Filosofia dell'informatica/L'etica informatica: differenze tra le versioni

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===Etica, diritto e decentramento nel web===
===Etica, diritto e decentramento nel web===
La logica che domina la rete è definita '''logica del decentramento'''. Essa influenza la produzione di ''informazioni'', consentendo agli utenti/agenti, tramite un modello a partecipazione orizzontale<ref>Si rimanda al concetto di sussidiarietà digitale, M. Durante, "''Il futuro del web: etica, diritto, decentramento''", pp. 234-235 </ref>, di contribuire alla realizzazione di un'opera comune. Tale logica è, almeno in parte, determinata dalla particolare topologia della rete. L'informazione si presenta come presupposto fondamentale nella capacità di rappresentarsi il mondo, nell'assumere certe decisioni e tenere determinati comportamenti. Si rendono allora necessarie delle forme di controllo che, '''temperando''' la logica del decentramento, garantiscano l'attendibilità dell'informazione e tutelino gli utenti, che su tali informazioni indirizzeranno le proprie azioni. In tale prospettiva si muovono ''l'etica del computer'', che tenta di proporre soluzioni ai problemi determinati dallo sviluppo della tecnica, elaborando ed adottando dei ''codici etici di comportamento'', ed il ''diritto'', che tenta di tradurre tali proposte in norme.
La logica che domina la rete è definita '''logica del decentramento'''. Essa influenza la produzione di ''informazioni'', consentendo agli utenti/agenti, tramite un modello a partecipazione orizzontale<ref>Si rimanda al concetto di sussidiarietà digitale, M. Durante, "''Il futuro del web: etica, diritto, decentramento''", pp. 234-235 </ref>, di contribuire alla realizzazione di un'opera comune. Tale logica è, almeno in parte, determinata dalla particolare topologia della rete. L'informazione si presenta come presupposto fondamentale nella capacità di rappresentarsi il mondo, nell'assumere certe decisioni e tenere determinati comportamenti. Si rendono allora necessarie delle forme di controllo che, '''temperando''' la logica del decentramento, garantiscano l'attendibilità dell'informazione e tutelino gli utenti, che su tali informazioni indirizzeranno le proprie azioni. In tale prospettiva si muovono ''l'etica del computer'', che tenta di proporre soluzioni ai problemi determinati dallo sviluppo della tecnica, elaborando ed adottando dei ''codici etici di comportamento'', ed il ''diritto'', che tenta di tradurre tali proposte in norme.

Il giurista Lawrence Lessig, partendo da una riflessione circa il copyright, giunge a definire il rapporto tra tecnica dell'informazione e diritto nei termini di un conflitto tra forme di potere, tra un'istanza che tende a distribuire potere (caratterizzata da una struttura orizzontale priva di autorità regolatrici) ed una che tende a concentrarlo (caratterizzata da una struttura verticale in cui ogni livello è regolato da quello superiore). Da questo punto di vista, considerando gli effetti che la distribuzione di potere produce in termini di creatività e progresso, Lessig rileva la necessità di un contemperamento delle due istanze, definito dal grado di libertà da concedere ai soggetti perché non risulti ridotta la loro capacità contributiva e creativa ed allo stesso tempo perché la logica del decentramento non produca esiti anarchici, uno spazio privo di ogni controllo o tutela. Una ulteriore forma di controllo sulla rilevanza ed attendibilità delle informazioni in rete è inscritta nella stessa logica della rete. Pur in mancanza di un' ''autorità'' o di un ''centro di controllo'', gli utenti, attraverso la propria attività di raccolta e condivisione, possono determinare il grado di attendibilità delle informazioni. Questo tipo di controllo è collegabile alla nozione, sviluppata da [[Luciano Floridi]], di ''ontic trust''<ref>M. Greco - G. Paronitti - M. Taddeo - L. Floridi, "Etica Informatica"</ref>. Floridi suggerisce che la società dell'informazione digitale ha bisogno di porre, a proprio fondamento, un patto che costituisca la base necessaria di un impegno reciproco, tra agenti ed utenti, in vista della necessità di risolvere le problematiche definite dall'infittirsi delle relazioni nell'''infosfera''<ref>L. Floridi definisce l'''infosfera'' "ecosistema semantico, proprio della società dell'informazione, costituito dalla totalità dei documenti, degli agenti e delle loro operazioni".</ref>. Questo patto, definito ''ontico'' perché tutela l'esistenza di un'entità informazionale, presenta caratteri tali da poter essere avvicinato alla figura giuridica del ''trust'', per cui un soggetto detiene e gestisce i beni di una persona a vantaggio di altri soggetti. Elemento essenziale di tale patto è la ''fiducia'', l'affidamento reciproco nella capacità di cura, da cui nasce una mutua responsabilità.
Il giurista [[w:Lawrence Lessig|Lawrence Lessig]], partendo da una riflessione circa il copyright, giunge a definire il rapporto tra tecnica dell'informazione e diritto nei termini di un conflitto tra forme di potere, tra un'istanza che tende a distribuire potere (caratterizzata da una struttura orizzontale priva di autorità regolatrici) ed una che tende a concentrarlo (caratterizzata da una struttura verticale in cui ogni livello è regolato da quello superiore). Da questo punto di vista, considerando gli effetti che la distribuzione di potere produce in termini di creatività e progresso, Lessig rileva la necessità di un contemperamento delle due istanze, definito dal grado di libertà da concedere ai soggetti perché non risulti ridotta la loro capacità contributiva e creativa ed allo stesso tempo perché la logica del decentramento non produca esiti anarchici, uno spazio privo di ogni controllo o tutela. Una ulteriore forma di controllo sulla rilevanza ed attendibilità delle informazioni in rete è inscritta nella stessa logica della rete. Pur in mancanza di un' ''autorità'' o di un ''centro di controllo'', gli utenti, attraverso la propria attività di raccolta e condivisione, possono determinare il grado di attendibilità delle informazioni.

Questo tipo di controllo è collegabile alla nozione, sviluppata da [[Luciano Floridi]], di ''ontic trust''<ref>M. Greco - G. Paronitti - M. Taddeo - L. Floridi, "Etica Informatica"</ref>. Floridi suggerisce che la società dell'informazione digitale ha bisogno di porre, a proprio fondamento, un patto che costituisca la base necessaria di un impegno reciproco, tra agenti ed utenti, in vista della necessità di risolvere le problematiche definite dall'infittirsi delle relazioni nell'''infosfera''<ref>L. Floridi definisce l'''infosfera'' "ecosistema semantico, proprio della società dell'informazione, costituito dalla totalità dei documenti, degli agenti e delle loro operazioni".</ref>. Questo patto, definito ''ontico'' perché tutela l'esistenza di un'entità informazionale, presenta caratteri tali da poter essere avvicinato alla figura giuridica del ''trust'', per cui un soggetto detiene e gestisce i beni di una persona a vantaggio di altri soggetti. Elemento essenziale di tale patto è la ''fiducia'', l'affidamento reciproco nella capacità di cura, da cui nasce una mutua responsabilità.


===Cyber-sicurezza===
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Versione delle 10:43, 7 mag 2018

Indice del libro

L'etica informatica

La tecnologia informatica ha provocato una rivoluzione non solo tecnologica ma anche sociale ed etica, per cui è stato necessario fondare un'Etica Informatica, in cui si delineano i tradizionali problemi etici riformulati a causa dell'impatto dell'Information Technology).

I teorici dell'etica informatica

  • Norbert Wiener: fondatore della cibernetica oltre che autore di saggi sull'aspetto etico dell'information technology.
  • Donn Parker (SRI International, California): dopo aver esaminato gli usi "illeciti" e "immorali" da parte degli informatici di professione, rielaborò nel 1968 l'articolo Rules of Ethics in Information Processing dirigendo il primo codice di condotta professionale per l'Association for Computing Machinery.
  • Joseph Weizenbaum: informatico del Massachusetts Institute of Technology, è il creatore di ELIZA, un software che simulava una conversazione con uno psicoterapeuta. Questo programma è divenuto famoso come il primo tentativo di riprodurre una conversazione naturale. Weizenbaum approfondì poi gli aspetti filosofici legati alla creazione dell'Intelligenza artificiale scrivendo Computer Power and Human Reason, nel quale espose i suoi dubbi relativamente alla possibilità che dei computer dotati di intelligenza artificiale possano sostituire l'uomo.
  • Walter Maner: solo alla metà degli anni '70 alla Old Dominion University viene coniato il termine "etica informatica" per indicare "quel campo dell'etica professionale applicata che riguarda i problemi etici aggravati, trasformati o creati dall'IT" (si fa riferimento tuttavia a tradizioni etiche come quella utilitarista o razionalista. Alla fine degli anni '70 creò un certo interesse per la nuova disciplina inaugurata organizzando numerosi corsi, seminari e conferenze oltre a pubblicare con la collaborazione di Terrell Ward Bynum lo Starter Kit In Computer Ethic, contenente dispense e consigli pedagogici per gli addetti ai lavori. Conteneva inoltre alcune ragioni fondamentali per integrare un corso di etica informatica, un elenco di obiettivi oltre a vaste discussioni su temi come: Privacy, reati informatici fino a trattare temi più complessi come codici professionali o dipendenza informatica.
  • James Moor: negli anni '80, dopo la progressiva diffusione delle problematiche relative al campo etico, si ebbe un'esplosione dell'attività dell'etica informatica. Esempi sono What is Computer Etics?, un articolo di James Moor pubblicato nel 1985 sulla rivista "Metaphilosophy", nel quale l'autore definisce l'etica informatica come disciplina che ha a che fare con il "vuoto politico" (come utilizzare al meglio le nuove tecnologie) e la "confusione concettuale". Per Moor uno dei compiti centrali dell'etica informatica è quello di formulare politiche che possano dirigere la nostra azione, in quanto la tecnologia informatica è logicamente malleabile. In questa ottica la rivoluzione informatica si distingue in due momenti: l'introduzione della tecnologia (sviluppo e raffinazione) e la penetrazione della tecnologia (integrazione nelle principali attività umane, arrivando a modificare concetti come il denaro, l'istruzione, il lavoro...).
  • Deborah Johnson: con la pubblicazione di Computer Ethics, il primo manuale della disciplina, definisce l'etica informatica con un approccio simile a Maner (filosofia applicata), tuttavia non crede che i computer abbiano creato nuovi problemi, ma solo una rielaborazione di questioni già note.
  • Terrell Bynum: nonostante la definizione di Moor sia la più ampia, Bynum propone un approccio che include etica applicata e sociologia informatica coinvolgendone le teorie e concetti: "L'etica informatica identifica e analizza l'impatto della tecnologia informatica sui valori umani e sociali come la salute, la proprietà, il lavoro, le opportunità, la libertà, la democrazia, la conoscenza, ecc.". Progettò inoltre con Maner la prima conferenza internazionale sull'etica informatica, tenutasi nel 1991, che vide convenire partecipanti da 7 paesi e 32 stati degli USA.
  • Simon Rogerson: negli anni '90 ci fu una diffusione di interesse per l'etica informatica sopratutto in Europa e Australia, soprattutto grazie a pionieri come Rogerson, fondatore del Centre for Computing and Social Responsibility (CCSR) inaugurando insieme a Terrell Bynum una serie di conferenze internazionali (ETHICOMP). Lo stesso Rogerson ha promosso l'esigenza di una "Seconda Generazione" degli studi sull'etica informatica, fondata sulla costruzione/elaborazione dei fondamenti concettuali e sullo sviluppo dei contesti teorici nei quali possono emergere azioni pratiche, minimizzando gli effetti imprevisti dell'IT.
  • Donald Gotterbarn: autore dell'ultima stesura del codice di etica e condotta professionale all'ACM per stabilire gli standard di licenza per i progettisti software, ha definito l'etica informatica come una branca dell'etica professionale per la sua applicazione in codici di condotta per gli addetti ai lavori.

I temi dell'etica informatica

Le principali questioni Sociali ed Etiche che riguardano i luoghi di lavoro sono :

  • Sicurezza Logica : Suddivisa in 5 aspetti:
  1. Privacy e riservatezza dei dati,
  2. Integrità (Garanzia che i dati ne programmi siano modificati senza adeguata autorizzazzione)
  3. Prestazione inalterata
  4. Coerenza
  5. Controllo dell' accesso alle risorse
  • Proprietà del Software:Un'altra questione sociale relativa a opinioni comuni sulla totale libertà dell'Informazione o sulla commercializzazione di esse ( per sostenere i programmatori e incentivare la produzione di software di qualità) sottoforma di:
  1. Copyright
  2. Segreti di fabbrica
  3. Brevetti
  • Responsabilità professionale:I professionisti responsabili,venendosi a trovare continuamente in una serie di rapporti professionali devono essere a conoscenza dei possibili conflitti di interesse ed evitarli.Negli Stati Uniti organizzazioni professionali come "ACM" e "IEEE" hanno stabilito dei codici etici ,delle direttive sui curricola e requisiti di accreditamento oltre a includere nel codice imperativi morali come :"evitare di danneggiare gli altri" o "essere degni di fiducia".

Computer Ethics

La diffusione così capillare del computer nella vita e nelle attività umane non poteva non chiamare in causa l'etica.

Il primo scienziato a riflettere sugli aspetti etici e sociali legati ai computer è stato Norbert Wiener, padre della cibernetica. La prima volta che fu usato il termine computer Ethics fu nel 1978, quando Walter Maner la definì come il campo di indagine che affronta i problemi etici creati, trasformati o aggravati dall'information techonology. Si arriva cosi al 1985, considerato l'anno di fondazione della Computer Ethics intesa come disciplia.

Cosa sia e cosa comprenda la Computer Ethics (l'etica dell'informazione), non è scontato. La mappatura dei temi che possono essere compresi sotto questa etichetta sono svariati e spaziano dalla Governance di Internet al tele-lavoro, dal digital divide ai temi della privacy e della criminalità informatica.

Il "principio unificante" della legge che governa l'uso e la diffusione delle tecnologie dell'informazione e che permette anche di inquadrare le complesse tematiche dell'etica delle tecnologie dell'informazione, è il seguente: "L'importanza dell'informazione in un'organizzazione, nell'economia e nella stessa società, è direttamente proporzionale al livello di complessità dei processi da conoscere e gestire e, inversamente proporzionale al livello di fiducia tra agenti coinvolti in tali processi".

Potremmo chiamare il primo tipo di complessità "complessità tecnica" e il secondo "complessità politica". Potremmo dire che le tecnologie dell'informazione nel momento stesso in cui forniscono soluzioni sempre più performanti nel "dominare" la complessità tecnica e quella politica, suscitano sfide e problemi etico-sociali sempre più complessi.

Per avere un quadro esaustivo degli aspetti dell'informazione trattati dalla Computer Etics, si può fare riferimento alla mappatura proposta da Norberto Patrignani, che li colloca su diversi livelli, da quelli più fisici fino alla noosfera, la sfera delle idee.[1] I livelli verticali rappresentano le diverse aree della realtà potenzialmente influenzate dai computer (dal pianeta al mondo delle idee come detto prima); i domini orizzontali, invece, rappresentati da ellissi con dimensioni approssimativamente proporzionali alla loro importanza, costituiscono una panoramica delle principali aree di criticità o di attenzione della Computer Ethics.

Le questioni identificate con la computer Ethics possono essere affrontate a livello individuale, professionale e sociale. Un ruolo speciale spetta ai computer professional, nella definizione dei loro codici etici di condotta e nel fornire, al pubblico in generale ed ai decisori pubblici, tutte le informazioni sulle potenzialità, sui rischi e limiti delle tecnologie dell'informazione. In italia, ad esempio, diverse università hanno introdotto corsi di Computer Ethics, il che contribuirà alla formazione di figure esperte e capaci valutare con attenzionele implicazioni sociali ed etiche della tecnologia dell'informazione.

Computer Ethics e software libero

Richard Stallman con la sua battaglia, traccia una definitiva cesura tra il software libero ed il software proprietario, è opportuno quindi analizzare in questa sede le peculiari differenze tra le due visioni del mondo dell’informatica per avere un quadro generale più chiaro. Il software proprietario[2] rappresenta una modalità di diffusione e gestione del software chiusa, infatti per procedere ad una eventuale ispezione, modifica o adattamento richiede l'intervento di chi ha la proprietà del codice sorgente. Il software proprietario può essere soggetto a ritiro e non essere più fruibile in futuro, ciò realizza una vera e propria dipendenza dal fornitore che di solito provvede a brevettare il sistema di dati che lancia sul mercato. Il software libero[3] al contrario può essere soggetto ad ispezione, modificato, riusato e diffuso. Può essere modificato e migliorato da chiunque sappia farlo, anche esterno alla comunità degli utenti. Il software libero è dunque una risorsa comune i dati sono accessibili in un formato standard, infatti rende di pubblico dominio il codice sorgente consentendo la modifica ed il riuso. Dunque è sicuramente rilevabile una differenza etica tra le due visioni del mondo informatico, considerato che il software libero colma le lacune conseguenti al Digital Divide promuovendo possibili scenari di sviluppo sociale, attraverso l’adattabilità ai contesti locali e culturali, inoltre il trasferimento delle conoscenze tecnologiche tramite la descrizione del codice sorgente, stimola la cooperazione con la comunità internazionale di utenti e programmatori. Pertanto il software libero incrementa la crescita economica, poiché la modifica autonoma del codice sorgente può favorire la nascita di una industria ICT che conosce le esigenze locali, con un abbattimento considerevole dei costi di hardware e software.

Etica e responsabilità nell'era del postumano

Il crescente e progressivo sviluppo delle tecnologie consente all'uomo di oggi di modificare se stesso volontariamente sia per scopi terapeutici che migliorativi. In questa nuova prospettiva si colloca il postumanesimo, la cui etica apre a scenari totalmente inediti. Il postumanesimo ha come obiettivo il trascendimento dei limiti biologici umani, attingendo a piene mani dalla rivoluzione GNR (Genetica, Nanotecnologia, Robotica) in corso per migliorare le capacità fisiche e cognitive individuali auspicando una prossima era postumana.

A ciò si aggiunge un cambio di paradigma da un punto di vista più strettamente teorico. I sostenitori del postumano, infatti, mettono in discussione alcuni punti fermi della tradizione religiosa come la sacralità della natura, (che si identifica con la sacralità della vita) e sostengono l'abbattimento della dicotomia naturale - artificiale, categorie ormai obsolete poiché il naturale sfocia nell'artificiale senza soluzione di continuità, come suo effetto consequenziale. Lo stesso concetto di identità è profondamente cambiato: l'Homo sapiens lascia spazio all'Homo technologicus, un uomo che costruisce degli strumenti che retroagiscono su egli stesso cambiandolo in profondità. L'uomo è un essere in continuo divenire (a differenza di quanto sostiene il fissismo) che oggi più che nei secoli scorsi, modifica se stesso e il proprio corpo in maniera totalmente volontaria e consapevole. Gli interventi non si limitano alla sfera individuale ma riguardano tutta la specie umana se comportano una manipolazione del genoma. L'uomo, in questo modo, prende in mano le redini della propria evoluzione che d'ora in avanti non sarà più soltanto biologica ma biotecnologica.

La prospettiva post-umana individuale è interessata anche al campo della ciborganica e della robotica. Il cyborg è una creatura formata dall'inserimento di protesi artificiali in un organismo animale : occhi , orecchie e pelle artificiale sono solo alcuni dei tanti esempi possibili. Le protesi non hanno unicamente una funzione terapeutica (in caso di menomazioni etc.) ma anche quella di estendere e potenziare capacità tipicamente umane come il movimento, la sensibilità, la cognizione. Alcuni dispositivi in particolare, quelli che collegano il cervello al computer, sono ancora in via di sviluppo. Questi ultimi puntano alla cura di alcune malattie neuro-degenerative, dunque apportando un notevole beneficio terapeutico, ma pongono questioni etiche inedite come quella sull'identità e sul confine tra uomo e macchina. Se in un cyborg si parte da una base fondamentalmente organica e successivamente si sostituiscono alcuni componenti con i corrispondenti artificiali, nei robot la base è completamente artificiale. A differenza dei cyborg, nei quali le componenti artificiali sono dei correttivi o dei potenziamenti della natura, nei robot si punta all'imitazione di funzioni tipicamente umane come quelle percettive, emotive, intellettuali, relative all'apprendimento etc.

Gli esponenti del postumano riflettono anche sulle conseguenze sociali della futura società. Le modificazioni genetiche e somatiche dovrebbero riguardare in primo luogo una piccola parte di individui, quelli più ricchi, capaci di far fronte a spese particolarmente esose. Successivamente, con il decrescere del prezzo degli interventi, tutti avranno la possibilità di migliorarsi e potenziarsi. A causa di ciò, è alto il rischio di una nuova eugenetica per combattere le malattie ereditarie che potrebbe diventare una pratica piuttosto comune.

Etica, diritto e decentramento nel web

La logica che domina la rete è definita logica del decentramento. Essa influenza la produzione di informazioni, consentendo agli utenti/agenti, tramite un modello a partecipazione orizzontale[4], di contribuire alla realizzazione di un'opera comune. Tale logica è, almeno in parte, determinata dalla particolare topologia della rete. L'informazione si presenta come presupposto fondamentale nella capacità di rappresentarsi il mondo, nell'assumere certe decisioni e tenere determinati comportamenti. Si rendono allora necessarie delle forme di controllo che, temperando la logica del decentramento, garantiscano l'attendibilità dell'informazione e tutelino gli utenti, che su tali informazioni indirizzeranno le proprie azioni. In tale prospettiva si muovono l'etica del computer, che tenta di proporre soluzioni ai problemi determinati dallo sviluppo della tecnica, elaborando ed adottando dei codici etici di comportamento, ed il diritto, che tenta di tradurre tali proposte in norme.

Il giurista Lawrence Lessig, partendo da una riflessione circa il copyright, giunge a definire il rapporto tra tecnica dell'informazione e diritto nei termini di un conflitto tra forme di potere, tra un'istanza che tende a distribuire potere (caratterizzata da una struttura orizzontale priva di autorità regolatrici) ed una che tende a concentrarlo (caratterizzata da una struttura verticale in cui ogni livello è regolato da quello superiore). Da questo punto di vista, considerando gli effetti che la distribuzione di potere produce in termini di creatività e progresso, Lessig rileva la necessità di un contemperamento delle due istanze, definito dal grado di libertà da concedere ai soggetti perché non risulti ridotta la loro capacità contributiva e creativa ed allo stesso tempo perché la logica del decentramento non produca esiti anarchici, uno spazio privo di ogni controllo o tutela. Una ulteriore forma di controllo sulla rilevanza ed attendibilità delle informazioni in rete è inscritta nella stessa logica della rete. Pur in mancanza di un' autorità o di un centro di controllo, gli utenti, attraverso la propria attività di raccolta e condivisione, possono determinare il grado di attendibilità delle informazioni.

Questo tipo di controllo è collegabile alla nozione, sviluppata da Luciano Floridi, di ontic trust[5]. Floridi suggerisce che la società dell'informazione digitale ha bisogno di porre, a proprio fondamento, un patto che costituisca la base necessaria di un impegno reciproco, tra agenti ed utenti, in vista della necessità di risolvere le problematiche definite dall'infittirsi delle relazioni nell'infosfera[6]. Questo patto, definito ontico perché tutela l'esistenza di un'entità informazionale, presenta caratteri tali da poter essere avvicinato alla figura giuridica del trust, per cui un soggetto detiene e gestisce i beni di una persona a vantaggio di altri soggetti. Elemento essenziale di tale patto è la fiducia, l'affidamento reciproco nella capacità di cura, da cui nasce una mutua responsabilità.

Cyber-sicurezza

Trasparenza e sorveglianza nell'era tecnologica

Giovanni Ziccardi,nel suo testo "Internet controllo e libertà" analizza l'impatto delle nuove tecnologie nella società moderna,districandosi anche tra tematiche come la sorveglianza e la trasparenza. Si parla dei presunti metodi di controllo,adoperati da alcuni organi privati o governativi,che tramite queste nuove tecnologie avrebbero commesso degli illeciti a livello legale,andando a sorvegliare,su scala mondiale,le comunicazioni che avvenivano sulla rete. In questo caso,viene notato,un utilizzo distorto di questa nuova tecnologia,che tramite strumenti,come i droni o le microspie andrebbe a minare la sicurezza della sfera privata del cittadino. Il quale già di per sé,tende a svalutarla tramite la diffusione di dati personali (sulle varie piattaforme dei social network) o dei suoi spostamenti (tramite le modalità GPS presenti sui vari smartphone). Infatti,viene fatto notare dall'autore,la quasi impossibilità di eliminare un dato dalla rete,vista la ormai enorme capacità d'archiviazione. L'ipotesi che si viene a creare è quindi quella di una società,sempre sotto sorveglianza,ma questo funzione fin quando viene mantenuto il segreto su tali operazioni,nel contesto attuale,soprattutto in vista della nascita di molti siti votati ad attività di leaking (come ad esempio Wikileaks),quindi,risulta sempre più difficile il mantenimento del segreto,dato che basterebbe una semplice chiavetta USB per la diffusione di qualsiasi informazione online. Questo,lascia le porte aperte ad un quadro sociale che richiede la massima trasparenza sulle informazioni che potrebbero essere di danno verso la vita degli individui,non importa quanto grandi esse possano essere e le conseguenze che potrebbero scatenare tali rivelazioni. In ultima analisi,Ziccardi propone una rivalutazione di queste nuove tecnologie,le quali dovrebbero diventare accessibili a tutti e garantire la tutela della privacy,con un aiuto,anche da parte delle varie istituzioni.

Note

  1. Ovviamente, come tutti i modelli, esso rappresenta una semplificazione della complessità del mondo reale.
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Software_proprietario
  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Software_libero
  4. Si rimanda al concetto di sussidiarietà digitale, M. Durante, "Il futuro del web: etica, diritto, decentramento", pp. 234-235
  5. M. Greco - G. Paronitti - M. Taddeo - L. Floridi, "Etica Informatica"
  6. L. Floridi definisce l'infosfera "ecosistema semantico, proprio della società dell'informazione, costituito dalla totalità dei documenti, degli agenti e delle loro operazioni".