Antologia ebraica/Tra Dio e Uomo: differenze tra le versioni

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==Il disegno dell'universo==
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Molto spesso una moltitudine di gente irragionevole afferma, nel proprio intimo, che ci sia più male che bene in questo mondo, cosicché in un gran numero di proverbi e poesie sembra che trovare il bene da qualche parte sia quasi un miracolo, come se il male prevalesse e persistesse. Tale errore non è commesso solo dalle persone irrazionali, ma è comune anche tra coloro che si considerano saggi. Infatti [[w:Rhazes|Al-Razi]],<ref>Abu Bakr Mohammad Ibn Zakariya al-Razi, noto anche col nome di ''al-Razi'', o ''ar-Razi'', o ''Ibn Zakariyya'' e in latino col nome di ''Rhazes'' o ''Rasis'', fu un medico e scienziato pluridisciplinare persiano vissuto nel X secolo.</ref> nel suo famoso libro intitolato ''Sulla Metafisica'', raccolse molte delle sue idee assurde e stolte, tra cui un concetto che si inventò egli stesso, cioè, che esiste più male che bene. Poiché se paragoni il benessere dell'uomo e le sue gioie in tempi di tranquillità, con la somma dei suoi dolori, delle sue amare sofferenze, delle sue debolezze, della distruzione dei suoi organi, della sua irrequietezza, delle sue preoccupazioni e paure, scoprirai che l'esistenza dell'uomo è afflitta da angoscia e molto male. Poi [Al-Razi] si appronta a provare la verità di questa opinione elencando i mali, uno dopo l'altro, in contrapposizione a quello che pensano le persone amanti della verità in merito alla grazia di Dio e alla sua palese misericordia, ed in merito al fatto che Egli, che sia lodato, è oltre ogni dubbio la bontà perfetta, e che tutto ciò che da Lui proviene è bene perfetto.<br/>


==Una porta nella porta==
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Versione delle 16:44, 7 gen 2015

Indice del libro
Ebrei in preghiera, in sinagoga
Ebrei in preghiera, in sinagoga

(IT)
« Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando? »

(He)
« אם אני לא בשביל עצמי מי יהיה בשבילי? עם זאת, אם אני רק בשביל עצמי, מה אני? ואם לא עכשיו, מתי? »
(Rabbi Hillel, Pirkei Avot, I.14.)

Come serviremo

Israel Baal Shem
Podolia, XVIII secolo[1]

Se non crediamo che Dio rinnovi l'opera della creazione ogni giorno, le nostre preghiere e la nostra osservanza dei comandamenti diventano vecchie e abituali, e tediose. Come è scritto nei salmi: "Non mi respingere nel tempo della vecchiaia" (71:9) — cioè, non lasciare che il mio mondo diventi vecchio.

E nelle Lamentazioni sta scritto: "Si rinnovano ogni mattina: grande è la Tua fedeltà." (3:23) Che il mondo sia per noi nuovo ogni mattina — questa è la Tua grande fedeltà![2]

Dio, il mondo, l'uomo

Nachman di Breslov
Ucraina, XVIII-XIX secolo

Il Mondo

Il mondo è un dado che rotea, e tutto gira e cambia: l'uomo si cambia in angelo, e l'angelo in uomo; e la testa in piede, ed il piede in testa. Quindi tutte le cose girano e roteano e cambiano, questo in quello, e quello in questo, il più alto nel più basso, ed il più basso nel più alto. Poiché alla radice tutto è uno, e la salvezza è inerente al cambiamento e al ritorno delle cose.

Vedere il mondo

Proprio come la mano, quando è tenuta davanti all'occhio, può nascondere la montagna più alta, così questa piccola vita terrena tiene il nostro sguardo via dal vasto splendore e dai segreti che riempiono il mondo. E colui che riesce a levarsela dagli occhi, come uno si leva la mano, vedrà la grande luce al centro del mondo.

Dio e uomo

Tutta l'angoscia che l'uomo prova vien fuori da egli stesso, poiché la luce di Dio sempre lo inonda, ma l'uomo — accentuando troppo la vita del corpo — crea un'ombra, cosicché la luce non può raggiungerlo.[3]

Fede

La fede è cosa molto forte, e attraverso la fede e la semplicità, senza sofisticherie, si rinviene l'uomo degno di ottenere lo stato di grazia, che è un gradino ancor più alto della saggezza santa. Egli riceverà una grazia molto grande e abbondante in silenzio estatico, finché non potrà più sopportare la potenza del silenzio, e griderà dal profondo dell'anima.

Verità e dialettica

La vittoria non riesce a tollerare la verità, e se ciò che è vero ti viene esibito proprio davanti agli occhi, lo rifiuterai, perché tu sei in vincitore. Chi vuol possedere la verità, deve allontanare lo spirito della vittoria; solo allora potrà prepararsi a contemplare la verità.

Il perché del mondo

Il mondo fu creato solo per amore della scelta e di chi sceglie.

L'uomo, padrone della scelta, dirà: "Solo per amor mio il mondo fu creato!" Quindi ogni uomo starà attento, e lotterà per redimere il mondo e colmarlo di ciò che manca, sempre e dovunque.

Felicità

La felicità sistema lo spirito, ma la malinconia lo manda in esilio.

Scelta

L'ascesa dell'uomo non ha limiti, e le parti più alte sono aperte a tutti. In ciò, solo la tua scelta è suprema.

Tra Dio e uomo

da Talmud e Midrash

La benedizione

Quando Rabbi Johanan ben Zakkai si ammalò, i suoi discepoli andarono a trovarlo a casa. Gli parlarono, dicendo: "Maestro, dacci la tua benedizione."
Egli disse loro: "Sia la Sua volontà che il timor del cielo sia su di voi nella stessa misura del timore di coloro che sono carne e ossa."
Essi chiesero: "Solo questo?"
Rispose: "Magari fosse solo questo! Perché dovete sapere che quando un uomo intende commettere una trasgressione, dice: «Speriamo nessun uomo mi veda!» "[4]

Grande e piccolo

Un samaritano chiese a Rabbi Meir: "È possibile che Egli di cui è scritto «Non riempio io il cielo e la terra?» parlasse a Mosè «tra le due stanghe dell'Arca» ?"[5]
Il rabbino gli disse: "Portami uno specchio che ingrandisca."
Gli portò tale specchio. Allora il rabbino disse: "Ora guardati."
Il samaritano si guardò e si vide ingrandito.
Il rabbino continuò: "Ora portami uno specchio che rimpicciolisca." Poi disse: "Guardati".
L'uomo si vide più piccolo. Al che il rabbino gli disse: "Se tu, che sei fatto di carne ed ossa, puoi apparire cambiato in qualunque modo ti aggradi, quanto più lo può Lui, che dovette solo parlare ed il mondo fu creato! Pertanto, se è suo volere, valgono le parole:«Non riempio io il cielo e la terra?» Ma se vuole altrimenti, Egli parla a Mosè tra le due stanghe dell'Arca."[4]

D'uso comune

Questa è la parabola di un re che aveva un amico. Il re gli mandò a dire: "Ti faccio sapere che verrò a pranzo da te; praparati e appronta il tutto per me."
L'amico si mise al lavoro, preparando un divano, un candelabro, e la tavola che usava comunemente.
Quando arrivò il re, i suoi servitori lo precedettero in corteo, portando candelabri d'oro dinanzi a lui. Alla vista di tutto questo splendore, l'amico si sentì avvilito e desolato, e nascose tutto quello che aveva preparato perché era ciò che usava comunemente.
Allora il re gli disse: "Non ti avevo mandato a dire che sarei venuto a pranzo da te? Perché non mi hai preparato nulla?"
Al che l'amico rispose: "Ho visto lo splendore che ti accompagnava e mi vergognai e nascosi tutto quello che ti avevo preparato perché era ciò che uso comunemente."
Il re gli rispose: "Su con la vita! Mi libererò di tutto ciò che ho portato ed userò solo le tue cose, per amore della nostra amicizia."
E pertanto: Il Santo, che sia benedetto, è tutta luce, poiché sta scritto: "E presso di Lui è la luce" (Dan. 2:22), tuttavia dice a Israele: "Preparate per me candelabri e lampade", poiché sta scritto : "Quando accenderai le lampade..." (Num. 8:2)

Il servizio di Dio

"Onora il Signore con la tua sostanza", con ciò che ti ha donato. Se sei bello, onora Colui che ti ha fatto così, temiLo e lodaLo con la bellezza che ti ha donato. Se la tua voce è bella e sei assiso nella casa di preghiera, alzati e onora il Signore con la tua voce.
Hiyya, figlio della sorella di Rabbi Eliezer ha-Kappar, aveva una bella voce e suo zio era solito dirgli: "Hiyya, figlio mio, alzati e onora il Signore con ciò che ti ha donato."[4]

I giusti

"Il Signore ama i giusti" (Salmi 146:8).
Dice il Santo, che sia lodato: "Essi mi amano e anche Io li amo." E perché il Santo, che sia benedetto, ama i giusti? Perché la giustizia non è una questione di eredità o di famiglia.
Vedi che i sacerdoti formano una casa del padre e che i Leviti formano una casa del padre, poiché è detto: "O casa di Aronne, benedici il Signore. O casa di Levi, benedici il Signore." Un uomo potrebbe desiderare di diventare sacerdote e tuttavia non può. E perché? Perché suo padre non fu sacerdote, o Levita. Ma se un uomo, anche un gentile, desidera essere giusto, lo può essere poiché i giusti non formano un casato. Pertanto è detto: "Voi che temete il Signore, benedite il Signore" (Salmi 135:20).
Non vien detto, casa di coloro che temono il Signore, ma voi che temete il Signore, poiché essi non formano casa di padre. Di loro propria volontà, si fanno avanti e amano il Santo, che sia benedetto. Ed ecco perché Egli li ama. Questo è ciò che si intende con le parole: "Il Signore ama i giusti."[4]

La direzione

"Ora avvenne che, quando Mosè alzava la sua mano, Israele vinceva; quando invece abbassava la sua mano, vinceva Amalek" (Esodo 17:11).
Sono quindi le mani di Mosè che fanno vincere o perdere la battaglia? No, ciò che significa è che sempre quando Israele guardava in alto e abbandonava il proprio cuore al Padre che è nei cieli, prevaleva, e quando non lo faceva, cadeva.
E parimenti sta scritto: "Il Signore disse a Mosè: «Fòrgiati un serpente velenoso e mettilo sopra un’asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra un’asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita."
È allora il serpente che uccide o rivivifica? No! Sempre quando Israele guardava in alto e abbandonava il proprio cuore al Padre nei cieli, era sanato, ma se faceva altrimenti, era distrutto.[4]

Salari

Antigono, uomo di Soko, usava dire: Non fate come quei servitori che stanno appresso al padrone per ricevere una mancia, ma siate come servitori che non si aspettano mance e hanno timor del cielo.

Suoi

Rabbi Eleazar di Bartota dice:
Date a Dio ciò che è suo —
poiché voi e il vostro sono suoi.
Ciò viene espresso anche da Davide:
"Poiché tutto viene da Te;
e noi Ti abbiamo dato quello che dalla Tua mano abbiamo ricevuto" (1 Cr. 29:14).

I passi dell'uomo

"E il Signore disse a Mosè...
Ecco, io starò davanti a te, là sulla roccia in Horeb." (Esodo 17:6).
Il Santo, che sia benedetto, gli disse:
"In ogni luogo dove troverai un segno lasciato dai passi dell'uomo, là Io sarò con te."[4]

Ogni giorno

Disse Re Davide: Io renderò testimonianza dell'amore del Santo, che sia benedetto, e dei benefici che Egli conferisce a Israele, ogni ora, e ogni giorno. Giorno dopo giorno l'uomo è venduto, e ogni giorno è riscattato; ogni giorno l'anima dell'uomo gli viene presa e consegnata al custode; l'indomani gli viene restituita; poiché sta scritto:
"Nelle Tue mani io rimetto il mio spirito:
Tu mi hai riscattato, o Signore, Dio di verità" (Salmi 31:5).
Ogni giorno gli accadono miracoli, come a coloro che uscirono dall'Egitto,
ogni giorno egli vive la redenzione, come coloro che uscirono dall'Egitto,
ogni giorno viene nutrito al seno di sua madre,
ogni giorno è punito per le sue azioni, come un bambino dal suo maestro.[4]

Il tutto

I nostri maestri dissero:
Anche quelle creature che tu ritieni superflue nel mondo, come le mosche e le pulci e le zanzare, anche loro fanno parte della creazione del mondo.
Tramite tutto il Santo, che sia benedetto, rende manifesta la Sua missione, anche mediante il serpente, anche attraverso la zanzara, persino con la rana.[4]

Uomo e cosa

Ben Azzai usava dire:
Non ritenere nessun uomo insignificante e nessuna cosa improbabile,
poiché non c'è uomo che non abbia la propria ora,
e non c'è cosa che non abbia il proprio posto.[4]

Il volto dell'uomo

dallo Zohar
Spagna, XIII secolo[6]

"Il timore e il terrore di voi sarà su tutti gli animali della terra, su tutti gli uccelli del cielo, su tutto quello che si muove sulla terra; e su tutti i pesci del mare. Essi sono dati in vostro potere." (Gen. 9:2). D'ora in poi [dopo il Diluvio] ed in tutto il tempo a venire, la vostra forma sarà quella dell'uomo. Ma in principio non avevano la forma dell'uomo.
Venite a vedere! Sin dall'inizio sta scritto: "Dio creò l'uomo a Sua immagine; lo creò a immagine di Dio." E sta scritto: "Nel giorno in cui Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio" (Gen. 5:1). Ma dopo che ebbero peccato, la loro forma fu cambiata, non più forma superna, e fu così alterata che ebbero paura delle bestie selvagge della terra.
In principio, tutte le creature del mondo alzarono gli occhi e videro la forma santa nell'alto, e tremarono ed ebbero paura. Ma quando ebbero peccato la loro forma fu cambiata in un'altra forma, così cambiata che gli uomini tremano e temono le altre creature della terra.
Venite a vedere! Quando l'uomo non pecca dinanzi al suo Signore, non trasgredisce i precetti della Torah, lo splendore della sua forma non cambia e non diventa diversa dall'immagine di quella forma superna, e tutte le creature del mondo tremano e lo temono. Ma nell'ora in cui gli uomini trasgrediscono le parole della Torah, la loro forma viene cambiata e tutti loro tremano e temono le altre creature, proprio perché la forma celeste è stata cambiata ed è stata loro tolta. E quindi le creature selvagge della terra hanno potere su di loro, perché non vedono la forma superna che gli uomini avevano una volta.
Ma ora [dopo il Diluvio] che il mondo si è rinnovato, come in principio, Egli li benedisse con la Sua benedizione e diede loro potere su tutto, poiché è detto: "E... tutti i pesci del mare: essi sono dati in vostro potere" — persino i pesci del mare!

Il disegno dell'universo

Mosè Maimonide

Spagna-Egitto, XII secolo

DA MOREH NEVUKHIM

Molto spesso una moltitudine di gente irragionevole afferma, nel proprio intimo, che ci sia più male che bene in questo mondo, cosicché in un gran numero di proverbi e poesie sembra che trovare il bene da qualche parte sia quasi un miracolo, come se il male prevalesse e persistesse. Tale errore non è commesso solo dalle persone irrazionali, ma è comune anche tra coloro che si considerano saggi. Infatti Al-Razi,[7] nel suo famoso libro intitolato Sulla Metafisica, raccolse molte delle sue idee assurde e stolte, tra cui un concetto che si inventò egli stesso, cioè, che esiste più male che bene. Poiché se paragoni il benessere dell'uomo e le sue gioie in tempi di tranquillità, con la somma dei suoi dolori, delle sue amare sofferenze, delle sue debolezze, della distruzione dei suoi organi, della sua irrequietezza, delle sue preoccupazioni e paure, scoprirai che l'esistenza dell'uomo è afflitta da angoscia e molto male. Poi [Al-Razi] si appronta a provare la verità di questa opinione elencando i mali, uno dopo l'altro, in contrapposizione a quello che pensano le persone amanti della verità in merito alla grazia di Dio e alla sua palese misericordia, ed in merito al fatto che Egli, che sia lodato, è oltre ogni dubbio la bontà perfetta, e che tutto ciò che da Lui proviene è bene perfetto.

Una porta nella porta

dallo Zohar

Pace

Perek ha-Shalom


Note

  1. Per le relative biografie dei vari autori, antichi e moderni, si rimanda a it.wikipedia con collegamento diretto. Nel caso l'autore non vi appaia, se ne forniscono i particolari in nota.
  2. Citato anche da Martin Buber, Des Baal-Schem-Tow Unterweisung im Umgang mit Gott, Bücherei des Schocken Verlages, n. 21, 1935, p. 39.
  3. Martin Buber, Die Chassidischen Bücher, Schocken, 1928, pp. 31-36 per tutti gli stralci di questa sezione.
  4. 4,0 4,1 4,2 4,3 4,4 4,5 4,6 4,7 4,8 Tutti gli stralci e i riferimenti testuali primari sono estratti dal Talmud nelle varie versioni e traduzioni, tra cui Complete Full Size Schottenstein Edition of the Talmud: The Forman Edition of Sever Zera'im: the Gemara: the Classic Vilna Edition, cur. da Gedaliah Zlotowitz, Yisroel Simcha Schorr, et al., Mesorah Pubns Ltd, 2005; The Talmud: A Selection, cur. da Norman Solomon, Penguin, 2009; The Talmud of Babylonia: A Complete Outline A: An Academic Commentary, 3 voll., cur. da Jacob Neusner, Scholars Press, 1995; naturalmente, l'edizione madre (EN) The Babylonian Talmud (Set in 30 volumes) English (Talmud Bavli -The Babylonian Talmud), 30 voll., Soncino Press, I ed. 1952. Ulteriori fonti consultate sono A Jewish Reader, cur. da Nahum N. Glatzer, Schocken Books, 1946/1961; Sage Tales Teacher's Guide: The Complete Teacher's Companion to Sage Tales: Wisdom and Wonder from the Rabbis of the Talmud, cur. da Rabbi Burton L. Visotzky, Jewish Lights Publishing, 2011; Martin Buber, Tales of the Hasidim, 2 voll., Schocken Books, 1991; id., The Way of Man: According to the Teachings of Hasidism, Routledge, II ed., 2002; Abraham Cohen, Il Talmud, Laterza, 1999; Günter Stemberger, Il Midrash. Uso rabbinico della Bibbia. Introduzione, testi, commenti, EDB, 2006; David Banon, La lettura infinita. Il Midrash e le vie dell'interpretazione nella tradizione ebraica, Jaca Book, 2009.
  5. L'Arca dell'Alleanza, trasportata con due stanghe di legno, si trovava nel Santo dei Santi (Esodo 25:10segg.) Cfr. anche Geremia 23:24.
  6. Testi in originale, stralci in traduzione e relativi commentari, sono reperibili presso le seguenti fonti: Giulio Busi (a cura di), Zohar. Il libro dello splendore, traduzione di Anna Linda Callow, Einaudi, 2008; Arthur Green, A Guide to the Zohar, Stanford University Press, 2004; Maurice-Ruben Hayoun, Lo Zohar. Alle origini della mistica ebraica, Jaca Book, 2012; Moshe Idel, Cabala ed erotismo: metafore e pratiche sessuali nella Cabala, 1986, trad. Tiziana Villani, Mimesis, 1993; Giuseppe Laras, La mistica ebraica e il pensiero cabbalistico dello Zohar, CUEM, 2004; Elena Loewenthal (a cura di), Zohar. Il libro dello splendore. Passi scelti della Qabbalah a cura di Gershom Scholem, Einaudi, 1998; Matt, D.C., Zohar. Un'antologia commentata del massimo testo cabbalistico, La Giuntina, 2011; Gershom Scholem (a cura di), I segreti della creazione. Un capitolo del libro cabbalistico «Zohar», Adelphi, 2003; Gershom Scholem, Il nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio, Adelphi, 1998; Gershom Scholem I segreti della creazione. Un capitolo del libro cabbalistico «Zohar», La Giuntina, 2003; Gershom Scholem, Major Trends in Jewish Mysticism, Schocken Books, 1995; Isaiah Tishby, Wisdom of the Zohar, tr. inglese David Goldsterin, 3 voll., Littman Library, 1989 e 1997; Rabbi Shimon bar Yochai, Sefer Ha-Zohar, Idra Rabba Kadusha-Il Libro dello Splendore, la Santa Maggiore Assemblea, Providence University Inc, ULC-ITALIA, 2006. Si vedano anche i collegamenti: "L'Antico Testo" interamente scaricabile in lingua originale e gratuitamente dal sito del Centro Mondiale di Studi Kabalistici Bnei Baruch; Sefer haZohar, ed. Mantova (1558), alla National Library of Israel, DjVu file; Sefer haZohar, ed. Cremona (1559), alla National Library of Israel, DjVu file.
  7. Abu Bakr Mohammad Ibn Zakariya al-Razi, noto anche col nome di al-Razi, o ar-Razi, o Ibn Zakariyya e in latino col nome di Rhazes o Rasis, fu un medico e scienziato pluridisciplinare persiano vissuto nel X secolo.