Storia dei papi del Novecento/Giovanni Paolo I: differenze tra le versioni

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Completo
Riga 1: Riga 1:
{{Storia dei papi del Novecento}}
{{Storia dei papi del Novecento}}


'''Papa Giovanni Paolo I''', nato '''Albino Luciani''' (in latino: Iohannes Paulus I; Forno di Canale, 17 ottobre 1912 – Città del Vaticano, 28 settembre 1978), è stato il 263° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica a partire dal 26 agosto 1978, sino alla morte, appena 33 giorni dopo l'elezione.
'''[[w:Papa Giovanni Paolo I|Giovanni Paolo I]]''', nato '''Albino Luciani''' (Forno di Canale, Belluno, 17 ottobre 1912 – Città del Vaticano, 28 settembre 1978), è stato il 263° papa della Chiesa cattolica dal 26 agosto 1978 alla morte, avvenuta appena trentatré giorni dopo l'elezione.


== Le origini ==
== Le origini ==
Nato da una famiglia di umili origini, Albino Luciani si avviò, sin da giovane, alla vita sacerdotale. Entrato in seminario poco più che dodicenne, venne fatto sacerdote nel 1935 (a soli 23 anni). Subito dopo la nomina, tornò, come vicario, nel paese natale di Canale d'Agordo, un borgo di poche anime e di vita serena alle pendici della Marmolada.
Nato da una famiglia di umili origini,<ref name="OMalley313">J.W. O'Malley, ''A History of the Popes: From Peter to the Present'', Sheed & Ward, 2011, p. 313.</ref> Albino Luciani si avviò sin da giovane alla vita sacerdotale. Entrato in seminario poco più che dodicenne, venne ordinato sacerdote nel 1935, a 23 anni. Subito dopo la nomina tornò, come vicario, nel paese natale di Canale d'Agordo,<ref name="OMalley313"/> un borgo di poche anime alle pendici della Marmolada.


Subito dopo la '''Seconda guerra mondiale''', nel 1947, si laureò presso la ''Pontificia Università Gregoriana'', con una tesi su uno degli autori contenuti nell''''Indice dei libri proibiti''', uno dei "parti" del Concilio di Trento, tenutosi quattro secoli prima.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, si laureò presso la Pontificia Università Gregoriana con la tesi ''L'origine dell'anima umana secondo Antonio Rosmini'',<ref name="Laboa424">J.M. Laboa, ''La storia dei papi. Tra il regno di Dio e le passioni terrene'', trad. it., Milano 2005, p. 424.</ref> un autore che all'epoca era annoverato nell'Indice dei libri proibiti.


[[Immagine:John paul 1 coa.svg|thumb|left|150px|Stemma di Giovanni Paolo I]]
Dopo diversi intoppi, nel 1958 venne nominato vescovo, e, neanche venti anni dopo, nel 1973, Paolo VI lo elevò alla dignità cardinalizia. Cinque anni dopo, il Conclave convocato alla morte di Montini lo elesse, in soli quattro scrutini, con la maggioranza più schiacciante di tutto il secolo (101 cardinali su 111 lo vollero sul soglio di Pietro).


La sua carriera proseguì rapidamente. Amante della letteratura, manteneva una posizione conservatrice sulle questioni teologiche e non amava lo sfarzo.<ref name="OMalley313"/> Il 15 dicembre 1958 fu nomitano vescovo di Vittorio Veneto e ricevette l'ordinazione episcopale da Giovanni XIII. Nel 1969 fu chiamato da Paolo VI alla guida del patriarcato di Venezia e quattro anni più tardi, il 5 marzo 1973, fu elevato alla dignità cardinalizia. Durante il suo episcopato si fece conoscere per la sua spontaneità e per i suoi interventi catechetici sui giornali, dai quali emergeva una vasta cultura e una grande sensibilità verso i problemi della contemporaneità.<ref name="Laboa424" />


==L'elezione==
== Dall' ''humilitas'' alla scelta del doppio nome==
Il 6 agosto del 1978 Paolo VI si spense. Il conclave per eleggere il suo successore, il primo dalla fine del concilio, si aprì il 25 agosto. I cardinali elettori erano 111, e gli osservatori indicavano due favoriti, l'arcivescovo di Genova Giuseppe Siri e quello di Firenze Giovanni Benelli. La scelta invece cadde su Albino Luciani, che si affermò al quarto scrutinio con un'enorme maggioranza, la più alta di tutto il secolo (ottenne 101 voti su 111). Era inoltre il terzo patriarca di Venezia a diventare papa nel corso del Novecento.<ref name="Laboa424" />
La semplicità di Papa Luciani, sin da prima della sua elezione a Vescovo di Roma, era un dato di fatto; questa, comunque, si confermò subito dopo essere divenuto papa. La scelta del nome, ''Giovanni Paolo'', venne così spiegata dallo stesso pontefice:


La rapidità del conclave, d'altra parte, fu il risultato di un ampio lavoro preparatorio svolto durante il dibattito precedente all'elezione. A pesare in particolare fu l'apporto dello stesso Benelli - fautore della candidatura di Luciani - che riuniva gli elettori orientati al pieno sviluppo della collegialità episcopale e contrapposti all'ala conservatrice, che aveva come capofila il cardinale Siri.<ref>G. Zizola, ''I papi del XX secolo'', Roma 2012.</ref>
{{quote|...Io non ho né la sapientia cordis di Papa Giovanni ''(Giovanni XXIII, n.d.r.)'', e neanche la preparazione e la cultura di Papa Paolo ''(Paolo IV, n.d.r.)'', però sono al loro posto. Devo cercare di servire la Chiesa; spero che mi aiuterete con le vostre preghiere.|dal primo Angelus di Giovanni Paolo I}}


== Dalla ''humilitas'' alla scelta del doppio nome==
Seppure per breve tempo, il mondo poté ammirare, negli Angelus e nelle consuete udienze del mercoledì, la straordinaria semplicità con la quale il Santo Padre spiegava il Vangelo, la vita dei santi e i misteri della fede. Una semplicità, accompagnata dal sorriso e dall'umiltà, caratteristiche queste che accrebbero, nei fedeli, sentimenti di affetto verso la figura piccola, esile, a tratti forse troppo fragile per il grande ruolo che ricopriva, di Albino Luciani.
[[Immagine:Giovanni Paolo I e II.jpg|thumb|left|200px|Giovanni Paolo I con il cardinale Karol Wojtyła, il 4 settembre 1978]]

Conosciuto più in Italia che all'estero,<ref name="OMalley314">J.W. O'Malley, ''A History of the Popes: From Peter to the Present'', Sheed & Ward, 2011 p. 314.</ref> già prima della sua elezione Albino Luciani era noto per la sua semplicità, che manifestò nel primo discorso che tenne da pontefice:

{{quote|Ieri mattina io sono andato alla Sistina a votare tranquillamente. Mai avrei immaginato quello che stava per succedere.|''Angelus'' del 27 agosto 1978}}

Da notare fin da subito la rinuncia all'uso del ''plurale majestatis''. Nel medesimo discorso il pontefice spiegava la scelta, fino ad allora inedita nella storia della Chiesa, del doppio nome come omaggio ai due predecessori che lo avevano consacrato vescovo e creato cardinale. In questo modo intendeva proseguire il cammino iniziato con il Vaticano II da Giovanni XXIII e Paolo VI.<ref name="Laboa424" /><ref>E. Duffy, ''Saints & Sinners: A History of the Popes'', Yale University Press, 2006, p. 368.</ref> Chiudeva infatti il discorso:

{{quote|Io non ho né la ''sapientia cordis'' di papa Giovanni, e neanche la preparazione e la cultura di papa Paolo, però sono al loro posto. Devo cercare di servire la Chiesa; spero che mi aiuterete con le vostre preghiere.|''Angelus'' del 27 agosto 1978}}

A rimarcarne il carattere semplice, furono anche i primi gesti: già Paolo VI aveva rinunciato alla tiara, e al rito di intronizzazione era stata sostituita una più sobria cerimonia di inizio pontificato (3 settembre).<ref name="Laboa424" /><ref name="OMalley314"/> Inolte, scelse come motto la parola ''Humilitas''.

Seppure per breve tempo, il mondo poté ammirare, negli ''Angelus'' e nelle udienze del mercoledì, la straordinaria semplicità con la quale il santo padre spiegava il Vangelo, la vita dei santi e i misteri della fede.<ref name="Laboa424" /> Una semplicità, accompagnata dal sorriso e dall'umiltà (fu chiamato il «papa del sorriso» e il «sorriso di Dio»), caratteristiche queste che accrebbero, nei fedeli, sentimenti di affetto verso la figura piccola, esile, a tratti forse troppo fragile per il grande ruolo che ricopriva, di Albino Luciani.

==La morte==
La mattina del 29 settembre 1978, Giovanni Paolo I venne trovato privo di vita nella sua stanza da letto dal segretario personale, l'irlandese padre John Magee.<ref name="OMalley314" /> La notizia della morte improvvisa, dopo soli trentatré giorni di pontificato, creò sgomento in tutto il mondo, tanto da far nascere teorie su un possibile avvelenamento. Le tesi più accreditate affermano però che a stroncare il papa, già cagionevole, sia stato l'enorme stress seguito all'elezione.<ref>G. Zizola, ''I papi del XX secolo'', Roma 2012.</ref>

Il 15 aprile 1990 è stata formalizzata la richiesta di beatificazione del pontefice con la firma di 226 vescovi brasiliani e indirizzata a Giovanni Paolo II. L'8 giugno 2003 la Congregazione per le Cause dei Santi ha dato il parere positivo, avviando il processo canonico sulla santità del servo di Dio Giovanni Paolo I.

==Note==
<references/>


[[Categoria:Storia dei papi del Novecento|Giovanni Paolo 1]]
[[Categoria:Storia dei papi del Novecento|Giovanni Paolo 1]]
{{Avanzamento|25%|21 giugno 2008}}
{{Avanzamento|100%|18 novembre 2013}}

Versione delle 20:03, 18 nov 2013

Indice del libro

Giovanni Paolo I, nato Albino Luciani (Forno di Canale, Belluno, 17 ottobre 1912 – Città del Vaticano, 28 settembre 1978), è stato il 263° papa della Chiesa cattolica dal 26 agosto 1978 alla morte, avvenuta appena trentatré giorni dopo l'elezione.

Le origini

Nato da una famiglia di umili origini,[1] Albino Luciani si avviò sin da giovane alla vita sacerdotale. Entrato in seminario poco più che dodicenne, venne ordinato sacerdote nel 1935, a 23 anni. Subito dopo la nomina tornò, come vicario, nel paese natale di Canale d'Agordo,[1] un borgo di poche anime alle pendici della Marmolada.

Subito dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, si laureò presso la Pontificia Università Gregoriana con la tesi L'origine dell'anima umana secondo Antonio Rosmini,[2] un autore che all'epoca era annoverato nell'Indice dei libri proibiti.

Stemma di Giovanni Paolo I

La sua carriera proseguì rapidamente. Amante della letteratura, manteneva una posizione conservatrice sulle questioni teologiche e non amava lo sfarzo.[1] Il 15 dicembre 1958 fu nomitano vescovo di Vittorio Veneto e ricevette l'ordinazione episcopale da Giovanni XIII. Nel 1969 fu chiamato da Paolo VI alla guida del patriarcato di Venezia e quattro anni più tardi, il 5 marzo 1973, fu elevato alla dignità cardinalizia. Durante il suo episcopato si fece conoscere per la sua spontaneità e per i suoi interventi catechetici sui giornali, dai quali emergeva una vasta cultura e una grande sensibilità verso i problemi della contemporaneità.[2]

L'elezione

Il 6 agosto del 1978 Paolo VI si spense. Il conclave per eleggere il suo successore, il primo dalla fine del concilio, si aprì il 25 agosto. I cardinali elettori erano 111, e gli osservatori indicavano due favoriti, l'arcivescovo di Genova Giuseppe Siri e quello di Firenze Giovanni Benelli. La scelta invece cadde su Albino Luciani, che si affermò al quarto scrutinio con un'enorme maggioranza, la più alta di tutto il secolo (ottenne 101 voti su 111). Era inoltre il terzo patriarca di Venezia a diventare papa nel corso del Novecento.[2]

La rapidità del conclave, d'altra parte, fu il risultato di un ampio lavoro preparatorio svolto durante il dibattito precedente all'elezione. A pesare in particolare fu l'apporto dello stesso Benelli - fautore della candidatura di Luciani - che riuniva gli elettori orientati al pieno sviluppo della collegialità episcopale e contrapposti all'ala conservatrice, che aveva come capofila il cardinale Siri.[3]

Dalla humilitas alla scelta del doppio nome

File:Giovanni Paolo I e II.jpg
Giovanni Paolo I con il cardinale Karol Wojtyła, il 4 settembre 1978

Conosciuto più in Italia che all'estero,[4] già prima della sua elezione Albino Luciani era noto per la sua semplicità, che manifestò nel primo discorso che tenne da pontefice:

« Ieri mattina io sono andato alla Sistina a votare tranquillamente. Mai avrei immaginato quello che stava per succedere. »
(Angelus del 27 agosto 1978)

Da notare fin da subito la rinuncia all'uso del plurale majestatis. Nel medesimo discorso il pontefice spiegava la scelta, fino ad allora inedita nella storia della Chiesa, del doppio nome come omaggio ai due predecessori che lo avevano consacrato vescovo e creato cardinale. In questo modo intendeva proseguire il cammino iniziato con il Vaticano II da Giovanni XXIII e Paolo VI.[2][5] Chiudeva infatti il discorso:

« Io non ho né la sapientia cordis di papa Giovanni, e neanche la preparazione e la cultura di papa Paolo, però sono al loro posto. Devo cercare di servire la Chiesa; spero che mi aiuterete con le vostre preghiere. »
(Angelus del 27 agosto 1978)

A rimarcarne il carattere semplice, furono anche i primi gesti: già Paolo VI aveva rinunciato alla tiara, e al rito di intronizzazione era stata sostituita una più sobria cerimonia di inizio pontificato (3 settembre).[2][4] Inolte, scelse come motto la parola Humilitas.

Seppure per breve tempo, il mondo poté ammirare, negli Angelus e nelle udienze del mercoledì, la straordinaria semplicità con la quale il santo padre spiegava il Vangelo, la vita dei santi e i misteri della fede.[2] Una semplicità, accompagnata dal sorriso e dall'umiltà (fu chiamato il «papa del sorriso» e il «sorriso di Dio»), caratteristiche queste che accrebbero, nei fedeli, sentimenti di affetto verso la figura piccola, esile, a tratti forse troppo fragile per il grande ruolo che ricopriva, di Albino Luciani.

La morte

La mattina del 29 settembre 1978, Giovanni Paolo I venne trovato privo di vita nella sua stanza da letto dal segretario personale, l'irlandese padre John Magee.[4] La notizia della morte improvvisa, dopo soli trentatré giorni di pontificato, creò sgomento in tutto il mondo, tanto da far nascere teorie su un possibile avvelenamento. Le tesi più accreditate affermano però che a stroncare il papa, già cagionevole, sia stato l'enorme stress seguito all'elezione.[6]

Il 15 aprile 1990 è stata formalizzata la richiesta di beatificazione del pontefice con la firma di 226 vescovi brasiliani e indirizzata a Giovanni Paolo II. L'8 giugno 2003 la Congregazione per le Cause dei Santi ha dato il parere positivo, avviando il processo canonico sulla santità del servo di Dio Giovanni Paolo I.

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 J.W. O'Malley, A History of the Popes: From Peter to the Present, Sheed & Ward, 2011, p. 313.
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 2,4 2,5 J.M. Laboa, La storia dei papi. Tra il regno di Dio e le passioni terrene, trad. it., Milano 2005, p. 424.
  3. G. Zizola, I papi del XX secolo, Roma 2012.
  4. 4,0 4,1 4,2 J.W. O'Malley, A History of the Popes: From Peter to the Present, Sheed & Ward, 2011 p. 314.
  5. E. Duffy, Saints & Sinners: A History of the Popes, Yale University Press, 2006, p. 368.
  6. G. Zizola, I papi del XX secolo, Roma 2012.