Latino/Grammatica: differenze tra le versioni

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
 
Riga 1: Riga 1:
{{latino}}
{{latino}}


La lingua latina, di origine indoeuropea, è stata la lingua prima della monarchia romana, poi della res publica (che si traduce Stato, e non repubblica), e infine dell'impero.
La lingua latina, di origine indoeuropea, è stata la lingua prima della monarchia romana, poi della ''res publica'' (che si traduce Stato, e non repubblica) e infine dell'impero.


L'[[Latino/Alfabeto|alfabeto latino]] ha qualche lettera in più dell'alfabeto italiano. Questa lingua ha una concezione un po' differente da quella italiana nel modo di esprimersi, ovvero, l'italiano compone la frase, generalmente, mettendo il soggetto all'inizio, poi il verbo e i complementi vari preceduti da una preposizione. Il latino, invece, usa i ''casi'', ovvero, il soggetto è nel caso nominativo, il verbo si coniuga proprio come in italiano, e, ora il difficile, per esprimere i complementi vengono usati i casi, ovvero, il genitivo corrisponde al complemento di specificazione, il dativo al complemento di termine e fine, l'accusativo esprime il complemento oggetto, il vocativo è il complemento di vocazione, e con l'ablativo sono identificati vari complementi.
L'[[Latino/Alfabeto|alfabeto latino]] ha qualche lettera in più dell'alfabeto italiano. Inoltre questa lingua ha una concezione un po' differente da quella italiana nel modo di esprimersi. Nello specifico, l'italiano compone la frase, generalmente, mettendo il soggetto all'inizio, poi il verbo e i complementi vari preceduti da una preposizione. Il latino, invece, usa i ''casi'', ovvero il soggetto è nel caso nominativo, il verbo si coniuga proprio come in italiano, e, ora il difficile, per esprimere i complementi vengono usati i casi, ovvero: il genitivo corrisponde al complemento di specificazione, il dativo al complemento di termine e fine, l'accusativo esprime il complemento oggetto, il vocativo è il complemento di vocazione, e con l'ablativo sono identificati vari complementi.


Ora, sembra facile, ma non è così, perché spesso il caso, tranne il nominativo, è preceduto, o raramente seguito, da una preposizione, che ne da una sfumatura di significato, che spesso e volentieri è di natura temporale o spaziale, ma in altri casi finale, causale, concessiva, limitativa. Una stessa preposizione con uno stesso caso può ''sorreggere'' anche due complementi; queste coppie di complementi sono spesso uno di luogo e uno di tempo, oppure uno di causa e uno di fine.
Ora, sembra facile, ma non è così, perché spesso il caso, tranne il nominativo, è preceduto, o raramente seguito, da una preposizione, che ne una sfumatura di significato, che spesso e volentieri è di natura temporale o spaziale, ma in altri casi finale, causale, concessiva, limitativa. Una stessa preposizione con uno stesso caso può ''sorreggere'' anche due complementi; queste coppie di complementi sono spesso uno di luogo e uno di tempo, oppure uno di causa e uno di fine.


{{Avanzamento|50%|15 marzo 2013}}
{{Avanzamento|50%|15 marzo 2013}}

Versione attuale delle 16:56, 25 giu 2017

Indice del libro

La lingua latina, di origine indoeuropea, è stata la lingua prima della monarchia romana, poi della res publica (che si traduce Stato, e non repubblica) e infine dell'impero.

L'alfabeto latino ha qualche lettera in più dell'alfabeto italiano. Inoltre questa lingua ha una concezione un po' differente da quella italiana nel modo di esprimersi. Nello specifico, l'italiano compone la frase, generalmente, mettendo il soggetto all'inizio, poi il verbo e i complementi vari preceduti da una preposizione. Il latino, invece, usa i casi, ovvero il soggetto è nel caso nominativo, il verbo si coniuga proprio come in italiano, e, ora il difficile, per esprimere i complementi vengono usati i casi, ovvero: il genitivo corrisponde al complemento di specificazione, il dativo al complemento di termine e fine, l'accusativo esprime il complemento oggetto, il vocativo è il complemento di vocazione, e con l'ablativo sono identificati vari complementi.

Ora, sembra facile, ma non è così, perché spesso il caso, tranne il nominativo, è preceduto, o raramente seguito, da una preposizione, che ne dà una sfumatura di significato, che spesso e volentieri è di natura temporale o spaziale, ma in altri casi finale, causale, concessiva, limitativa. Una stessa preposizione con uno stesso caso può sorreggere anche due complementi; queste coppie di complementi sono spesso uno di luogo e uno di tempo, oppure uno di causa e uno di fine.