Ecco l'uomo/Extracomunitario: differenze tra le versioni
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Ora stiamo assistendo a un cambiamento significativo e sebbene l'indifferenza ebraica verso Gesù non sia del tutto scomparsa, i segni positivi sono incoraggianti. |
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Gesù e la sua famiglia osservavano la Torah, pagavano la decima, osservavano lo Shabbat, circoncidevano i loro maschi, frequentavano la sinagoga, ottemperavano alle leggi sulla purezza in relazione al parto e alle mestruazioni, mantenevano il codice dietetico (''[[w:Casherut|Casherut]]'') — si potrebbe continuare e dilungarsi nei dettagli. Mentre i Vangeli registrano controversie sull'interpretazione di Gesù di alcune di queste regole, l'idea di un Gesù cristiano, che non visse secondo la Torah o per i suoi valori etici, non si adatta per nulla alla realtà storica. |
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Non esiste una visione ebraica ufficiale di Gesù, ma sotto un particolare aspetto gli ebrei sono d'accordo nel loro atteggiamento verso Gesù. Gli ebrei respingono l'enorme affermazione, proclamata per Gesù dai suoi seguaci cristiani: che Gesù sia il Signore Cristo, Dio Incarnato, il Figlio stesso di Dio Padre. Blasfemia: per l'ebreo questa credenza equivale all'idolatria. Di conseguenza, su tale affermazione, ebrei e cristiani devono continuare a differire. Gli ebrei credono che tutti condividano lo spirito divino e siano segnati con l'immagine divina e che nessuna persona, nemmeno la più grande di tutte, possa possedere la perfezione di Dio. Nessuno può essere uguale a Dio. |
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Gesù visse la sua vita non come cristiano ma come ebreo, obbediente (con pochissime eccezioni) alla Torah. Tuttavia, a pochi anni dalla sua morte, i seguaci ebrei di Gesù svilupparono un tipo di religione piuttosto diverso da quello seguito dalla maggior parte degli ebrei. L'ebraismo, come l'Islam dopo di esso, è fortemente radicato nella legge religiosa; il cristianesimo cessò di esserlo. L'ebraismo, come anche l'Islam, crede fortemente nell'unità di Dio; il cristianesimo arrivò a porre una così grande fede in Gesù e successivamente nella dottrina della Trinità, che a molti altri monoteisti sembrò, e sembra, in sostanza, una raffinata forma di politeismo. A poco a poco, la religione cristiana divenne sempre meno simile ad un'autentica, anche se eccentrica, forma di ebraismo, e sempre più come una religione completamente diversa. |
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Durante il periodo del [[w:Secondo tempio di Gerusalemme|Secondo Tempio]], ci furono molte discussioni interne su cosa significasse essere ebreo. La legge religiosa permetteva di acconsentire all'occupazione romana o di combatterla? In che modo la legge conciliava giustizia e misericordia? Dovettero essere stati dibattiti comuni, che si possono vedere rispecchiati nei racconti dei Vangeli sulle controversie di Gesù con i leader religiosi del suo tempo. |
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Non possiamo essere certi delle opinioni di Gesù, poiché i Vangeli sono un genere letterario altamente interpretativo, colorato dalle riflessioni dei loro collaboratori e redattori su eventi accaduti 40 e più anni prima, alla luce degli eventi importanti che si erano verificati negli anni successivi. Ciononostante, il suo atteggiamento nei confronti delle leggi dietetiche riportate nel Vangelo di Marco non rendono chiaro ciò che Gesù intendesse insegnare ai suoi discepoli e seguaci. Questa interpretazione testualmente carente – che comunque abbiamo esaminato nel capitolo precedente – alla fine ebbe delle conseguenze per i cristiani: certamente le leggi sul cibo divennero gradualmente un ricordo del passato, come dimostrano i resoconti degli Atti e delle lettere paoline. Inoltre, sebbene il messaggio di Gesù sul regno di Dio fosse chiaramente all'interno della tradizione ebraica tradizionale, i riferimenti cristologici su di lui e sul suo significato lo sono meno. |
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Versione delle 18:02, 6 nov 2019
Gesù ebreo tra ebrei
Uno dei fatti certi su Gesù era la sua ebraicità. Era un figlio di genitori ebrei, cresciuto in una casa ebrea e allevato tra le tradizioni ebraiche. Durante tutta la sua vita, Gesù visse tra ebrei e i suoi seguaci furono ebrei.
Non era di certo un intruso, uno straniero, un alieno, uno esterno alla comunità del suo contesto sociale, un extracomunitario diremmo oggi.
Nessun altro ebreo nella storia ha eguagliato Gesù per la magnitudine della sua influenza. Le parole e le opere di Gesù l'ebreo sono state, e sono, fonte d'ispirazione per innumerevoli milioni di uomini e donne. Strano, non è vero, che gli ebrei abbiano prestato poca attenzione alla vita e all'insegnamento di questo straordinario ebreo? Tuttavia, questo è vero perché i seguaci cristiani di Gesù giunsero a credere fatti e idee sulla sua vita che nessun ebreo poteva o potrebbe mai sostenere.
Quando la Chiesa perseguitò gli ebrei nel tentativo di convertirli, l'indifferenza ebraica verso Gesù si trasformò (ovviamente, direi) in ostilità. È un triste fatto della storia che i seguaci di questo grande ebreo abbiano causato così tanta sofferenza al popolo ebraico, di modo che per secoli è stato molto difficile per qualsiasi ebreo persino pensare a Gesù senza difficoltà. Fino a poco tempo fa, la maggior parte degli ebrei ha scelto di non pensarlo affatto.
Ora stiamo assistendo a un cambiamento significativo e sebbene l'indifferenza ebraica verso Gesù non sia del tutto scomparsa, i segni positivi sono incoraggianti.
Gesù e la sua famiglia osservavano la Torah, pagavano la decima, osservavano lo Shabbat, circoncidevano i loro maschi, frequentavano la sinagoga, ottemperavano alle leggi sulla purezza in relazione al parto e alle mestruazioni, mantenevano il codice dietetico (Casherut) — si potrebbe continuare e dilungarsi nei dettagli. Mentre i Vangeli registrano controversie sull'interpretazione di Gesù di alcune di queste regole, l'idea di un Gesù cristiano, che non visse secondo la Torah o per i suoi valori etici, non si adatta per nulla alla realtà storica.
Non esiste una visione ebraica ufficiale di Gesù, ma sotto un particolare aspetto gli ebrei sono d'accordo nel loro atteggiamento verso Gesù. Gli ebrei respingono l'enorme affermazione, proclamata per Gesù dai suoi seguaci cristiani: che Gesù sia il Signore Cristo, Dio Incarnato, il Figlio stesso di Dio Padre. Blasfemia: per l'ebreo questa credenza equivale all'idolatria. Di conseguenza, su tale affermazione, ebrei e cristiani devono continuare a differire. Gli ebrei credono che tutti condividano lo spirito divino e siano segnati con l'immagine divina e che nessuna persona, nemmeno la più grande di tutte, possa possedere la perfezione di Dio. Nessuno può essere uguale a Dio.
Gesù visse la sua vita non come cristiano ma come ebreo, obbediente (con pochissime eccezioni) alla Torah. Tuttavia, a pochi anni dalla sua morte, i seguaci ebrei di Gesù svilupparono un tipo di religione piuttosto diverso da quello seguito dalla maggior parte degli ebrei. L'ebraismo, come l'Islam dopo di esso, è fortemente radicato nella legge religiosa; il cristianesimo cessò di esserlo. L'ebraismo, come anche l'Islam, crede fortemente nell'unità di Dio; il cristianesimo arrivò a porre una così grande fede in Gesù e successivamente nella dottrina della Trinità, che a molti altri monoteisti sembrò, e sembra, in sostanza, una raffinata forma di politeismo. A poco a poco, la religione cristiana divenne sempre meno simile ad un'autentica, anche se eccentrica, forma di ebraismo, e sempre più come una religione completamente diversa.
Durante il periodo del Secondo Tempio, ci furono molte discussioni interne su cosa significasse essere ebreo. La legge religiosa permetteva di acconsentire all'occupazione romana o di combatterla? In che modo la legge conciliava giustizia e misericordia? Dovettero essere stati dibattiti comuni, che si possono vedere rispecchiati nei racconti dei Vangeli sulle controversie di Gesù con i leader religiosi del suo tempo.
Non possiamo essere certi delle opinioni di Gesù, poiché i Vangeli sono un genere letterario altamente interpretativo, colorato dalle riflessioni dei loro collaboratori e redattori su eventi accaduti 40 e più anni prima, alla luce degli eventi importanti che si erano verificati negli anni successivi. Ciononostante, il suo atteggiamento nei confronti delle leggi dietetiche riportate nel Vangelo di Marco non rendono chiaro ciò che Gesù intendesse insegnare ai suoi discepoli e seguaci. Questa interpretazione testualmente carente – che comunque abbiamo esaminato nel capitolo precedente – alla fine ebbe delle conseguenze per i cristiani: certamente le leggi sul cibo divennero gradualmente un ricordo del passato, come dimostrano i resoconti degli Atti e delle lettere paoline. Inoltre, sebbene il messaggio di Gesù sul regno di Dio fosse chiaramente all'interno della tradizione ebraica tradizionale, i riferimenti cristologici su di lui e sul suo significato lo sono meno.
Note
Per approfondire, vedi i rispettivi riferimenti di "Biografie cristologiche". |