Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iraq: differenze tra le versioni

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*5 dragamine T-43
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*3 mezzi da sbarco mezzi corazzati
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===La crisi con il Kuwait atto secondo: l'invasione del 1990===
Ma la crisi successiva, nel 1990, gli Irakeni avevano ben altre intenzioni. Il Kuwait, circa 1,6 milioni di abitanti e 14.000 km2, era diventato uno sceiccato indipendente della famiglia Al-Sabbath, ma la sua gestione politica era britannica fin dal tardo '800 e nel '61 il Kuwait divenne indipendente a tutti gli effetti, ma appena una settimana dopo l'Irak era già a dichiarare il Kuwait come sua 25ima provincia. D'altro canto il Kuwait era proprio messo apposta lì, per ridurre quasi a niente l'accesso al mare di Baghdad. Nel frattempo la scoperta di abbondante petrolio lo aveva reso ricco e questo sollecitò l'intervento britannico quando gli irakeni lo minacciarono di annessione.

Dopo la crisi i britannici cominciarono a fornire armi ai Kuwaitiani, non molto, ma pur sempre 4 elicotteri Whirlwind e 6 Jet Provost T.51 e poi nel '69 11 Hunter F.57 e poi i possenti Lighting F.53 multiruolo, che però erano inefficaci se usati da una forza aerea del genere, così poco organizzata ed efficiente. Così l'assistenza britannica fu sempre utile per mantenerli in efficienza. In tutto 12 .Mk.53 e due T.55, ma nel '68 i ben più ragionevoli Strikemaster Mk.83 aiutarono finalmente i Kuwaitiani ad avere una maggiore preparazione aerea per la loro aviazione. Di fatto, l'affare Lighting fu un fallimento per i britannici. Dopo che questi quasi obbligarono Sauditi e Kuwaitiani a comprare i loro aerei bisonici, con l'obiettivo di ottenere i soldi per finanziare i 50 F-111K, di fatto successe che poi, per mantenere efficienti gli aerei i britannici si dovettero impegnare spendendo soldi e così assistendo gli arabi del Golfo finirono per annullare i guadagni ottenuti. Quanto ai rapporti con gli Irakeni, questi furono molto difficili anche negli anni successivi, tanto che nel marzo del '73 vi furono dei conflitti di frontiera perché gli Irakeni volevano maggiore spazio per la loro base navale di Omm ol-Qasr, cogestita coi sovietici. Anche per questo i Kuwaitiani ordinarono nel '74 18 Mirage F.1CK e due BK, più 24 SA.342K Gazelle e 30 A-4KU (più 6 TA-4KU) e missili HAWK. I primi A-4 Kuwaitiani , autorizzati il 20 gennaio 1975 dal governo americano, con motori potenziati ma senza sistemi eletrronici avanzati come quelli per armi nucleari, missili Walleye e Shrike. Essi volarono il 14 dicembre 1976 e poi consegnati tramite la Gran Bretagna e poi con due squadroni servirono nella KAF, ma nel 1984 erano talmente poco usati che si voleva anche venderli. I 'serial' erano 500-530.

I primi Mirage F.1 ebbero i primi serials 701-718 consegnati nel 1977-79 e poi i BK erano i 771-772; assieme vennero consegnati i missili R.530 e R.550, poi aggiornati negli anni '80 allo standard F.1CK-2 con i missili Super R.530F e infine attorno al 1980 erano stati persino aggiornati con i Super R.530D come l'ultimo lotto di Mirage F.1 irakeni. Altri aerei vennero consegnati nel 1983, 13 più 4 BK e 6 AS.332F Puma con i missili Exocet. Scartati degli Alpha Jet costruiti in Egitto, chiesero 12 Hawk T.Mk 64 e poi aumentarono i rapporti di cooperazione con gli USA, tanto da ordinare nel 1989 32 F-18C e 8 D. I Mirage F.1CK-2 vennero anche muniti di missili Magic Mk.2 nei tardi anni '80, di cui pare che gli Irakeni avrebbero catturato 50 esemplari, cosa che causò qualche preoccupazione per gli americani, visto che i Mirage Irakeni avevano a loro volta tale armi ma nella versione Mk.1, e che gli Irakeni ebbero cura di catturare i Mirage F.1 Kuwaitiani e metterli poi in servizio per la propria aviazione. Nonostante tutti gli aggiornamenti, il sistema militare del Kuwait era inteso più che altro per la difesa della famiglia reale.

Durante la guerra con l'Iran, il Kuwait supportò proprio il regime irakeno, data la minaccia potenziale che la minoranza sciita nel Paese era in grado di porre al dispotico regime; a maggior ragione, dopo l'inizio ufficiale della guerra, l'Iran attaccò direttamente il piccolo stato regionale il 12 e il 16 novembre 1980 contro obiettivi di frontiera con la sua indebolita ma ancora temibile aviazione (da parte del Phantom E del TBF.6 di Bushehr con vari missili Maverick) e poi ancora nell'aprile del 1981 da tre Phantom. Per evitare perdite civili o comunque non necessarie, prima i caccia sorvolavano gli obiettivi e così facendo, davano tempo a chi avesse gambe di scappare dagli edifici obiettivi degli attacchi e nonostante le dichiarazioni di avere abbattuto almeno uno degli attaccanti, nemmeno venne aperto il fuoco contro di loro, data l'assenza di difese aeree efficienti in zona sia irakene che le stesse kuwaitiane. Ma nonostante le intimidazioni i Kuwaitiani continuarono a finanziare l'Irak, per esempio nell'autunno del 1981 con un prestito di 2 miliardi di dollari. Già il 1 ottobre 1981 i Phantom iraniani ritornarono colpendo la raffineria di Umm Aayash, senza reazioni. Di fatto ci si rendeva conto di come questi attacchi erano l'inevitabile effetto delle scelte del regime del Kuwait, specie nel 1986-87 quando venne catturata la penisola di Faw tagliando fuori l'accesso al mare dell'Irak e che lo costrinse ad usare i porti sauditi e kuwaitiani e di usare dal 1986 il loro spazio aereo per le proprie operazioni di volo, e persino l'uso degli aeroporti per gli atterraggi d'emergenza, purché non armati. Così spesso i piloti irakeni atterravano di proposito dopo che erano intercettati dai caccia iraniani che si gettavano al loro inseguimento. Altre volte i caccia irakeni atterrarono fino a Dharhan dopo avere avuto problemi di rifornimento in volo durante le loro azioni a lungo raggio fino al golfo di Hormuz.

Questo supporto era in teoria una doppia garanzia, quella della difesa contro le eventuali mire dell'Iran e quelle dell'Irak stesso, che era sempre interessato ad annettersi il piccolo Paese, ma che così poteva forse essere 'tenuto buono'. Poi le cose andarono male verso la fine degli anni '80: la guerra era finita e il Kuwait rivoleva indietro i suoi 'prestiti di guerra' che ovviamente Saddam considerò 'pagati' con il sangue dei suoi soldati. Nel luglio 1989 volarono accuse grosse sull'uso che il Kuwait stava facendo del petrolio che riceveva dall'Irak rivendendolo a basso prezzo. La situazione si stava complicando e c'erano le avvisaglie di eventuali problemi, mentre l'indebitato Irak continuava la sua corsa al riarmo. Una combinazione fatale, ma la USS Indipendence, presente nel Golfo, venne mandata fuori dal Golfo Persico, lasciando a quel punto mano libera agli irakeni, o così loro interpretarono tale gesto. Fino a che, il pomeriggio del 1 agosto, fecero la mossa fatale.

Gli Irakeni avevano pianificato l'attacco con le esperienze degli ultimi 18 mesi di guerra contro l'Iran e l'uso di vecchi piani britannici degli anni '50 debitamente aggiornati. L'unica cosa che venne omessa fu l'uso di armi chimiche, che erano parte della dottrina irakena almeno dal 1987. In sostanza, occupare il Kuwait sarebbe stata una questione di un breve attacco aereo, bombardamenti d'artiglieria a lungo raggio e poi l'assalto via terra. Questo avrebbe comportato l'uso di commandos e un elisbarco sul Kuwait City che avrebbe dovuto fare prigionieri i membri della Famiglia reale, cosa che se attuata avrebbe cambiato in effetti il corso degli eventi. Come se non bastasse, 4 divisioni della Guardia Repubblicana, la migliore parte dell'esercito irakeno, sarebbero entrati dentro il territorio di cui due verso la capitale Kuwait City e due per tagliare fuori la capitale dal confine saudita.

Alle 2 di notte del 2 agosto iniziò il bombardamento delle basi aeree come Ali al-Salim, mentre 3 delle divisioni entravano nel confine. Con le basi dei Mirage colpite direttamente, le forze armate kuwaitiane, nonostante gli allarmi delle settimane precedenti, erano state colte ancora del tutto impreparate, malgrado l'ammassarsi di 50.000 soldati ai confini segnalato, tra l'altro, anche dai satelliti. Cosa che del resto si potrebbe dire anche della presidenza Bush, che era rimasta inerte, se non connivente, nonostante gli sviluppi del caso. All'alba di quel giorno le televisioni mostravano in diretta l'arrivo di forse 50 elicotteri Mi-8 che filavano giù dalle loro fusoliere i commandos irakeni, in una vera e propria blitzkrieg ben eseguita. Scortati da elicotteri Mi-25 e BO-105. Ma a quel punto reagirono alcune difese aeree. Mentre è stato detto che i Mirage eseguirono giusto un breve passaggio a fuoco sulle colonne nemiche prima che queste occupassero le loro basi, due batterie o più di HAWK migliorati iniziarono a sparare contro gli elicotteri, bersagli facili in quanto privi di ECM e di copertura da parte di un territorio che aveva solo gli edifici come parte in rilievo. Numerose pare siano state le perdite degli aerei, ma non è chiaro per quali ragioni. Vi sono fonti che dicono che la maggior parte dei velivoli sia stata abbattuta dai missili, altre che parlano dell'intervento dei Mirage F.1 che cominciarono la caccia ai velivoli irakeni. Il piano d'attacco per catturare la famiglia reale fu in ogni caso rovinato e di lì a poco i superstiti dei 25 Mirage F.1 e 29 A-4KU efficienti, più 12 Hawk T.Mk.64, iniziarono il contrattacco. Ai 14 elicotteri dichiarati abbattuti dalle difese aeree si aggiunsero altre 5 vittorie rivendicate contro i grossi Mi-8 e 24 da parte degli Skyhawk (9 e 25th sqn) e i Mirage del 18 e del 61 ne dichiararono altri 13, più 2-3 da parte degli Hawk da addestramento del 12th Sqn. Le vittime furono colpite per lo più mentre tentavano di nascondersi tra gli edifici della città e sia dai cannoni che dai missili Magic Mk.2. Nel frattempo i potenti Chieftain di una brigata fermarono una divisione meccanizzata irakena diretta verso la capitale. I caccia irakeni erano troppo lontani per intervenire e proteggere i loro elicotteri e truppe terrestri. Poi arrivarono i MiG-23BN (alcuni aggiornati allo standard BK) e Su-22 che causarono danni limitati ai campi d'aviazione kuwaitiani, dato che questi erano ben protetti sia passivamente che dalle difese antiaeree, che reclamarono 12 abbattimenti. I caccia di scorta MiG-29 e Mirage F.1 irakeni incontrarono gli Skyhawk, ma senza che vi fossero combattimenti aerei. Al suolo rimasero distrutti due-tre aerei kuwaitiani da combattimento tra bombardamenti d'artiglieria e attacchi aerei.

In ogni caso, altri attacchi avrebbero avuto luogo mettendo fuori uso la base di al-Jaber e gli A-4 continuarono gli attacchi aerei operando dalla vicina autostrada, ma essa era piuttosto sottile per le operazioni di volo di questi pur piccoli aerei. In seguito almeno 6 scapparono in Barhain. I Mirage scapparono in Arabia Saudita e pochi aerei ed elicotteri rimasero a combattere, assieme a piccole unità di mezzi terrestri. Ma tutto questo aiutò la famiglia reale a scappare all'estero.
I MiG-29 erano stati usati da una delle due unità che all'epoca li avevano, forse una trentina in tutto rispetto ai 130 in ordine; lo squadrone che li usava operava da Tallil. Non ottennero tuttavia vittorie aeree (né i Mirage), forse perché preoccupati di non avvicinarsi troppo ai siti di missili HAWK kuwaitiani. Al tramonto, era già bell'e finita. I reparti irakeni entrarono a Kuwait City e all'aeroporto internazionale, dove tra le vittime vi fu un 747 della British Airways. Altri mezzi vennero catturati, come 6 Hawk, 5 A-4 e 6-8 Mirage nonché un L-100 (il C-130 civile). Ancora durante la notte tra il 2 e il 3 agosto alcuni Super Puma vennero usati per rifornire di munizioni le unità terrestri isolate, che combattevano ancora. Ma oramai era la fine, tanto che anche le 4 o 5 batterie di HAWK presenti vennero catturate dagli Irakeni, che poi le avrebbero usate limitatamente contro gli Alleati, nella successiva guerra contro la Coalizione. I 3 elicotteri Super Puma ancora presenti in azione andarono perduti per varie cause, mentre 3 dei 4 L-100 scapparono (il quarto sarebbe stato distrutto da un Buccaneer con una LGB, durante Desert Storm).

Gli ultimi combattimenti ebbero luogo nel pomeriggio del 4 agosto, quando i possenti carri Chieftain e i piccoli A-4 vennero catturati o costretti a scappare in Arabia Saudita. La KAF aveva perso in tutto solo il 20% della sua forza, circa 8 Mirage, 3 A-4, 2-3 elicotteri distrutti. Il resto, tra cui Mirage F.1, A-4 ed Hawk, formò poi la 'Free Kuwait Air Force' o FKAF. Invece la Marina Kuwaitiana andò persa praticamente al completo, incluse le moderne motocannoniere missilistiche armate di Exocet e cannoni OTO da 76 e Breda-Bofors da 40. In seguito queste navi vennero distrutte dagli attacchi aerei alleati, tanto che la marina dovette ricominciare con le piccole motovedette armate di Sea Skua del tipo superficie-superficie.

Così la battaglia era finita in circa 3 giorni, ma le conseguenze politiche di avere lasciato scappare i Reali Kuwaitiani innescò poi un processo politico devastante per l'Irak di S.Hussein, che per quanto reclamasse la sua 25ima provincia irredenta, non era in grado di giustificare la sua azione di fronte alla comunità internazionale, molto preoccupata dagli strepiti degli emiri della zona, ricchi per quanto privi di democrazia, ma che avevano ragione di temere per la propria incolumità dopo l'aggressione che improvvisamente fece diventare Saddam un 'cattivo assoluto' agli occhi dell'opinione pubblica, dopo che per anni era stato considerato il campione dell'Occidente contro il male rappresentato dalla teocrazia di Khomeini.

Ci si potrebbe chiedere come combatterono i Kuwaitiani. Al di là della dichiarazione di vittorie della contraerea e della caccia (contro elicotteri), per un totale di 32 elicotteri e 12 aerei (ma sono dati piuttosto difficili da confermare, a dire il minimo; per esempio, stabilire chi abbia abbattuto cosa non è mai facile).

Le forze armate del Kuwait, come quelle saudite che ne erano quasi la versione 'scalata' in alto (per esempio con i Lighting, usciti dal servizio negli anni '80), godevano delle ricchezze derivate dal petrolio, che erano tuttavia più in grado di accrescere le ricchezze materiali che formare una componente numerosa di soldati esperti e ben addestrati (per i Sauditi non fu diverso, in fondo: al 1990 continuavano ad avere una drastica carenza di uomini in armi, cosa anche peggiorata con il successivo aumento degli armamenti richiesti con mega-ordini del 1990-92). L'organizzazione della KAF era la seguente:

* 9 Sqn: A-4KU/TA-4KU Ahmed al-Jaber AB
* 12 Sqn: Hawk T.Mk.64 Ahmed al-Jaber AB
* 18 Sqn: Mirage F.1CK/F.1BK Ali al-Salem AB
* 25 Sqn: A-4KU/TA-4KU Ahmed al-Jaber AB
* 61 Sqn: Mirage F.1CK-2/F.BK-2 Ali al-Salem AB
* ? Sqn: SA.342K Gazelle
* ? Sqn: SA.330H Puma/SA.330F Super Puma
* ? Transport Sqn: L-100-30

Quanto al settore terrestre, anch'esso era senza dubbio a sua volta, ben armato ed equipaggiato (e lo è stato anche dopo con gli M1 Abrams e i Desert Warrior, decisione salomonica per 'ricompensare' i due principali alleati: M1 Abrams anziché Challenger per i carri, i britannici Warrior anziché i Bradley come IFV).

In tutto c'erano complessivamente ben 165 carri Chieftain di ultimo modello (secondo altre fonti 150), del tipo Chieftain Mk 5/5K, ordinati nel 1971, potenti carri armati con un cannone L11 rigato e il sistema IFCS computerizzato e con telemetro laser della Marconi britannica. Erano mezzi all'altezza quantomeno dei T-72 e superiori agli altri tipi irakeni, a parte semmai i Chieftain Mk 5 catturati agli iraniani; per il resto c'erano anche 70 Vickers Mk.1, 45 carri leggeri Scorpion per un totale di 280 carri circa.

La componente leggera comprendeva 231 M113, 130 APC Saracen, 100 blindo Saladin, 20 blindo Ferret e 56 potenti cacciacarri M901 con torre binata per i missili TOW; le artiglierie comprendevano 18 M109, i missili c.c. i TOW, HOT e Vigilant. C'erano 200 carri M84A yugoslavi in ordine, alcune decine dei quali consegnati poi alle forze del Kuwait libero, di cui sono stati i principali carri armati del dopo-invasione.

Insomma, un totale di 280 carri, 120 blindo, 56 cacciacarri, 361 APC, una forza tutt'altro che disprezzabile anche se non sufficiente per affrontare tutta la forza d'invasione nemica, che peraltro ebbe un appoggio effettivo molto ridotto per la propria componente terrestre. Nell'insieme avrebbero potuto offrire maggiore resistenza anziché cedere la capitale in un giorno, e non c'era la scusa della 'sorpresa' che teoricamente non doveva avere luogo data la tensione in atto da mesi. Di fatto gli Irakeni travolsero le difese, e nonostante l'azione di unità isolate (per esempio, un Saracen respinse 3 carri T-55 mettendone KO uno con le granate HESH del suo 76 mm), vinsero senza troppi patemi. A quel punto però la partita passava alla politica e qui non fu possibile archiviare un successo. La marina kuwaitiana, più potente e moderna della componente irakena (rimasta priva della flotta ordinata alla Fincantieri, le famose 4 fregate e 6 corvette, più il rifornitore di squadra del tipo 'Stromboli', rimasto a languire in Egitto), non ebbe ruolo alcuno e venne catturata.

Tra i materiali presi figuravano anche delle sorprese. Alcuni prototipi del blindato ruotato Steyr Pandur austriaco erano in Kuwait all'epoca per le prove e vennero catturati. Anche più notevole fu che, oltre alle batterie HAWK, erano presenti anche delle batterie a corto raggio ASPIDE, comprate praticamente senza che se ne sapesse nulla. Tant'é che ha fatto notizia solo che i Kuwaitiani hanno richiesto batterie sostitutive di tali armi dopo la guerra, armi di cui non si sa assolutamente niente né dell'impiego né del destino.







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Versione delle 16:27, 17 feb 2009

Indice del libro

Già terra di civiltà da oltre 5.000 anni a questa parte, l'odierno Irak è l'erede diretto di una lunghissima tradizione culturale, ma purtroppo, anche della difficoltà che da tempo immemorabile questa terra pone in termini di governabilità. Nell'ultimo secolo ha visto innumerevoli, usualmente violenti, colpi di stato e rivoluzioni, mentre la sua ricchezza di materie prime e di acqua non ha impedito di precipitare negli ultimi decenni in una gravissima crisi politica, con guerre disastrose. Il territorio irakeno non è praticamente difendibile da un invasore, non più che ai tempi dell'arrivo dei Mongoli nel XIII secolo. Vaste pianure senza praticamente passi o gole obbligate impediscono una efficace difesa dei lunghi confini, mentre le conseguenze della suddivisione post-coloniale non hanno fatto altro che aggravare le tensioni con i vicini, per non parlare della questione kurda, mai risolta nemmeno con la forza. Come se non bastasse, la gente di queste terre ha fama di ingovernabilitità da tempi immemorabili, e questo non ha agevolato la nascita di un governo democratico, ma piuttosto di autocrazie di tipo militare e rigidamente attaccate al proprio potere. L'ultimo Rais è, come noto, Saddam Hussein. Anche con lui la storia si è ripetuta: la politica aggressiva verso l'esterno, che ha portato vittorie con occupazioni di altri territori, sconfitte che hanno portato ad occupazioni straniere.

Gli inizi

La terra dei Due fiumi è assurta a stato indipendente prima della Seconda guerra mondiale, all'epoca della quale aveva già proprie forze armate, e in particolare era nota l'aviazione irakena. Infatti, il potenziamento aveva interessato l'acquisto di diverse macchine italiane, americane e inglesi.

Ancora provincia dell'Impero Turco fino al 1918, (nota come Mesopotamia) ebbe poi mandato britannico fino al 1927. Nel 1932 l'Irak entrò nella Società delle Nazioni, l'antisignana dell'attuale ONU. Dal 1931 l'Irak cominciò la sua lunga tradizione nell'aviazione militare, quando i primi pochi piloti entrarono alla Central Flyng School, Gran Bretagna. I primi 5 aerei erano de Havilland DH.60T Gipsy Moth. Dopo avere portato questi apparecchi in Irak, essi vennero impiegati assieme a quelli inglesi contro gli sceicchi Ahmad e Mahmoud inquadrati nel 1 Squadron della Royal Iraqui Air Force (almeno nella traduzione inglese). Altre 4 macchine arrivarono in seguito, ma gli impegni previsti erano troppo elevati per queste macchine e nel 1933 arrivaron anche 8 bombardieri leggeri D.H.84 Dragon, armati con tre mitragliatrici da 7,62 e 12 bombe leggere da 7,26kg, nonché alcuni Puss Moth con 4 bombe dello stesso tipo. I Gipbsy Moth arrivarono a 12 in breve tempo. Nel 1936 arrivarono 24 HAwker Audax nella versione Nisr.

Con una missione guidata in Italia dal colonnello Jewad vennero comprati numerosi apparecchi. All'epoca l'Italia aveva grande prestigio per i suoi aviatori e aerei, e l'export era una forte realtà. Così vennero comprati 15+1 di rimpiazzo per un incidente Breda Ba.65 biposto, 13 con torretta difensiva L e due biposto a doppi comandi. 5 S.79B bimotori vennero comprati come macchine 'pesanti' e uno ulteriore per sostituire un'altra macchina distrutta in un incidente in Italia. Vennero comprati anche 15 motori di ricambio. Notare che tutti questi aerei avevano i Fiat A.80 da 1.000 hp, visto che l'S.79B era diverso dal trimotore S.79 con motori AR.125. Il tentativo di pagamento con datteri non ebbe successo, certamente all'epoca l'Irak non era una petrocrazia come accadde in seguito, ma un Paese molto povero. Sempre nel 1937 molti esponenti pro-Asse vennero uccisi a Baghdad tra cui Jewad, e l'Irak tornò filoinglese. Vennero così comprati 15 bombardieri Douglas-Northrop DB.8A-4, 15 Gloster Gladiator, aerei leggeri come l'Avro Anson, Dragon Rapide e Dragon Fly.

Nel 1940, dopo tutti questi cambiamenti l'RFAI era una forza di tutto rispetto per gli standard regionali, con 6 squadroni:

  • 1° con i Nisr, basato a Mosul
  • 2°, bimotori leggeri vari
  • 3° scuola e collegamenti
  • 4° Gladiator, Kirkuk
  • 5°, S.79B e Ba.65 a El Rashid
  • 7°, Douglas DB-8, sempre a El Rashid

Con queste forze nel 1941 gli Irakeni, a seguito di un altro sconvolgimento politico con l'arrivo al potere di Rashid Alì, pro-asse, che tentò un'insurrezione contro gli inglesi, ancora basati in Irak con alcune forze di guarnigione, per esempio, alla base di Habbaya. Gli Inglesi contrattaccarono efficacemente e sconfissero rapidamente gli insorti, tanto che il 30 maggio Alì perse la vita. A quel punto, congiuntamente con i sovietici gli inglesi decisero di invadere anche l'Iran, mentre nel frattempo avevano regolato i conti con la Siria, accusata di agevolare le forze dell'Asse. Tutto questo con pochissime forze mentre l'Asse mandò pochi rinforzi, essendo ancora più in difficoltà, agli irakeni. Nulla valse e per quando gli aviatori italo-tedeschi arrivarono la pur cospicua aviazione irakena era già pressoché distrutta. Fino al 1946 gli inglesi occuparono l'Irak, poi si ritirarono e l'Aeronautica irakena ricominciò ad esistere, ancora una volta, con piloti addestrati ed aerei forniti dalla Gran Bretagna. Tra i velivoli, 30 modernissimi Hawker Fury equipaggiarono nella versione tropicalizzata (chiamata anche 'Baghdad Fury') il 1,4 e 7à Squadron, rimpiazzando i superstiti Gladiator. Infatti le forze armate irakene non erano state totalmente cancellate, ma ridotte ad una funzione poco più che simbolica. . Seguirono bimotori da trasporto Bristol 170, 7 DH-104 e monomotori Auster AOP-6. Arrivati nel 1951 anche 20 addestratori Chipmunk, nel 1953 finalmente si giunse all'era dei jet con 12 Vampire FB.52 per il 5° Sqn., la più importante unità irakena. Il 6° Sqn ebbe l'anno dopo i Venom. I primi due elicotteri erano i Westland Dragonfly per il 3°. Nel 1955 arrivarono gli addestratori Jet Provost T.53 e altri apparecchi, e nel 1957 i primi Hawker Hunter F.6, prima 5 regalati e poi uno squadrone completo pagato dagli irakeni. Con il Patto di Baghdad si creò il CENTO, simile alla NATO e in funzione antisovietica. GLi USA volevano fornire 18 F-84G come ricompensa, perché l'Irak era parte di questo patto, ma nel 1958 si arrivò alla svolta: il 14 febbraio venne proclamata la Federazione araba, unendo l'Irak con la Giordania, e come re salì al trono Feisal II. Già il luglio successivo una nuova rivoluzione depose il monarca e avvicinò l'Irak non solo a posizioni anti israeliane, ma anche all'URSS. Le forze armate cominciarono ad essere equipaggiate con materiali sovietici in quantità ma restarono fedeli all'ordinamento di tipo britannico sia per l'aviazione che per l'esercito. La marina irakena non ha mai avuto una grande consistenza e importanza a causa della ridottissima costa assegnata allo Stato, visto che la reclamata 25° Provincia irakena era stata 'autorizzata' dalla Gran Bretagna ad essere uno stato indipendente, il Kuwait sotto la guida della dinastia di Emiri. Esso da solo, pur essendo uno stato piccolo, sbarrava all'Irak quasi totalmente l'accesso al Mare, essendo questo Paese incuneato tra l'Arabia Saudita e la Persia.

Nel frattempo l'Esercito irakeno era a sua volta stato fondato cercando di emulare l'ordinamento britannico. Nel 1941 esso aveva una forza di 4 divisioni, molte autoblindo e numerose artiglierie. Nonostante questo, quando venne messa sotto assedio la base aerea di Habbaya gli inglesi, dopo circa un mese in cui cercarono di rafforzarsi, sbaragliarono le forze irakene, più numerose e avvantaggiate dal combattere 'in casa', e le inseguirono fino a Baghdad deponendone il governo, come già accennato nel paragrafo dell'aviazione.

Nel dopoguerra le forze terrestri irakene vennero potenziate notevolmente, e presto vennero equipaggiate con materiale sovietico.

1948

RIAF (Royal Iraqui Air Force)

  • 6 Hawker Bhagdad Fury (3 girati all'Egitto)
  • 6 Avro 652A Anson
  • 6 aerei Bristol Freighter Mk.31M
  • 7 D.H. Dove
  • alcuni T-6
  • Alcuni Auster AOP

1961: crisi con il Kuwait

Sotto controllo britannico dal 1899, il Kuwait rimase formalmente nell'Impero ottomano fino al 1918, e infine nel 1961 divenne indipendente con l'Emiro al-Sabah, ma il 25 giugno il dittatore irakeno dell'epoca Ad al-Quarim Quassem dichiarò che il Kuwait era territorio irakeno. Ma all'epoca non c'erano molte forze disponibili per rinforzare tale volontà di 'liberare gli abitanti del Kuwait'. L'Aviazione irakena nel '61 era reduce dal colpo di stato del 14 luglio 1958, in cui il re Feisal III e altri personaggi, tra cui il Primo ministro della Giordania, vennero uccisi dal colpo di stato ordito di al-Rashid e molti alti ufficiali, com il comandante Razzak dell'aviazione irakena, vennero imprigionati per anni. L'Aviazione era stata rinforzata durante gli anni '50 con mezzi quali 12 Vampire FB.Mk 52 e 6 T.Mk 55 e 19 Venom FB.Mk.1 e 50, e infine 15 Hunter F.Mk.6, questi ultimi forniti grazie all'aiuto finanziario britannico, e persino 5 F-86 appena prima del colpo di stato, per il quale questi -i primi e unici caccia americani per gli Irakeni- finirono per non entrare mai in servizio. In seguito questi caccia vennero rimandati negli USA. Così i caccia inglesi erano gli unici disponibili, in particolare i Venom FB.52 entrati in servizio dal '53 con il No.5 Sqn di al-Rashid AB, vicino a Baghdad. I Venom FB.1 e 5 vennero forniti nel '54 e nel '56 con il No.6 di Habbaniyah (poi Talmuz), dove erano presenti anche i reparti inglesi fino al '58. Quassem era vicino alla politica sovietica, all'epoca vista largamente come alternativa al colonialismo occidentale, tanto che nel '58 giunsero i primi 14 MiG-17F che giunsero per il No.5 Sqn allorché il No.1 volava ancora con i vecchi caccia Fury FB.11. Nel contempo il No.3 era dotato di aerei Il-14, Mi-1 e 4, e Dragonfly, il tutto per compiti di trasporto. Il No.5 ebbe i MiG e i suoi Venom al No.6. A quel punto gli squadroni erano armati con Venom (No.5), Hunter (No.4), MiG-17(No.6), No.7 (Fury). Gli Hunter F.Mk.6 erano ex-RAF, mentre il MiG-17F

Con una simile redistribuzione delle poche risorse, l'Aviazione non aveva nessuna grande capacità operativa nel '61.

I Britannici furono molto rapidi nel muoversi in aiuto del piccolo stato arabo, all'epoca pressoché disarmato. Dovettero mandare aiuti per mare perché gli Stati dell'intorno non erano disposti a lasciar volare gli aerei da trasporto britannici e la HMS Bulwark con il 42th Commando Battalion a bordo e la scorta data da tre fregate, provenienti da Karachi. Presto vennero mobilitate altre risorse in Kenya e Aden, nonché Cipro. I due squadroni di Hunter di Aden e Nairobi (Kenya), trasporti aerei di tutte le categorie ad Aden e quant'altro vennero messe in azione e inviate in Kuwait, dove c'era solo un mal equipaggiato aeroporto e porti con ridotta capacità di carico. Il 29 giugno già cominciarono i movimenti di truppe, persino prima del giorno 30, quando il Kuwait chiese ufficialmente aiuto. Subito arrivarono aerei di vario tipo come gli Shakleton del No.37 sqn; elementi della 24a Brigata giunti dal Kenya con aerei come i Comet civili e quelli del No.3 Sqn della Rhodesia. Infine il 1 luglio la Bulwark era arrivata nel Golfo prendendo in carico i Whirlwind del No.848 NAS a bordo. In seguito arrivarono una serie di altri aerei come 4 Camberra del No.88 e altri 8 del 213, entrambi giunti in Barhain. Trasporti di ogni tipo portarono in azione il 2nd Airborne Battalion, mentre i Camberra PR.7 eseguivano voli di ricognizione.

Il problema era il calore enorme della stagione, con temperature che arrivavano a 50 gradi, associate a tempeste di sabbia capaci di ridurre la visibilità a qualche centinaio di metri al meglio, tanto che un Hunter si schiantò al suolo. C'erano problemi di ogni tipo, per esempio il comando erano in Barhaim ad oltre 500 km di distanza, i sistemi di comunicazione dell'Esercito erano i VHF della RAF e UHF per la Navy. La situazione era difficile, ma l'arrivo della HMS Victorious con Sea Vixen e Gannet finalmente aumentò le capacità operative britanniche, grazie anche a i Gannet AEW da scoperta aerea. Il 18 luglio venne sbarcato un radar mobile in Kuwait del tipo SC 787. Il 20 luglio, gli Irakeni non erano ancora passati alle vie di fatto, e così entro settembre i britannici si ritirarono dalla zona mentre la Victorious era stata rimpiazzata dalla Centaur. Alla fine, il 19 ottobre, i britannici vennero ritirati e sostituiti dalla Lega Araba. Nel frattempo l'Irak si ritenne troppo debole e volle altri aiuti dall'URSS, che già l'anno successivo mandò 12 MiG-21F-13 e 40 MiG-19, più 12 Il-28. A tutt'oggi è difficile capire se l'Irak volesse davvero occupare il Kuwait, ma i britannici con la loro rapida reazione risolsero il problema senza sparare un colpo.


1967

IrAF:

  • 20 MiG-17F
  • 15 MiG-19
  • 20 MiG-21PF
  • 33 Hunter FGA Mk.59A
  • 10 Iljuscin Il-28 'Beagle'
  • 12 Tupolev Tu-16 'Badger'

1984 circa

Dopo circa 4 anni di guerra, l'Irak e l'Iran erano agli angoli di un ring insanguinato, stanche e indebolite da una guerra ferocissima, che esattamente come la Prima guerra mondiale iniziò con avanzate rapide ed effimeri successi, solo per terminare in una guerra di logoramento inefficiente ed inutile, nonostante, si badi bene, che l'arma che avrebbe dovuto superare l'impasse, ovverosia il carro armato, era stata nel frattempo inventata. Eppure, sul territorio senza copertura, un nuovo nemico era in grado anche di neutralizzare il carro, ovvero il cacciabombardiere tattico, o più semplicemente, i campi minati.

Esercito

Esso comprendeva, all'epoca, 475.000 uomini, in larga parte di leva, con le riserve di circa 100.000 uomini richiamate anch'esse in azione. La grande massa dell'esercito era costituita dall'etnia sunnita, ritenuta la più affidabile al regime, ma anche una delle meno numerose, con circa il 20% della popolazione irakena. La situazione, quindi, era più difficile anche di quello che si poteva intuire da questi numeri, per non parlare della rivolta kurda sempre attiva al Nord del Paese, in un territorio montuoso e difficile.

La ripartizione comprendeva un totale di 4 corpi d'armata che avevano:

  • 4 divisioni corazzate
  • 4 divisioni di fanteria meccanizzata
  • 6 divisioni di fanteria, inclusi quelli da montagna
  • 2 brigate corazzate della Guardia Repubblicana per la protezione del presidente
  • 3 brigate speciali
  • 9 brigate della riserva
  • 15 brigate di fanteria dell'esercito popolare

Dotazione:

  • Armi portatili essenzialmente di tipo sovietico, ovvero AK-47 e derivati, RPK, PK, mitragliatrici DshKM da 12,7mm, razzi RPG-7.
  • Corazzati: oltre 2100 tra T-54, 55, 62, 72, Tipo 69 e PT-76, carri Chieftain di preda bellica
  • Corazzati leggeri: tutti i veicoli corazzati sovietici del tipo BTR-40/50/60/70, BMP-1 e fors'anche BMP-2, OT-64 cecoslovacchi, EE-3, 9 e 11 brasiliani, M3 e VCR francesi
  • Artiglieria: oltre 3.500 pezzi sovietici M-1937, D-30, 2S1 da 122mm, D-20 e altri tipi da 152mm, GCHN da 155mm, semoventi GCT da 155mm.
  • Armi controcarri: lanciarazzi RPG, cannoni SR SPG-9, missili AT-2,3, 4, forse AT-5. Missili HOT, MILAN, Swingfire, SS.11
  • Armi contraerei: centinaia di pezzi da 14,5 mm ZPU, da 23mm ZU, da 57 mm S-60, cannoni anche di calibro maggiore, forse K-19 da 100mm armi da 85mm. Semoventi ZSU-23-4, ZSU-57-2, missili SA-2,3, 6, 7, 8, 9, Roland su scafo M3.
  • Mortai: pezzi sovietici e forse anche francesi fino al 160, forse 240mm.

L'esercito continuava ad essere efficiente e ben equipaggiato da armi che arrivavano da decine di fornitori, ma il morale non era necessariamente buono, tanto che parte delle forze era usata per controllare il fronte interno, prevenire i golpe ai danni di S.Hussein e via discorrendo. Normalmente dovrebbe essere la milizia popolare a fare questo lavoro, ma evidentemente non bastava e l'impiego dell'esercito regolare in tali operazione era un chiaro segnale delle difficoltà riscontrate, specie con gli sciiti e ancora di più con i kurdi.

Aeronautica

La IrAF era ancora una forza potente, con 38.000 uomini, ordinati, giusto come l'esercito, in una struttura di tipo britannico, ma con equipaggiamento prevelentemente orientale. Nonostante le perdite, restava molto più efficiente di quella iraniana alla stessa epoca.

Organizzazione:

  • 2 gruppi bombardieri con forse 7 Tu-22 e 5 Il-28 (un tipo per gruppo)
  • 5 gruppi intercettori con MiG-23MF, MS e MiG-21, oltre che MiG-25 e Mirage F.1
  • 11 gruppi d'attacco con Hawker Hunter FGA.Mk 59, Su-7, Su-20, Su-22, MiG-23BN, F-6
  • 1 gruppo ricognizione con MiG-25R(B)
  • 2 gruppi trasporti con Il-14, An-2, An-12, Il-76, Tu-124
  • 11 gruppi elicotteri con Mi-3, Mi-6, Mi-8, Mi-24, BO 105, Wessex, Aluette III, Super Frelon, Gazelle.

Marina

Piccola forza costiera, ma data la ridottissima costa irakena la cosa non dovrebbe stupire. Essa era parte integrante dell'esercito, e comprendeva 4000 uomini, sempre secondo le stime occidentali note (come per tutte le altre informazioni sull' Irak). La sua piccola flotta comprendeva le navi superstiti alle precedenti battaglie aeree. Comprendeva:

  • 1 fregata d'addestramento
  • 8 navi 'Osa' missilistiche
  • 3 grosse navi pattuglia 'OS-1'
  • 6 siluranti P-6
  • 6 navi da pattugliamento costiero
  • 5 dragamine T-43
  • 3 mezzi da sbarco mezzi corazzati


La crisi con il Kuwait atto secondo: l'invasione del 1990

Ma la crisi successiva, nel 1990, gli Irakeni avevano ben altre intenzioni. Il Kuwait, circa 1,6 milioni di abitanti e 14.000 km2, era diventato uno sceiccato indipendente della famiglia Al-Sabbath, ma la sua gestione politica era britannica fin dal tardo '800 e nel '61 il Kuwait divenne indipendente a tutti gli effetti, ma appena una settimana dopo l'Irak era già a dichiarare il Kuwait come sua 25ima provincia. D'altro canto il Kuwait era proprio messo apposta lì, per ridurre quasi a niente l'accesso al mare di Baghdad. Nel frattempo la scoperta di abbondante petrolio lo aveva reso ricco e questo sollecitò l'intervento britannico quando gli irakeni lo minacciarono di annessione.

Dopo la crisi i britannici cominciarono a fornire armi ai Kuwaitiani, non molto, ma pur sempre 4 elicotteri Whirlwind e 6 Jet Provost T.51 e poi nel '69 11 Hunter F.57 e poi i possenti Lighting F.53 multiruolo, che però erano inefficaci se usati da una forza aerea del genere, così poco organizzata ed efficiente. Così l'assistenza britannica fu sempre utile per mantenerli in efficienza. In tutto 12 .Mk.53 e due T.55, ma nel '68 i ben più ragionevoli Strikemaster Mk.83 aiutarono finalmente i Kuwaitiani ad avere una maggiore preparazione aerea per la loro aviazione. Di fatto, l'affare Lighting fu un fallimento per i britannici. Dopo che questi quasi obbligarono Sauditi e Kuwaitiani a comprare i loro aerei bisonici, con l'obiettivo di ottenere i soldi per finanziare i 50 F-111K, di fatto successe che poi, per mantenere efficienti gli aerei i britannici si dovettero impegnare spendendo soldi e così assistendo gli arabi del Golfo finirono per annullare i guadagni ottenuti. Quanto ai rapporti con gli Irakeni, questi furono molto difficili anche negli anni successivi, tanto che nel marzo del '73 vi furono dei conflitti di frontiera perché gli Irakeni volevano maggiore spazio per la loro base navale di Omm ol-Qasr, cogestita coi sovietici. Anche per questo i Kuwaitiani ordinarono nel '74 18 Mirage F.1CK e due BK, più 24 SA.342K Gazelle e 30 A-4KU (più 6 TA-4KU) e missili HAWK. I primi A-4 Kuwaitiani , autorizzati il 20 gennaio 1975 dal governo americano, con motori potenziati ma senza sistemi eletrronici avanzati come quelli per armi nucleari, missili Walleye e Shrike. Essi volarono il 14 dicembre 1976 e poi consegnati tramite la Gran Bretagna e poi con due squadroni servirono nella KAF, ma nel 1984 erano talmente poco usati che si voleva anche venderli. I 'serial' erano 500-530.

I primi Mirage F.1 ebbero i primi serials 701-718 consegnati nel 1977-79 e poi i BK erano i 771-772; assieme vennero consegnati i missili R.530 e R.550, poi aggiornati negli anni '80 allo standard F.1CK-2 con i missili Super R.530F e infine attorno al 1980 erano stati persino aggiornati con i Super R.530D come l'ultimo lotto di Mirage F.1 irakeni. Altri aerei vennero consegnati nel 1983, 13 più 4 BK e 6 AS.332F Puma con i missili Exocet. Scartati degli Alpha Jet costruiti in Egitto, chiesero 12 Hawk T.Mk 64 e poi aumentarono i rapporti di cooperazione con gli USA, tanto da ordinare nel 1989 32 F-18C e 8 D. I Mirage F.1CK-2 vennero anche muniti di missili Magic Mk.2 nei tardi anni '80, di cui pare che gli Irakeni avrebbero catturato 50 esemplari, cosa che causò qualche preoccupazione per gli americani, visto che i Mirage Irakeni avevano a loro volta tale armi ma nella versione Mk.1, e che gli Irakeni ebbero cura di catturare i Mirage F.1 Kuwaitiani e metterli poi in servizio per la propria aviazione. Nonostante tutti gli aggiornamenti, il sistema militare del Kuwait era inteso più che altro per la difesa della famiglia reale.

Durante la guerra con l'Iran, il Kuwait supportò proprio il regime irakeno, data la minaccia potenziale che la minoranza sciita nel Paese era in grado di porre al dispotico regime; a maggior ragione, dopo l'inizio ufficiale della guerra, l'Iran attaccò direttamente il piccolo stato regionale il 12 e il 16 novembre 1980 contro obiettivi di frontiera con la sua indebolita ma ancora temibile aviazione (da parte del Phantom E del TBF.6 di Bushehr con vari missili Maverick) e poi ancora nell'aprile del 1981 da tre Phantom. Per evitare perdite civili o comunque non necessarie, prima i caccia sorvolavano gli obiettivi e così facendo, davano tempo a chi avesse gambe di scappare dagli edifici obiettivi degli attacchi e nonostante le dichiarazioni di avere abbattuto almeno uno degli attaccanti, nemmeno venne aperto il fuoco contro di loro, data l'assenza di difese aeree efficienti in zona sia irakene che le stesse kuwaitiane. Ma nonostante le intimidazioni i Kuwaitiani continuarono a finanziare l'Irak, per esempio nell'autunno del 1981 con un prestito di 2 miliardi di dollari. Già il 1 ottobre 1981 i Phantom iraniani ritornarono colpendo la raffineria di Umm Aayash, senza reazioni. Di fatto ci si rendeva conto di come questi attacchi erano l'inevitabile effetto delle scelte del regime del Kuwait, specie nel 1986-87 quando venne catturata la penisola di Faw tagliando fuori l'accesso al mare dell'Irak e che lo costrinse ad usare i porti sauditi e kuwaitiani e di usare dal 1986 il loro spazio aereo per le proprie operazioni di volo, e persino l'uso degli aeroporti per gli atterraggi d'emergenza, purché non armati. Così spesso i piloti irakeni atterravano di proposito dopo che erano intercettati dai caccia iraniani che si gettavano al loro inseguimento. Altre volte i caccia irakeni atterrarono fino a Dharhan dopo avere avuto problemi di rifornimento in volo durante le loro azioni a lungo raggio fino al golfo di Hormuz.

Questo supporto era in teoria una doppia garanzia, quella della difesa contro le eventuali mire dell'Iran e quelle dell'Irak stesso, che era sempre interessato ad annettersi il piccolo Paese, ma che così poteva forse essere 'tenuto buono'. Poi le cose andarono male verso la fine degli anni '80: la guerra era finita e il Kuwait rivoleva indietro i suoi 'prestiti di guerra' che ovviamente Saddam considerò 'pagati' con il sangue dei suoi soldati. Nel luglio 1989 volarono accuse grosse sull'uso che il Kuwait stava facendo del petrolio che riceveva dall'Irak rivendendolo a basso prezzo. La situazione si stava complicando e c'erano le avvisaglie di eventuali problemi, mentre l'indebitato Irak continuava la sua corsa al riarmo. Una combinazione fatale, ma la USS Indipendence, presente nel Golfo, venne mandata fuori dal Golfo Persico, lasciando a quel punto mano libera agli irakeni, o così loro interpretarono tale gesto. Fino a che, il pomeriggio del 1 agosto, fecero la mossa fatale.

Gli Irakeni avevano pianificato l'attacco con le esperienze degli ultimi 18 mesi di guerra contro l'Iran e l'uso di vecchi piani britannici degli anni '50 debitamente aggiornati. L'unica cosa che venne omessa fu l'uso di armi chimiche, che erano parte della dottrina irakena almeno dal 1987. In sostanza, occupare il Kuwait sarebbe stata una questione di un breve attacco aereo, bombardamenti d'artiglieria a lungo raggio e poi l'assalto via terra. Questo avrebbe comportato l'uso di commandos e un elisbarco sul Kuwait City che avrebbe dovuto fare prigionieri i membri della Famiglia reale, cosa che se attuata avrebbe cambiato in effetti il corso degli eventi. Come se non bastasse, 4 divisioni della Guardia Repubblicana, la migliore parte dell'esercito irakeno, sarebbero entrati dentro il territorio di cui due verso la capitale Kuwait City e due per tagliare fuori la capitale dal confine saudita.

Alle 2 di notte del 2 agosto iniziò il bombardamento delle basi aeree come Ali al-Salim, mentre 3 delle divisioni entravano nel confine. Con le basi dei Mirage colpite direttamente, le forze armate kuwaitiane, nonostante gli allarmi delle settimane precedenti, erano state colte ancora del tutto impreparate, malgrado l'ammassarsi di 50.000 soldati ai confini segnalato, tra l'altro, anche dai satelliti. Cosa che del resto si potrebbe dire anche della presidenza Bush, che era rimasta inerte, se non connivente, nonostante gli sviluppi del caso. All'alba di quel giorno le televisioni mostravano in diretta l'arrivo di forse 50 elicotteri Mi-8 che filavano giù dalle loro fusoliere i commandos irakeni, in una vera e propria blitzkrieg ben eseguita. Scortati da elicotteri Mi-25 e BO-105. Ma a quel punto reagirono alcune difese aeree. Mentre è stato detto che i Mirage eseguirono giusto un breve passaggio a fuoco sulle colonne nemiche prima che queste occupassero le loro basi, due batterie o più di HAWK migliorati iniziarono a sparare contro gli elicotteri, bersagli facili in quanto privi di ECM e di copertura da parte di un territorio che aveva solo gli edifici come parte in rilievo. Numerose pare siano state le perdite degli aerei, ma non è chiaro per quali ragioni. Vi sono fonti che dicono che la maggior parte dei velivoli sia stata abbattuta dai missili, altre che parlano dell'intervento dei Mirage F.1 che cominciarono la caccia ai velivoli irakeni. Il piano d'attacco per catturare la famiglia reale fu in ogni caso rovinato e di lì a poco i superstiti dei 25 Mirage F.1 e 29 A-4KU efficienti, più 12 Hawk T.Mk.64, iniziarono il contrattacco. Ai 14 elicotteri dichiarati abbattuti dalle difese aeree si aggiunsero altre 5 vittorie rivendicate contro i grossi Mi-8 e 24 da parte degli Skyhawk (9 e 25th sqn) e i Mirage del 18 e del 61 ne dichiararono altri 13, più 2-3 da parte degli Hawk da addestramento del 12th Sqn. Le vittime furono colpite per lo più mentre tentavano di nascondersi tra gli edifici della città e sia dai cannoni che dai missili Magic Mk.2. Nel frattempo i potenti Chieftain di una brigata fermarono una divisione meccanizzata irakena diretta verso la capitale. I caccia irakeni erano troppo lontani per intervenire e proteggere i loro elicotteri e truppe terrestri. Poi arrivarono i MiG-23BN (alcuni aggiornati allo standard BK) e Su-22 che causarono danni limitati ai campi d'aviazione kuwaitiani, dato che questi erano ben protetti sia passivamente che dalle difese antiaeree, che reclamarono 12 abbattimenti. I caccia di scorta MiG-29 e Mirage F.1 irakeni incontrarono gli Skyhawk, ma senza che vi fossero combattimenti aerei. Al suolo rimasero distrutti due-tre aerei kuwaitiani da combattimento tra bombardamenti d'artiglieria e attacchi aerei.

In ogni caso, altri attacchi avrebbero avuto luogo mettendo fuori uso la base di al-Jaber e gli A-4 continuarono gli attacchi aerei operando dalla vicina autostrada, ma essa era piuttosto sottile per le operazioni di volo di questi pur piccoli aerei. In seguito almeno 6 scapparono in Barhain. I Mirage scapparono in Arabia Saudita e pochi aerei ed elicotteri rimasero a combattere, assieme a piccole unità di mezzi terrestri. Ma tutto questo aiutò la famiglia reale a scappare all'estero.

I MiG-29 erano stati usati da una delle due unità che all'epoca li avevano, forse una trentina in tutto rispetto ai 130 in ordine; lo squadrone che li usava operava da Tallil. Non ottennero tuttavia vittorie aeree (né i Mirage), forse perché preoccupati di non avvicinarsi troppo ai siti di missili HAWK kuwaitiani. Al tramonto, era già bell'e finita. I reparti irakeni entrarono a Kuwait City e all'aeroporto internazionale, dove tra le vittime vi fu un 747 della British Airways. Altri mezzi vennero catturati, come 6 Hawk, 5 A-4 e 6-8 Mirage nonché un L-100 (il C-130 civile). Ancora durante la notte tra il 2 e il 3 agosto alcuni Super Puma vennero usati per rifornire di munizioni le unità terrestri isolate, che combattevano ancora. Ma oramai era la fine, tanto che anche le 4 o 5 batterie di HAWK presenti vennero catturate dagli Irakeni, che poi le avrebbero usate limitatamente contro gli Alleati, nella successiva guerra contro la Coalizione. I 3 elicotteri Super Puma ancora presenti in azione andarono perduti per varie cause, mentre 3 dei 4 L-100 scapparono (il quarto sarebbe stato distrutto da un Buccaneer con una LGB, durante Desert Storm).

Gli ultimi combattimenti ebbero luogo nel pomeriggio del 4 agosto, quando i possenti carri Chieftain e i piccoli A-4 vennero catturati o costretti a scappare in Arabia Saudita. La KAF aveva perso in tutto solo il 20% della sua forza, circa 8 Mirage, 3 A-4, 2-3 elicotteri distrutti. Il resto, tra cui Mirage F.1, A-4 ed Hawk, formò poi la 'Free Kuwait Air Force' o FKAF. Invece la Marina Kuwaitiana andò persa praticamente al completo, incluse le moderne motocannoniere missilistiche armate di Exocet e cannoni OTO da 76 e Breda-Bofors da 40. In seguito queste navi vennero distrutte dagli attacchi aerei alleati, tanto che la marina dovette ricominciare con le piccole motovedette armate di Sea Skua del tipo superficie-superficie.

Così la battaglia era finita in circa 3 giorni, ma le conseguenze politiche di avere lasciato scappare i Reali Kuwaitiani innescò poi un processo politico devastante per l'Irak di S.Hussein, che per quanto reclamasse la sua 25ima provincia irredenta, non era in grado di giustificare la sua azione di fronte alla comunità internazionale, molto preoccupata dagli strepiti degli emiri della zona, ricchi per quanto privi di democrazia, ma che avevano ragione di temere per la propria incolumità dopo l'aggressione che improvvisamente fece diventare Saddam un 'cattivo assoluto' agli occhi dell'opinione pubblica, dopo che per anni era stato considerato il campione dell'Occidente contro il male rappresentato dalla teocrazia di Khomeini.

Ci si potrebbe chiedere come combatterono i Kuwaitiani. Al di là della dichiarazione di vittorie della contraerea e della caccia (contro elicotteri), per un totale di 32 elicotteri e 12 aerei (ma sono dati piuttosto difficili da confermare, a dire il minimo; per esempio, stabilire chi abbia abbattuto cosa non è mai facile).

Le forze armate del Kuwait, come quelle saudite che ne erano quasi la versione 'scalata' in alto (per esempio con i Lighting, usciti dal servizio negli anni '80), godevano delle ricchezze derivate dal petrolio, che erano tuttavia più in grado di accrescere le ricchezze materiali che formare una componente numerosa di soldati esperti e ben addestrati (per i Sauditi non fu diverso, in fondo: al 1990 continuavano ad avere una drastica carenza di uomini in armi, cosa anche peggiorata con il successivo aumento degli armamenti richiesti con mega-ordini del 1990-92). L'organizzazione della KAF era la seguente:

  • 9 Sqn: A-4KU/TA-4KU Ahmed al-Jaber AB
  • 12 Sqn: Hawk T.Mk.64 Ahmed al-Jaber AB
  • 18 Sqn: Mirage F.1CK/F.1BK Ali al-Salem AB
  • 25 Sqn: A-4KU/TA-4KU Ahmed al-Jaber AB
  • 61 Sqn: Mirage F.1CK-2/F.BK-2 Ali al-Salem AB
  • ? Sqn: SA.342K Gazelle
  • ? Sqn: SA.330H Puma/SA.330F Super Puma
  • ? Transport Sqn: L-100-30

Quanto al settore terrestre, anch'esso era senza dubbio a sua volta, ben armato ed equipaggiato (e lo è stato anche dopo con gli M1 Abrams e i Desert Warrior, decisione salomonica per 'ricompensare' i due principali alleati: M1 Abrams anziché Challenger per i carri, i britannici Warrior anziché i Bradley come IFV).

In tutto c'erano complessivamente ben 165 carri Chieftain di ultimo modello (secondo altre fonti 150), del tipo Chieftain Mk 5/5K, ordinati nel 1971, potenti carri armati con un cannone L11 rigato e il sistema IFCS computerizzato e con telemetro laser della Marconi britannica. Erano mezzi all'altezza quantomeno dei T-72 e superiori agli altri tipi irakeni, a parte semmai i Chieftain Mk 5 catturati agli iraniani; per il resto c'erano anche 70 Vickers Mk.1, 45 carri leggeri Scorpion per un totale di 280 carri circa.

La componente leggera comprendeva 231 M113, 130 APC Saracen, 100 blindo Saladin, 20 blindo Ferret e 56 potenti cacciacarri M901 con torre binata per i missili TOW; le artiglierie comprendevano 18 M109, i missili c.c. i TOW, HOT e Vigilant. C'erano 200 carri M84A yugoslavi in ordine, alcune decine dei quali consegnati poi alle forze del Kuwait libero, di cui sono stati i principali carri armati del dopo-invasione.

Insomma, un totale di 280 carri, 120 blindo, 56 cacciacarri, 361 APC, una forza tutt'altro che disprezzabile anche se non sufficiente per affrontare tutta la forza d'invasione nemica, che peraltro ebbe un appoggio effettivo molto ridotto per la propria componente terrestre. Nell'insieme avrebbero potuto offrire maggiore resistenza anziché cedere la capitale in un giorno, e non c'era la scusa della 'sorpresa' che teoricamente non doveva avere luogo data la tensione in atto da mesi. Di fatto gli Irakeni travolsero le difese, e nonostante l'azione di unità isolate (per esempio, un Saracen respinse 3 carri T-55 mettendone KO uno con le granate HESH del suo 76 mm), vinsero senza troppi patemi. A quel punto però la partita passava alla politica e qui non fu possibile archiviare un successo. La marina kuwaitiana, più potente e moderna della componente irakena (rimasta priva della flotta ordinata alla Fincantieri, le famose 4 fregate e 6 corvette, più il rifornitore di squadra del tipo 'Stromboli', rimasto a languire in Egitto), non ebbe ruolo alcuno e venne catturata.

Tra i materiali presi figuravano anche delle sorprese. Alcuni prototipi del blindato ruotato Steyr Pandur austriaco erano in Kuwait all'epoca per le prove e vennero catturati. Anche più notevole fu che, oltre alle batterie HAWK, erano presenti anche delle batterie a corto raggio ASPIDE, comprate praticamente senza che se ne sapesse nulla. Tant'é che ha fatto notizia solo che i Kuwaitiani hanno richiesto batterie sostitutive di tali armi dopo la guerra, armi di cui non si sa assolutamente niente né dell'impiego né del destino.