Esperanto/Coniugazione verbale semplice: differenze tra le versioni
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3. '''Ne parol-''' { u_3 }'''!''' (Non parlare!) |
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4. '''Ir-''' { u_3 } '''for!''' (Vai via!) |
4. '''Ir-''' { u_3 } '''for!''' (Vai via!) |
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5. '''Mi vol-''' { as_3 }''' , |
5. '''Mi vol-''' { as_3 }''' ĝin, vi ven-''' { u_3}'''.''' (Lo voglio, venite.) |
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{'''Tutti i tempi semplici.''' Servendoti della traduzione metti la desinenza giusta. |
{'''Tutti i tempi semplici.''' Servendoti della traduzione metti la desinenza giusta. |
Versione delle 09:51, 13 ott 2008
Ecco presentati i verbi semplici, i più importanti, che ti permetteranno di formulare finalmente le tue frasi.
L'obbligo del soggetto
I verbi in esperanto sono (ovviamente) tutti regolari, per ogni tempo. Il tempo ed il modo si riconoscono dalla desinenza che viene messa dopo la radice, identica per tutte le persone singolari e plurali.
Questo implica quindi che, come ad esempio in inglese, francese e tedesco, l'indicazione del soggetto è sempre obbligatoria, a meno che il verbo sia impersonale (nevicare = neĝi; nevica = neĝas). Se il nome della persona o cosa vuole essere evitato, si può far ovviamente uso dei pronomi personali soggetto. L'unico caso in cui il soggetto si può omettere nei verbi personali, è la seconda persona dell'imperativo (manĝu! - mangia/mangiate!).
Da notare che i pronomi personali sono qui presentati solo per far capire come funizona il verbo, ma che saranno discussi più in dettaglio nel capitolo apposito dedicato ai pronomi personali. Si presentano brevemente i principali:
- mi = io
- ci - vi = tu - voi. Indicano entrambi la seconda persona, "ci" è più intimo e amichevole e funziona solo al singolare (traduce esattamente "tu"), ma viene usato raramente, forse per la storia dell'esperanto a lungo scritta. "Vi" invece traduce sia "tu" che "voi", nonostante letteralmente significa "voi".
- li = egli, riferito ad una persona, ma anche ad un animale di sesso maschile
- ŝi = ella, riferito ad una persona, ma anche ad un animale di sesso femminile
- ĝi = esso/a, pronome neutro riferito a cosa asessuata, ma anche ad una persona o un animale il cui sesso è sconosciuto, nascosto o non importante nel contesto della frase (*).
- ili = loro (essi/esse)
(*) Ad esempio, se ci si riferisce "all'assassino/a" di un giallo, non possiamo usare "li" o "ŝi", perché effettivamente non sappiamo l'assassino/a in questione sia maschio o femmina, almeno finché non conosciamo la fine della storia. Oppure perché stiamo raccontando la storia e non vogliamo dare indizi sul suo finale.
A parte questa breve e dovuta parentesi che sarà approfondita come detto in un capitolo apposito, ci si concentri in particolare sui tempi verbali.
L'infinito
I verbi all'infinito terminano con la desinenza -i, che quindi è quella che distingue i verbi dalle altre parti del discorso in un dizionario. Vediamo alcuni esempi di verbi frequenti:
- esti = essere
- fari = fare
- doni = dare
- manĝi = mangiare
Nota: le preposizioni non sono state presentate, comunque anticipiamo che "di" ed "a" se sono davanti ad un verbo all'infinito sono omesse in esperanto, e si capiscono dal contesto. Quindi i precedenti verbi all'infinito traducono anche le espressioni italiane:
- esti = di essere/ad essere
- fari = di fare/a fare
- doni = di dare/a dare
- manĝi = di mangiare/a mangiare
Esempi
- Iri labori. = Andare a lavorare.
- Laca labori. = Stanco/a di lavorare.
L'indicativo
Per formare tutti i tempi dell'indicativo, basta sostituire alla desinenza "-i" dell'infinito, una delle tre desinenze seguenti, a seconda del tempo che si vuole ottenere:
- presente: -as
- passato: -is (equivale a passato prossimo, remoto, imperfetto)
- futuro: -os (futuro semplice)
Non esistono differenze tra persona quindi (nemmeno alla terza persona come in inglese). La persona si riconosce dal pronome (o nome) soggetto della frase. Tutto qui, non ci sono verbi irregolari da imparare, comunque vediamo più in dettaglio la coniugazione del verbo manĝi, come modello per tutti gli altri verbi (basterà sostituire la radice di un altro verbo a "manĝ" per avere correttamente un altro verbo qualsiasi).
Presente
L'indicativo è il modo che presenta l'azione come certa, esattamente come in italiano e le lingue indoeuropee in genere. Indipendentemente dal soggetto, la terminazione dell'indicativo presente è -as:
mi manĝas | io mangio |
vi (ci) manĝas | tu mangi |
li/ŝi/ĝi manĝas | lui/lei/esso mangia |
ni manĝas | noi mangiamo |
vi manĝas | voi mangiate |
ili manĝas | loro mangiano |
- Hodiaŭ li estas en Romo. = Oggi egli è a Roma.
Passato
Il tempo passato in esperanto riunisce l'imperfetto, il passato prossimo ed il passato remoto della lingua italiana. Anche in questo caso esiste una sola desinenza, -is:
mi manĝis | io mangiavo, ho mangiato, mangiai |
vi (ci) manĝis | tu mangavi, hai mangiato, mangiasti |
li/ŝi/ĝi manĝis | lui/lei/esso mangiava, ha mangiato, mangiò |
ni manĝis | noi mangiavamo, abbiamo mangiato, mangiammo |
vi manĝis | voi mangiavate, avete mangiato, mangiaste |
ili manĝis | loro mangiavano, hanno mangiato, mangiarono |
- Hieraŭ li estis en Napolo. = Ieri egli era a Napoli.
Futuro
Il tempo futuro in esperanto prevede la desinenza -os:
mi manĝos | io mangerò |
vi (ci) manĝos | tu mangerai |
li/ŝi/ĝi manĝos | lui/lei/esso mangerà |
ni manĝos | noi mangeremo |
vi manĝos | voi mangerete |
ili manĝos | loro mangeranno |
- Morgaŭ li estos en Milano. = Domani egli sarà a Milano.
Il modo indicativo esprime azioni certe, o presentate come tali (mangiavo, mangerò, mangio). Per le azioni non certe, sono usati altri due tempi, volitivo e condizionale, che traducono vari tempi italiani (imperativo, condizionale, congiuntivo) a seconda che sia manifestata o no la volontà di chi parla. I tempi italiani condizionale e congiuntivo possono essere resi, a seconda del contesto, con uno o l’altro di questi due tempi, come spiegato di seguito.
Condizionale
Per fatti non certi si usano condizionale e volitivo. Il condizionale ha desinenza "-us", e la sua funzione è simile a quella del condizionale italiano, quando l’azione raccontata non è certa perché non avvenuta o perché legata ad una condizione, ma a volte traduce anche il congiuntivo, se non si esprime volontà che l’azione fosse avvenuta:
mi manĝus | io mangerei |
vi (ci) manĝus | tu mangeresti |
li/ŝi/ĝi manĝus | lui/lei/esso mangerebbe |
ni manĝus | noi mangeremmo |
vi manĝus | voi mangereste |
ili manĝus | loro mangerebbero |
- Mi farus ĝin, sed mi ne havas tempon. = Lo farei, ma non ho tempo.
- Mi manĝus se mi estus malsata. = Io mangerei se fossi affamato/a. (il congiuntivo italiano fossi diventa condizionale perché non esprime la volontà di essere affamato).
Volitivo
Il volitivo è un tempo che indica la volontà affinché un’azione avvenga (traduce i tempi italiani di imperativo e congiuntivo, se esprime volontà), ha desinenza "-u". Esso esprime volontà di chi parla, per cui viene usato per formare l'imperativo ed in certi contesti il congiuntivo (quando esprime volontà, appunto), che in esperanto non esiste come tempo a sé.
L'imperativo
L'imperativo è un caso particolare del volitivo, in cui la volontà di chi parla si esprime direttamente a chi può eseguirla (viene dato un ordine). In questo caso il soggetto non è obbligatorio per la seconda persona:
(vi - ci) manĝu | mangia! |
ni manĝu | mangiamo! |
(vi) manĝu | mangiate! |
Non essendo la terza persona usata come forma di cortesia, l'imperativo in tale persona non ha senso, e l'italiano "(Lei) mangi / I signori mangino" si traduce come "(Vi) manĝu".
L'imperativo mantiene le stesse desinenze anche se negato (mentre in italiano, inglese ed altre lingue cambiano), quindi:
(vi - ci) ne manĝu! | non mangiare! |
ni ne manĝu! | non mangiamo! |
(vi) ne manĝu! | non mangiate! |
- Venu kun mi, kaj ne timu! = Vieni con me e non temere!
Congiuntivo
Come detto sopra, il congiuntivo non esiste, ma viene reso da volitivo e condizionale (si intende il condizionale esperanto, non quello italiano). Quando esprime volontà (spesso preceduto dal “che esortativo”), desiderio o comando si usa appunto il suffisso -u del volitivo, come negli esempi:
- Resonu trumpetoj! = (Che) squillino le trombe! (volontà di chi parla che le trombe squillino)
- Li iru! Mi ne sekvos lin. = (Che) vada! Non lo seguirò.
- Ili estas en la domo, ili legu. = Sono in casa, (che) leggano.
Si userà invece il futuro se l'azione è futura (senza invito, ordine...):
- Mi supozas, ke li manĝos kun ni. = Suppongo che lui mangi (lett. mangerà) con noi.
Esercizi
Ecco gli esercizi per i verbi. Per ogni sezione almeno un esercizio di traduzione (italiano-esperanto o vice versa), ed eventualmente uno di produzione (scrittura di frasi minime Soggetto + verbo + (eventualmente) complemento oggetto).
Altri tempi verbali
Nota: Ci sono degli altri tempi composti dal verbo esti + participi, che saranno presentati nella seconda parte del libro. Quelli dati in questa lezione sono più che sufficienti per andare avanti nel corso, ed in generale anche i tempi più usati.