Storia della letteratura italiana/Ippolito Pindemonte: differenze tra le versioni
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Versione delle 18:16, 20 gen 2009
Biografia
Studiò a Modena e a Verona ricevendo un educazione di tipo classico. In giovinezza viaggiò molto in Italia (Roma, Napoli e la Sicilia), Francia, Germania e Austria. Nel periodo della Rivoluzione francese si trovava a Parigi con Vittorio Alfieri: pur apprezzando gli ideali rivoluzionari, alle violenze del Terrore contrappose sempre il desiderio di pace nell'abbandono alla contemplazione della natura. Subendo l'influenza del poeta inglese Thomas Gray e del poeta svizzero Salomon Gessner, la sua poesia è di stampo neoclassico, con chiari elementi che si avvicinano alla nuova sensibilità romantica. Ottenne un premio dall'w:Accademia della Crusca, di cui divenne membro. Morì nel 1828, un anno dopo il suo caro amico w:Ugo Foscolo.
La sua opera più nota è sicuramente la traduzione dell'Odissea, che ebbe grandissimo successo e numerose edizioni e ristampe. Inoltre, le Poesie campestri (prima edizione del 1788), le Prose campestri (1794), le Epistole (1805) e i Sermoni poetici (1819). Fu anche autore di diverse tragedie, tra cui Arminio (1804), in cui si nota l'influenza della poesia w:ossianica. Il poemetto I cimiteri fu lasciato incompiuto dall'autore alla notizia che il Foscolo stava per dare alle stampe I sepolcri: questi dedicò il carme proprio al Pindemonte.
Opere
- Avvertimento premesso alla prima edizione delle Prose campestri
- Hoc erat in votis
- Optima quaeque dies miseris mortalibus aevi prima fugit
- templa serena, despicere unde queas alios, passimque videre errare, atque viam palanteis quaerere vitae
- Quod latet arcana non enarrabile fibra
- Vos sapere et solos ajo bene vivere, quorum conscipitur nitidis fondata pecunia villis
- Pane egeo, jam mellitis potiore placentis
- Rura mihi et rigui placeant in vallibus amnes, flumina amem, sylvasque inglorius
- Me vero primum dulces ante omnia Musae, quarum sacra fero ingenti perculsus amore, Accipiant
- Tecum etenim longos memini consumere soles, et tecum primas epulis decerpere nodes
- Lucentemque globum Lunae, Titaniaque astra Spiritus intus alit
- Lettera della Contessa Elisabetta Mosconi alla Contessa Teodora Pompei
- La Solitudine (1788)
- Al Cavaliere Clementino Vannetti
- Al Signor Guglielmo Parsons gentiluomo inglese
- Alla luna 1788)
- Alla salute
- La Melanconia
- La Giovinezza,
- LE QUATTRO PARTI DEL GIORNO
- Lamento d'Aristo in morte di Giuseppe Torelli (1817)
- Dissertazione su i giardini inglesi e sul merito in ciò dell'Italia
- Avvertimento
- Dissertazione su i giardini inglesi e sul merito in ciò dell'Italia
Traduzioni