Dizionario chimico divulgativo/E: differenze tra le versioni

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{{Incipit|E-let-tro-ne|elettrone|pz}} {{I|P#Particella subatomica|particella subatomica}} avente {{I|C#Carica elettrica|carica elettrica}} negativa. Gli elettroni sono quelle particelle che, tramite attrazione elettrostatica, collegano gli atomi per formare le molecole. A loro volta queste ultime si attraggono (sempre tramite forze elettrostatiche) per formare aggregati macroscopici: le sostanze solide e liquide (nei gas le attrazioni tra le molecole sono troppo deboli per rimanere unite). <br />
{{Incipit|E-let-trò-ne|elettrone|pz}} {{I|P#Particella subatomica|particella subatomica}} avente {{I|C#Carica elettrica|carica elettrica}} negativa. Gli elettroni sono quelle particelle che, tramite attrazione elettrostatica, collegano gli atomi per formare le molecole. A loro volta queste ultime si attraggono (sempre tramite forze elettrostatiche) per formare aggregati macroscopici: le sostanze solide e liquide (nei gas le attrazioni tra le molecole sono troppo deboli per rimanere unite). <br />
Gli elettroni sono anche quelle particelle che compongono la corrente elettrica e i fulmini: in entrambe i casi tali particelle si muovono attratte dalla {{I|C#Campo elettrico|forza elettromotrice}} generando effetti come accendere una lampadina o produrre una scintilla.<br />
Gli elettroni sono anche quelle particelle che compongono la corrente elettrica e i fulmini: in entrambe i casi tali particelle si muovono attratte dalla {{I|C#Campo elettrico|forza elettromotrice}} generando effetti come accendere una lampadina o produrre una scintilla.<br />
I fenomeni elettrici erano da sempre conosciuti dall'uomo ma si scoprì che l'elettrone era qualcosa di diverso dalla materia ordinaria solo nel XIX secolo, e nel 1896 fu dimostrato che esso è una particella subatomica. <br />
I fenomeni elettrici erano da sempre conosciuti dall'uomo ma si scoprì che l'elettrone era qualcosa di diverso dalla materia ordinaria solo nel XIX secolo, e nel 1896 fu dimostrato che esso è una particella subatomica. <br />

Versione delle 21:31, 24 ott 2014

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Eccimero

Ecciplesso

Eccitazione

Ecologia

Effervescenza

Elastomero

Elemento

Elemento chimico

E-le-mèn-to chì-mi-co (/): è una sostanza che non può essere scomposta o trasformata in sostanze più semplici, costituita da atomi della stessa natura. Fra gli elementi chimici più conosciuti c'è l'ossigeno.

Elettrofilo

Elettron-attrattore

Elettrondeficienza

Elettrondeficienza (w/d): significa "mancanza di elettroni" ed è la situazione di un atomo che ha bisogno del doppietto elettronico di un altro atomo per essere stabile.
La parola elettrondeficiente non ha una definizione rigorosa e vine sovente usata per gli atomi che non hanno raggiunto l'ottetto in una molecola (Esempi molto comuni di molecole con tale caratteristica sono i borani ed i composti degli altri elementi del gruppo A-III) ma può essere riferito anche ad atomi i cui elettroni sono attratti da altri atomi molto elettronegativi: la loro nuvola elettronica viene deviata e la carica positiva del nucleo rimane scoperta, quindi diventano capaci di attrarre a sé altri doppietti elettronici. In questi casi può assumere il sinonimo di elettrofilo e di acido di Lewis.
Al limite si può espandere anche al legame metallico.

Elettrone

E-let-trò-ne (/): particella subatomica avente carica elettrica negativa. Gli elettroni sono quelle particelle che, tramite attrazione elettrostatica, collegano gli atomi per formare le molecole. A loro volta queste ultime si attraggono (sempre tramite forze elettrostatiche) per formare aggregati macroscopici: le sostanze solide e liquide (nei gas le attrazioni tra le molecole sono troppo deboli per rimanere unite).
Gli elettroni sono anche quelle particelle che compongono la corrente elettrica e i fulmini: in entrambe i casi tali particelle si muovono attratte dalla forza elettromotrice generando effetti come accendere una lampadina o produrre una scintilla.
I fenomeni elettrici erano da sempre conosciuti dall'uomo ma si scoprì che l'elettrone era qualcosa di diverso dalla materia ordinaria solo nel XIX secolo, e nel 1896 fu dimostrato che esso è una particella subatomica.
Gli studi sul comportamento quantistico degli elettroni e delle altre particelle a livello subatomico cominciarono invece nel 1900. Nel 1924 fu scoperto che l'elettrone aveva un particolare comportamento ondulatorio (come la luce ed altre particelle), cosa che aiutò a spiegare il motivo per cui esso orbita attorno al nucleo degli atomi in zone preferenziali (orbitali e livelli) tramite le equazioni di Shrӧdinger e Dirac formulate rispettivamente nel 1925 e nel 1928.

Elettronegatività

Elettronegatività: valore numerico che esprime la forza con cui un atomo tende ad attrarre gli elettroni che gli orbitano attorno.[1]

Elio

Effetto induttivo

Emiacetale

Formula generale di un emiacetale
Formula di un emiacetale derivato da un'aldeide

Emiacetale (w/d): gruppo funzionale costituito da un atomo di carbonio collegato a due carboni e/o idrogeni, ad un gruppo ossidrile -OH e ad un etere -OR.[2] Esso fa parte della categoria più vasta degli acetali, in cui uno dei gruppi -OR è sostituito da un gruppo -OH. Il termine "emiacetale" è usato per indicare in maniera specifica il gruppo funzionale derivato da un'aldeide (cioè in cui il carbonio centrale è legato ad un ossidrile, un etere, un carbonio ed un idrogeno) mentre gli emiacetali derivati da un chetone (in cui l'idrogeno è rimpiazzato con un atomo di carbonio) vengono detti emichetali.

Emialdeide

Emiaminale

Emichetale

Emichetale (w/d): Gruppo funzionale costituito da un atomo di carbonio collegato a due carboni, ad un gruppo ossidrile -OH e ad un etere -OR.[3] E' una categoria specifica di acetali in cui il carbonio centrale non è mai legato ad un idrogeno, ed uno dei due gruppo -OR è sostituito da un gruppo -OH. Il termine, anche se non rigoroso, è largamente usato per indicare questa specifica categoria di composti.
Essi derivano dalla condensazione di una molecola di chetone con un solo equivalente di alcol.

Emulsione

Enantiomero

Entità molecolare

En-ti-tà mo-le-co-là-re (/): qualsiasi cosa microscopica che prende parte ad una reazione chimica.[4]
Per essere tali devono avere caratteristiche (energia cinetica, carica elettrica, massa isotopica, chiralità ecc.) che le rendono identificabili, ma possono essere entità di qualsiasi tipo: ioni, particelle subatomiche, atomi, macromolecole eccetera (non devono essere necessariamente molecole come può far pensare il nome).
Per usare un paragone, Voltaire e un gatto sono individui come una molecola di metano o l'atomo di uranio 238 che ha innescato una fissione a catena sono entità molecolari.

Vedi anche: specie chimica, sostanza chimica, composto chimico, isomero, isotopologo

Epimero

Epossido

Equazione chimica

Equazione di Shrӧdinger

Erbio

Essiccatore

Esotermico

E-so-tèr-mi-co (/): che sprigiona calore.

Estere

Etere

Etile

Alcol etilico

E-tì-le (/): molecola di etano cui è stato rimosso un atomo di idrogeno (•CH2CH3).
Esso è un frammento di molecola molto comune nelle sostanze chimiche usate in laboratorio ed in molti altri ambiti. In esse l'idrogeno rimosso dall'etano è sostituito con un altro gruppo funzionale (immagine a destra).
Ai composti in cui è presente viene associato l'aggettivo etilico, fra i quali il più comune è l'alcol etilico contenuto nelle bevande alcoliche. Altri esempi sono l'acetato di etile[5], l'etere etilico[6] ed il metil-etil chetone[7], usati come solventi.

Etossido

Europio

Evaporazione

Bibliografia

Note

  1. GB electronegativity
  2. IUPAC Gold Book - Hemiacetals.
  3. IUPAC Gold Book - Ketals.
  4. GB molecular entity