Primo soccorso: differenze tra le versioni

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====R.C.P.====
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La rianimazione cardio-polmonare va effettuata con una frequenza di circa 100 compressioni al minuto, a cicli di 30 compressioni consecutive alternate da 2 insufflazioni per ossigenare il soggetto.
La rianimazione cardio-polmonare va effettuata con una frequenza di almeno 100 compressioni al minuto, a cicli di 30 compressioni consecutive alternate da 2 insufflazioni per ossigenare il soggetto.
Il rapporto compressione/distensione deve essere di 1:1 e lo sterno deve comprimersi per circa 10 centimetri di profondità. La rianimazione va effettuata con il soggetto disteso su una superficie rigida perchè essa sia efficace.
Il rapporto compressione/distensione deve essere di 1:1 e lo sterno deve comprimersi per circa 6 centimetri di profondità. La rianimazione va effettuata con il soggetto disteso su una superficie rigida perchè essa sia efficace.


La manovra di rianimazione può essere interrotta solo per due motivi:
La manovra di rianimazione può essere interrotta solo per due motivi:

Versione delle 18:44, 21 feb 2012

Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici - Leggi il disclaimer

Indice del libro


Introduzione

Il primo soccorso è l'insieme delle manovre che si prestano a salvare la vita evitando l'evoluzione di situazioni pericolose o per aiutare la ripresa dell'infortunato in attesa di soccorsi qualificati. La responsabilità del cittadino termina quando l'infortunato è affidato ai soccorritori qualificati.

Nota: la lettura delle singole procedure per diverse manovre (come la rianimazione cardio-polmonare o le manovre di disostruzione) non consente da sola di acquisire la manualità e l'esperienza che richiedono per metterle in pratica. Croce Rossa Italiana, Misericordie d'Italia e associazioni di volontariato associate all'ANPAS organizzano frequentemente corsi gratuiti di primo soccorso in molti comuni italiani.

Comportamento generale

Il primo soccorso, per essere efficace, deve seguire determinate regole:

  • Valutare la situazione del luogo del sinistro ed eventuali pericoli ambientali presenti. (es. rischio di incendio, crollo, presenza di materiali o vapori altamente tossici)
  • Munirsi dei dispositivi di auto-protezione adeguati.
  • identificare il motivo delle lesioni dell'individuo.
  • Avvertire i soccorsi qualificati tramite la numerazione d'emergenza nazionale: 118 per il servizio sanitario. La telefonata deve essere chiara e fornire il maggior numero di informazioni sull'evento per dare la possibilità agli operatori di centrale di inviare sul luogo i soccorsi può adeguati alla situazione.

N.B. Le centrali operative dei vari organi di soccorso/forze dell'ordine sono "comunicanti", quindi è possibile fare una solo chiamata specificando bene l'intervento di altri organi di sicurezza motivandolo.

  • Prestare immediato, appropriato ed adeguato soccorso valutando la priorità delle lesioni.
  • Mai lasciare il luogo del sinistro senza relazionare i fatti ai soccorritori qualificati.

Protezione

Eliminare i rischi per sè e per gli infortunati ed i presenti con le dovute precauzioni è di fondamentale importanza per la buona riuscita del soccorso, evitando cosi eventuali rischi evolutivi a livello ambientale. Bisogna fare particolare attenzione alla presenta di gas e fumi tossici, tentando di bloccare, ove possibile, la sorgente ed aerando l'ambiente. In caso di incendi e crolli l'unica cosa da fare è allontanare immediatamente gli infortunati versi luoghi sicuri, quando si è da soli, o senza i mezzi adeguati, le cose che si possono fare per contenere situazioni gravi sono poche ed è fondamentale evitare rischi per sè stessi, altrimenti i socccorritori qualificati si ritroveranno più infortunati da soccorrere.

Classificazione delle urgenze

Paradossalmente, non sempre chi urla "di più" è la persona che versa in condizioni peggiori, il dolore non è sintomo di gravità. Le persone più gravi solitamente versano in condizioni di incoscienza o semi-incoscienza, non hanno la possibilità di farsi sentire e probabilmente sono quelle dalle condizioni più critiche. Quindi, in caso di infortunati multipli, è necessario valutare la situazione del singolo, effettuando una sorta di "triage" e prestando aiuto in base alla priorità.

Scala di classificazione generica

  • Estrema urgenza: situazione a rischio di vita per l'individuo, i parametri vitali minimi (circolazione e rispiro) sono compromessi.

Questi soggetti hanno un bisogno immediato di soccorso per evitare, dove non è già avvenuto, asfissia, arresto cardiaco, emorragie arteriose imponenti. I soggetti politraumatizzati sono da considerarsi sempre casi gravi.

  • Urgenza primaria: sono situazioni ad elevato rischio evolutivo e comprendono:
  1. emorragie contenibili
  2. grave stato di shock (o choc)
  3. gravi traumi (toracici, cranici, addominali)
  4. membra sfracellate
  5. gravi e diffuse ustioni
  • Urgenza secondaria: sono situazioni che non mettono a rischio nell'immediato la vita dell'individuo, ma sono da trattare con cure mediche avanzante e necessitano del trasporto del soggetto in una struttura ospedaliera attrezzata e comprende:
  1. Fratture o lesione alla colonna vertebrale
  2. Frattura del bacino
  3. frature esposte degli arti
  4. ferite "gravi", profonde o estese
  • Senza urgenza:
  1. fratture non esposte degli arti
  2. ferite leggere, escoriazioni
  3. piccole ustioni

La catena del soccorso

  • Allarme
  • B.L.S. (Basic Life support - supporto vitale di base)
  • Defibrillazione precoce
  • A.L.S. (advanced life support - supporto vitale avanzato)

La chiamata di soccorso

Per essere efficace, la chiamata di soccorso deve essere precisa, e fornire informazioni dettagliate e corrette. Dire:

  1. Il numero di telefono dal quale si chiama.
  2. Cos'è accaduto, descrivere la situazione.
  3. Fornire informazioni sul soggetto infortunato: età approssimata, sesso, condizioni del ferito. Indicare anche con riferimenti particolari se si sospetta di patologie con attacco cardiaco, donne in stato di gravidanza, soggetti con turbe psichiche.
Attenzione
Se non si è medici non si possono diagnosticare patologie, ricordarsi di dire sempre che si "sospetta" agli operatori.
  1. Dov'è accaduto, descrivere esattamente la località. Eventualmente indicare dei punti di riferimento come fiumi, ponti, negozi.
  2. Identificare e segnalare eventuali cartelli di pericolo (tipologia a sfondo giallo o arancione) con le enumerazioni di identificazione del segnale.
  3. Eventuali condizioni meteorologiche per l'elisoccorso.

B.L.S.

Il supporto vitale di base è costituito dall'insieme di manovre atte a mantenere la condizione del soggetto infortunato "congelate" fino all'arrivo del soccorso qualificato o dell'arrivo in struttura ospedaliera. Esso è una scaletta di azioni ben precise da seguire punto per punto.

  • Valuzatione dello stato di coscienza (A.V.P.U.)
  1. Awake (cosciente) Il soggetto ha risposto coerentemente con gesti e parole, respira e ha pulsazione cardiaca.
  2. Vocal (confuso) Il soggetto non è in grado di eseguire ordini semplici impartiti.
  3. Pain (incosciente, ma capcace di reagire anche alla stimolazione dolorosa)
  4. Unpain (Completamente incosciente)

Se la persona risulta incosciente, è necessario valutare subito i parametri vitali!

Pervietà delle vie aeree

  • Operare su un piano rigido
  • Controllare che il soggetto non abbia le vie aeree occluse, impedendo cosi la respirazione.
  • Posizionare il capo in iperestensione, posizionando una mano sulla fronte e due dita sotto il mento sollevandolo. Tale operazione è ASSOLUTAMENTE da evitare se solo si sospetta la presenza di traumi alla colonna vertebrale!
  • Ispezionare il cavo orale e togliere eventuali corpi estranei, tra cui anche le dentiere solo se parzialmente dislocate, e quindi instabili.

Respirazione, manovra G.A.S.

  1. Controllare la presenza del movimento d'espansione della cassa toracica.
  2. Ascoltare eventuali rumori di respirazione.
  3. Sentire "tattilmente" il reflusso d'aria dal naso sulla propria guancia.
  4. Enunciare a voce alta il responso. (respira, non respira)

Se il soggetto non respira, risulterà che:

  • il torace è immobile
  • ha un colorito del volto cianotico
  • non alita
Attenzione
Anche se non è presente il respiro, il cuore può ancora battere normalmente!

Bisogna procedere alla ventilazione assistita del soggetto chiudendo il naso ed eseguento insufflazioni bocca-bocca (possibilimente con uso di mascherine portatili oppure oggetti di fortuna per proteggersi e proteggere) lente, progressive ed adeguate per evitare che si provochi una distensione gastrica al soggetto con conseguente vomito.

Circolazione

Prima di tutto è necessario rilevare le pulsazioni per constatare la funzionalità cardiaca e la relativa efficacia. Per la rilevazione delle pulsazioni è sempre preferibile attenersi al polso carotideo, in quanto è l'ultimo flusso a svanire prima di un arresto cardiaco e perchè grazie alla grande portata della carotide è molto semplice da individuare. Per rilevare il polso carotideo bisogna spostarsi a 2 centimetro lateralmente dal pomo d'adamo, sempre con 2 dita (mai usare il pollice), applicare una pressione che schiaccerà la carotide tra le dita ed il piano osseo della laringe. Contare per circa 10 secondo a voce alta e comunicare il responso (battito presente, battito assente).

Se il soggetto si trova in arresto cardio-circolatorio, bisogna iniziare ad effettuare la manovra di rianimazione cardio-polmonare (R.C.P.)

R.C.P.

La rianimazione cardio-polmonare va effettuata con una frequenza di almeno 100 compressioni al minuto, a cicli di 30 compressioni consecutive alternate da 2 insufflazioni per ossigenare il soggetto. Il rapporto compressione/distensione deve essere di 1:1 e lo sterno deve comprimersi per circa 6 centimetri di profondità. La rianimazione va effettuata con il soggetto disteso su una superficie rigida perchè essa sia efficace.

La manovra di rianimazione può essere interrotta solo per due motivi:

  • all'arrivo del soccorso qualificato/mezzo di soccorso.
  • quando il soccorritore arriva al limite fisico dello sfinimento.

Se il battito cardiaco riprende regolarmente, ma il respiro no, interrompere il massaggio cardiaco ed effettuare 1 insufflazione ogni 5 secondi. Alla ripresa dei parametri vitali minimi, riprendere il controllo dall'inizio e posizionare il soggetto in P.L.S. (posizione laterale di sicurezza).

Sistema di emergenza sanitaria

Il sistema sanitario Italiano è gestito a livello pubblico dagli enti regionali e locali che si occupano della gestione territoriale delle infrastrutture e dei servizi.

Il sistema territoriale di emergenza sanitaria con numerazione unificata nazionale 118 è anch'esso di competenza regionale ed usufruisce di enti sia pubblici che privati convenzionati con l'A.S.L. di competenza per garantire la capillarità sul territorio. Grazie alla riforma del sistema di emergenza territoriale avvenuta nel '98, si state costituiti vari mezzi specializzati per far fronte alle varie esigenze di emergenza sanitaria. Esistono per cui vari tipi di Ambulanze con diversi livelli di specializzazione dell'equipaggio.

  • Ambulanza di base
  • Ambulanza infermieristica
  • Ambulanza medicalizzata

In realtà, il 118 è solo l'organismo predisposto al coordinamento dei vari enti che si occupano di emergenza sanitaria quali onlus, croce rissa italiana e A.S.L.

Protezione civile

Quando l'incidente diventa di proporzioni enormi, esso si definisce con il termine "catastrofe" ed il soccorso diventa Protezione civile quando la gravità dell'evento è tale da richiedere l'intervento specifico di più forze specializzate.

Le strutture che operano in caso di catastrofe, quindi formanti la protezione civile sono:

  • vigili del fuoco
  • Forze armate
  • Polizia di Stato
  • Guardia Forestale
  • Servizi tecnici nazionali
  • Istituti di ricerca
  • Croce Rossa Italiana
  • Servizio sanitario nazionale
  • Organizzazioni di volontariato
  • Corpo nazionale soccorso alpino

Nel '99 è stata istituita l'agenzia di protezione civile, della quale fanno parte tutte le forze sopracitate, a ui è affidato il compito di promuovere e coordinare le attività finalizzate alla tutela della vita dei beni e degli insediamenti dal pericolo di danni derivati da calamità naturali, catastrofi ed altri eventi che determinano situazioni di grave rischio e pericolo, predisponendo dei programmi di previsione e prevenzione.

In caso di catastrofe o eventi di maxi-emergenza nulla è lasciato al caso e vengono delineate 3 zone d'azione:

  • zona argento
  • zona bronzo

Riconoscimento e trattamento di varie patologie

Per ogni situazioni, vi sono comportamenti molto semplici da seguire e da evitare, saper distinguere, anche se non si è medici o infermieri, alcuni tra le più diffuse patologie può essere utile a salvare una vita o evitare di aggravare una situazione per ignoranza.

Epilessia

Attenzione
Se le crisi convulsorie si ripetono, il soggetto è a grave rischio di vita!

Le crisi epilettiche, molto semplicisticamente, consistono in "scariche" incontrollate dei moto-neuroni cerebrali che portano il soggetto alla perdita del controllo muscolar/nervoso volontario con conseguenti convulsioni. Se ci si trova di fronte ad una persona con crisi epilettica, ciò che si può fare non è molto ma di fondamentale importanza. Bisogna accompagnare il soggetto nella caduta, per evitare che si provochi danni ingenti, posizionare un cuscino o altro sostegno sotto la nuca e qualcosa che gli eviti di mordersi la lungua. Spostare qualsiasi oggetto presente nell'ambiente che possa essere urtato durante la crisi ed attendere che essa finisca, mai tentare di immobilizzare il soggetto durante le convulsioni! Una cosa molto importante da sapere è che la crisi epilettica porta allo sfinimento fisico il soggetto, che comunque durante l'attacco è incosciente. Alla fine della crisi può capitare che la il soggetto abbia un rilassamento degli sfinteri e che non riesca a contenere feci o urina, in tal caso evitate commenti denigratori, è importantissimo un supporto psicologico adeguato.

Crisi ipo/iper-glicemiche

Attenzione
In ogni caso contattare il 118 ed elencare tutti i sintomi riconosciuti!

Le crisi ipo/iper-glicemiche sono date dalla carenza o dall'eccesso di zuccheri disciolti nel sangue, ne consegue che possa sopraggiungere, a seconda della situazione:

  • Coma iper-glicemico: alito "acetonico", pelle caratteristica asciutta, calda e arrossata oltre al respiro frequente, profondo e rumoroso.
  • Coma ipo-glicemico: sintomi di nervosismo se ancora cosciente, sintomi classici dello svenimento se incosciente.

In entrambi i casi, la soluzione migliore è somministrare una piccola quantità di zucchero sotto la lingua, mai dare liquidi tipo acqua!

Stato di Shock

Lo stato di shock è uno squilibrio all'interno del circolo sanguigno, è una situazione irreversibile e graduale e ne esistono di vari tipi:

  1. Ipovolemico
  2. Neurogeno
  3. Anafilattico
  4. Spinale
  5. Settico
  6. Cardiogeno
  7. Lipotimia

Sintomi premonitori dello shock:

  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Aumento della pressione arteriosa
  • pallore
  • Sudorazione "fredda"
  • Agitazione ---> stato confusionale ---> perdita di coscienza
  • Polso piccolo e frequente dato dall'abbassamento della pressione
  • Confusione ---> alterazione dello stato di veglia ---> perdita di coscienza
  • Riduzione della frequenza cardiaca fino all'arresto

In ogni caso, trattare con posizione anti-shock, inclinando di circa 30° verso l'alto le gambe, tranne in caso di shock cardiogeno e in una probabile emorragia cerebrale o trauma cranico. In assenza di gambe o inpossibilità di muoverle, alzare le braccia.

Le ferite

Viene definita ferita ogni tipo di trauma che interrompe la continuità dei tessuti corporei, essa, a seconda del tipo e dalla gravità può avere diverse conseguenza:

  • Emorragia
  • Rischio di shock (se l'emorragia è imponente)
  • Penetrazione di microbi con conseguente infezione

Per definizione, ogni ferita è infetta, per cui ogni ferita va curata tramite:

  • Sterilizzazione

processo per cui su un determinato materiale si distruggono tutti i germi patogeni e non patogeni.

  • Disinfezione

Serve unicamente a distruggere i germi patogeni tramite agenti disinfettanti.

A seconda della modalità e dalla grandezza esistono diversi tipi di ferite, classificabili in:

  • Abrasioni

Sono ferite superficiali, da corpo tagliente che agisce tangenzialmente.

  • Escoriazioni: ferita da sfregamento contro superfici ruvide.
  • Ferita da punta

possono essere lesioni superficiali o profonde, a seconda della lunghezza dell'oggetto.

  • Ferite da taglio

i margini di questo tipo di ferita sono netti e spesso molto sanguinanti.

  • Ferite da punta e da taglio
  • Ferite lacere

determinate da azioni di strappo, presentano bordi irregolari. Ferita lacero-contusa

  • Ferita da arma da fuoco

Trattamento delle ferite con il primo soccorso

La ferita va trattata con ausili medicali asettici (privi di germi), assorbenti e protettivi, tentando di far provare nella misura minore possibile fastidi e dolori al soggetto. Alcuni accorgimenti:

  • lavare bene la ferita con grandi quantità d'acqua corrente e sapone neutro per togliere polvere, terriccio ed evitare il rischio di insediamento di spore.
  • Usare sempre e solo garze, mai cotone per tamponare, il cotone potrebbe lasciare delle fibre all'interno della ferita corrende il rischio di infezione.
  • La garza va fatta passare dall'interno all'esterno della ferita e deve essere sostituita ad ogni "passata".
  • Dopo le operazioni sopraindicate, quando la ferità sarà pulita passare acqua ossigenata da versare direttamente sopra la ferita.
  • Dopo l'acqua ossigenata passare un disinfettante anti settico incolore.
  • Se la ferita sanguina ancora, insistere con la somministrazione di acqua ossigenata, essa ha un potere emostatico.
  • Infine coprire la ferita con garze sterili.
  • Non utilizzare mai alcool assieme a tintura di iodio e mercuro-cromo.
  • Non mettere mai sulla ferita pomate o polveri.
  • Prima di togliere la medicazione, inumidire la garza con acqua ossigenata o soluzione fisiologica, ciò eviterà di danneggiare il tessuto cicatriziale eventualmente formatosi.

Corpo estraneo nella cute

Non bisogna mai estrarre corpi estraneo conficcati nel soggetto, la cosa più logica e sensata da fare è tentare in qualsiasi maniera di immobilizzare il corpo estraneo e ricoprire la ferita con garze sterili inumidite.

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