Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-2: differenze tra le versioni

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L'Ucraina aveva quindi mezzi interessanti da offrire, e più evoluti di quelli russi, grazie anche ad un motore potente, ma dai consumi ridotti (500 km di autonomia su strada); gli Indiani all'epoca ebbero molto di che preoccuparsi, perché nel loro esercito i famosi Arjun non ne volevano sapere di diventare operativi, mentre i T-72 erano invecchiati rispetto ai nuovi carri pakistani; alla fine dovettero ordinare il prima possibile i carri T-90S, che vennero consegnati, sia pure con vari inconvenienti, diventando i principali corazzati indiani. I T-64 e T-80 dell'Esercito Ucraino all'epoca erano rispettivamente 3.200 (dei 13.500 prodotti) e 320, su di un totale di 4.063 mezzi disponibili, di cui appena 1.300 erano T-72. Questo dà l'idea della polarizzazione (si potrebbe dire 'pulizia etnica', se applicata alla popolazione umana) provocata dalla divisione dell'URSS; naturalmente, per la stessa ragione i russi avevano quasi esclusivamente T-72 e T-90.
L'Ucraina aveva quindi mezzi interessanti da offrire, e più evoluti di quelli russi, grazie anche ad un motore potente, ma dai consumi ridotti (500 km di autonomia su strada); gli Indiani all'epoca ebbero molto di che preoccuparsi, perché nel loro esercito i famosi Arjun non ne volevano sapere di diventare operativi, mentre i T-72 erano invecchiati rispetto ai nuovi carri pakistani; alla fine dovettero ordinare il prima possibile i carri T-90S, che vennero consegnati, sia pure con vari inconvenienti, diventando i principali corazzati indiani. I T-64 e T-80 dell'Esercito Ucraino all'epoca erano rispettivamente 3.200 (dei 13.500 prodotti) e 320, su di un totale di 4.063 mezzi disponibili, di cui appena 1.300 erano T-72. Questo dà l'idea della polarizzazione (si potrebbe dire 'pulizia etnica', se applicata alla popolazione umana) provocata dalla divisione dell'URSS; naturalmente, per la stessa ragione i russi avevano quasi esclusivamente T-72 e T-90.
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Tra i carri armati di maggiore interesse in Ucraina, venne presentato nel 2001 il KERN-1.120 è un altro prodotto del KP KhKBM<ref>RID ott 2001</ref>. Questo carro è stato presentato con anto di cannone da 120 mm di tipo NATO, ma pur sempre con caricamento automatico, oltre che ovviamente, con sistema di tipo avanzato di visione e stabilizzazione, altrimenti tale modifica non avrebbe avuto particolare pregio. Sebbene sia ancora un veicolo simile al T-84, con la sua bassa sagoma, esso ha un sistema di caricamento compatto nella torretta, cosa del resto indispensabile per non dover riprogettare le munizioni del pezzo da 120 NATO, che è a bossolo fisso assieme al proiettile e non un 'due pezzi' carica +proiettile. Per assicurare l'equipaggio da esplosioni, è anche presente una paratia anti-esplosione, un pò come nell'Abrams, assieme agli indispensabili (in quest'ottica di controllo dell'energia delle munizioni) due pannelli sul tetto, che aprendosi consentono ai gas di uscire dal mezzo con minimi danni. Vi è la solita corazzatura passiva stratificata più elementi ERA, parzialmente modulare, e un pannello di kevlar interno in funzione anti-schegge, oltre all'impianto NBC a sovrappressione più filtraggio aria. Completa la protezione il sistema antincendio automatico o manuale. Vi è un apparato di autoprotezione con allarme laser, granate fumogene speciali, e IR Jammer. Ma per essere ancora più sicuri, il veicolo, oltre che di per sè, al solito, di forma sfuggente e bassa, è anche stato progettato per ridurre la segnatura IR grazie al materiale isolante del comparto motore e alle skirts laterali, che di per sè, come sempre, occultano efficacemente il treno di rotolamento, che con i sistemi IR è facile da vedere, e riducono sensibilmente la polvere sollevata durante il movimento. Anche il cannone ha vantaggi rispetto ai tipi sovietici precedenti, in particolare è possibile smontarne la canna senza troppi problemi. L'arma è lunga 50 calibri circa, e consente di sparare fino a 5 km di distanza con proiettili di standard NATO. Di questi vi sono 40 esemplari disponibili, di cui una quantità pari a quella del vecchio caricatore a giostrina Kasetska, ovvero 22 colpi, sono pronti al tiro. Gli altri sono in un deposito separato dal vano equipaggio. Il tutto lascia parecchio spazio dentro il vano di combattimento, e consente all'equipaggio di evitare la spiacevole sensazione di sedere, letteralmente, sopra una tonnellata di proiettili pronti ad esplodere quando il veicolo è colpito e penetrato (che, come si è visto in Irak, con le armi moderne e letali della NATO succede spesso). Per il resto vi sono la solita 7,62 mm e la 12,7 sul tetto, impiegabile con comando da dentro la torretta oppure manualmente. I sistemi di puntamento sono il mirino panoramico diurno e notturno del capocarro, che ha incorporato il telemetro laser, cosa insolita visto che in genere questo è presente solo sul periscopio del cannoniere, che qui ha anche il sistema laser di guida dei missili controcarri (evidentemente tipo Svir o Bastion adattati al 120 mm), il mirino ad immagine termica del cannoniere (separato da quello diurno-IL), con monitor del capocarro, e il mirino per quest'ultimo dedicato alla 12,7 mm della cupola. Il tutto è facilitato da un sistema MRS sulla parte superiore del cannone, provvisto anche di manicotto termico. La navigazione comprende anche sistemi GLONAS e GPS, per una precisione di 10 metri durante la navigazione. Il sistema è in grado di memorizzare 50 punti fissi e 10 tracciati di percorrenza pre-programmati, ed è interfacciato anche con apparati di navigazione. Per il movimento vero e proprio, il KERN-2.120 è dotato del 6TD-2, con potenza di 1.200 hp e policarburante (gasolio, benzina, cherosene in ogni proporzione o miscela); vi è un sistema di raffreddamento per operare anche con 55° di temperatura e i filtri d'aria permettono di percorrere 1.000 km o di funzionare per 35 ore prima del ricambio. Il rapporto potenza-peso di 25 hp per tonnellata consente di viaggiare a 70 kmh su strada, 45 su terreno vario, in retromarcia 34 kmh (uno in più degli M1 Abrams, tanto per citare un dato), e FADEC di controllo. I cingoli hanno pattini di gomma sostituibili con quelli d'acciaio per impiego su ghiaccio, oppure sono di tipo interamente metallico, ottimali per il movimento su terreno roccioso. Non manca infine una APU, per generare potenza senza accendere il costoso motore principale, limitando oltretutto al minimo la visibilità IR e il rumore. Sempre in tema di mobilità, il mezzo è capace di superare trincee di 2,85 m, gradini di 1 metro, ma sopratutto di superare 1,8 m di guado oppure, con preparazione, ben 5 metri con lo snorkel. Questa è una tipica specialità sovietica, ma non manca, in tal senso, nemmeno la lama apripista sotto la parte anteriore del mezzo, ripiegata in condizioni normali, ma capace di trasformare ogni carro russo o ucraino in un bulldozer, tanto da poter interrarsi, senza faticare con i badili o chiamare il genio, in 15-40 minuti, a seconda del tipo di terreno. Non mancano poi i sistemi di bonifica mine KMT-6 e 7, altro sistema diffuso (quello di trasformare i carri normali in spazzamine) per i sovietici, sia con i vomeri (il primo) che con i rulli (il secondo sistema).

Per contenere i costi è possibile anche usare il sistema di simulazione computerizzato del vano di combattimento e del conduttore e altri ausili didattici per un rapido apprendimento delle capacità del mezzo, che indubbiamente sono notevoli. In sostanza, si tratta di una sorta di ibrido tra carri occidentali e russi, molto più compatto e leggero dei primi, e al contempo più sicuro in caso di danni e più capace operativamente dei secondi, con un costo intermedio tra i due. Il peso, con tanto di 1.250 colpi da 7,62 e 450 da 12,7 mm, e le 10 lanciagranate, è di 48 tonnellate.<ref> RID ottobre 2001 p.79-81</ref>.

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All'epoca moderna, c'è stata maggiore chiarezza delle sorti di questi mezzi:

E' riportata la vendita, nel 2007, di 50 T-84 Yatagan al Bangladesh, o quanto meno la trattativa per la loro vendita all'Esercito.

Le versioni del T-84 sono state il modello base (aggiornamento del T-80UD), la T-84U con aggiornamento del precedente tramite varie modifiche come l'ERA K-5 e una APU; il T-84 Oplot, che ha la torretta con caricatore di tipo occidentale, ma con il calibro originale di 125 mm, mentre il KERN 2.120 è stato battezzato Yatagan, ovvero l'Oplot con cannone da 120 e la versione speciale dell'AT-11. E' stato presentato all'Esercito turco. Infine c'é il BMPT-84, una specie di mezzo da combattimento della fanteria, che si differenzia dal carro solo perché ha uno scafo allungato e ospita 5 soldati di fanteria. Oltre a questo potente mezzo, una specie di fusione tra carri e mezzi per la fanteria, è presente anche il BMU-84 gettapone e il BREM-84 per il recupero corazzati. LE dimensioni del T-84 sono 7,08 x 3,77 x 2,2 m.


==Mezzi della fanteria==
==Mezzi della fanteria==

Versione delle 23:56, 31 mar 2009

Indice del libro

Carri armati

Lo sviluppo dei carri armati in URSS ebbe diverse tappe significative nel dopoguerra, ma in effetti la maggior parte di essi derivò dall'evoluzione graduale piuttosto che dall'innovazione di disegni rivoluzionari. Con il tempo scomparve il concetto di carro pesante, e si affermò un mezzo moderno, ma sempre di massa e dimensioni contenute in circa 40-45t., molto meno degli sviluppi che i carri occidentali hanno avuto negli ultimi 25 anni.


Carri Leggeri

una delle qualità migliori del PT-76 (in secondo piano), la grande capacità anfibia

Il PT-76 è stato uno dei migliori carri armati leggeri della storia, e anche uno dei più numerosi, se non proprio il più numeroso, di tale categoria. Le prestazioni e l'armamento erano tutt'altro che straordinarie, come anche la protezione, ma il veicolo era un eccellente mezzo anfibio, munito di idrogetto, e anche un raro caso di corazzato dall'interno spazioso (sempre per avere un volume elevato e quindi migliorare la galleggiabilità). In Cina ne hanno fatto una versione migliorata, il Type 63 con cannone da 85 mm e motore potenziato, capace di raggiungere i 12 kmh anziché i 10 in acqua e i 64 contro 44 su strada, mentre l'autonomia è passata da 240 a 400 km nonostante la maggiore potenza del motore.

PT-76

Lo scafo del PT-76 è stato utilizzato anche per altri sistemi, com i missili SA-6 e i ZSU-23-4. In tutto ne sono stati prodotti non meno di 6000 esemplari, e ancora oggi sono in dotazione ad alcuni eserciti minori. In pratica questo mezzo non è stato direttamente rimpiazzato, se non con i BMP-1 da ricognizione, con una torretta biposto.


ASU-85 scaricato da un aereo

L' ASU-85 non è un vero carro armato, in quanto privo di cannone in torretta girevole, ma è comunque un veicolo corazzato da combattimento leggero, in questo caso aviotrasportabile. Ha un cannone da 85 mm sistemato su di una bassa sovrastruttura, e sostituisce il precedente e fin troppo essenziale ASU-57 da 3,35. Questo mezzo invece ha una massa di 16 t ma è ancora trasportabile su di un An-12.


BMD-1

Il BMD è un mezzo d'assalto aviotrasportabile, che opera anche nel ruolo di trasporto truppe, ma meccanicamente e strutturalmente ha molto a che vedere con un carro armato leggero piuttosto che un mezzo da trasporto truppa. Del resto, tale distinzione è assai sfumata, tanto che i PT-76 sono stati largamente sostituiti dai BMP-1 con torretta a 2 posti, specializzati nella ricognizione. ma mentre il BMP conserva la disposizione interna di un mezzo da trasporto truppe, il BMD è effettivamente molto più simile ad un carro armato.


Carri medi

T-54

Dopo i risultati insoddisfacenti del T-44, carro apparso alla fine della guerra e coevo dell' M26 Pershing i sovietici adottarono un disegno più avanzato e alla fine degli anni '40 entrò in servizio il T-54, carro armato di notevole successo, compatto, ben armato e corazzato, per quanto angusto (esso avrebbe dovuto avere un peso, per considerazioni di mobilità strategica e tattica, di circa 35t. e quindi il team progettista non aveva scelta: o riduceva la superficie da difendere o lo spessore dell'armatura).


T-55

Migliorando in alcune componenti il T-54 apparve il T-55, con una dotazione di munizioni, prima decisamente insufficiente, passata ad un accettabile valore di 43 (contro 34), motore potenziato, cannone stabilizzato su 2 assi e sistema di visione notturna, forse per la prima volta al mondo. Esso ha avuto un successo anche maggiore del carro precedente e continuamente aggiornato, ha prestato servizio fino ai nostri giorni. La Cina ne ha prodotto una copia, poi ulteriormente migliorata, a cominciare dal T-59 (copia del T-54). C'è stato un certo periodo in cui la protezione dei T-54/55 era, frontalmente, pressoché impenetrabile dai cannoni occidentali, anche se con l'avvento dei pezzi da 105mm le cose sono cambiate subito. I T-54/55 sono di gran lunga i mezzi di maggior successo di produzione sovietica e nessuno dei veicoli successivi, per quanto nominalmente più potenti, è riuscito ad eguagliarne il successo. Essi sono stati l'equivalente dei carri M46/47/M48, soprattutto, per diffusione, degli ultimi 2.


Carri pesanti

JS-3

L'IS-3 è arrivato, come il M26 Pershing, giusto alla fine del conflitto per cui è giusto considerarlo un mezzo post-bellico. Esso era il miglioramento dei carri delle precedenti serie JS. Il suo aspetto era caratteristico, con una piastra frontale a doppia inclinazione e una torretta bassa e compatta. Nonostante esso fosse nominalmente il carro più potente del mondo, e potesse misurarsi in parità con i Tiger II tedeschi, aveva in realtà una serie di inconvenienti, come la corazza prona a rotture inaspettate, che costrinsero ad aggiornarlo 2 volte nel corso della sua carriera operativa.


T-10

Dopo la fine di Stalin, terminò anche la serie di carri con il suo nome. I carri pesanti, però, continuarono ad essere sfornati. Dopo il JS-3, venne prodotta una serie di mezzi, di caratteristiche incredibili, come il IS-7, ma l'unico mezzo entrato in produzione fu il T-10 Lenin, una versione molto migliorata del progetto basico JS, e destinato a restare il più pesante carro sovietico postbellico in servizio. Esso era, nonostante un peso relativamente ridotto, un degno avversario dei mezzi occidentali, come l' M103 Heavy tank americano, pensato per controbattere i carri sovietici della serie Stalin. Purtroppo, anche se non senza ragioni, in seguito la linea di produrre carri classe 50 tonnellate sarà abbandonata dai sovietici per concentrarsi sugli MBT.

MBT

T-62

Agli inizi degli anni '60 arrivò il T-62. Come gli americani con l' M60 Patton, i sovietici introdussero il concetto di MBT armando uno scafo migliorato ma derivato dai mezzi precedenti (in questo caso, i T-55), con un cannone ad alta velocità di nuova concezione. Il risultato era un carro armato medio, ma con un armamento paragonabile a quello di un carro pesante, e senza dover sistemarlo in casamatta o torretta aperta.


  • Equipaggio: 4 (capocarro, autista, tiratore, caricatore)
  • Dimensioni: 6,63/9,34 m x 3,3 m x 2,4 m
  • Peso: 40 t
  • Corazzatura: acciaio saldato nello scafo, 100 mm, frontale, 80 laterale, 30 mm superiore, 20 mm inferiore e fianco inferiore, torretta fusa con corazze di 240 mm frontale, 100 mm posteriore, 40 tetto
  • Armamento: 115 mm 115 U5TS con 40 colpi, 1 PKT 7,62 mm con 2.500 colpi, 1 DSKM da 12,7mm
  • Motore diesel V-55T da 580 hp, 5 ruote per lato, sospensioni Christie; velocità 50 km/h su strada, 25-35 fuoristrada; autonomia 450-650 km, pendenza max 60%, ostacolo verticale 0,8 m, trincea 2,9 m, pendenza laterale 30°, guado senza preparazione 1,4 m, con snorkel 5,5 m

Derivato dal T-55, esso era un mezzo nell'insieme più costoso, più angusto e più pesante del carro precedente. Discusso e discutibile, è stato indubbiamente un mezzo, nei suoi limiti, decisamente temibile.

Il T-62 è molto simile al predecessore, con scafo allungato di circa mezzo metro per ospitare una torre più grande, una piastra anteriore conseguentemente più inclinata anche se monta lamiere di simile spessore: 100 mm anteriormente (a 60°). Il motore, posteriore come la trasmissione, è lo stesso diesel da 580 hp del T-55, che dà un rapporto potenza-peso inferiore, con 40 tonnellate contro 35. Il treno di rotolamento è del tipo Christie, con 5 rulli in acciaio di grande diametro, per un peso corrispondente a 200 kg l'uno, senza rulli di rinvio superiori. I cingoli sono metallici, con 96 maglie e una vita utile relativamente breve, di circa 2000 km su strada, perché non hanno elementi di gomma come i pattini dei carri 'Patton'.

Il pilota, posto anteriormente in posizione centrale, ha uno spazio piuttosto angusto. Dispone di leve al posto dello sterzo che agiscono su un differenziale, ha 3 classici pedali per freno, acceleratore e frizione, mentre il cambio ha 5 marce avanti e la retromarcia.

Cannoniere, capocarro e caricatore sono in torretta. Il caricatore ha un portello privo di mitragliatrice. I fianchi della torretta hanno appigli per agevolare notevolmente la fanteria nell'eventualità di impiegarla sopra il veicolo. Il comparto di combattimento non ha pavimento controrotante, né un impianto di condizionamento dell'aria.

Il pilota ha due iposcopi TNP165, uno dei quali sostituibile con un visore notturno TVN 2/3, con fari notturni ad infrarosso FG 100,dalla portata ridotta, forse 60 metri, e di fari a luce bianca normali. Altri sensori IR sono nella cupola del capocarro, che ha quattro TNP165 e un periscopio diurno-notturno TKN3, con due diversi oculari per vedere di giorno o di notte, in questo caso con il proiettore IR OU3GK presente anch'esso sulla cupola controrotante del capocarro (con 400 metri di raggio utile). Esso ha un reticolo stadimetrico, per la valutazione della distanza, come nel caso del cannocchiale del cannoniere. Il cannoniere ha il mirino telescopico con reticolo stadimetrico di cui sopra menzionato, ma anche un proiettore Luna L2G da 200 watt, associabile ad un periscopio TPN-1-41, che è disgiunto da quello di mira diurna. La portata è di circa 800 metri.

Tra gli altri sistemi di bordo c'é quello di protezione NBC NBC PAZ, con sensori RBZ-1M, i quali se rilevano radiazioni nucleari determinano l'arresto del motore (sistema usato per "allertare" l'equipaggio) e la chiusura delle aperture del mezzo. Il sistema NBC dava al T-62 la capacità di muoversi in aree contaminate, in accordo con la filosofia militare sovietica del tempo, la quale prevedeva che un eventuale prossimo conflitto europeo avrebbe visto l'impiego di testate nucleari tattiche (per fiaccare le retrovie avversarie ed aprire varchi tra le linee nemiche) e "fiumi" di carri armati inviati subito dopo per occupare le posizioni avversarie, in una rivisitazione in chiave nucleare della guerra-lampo. C'é un sistema antincendio manuale o automatico, se all'interno del carro la temperatura supera un certo valore (non vi è un sensore di rilevamento delle esplosioni o fiamme come negli apparati più moderni, per migliorare i tempi di risposta). Un apparato per il guado profondo, con lo snorkel smontato in tubi nella parte posteriore della torretta, per una profondità max di circa 5 metri. Poi c'é un sistema di iniezione del gasolio nel tubo di scappamento, per creare cortine nebbiogene mobili, il più economico dei lanciagranate fumogeni, che da un lato ha una limitazione nel tempo di reazione maggiore che una salva di granate fumogene, dall'altro ha la possibilità di essere usato a volontà, con un consumo di circa 10 litri al minuto, e di fornire cortine nebbiogene mobili, specie in condizioni di vento assente o leggero. Con questo sistema, alcuni carri arabi hanno finto di essere stati copiti, attirando e distruggendo alcuni veicoli corazzati israeliani durante la Guerra del Kippur. Il motore puo' partire a freddo, senza necessita' di preriscaldamento: questo, nel gelido clima russo, puo' rappresentare un grosso vantaggio tattico in situazioni di emergenza. La bassa pressione al suolo e il cingolo largo gli permette di attraversare laghi o fiumi ghiacciati, a patto che lo spessore del ghiaccio superi i 40 centimetri.

Il cannone del carro è l'U5TS, designazione industriale Rapira (falco) 2A20, i cui elementi principali sono la canna liscia (un'innovazione di circa 20 anni precedente il cannone del Leopard 2), con estrattore di fumo, ma privo di manicotto antidistorsione. E' stabilizzato su due assi, ma in maniera piuttosto primitiva. Esso è molto potente (può distruggere un M60A3 a 1.500 m) e costituisce il principale tipo di innovazione da parte del T-62, avendo una canna liscia capace di sparare munizioni ad altissima velocità, anche se la vita utile stimata con munizioni decalibrate è di appena 120 colpi. Siccome esse non sono stabilizzate dalla rigatura (che imprime una rotazione alla munizione), hanno delle alette stabilizzatrici, che svolgono lo stesso ruolo. Grazie alla grande potenza di tale arma, i precedenti carri T-10 sono diventati obsoleti.

Il sistema di tiro non particolarmente sofisticato, è basato su un reticolo stadimetrico inserito nel cannocchiale del cannoniere, il TSH 41B-41U, a sinistra del cannone, e che consente in base al principio della prospettiva, di valutare la distanza di un obiettivo di dimensioni note. Si tratta di un espediente semplice, ma efficace, ma basato sull'altezza fissa di 2,7 m, tipica di un carro armato. Le munizioni ad energia cinetica hanno una traiettoria talmente piatta che fino a 1.500 metri sono molto precise e richiedono un minimo di correzione nell'alzo del cannone. Se poi si considera che la maggior parte dei campi di tiro in Europa risulta inferiore al chilometro, è chiaro che questo sistema di tiro potesse essere accettabile per mettere a segno dei colpi. Questi, nei modelli originali avevano il 50% a 1,5 km di colpi a segno, sparando da carro fermo contro carro fermo, se impiegavano i colpi APDSDS BR5, oppure il 33% per proiettili HEAT BK4M.

Le munizioni utilizzate originariamente erano i proiettili perforanti BR5 da ben 1620 m/s di velocità iniziale, che perforavano 350 mm di acciaio omogeneo a 500 metri e 230 mm a 1000 metri, oppure le potenti granate HEAT BK3 che riuscivano a perforare oltre 400 mm a qualsiasi distanza, ma meno precise nel tiro contro bersagli in movimento. In ogni caso, solo il Chieftain britannico poteva reggere a tali proiettili, specie i perforanti: tutti gli altri mezzi NATO erano spacciati se colpiti in pieno. Persino i robusti Centurion ebbero casi di torrette trapassata frontalmente da munizioni perforanti, che trattavano apparentemente le loro superfici d'acciaio come burro, con entrate ed uscite nette e senza nemmeno frammentarsi nel processo.

Poi sono seguite le successive versioni:

  • BM-3: velocità iniziale 1650 m/s, calibro e peso del penetratore 40 mm e 5,55 kg
  • BM-4: 1.650 m/s, 42 mm, 5,55 kg
  • BM-6: 1.690 m/s, 39 mm, 5,56 kg
  • BM-21: 1.600 m/s, 45 mm, 6,26 kg
  • BM-28: 1.650 m/s; 43,6 mm, penetratore di uranio impoverito

BD-36: munizione inglese con 520 mm di penetrazione a 2 km, 170 mm a 71°. Con questa, sviluppata per gli Egiziani, il cannone da 115 mm raggiunge la sua massima potenza (senza usare proiettili DU), con una precisione e una letatità appena inferiori a quelle dell'M256. Si pensi che quest'ultimo perforava circa 550 mm (proiettile M829, ma nel Golfo è stata usata anche la 'Silver bullet' M829A1 da oltre 600 mm), quindi appena di più, e che l'M1 Abrams, nelle sue prime 'edizioni', pare offrisse (il dato è a tutt'oggi riservato, ma le valutazioni si sono comunque fatte) circa 400 mm di resistenza equivalente in RHA.

HEAT (proiettili esplosivi anticarro):

  • BK-4: velocità iniziale 900 m/s, peso 13kg, carica di esplosivo di 1,55 kg
  • BK-4M: 900 m/s, peso 13kg , carica di esplosivo di 1,478 kg
  • BK-17: 1.060 m/s, carica di esplosivo di 1,26 kg

HE-FRAG (proiettili ad esplosivo-frammentazione):

  • OF-11: peso 14,86 kg
  • OF-18: peso 17,72kg, 2,8 kg HE
  • OF-27: 800 m/s, 18 kg, HE 3,062 kg
  • OF-28: 800 m/s, 18 kg, HE 3,1 kg


Il T-62 può sparare anche il missile 9M117 Bastion (codice Nato AT-10 Sniper) nella versione per 115 mm, con 550 mm di penetrazione e 4 km di raggio, limitata efficacia anche nel ruolo anti-elicottero.

Le munizioni APFSDS sovietiche hanno una capacità di perforazione che varia tra i 300 e i 400 mm a 2 km di distanza, mentre le munizioni HEAT sono capaci di perforare 420-450 mm di acciaio. Le granate HE-FRAG sono estremamente potenti (le equivalenti HEAT-HE del 120 mm occidentale hanno una carica di sol1 1,3 kg) soprattutto nel ruolo anti-personale. Lo sviluppo di nuove munizioni, che ha toccato già 20 anni fa i proiettili DU (uranio impoverito), non si è arrestato, tanto che qualche anno fa è stata rivelata una nuova serie di munizioni perforanti che vede tra l'altro:

3BK21BM: penetratore ausiliario per 200 mm di acciaio, oltre a 850 mm di penetrazione per l'effetto HEAT. APFSDS ram-jet, con penetrazione a 2 km di 750 mm. 2 tipi di missili antiaereo, con velocità massima di 1350 m/s un raggio di 10 chilometri.

Oltre al cannone, il T-62 è dotato di una mitragliatrice PKT coassiale da 7,62 × 39 mm, con 2.500 colpi, in seguito (a partire dal T-62A) integrata da una mitragliatrice contraerea DSKM da 12,7 mm per la cupola del capocarro.

Quella che segue è una lista di modelli che potrebbe essere inesatta o incompleta, ma che fino a qualche anno fa era ufficialmente nota:

  • T-62: servizio nel 1960, secondo altre versioni 1962, è la versione iniziale.
  • T-62 modello 1967: aggiornamenti vari
  • T-62K: versione comando, con solo 37 colpi per il cannone ma con una dotazione di radio a lunga portata, e un sistema inerziale per la navigazione terrestre.
  • T-62M mod. 1972: dotato di mtg. da 12,7 per il portello del servente, modifica molto importante per migliorare la difesa ravvicinata e antiaerea
  • T-62M Mod. 1975: il primo modello con telemetro laser, che ha migliorato molto la precisione di tiro, limitando i reticoli stadimetrici ad un ruolo ausiliario.
  • T-62M Mod. 1984: dotato di numerose ed interessanti modifiche, corazze BDD frontali aggiuntive (protezione aumentata di 150-250mm.), telemetro laser KTD-1, corazze aggiuntive laterali con elementi a ringhiera contro le granate HEAT. Peso aumentato a ben 44ton.
  • T-62M mod. 1986: versione con direzione di tiro totalmente computerizzata, con visori migliorati per la visione notturna.
  • T-62MK: carro comando.
  • T-62MV: versione con corazza reattiva ERA.
  • TO-62: versione con lanciafiamme ausiliario con raggio di 100 metri.
  • IT-2: versione lanciamissili, poco diffusa, costruita con lanciamissili anticarro e 15 armi, di limitato successo e trasformato poi in carro recupero.

Il T-62 è entrato in servizio nei primi anni sessanta, simultaneamente ai carri occidentali della nuova generazione, come gli M60 Patton, che era anch'esso basato su di un mezzo precedente (l'M48). Il T-62 è stato fondamentalmente progettato per climi freddi, ma è stato prevalentemente usato in Vicino Oriente, dove sono saltati fuori tutti i suoi difetti e nessuno dei suoi pregi: la torre era larga ma gli interni del carro erano assai angusti, la mobilità e l'affidabilità erano inferiori a quelle del T-55. Il cannone aveva, soprattutto inizialmente, una precisione inferiore a quella del precedente D-10 a canna rigata. Il sistema di controllo del tiro era inefficace nello sfruttare il potenziale del 115 mm. Infine, il mezzo era assai più costoso e di manutenzione complessa, nonché più lento del T-55, cosa che era d'altro canto vera anche per il carro M60 e per il Chieftain (sebbene più veloce del Centurion, era pur sempre un grosso pachiderma se comparato agli altri tipi).

Prodotto in circa 21.000 esemplari, il T-62 si è diffuso come il carro standard sovietico negli anni sessanta e settanta, per poi essere via via sostituito. Ma molti preferirono aspettare i successivi T-72: infatti, solo la Bulgaria tra i Paesi del Patto di Varsavia decise di acquistarlo, anche perché i nuovi proietti decalibrati APDSFS dei cannoni da 100mm per i cannoni dei T-54/55 quasi annullavano la differenza di potenza con i T-62 e soprattutto rendevano i carri occidentali vulnerabili a distanze rilevanti.

In guerra, il T-62 è stato usato in gran numero e in numerosi fronti. Esso debuttò in scontri di frontiera contro i cinesi negli anni sessanta. I cinesi ne catturarono uno e scoprirono che i loro razzi anticarro erano inutili contro la robusta blindatura frontale del carro. Esso venne usato anche in Cecoslovacchia da parte delle truppe sovietiche di invasione, nel 1968.

In Medio Oriente venne impiegato in combattimento in maggior numero. Gli egiziani ne hanno ricevuti almeno 600, numerosi gli esemplari consegnati alla Siria (circa 2.000), agli iracheni, agli algerini.

L'impiego nella guerra del Kippur vide tuttavia i relativamente nuovi T-62 superati dai mezzi israeliani, subirono infatti perdite elevate soprattutto a causa della superiorità tattica degli israeliani, perché ebbero la peggio persino contro i carri M4 Sherman riarmati con i 105mm francesi a media pressione, ma soprattutto vennero battuti dagli M48 Patton e dai Centurion con cannoni da 105 mm ad alta pressione. Questo calibro era lo standard dell'esercito israeliano, tanto che anche i 300 T-54/55 catturati nella guerra di 6 anni prima vennero riarmati con tali cannoni. L'aggiornamento dei vecchi mezzi era stato fondamentale, perché i cannoni da 83 e 90 mm, che i carri occidentali originariamente avevano, erano scarsamente efficaci contro la corazza frontale dei T-55 e, a maggior ragione, dei T-62. I T-62 si dimostrarono inoltre troppo scomodi per combattere a portelli chiusi nel calore del deserto, e con una chiara inferiorità nel combattimento contro i carri nemici alle maggiori distanze. La cadenza di tiro, circa 4 colpi al minuto, era inferiore a quella dei carri israeliani, il cannone impreciso oltre i 1.500 metri, la stima del bersaglio difficile. Le artiglierie rigate da 105 mm, leggermente meno potenti, erano molto più precise, con migliore cadenza di tiro, e apparati di tiro e quantità di proiettili maggiore.

In Europa le cose si sarebbero (non del tutto ovviamente) svolte differentemente, infatti, sia il clima europeo che le distanze di tiro sono ben diverse e compatibili con le capacità del carro, che entro certi limiti erano tutt'altro che disprezzabili.

A seguito dello scontro Arabo-Istraeliano del 1973, Israele si e' impadronita di un certo numero di T-62: dopo averli ricondizionati, li ha usati per armare una brigata corazzata. I T-62, rinominati Tiran 6, hanno servito nelle Forze di Difesa Israeliane Israel Defense Forces per poi essere sostituiti da carri più avanzati tecnologicamente, come il Merkava.

Durante la guerra del 1982 l'esercito siriano ha combattuto selvaggiamente contro gli israeliani, soprattutto con i T-62.

Nella lunga e sanguinosa guerra tra Iran e Iraq l'esercito iracheno ha avuto tale mezzo come standard per molte delle sue unità di combattimento, specie quelle corazzate. Si batterono bene, ma ebbero notevoli problemi nel mettere fuori combattimento i carri Chieftain nemici, mentre non avevano tante difficoltà a distruggere i carri M60. Subirono comunque gravi perdite a causa dell' artiglieria e soprattutto dell'aviazione nemiche. Nella guerra del Golfo del 1991 e nel nuovo conflitto del 2003 sono stati impiegati in larga misura, ma gli M1 Abrams, con munizioni della serie M892 con uranio impoverito, hanno dimostrato di poterli persino trapassare a 4,1 km di distanza.

In Afghanistan sono stati i mezzi più usati nelle battaglie dal 1979 in poi, nel modello T-62E M1984 dotato di corazze 'BDD': anche se rallentato da un maggior peso di 2,5 tonnellate, ha beneficiato di un maggior livello di protezione, specie contro razzi controcarri.

I T-62, o meglio il loro clone, sono ancora i carri standard in servizio nell'esercito nordcoreano, con almeno 1.600 mezzi.

Infine, in Angola essi sono stati impiegati nelle sanguinose vicende, praticamente ignorate dai mass media, degli ultimi 20 anni di guerra civile.

Apparentemente il carro T-62 non è stato un gran successo. La sua parte migliore era certamente il cannone, ma abbinato ad uno scafo che, se adeguato per un cannone da 100 mm rigato, non lo era per un'arma più potente. Se il T-62 avesse acquisito il cannone da 100 mm anticarro a canna liscia del tipo T-12, derivato proprio dall'U5TS, avrebbe avuto ancora la stessa validità, anzi sarebbe stato migliore in termini di cadenza di tiro e abitabilità. Le caratteristiche di mobilità non sono state considerate molto bene, come anche l'affidabilità complessiva. Il T-62 era comunque relativamente economico e leggero, e ragionevolmente efficace. I carri pesanti occidentali, però, si sarebbero diffusi solo agli inizi degli anni ottanta, così la necessità effettiva di cannoni da 115mm era ai tempi della sua introduzione assai questionabile.

Un risultato successivo fu lo sviluppo del T-72, che pur essendo una risposta ai problemi del T-64, era in pratica una sorta di "super-T-62", con sospensioni a barre di torsione, telemetro perfezionato, cannone potenziato, motore turbodiesel, corazze più avanzate.

Utilizzatori ed ex-utilizzatori: Unione Sovietica Afghanistan Albania Algeria Angola Bielorussia Cuba Egitto Etiopia IranIsraele Libano Monaco Russia Siria Uzbekistan, Vietnam, Yemen, Corea del Nord




Una delle primissime immagini 'rubate' del misterioso T-64, apparsa sul S.M.P. del 1984

L'URSS dedicò molta attenzione ai carri armati, al punto di dotarsi di una forza corazzata enormemente sviluppata, anche perché non erano in genere previste le demolizioni dei carri obsoleti, mandati semplicemente in riserva o usati come fortini di frontiera. All'atto della fine della Guerra fredda c'erano qualcosa come 77.000 veicoli, persino più dei 52.000 valutati durante la metà degli anni '80. La produzione era di circa 2.500 mezzi l'anno e per il 1987 si valutava che vi sarebbero stati oltre 30.000 carri di nuova generaione tra T-64, 72 e 80 in servizio. La produzione arrivò in realtà anche a numeri maggiori. Gli stabilimenti coinvolti nella produzione erano Kharkov, Nizhniy Tagil e Omsk. Il primo è poi finito in Ucraina, e la produzione, passata da 3.400 esemplari nel 1989, è calata a 1.700, poi a 1.000 esemplari, per poi crollare a poche decine l'anno, giusto per tenere aperte le linee di montaggio. Al 2000 c'erano pochi programmi, ma nondimeno importanti: il T-90, Tu-80UM Bars e Black Eagle. L'India ordinò 255 T-90S nella primavera del 1999. Questo vi fu il principale successo dei tardi anni '70, dopo che la guerra del Golfo non aveva certo fatto buona pubblicità ai prodotti sovietici, per quanto economici. A Nizhy Tagil vi fu la presentazione del T-90 con il sistema TShu-17 Shtora contro i missili controcarri, meccanismo pneumatico di avviamento motore e altri sistemi. Il T-80UM Bars di Omsk era invece dotato tra l'altro di un cannone 2A46M-4 con sistema MRS per controllare l'allineamento della b.d.f. con le ottiche di puntamento (il 'mirino' sopra la canna del cannone), per la prima volta nella storia dei carri russi; in tutto vi è un'efficacia superiore del 20% rispetto a quella della vecchia arma. Finalmente era presente anche un sistema IR passivo o un sistema Sagem francese, nel caso del T-84 ucraino, il concorrente. Sempre alla manifestazione di Omsk, nel '99, vi è stato il sistema Refleks con i missili Svir, che ha lanciato missili da 4 km verso bersagli, poi puntualmente colpiti, così come bersagli da 2,5 km con le munizioni APFSDS. La turbina a gas GTD 1250G da 1.250 hp per una potenza di 27 hp/ton e con una riduzione del consumo del 9% nonostante l'aumento di potenza. Quanto al Black Eagle, apparsi dal 1997, hanno avuto la prima volta edizione con 6 ruote per lato, poi aumentate a 7 per via del peso, dovuto sopratutto alla torretta in 'stile Abrams', con le munizioni site nella controcarena: un peso eccessivo per i tradizionali carri sovietici. Il Blak Eagle ha turbina da 1.500 hp e per questo necessita di parecchio carburante. Il peso è di 48 t. Al cannone da 125 , analogo a quello del T-80UM-1, si può sostituire armi da 135 e 140 mm.

Questo era lo stato dell'arte al 2000.

Ma cosa era successo nei 40 e passa anni precedenti? Un mistero con molte e sbagliate deduzioni, e poche certezze fino a tempi recenti. Anzitutto, c'era da chiarire come mai i carri sovietici di ultima generazione fossero ben 3, e quale fosse la loro correlazione. Specialmente considerando che i Sovietici erano standardizzatori e non disdegnavano sforzi per rendere ridotti i costi e le difficoltà del riequipaggiamento del loro esercito.

La cosa era sempre più difficile da capire, specie negli anni '80: nella DDR il gruppo di armate corazzate aveva la 2a Armata Corazzata Guardie con i T-64, così come la 3a Armata d'Urto e la 20a Armata Guardie. Anche in Ungheria era così, mentre nella parte meridionale della DDR c'era il T-80 per la 1a Armata Corazzata Guardie e la 8a Armata Guardie; quanto al T-72, ce'era in Cecoslovacchia ed era in servizio con le altre nazioni del Patto di Varsavia. Altre unità erano in seconda linea, fino ad oltre gli Urali.

L'URSS aveva fino al 50% della sua economica che ruotava attorno al complesso militare-industriale, e questo spiega come fosse potente anche l'apparato militare, anche se a scapito sempre di più dell'economia civile.

Negli anni '50 c'erano 4 centri principali per i soli carri armati: ai tre di cui sopra si aggiungeva quello di Leningrado, l'unico ad Est degli Urali e in territorio russo. Questo si spiega perché dopo l'invasione del 1941 era stato deciso di spostare gli stabilmenti oltre gli Urali per sottrarli alla minaccia di un'invasione e questi grandi centri non vennero smobilitati. Tra cui Chelyabinsk, conosciuta anche come Tankograd. A Leningrado rimasero forzatamente parte delle attrezzature e personale, prima in una fabbrica di trattori. Omsk divenne un centro di progettazione nel dopoguerra, specializzato in carri pesanti come i JS e T-10, e diretto per lungo tempo dall'ing Zhosif Kotin (1908-79), grande progettista ma anche molto ben ammanicato con il PCUS, avendo tra l'altro sposato la figlia del potente ministro K.Voroshilov (a cui venne dedicato poi il KV, prima che cadesse in disgrazia).

Invece Nizhniy Tagil è la figlia del centro produttivo Komintern o Zadov 75, a Kharkov. Essa venne trasferita oltre gli Urali secondo la decisione del 19 ottobre 1941. Era stato allestito in una fabbrica di vagoni ferroviari, la UVZ o 'Vagonka'. Questa fabbrica diventò successivamente la più grande specializzata in carri armati, arrivando a ben 827.000 m2. Lì si trasferì il Morozov DB, il cui direttore Aleksandr A. Morozov, era il successore di Koshkin. Quest'ultimo era un grande tecnico, ma ebbe una sorte molto avversa per sé e per l'URSS: durante il viaggio di collaudo di due dei primi T-34, che da Kharkov portò a Mosca 12 giorni dopo la partenza (marzo 1940). Ma durante la missione, il 'papà' del T-34, presente per controllare che tutto funzionasse correttamente, ebbe una polmonite dalla quale non si riebbe, morendo il 26 settembre 1940. Così Morozov lo rimpiazzò come capoprogettista dei carri armati successivi al T-34 mod.40, diventando comunque famoso: ebbe il Premio Stalin e titolo di Eroe della scienza sovietica.

Dopo il T-34, nel 1944 venne sviluppato il T-44, e poi il T-54 anni dopo. Esso aveva cannone da 100 mm, motore trasversale ecc, nell'insieme un progresso anche di fronte al carro T-44. Quando nel dicembre 1949 arrivò a N.Tagil anche Leontiy Kartsev, che nel '53 (epoca in cui il DB di Kharkov ritornò alla città natale) divenne il capo-progettista dei carri sovietici della fabbrica.

I tipi progettati sono noti come Izdeliye, che significa oggetto; seguono 3 numeri di cui il primo è assegnato ai centri : 1 per N.Tagil, 2 per Leningrado, 4 per Kharkov, 7 per Chelyabinsk; i due numeri successivi sono collegati al modello prodotto: per esempio, T-34 (Iz 135), o JS-2 (iz 240). Non è chiaro invece che numero di identificazione avessero i carri di Omsk, che è apparsa nella scena dei carri prototipici solo con il Black Eagle, nel dopo-guerra fredda.

Ora parliamo di come i carri armati sovietici si originarono. Questa origine è ascrivibile a Morozov, capace e molto, forse troppo ambizioso, che dal '53 si ritrovò al comando di N.Tagil e iniziò subito a progettare un carro armato del tutto rivoluzionario, un vero MBT che era inizialmente definito come osnovnoi tank, precisamente carro standard (MBT significa Main Battle Tank). Questo doveva essere potente come un carro pesante ma mobile e pesante come un carro medio. Per questo c'era solo una soluzione: un equipaggio di 3 elementi. Con un sistema di caricamento apposito si poteva fare questo, e compattare il mezzo con un'altezza di poco superiore ai 2 metri, il che ovviamente significava che al suo interno non fosse possibile alzarsi in piedi. Ma questo era vantaggioso per ridurre la sagoma mantenere una protezione balistica elevata grazie alla riduzione della sagoma. Nel frattempo Kotin, a Leningrado, lavorava su di un carro molto diverso e superato, il T-10, che se non altro indicava nella massa elevata e pochi compromessi (ma anche questo era molto basso in sagoma) il futuro dei 'supercarri', come successori dei mezzi pesanti e non come carri medi 'dopati' dalle nuove tecnologie, ma ancora limitati dalla massa possibile. In ogni caso, l'Izd.420 venne già realizzato e sperimentato dal 1955 al 1959, in un'epoca in cui gli Americani nemmeno sospettavano di quanto stessero facendo i sovietici ed erano indaffarati con lo sviluppo dell'M60. All'inizio esso aveva un cannone da 100 mm ad anima liscia e pertanto, ad elevatissima velocità iniziale; ma siccome i britannici stavano sviluppando l'L7 da 105 mm i sovietici decisero di aumentare il calibro per ottenere un'arma meno critica (per modo di dire), il D-68, che era l'U-5TS del T-62 dotato di munizioni a caricamento separato. Il T-62 era nato sempre a N.Tagil, al Kartsev DB.

Nel mentre venne sviluppato l'izd 432, che dopo la sperimentazione nel periodo 1960-62, venne sviluppato e messo in servizi ocome T-64. Questo mezzo pesava appena 36 t, con torretta piccola e arretrata, mentre lo scafo aveva una piastra anteriore inclinata di ben 68 gradi. Questo era possibile perché la torretta era piccola, e perché il motore era molto compatto. Si trattava di un diesel boxer a 5 cilindri e 10 pistoni, il 5TD da 700 hp. La sua realizzazione era dovuta sempre al centro di Kharkov, da parte del KhKBD, esperto dal '34 nei motori per carri armati. Questo motore ha una versione avanzata, attualmente, il 6TD per i vari T-80UD e T-84, e dall'inizio aveva un cambio e trasmissione che era suddiviso, orinalmente, ai lati del motore, per ridurne la lunghezza. Solo che era difficile da usare e poteva essere manovrato con efficacia solo con una certa abilità del conducente. Ma non era questo il problema principale: esso era inaffidabile, come del resto il boxer analogo sviluppato (con meno pretese in termini di compattezza e analoga potenza, per il Chieftain), oltre ad avere difficoltà di avvio a bassa temperatura. Inoltre il cannone aveva dei problemi di precisione, il sistema di carica automatica di affidabilità, l'abitabilità era troppo sacrificata e nonostante fosse un carro molto complesso, con appena 3 uomini era difficile da manutenere. Così il comandante delle truppe corazzate, il Maresciallo Polubayarov, si oppose all'entrata in servizio del nuovo mezzo, tra l'altro molto costoso. Alla fine del T-64 vennero prodotti 600 esemplari,sperimentati lontano da occhi indiscreti (estremo oriente) prima di dare origine, nel 1969, all'Izd 434 del '69, all'epoca Morozov non era già più il direttore del programma, sostituito nel dicembre 1967 da Sholin. Questo aveva un motore 5TDF più affidabile e il cannone D-81 da 125 mm (noto anche come 2A26 nell'Armata Rossa), un cannone sviluppato dal Petrov DB di Perm negli anni '60 e molto superiore ai pezzi da 122 e 130 mm dei carri pesanti di Kotin. Il nuovo T-64 pesava 37-38 t e venne messo in produzione come T-64A come carro di punta per le truppe corazzate. Ma il GABTU, l'Ispettorato della Difesa, non era convinto del progetto e Kartsev venne incaricato di risolvere i problemi di complessità, costo e affidabilità riscontrati. Infatti, Kartsev era un tecnico concreto, che aveva già migliorato il T-54 (sempre figlio di Morozov) nel T-55, e impegnato nel successore del T-62. Questo miglioramento sarebbe stato l'izd. 167, con treno di rotolamento del 140 e scafo cdel T-62, più la versione turbodiesel V-2, ora V-26 da 700 hp, anch'esso evoluzione dei motori precedenti. Inoltre si pensava al cannone da 125 e a un sistema di caricamento di nuovo tipo, che anziché la 'forchetta' con 28 colpi e la giostrina con le cariche verticali, aveva il cannone alimentato da 'cassette' con carica e proiettile (22 colpi) messi assieme, la prima superiormente al secondo, che venivano elevate e caricate dal calcatoio automatico. Questo era il sistema Katezka e presentava come unica controindicazione il fatto che il bossolo, il cui fondello non era combustibile (il resto sì, si distruggeva allo scoppio), veniva espulso dalla torre in un apposito portello, come sul T-62. Questo ovviamente era pericoloso in ambiente contaminato NBC (o anche urbano..), ma per il resto era meglio. Alla fine, questo carro in origine pensato come 'super T-62' venne invece realizzato come T-64 migliorato, sul suo scafo, ma con torre biposto. Era l'Izd 172, che a quel punto aveva la torre del T-62 'migliorato', motore td V-45 e altre migliorie, approntato il 10 gennaio 1968. Stranamente ci vollero ben 5 anni prima di mandarlo in produzione, essenzialmente per via dell'opposizione di Krutyakov, il cui intento, essendo amico di Kotin, era di sottomettere N.Tagil all'impianto di Leningrado. Krutyakov era all'epoca il direttore del settore produttivo di Tagil, quindi era davvero una 'serpe in seno'. Ma alla fine, pur essendo per tanti aspetti un passo indietro, il T-72 era un veicolo più economico e funzionale, e venne messo in produzione. Nel mentre, il T-64A continuò ad essere prodotto a Kharkov come se nulla fosse, fino al 1975; poi subentrò il T-64B, che in seguito a qualche anno, ebbe anche il missile KOBRA o AT-8 Songster, un'arma supersonica e con capacità anche anti-elicottero.

Il GABTU aveva anche investigato la possibilità di usare turbine a gas come motore, come si apprestavano a fare gli americani, e a Leningrado, avendo un certo livello di esperienza, nello sviluppare una versione ulteriomente evoluta del T-72, il direttore N.S.Popov, decise di fare il passo in avanti, già tentato con l' Izd. 167, il successore del T-62. Un T-72 venne trasformato in Izd. 219 con scafo T-72, turbina a gas di provenienza elicotteristica, cingoli e torre del T-64; dal successo del programma derivò il 219-2 che divenne il T-80 nel 1976, prodotto ad Omsk. Presto arrivò il T-80B con varie modifiche, in entrambi i casi dotati di GTD-1000TF da 1.000 hp, che dava tuttavia un'autonomia inferiore a 300 km su strada, e pare, anche con i serbatoi ausiliari; per giunta non era molto affidabile. Sulle ultime serie è apparsa la GTF-1000F da 1.100 hp. Dal 1983 cominciò l'installazione delle ERA su tutti e tre i tipi, con suffisso V, mentre nel 1985 cessava la produzione anche del T-64B, sostituito dal refitting degli A come 'R'; nel frattempo apparve il T-80U, Usooverschenny, ovvero modificato (rispetto al 'B'), con la GTD-1250 e i missili 9M119 Svir supersonici; idem accadde per il T-72B dal 1986 in poi.

Ma a Kharkov continuava lo sviluppo dei motori a sogliola, ovvero i boxer, con il 6TD a 6 cilindri, da ben 1.000 hp, installato sul T-80U con notevoli vantaggi in termini di raggio d'azione; non era inteso per l'Armata Rossa, ma ebbe impiego con il T-80UD inteso per l'export, e poi per il T-84 ucraino. Nel 1988 venne proposto il T-72BM o MS, o S, con le corazze K-5 ERA, utili anche per i proiettili perforanti e non solo HEAT, che era anche introdotta sui T-80U, mentre la torre aveva pareti inspessite. Dal 1990 divenne il T-90 o T-90S per l'export.

Il risultato è stato che in tutto, il T-64 è stato prodotto in oltrre 14.000 esemplari (si pensava fino al 1990 che fossero solo 8.000), mai esportato e usato solo in qualche conflitto nell'ex-URSS; il T-72 è stato prodotto in oltre 26.000 mezzi, e il T-80 in circa 18.000, del tutto equivalente ai coevi T-90.

Quanto alla protezione, i carri sovietici da molti anni fanno uso di corazze a strati nella parte anteriore dello scafo, ma solo recentemente si è saputo che anche la torretta, in apposite 'tasche' interne ha materiali compositi, di diverso tipo e natura. Il T-64 aveva la combinazione K, basato cioè sul quarzo, materiale durissimo e a buon mercato, non propriamente una novità in quanto gli americani l'avevano già usato su di un M4E Sherman modificato e poi su di un carro sperimentale, il T-95, sempre nella torretta. In seguito sono stati elaborati materiali più sofisticati, oltre che aggiungere corazze esterne modulari. Le guance interne, prima raggiungibili solo smontando la torretta, adesso sono saldate con delle strutture riconoscibili sul tetto delle stesse, cosa che non si vede invece più tanto nel caso degli ultimissimi tipi come il T-80UD e UM. Poi sono apparsi sistemi 'attivi' anche più sofisticati: non bastassero le corazze molto inclinate, molto spesse, di materiali stratificati, poi con sistemi ERA (corazze reattive) e NERA (corazze passive, come le BDD per ammodernare i carri T-55 e 62), adesso sono apparsi sistemi con sensori sofisticati, per allarme laser, o approccio missili, collegati ai lanciagranate fumogeni o addirittura a sistemi come l'ARENA e il DRODZ, con sistemi di lancio per granate e razzi anti-missile o RPG.

I mezzi sovietici non sono stati quindi standardizzati: né prima né dopo il crollo dell'URSS, visto che T.Tagil e Chelyabinsk/Omsk hanno in competizione i carri armati (Kharkov, se non altro, si trova in Ucraina e senza competitori) della propria produzione; così non era chiaro se il Black Eagle o il T-90 sarebbe stato il futuro carro russo, ma di fatto la politica di competizione tra i centri di progettazione russi continuava. E questo, con 3 tipi di carri tutti armati, pesanti e protetti grossomodo allo stesso modo, ma del tutto diversi come meccanica, non solo come motore, ma anche come trasmissione e treno di rotolamento.

In termini di produzione, questa, sicuramente enorme in termini quantitativi, ha visto la seguente cronologia:

  • Karkhov (Zadov 75), svilupo Iz 430 nel 1955-1959; Omnsk(Zadov 174 e 185), T-10 fino al '55, T-10A nel '56, -10B nel '57, T-10M nel 1958-66; N.Tagil (183), T-54A nel 1955-56, T-54B nel 1957-59, T-55 nel 1958-62;

Anni '60:Karkhov, T-64 nel 1963-68, T-64A nel 1969-75 Omsk, nulla tra il 1966 e il 1972 (era in sviluppo il Molot, ma non ebbe esito); N.Tagil, T-55A nel 1963-75, T-62 nel 1962-71


Anni '70: Karkhov, T-64B nel 1975-82, T-64BV nel 1983-85; Omsk, T-80 nel 1976-77, T-80B nel 1978-82, T-80BV nel 1983-84, T-80U nel 1985-92; N.T., T-55A nel 1975-78, T-72 nel 1972-78, T-72A nel 1979-85


Anni '80-90: Omsk, T-80UM nel 1993-95, T-80UM-1 nel 1996 in poi, B.eagle dal 1997; N.T., T-72B nel 1986-87, BM nel 1988-90,T-90 nel 1990-2000+; Karkhov, T-80UD nel 1987-00, T-84 nel 1993-00[1].




T-72

Il carro T-64 diede dei problemi e questo spinse a cercare una soluzione più economica, con apparati di tiro, motore e corazza meno sofisticati e più affidabili. agli inizi degli anni '70' nacque il T-72, venuto fuori da 5 anni di sviluppo dal T-62. Esso era dotato di tutti gli accessori che lo potrebbero far definire un 'super- T-62'. Telemetro ottico, motore turbodiesel, sospensioni Vickers, corazza composita frontale, caricatore automatico. È stato lo spauracchio della NATO per decenni, e la valutazione che lo ha riguardato lo ha visto di continuo sopravvalutato e sottovalutato, a seconda di come si è cercato di giudicarlo. La prima delle opinioni è di chi in genere guarda i dati tecnici e le comparazioni storiche, mentre la seconda è di chi fa presente le battaglie in Iraq contro gli americani (omettendo di considerare come il T-72 fosse l'unico carro capace di affrontare con autorità i Chieftain iraniani, che sulle lunghe distanze tipiche degli scontri nel deserto, tendevano a sopraffare i T-62). È stato ammodernato in numerosissime versioni, anche in maniera radicale e per la sua relativa economicità e leggerezza, appare a tutt'oggi un carro assai popolare e diffuso nel mondo, anche per la produzione di oltre 30.000 veicoli.

A differenza del T-64, munito di ruote di piccolo diametro, il T-72 ha ruote di grande diametro, come nell'esemplare qui raffigurato

Il T-80 ha ruote di medio diametro

Il T-80 è stato derivato più direttamente dal T-64 che dal T-72, ma la storia dei carri sovietici è particolarmente disputata e intricata. Per certo, è l'ultimo della triade moderna di questi veicoli ad essere apparso, e le sue caratteristiche, sia pure con differenza come quelle sul treno di rotolamento - a medio diametro e con sospensioni non idropneumatiche -, potrebbero ben essere spiegate definendolo un 'T-64 a turbina'. La turbina in parola, più compatta e potente, ha un consumo però maggiore e inizialmente aveva anch'essa i suoi problemi di affidabilità. Il T-80U con missili laser, motore potenziato e corazze K-5, era il carro migliore dell'arsenale sovietico nel 1991.

Segnalata anche la presenza del T-80UD, con motore diesel boxer, alla base di ulteriori sviluppi ucraini (forse il T-84 deriva da questo modello). Il T-80 venne pensato per contrastare i carri occidentali di nuova generazione come il Leopard 2 e l'M1 Abrams, con il quale ultimo condivide la caratteristica del motore a turbina. Ma esso a quel punto aveva a che fare con carri normalmente pesanti almeno 10 tonnellate in più, e nonostante le molte innovazioni tecniche, non riusciva a stare al passo di tali mostri corazzati, oltre all'handicap di non avere apparati termici passivi (e questo nonostante i sovietici fossero stati pionieri in questo campo). La necessità di un design innovativo ha portato, ma solo negli anni '90, a progetti come il Black Eagle e il T-72MP, entrambi caratterizzati da una riserva munizioni sistemata dietro la torretta. Nel caso del T-72MP si tratta di un aggiornamento ucraino, mentre il Black Eagle è un progetto nuovo, con uno scafo più lungo e pesante per la grossa torretta.


T-90 in sgargianti colori tropicalizzati

Il T-72 ha avuto varie declinazioni, l'ultima delle quali ai tempi sovietici era il T-72BM, una macchina del tutto diversa, come capacità, dalle prime serie. Essa, con qualche altra piccola modifica, è divenuta nota comeT-90, carro di punta attuale, con un motore diesel affidabile e di potenza ragionevole. Recentemente adottato anche dall'India e Algeria.


L'ultimo nato dei carri della genia sovietica è il Black Eagle, caratterizzato dal munizionamento sistemato nella controcarena di torretta, un po' come l'M1 Abrams. Esso è dotato di una torre più grossa e pesante, che ad un certo punto ha consigliato di dotarlo di un treno di rotolamento con 7 ruote, e non 6, per parte. Dopo l'abbandono dei carri FST, armati di un cannone da 125 o 135mm, in fase di sviluppo, questo potrebbe essere il nuovo carro di Mosca. Va detto che esso è stato sviluppato dopo il 1991, pertanto non è un carro 'sovietico' in senso storico.


Carri post-sovietici alle soglie del XXI secolo

Tornando ai carri ucraini, approfondiamo la situazione dei carri ucraini e del centro N.75, quello di Karkhov. Questo impianto nacque già nel 1927, filiazione di una fabbrica che per una volta non era di trattori, ma di locomotive. Tra i suoi tecnici c'era già Morozov, e tra le realizzazioni il T-12 del 1928-29, un primo e prezioso, anche se non fertile, assaggio dei problemi relativi ai carri armati. In seguito si decise di costruire i carri 'Cristie' in URSS come serie BT e vennero prodotti anche a Kharkov. Nel '37 arrivò il T-46-5 o T-111, ma anche questo rimase prototipo, così come l'A-20 e l'A-30, mentre Morozov nel 1939 realizzò assieme a Koshin il T-32, anello intermedio tra i più recenti BT e il futuro T-34, con corazza più spessa, costruito nel 1939. Koshin fu per certi aspetti il 'Reginald Mitchel dell'URSS', nel senso che ebbe una carriera fondamentale nel costruire un mezzo che era un vero 'brand' per il settore militare, in UK lo Spitfire, qui il carro T-34; ma come Mitchell, non ebbe modo di vederlo in azione, perché come Mitchell, visse poco oltre, morendo dopo 4 anni di direzione dell'ufficio di progettazione a Karkhov. Il suo T-34, invece, sebbene nato imperfetto, si evolvette proprio sotto la direzione di Morozov, con 64.432 esemplari prodotti in tutto, e nonostante l'occupazione tedesca di Karkhov il 24 ottobre 1941, che costrinse a trasferire le attrezzature ad Est, oltre gli Urali (a Sverdlovsk e e in altre località sperdute nell'entroterra sovietico), per poi essere riportate in zona nel 1945. La produzione riprese nel 1944 con il T-44. Sopratutto, in seguito le idee di Morozov si concretizzarono nel T-64, mentre continuava l'attività di ricerca per i motori diesel dell'esercito sovietico, che poi sono stati fondamentali per continuare lo sviluppo dei carri ucraini. Così è stato possibile continuare a produrre mezzi originali, in competizione con i Russi e con tecnologie tutto sommato superiori, grazie al tribolatissimo sviluppo del diesel boxer, capace tuttavia di garantire compattezza e bassi consumi. Verso la fine del 1998, la ricerca dell'autonomia aveva fatto sì che tra i 'Fratelli coltelli' dell'ex-Urss, l'Ucraina aveva un'indipendenza dall'estero per il 95% della produzione dei suoi carri (per esempio, persino il carro Ariete aveva il 13% di tecnologia estera importata, e lo stesso Abrams ha il cannone di origine tedesca). In ogni caso, con la Russia è stato raggiunto un accordo per la collaborazione industriale nella realizzazione dei carri, mentre la fabbrica di Kharkov diventava la Kharkov Morozov Machine-Building DB o KhMDB. Questo stabilimento fondamentale per la storia del carrismo sovietico, nel bene e nel male, ha realizzato oltre 100.000 carri armati.

Nei tardi anni '90 essi erano rappresentati, come programmi di punta, dal T-84 e dal T-72. Il primo è nuovo, il secondo è un vecchio tipo 'riciclato' e ammodernato. Il T-84 è stato estrapolato, passo dopo passo, dal T-64, attraverso il T-80 e il T-80UD. La chiave è il motore 6TD-1 che qui ha 1.000 hp di potenza, e superati i problemi di affidabilità, è diventato un'alternativa concreta e vantaggiosa alla turbina. Ma vi è anche un altro elemento. Il T-84, come ricoda il nome, apparve durante la Guerra fredda, con il prototipo costruito nel 1984. La sua innovazione era costituita dalla torretta che, dopo decenni, tornava di tipo a lamiere saldate anziché di fusione. Questo consente una torretta esagonale, simile in maniera vaga a certi modelli di T-34. Difficile capire bene questa differenza, visto che si tratta di una torre comunque piuttosto piccola, e sopratutto che essa, al solito per i carri sovietici e russi del periodo, è stata letteralmente coperta di ogni sorta di sistemi. In contrapposizione all'aspetto 'pulito' dei carri fino al T-62 e forse ai primi T-72, è stata sistemata una serie di corazze attive, lanciagranate, sensori IR, laser e meteo (con un'apposita colonnina corazzata superiore alla torretta), per cui non si capisce facilmente l'innovazione. Questa comporta maggiore spazio interno, sopratutto maggiore facilità di costruzione (specie per le tolleranze: è difficile realizzare grandi parti di fusione con caratteristiche ben speficiche, molto semplice usare blindature saldate per formare strutture anche molto complesse). I Russi dicono in merito che la torretta è stata studiata anche da loro, ma che è stata trovata inferiore ad un nuovo tipo di torre fusa (ammettendo che quella saldata era una soluzione superiore rispetto a quelle adottate da loro), ma che siccome gli Ucraini non hanno tale tecnologia, si devono accontentare della struttura saldata. Insomma, ognuno tira l'acqua al suo mulino. D'altro canto fino a non molti anni fa non si sapeva che i sovietici erano riusciti a realizzare corazze speciali anche dentro la torretta dei loro carri (essendo rotondeggiante anziché di forma squadrata, non si pensava fosse possibile mettere i pannelli di materiale protettivo, ma i sovietici ci sono riusciti). Detto dei sistemi in generale, tra cui lo Shrota-1 anti-missile, per il resto vi è il cannone D-81 da 125 mm con il sistema di tiro che comprende anche il Refleks per il missile Svir. Quest'ultimo è un costoso sistema anticarro e antielicottero, offerto ad un certo punto all'export per 10.000 dollari, ma nei primi anni '80 costava ben 40.000 dollari al pezzo. Insomma, non un proiettile da usare alla leggera (sebbene il missile Javelin raggiunse nel 1998 un costo di circa 80.000 dollari, pur con la metà della gittata). Il missile può attaccare solo con traiettoria dritta, ma con un comando speciale, per evitare cespugli e alberi, può salire a circa 4 m di altezza (a 2 m dal centro del fascio laser) e riabbassarsi opportunamente a circa 500 m di distanza. Il sistema di tiro è il 1V528, con calcolatore balistico digitale, e può anche incamerare il proiettile della Giat francese, messo recentemente a punto. Per il resto vi è il sistema Agat (TNK-4S) e di mira 1A42; il primo ha stabilizzazione nel piano verticale con 7,5x diurni e 5,1 notturni, mentre il capocarro può usarlo anche con i suoi comandi e lasabilizzazione del sistema 2E42 per l'impiego in movimento; il capocarro può designare i bersagli scoperti al cannoniere e vedere l'immagine termica del suo sistema IR; la mtg esterna NVST da 12,7, arma molto leggera e moderna, è controllabile con il sistema PZU-7 . IL cannoniere, con il sistema 1A42 ha anche il telemetro laser, il sistema 1G46 Irtish con ingrandimenti tra 2,7 e 12x, più il computer digitale e camera termica AGAVA 2 o un tipo francese della Sagem. Il motore è forse ancora più interessante, perché è molto compatto e potente, raggiungendo ben 1.200 hp, ovvero 200 per cilindro. L'impianto per la produzione motori venne fondato nel 1934 e nel 1935 lavorava al motore diesel DB-2 o V-2, per i carri BT-7M. In seguito venne montato sui T-34, in versione da 500 hp, e sui KV-1 in quella da 600. NOn solo, ma esso venne anche usato come W55, dopo un'opportuna rielaborazione, per i carri postbellici, fino al V-46 del T-72. Una lunga strada! Significa che il progetto del motore, sperimentato sul BT-5, è rimasto valido fino al T-72. Invece il 6TD è ispirato al motore Junkers Jumo, poi ripreso anche dai britannici con l'L60 per il Chieftain, ma mentre il motore britannico era, oltre che insoddisfacente come affidabilità e potenza, anche con disposizione verticale dei cilindri, nel caso russo era invece a sogliola, quindi con cilindri orizzontali, guadagnando molti centimetri. Il primo tipo aveva 600 hp, il secondo, il 5TDF era apparso nel 1965, con potenza di 700 hp.NEl 1984 alcuni T-64 vennero prodotti come T-64AM, con motore 6TD da 1.000 hp, e lo stesso tipo è stato poi applicato al T-80UD venduto in 320 esemplari al Pakistan, negli anni '90. La cilindrata del 6TD è di 16,3 litri, l'altezza di appena 581 mm, men anche dell'MTU-880 tedesco (656), lunghezza 1,6 m e larghezza 95,5 cm. Il rapporto peso-potenza è di 1,34 kg per hp e anche così era in sviluppo un tipo da 1.500 hp. Per il resto v'é un sistema di raffreddamento efficace, che consente di operare fino a 50°, cambio con 7+1 marce, sistemi di soppressione IR sulla parte superiore del vano motore, riducendo la possibilità di essere colpiti da armi a guida IR di ogni genere.

Quanto al T-72, nel tipo MP è stato proposto un kit di retrofit notevole, con l'aiuto della società francese SAGEM. Esso è abbinabile alla torre del T-84, e cannoni da 120 mm occidentali. Anzi, non si capisce come, ma gli ucraini sono andati anche oltre, offrendo il cannone da 140 mm, che doveva essere la nuova 'arma segreta' post-120 mm, svilupppato da GB, Francia, Stati Uniti e Germania. Chi avrebbe avuto modo di mettere le mani su questa potentissima arma, concepita per contrastare i 135 mm dei carri sovietici di nuova generazione? L'unica risposta plausibile è la Francia, ma certo fa specie vedere come un'arma segretissima e nemmeno entrata in servizio fosse candidamente offerta dagli Ucraini, senza che nessuno sollevasse obiezioni di sorta. Il sistema di caricamento è simile a quello del Leclerc e comprende un apparato meccanico nella controcarena, mentre i proiettili sono sistemati sia qui che nella parte centrale dello scafo. Per il resto vi è la possibilità di sostituire il motore con il 6TD, e la protezione incrementabile con vari sistemi, tra cui corazze ERA e passive, migliorando la resnstenza di 1,5-2 volte contro i proiettili perforanti e oltre 2 contro quelli HEAT, sia sui fianchi che sul frontale del mezzo. Il sistema SAVAN 15MP della Sagem francese ha il sistema VS 580 per il capocarro, della SFIM francese, lo stesso che in versioni diverse equipaggia Leclerc, Ariete e Centauro, con canale diurno e IL, mente il cannoniere ha camera termica e tl, con cloche di guida per il cannone. La probabilità di colpire, secondo il costruttore, è così aumentato da 0,2 a 055-0,9, il raggio utile del cannone da 1,7 a 2,5 km, la visuale da 2 a 5 km di giorno, mentre di notte passa da 400 a 3.000 m, mentre i tempi di reazione scendono di giorno e di notte.

L'Ucraina aveva quindi mezzi interessanti da offrire, e più evoluti di quelli russi, grazie anche ad un motore potente, ma dai consumi ridotti (500 km di autonomia su strada); gli Indiani all'epoca ebbero molto di che preoccuparsi, perché nel loro esercito i famosi Arjun non ne volevano sapere di diventare operativi, mentre i T-72 erano invecchiati rispetto ai nuovi carri pakistani; alla fine dovettero ordinare il prima possibile i carri T-90S, che vennero consegnati, sia pure con vari inconvenienti, diventando i principali corazzati indiani. I T-64 e T-80 dell'Esercito Ucraino all'epoca erano rispettivamente 3.200 (dei 13.500 prodotti) e 320, su di un totale di 4.063 mezzi disponibili, di cui appena 1.300 erano T-72. Questo dà l'idea della polarizzazione (si potrebbe dire 'pulizia etnica', se applicata alla popolazione umana) provocata dalla divisione dell'URSS; naturalmente, per la stessa ragione i russi avevano quasi esclusivamente T-72 e T-90.



Tra i carri armati di maggiore interesse in Ucraina, venne presentato nel 2001 il KERN-1.120 è un altro prodotto del KP KhKBM[2]. Questo carro è stato presentato con anto di cannone da 120 mm di tipo NATO, ma pur sempre con caricamento automatico, oltre che ovviamente, con sistema di tipo avanzato di visione e stabilizzazione, altrimenti tale modifica non avrebbe avuto particolare pregio. Sebbene sia ancora un veicolo simile al T-84, con la sua bassa sagoma, esso ha un sistema di caricamento compatto nella torretta, cosa del resto indispensabile per non dover riprogettare le munizioni del pezzo da 120 NATO, che è a bossolo fisso assieme al proiettile e non un 'due pezzi' carica +proiettile. Per assicurare l'equipaggio da esplosioni, è anche presente una paratia anti-esplosione, un pò come nell'Abrams, assieme agli indispensabili (in quest'ottica di controllo dell'energia delle munizioni) due pannelli sul tetto, che aprendosi consentono ai gas di uscire dal mezzo con minimi danni. Vi è la solita corazzatura passiva stratificata più elementi ERA, parzialmente modulare, e un pannello di kevlar interno in funzione anti-schegge, oltre all'impianto NBC a sovrappressione più filtraggio aria. Completa la protezione il sistema antincendio automatico o manuale. Vi è un apparato di autoprotezione con allarme laser, granate fumogene speciali, e IR Jammer. Ma per essere ancora più sicuri, il veicolo, oltre che di per sè, al solito, di forma sfuggente e bassa, è anche stato progettato per ridurre la segnatura IR grazie al materiale isolante del comparto motore e alle skirts laterali, che di per sè, come sempre, occultano efficacemente il treno di rotolamento, che con i sistemi IR è facile da vedere, e riducono sensibilmente la polvere sollevata durante il movimento. Anche il cannone ha vantaggi rispetto ai tipi sovietici precedenti, in particolare è possibile smontarne la canna senza troppi problemi. L'arma è lunga 50 calibri circa, e consente di sparare fino a 5 km di distanza con proiettili di standard NATO. Di questi vi sono 40 esemplari disponibili, di cui una quantità pari a quella del vecchio caricatore a giostrina Kasetska, ovvero 22 colpi, sono pronti al tiro. Gli altri sono in un deposito separato dal vano equipaggio. Il tutto lascia parecchio spazio dentro il vano di combattimento, e consente all'equipaggio di evitare la spiacevole sensazione di sedere, letteralmente, sopra una tonnellata di proiettili pronti ad esplodere quando il veicolo è colpito e penetrato (che, come si è visto in Irak, con le armi moderne e letali della NATO succede spesso). Per il resto vi sono la solita 7,62 mm e la 12,7 sul tetto, impiegabile con comando da dentro la torretta oppure manualmente. I sistemi di puntamento sono il mirino panoramico diurno e notturno del capocarro, che ha incorporato il telemetro laser, cosa insolita visto che in genere questo è presente solo sul periscopio del cannoniere, che qui ha anche il sistema laser di guida dei missili controcarri (evidentemente tipo Svir o Bastion adattati al 120 mm), il mirino ad immagine termica del cannoniere (separato da quello diurno-IL), con monitor del capocarro, e il mirino per quest'ultimo dedicato alla 12,7 mm della cupola. Il tutto è facilitato da un sistema MRS sulla parte superiore del cannone, provvisto anche di manicotto termico. La navigazione comprende anche sistemi GLONAS e GPS, per una precisione di 10 metri durante la navigazione. Il sistema è in grado di memorizzare 50 punti fissi e 10 tracciati di percorrenza pre-programmati, ed è interfacciato anche con apparati di navigazione. Per il movimento vero e proprio, il KERN-2.120 è dotato del 6TD-2, con potenza di 1.200 hp e policarburante (gasolio, benzina, cherosene in ogni proporzione o miscela); vi è un sistema di raffreddamento per operare anche con 55° di temperatura e i filtri d'aria permettono di percorrere 1.000 km o di funzionare per 35 ore prima del ricambio. Il rapporto potenza-peso di 25 hp per tonnellata consente di viaggiare a 70 kmh su strada, 45 su terreno vario, in retromarcia 34 kmh (uno in più degli M1 Abrams, tanto per citare un dato), e FADEC di controllo. I cingoli hanno pattini di gomma sostituibili con quelli d'acciaio per impiego su ghiaccio, oppure sono di tipo interamente metallico, ottimali per il movimento su terreno roccioso. Non manca infine una APU, per generare potenza senza accendere il costoso motore principale, limitando oltretutto al minimo la visibilità IR e il rumore. Sempre in tema di mobilità, il mezzo è capace di superare trincee di 2,85 m, gradini di 1 metro, ma sopratutto di superare 1,8 m di guado oppure, con preparazione, ben 5 metri con lo snorkel. Questa è una tipica specialità sovietica, ma non manca, in tal senso, nemmeno la lama apripista sotto la parte anteriore del mezzo, ripiegata in condizioni normali, ma capace di trasformare ogni carro russo o ucraino in un bulldozer, tanto da poter interrarsi, senza faticare con i badili o chiamare il genio, in 15-40 minuti, a seconda del tipo di terreno. Non mancano poi i sistemi di bonifica mine KMT-6 e 7, altro sistema diffuso (quello di trasformare i carri normali in spazzamine) per i sovietici, sia con i vomeri (il primo) che con i rulli (il secondo sistema).

Per contenere i costi è possibile anche usare il sistema di simulazione computerizzato del vano di combattimento e del conduttore e altri ausili didattici per un rapido apprendimento delle capacità del mezzo, che indubbiamente sono notevoli. In sostanza, si tratta di una sorta di ibrido tra carri occidentali e russi, molto più compatto e leggero dei primi, e al contempo più sicuro in caso di danni e più capace operativamente dei secondi, con un costo intermedio tra i due. Il peso, con tanto di 1.250 colpi da 7,62 e 450 da 12,7 mm, e le 10 lanciagranate, è di 48 tonnellate.[3].


All'epoca moderna, c'è stata maggiore chiarezza delle sorti di questi mezzi:

E' riportata la vendita, nel 2007, di 50 T-84 Yatagan al Bangladesh, o quanto meno la trattativa per la loro vendita all'Esercito.

Le versioni del T-84 sono state il modello base (aggiornamento del T-80UD), la T-84U con aggiornamento del precedente tramite varie modifiche come l'ERA K-5 e una APU; il T-84 Oplot, che ha la torretta con caricatore di tipo occidentale, ma con il calibro originale di 125 mm, mentre il KERN 2.120 è stato battezzato Yatagan, ovvero l'Oplot con cannone da 120 e la versione speciale dell'AT-11. E' stato presentato all'Esercito turco. Infine c'é il BMPT-84, una specie di mezzo da combattimento della fanteria, che si differenzia dal carro solo perché ha uno scafo allungato e ospita 5 soldati di fanteria. Oltre a questo potente mezzo, una specie di fusione tra carri e mezzi per la fanteria, è presente anche il BMU-84 gettapone e il BREM-84 per il recupero corazzati. LE dimensioni del T-84 sono 7,08 x 3,77 x 2,2 m.

Mezzi della fanteria

Inizialmente i sovietici non erano ben equipaggiati per il movimento dei fanti sul campo di battaglia. A dire il vero la cosa non era del tutto ignorata, tanto che addirittura prima della guerra si era pensato a blindati cingolati per il trasporto truppe. Dopotutto, le 'cingolette' Vickers avevano conosciuto un successo che, sia pure sopratutto come porta-armi, aveva visto per la prima volta mezzi cingolati veloci ampiamente diffusi in reparti che non erano carristi. Il successo di questi mezzi, usati sia come vettori di mitragliatrici o mortai, che come trattori d'artiglieria fu tale che si dovette attendere, con ogni evidenza, l'M113 per trovargli un pari: solo la Francia ne realizzò oltre 4000 o 6000 in versione trattore d'artiglieria per cannoni leggeri come quelli controcarri. Le cingolette Vickers erano parenti strettissimi dei carri leggeri, che costituirono la base dei reparti corazzati inglesi, italiani e sovietici per anni, mentre in Francia come si è visto vennero usate solo come trattori d'artiglieria. I sovietici si interessarono di mezzi protetti cingolati, usati per esempio anche contro la Finlandia nel '39, ma all'epoca l'URSS in generale mancava di veicoli motorizzati: ancora nel '41 ve n'erano in tutto appena 600.000 nell'immenso paese euroasiatico, e molti di questi erano in carico all'Armata Rossa. Quindi non v'é molto di cui stupirsi se l'URSS si ritrovò sprovvista di sufficienti risorse per la sua enorme fanteria. Così i fanti sovietici entravano in azione appiedati, restando altamente vulnerabili alle armi tedesche che spazzavano il campo di battaglia (un esempio potrebbe essere il film 'La croce di Ferro' di S.Pekimpah), e i carri o restavano slegati dai fanti o erano costretti a rallentare e ad accompagnarli, diventando facili bersagli per l'artiglieria controcarri. In seguito si pensò bene di far stare i fanti direttamente sui carri armati. Le armate di soldati sopra i KV e i T-34, armati dei mitra PPHS divennero estremamente temibili, anche se ovviamente i fanti erano vulnerabili alle armi leggere e alle schegge, spesso costretti a saltare giù dai veicoli per ripararsi. Insomma, non era nemmeno così la situazione ideale. Altri mezzi erano usati per trainare reparti di sciatori nell'abbondante neve dell'inverno russo, e sempre su questo strato bianco era possibile muoversi con speciali slitte ad elica dalle prestazioni sorprendenti.

Ma in generale i sovietici continuarono ad andare incontro al martirio a piedi, cosa che nelle offensive, anche locali, non era proprio ideale. L'URSS aveva un minore potenziale industriale rispetto agli USA; sopratutto perché si ritrovò devastata dalla Germania, e anzi fu già un miracolo riuscire a trasportare le proprie fabbriche oltre gli Urali per sfuggire all'aviazione tedesca e alle rapide avanzate, che avrebbero potuto mettere fine alla resistenza sovietica occupando le basi industriali del Paese. Quando non fu possibile, come a Leningrado, si videro i carri armati uscire, spesso incompleti, dalle fabbriche e andare a combattere al fronte subito dopo.

Per i trasporti logistici la situazione era ancora peggiore e l'Armata Rossa, che pure nei primi anni '30 era già fortemente motorizzata, si ritrovò ad affidarsi agli animali da soma e da tiro, (e spesso anche a reparti di cavalleria montata in prima linea). Ma sopratutto, arrivarono quasi 500.000 autocarri occidentali, per lo più americani, e migliaia di semicingolati americani, spesso usati come vettori di armi come i cannoni c.c. da 57 mm sovietici (tra i migliori disponibili).

Alla fine della guerra, l'industria sovietica aveva prodotto quantità di carri e artiglierie di ottimo livello, ma senza l'aiuto alleato nel settore logistico le cose avrebbero potuto prendere una brutta piega. I sovietici avevano vinto, e a fatica, con grande dispendio di vite umane, specie fanti con un danno demografico enorme: negli anni '90 v'era ancora un eccesso di 20 milioni di donne rispetto agli uomini nell'ex-URSS.

In seguito i sovietici cominciarono ad usare truppe motorizzate (ma il concetto di caricare i fanti sui carri per migliorare la cooperazione tra le due armi è stato molto duro a morire) con gli autocarri a trazione integrale 6x6. Da qui ad utilizzare mezzi corazzati ruotati, dotati di una semplice struttura protettiva in acciaio saldato, è stato un passo breve e i primi risultati sono stati il BTR-40 4x4, piccolo mezzo da ricognizione, e il grosso BTR-152, simile ad un semicingolato americano a parte che è per l'appunto 6x6. Come questo non ha protezione superiore, ma era un grosso miglioramento in generale per la mobilità delle truppe (sebbene la mobilità in terreno vario, con la corazza, era minore di quella dell'autocarro da cui derivava, almeno se questo era scarico; inoltre la corazza attorno al motore poneva problemi di raffreddamento da non sottovalutare). La NATO si stava dando, con i suoi eserciti meno numerosi ma meglio equipaggiati, una spinta motorizzazione inclusa la meccanizzazione delle truppe. I sovietici ottennero un risultato anche con il BTR-50, simile al PT-76 ma con un vano portatruppe. Era un buon mezzo, specie per le capacità anfibie (assenti nel caso del BTR-152), ma ancora inferiore rispetto al più veloce, armato e protetto (superiormente) M113; anche così era valido per portare una o persino 2 squadre fanti in azione assieme ai carri armati. Poi negli anni '60 sarebbero arrivati i mezzi definitivi: i BTR-60 e i BMP. Nonostante non mancassero di limiti e difetti, divennero mezzi giustamente ben diffusi e ammirati (o temuti). Dopotutto, i grossi BTR-60 erano nelle truppe motorizzate laddove in Occidente v'erano giusto autocarri a trazione integrale, in genere non armati, non protetti e non anfibi in alcuna misura. I BMP sulla carta almeno erano grandemente superiori rispetto agli M113 ed erano i primi veri mezzi combattenti per la fanteria meccanizzata, almeno tra quelli con una buona diffusione. Sulla famiglia BTR e BMP si reggono ancora le truppe motorizzate russe.


In Occidente, con la quantomeno parziale eccezione della Francia, la soluzione di trasportare la fanteria con mezzi blindati ruotati è stata a lungo trascurata per lasciare spazio ai cingolati, più mobili e in media, anche meglio protetti, ma pur sempre ben più costosi, necessitanti di appositi mezzi portacarri (ruotati), se non addirittura di convogli ferroviari, perché negli spostamenti strategici il cingolo si logora in fretta. Paradossalmente, mentre l'Occidente pensava alle truppe aviotrasportate, non riusciva a produrre mezzi largamente in uso che fossero ruotati. Negli USA il primo risultato fu il LAV (il Piranha svizzero), ma solo per i Marines. In Europa invece le cose continuavano sul tutto cingolo, eccetto che per la cospicua flotta di VAB francesi.

I Sovietici, invece, l'avevano pensata diversamente. Subito dopo la fine della guerra l'S.M. dell'esercito volle un mezzo 6x6 per il trasporto truppe, e ne venne fuori il grosso e robusto BTR-152, una specie di versione ruotata dello chassis di un semicingolato americano. Era stato progettato come Izdelye 140 a partire dal 1946 e adottato il 24 marzo 1950, liberando così la fanteria dalla limitazione di dover operare in battaglia praticamente a piedi o appollaiata sui carri. Era basato sul telaio ZIL-151 e poi, lo ZIL-157. Era il meglio che i Sovietici potevano permettersi per la loro numerosa fanteria, ed è stato largamente prodotto, tanto che ancora nel 2000 era in dotazione a circa 24 F.A., anche se per lo più in posizione di riserva. Il BTR-152 è stato costruito fino al 1962 in oltre 15.000 esemplari.

Dimensioni 6,55 x2,32 x 2,04 m, peso 9,91 t, equipaggio 2+18. La corazzatura è di 15 mm frontale, 9 laterali, 10 tetto (nei tipi protetti), 4 fondo. L'armamento è di una 7,62 con 1.250 colpi, o una 12,7 mm con 500 frontali, alle volte anche altre due da 7,62 laterali. Il motore è un Zil-137 da 110 hp o uno ZIL-157 da 107 hp, con 300 l di capacità. La velocità è di 75 kmh, l'autonomia di 640 km.

BTR significa per l'appunto mezzo da trasporto truppe, Bronetransporter, e anche in Russia è rimasto in servizio fino al 1993, pur essendo obsoleto. Tra le sue capacità, quella di trasportare carichi fino a 1,9 t, mezzo plotone di fanteria o trainare cannoni. Se non altro, differentemente dagli altri mezzi successivi, ha porte posteriori per un facile accesso al vano di trasporto. Assieme al BTR-40 e al cingolato BTR-50 è stato la prima generazione APC dell'Armata Rossa. Sui lati il mezzo offre alla fanteria, trasportata su panche di legno, 6 punti da cui sparare senza esporsi, ma solo il vano di guida ha un tetto corazzato. Vari i limiti del veicolo, tra cui la scarsa mobilità su terreno vario, specie quando le finestre corazzate del radiatore sono chiuse, che causano un surriscaldamento del motore. Il tipo su telaio ZIS-157 è riuscito a migliorare un pò le cose, anche per l'uso di ruote più larghe. Il primo impiego del mezzo fu durante la repressione in Ungheria, mentre in seguito ha avuto largo impiego nei conflitti degli anni '60 in Oriente e in Africa. Tra gli utenti c'erano anche gli egiziani, 675 mezzi dei quali 120 in versione antiaerea con 12,7 mm quadruple, mantenuti in servizio fino al 1985. Anche gli Israeliani ne hanno avuti alcuni, catturati agli Arabi, usandoli per compiti di polizia, nonché per mezzi portacannoni con gli impianti binati TCM-20.

Vi sono state innumerevoli versioni, come quelle SPW-152 tedesche, quelle libanesi modificate con una ZU binata da 23 mm, nonché la versione standard ZPU-2 con un impianto binato da 14,5 mm (alle volte, pare, anche quadruplo da 12,7 o da 14,5 mm), il primo semovente sovietico a.a. del dopoguerra. I Cinesi ne hanno costruito la copia Type 56. Non sono mancate le versioni comando (U), a cielo coperto (K), e parecchi altri sottotipi.

Tuttavia il BTR-152 non era anfibio, non era protetto superiormente e non aveva sistemi di protezione NBC e di visione notturna. La capacità anfibia era vista dai sovietici come imperativa e nella seconda metà degli anni '50 emisero una seconda specifica apposita. Del resto si prevedeva di passare, in caso di offensiva, un corso d'acqua di piccole dimensioni ogni 5-10 km, medio ogni 25-30 e grande ogni 90-100, così era importante avere mezzi capaci di fare 'da soli' senza aspettare l'aiuto del genio. Nel frattempo era anche stato prodotto un mezzo 4x4, il BTR-40, usato per lo più come mezzo da ricognizione e poi rimpiazzato dal BRDM-1 e 2.


BTR-60 [1]

Primo dei veicoli da fanteria moderni sovietici, con le sue 8 ruote motrici ed un'eccellente mobilità, il BTR-60 era il progenitore di una serie di mezzi come il BTR-70 , 80, 90 tutti 8x8, e prodotti a decine di migliaia in varie versioni.

Con la conversione delle divisioni fucilieri in divisioni meccanizzate (decisione presa attorno al '57) era chiara la necessità di fare qualcosa di meglio del BTR-152. Così venne indetta una gara per il nuovo APC. Disegnato nel 1955, in servizio attorno al 1959-60, peso circa 11,4 t, dimensioni 7,56 x 2,825 x 2,31 m, era capace di portare fino a 14 soldati oltre ai 3 d'equipaggio.

Il programma, nel 1957-58, vide vincente il Dedkov DB di Gorky (dove era lo stabilmento GAZ), contro il Rodinov DB (collegato alla ZIL) che proponeva un 6x6, forse non a torto considerando i problemi che l'8x8 comportava, come costo e accessibilità del vano di combattimento. In ogni caso l'Izdeliye 149 di Debkov vinse e venne adottato nel 1960 come BTR-60P, P sa per Plavajutschji, anfibio. Nel 1976 erano già stati costruiti oltre 25.000 veicoli, in servizio un quarto di secolo dopo in 42 Paesi diversi.

Il BTR-60 presentava 8 grossi pneumatici 13x18, con sistema di gonfiaggio e sgonfiaggio interno (passava per il mozzo della ruota) centralizzato, per adottarlo prontamente ad ogni condizione del terreno: un grosso vantaggio per questo veicolo. La sagoma era lunga e bassa, con ottima profilatura balistica (specie.. nella parte posteriore, perché c'é il cofano motore ad allungarla opportunamente). Il peso era limitato a 10 t circa e la progettazione non dissimile da quella del piccolo BRDM-2 4x4.

Il veicolo era presente nel 1990, secondo i CFE, in 4.191 esemplari, mentre nel 1997 era calato a 56; il BTR-70 era passato da 3.936 a 1.038, il BTR-80 da 1.130 a 1.099. La potenza di fuoco iniziale era data da 1 arma da 12,7 e due da 7,62. Era una specie di carro da guerra, con il tetto aperto e sportelli di piccole dimensioni: assieme alle maniglie e alla sagoma bassa in generale, era facile da entrare ed uscire per la fanteria, trasportata numerosa al suo interno, su panche trasversali. Era possibile sparare da dentro il mezzo tramite delle feritoie, però non c'erano iposcopi e i fanti, messi sulle panche, le usavano con difficoltà: meglio tirare esposti sopra il mezzo stesso. Abbandonare il veicolo era facile in origine, ma i fanti erano vulnerabili e quindi venne provvisto di tetto. Questo però caus un problema, perché col motore dietro era impossibile trovare un modo per uscire ed entrare: non c'era spazio per un portello, sopratutto non c'era per via della scarsa compattezza del sistema motore: in fondo anche il Ratel, ben più stretto e pesante (motore più potente) ha un motore posteriore, ma nondimeno ha un portello posteriore, utilissimo per uscire ed entrare sotto il fuoco nemico. Con il motore posto dietro per ragioni di bilanciamento del peso, il BTR-60 poteva entrare ed uscire agevolmente dall'acqua, ma non consentiva un portello d'uscita. Così, per non rinunciare ad un assale (per ricavare un'entrata almeno laterale), il mezzo ebbe dei portelli laterali di piccole dimensioni, specie nel BTR-60PB, che erano dietro il posto di pilotaggio. Questo era provvisto di blindovetri con piastre corazzate abbassabili e iposcopi: la visibilità era ottimale, il pilota aveva a fianco il capocarro così non c'erano problemi di comunicazione, un pò come un autocarro. Il mitragliere era dietro. Il mezzo era molto lungo e basso e l'Armata Rossa lo chiamava 'la barca con le ruote', cosa che specialmente nel modello base era molto azzeccata come definizione. Il BTR-60 aveva un idrogetto per muoversi in acqua: tuttavia, le ruote non erano collegate quando funzionavano, così era delicato da far uscire dall'acqua, se la riva era ripida o fangosa: ma sempre meglio del BMP, con il suo 'naso' appuntito (e appesantito dal motore) che si conficcava facilmente nelle rive o nei fossi. I due portelli del BTR-60PB erano comunque qualcosa, così come la protezione, e si trovavano sopra la linea d'acqua e la schiera di ruote.

La prima versione aveva il tetto aperto, ere la P, prodotta solo nel 1960-63, poi la PA nel 1963-66 introdusse un tetto chiuso e la PB dal 1966 in poi ebbe il tetto chiuso, due portelli laterali e la torretta da 14,5 mm uguale a quella del BRDM-2. Il BTR-60 aveva due motori da 90 hp a benzina; il BTR-70 usava sempre due motori di bassa potenza, ma da 115 hp; tuttavia non era diverso come prestazioni perché era anche più pesante, e leggermente meglio protetto. L'Izdeliye 60, il BTR-80, è passato finalmente ad un singolo motore, e diesel; ma nondimeno non ha ancora ottenuto, malgrado abbia un motore in meno, la riprogettazione del posteriore per far passare la fanteria.

Il sistema motore era particolare, anche perché i due GAZ-49B a 6 cilindri, raffreddati ad acqua, del BTR-60, erano collegati ciascuno alle ruote di un lato. I motori erano collegati a due assi l'uno: il primo e il terzo per il motore di destra, il secondo e il quarto per quello di sinistra. Le sospensioni erano a barra di torsione con assorbitori idraulici, i primi due con due assorbitori, gli altri due assi con uno solo. Per sterzare si attivavano i primi due assali del mezzo. Nonostante alcune caratteristiche discutibili e vari limiti, si tratta di mezzi da non sottovalutare: la 14,5 mm del loro armamento buca un M113 a circa 1 km, mentre la loro blindatura è simile per resistenza a quella di altri mezzi occidentali parimenti ruotati, ma all'epoca molto raramente anche 8x8, con un'eccellente mobilità fuoristrada: 2 m di trincea, quando l'M113 cingolato si limita a 1,68. Anche le capacità nautiche sono eccellenti, e infatti i marines sovietici usavano il BTR per gli sbarchi, come anche il PT-76 e il BTR-40; in altri termini, il BTR-60 faceva la stessa funzione degli LVTP americani, pur se nato per compiti del tutto diversi.

Visto che i tedeschi avevano HS.30 armati con i cannoni da 20 mm, per ottenere un'arma simile in capacità era stata presa la decisione di usare la rustica e potente KPV in versione corazzati, la KPVT. Così apparve il BTR-60PA nel 1965, poi rapidamente rimpiazzato dal BTR-60PB che otteneva un migliore sistema di puntamento di quello del precedente per l'arma; del resto ora che la torretta era chiusa, era necessario pensare seriamente a come rendere possibile il puntamento dell'arma stando all'interno del mezzo, e non era un problema banale. La torretta era la BPU-1 del BRDM-2. In tutto c'erano 500 cp da 14,5 mm e 3.000 da 7,62 mm.

Il BTR-60P riduceva la capacità di trasporto truppe da 16 a 14 elementi, ma pur sempre si trattava di due squadre. In genere, però, ne veniva portata una sola in azioni prolungate. Il guidatore aveva periscopi e sistemi notturni TWN-2 e il comandante il TKN-1, mentre vi era la radio R-113 o 123, un sistema IR, e il periscopio PP-61A per il mitragliere. Il vano portatruppe aveva 3 feritoie di tiro per parte e accessi superiori al tetto, oppure laterali dietro il comparto di guida, ma alti sul terreno e piuttosto esposti al tiro nemico.

I pesi sono saliti da 10,1 a 11,4 t tra il BTR-60 e il BTR-60PB. L'ultima versione, la PBK, entrò in servizio nel 1975. Ampiamente usati in molte versioni, oramai sono relegati per lo più a compiti specifici come posti di comando mobili, osservatori d'artiglieria, collegamento con l'aviazione ecc. Venne usato per la prima volta e in maniera efficace, nella guerra del '71 indo-pakistana, dove aiutò a sfondare verso Jessore. In seguito ebbe impiego nel Kippur, e sopratutto in Afghanistan. Il BTR-60, usato in Polonia, fu presto relegato alla Polizia mentre il suo posto lo prendeva l'OT-64C SKOT. Il BTR è usato anche per le unità antiterrorismo ZOMO, ma sono oramai in rimpiazzo con gli Dzik-AT.

Tra le versioni costruite vanno segnalate anche il BTR-60P M1961, con una torretta da PT-76, per fornire supporto di fuoco, ma di sicuro non ha avuto molta diffusione pur essendo un'idea molto interessante. C'era anche una versione con una piccola torretta con il pezzo da 37 mm. La versione PA del '63 aveva invece unun'arma da 12,7 mm e opzionali, due da 7,62, mentre inizialmente c'era solo la prima o una da 7,62 mm. Il BTR-60 ha avuto anche una versione portamortaio, a quanto pare armata di ben due armi. Il BTR-60, per restare anfibio, non era molto pesante e quindi protetto, ma il PB aveva corazza sufficiente per resistere al 7,62 mm da 100 m sui fianchi, e anche a bruciapelo sull'arco frontale: 5 mm lati, tetto e frontale-superiore; 5 mm posteriore-superiore e pavimento; 7 mm anche per la torretta.

C'ra anche il sistema NBC e pneumatici con capacità autosigillanti e sistema centralizzato di regolazione dei pneumatici. Non sono mancati i tipi migliorati, per esempio con soluzioni adottate -come le feritoie di tiro- dal BTR-70.

Tra le tante altre versioni, mezzi di comando artiglieria 1V18, con torretta disarmata ma con sistemi d'osservazione NNP-21 e telemetri, radio aggiuntive e computer 1V510, sistema di controllo del tiro PUO-9M ecc. Un tipo simile era il PU-12 per il comando delle batterie antiaeree a corto raggio, equipaggiato anche con un computer ASPD-12 e sistemi di navigazioni, nonché, spesso, con radar di controllo dello spazio aereo. Vi sono stati persino dei BTR-60 'civili', come quelli usati, con scafo aperto, come veicoli da esplorazione geologica.

Non sono mancate nemmeno le versioni estere, come quelle bulgare (per esempio, il BTR-60PAU per il comando artiglieria), o cubane come l'interessante BTR-60PB con la torretta BMP-1 per il supporto di fuoco con l'arma da 73 mm, e addirittura il cannone da 100 mm in torretta T-54 (veramente difficile capire come sia possibile, dato il peso della torretta, sia pure molto modificata), e quello con due armi ZU-23 da 23 mm o addirittura da 37 mm. Il BTR-60 di Djibouti ha visto la modifica di un esemplare con la torretta dell'AML-90 distrutta in un incidente stradale. La Finlandia ha anche usato il mezzo come comando mobile in una sua versione specifica, mentre la DDR aveva una serie di designazioni per il BTR, che era chiamato SPW-60 (PA, PAS, PB, PB ABS ecc). Israele ha aggiunto una versione con mortaio da 120 mm, il Messico con l'APC-70 ha ottenuto un mezzo per i suoi marines, armato di mitragliatrice da 7,62 e lanciagranate Mk 19 (tra l'altro era un tipo BTR-60 demilitarizzato all'atto dell'acquisto). Anche la Cina, che catturò alcuni mezzi durante gli scontri di frontiera, ne copiò il progetto ma questo non entrò in servizio in gran numero, dato il cattivo sistema di strade disponibile, che non aiutava lo spostamento dei mezzi ruotati. La Romania ebbe un'intera famiglia di mezzi chiamati TAB-71, basati sul BTR-60PB e dotati di due motori SR-225 da 140 hp, poi con i Saviem francesi da 130 hp, mortai semoventi (TAB-71AR), trattori (TERA-71L) ecc.

Il BTR-60 resta in servizio sopratutto in Paesi del Terzo mondo, peresempio Afghanistan (300), Angola (100), Algeria (530), ma anche Bulgaria (737), Cuba (400), Cambogia (210), DDR( quando esisteva, ben 2.260), India (817), Etiopia (80), Eritrea (65), Irak (500), Israele (alcuni portamortaio), Iran (300 circa), Messico (300), Mozambico (150), Libia (750), Russia (2.000), Siria (600), Turchia(!, 302 ex-DDR), Ucraina (176), Vietnam (400), Yemen (500). Per dare l'idea di come sia un mezzo davvero diffuso, partiti con la A, si arriva anche alla Z di Zambia, che ne ha 13 esemplari.

BTR-70 [2]


Il BTR-70, Izdeliye (oggetto) 50, ha conservato lo stesso armamento e impostazione, ma con struttura irrobustita; ha scafo allungato e una piccola porta triangolare tra i due gruppi di ruote, tra il secondo e il terzo assale, per consentire ai fanti di abbandonarlo con maggiore facilità e minore rischio (idem per il rientro a bordo, magari portandosi dietro dei feriti). I motori sono stati inizialmente i GAZ-69B a sei cilindri e poi i successivi ZMZ-49 a 8 cilindri. Il mezzo ha una radio R-123M e un intercom R-124, sistemi di visione TNPO-115 per il guidatore, più sistemi notturni TNP-B o -2B; il capocarro ha altri 3 blocchi e un sistema notturno TKN-1S abbinato al sistema IR OU-3GA-2, mentre il tiratore ha un periscopio PP-61AM, e vi sono anche i TNP-B per i fanti trasportati. C'é un sistema di protezione NBC FVU. Oltre alla KPVT (500 cp) e alla PKT (2.000) vi sono anche posti per due missili SAM portatili e anche 2 lanciagranate AGS, ma al posto di altrettanti fanti. Quanto alla fanteria di bordo, nel BTR-70 non aveva ancora gli iposcopi, ma se non altro era sistemata al centro del vano di combattimento, schiena contro schiena; questo toglieva spazio per eventuali carichi pesanti, o per barelle con feriti ecc, ma consentiva di stare dentro al mezzo e sparare meglio e con più efficacia; il BTR-80 ha avuto anche gli iposcopi.

Tra le versioni, i BTR-70 standard mod. 1978, i mod.1982 con i motori da 120 hp, il -D con motore diesel (rimasto prototipo), l'SPR-2 per compiti ECM (serve per far detonare proiettili con spoletta di prossimità), il 'K' per comando, il 2S14 prototipo di cacciacarri con pezzo da 85 mm 2A62, l'MBP con compiti di pattugliamento delle basi missilistiche, con sistemi IR, altoparlanti e mitragliatrice NSVT da 12,7 mm. L'Ucraina ha contribuito con varie versioni D e M, SM, per motori più potenti (per esempio la M ha un diesel da 300 hp); la DDR aveva nel moderno BTR-70 il suo principale APC, di cui la versione SPW 70 venne prodotta in Romania, e fornita in ben 1.316 esemplari tra il 1980 e il 1990. Non sono mancati altri mezzi come quelli bielorussi tipo il Cobra-K e il BREM da recupero. La Romania ha invece la serie TAB-77 (transportorul amfibiu blindat), che è diesel (due da 132 hp) e una torretta simile a quella del TAB-71. I diesel sono i francesi Saviem 797. Ve ne sono varie sottoversioni, alcune rimaste prototipi come la M1983 con missili AT-3 e cannone da 30 mm, e una varietà di mezzi comando. Vi è anche la TABC-79 accorciata con sole 4 ruote, e la versione costruita su licenza (del TAB) dalla Cina, in un piccolo numero. Il peso aumenta ad oltre 13 t.

Gli utenti sono tra l'altro l'Armenia, che in alcuni casi li ha aggiornati con cannoni da 23 e motori diesel, la Cina (500), l'Iran (1.000), Pakistan (169 ex-tedeschi), la Romania (ne sono rimasti 170), Russia (2.000), Ucraina (1.026), Vietnam (150).


Quanto all'alzo delle armi in torretta, inizialmente era di soli 30°, ma dopo le imboscate subite in Afghanistan nelle zone montagnose, si è provveduto consentire l'alzo delle armi fino a 60°. Il BTR-80 ha avuto tale miglioramento, mentre il BTR-80A ha la mitragliera 2A72 da 30 mm+una da 7,62 mm. La protezione del BTR-80 è sufficiente per resistere entro i 100 m al 7,62 perforante, ma anteriormente è capace di reggere al 12,7 mm a 100 m. Anche se incapace di reggere a breve distanza al proprio munizionamento, il BTR-80 è un mezzo ragionevolmente protetto per pesare appena 13 t. Ovviamente resta la vulnerabilità alle ruote. Il BTR-80 pesa normalmente 13,6 t, dimensioni 7,65 x 2,9 x 2,35 m, porta un equipaggio di 3+7 fanti. Il motore attualmente è di 260 hp, per un'autonomia di 600 km e velocità di 9 kmh in acqua. La produzione partì negli anni '80 per rimpiazzare i meno efficaci BTR-60 e integrare i relativamente pochi BTR-70. I sistemi di visione sono gli iposcopi TNPO, sistemi ottici TNP-B e TKN-3 per comandante e guidatore, nonché un sistema IR OU-3GA2M e i sei lanciagranate 902V 'Tucha', più radio R-163 o 173. Gli iposcopi sono adesso presenti, mentre gli iposcopi anteriori sono adesso inclinati verso l'avanti per sparare anche nel settore frontale. Inoltre le feritoie di tiro sono adesso con le sfere interne, tipo BMP, che consentono di far passare solo il fucile, senza pericolose aperture 'extra'. Del resto esistono degli iposcopi di visione superiori, che aiutano a vedere all'esterno senza dover aprire la feritoia di tiro, prima l'unico modo di fare entrambe le cose. I fanti trasportati sono 10 e da due delle posizioni possono sparare anche con mitragliatrici leggere.

I motori sono di diverso tipo: il KamAZ-7403 da 260 ho, poi dal 1993 c'é lo YaMZ-238M2 simile ma da 240 hp; le ruote sono le KI-80 o 126 resistenti alle forature, capaci di muoversi per molti km anche se bucatiIl BTR-80 può facilmente usare la sua mobilità per seguire i carri armati, di fatto può essere sia un valido veicolo per spostarsi sulle lunghe distanze su strada, che per muoversi al di fuori, assieme ai carri armati. Non solo, ma il mezzo, collaudato in Afghanistan, può reggere anche le mine: queste in genere distruggono una ruota, ma il BTR può continuare con le altre. Naturalmente il sistema di centralizzazione della pressione aiuta il movimento. Per muoversi ulteriormente, esso ha anche un verricello per il recupero, nella parte anteriore del muso, capace di tenere oltre 6 t. Il motore è accendibile anche a 25 gradi sottozero e vi sono due bombole per estinguere le fiamme nel vano personale, nonché per il vano motore. Per entrare ed uscire dal mezzo vi sono le due porte laterali a due parti, apribili sia nell'alto che nel basso scafo, e 4 portelli superiori. Le prime possono consentire anche di entrare e uscire durante il movimento. Sono strette, ma pur sempre piuttosto utili. Il mezzo di per sé è in grado di opporsi a movimenti laterali troppo pericolosi, con possibili sbilanciamenti laterali e ribaltamenti. Alcune delle innovazioni introdotte per il BTR-80 sono state retrofittate nel BTR-70.

Quanto alla prolificità delle versioni, del BTR-60 ve ne sono almeno 22, del BTR-70'solo' 9, del BTR-80, in servizio in 21 nazioni al 2000, ce n'erano invece 12. Quanto al BTR-80A, il peso era salito da 13,6 a 14,5 t, per via della torretta da 30 mm. Ha sei feritorie individuali per il vano portatruppe, capace di 7 fanti, trasmissione manuale con 5 marce avanti e una indietro, pneumatici 11.5x400, velocità di 90 kmh, autonomia compresa tra 600 e 800 km. La torretta è monoposto, il massimo possibile per questo mezzo, con la sua arma da 30 mm prodotta dal 1985, a doppia alimentazione, pesante 84 kg e con 330 c.min, alzo tra -5 e +70 gradi. Nella torretta Kliver vi sono anche 4 missili Kornet, con un sistema di tiro stabilizzato su due assi, telemetro laser e camera termica, ma dev'essere installata più all'indietro nello scafo, riducendo il numero dei fanti portati a bordo.


Tra le versioni: BTR-80 (GAZ-5903), APC base, BTR-80M con motore da 240 hp e nuove ruote, prodotto dal 1993: K, veicolo comando, A, con cannone da 30 mm; S, è il BTR-80A che ritorna alla 14,5 mm KPV; BRDM-3, mezzo da esplorazione, con 6 uomini d'equipaggio; il 2S23 semovente da 120 mm, e vari mezzi da ricognizione NBC, ambulanza (BMM-3 con 9 pazienti), generatore elettrico campale e altro ancora.

Tra i clienti alcuni ne hanno avute versioni speciali: Colombia (con la M2 anziché la 14,5 mm), Ungheria (BTR-80M con sistemi di visione passiva e varie altre versioni); la Romania con il TAB Zimbru, che ha motore potenziato fino a 268-285 hp, e nuova trasmissione, nonché il Saur 1 e 2; l'Ucraina ha un'intera serie di versioni speciali tra ricognizione, trasporto, recupero e il BTR-94, BTR-80U con motore da 300 hp e corazza addizionale, 98 per l'Irak.

In tutto, gli oltre 5.000 BTR-80 sono in servizio in parecchie nazioni, tra cui oltre 1.100 in Bangladesh, 194 per la Bielorussia, 100 per la Colombia (di cui 20 per la marina), 68 in Georgia, ben 513 in Ungheria del tipo base, e 178 del modello BTR-80A. L'Iran ne avrebbe 850, mentre l'Irak ne ha dal 2006 98, più 50 BTR-94. La Turchia ha ricevuto 240 BTR-80, l'Ucraina ne ha 456, la Romania 70. Sopratutto è la Russia ad avere 3.500-4.000 veicoli, essendo naturalmente il principale utente del BTR-80.


Per i Giordani è stato messo a punto il BTR-94, realizzato in Ucraina, con due cannoni da 23 mm 2A14 e capacità di portare 8 fanti; l'arma da 23 mm è ancora un calibro più che ragionevole per un mezzo per la fanteria. Il BTR-94 ha una torretta di disegno sofisticato, con i cannoni binati sistemati un pò come nel Marder (che però aveva solo un pezzo da 20 mm). Il peso è di 13,6 t, dimensioni 7,65 x2,9 x 2,8 m. Porta 10 soldati e 3 membri d'equipaggio. Vi è anche un'arma da 7,62 mm, mentre l'autonomia garantita dal motore da 300 hp, raggiungono 85 kmh, 9 kmh in acqua. Le due armi da 23 mm 2A7M hanno 200 colpi, non moltissimo a dire il vero, più i 2.000 delle 7,62, 6 lanciagranate da 81 mm. I cannoni hanno una cadenza di tiro di 850 c.min e il loro affusto è installabile anche nel BTR-70 o il Ratel sudafricano.

In tutto sono stati comprati 50 mezzi dalla Giordania nel 1997, con consegne dal 2000. Probabilmente sono gli stessi ora ceduti all'Irak per la Brigata di polizia meccanizzata.

BTR-80 [3]

Un calibro ben maggiore è il 2S23 Nona-Svk da 120 mm, con un cannone-mortaio analogo a quello del 2S9 Nona-S (del 1981, su scafo BMD). Quest'arma di supporto è stata adottata ufficialmente nel 1990 dai reparti dell'Esercito russo, su scafo BTR-80, senza più i portelli laterali ma con questa grossa torretta con il 2A60 Nona da 120/24,2 mm, che esprime una gittata max di ben 12.850 m. E' il primo semovente d'artiglieria ruotato russo e ha un settore d'alzo fino a 80 gradi, con munizioni HE, HE-RAP e HEAT per i tiro diretto; in tutto vi sono 30 proiettili e il peso è di 14,5 t, con equipaggio di 4 elementi e naturalmente conservate le imprescindibili capacità anfibie. Nel 1992 era offerto a 450.000 dollari, ma li vale tutti data la sua efficacia come mezzo di supporto fanteria. La Cina ne ha ordinati 100 nel 1997.

Infine vi è il BTR-90, apparso dopo la caduta dell'URSS, nel 1994, e ancora nel 2000 non adottato ufficialmente dall'esercito russo.

Il BTR-90, Izdeilye 50 o GAZ 5923, è stato disegnato attorno al 1994, e nelle attuali versioni pare che arrivi a ben 21 t di peso (nel 2000 si parlava di 17). Lo scafo è notevolmente allargato rispetto al BTR-80, da cui deriva. Adesso, proprio per aumentare la protezione, il veicolo è diventato di concezione simile a quella di un mezzo occidentale, come il LAV; così i finestrini sono stati omessi, anche se il motore è sempre dietro, nella zona posteriore. Ciò è dovuto alla necessità di incrementare la protezione, che adesso riesce a incassare i colpi da 14,5 mm delle KPV. La produzione è partita solo dal 2004 e dura a tutt'oggi.

Dimensioni 7,64 x3,2 x2,98 m. Trasporta un equipaggio di 3 membri e 7 soldati. L'armamento è di un cannone 2A42 con 500 colpi, praticamente come un BMP-2; vi è anche una PKT da 7,62 mm (2.000 cp) e un lanciagranate da 30 mm con 400 colpi. Per dare una completa capacità di combattimento, vi è anche un lanciamissili AT-5 con 4 ordigni, utilizzabile anche da terra anziché dalla sommità della torretta.

Il motore è di 510 hp diesel e arriva così ad un'autonomia di 800 km, mentre la velocità è di 100 kmh, 50 fuoristrada, 9 in acqua. Lo sviluppo venne fatto allo stabilimento Arzamas, della GAZ. Esso è stato adottato per l'esercito e i marines russi. Questo mezzo rimane con il problema della mancanza di un portello posteriore, ma per il resto è un deciso passo avanti nella tecnologia e nell'operatività dei mezzi da fanteria sovietici, anche se deriva da quello del BTR-80. Il mezzo ha una radio R-163, un intercom R-174 e sistemi di visione notturna. La torretta non è monoposto come nelle altre realizzazioni, ma una più costosa e pesante biposto, d'altra parte il peso e la larghezza sono maggiori. Vi è un sistema di visione BPKZ-42 per il cannoniere e un sistema 1P-13 per il comandante. L'FCS è sofisticata e permette di ingaggiare bersagli in movimento, tra -5 e +75 gradi. Le distanze d'ingaggio sono fino a 4 km, mentre il cannone è capace di colpire un elicottero fino a 2,5 km. A questo si aggiungono le armi di bordo, che sono utilizzabili dalle feritoie e con gli iposcopi.

E' possibile anche usare una camera termica BPK-M per il cannoniere. Quanto alla mobilità, i due assali anteriori, come al solito, sono sterzanti. Nonostante la massa elevata, è ancora anfibio, spinto da ben 2 idrogetti, aiutati, come al solito dalla forma idrodinamica dello scafo, che aiuta la sua struttura a muoversi senza troppa resistenza idrodinamica. Il mezzo è dotato di un cambio idromeccanico e può variare la velocità di ciascun lato delle ruote, con un raggio di sterzata di 6 m, oppure con il solo sterzo, di 14 metri. Può superare trincee di ben 2,1 m e passare ostacoli con il 60% di pendenza longitudinale, 30% laterale e gradini di 80 cm.

Quanto all'interno del mezzo, esso ha una capacità di 12 m3 e può portare carichi di 7 tonnellate se necessario. Vi sono molti sottosistemi, come un apparato di controllo dati interno, che permette di controllare trasmissione, motore e altri sistemi. Quest'apparato integrato è il primo del genere su di un mezzo russo, se non su un qualunque tipo di APC/IFV ruotato. In effetti, questo veicolo è anche forse il primo mezzo definibile come IFV tra quelli ruotati, almeno di costruzione russa. Infine vi sono piastre addizionali installabili a bordo per migliorare la protezione, inclusi sistemi ERA. Lo stesso pilota può guidare a 'testa fuori' con una specie di torretta estraibile fatta prevalentemente di blindovetro. Infine non manca un sistema NBC e un sistema di protezione anti-incendio. Come nel BTR-80A vi è una batteria di 6 lanciagranate fumogene.


Recentemente è apparso anche il BTR-3U, ucraino, prodotto dal 2001. Esso pesa 16,4 t, dimensioni 7,65 x2,9 x2,8 m, equipaggio 3+6, cannone da 30 mm e motore Deutz da 326 hp. Ha 85 kmh di velocità max e autonomia di 600 km. La propulsione al solito è 8x8. E' un nuovo progetto e ha una torretta monoposto KBA-105 multiruolo con cannoni, lanciagranate, missili controcarri ecc.Il cannone da 30 ha 350 colpi pronti all'uso. Vi sono anche 6 lanciagranate da 81 mm. Il sistema di puntamento è stabilizzato. Le gomme sono della Michelins, il motore è tedesco, la trasmissione Allison MD3066 è americana. Vi sono varie versioni, ma non così numerose come gli altri BTR. Tra gli operatori, l'Ecuador ne ha ordinati 3, Myanmar (Birmania) 1.000 di cui 210 consegnati, la Nigeria oltre 40, Thailandia 96, gli EAU 90, l'Ucraina pare che ancora non abbia posto ordini.

Il BTR-4 è invece un mezzo da 17,5 t, ma può salire a 25 con corazze aggiuntive. Ha motore diesel da 500 hp per almeno 110 kmh di velocità e 690 km di autonomia. E' anche anfibio, con 10 kmh. Anch'esso è 8x8 e il programma è partito recentemente, tanto che è stato presentato nel 2006. Stavolta il motore è al centro dello scafo e le truppe dietro sia il comparto motore che quello di guida. Finalmente, dopo 40 anni, si è cambiata la disposizione e adesso si è arrivati a quello che i Cecoslovacchi avevano fatto fin dai primi anni '60. Ne esistono alcune versioni, a parte questo il tipo standard ha cannone da 30 mm, missili AT-5 e 3+7 membri d'equipaggio. Questo varia, comunque, perché vi è una sistemazione modulare per l'armamento che può essere di diversi tipi, incluso un cannone da 120 mm oppure due antiaerei da 23. Nel 2008 l'Ucraina ne ha ordinati 10, per farli entrare in servizio nel 2009.


MT-LB

L'MT-LB, ancorché meno noto del BMP-1, è un veicolo di importanza tutt'altro che trascurabile, paragonabile all'M113 americano grossomodo coevo, ma con scafo più basso, in acciaio, con capacità anfibie maggiori. Esso ha dato molto anche e sopratutto come mezzo speciale, per esempio come trattore di cannoni da 1 o 122mm. e come vettore dei missili SA-13 Gopher, uno dei sistemi SAM più moderni della Guerra Fredda.

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BMP

Il rivoluzionario BMP, poi conosciuto come BMP-1, è un mezzo da combattimento per la fanteria, che quando apparve nel 1967 suscitò molta impressione. Sebbene sopravvalutato, esso comprime in uno scafo assai angusto un armamento potente a sufficienza per distruggere un carro armato, un lanciamissili controcarro da 3km e una blindatura assai pesante, oltre, naturalmente alla squadra di fanteria. La versione BMP-2 è dotata di un cannone da 30mm di elevata potenza anche contro gli elicotteri, anche se senza capacità altrettanto elevate contro i carri armati. Il BMP-3 con cannone lanciamissili da 100mm prova un altro approccio ancora, armato con un sistema di missili a guida laser integrato nella bocca da fuoco.

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  1. Po, E: I carri russi ieri e oggi, RID mar 00 p.40-49
  2. RID ott 2001
  3. RID ottobre 2001 p.79-81