Esperanto/Alfabeto e pronuncia: differenze tra le versioni

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Eliminata la R francese inesistente in esperanto-italiano
mNessun oggetto della modifica
Riga 145: Riga 145:
Similmente all'esercizio precedente, ecco alcune frasi scritte in italiano e trascritte con l'alfabeto dell'esperanto:
Similmente all'esercizio precedente, ecco alcune frasi scritte in italiano e trascritte con l'alfabeto dell'esperanto:


* Noi diciamo giocare, ''Jean'' dice ''jouer''. → ''Noj diĉamo ĝorno, Ĵan diĉe ĵŭe<ref>http://www.wordreference.com/fren/jouer</ref>.''
* Noi diciamo giocare, ''Jean'' dice ''jouer''. → ''Noj diĉamo ĝokare, Ĵan diĉe ĵŭe<ref>http://www.wordreference.com/fren/jouer</ref>.''
* Noi diciamo visione, ''Henry'' dice ''vision''. → ''Noj diĉamo visjone, Henri<ref>http://tw.dictionary.yahoo.com/search?ei=UTF-8&p=henry</ref> diĉe viĵn''<ref>http://www.wordreference.com/enit/vision</ref>.
* Noi diciamo visione, ''Henry'' dice ''vision''. → ''Noj diĉamo visjone, Henri<ref>http://tw.dictionary.yahoo.com/search?ei=UTF-8&p=henry</ref> diĉe viĵn''<ref>http://www.wordreference.com/enit/vision</ref>.
* A ''Julio'', argentino, piace suonare le arie di Johann Sebastian Bach. → ''A Ĥuljo, arĝentino, piaĉe sŭonare le arje di Johan Sebastjan Baĥ<ref>Nell'Alfabeto Fonetico Internazionale: [ˈjoːhan seˈbastjan ˈbax]. Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Johann_Sebastian_Bach</ref>.''
* A ''Julio'', argentino, piace suonare le arie di Johann Sebastian Bach. → ''A Ĥuljo, arĝentino, piaĉe sŭonare le arje di Johan Sebastjan Baĥ<ref>Nell'Alfabeto Fonetico Internazionale: [ˈjoːhan seˈbastjan ˈbax]. Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Johann_Sebastian_Bach</ref>.''
* Ciao, io mi chiamo Giorgio. → ''Ĉao, io mi kjamo Ĝorĝo.''
* Ciao, io mi chiamo Giorgio. → ''Ĉao, io mi kjamo Ĝorĝo.''
* Che cosa vuoi mangiare? → ''Ke kosa vŭoj manĝare?''
* Che cosa vuoi mangiare? - Mangio volentieri pasta e ceci. → ''Ke kosa vŭoj manĝare?'' - ''Manĝo volentjeri pasta e ĉeĉi.''
* Mangio volentieri pasta e ceci. → ''Manĝo volentjeri pasta e ĉeĉi.''
* Mi potresti dire qualche proverbio? → ''Mi potresti dire kŭalke proverbjo?''
* Mi potresti dire qualche proverbio? → ''Mi potresti dire kŭalke proverbjo?''
* Certamente, spero che questi tu li gradisca: → ''Ĉertamente, spero ke kŭesti tu li gradiska:''
* Certamente, spero che questi tu li gradisca: → ''Ĉertamente, spero ke kŭesti tu li gradiska:''

Versione delle 18:22, 29 set 2009

Indice del libro

Prima di affrontare lo studio della grammatica vera e propria, ci soffermeremo un po' su alcune informazioni basilari sull'alfabeto e di fonologia.

L'alfabeto

L'alfabeto dell'esperanto è composto da 28 lettere. La pronuncia (come vedremo in seguito) è costante per ogni lettera (ad ogni suono una lettera, ad ogni lettera un suono). Il nome di ogni vocale è dato dal suono della vocale stessa (come in italiano); il nome di ogni consonante (comprese le semivocali ŭ e j) è data dal suono della consonante seguita da una o (il motivo della o è che questa è la desinenza dei nomi, ma per adesso non è importante). Ecco tutte le lettere dell'alfabeto dell'esperanto (chiamato aboco, dal nome delle prime tre lettere).

Lettera Nome in esperanto Lettera Nome in esperanto
A a K ko
B bo L lo
C co M mo
Ĉ ĉo N no
D do O o
E e P po
F fo R ro
G go S so
Ĝ ĝo Ŝ ŝo
H ho T to
Ĥ ĥo U u
I i Ŭ ŭo
J jo V vo
Ĵ ĵo Z zo


Non fanno parte dell'alfabeto dell'esperanto, ma si possono trovare in espressioni matematiche le seguenti:

  • q (kuo), w (duobla vo), x (ikso) , y (ipsilono).

La pronuncia

L'alfabeto esperantista è particolarmente semplice per noi italiani. Caratteristica però dell'esperanto, è che ad ogni lettera è associato un suono, indifferentemente dalla vocale o consonante successiva o precedente. Questo ha portato al bisogno di nuove lettere per avere una certa varietà di suoni.

Le vocali

Le vocali sono a, e, i, o, u, e si pronunciano come in italiano.

Le consonanti

Gran parte delle consonanti sono uguali a quelle italiane, per cui sotto sono indicate solo quelle con pronuncia differente:

  • La C si pronuncia sempre come la z nell'italiano ozio
  • La Ĉ si pronuncia come la c nell'italiano pace
  • La G si pronuncia sempre come la g dura italiana, come nella parola italiana gara
  • La Ĝ si pronuncia sempre come la g dolce italiana, come nella parola italiana gelo
  • La H si pronuncia leggermente aspirata, come h nel tedesco Haus, o nell'inglese hello
  • La Ĥ si pronuncia fortemente aspirata, come ch nel tedesco Buch
  • La J è una semivocale, e si pronuncia come una breve i, come la i dell'italiano buio
  • La Ĵ si pronuncia come la j nel francese jour
  • La K si pronuncia sempre come la c dura italiana, come nella parola italiana casa
  • La Ŝ si pronuncia come la sc nell'italiano pesce
  • La Ŭ è una semivocale, e si pronuncia come una breve u, come la u di guanto, o la w in inglese di will
  • La Z si pronuncia come la s sonora italiana della parola trasmettere

Consonanti vicine

Le consonanti sono sempre lette singolarmente, indifferentemente se uguali o diverse tra loro, o da come esse siano lette in italiano. Ad esempio:

  • Signo (segno) si pronuncia come sig-no, con la 'g' dura;
  • Littuko (lenzuolo) si pronuncia come lit-tuko, separando le due 't';
  • Scii (sapere) si pronuncia come s-zii.

Accento e divisione in sillabe

L'accento cade sempre sulla penultima vocale (che corrisponde alla penultima sillaba), a parte naturalmente nei monosillabi. Si noti che ogni sillaba è caratterizzata da una vocale. Le semivocali invece non si contano nella formazione delle sillabe (come le consonanti). Ecco alcuni esempi:

  • Sabato (sabato) si pronuncia sabàto
  • Domo (casa) si pronuncia dòmo

Le semivocali ŭ e j non spostano l'accento. Pur avendo il suono delle vocali (u ed i), esse sono più brevi, e l'accento "scivola" sulla vocale successiva, o rimane sulla vocale precedente, come se fossero consonanti. Importante notare che l'aggiunta della j forma il plurale, lasciando come detto l'accento dove si trova:

  • Domoj (case) si pronuncia dòmoi
  • Adiaŭ (arrivederci) si pronuncia adìau

La scrittura delle lettere speciali al computer

Un problema pratico per gli esperantisti che devono scrivere al computer è quello di scrivere le lettere tipiche dell'esperanto. Si può impostare la tastiera (se il sistema lo permette), o ricorrere allo scomodo copia-incolla. Un'altra soluzione è quella di sacrificare la biunivocità suono-lettera, e scrivere le lettere speciali senza cappellino ma seguiti da un'altra lettera, in genere la "h" o la "x". Qualcuno preferisce la "h" perché è esteticamente migliore, altri la "x" perché non compare nell'aboco (in cui invece la "h" indica aspirazione). In parole povere si può trovare scritto, o si può essere nella condizione di dover scrivere:

  • "cx" o "ch" al posto di "ĉ"
  • "gx" o "gh" al posto di "ĝ"
  • "hx" o "hh" al posto di "ĥ"
  • "jx" o "jh" al posto di "ĵ"
  • "sx" o "sh" al posto di "ŝ"
  • "ux" o "u"(*) al posto di "ŭ"

(*) Nel sistema “ch” si sottintende che tutti i dittonghi “au” ed “eu” siano in realtà “aŭ” ed “eŭ”.

Una soluzione più completa e comoda è però quella di scaricare qualche programma che se attivato permette di sostituire automaticamente i digrammi del sistema "cx" e/o "ch" con le lettere tradizionali con segno grafico. Un esempio è il programma per Windows Ek! (Esperanta Klavaro), che trasforma in tempo reale le lettere dal sistema "cx", "ch" o uno scelto a piacimento in "ĉ". Si consiglia di disattivare l'uso di "h" come prefisso e la trasformazione automatica di au/eu in aŭ/eŭ, poiché interferiscono con la scrittura dell'italiano ("automatico" diventa "aŭtomatico", "chiacchiera" diventa "ĉiacĉiera", ed è abbastanza fastidioso se si passa da una lingua all'altra); "cx" invece non esiste in italiano, quindi non dà problemi. Se invece occorre scrivere esattamente "cx", basta digitare due volte la "x", o comunque il segno scelto in sua vece (il programma è personalizzabile).
Sia in Windows che Linux si può personalizzare la mappatura della tastiera. Per il primo bisogna scaricare un aggiornamento, per il secondo addirittura si può procedere ad una vera e propria localizzazione in esperanto come per le altre lingue per quasi tutte le versioni recenti.

Esempi ed esercizi di lettura

Pronuncia: parole

Le parole seguenti non sono parole dell'esperanto, se non per casualità. Esse sono parole italiane trascritte anche con l'alfabeto esperantista, così da confrontare i due alfabeti. Eccetto i monosillabi, sono state scelte appositamente parole con l'accento sulla penultima sillaba (che in esperanto è caratterizzata sempre da una vocale). Si noti la differenza tra la "u" e la "ŭ", e tra la "i" e la "j" in esperanto (una volta si faceva tale distinzione in italiano, e qualche scrittore ha scritto Jacopo, noja…).
L'esercizio consiste semplicemente nel leggere e confrontare le due scritture, per abituarsi al suono insolito (per gli italiani) associato ad alcune lettere.

  • marzo → marco
  • Marco → Marko
  • ciao → ĉao
  • Francesco → Franĉesko
  • Costanzo → Kostanco
  • buio → bujo
  • gioia → ĝoja
  • rischio → riskjo
  • gioviale → ĝovjale
  • generale → ĝenerale
  • gioco → ĝoko
  • Giorgio → Ĝorĝo
  • ghirlanda → girlanda
  • ghepardo → gepardo
  • sciame → ŝame
  • coscia → koŝa
  • manìa → mania
  • smània → zmanja
  • sdentato → zdentato
  • destarsi → destarsi
  • serata → serata
  • guanto → gŭanto
  • paura → paura
  • sauro → saŭro


Facendo riferimento a parole straniere:

  • (inglese) when → ŭen
  • (inglese) wow! → ŭaŭ!
  • (tedesco) Buch → buĥ
  • (spagnolo) Julio → Ĥuljo
  • (polacco) kuchnia → kuĥnja
  • (polacco) herbata → herbata
  • (inglese) house → haus
  • (francese) je → ĵe
  • (francese) jour → ĵur
  • (polacco) zima → ĵima

Pronuncia: frasi

Similmente all'esercizio precedente, ecco alcune frasi scritte in italiano e trascritte con l'alfabeto dell'esperanto:

  • Noi diciamo giocare, Jean dice jouer. → Noj diĉamo ĝokare, Ĵan diĉe ĵŭe[1].
  • Noi diciamo visione, Henry dice vision. → Noj diĉamo visjone, Henri[2] diĉe viĵn[3].
  • A Julio, argentino, piace suonare le arie di Johann Sebastian Bach. → A Ĥuljo, arĝentino, piaĉe sŭonare le arje di Johan Sebastjan Baĥ[4].
  • Ciao, io mi chiamo Giorgio. → Ĉao, io mi kjamo Ĝorĝo.
  • Che cosa vuoi mangiare? - Mangio volentieri pasta e ceci. → Ke kosa vŭoj manĝare? - Manĝo volentjeri pasta e ĉeĉi.
  • Mi potresti dire qualche proverbio? → Mi potresti dire kŭalke proverbjo?
  • Certamente, spero che questi tu li gradisca: → Ĉertamente, spero ke kŭesti tu li gradiska:


  • Chi di spada ferisce di spada perisce → Ki di spada feriŝe di spada periŝe.
  • Chi trova un amico trova un tesoro. → Ki trova un amiko trova un tezoro.
  • Chi la dura la vince. → Ki la dura la vinĉe.
  • Chi scherza col fuoco rischia di bruciarsi. → Ki skerca kol fŭoko riskja di bruĉarsi.
  • Dove c'è fumo c'è fuoco. → Dove ĉ'e fumo ĉ'e fŭoko.
  • L'erba del vicino è sempre più verde. → L'erba del viĉino e sempre pju verde.
  • La fame vien mangiando, la fede vien pregando → La fame vjen manĝando , la fede vjen pregando.
  • L'unione fa la forza. → L'unjone fa la forca.
  • Il primo amore non si scorda mai. → Il primo amore non si skorda maj.

Accento

L'accento dell'esperanto come detto, tranne ovviamente nei monosillabi, cade sempre sulla penultima sillaba, che in esperanto corrisponde sempre alla penultima vocale (vedi sopra la differenza tra vocale e semivocale). Per abituarsi a ciò - alcune parole suonano "strane" all'inizio - ecco delle parole, questa volta in esperanto con la pronuncia in italiano e con gli accenti segnati (ricorda che la C dell'esperanto si legge come la Z italiana in Lucrezia):

  • lingvo → lìngvo
  • internacia → internazìa
  • beleco → belèzo
  • almenaŭ → almènau
  • rapide → rapìde
  • geamikoj → gheamìkoi
  • kalkulo → calcùlo
  • Francio → Franzìo
  • sandviĉo → sandvìcio
  • unua → unùa
  • malgranda → malgrànda
  • Kalabrio → Calabrìo
  • Kilogramo → chilogràmo
  • somero → somèro
  • neniu → nenìu
  • stacio → stazìo


Note

  1. http://www.wordreference.com/fren/jouer
  2. http://tw.dictionary.yahoo.com/search?ei=UTF-8&p=henry
  3. http://www.wordreference.com/enit/vision
  4. Nell'Alfabeto Fonetico Internazionale: [ˈjoːhan seˈbastjan ˈbax]. Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Johann_Sebastian_Bach