Le religioni della Mesopotamia/Sumer e Accad: differenze tra le versioni

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{{q|"Ecco che questa tua sorella Ištar sta nella porta,<br />colei che celebra grandi feste gioiose e sommuove l'oceano davanti ad Ea".<br />Ereškigal quando udì questo,<br />come un tamarisco reciso divenne pallida la sua faccia,<br />come canna ''kuninu'' tagliata divennero nere le sue labbra.<br />Che cosa ha indotto il suo cuore (a venire da me)? Che cosa ha diretto il suo animo contro di me?<br />Questa, (che cosa vuole)?<br />Io voglio (continuare a) bere acqua cogli Anunnaki,<br />quale cibo mangiare fango, quale bevanda inebbriante bere acqua sporca,<br />piangere sopra gli uomini che hanno abbandonato le loro mogli,<br />piangere sopra le donne che dal seno dei loro mariti sono state strappate,<br />sopra il bambino debole piangere che è stato falciato prima dei suoi giorni.|''Discesa di Ištar agli inferi'' versione neoassira di Ninive, tradotta integralmente da Giuseppe Furlani; in ''Miti babilonesi e assiri'', Firenze, Sansoni, 1958, p. 300}}]]
{{q|"Ecco che questa tua sorella Ištar sta nella porta,<br />colei che celebra grandi feste gioiose e sommuove l'oceano davanti ad Ea".<br />Ereškigal quando udì questo,<br />come un tamarisco reciso divenne pallida la sua faccia,<br />come canna ''kuninu'' tagliata divennero nere le sue labbra.<br />Che cosa ha indotto il suo cuore (a venire da me)? Che cosa ha diretto il suo animo contro di me?<br />Questa, (che cosa vuole)?<br />Io voglio (continuare a) bere acqua cogli Anunnaki,<br />quale cibo mangiare fango, quale bevanda inebbriante bere acqua sporca,<br />piangere sopra gli uomini che hanno abbandonato le loro mogli,<br />piangere sopra le donne che dal seno dei loro mariti sono state strappate,<br />sopra il bambino debole piangere che è stato falciato prima dei suoi giorni.|''Discesa di Ištar agli inferi'' versione neoassira di Ninive, tradotta integralmente da Giuseppe Furlani; in ''Miti babilonesi e assiri'', Firenze, Sansoni, 1958, p. 300}}]]


Il dibattito storiografico e storico-religioso che attiene alla civiltà mesopotamica delle origini storiche è se la cultura, segnatamente la cultura religiosa, espressa da questa vada considerata unica o divisa nei due ambiti dei Sumeri e degli Accadi. In altre parole se si debba parlare di "religione mesopotamica" o invece, al plurale, di "religioni mesopotamiche".
Il dibattito storiografico e storico-religioso che attiene alla civiltà mesopotamica delle origini storiche è se la cultura, segnatamente la cultura religiosa espressa da questa, vada considerata unica o divisa nei due ambiti dei Sumeri e degli Accadi. In altre parole se si debba parlare di "religione mesopotamica" o invece, al plurale, di "religioni mesopotamiche".


Il tema è certamente controverso. Che i popoli sumerico e accadico siano due popoli diversi è attestato dalla loro stessa lingua: agglutinante, ergativa e dai morfemi non modificabili la lingua sumerica; flessiva, in cui la radice non è immutabile e agglutinabile, bensì mutabile per mezzo di morfemi, l'accadico.
Il tema è certamente controverso. Che i popoli sumerico e accadico siano due popoli diversi è attestato dalla loro stessa lingua: agglutinante, ergativa e dai morfemi non modificabili la lingua sumerica; flessiva, in cui la radice non è immutabile e agglutinabile, bensì mutabile per mezzo di morfemi, l'accadico.
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{{q|È inoltre dimostrato che parecchie divinità sumeriche sono passate nel pantheon accadico già in tempi antichi, come pure successivamente, e che parecchie divinità accadiche sono passate nel pantheon sumerico.|Luigi Cagni, ''La religione della Mesopotamia'', in ''Storia delle religioni. Le religioni antiche'', Laterza, Roma-Bari 1994 pp. 126 e sgg.}}
{{q|È inoltre dimostrato che parecchie divinità sumeriche sono passate nel pantheon accadico già in tempi antichi, come pure successivamente, e che parecchie divinità accadiche sono passate nel pantheon sumerico.|Luigi Cagni, ''La religione della Mesopotamia'', in ''Storia delle religioni. Le religioni antiche'', Laterza, Roma-Bari 1994 pp. 126 e sgg.}}


Ma il dibattito è certamente precedente e non concluso: nel 1971 Franz R. Kraus <ref>Franz R. Kraus. ''Sumerer und Akkader''. Amsterdam, 1970</ref> ritenne che le due lingue diverse non significavano necessariamente a diverse origini etniche e che i testi sumerici e accadici indicano una medesima civiltà, quella babilonese. Diversamente, l'anno successivo, Giovanni Pettinato<ref>Giovanni Pettinato ''Das altorientalische Menschenbild und die sumerischen und akkadischen Schöpfungsmythen''. Heidelberg, 1971.</ref>, concluse, in base alle analisi delle rispettive mitologie, che le due civiltà erano certamente diverse e incompatibili per "principi e ideali"<ref>Già Adam Falkenstein nel 1954 (Cfr. ''La Cité-Temple sumérienne.'' CHM I 4 (1954): 784–812) era giunto a conclusioni analoghe.</ref>. Nel 1991 Wilfred G. Lambert <ref>Wilfred G. Lambert. ''The Relationship of Sumerian and Babylonian Myth as Seen in Account of Creation'' CRRAI 38 (1991) 129–135.</ref> ritenne che tali mitologie avevano molti elementi in comune e che quindi avrebbe avuto più senso considerarli espressione della medesima cultura. Gli studi più recenti, compiuti da Piotr Steinkeller.<ref>Piotr Steinkeller. ''Early Semitic Literature and Third Millennium Seals with Mythological Motifs''. QdS 18 (1993) 243–275.</ref> e Jean-Marie Durand<ref>Jean-Marie Durand. ''Le Mithologème du combat entre le dieu de l'orage et la mèr in Mésopotamie''. MARI 7 (1993) 41–61.</ref>, giungerebbero invece a conclusioni differenti confermando una mitologia sumerica totalmente differente da quella semitica<ref>Va notato tuttavia che Wolfgang Heimpel (Cfr.''Mythologie (mythology). I. In Mesopotamien''. Reallexikon fur Assyriologie 8 (1997) 537–564) ribadisce sostanzialmente la posizione di Franz R. Kraus.</ref>. Per queste ragioni, Giovanni Pettinato conclude che le culture sumerica e accadica vadano esaminate separatamente, unico metodo che ci consentirebbe di verificare le coincidenze e gli scambi avvenuti tra queste due diverse civiltà<ref>Giovanni Pettinato. ''Mesopotamian Religions'' in ''Encyclopedia of Religion'', vol.9, New York, Macmillan, 2005, p.5963.</ref>.
Ma il dibattito è certamente precedente e non concluso: nel 1971 Franz R. Kraus <ref>Franz R. Kraus. ''Sumerer und Akkader''. Amsterdam, 1970</ref> ritenne che le due lingue diverse non si riferivano necessariamente a differenti origini etniche e che i testi sumerici e accadici indicano una medesima civiltà, quella babilonese. Diversamente, l'anno successivo, Giovanni Pettinato<ref>Giovanni Pettinato ''Das altorientalische Menschenbild und die sumerischen und akkadischen Schöpfungsmythen''. Heidelberg, 1971.</ref>, concluse, in base alle analisi delle rispettive mitologie, che le due civiltà erano invece certamente diverse e incompatibili per "principi e ideali"<ref>Già Adam Falkenstein nel 1954 (Cfr. ''La Cité-Temple sumérienne.'' CHM I 4 (1954): 784–812) era giunto a conclusioni analoghe.</ref>. Nel 1991 Wilfred G. Lambert <ref>Wilfred G. Lambert. ''The Relationship of Sumerian and Babylonian Myth as Seen in Account of Creation'' CRRAI 38 (1991) 129–135.</ref> ritenne che tali mitologie avevano molti elementi in comune e che quindi avrebbe avuto più senso considerarli espressione della medesima cultura. Gli studi più recenti, compiuti da Piotr Steinkeller.<ref>Piotr Steinkeller. ''Early Semitic Literature and Third Millennium Seals with Mythological Motifs''. QdS 18 (1993) 243–275.</ref> e Jean-Marie Durand<ref>Jean-Marie Durand. ''Le Mithologème du combat entre le dieu de l'orage et la mèr in Mésopotamie''. MARI 7 (1993) 41–61.</ref>, giungerebbero alle stesse conclusioni di Pettinato, confermando una mitologia sumerica totalmente differente da quella semitica<ref>Va notato tuttavia che Wolfgang Heimpel (Cfr.''Mythologie (mythology). I. In Mesopotamien''. Reallexikon fur Assyriologie 8 (1997) 537–564) ribadisce sostanzialmente la posizione di Franz R. Kraus.</ref>. Per queste ragioni, Giovanni Pettinato conclude che le culture sumerica e accadica vadano esaminate separatamente, unico metodo che ci consentirebbe di verificare le coincidenze e gli scambi avvenuti tra queste due diverse civiltà<ref>Giovanni Pettinato. ''Mesopotamian Religions'' in ''Encyclopedia of Religion'', vol.9, New York, Macmillan, 2005, p.5963.</ref>.


==Note==
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Versione delle 09:28, 31 dic 2014

Il Rilievo Burney conservato al British Museum di Londra. Altorilievo in terracotta del XIX secolo a.C. Questa opera templare rappresenta probabilmente[1] la dea guardiana degli inferi Ereškigal, sorella di Inanna/Ištar. La dea impugna il listello e la corda strumenti della giustizia.
« "Ecco che questa tua sorella Ištar sta nella porta,
colei che celebra grandi feste gioiose e sommuove l'oceano davanti ad Ea".
Ereškigal quando udì questo,
come un tamarisco reciso divenne pallida la sua faccia,
come canna kuninu tagliata divennero nere le sue labbra.
Che cosa ha indotto il suo cuore (a venire da me)? Che cosa ha diretto il suo animo contro di me?
Questa, (che cosa vuole)?
Io voglio (continuare a) bere acqua cogli Anunnaki,
quale cibo mangiare fango, quale bevanda inebbriante bere acqua sporca,
piangere sopra gli uomini che hanno abbandonato le loro mogli,
piangere sopra le donne che dal seno dei loro mariti sono state strappate,
sopra il bambino debole piangere che è stato falciato prima dei suoi giorni. »
(Discesa di Ištar agli inferi versione neoassira di Ninive, tradotta integralmente da Giuseppe Furlani; in Miti babilonesi e assiri, Firenze, Sansoni, 1958, p. 300)

Il dibattito storiografico e storico-religioso che attiene alla civiltà mesopotamica delle origini storiche è se la cultura, segnatamente la cultura religiosa espressa da questa, vada considerata unica o divisa nei due ambiti dei Sumeri e degli Accadi. In altre parole se si debba parlare di "religione mesopotamica" o invece, al plurale, di "religioni mesopotamiche".

Il tema è certamente controverso. Che i popoli sumerico e accadico siano due popoli diversi è attestato dalla loro stessa lingua: agglutinante, ergativa e dai morfemi non modificabili la lingua sumerica; flessiva, in cui la radice non è immutabile e agglutinabile, bensì mutabile per mezzo di morfemi, l'accadico.

Se l'accadico è certamente una lingua semitica, il sumerico non rientra in quel tipo di famiglia linguistica, ma neanche in altre famiglie conosciute quali, ad esempio, quella indoeuropea.

Alla luce di questa evidenza, Mario Liverani così chiosa:

« In una zona di popolamento linguisticamente misto, qual'è la Mesopotamia, il progresso tecnico va attribuito alla popolazione nel suo complesso, restando difficile e arbitrario attribuire - per esempio- un certo tratto culturale ai Sumeri ed un altro ai Semiti. [...] occorre prendere atto che lo sviluppo culturale mesopotamico avviene su di un supporto etnico e linguistico misto sin dall'inizio della documentazione scritta (l'unica che possa dire qualcosa di positivo in proposito). »
(Mario Liverani, Antico Oriente, Milano, Mondadori, 2011, pp. 138 e sgg.)

Analogamente per Luigi Cagni l'intera civiltà mesopotamica è:

« il frutto di una sinergia di varie etnie e culture, ritrovatesi a contatto e in collaborazione sullo stesso suolo. »
(Luigi Cagni, La religione della Mesopotamia, in Storia delle religioni. Le religioni antiche, Laterza, Roma-Bari 1994)

Dal punto di vista religioso Luigi Cagni osserva che:

« È inoltre dimostrato che parecchie divinità sumeriche sono passate nel pantheon accadico già in tempi antichi, come pure successivamente, e che parecchie divinità accadiche sono passate nel pantheon sumerico. »
(Luigi Cagni, La religione della Mesopotamia, in Storia delle religioni. Le religioni antiche, Laterza, Roma-Bari 1994 pp. 126 e sgg.)

Ma il dibattito è certamente precedente e non concluso: nel 1971 Franz R. Kraus [2] ritenne che le due lingue diverse non si riferivano necessariamente a differenti origini etniche e che i testi sumerici e accadici indicano una medesima civiltà, quella babilonese. Diversamente, l'anno successivo, Giovanni Pettinato[3], concluse, in base alle analisi delle rispettive mitologie, che le due civiltà erano invece certamente diverse e incompatibili per "principi e ideali"[4]. Nel 1991 Wilfred G. Lambert [5] ritenne che tali mitologie avevano molti elementi in comune e che quindi avrebbe avuto più senso considerarli espressione della medesima cultura. Gli studi più recenti, compiuti da Piotr Steinkeller.[6] e Jean-Marie Durand[7], giungerebbero alle stesse conclusioni di Pettinato, confermando una mitologia sumerica totalmente differente da quella semitica[8]. Per queste ragioni, Giovanni Pettinato conclude che le culture sumerica e accadica vadano esaminate separatamente, unico metodo che ci consentirebbe di verificare le coincidenze e gli scambi avvenuti tra queste due diverse civiltà[9].

Note

  1. Enrico Ascalone, Mesopotamia, Milano, Electa, 2005, p. 268.
  2. Franz R. Kraus. Sumerer und Akkader. Amsterdam, 1970
  3. Giovanni Pettinato Das altorientalische Menschenbild und die sumerischen und akkadischen Schöpfungsmythen. Heidelberg, 1971.
  4. Già Adam Falkenstein nel 1954 (Cfr. La Cité-Temple sumérienne. CHM I 4 (1954): 784–812) era giunto a conclusioni analoghe.
  5. Wilfred G. Lambert. The Relationship of Sumerian and Babylonian Myth as Seen in Account of Creation CRRAI 38 (1991) 129–135.
  6. Piotr Steinkeller. Early Semitic Literature and Third Millennium Seals with Mythological Motifs. QdS 18 (1993) 243–275.
  7. Jean-Marie Durand. Le Mithologème du combat entre le dieu de l'orage et la mèr in Mésopotamie. MARI 7 (1993) 41–61.
  8. Va notato tuttavia che Wolfgang Heimpel (Cfr.Mythologie (mythology). I. In Mesopotamien. Reallexikon fur Assyriologie 8 (1997) 537–564) ribadisce sostanzialmente la posizione di Franz R. Kraus.
  9. Giovanni Pettinato. Mesopotamian Religions in Encyclopedia of Religion, vol.9, New York, Macmillan, 2005, p.5963.