reso praticamente impossibile alle poche AML-90 argentine il movimento fuori da Port Stanley, e i cingolati leggeri Scorpion, che pure avevano molto da perdere nello scontro, poterono muoversi indisturbati nelle lande dell'arcipelago.

L'esercito Israeliano ha impiegato un piccolo numero di AML, ma le ha radiate presto data la loro complessiva vulnerabilità.

Ancora oggi vi sono veicoli di questo tipo in servizio in almeno 40 eserciti africani, asiatici e latino-americani, anche se la loro sostituizione con mezzi a 6 o 8 ruote ha significato l'evoluzione verso veicoli decisamente più costosi e pesanti: la Rooikat sudafricana, per esempio, raggiunge le 28 tonnellate. Persino i 'gipponi' moderni, leggermente corazzati, tendono a superare in peso e potenza le piccole blindo francesi, che hanno fatto epoca, ma che sono ormai totalmente obsolete.

Anche il fabbricante francese provvide a progettare una sostituta più moderna, presentando la ERC nel 1977.

La '''[[w:Panhard ERC|Panhard ERC]]''' è una moderna autoblindo 6x6 francese, dotata di una struttura molto compatta e di una sagoma ridotta, ideata in sostituzione della precedente AML, divenuta troppo piccola ed angusta per molte delle esigenze degli utilizzatori dei moderni veicoli blindati.
[[Immagine:Panhard-ERC-90-19920514.JPEG|280px|right|thumb|]]
La grande popolarità dell'AML non riusciva a nascondere i suoi limiti di protezione e mobilità: per quanto essa pesasse la metà di un M113, e avesse nondimeno la potenza di fuoco per distruggere carri 10 volte più pesanti, le caratteristiche fuoristrada erano limitate dalla formula 4x4, che rendeva necessario usare i canali metallici per oltrepassare trincee e fossi di modesta larghezza. La Panhard nel 1970 partecipò al concorso per un nuovo veicolo blindato da trasporto truppe francese, vinto però dal VAB della Renault. Le tecnologie sviluppate in questo frangente non vennero sprecate, allorché la ditta mise mano ad un nuovo progetto di autoblinda leggera e il risultato, abbastanza scontato, vide la realizzazione di una trasmissione 6x6 e l'aumento sensibile delle dimensioni dello scafo, come anche il miglioramento di tutta l'impiantistica. Il nuovo modello, chiamato ERC, venne presentato nel 1977. Nel frattempo, allo scopo di utilizzare in maniera efficiente ogni singolo franco speso nello sviluppo, venne messo mano anche al progetto di un mezzo successore dell'M3 da trasporto truppe e il risultato fu il VCR, basato in larga misura sulla meccanica ERC.

La Nuova autoblindo raggiunge un peso di 7,65 t. in assetto di combattimento, maggiore del 50% rispetto all'AML, come della stessa misura è l'aumento in termini di assi portanti, ma anche così il mezzo è piccolo, leggero e assai economico.

La struttura è convenzionale, il pilota è davanti e 2 membri d'equipaggio in torretta, al centro dello scafo. Il motore è nella parte posteriore.

La mobilità vede una velocità su strada di 100kmh, ma anche la capacità anfibia, con il movimento in acque calme possibile a 4,5kmh. A richiesta è disponibile una coppia di idrogetti che raddoppiano la velocità in acqua, e questo rende il mezzo molto più capace di guadare corsi d'acqua e zone con moto ondoso. La caratteristica più interessante della trazione impiegata è che il mezzo ha le 2 ruote centrali sollevabili da terra per il movimento su strada, cosicché questo può essere svolto in maniera più efficiente. L'autonomia raggiunge gli 800km, nonostante il propulsore sia un Peugeot V-6 a benzina da ben 155hp.

La torretta, con 2 uomini d'equipaggio, ha un armamento normalmente costituito da un cannone DEFA a media pressione con 20 colpi. La possibilità di scelta, in verità, è ampia e possono essere installate torri con cannoni-mortai da 60mm+cannone da 20, o mortaio da 81mm. Sono disponibili anche torrette antiaeree con 2 armi da 20 o 25mm e la torretta dell'AML.

La versione in servizio con l'esercito francese ha un cannone GIAT ad alta pressione TS-90 da 90mm. con elevazione di -8/+15. essendo riuscito il tentativo di abbinare tale potente cannone a uno scafo così leggero, è possibile tirare anche proiettili APFSDS con V° di 1350m/s. e perforazione di 120mm a 60 gradi (forse a 2000 metri). Disponibili su richiesta apparati di condizionamento aria, visione notturna e telemetri laser, mentre standard è l'apparato di protezione NBC (nucleare-biologico-chimico).

ERC-90 Sagaie :
*Equipaggio: 3
*Dimensioni: lunghezza 7.69 m, larghezza 2.5 m, altezza 2.25 m
*Peso: 8.3 t
*Corazzatura: 10 mm
*Motore: Benzina Peugeot a 6 cilindri da 155 hp
*Prestazioni: velocità max 100 km/h, autonomia 700 km
*Armamento: 1 cannone da 90 mm, 1 mitragliatrice da 7.62 mm, 4 lanciafumogeni.

Dal 1979 la Panhard ERC è andata in produzione equipaggiando tra l'altro le forze armate di Argentina, Costa d'Avorio, Messico ed Irak. In Francia, essa è stata adottata in circa 200 esemplari nel modello summensionato, noto come ERC-90 TS-90 Sagaie.

Una nuova generazione di queste leggere ed efficienti blindo è nata nel decennio successivo, Denominata ERC-90 Sagaie 2, che si differenzia per numerose innovazioni, con uno scafo più lungo, una corazza migliore e una dotazione di munizioni aumentata dagli insufficienti (retaggio dell'AML) 20 colpi a 32 o 35, 10 o 13 di pronto impiego in torretta. I motori, dato il maggiore peso del mezzo, sono adesso 2 Peugeut XD 3T diesel a 4 cilindri da 196hp in totale oppure 2 Peugeot a 6 cilindri benzina, da 290hp complessivi. Mantenuta la capacità anfibia e il sistema di controllo del tiro è stato migliorato. Il modello è stato prodotto per l'export soltanto.

ERC-90 Sagaie 2:
*Equipaggio: 3
*Dimensioni: lunghezza 5.57 m, larghezza 2.7 m, altezza 2.3 m
*Peso: 10 t
*Corazzatura: 12 mm
*Motore:Diesel Peugeot XD 3T o 2 Peugeot a benzina da 196 o 290 (+41/145) hp
*Prestazioni: velocità max 100 km/h, autonomia 600 km
*Armamento: 1 cannone da 90 mm F4 con 32-35 colpi (+12/15) ,2 mitragliatrici da 7.62 mm, 4 lanciafumogeni.

Nell'insieme, la ERC è stata uno dei progetti più interessanti e efficienti di autoblindo. Incapace di emulare il successo della più vecchia AML, ha tuttavia costituito un esempio di equilibrio nelle caratteristiche di progettazione, e soprattutto è forse la migliore concretizzazione di tale categoria di mezzi. Infatti, ancorché esistano veicoli più potenti e pesanti come la Centauro o la Rooikat, essi tendono ad essere :

*1-costosi: una Centauro raggiunge tranquillamente i 4 miliardi di vecchie lire, per un costo totale del programma al 1992 stimato in 1500 miliardi, mentre l'aggiornamento-cancellato- di 400 Leopard 1 ne richiedeva solo 655.
*2-non-anfibi: eppure in Europa, la presenza di acqua è pressoché certa in ogni percorso che si tenti di affrontare, la mancanza di capacità anfibie può limitare enormemente la mobilità effettiva (questo vale molto di più per la Centauro che per la Rooikat, che nel deserto africano non ha di questi problemi).
*3-non aviotrasportabili: le Centauro sono praticamente impossibili di trasportare per via aerea con i mezzi dell'AM (C-130 e G-222), mentre le ERC-90 possono facilmente essere portate, teoricamente, persino da un G-222. Se si considera che le ERC equipaggiano la forza d'intervento rapido francese, si può capire quanto questo fattore sia fondamentale.
*4-facili bersagli: nessuna blindo ha una protezione sufficiente per affrontare un carro armato o un missile anticarro pesante, ma la sagoma (e la segnatura termica ed acustica) di una blindo come l'ERC è enormemente più ridotta di quanto non accada per le macchine più grandi e pesanti: dimensioni di 5x 2,5x 2,3 metri contro, nel caso della Centauro, 7,85x 3x 2,75m. Anche la segnatura termica, con motori classe 200 hp, non eccede quella di un grosso furgone.

[[Immagine:French_AMX10RC_dsc06849.jpg|280px|right|thumb|]]
L''''[[w:AMX-10RC|AMX-10RC]]''' è la più potente blindo francese e anche la più pesante autoblindo e potente blindo anfibia, prodotta dalla GIAT Industries.

Dopo l'esperienza con la Panhard EBR 8x8 l'esercito francese voleva un rimpiazzo altrettanto potente ma più moderno. I lavori per il nuovo veicolo giunsero nel 1971, alla realizzazione del prototipo, e dopo di allora il mezzo entrò in produzione per le esigenze nazionali e di quelle del Marocco.

La potente AMX-10RC ha raggiunto le dimensioni massime per un veicolo trasportabile da C-130 e anfibio, il suo scafo è costituito di leghe d'alluminio saldato e così pure la torretta. La disposizione è convenzionale, con il comparto guida davanti, quello di combattimento al centro e il motore posteriormente.

L'impianto della trasmissione, come anche il motore sono derivati direttamente da quelli del cingolato AMX-10P della fanteria. In virtù di questo, le ruote, pure tutte motrici, non ruotano, ma sono regolate come i cingoli dei blindati, fermandosi o avanzando in maniera differenziale, anche per questo il veicolo appare tanto compatto, ma non ha una meccanica totalmente adeguata, essendo di fatto un compromesso. Il movimento comunque non ne è particolarmente inficiato, mentre esistono 2 idrogetti posteriori con i quali si possono raggiungere, previa l'erezione della piastra flangiflutti anteriore, i 7,2 kmh. Le sospensioni interamente idropneumatiche poi sono sofisticate al punto che il veicolo può alzarsi dal suolo tra i 330 e i 470 mm, se necessario differenziando anche l'altezza tra un lato e l'altro, in genere cambiando a seconda se il movimento avviene su strada o fuoristrada.
[[Immagine:Amx10rc 050.jpg|260px|right|thumb|Vista sulla postazione di torretta]]
Il cannone da 105 mm è a media pressione (il meglio che si poteva fare con un veicolo di questo peso: l'AMX-10RC non è una Centauro) ed è servito da un sofisticato sistema di controllo del tiro con telemetro laser, computer balistico, apparati IL di visione notturna, persino un utile periscopio panoramico (diurno) per il capocarro. NB: come per l'Italia molti anni dopo, il primo sistema di controllo del tiro realmente moderno venne introdotto in Francia con una autoblinda e non un carro armato (sarebbero passati altri anni prima dell'arrivo degli AMX-30B2). La torretta ha 3 uomini, come nei carri armati: capocarro, tiratore e caricatore (cosa non pacifica: le AML-ERC ne hanno solo due, come del resto le vecchie ERC con il caricatore automatico posteriore). A bordo vi sono 40 colpi da 105 mm, e oltre 4.000 da 7.62. Esistono anche 4-6 lanciafumogeni.
[[Immagine:Amx10rc 056.jpg|260px|right|thumb|Postazione di guida]]
*Equipaggio: 4
*Dimensioni: lunghezza 6.36 m, larghezza 2.95 m, altezza 2.66 m
*Peso: 15.8 t
*Corazzatura: alluminio saldato
*Armamento: cannoneda 105 mm, 1 mitragliatrice da 7,62 mm
*Apparati di tiro: ottici con telemetro e sistemi notturni.
*Motore: Badouin diesel da 280 hp
*Prestazioni: velocità max 85 km/h, autonomia 1000 km

In servizio l'AMX-10RC si è dimostrato un mezzo utile e potente. Non c'erano e non ci sono state altre autoblindo capaci di competere per almeno 15 anni, e i veicoli (roiikat e Centauro) che alla fine l'hanno superata si sono dimostrati ancora più costosi e pesanti, oltre che non anfibi né C-130-compatibili (due cose che hanno a che fare con la mobilità strategica e tattica).

L'AMX-10RC ha partecipato a Desert Storm e a numerosi scontri con il Polisario, nel Marocco meridionale. Nel primo caso non ha subito nemmeno una perdita, ma nel secondo è probabile che diverse siano andate perdute: il Polisario ha causato severi danni all'esercito marocchino.

Il '''[[w:ACMAT TPK|TPK 4,2 VSC]]''', corazzato 4x4 da trasporto truppe è stato realizzato dall'Ateliers de Costruction de l'Atlantique (ACMAT), che ha prodotto per decenni autocarri ad alta mobilità 4x4 e 6x6 rinomati per la loro durevolezza ma soprattutto per un'autonomia eccezionale, caratteristica conservata anche con questa versione 'corazzata' del loro telaio. Il loro successo è quantificabile che in 25 hanni (1945-70) questa serie di autocarri ha raggiunto almeno 30 nazioni, specialmente in Africa, oltre alle stesse Forze armate francesi.

La versione 'corazzata' di questi autocarri ha una storia partente dalla costatazione che nel mercato estero esisteva l'esigenza di un veicolo corazzato realizzato sulla stessa ottima meccanica dell'autocarro: simile a tanti alti adattamenti ' a bassa tecnologia' di grossi veicoli a trazione integrale, è stato realizzato in maniera conseguenziale, con il nome di TPK 4,2 VSC.

La struttura è quella di un autocarro di tipo convenzionale, con il motore anteriore, capocarro e pilota al centro e truppa dietro. IL posto di pilotaggio è rialzato rispetto al veicolo originario.

Il guscio corazzato è in acciaio saldato spesso al massimo 10 mm, con blindovetri per i 2 uomini avanti, copribili con pannelli d'acciaio per maggiore protezione. Ciascuno ha anche un portello superiore monoblocco e uno sportello laterale con un altro blindovetro (senza piastra d'acciaio). Vi sono 2 portelli laterali e il comparto equipaggio ha 8 posti con panche laterali. L'armamento è in genere dato da una sola mtg. da 7,62mm, talvolta su di una piccola torretta molto angolata della Creusot-Loire, con un piccolo proiettore coassiale per il tiro notturno. Esiste anche la possibilità di avere versioni con mortai da 81mm o missili controcarro Euromissile MILAN. Il mezzo è anche utilizzato come trattore di artiglieria da 105mm.

Il motore è un diesel Perkins, con cambio manuale a 4 velocità e una retromarcia, sterzo a 'vite senza fine', ma soprattutto, è presente un serbatoio da ben 370 litri, per un'autonomia record per un veicolo corazzato di 1600 km: caratteristica utile per i tipici clienti, che d'altro canto non richiedono invece capacità anfibie.
Tra gli accessori di serie v'é una ruota di scorta trasportata dietro i sedili del pilota e capocarro, mentre tra quelli opzionali v'é un apparato di condizionamento dell'aria.
*Equipaggio: 2+8
*Dimensioni: lunghezza 5.98 m, larghezza 2.07 m, altezza 2.21 m
*Peso: 7.3 t
*Corazzatura: acciaio saldato
*Armamento: 1xmitragliatrice da 7,62 mm
*Apparati di tiro: ottici semplici
*Motore: Perkins Modello 6,35 a 6 cilindri diesel
125 hp. hp
*Prestazioni: velocità max 95 km/h, autonomia 1.600 km

In definitiva, il mezzo, comparato agli altri blindati corazzati francesi dell'epoca, è lungo quanto il Berliet VXB-170 e il VAB, ma pesa quanto il Panhard VCR, per cui ha una struttura blindata certamente più leggera che questi mezzi. È anche più stretto e alto, tradendo maggiormente la sua discendenza da un autocarro medio.

Il veicolo è in servizio in diverse nazioni africane, specie in Africa del Nord, dove ha svolto e svolge missioni di pattugliamento, traino artiglierie, trasporto truppe.

Il '''[[w:Berliet VXB-170|Berliet VXB-170]]''', blindato da trasporto truppe ruotato, è nato dalla lunga tradizione della casa di produzione che fin dal dopoguerra è stata tra le fornitrici di maggior peso di autocarri per l'esercito francese.

Alla fine degli anni sessanta, essa ha costruito un prototipo di un veicolo blindato, chiamato BL-12, che era realizzato usando le componenti commerciali standard ovunque possibile per la parte meccanica. Strano ma vero, le dimensioni sono quasi esattamente quelle del VAB, quasi cm per cm.

Lo scafo del veicolo è di acciaio saldato, spesso 7 mm (non molto, ma del resto anche il BTR e il BRDM hanno un simile spessore). Il pilota ha un abitacolo al centro, con ampio campo visivo dato da 2 finestrini laterali e un parabrezza frontale. Quando necessario queste superfici sono protette da piastre d'acciaio e vengono usati solo gli iposcopi.

Lo scomparto motore è dietro a destra, mentre il cambio ha 6 marce avanti e 1 indietro, con un gruppo di rinvio a 2 velocità. Esiste anche il servosterzo, per ridurre la fatica del pilota nelle manovre di questo pesante APC, che supera le 12 t nonostante il ridotto spessore delle piastre, utili solo contro il fuoco delle armi portatili.
La struttura della scocca prevede anche 3 grossi portelli per l'entrata e l'uscita, 1 per lato, e 1 dietro a sinistra. Essi sono integrati da alcuni portelli sul tetto, mentre non vi sono feritoie di tiro laterali. Tutto questo serve essenzialmente per la decina di uomini trasportati nel comparto truppa, sito posteriormente al mezzo, cosa che esso ha, nell'ordine: comparto guida, motore, equipaggio, da prua a poppa, configurazione simile al VAB e all'OT-64.

L'armamento base -incrementabile- è costituito da una mitragliatrice da 7,62 mm. con un piccolo scudo blindato. La famiglia VXB-170 è stata originariamente concepita con 3 derivazioni possibili studiate in parallelo, 1 per la sicurezza interna, 1 per l'export e 1 per il combattimento. Quest'ultima ha la possibilità di ospitare anche torrette biposto H-90 con cannoni da 90 mm, o cannoni-mortaio da 60 mm (tipica 'specialità' francese), o altre combinazioni di armamenti.

La mobilità fuoristrada è limitata dalla presenza di sole 4 ruote, ma il mezzo è anfibio senza preparazione in acqua a 4 km/h grazie ai soli pneumatici scolpiti. Le sospensioni sono simili a quelle di un autocarro civile, con molle elicoidali e ammortizzatori idraulici coassiali. Opzionali pneumatici antiforo, sistemi di visione notturna, verricello etc., ma normalmente non vi è protezione NBC.

*Equipaggio: 2+10
*Dimensioni: lunghezza 5.99 m, larghezza 2.5 m, altezza 2.05 m
*Peso: 12.7 t
*Corazzatura: acciaio saldato
*Armamento: 1 mitragliatrice da 7,62 mm
*Motore: Diesel Berliet V800M a 8 cilindri
170 hp
*Prestazioni: velocità max 85 km/h, autonomia 750 km. gradino 0.3 m

Questi mezzi,entrati in servizio nel 1973, per quanto pesanti, sono stati usati essenzialmente per compiti antisommossa. La Gendarmeria francese ne ha avuti 155, con torretta armata di una mtg. da 7,62mm e lanciagranate da 40mm. Altri 12 esemplari sono andati al Gabon e altrettanti al Senegal.

Il mezzo era assai riuscito, o almeno non vi erano motivi particolari di lamentela, ma ad un certo punto la Berliet venne comprata dalla Renault. Era il 1975, e la casa francese era già in affare per la produzione in grande serie dei VAB. Benché questi fossero più costosi dei Berliet, venne deciso, come spesso accade in questi casi, di fermare la produzione del veicolo per evitare interferenze tra le vendite dei 2 mezzi, praticamente identici in prestazioni e pesi (chissà quale è lo spessore dell'acciao del VAB?). Questo ha tolto ovviamente parte della capacità di copertura del mercato per i clienti meno danarosi (e più contenti di avere un mezzo dalla meccanica unificata con quella degli autocarri), ma in ogni caso il Berliet si è fermato a 179 esemplari contro oltre 5000 VAB.

===Veicoli non corazzati===
L'ACMA Troupes Aeról Portées Mle. 56 era indubbiamente alquanto anonalo per essere un veicolo militare: venne infatti realizzato partendo niente di meno che dalla Vespa ed utilizzato dalle truppe aerotrasportate francesi anche in teatri di guerra come in Indocina e in Algeria. Era realizzato dall'ACMA (Ateliers de Construction de Motocycles et Automobiles) che già produceva su licenza la Vespa per il mercato transalpino e che già aveva prodotto la ACMA Vespa 400. Su questo scooter veniva montato un cannone anticarro senza rinculo da 75 mm M20 capace di perforare una corazza di 100 mm di spessore, sistemato sotto la sella e lo scudo dello scooter.

Questi veicoli venivano aviolanciati in coppia ed erano serviti complessivamente da cinque militari. Un veicolo era armato di cannone mentre l'altro serviva per il trasporto di parte della squadra e delle munizioni. Sembra che una squadra di serventi ben addestrata riuscisse a sparare anche con il veicolo in movimento.

Il costo era inoltre molto basso: la Vespa all'epoca costava in Francia intorno ai 500 dollari USA mentre del cannone SR M20 esistevano grandi scorte. Ne furono realizzati così circa 800 esemplari. L'uso di veicoli (ultra)leggeri come forza da combattimento non era certo una novità: celebri i side-car tedeschi con una mitragliatrice MG3. Però l'idea di trasformare un motociclo in un semovente capace di sparare anche contro i carri armati era decisamente un estremo. Certo è che la predilezione francese per mezzi piccoli, leggeri ed economici trovava massima soddisfazione in questo mezzo che si potrebbe definire un Vespa-cannone (per assonanza con gli auto-cannoni).

Per circa un quarto di secolo, fino a metà degli anni '80, il [[w:Berliet GBU 15|Berliet GBU 15]] è stato l'autocarro pesante standard 6x 6 dell'esercito francese.

Con un peso a vuoto di 15,8 tonnellate era capace di trasportarne fino a 6 t fuoristrada, 10 t su strada normale e trainare 15 t. Il motore era collocato sotto l'insolita cabina a quattro porte, con le due posteriori spostate alla fine dell'abitacolo, che aveva tetto e finestrini removibili. Il veicolo poteva usare una grande quantità di carburanti, incluso benzina, paraffina, JP4, gasolio, carburante agricolo e, a regimi più bassi, oli minerali e persino vegetali. In genere era anche applicato un argano che poteva sollevare fino a 8 t. Il GBU 15 veniva usato di solito per trainare l'obice da 155 mm Modele 1950.

Le varianti principali includevano un trattore d'artiglieria, un'autocisterna e un veicolo per le riparazioni. È stato in seguito sostituito dal Renault TRM 10.000.

*Equipaggio: 1+3
*Dimensioni: lunghezza 7.974 m, larghezza 2.5 m, altezza 3 m
*Peso: 20.5 t
*Motore: Berliet a 6 cilindri multi-carburante
214 hp
*Prestazioni: velocità max 75 km/h, autonomia 800 km

Il fuoristrada '''[[w:Hotchkiss M201|Hotchkiss M201]]''' è stato per molti anni il veicolo leggero standard dell'esercito francese.Era una Willys MB prodotta dalla Hotchkiss su licenza, produzione che arrivò a oltre 40.000 esemplari entro i tardi anni '60. Essa mostrava spesso equipaggiamenti particolari, come per esempio 4 rampe scatolate per missili controcarro Entac.

Il '''[[w:Peugeot P4|Peugeot P4]]''' è un mezzo 4x4 che sostituisce nell'Esercito Francese il precedente Hotchkiss M 201. Esso è un fuoristrada con carrozzeria squadrata e robusta, con motore da 88hp, ordinato in non meno di 15.000 esemplari. La carrozzeria è derivata da quella del Veicolo leggero Mercedes-Benz, mentre il motore è prodotto in Francia dalla Peugeot.

A partire dalla metà degli anni '80, il principale autocarro francese pesante è diventato così il Renault '''[[w:TRM 10.000|TRM 10.000]]''', un mezzo utilizzato per vari compiti, come il trasporto dei cannoni TR da 155 mm dell'artiglieria campale e altri carichi, vista la sua capacità di trasportare su terreno vario 10 ton. teoriche, 12,6 massime.
In verità, questo mezzo costruito da Renault ha una storia complessa perché è il derivato del Berliet GBD, messo in commercio come Renault TRM 9000 ma non adottato dall'esercito d'oltralpe. In compenso ne vennero prodotti oltre 3.000 per l'export, la metà dei quali finita in Marocco. Il Renault TRM 10.000 ha quindi ancora discendenza Berliet, visto che rispetto al TRM 9000 ha solo poche modifiche che comprendono una leggera capacità di incremento del carico utile da 9 t. a 10 t., un sistema di trasmissione diverso, una maggiore lunghezza. L'autonomia è una delle migliori della categoria.
La cabina del mezzo è di tipo 'moderno', con forma squadrata, ribaltabile in avanti per ispezionare il motore sottostante. Il cambio è manuale, con 9 marce avanti e 1 indietro. Il comparto trasporto ha copertura in tela e può ospitare se necessario 24 uomini in sedili appositi. Le opzioni sono varie, in termini di equipaggiamento; cambio automatico, verricello, postazione per mitragliatrice da 12,7mm.
Oltre 5000 mezzi costruiti dal 1994 per le sole esigenze dell'Esercito francese, che così ha rinnovato il suo parco automezzi pesanti. Uno dei compiti è il traino dei cannoni TR da 155mm di nuova produzione, assai più pesanti e potenti dei tipi precedenti.

TRM-10000
*Equipaggio: 2-3
*Dimensione: lunghezza 9.46 m, larghezza 2.48 m, altezza 3.05 m senza armi
*Peso: 12-29 t
*Mobilità: diesel Renault MIDS 06.20-45 a 6 cilindri 320 hp
*Prestazioni: v.max 89 km/h, autonomia 1.200 km, pendenza max 60%,
Per molti anni il Berliet GBU 15 6x6 da 6 t. è stato l'autocarro pesante standard francese, ma ad un certo punto anche questo veicolo ha avuto bisogno di un sostituto.


==Reggimenti di fanteria francesi e italiani a confronto<ref>Botti, Ferruccio: ''Il reggimento francese'', P&D Settembre 1992 pagg. 72-77</ref>==
==Reggimenti di fanteria francesi e italiani a confronto<ref>Botti, Ferruccio: ''Il reggimento francese'', P&D Settembre 1992 pagg. 72-77</ref>==

Versione delle 12:47, 9 ott 2008

Indice del libro


Reggimenti di fanteria francesi e italiani a confronto[1]

Ecco uno spaccato del 1992 che vede rappresentato il 35imo Reggimento di Fanteria Meccanizzata francese, e le differenze con un analogo tipo italiano. Comandato da un tenente Colonnello o un Colonnello, aveva 30 ufficiali, 64 sottufficiali e 289 militari di truppa per la CCAS, ovvero la compagnia comando, appoggio e servizi. Era la struttura di comando e supporto per il reggimento che comprendeva anche 3 compagnie meccanizzate, una carri e na addestramento reclute. La CCAS aveva un plotone trasmissioni e personale per il posto di comando, plotone sanità con 4 VAB di cui 2 versione ambulanza con 4 posti l'uno, plotone riparazioni e recupero, plotone rifornimento (5 autocisterne e 16 camion da 4 ton. di capacità), plotone commissariato e amministrazione, plotone esplorante su 3 pattuglie con veicoli tattici P4, plotone mortai pesanti con 6 armi da 120 mm trainate dai VAB. Era insomma una struttura molto pesante e complessa.

La compagnia meccanizzata aveva invece 6 ufficiali, 26 sottufficiali, 159 truppe, con plotone comando, 4 plotoni meccanizzati con gli AMX-10P e uno controcarri con 6 lanciamissili MILAN e 3 AMX-10P. La compagnia carri aveva invece 5 ufficiali, 20 sottufficiali, 77 militari con un plotone comando e 4 carri con altri 16 carri AMX-30 B2.

La cp. istruzione aveva il compito d'istruire le reclute, per esempio i carristi, che solo per i primi 15 giorni erano assegnati ad una specifica scuola carristi esterna al reggimento (mentre le reclute erano interamente addestrate nel reggimento). Questo iter durava 4 mesi, uno base, 2 specializzati per le branche (carri o fanti), 1 per l'addestramento di squadra o equipaggio carri.

Dal reggimento in parola dipendeva anche, ma solo in termini amministrativi, la cp. controcarri divisionale,con 6 ufficiali, 28 sottufficiali, 139 truppe, con due cannoni contraerei da 20 mm e 4 plotoni HOT su veicoli VAB, con 3 veicoli l'uno, ma questa era all'epoca basata niente di meno che nell'isola di Mayotte in quegli anni, nel Pacifico con personale a ferma prolungata di 16 mesi (che ci avrà mai fatto una cp controcarri in un'isoletta del Pacifico?).

Tutto considerato, organico ed equipaggiamento del 35imo Reggimento erano di 53 ufficiali, 162 sottufficiali, 843 truppe con 20 AMX-30, 50 AMX-10P, 21 VAB, 133 autocarri, 18 lanciamissili MILAN, 6 mortai da 120 mm, 190 lanciarazzi individuali controcarri di cui 48 erano i modernissimi APILAS da 112 mm (gli altri saranno stati gli LRAC da 89 mm). In tutto v'erano 300 fanti veri e propri su di una forza, cp. scuola inclusa, di 1200 effettivi.

Quanto all'equipaggiamento, l'elemento base, la fanteria, comprendeva l'AMX-10P, cingolato da appena 13 t, piuttosto veloce con un motore diesel da quasi 300 hp, cannone da 20 mm a canna particolarmente lunga (ma è semplicemente un'arma contraerea adattata) e mitragliatrice da 7,62 mm coassiale su di una torretta in cui le armi sono sistemate in posizione sopraelevata, similmente alla torretta del Marder tedesco, con l'equipaggio sistemato praticamente solo nello scafo. La squadra aveva i fucili bull-pup FAMAS, armi molto moderne e compatte, ma anche 2 lanciarazzi, oltretutto di due tipi diversi: APILAS e LRAC, forse perché quest'ultimo era, seppure meno potente, ricaricabile contrariamente al primo che era usa-e getta, e date le dimensioni necessarie per sconfiggere i corazzati moderni, piuttosto ingombrante (i tempi in cui i razzi leggeri erano gli M72 LAW, di 66 mm di calibro, di cui un fante poteva portare 2 o 3 esemplari senza nocumento per il resto dell'equipaggiamento, sono decisamente lontani: i tipi moderni pesanto circa 10 kg e non è possibile praticamente portarne più d'uno). Mancava invece la mtg leggera di reparto.

L'arma base era, per i soldati francesi, oramai il fucile FAMAS, con caricatore da 25 colpi calibro 5.56 mm NATO e predisposizione per lanciare anche granate controcarri o HE, arma molto maneggevole, pesante carica 4.5 kg e caratterizzata dalla maniglia-mirino superiore. Salendo a livello superiore vi erano i lanciarazzi c/c e poi il missile MILAN da 1950 m di gittata. Era capace già nella prima versione di sfondare 600 mm di acciaio omogeneo, oppure -particolare importante- 2 metri e mezzo di calcestruzzo (come sperimentarono a loro spese gli argentini alle Falklands). I mezzi del settore trasmissione hanno collegamenti con il nuovo sistema di elaborazione e distribuzione dati RITA, e in guerra erano capaci di allestire due maglie di comando e due logistiche, collegandosi anche con il posto di comando divisionale, e una maglia di trasmissione e una di collegamento per le compagnie. Tra gli altri sistemi di tecnologia avanzata da ricordare la considerevole quantità di apparati di visione notturna, tra cui munizioni illuminanti per i mortai da 120 mm, ma anche -particolare di notevole interesse- per i cannoni da 105 mm dei carri (che consentivano di allungare parecchio il raggio di scoperta utile dei sensori IR o IL, quasi come se si trattasse di camere termiche posto che non dovevano esservi condizioni meteo di scarsa visibilità), sistemi IL per gli AMX-10P e carri armati, i sistemi MIRA ad immagine termica per i MILAN, binocoli per la visione notturna, periscopi OB 31 per i conducenti dei veicoli corazzati. Anche i sistemi di simulazione erano diffusi, per esempio per i cannoni da 20 e 105 mm.

Il 35imo Reggimento era inquadrato nella 7ima Divisione blindata del 2° Corpo d'Armata. Quanto alle divisioni francesi, la DB e la DI erano i soli tipi presenti nell'Esercito francese. Quali le differenze? La Division Blindée aveva un reggimento comando e supporto (cp quartier generale, trasmissioni, esplorante, controcarro, circolazione stradale), 3 reggimenti su 55 carri l'uno (con plotoni da 4 mezzi), 1 di fanteria motorizzata e 2 di fanteria meccanizzata; infine 2 reggimenti di artiglieria con 3 batterie e 24 pezzi da 155 mm l'uno, 1 genio e un battaglione per la logistica e riparazione su due cp mezzi, 1 materiali come i sistemi di controllo tiro, e 2 cp trasporti. La Divisione di fanteria aveva solo 5 pedine operative con 3 rgt di fanteria, un reggimento carri, 1 rgt blindato di cavalleria con 4 compagnie AMX-10RC, e un solo reggimento artiglieria su 20 artiglierie pesanti, più supporti.

Il reggimento francese era a struttura quaternaria con 4 compagnie o batteria l'uno, e consentiva di formare direttamente la divisione, questo in pratica era quanto accadeva nell'esercito italiano fino alla riforma del 1975, che cancellò il reggimento e introdusse la brigata come unità base per le divisioni; in teoria era una cosa adatta alla standardizzazione in ambito NATO, ma di fatto ridusse la forza dell'esercito in termini operativi. La situazione in Francia era invece rimasta al reggimento, di cui 5-6 erano usate per ciascuna divisione corazzata o meccanizzata, oltre alle unità di supporto (iniziando da 1-2 reggimenti di artiglieria), tutti simili a grossi battaglioni, una somiglianza tutto sommato più marcata alle divisioni binarie italiane del 1937 (6 battaglioni l'una, ma raggruppati in 2 reggimenti di fanteria). Così ogni reggimento francese, come quelli italiani di prima delle riorganizzazioni del '62 e '76, aveva il suo comando logistico e addirittura il comando del reggimento aveva anche un ufficiale superiore per le Pubbliche Relazioni, segreteria con servizio posta personale e ufficio contenziosi. Sotto di questo comando vi era un raggio di servizi ampio, con 7 branche che vedevano: un ufficiale per i servizi generali in caserma, un capo ufficio personale che controllava anche la mobilitazione; un ufficiale addetto alla formazione quadri, sezione sottufficiali, cellula per l'organizzazione quadri; un direttore servizi amministrativi (equivalente al responsabile dei servizi di amministrazione e commissariamento) con sottosezioni per tutto il possibile (dalle munizioni all'optronica); un capo ufficio operazioni e addestramento; un ufficiale medico per il servizio sanitario e un capo ufficio promozione sociale (per reinserire i soldati di leva nel mondo del lavoro), cellula giuridica e spaccio per la truppa.

Quanto al personale vedeva le compagnie con un capitano e ufficiale subalterno in servizio permanente, 10-20 sottufficiali per compagnia per comandare le squadre o come specialisti. Era insomma una struttura molto professionalizzata nonostante la leva obbligatoria. Il reggimento aveva anche pochi -circa 20- soldati in ferma di leva prolungata, 5 donne-soldato e alcuni civili per l'amministrazione, che come si è visto era piuttosto corposa. Nessuna di queste figure era presente all'epoca nelle brigate italiane nonostante che già dal regolamento amministrativo del 1927 si ammettesse la presenza di civili per questi compiti.

L'armamento era moderno, i simulatori aiutavano, ma non era tutto: la presenza del poligono a 3 km di distanza dalla caserma del 35imo Reggimento di Belfort, era utile per esercitarsi abbondantemente: 27 colpi per cannone da 105 mm oppure, per il fante, 500 colpi di arma leggera. Nel poligono era possibile usare sagome a scomparsa. La sezione logistico-amministrativa era complessa, ma i particolari erano coperti da segreto differentemente da quello che succedeva in Italia. In caso di guerra però l'organizzazione era del tutto diversa da quella di pace, che vede tra l'altro anche 3 ufficiali medici. Ma in caso di guerra sarebbero stati ben 6, più un ufficiale farmacista e pure uno dentista, sufficienti per formare 5 gruppi d'intervento medico di cui una principale e 4 leggere, ovvero una per ciascuna compagnia per gli interventi immediati. Insomma, non si può certo dire che il lato 'umanistico' e di confort per i soldati francesi fosse poco curato.

Per l'organizzazione logistica, i francesi non erano ancora arrivati alla movimentazione con pallet standard NATO per creare magazzini campali in maniera rapida e razionale. L'E.I. v'era invece giunto nel 1989; la lavanderia era gestita dai militari del Reggimento, mentre in Italia c'erano già le ditte civili appaltatrici, che hanno ovviamente pro e contro. La leva per i militari francesi era già all'epoca in fase di riduzione a 10 mesi (che si sarebbe dimostrato più costoso e meno valido di quello di 12 mesi), cosa che era piuttosto azzardata data la carenza di militari a ferma prolungata. Un problema piuttosto sorprendente era quello dell'analfabetismo, perché i figli degli immigrati, se erano nati in Francia, erano tenuti a fare il servizio militare L'alimentazione era giornalmente di 3.886 calorie contro le 3270 per i tedeschi e 3633 per gli italiani; ma da notare che in Francia il reggimento aveva un cuoco civile, come si cercò di fare in Italia negli anni '60. L'uniforme di servizio francese, da portare sempre in servizio, aveva una giacca più corta e meno elegante di quella italiana, con i gradi basati sulle striscie piuttosto che sulle stellette che erano meno visibili; l'uniforme francese ordinaria era invece più elegante, da portare fuori servizio o per le grandi occasioni. Le paghe erano minori di quelle dei soldati di leva italiani semplici, e maggiori per i graduati. Così il Caporal chef ovvero il caporalmaggiore francese aveva 951 franchi (211.000 lire) al mese, ovvero 7.300 lire al giorno contro 5.300 per gli italiani dello stesso grado, il caporale 6.100 lire contro 5.148, soldato semplice di prima classe e seconda 4.400 e 3.533 lire contro 4.800. Il sergente di leva aveva 264.000 lire, il tenente colonnello arrivva a 3.775.000 l, il capitano 2.665.000 lire.

Come disciplina la Francia aveva un decreto, il N.75-675 del '75, che era più dettagliato di quello analogo italiano del '78, e proibiva tra l'altro l'introduzione di pubblicazioni 'moralmente nocive' con tanto di una apposita lista, mentre l'obiezione di coscienza era riconosciuta solo in tempo di pace (così da rendere paradossalmente possibile obiettare solo quando non c'era da combattere..). La libertà sindacale e di sciopero era vietata, come del resto anche nelle F.A. italiane.

Come dotazione di armi, il fante francese aveva il FAMAS, ottima e compatta arma mentre quello italiano avrebbe ottenuto lo stesso risultato solo con molto tempo e molta spesa con l'AR 70/90. La mancanza di mitragliatrici leggere per la squadra non era invece un segno di progresso 'positivo', mentre la squadra italiana aveva la mitragliatrice MG 42/59 da 7.62 mm. Però i francesi avevano altri vantaggi, come quello di avere un lanciarazzi APILAS e un LRAC. Tutto sommato un armamento sbilanciato alla lotta controcarro: un lanciarazzi e una mitragliatrice leggera sarebbero stati ben più bilanciati, ma in questo caso nessuno dei due eserciti era equipaggiato in maniera adatta. Forse i francesi erano troppo entusiasti per i lanciarazzi come armi di supporto, oppure la minaccia corazzata era valutata con troppa preoccupazione. I mezzi corazzati AMX-10P erano superiori e non di poco ai VCC-1 e sopratutto ai VCC-2. Inoltre i francesi avevano massicce formazioni di VAB. I battaglioni francesi, tedeschi e del Patto di Varsavia avevano blindati ruotati, mentre dopo la riorganizzazione del '76 l'E.I era dotato di 'battaglioni motorizati' che erano sostanzialmente solo autotrasportati con veicoli tattici non corazzati. I mortai francesi, ancorché più pesanti (600 kg) avevano una minore flessibilità di trasporto rispetto ai 120 mm italiani (in realtà si trattava di armi francesi Brandt, ma del vecchio tipo ad anima liscia e non rigata) dato che questi erano più leggeri e scomponibili in 3 carichi, ma come arma campale con 6.500 m di gittata contro 13.000 (con proiettili a razzo) dell'arma francese non era utilizzabile come artiglieria campale a medio raggio, ma essenzialmente solo come arma di supporto a breve raggio. Il mortaio francese era solo trainato, quello italiano era possibile da usare sugli M113. L'ordinamento francese vedeva tutti i 6 mortai da 120 mm sistemati in un unico plotone a livello di reggimento (malgrado che in effetti erano due plotoni e quindi una compagnia), mentre in Italia erano 8 armi per un battaglione in una apposita compagnia mortai, alle dipendenze dei comandanti di battaglione con i comandanti di plotone erano gli osservatori avanzati. Nessuno dei due eserciti aveva armi antiaeree a livello più basso, né elicotteri che erano assegnati solo -in entrambi i casi- a livello di corpo d'armata. I sistemi di mira notturna nelle F.A. francesi erano più diffusi come anche i simulatori di tiro, mentre nell'esercito italiano era piuttosto indietro, ma per i sistemi MILAN erano in corso l'acquisto di sistemi di mira termica come da anni era stato fatto dai francesi. Le soluzioni francesi erano per certi aspetti migliori e per altri peggiori di quelle italiane; queste ultime avevano tra l'altro il vantaggio, a livello di battaglione, di conservare in tempo di guerra tutti gli organi direttivi, mentre i francesi avevano come vantaggio unità esplorative a livello reggimentale, soppresse in Italia dopo il '75, mentre come formazione l'addestramento delle reclute avveniva nel reggimento (sempre come in Italia fino ai primi '70). Questo sistema creava problemi di infrastrutture e poligoni, ma permetteva di addestrare i soldati fin da subito nell'unità operativa, tra l'altro limitando l'impatto sul morale e la disciplina delle reclute, che in Italia erano addestrate un mese al CAR e poi spedite alle unità operative, giusto in pasto ai 'nonni'. La Francia aveva pro e contro per l'organizzazione del suo esercito, ma nell'insieme aveva una struttura e addestramento superiori. Del resto il PIL speso era del 3.7% contro l'1,7% che all'epoca era investito dall'Italia in cui erano presenti anche spese extra-difesa.

Note

  1. Botti, Ferruccio: Il reggimento francese, P&D Settembre 1992 pagg. 72-77