Guida alle costellazioni/La Nave Argo e dintorni/Poppa: differenze tra le versioni

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Un'altra coppia facilmente risolvibile con un binocolo è quella formata da '''HD 69081''' e '''HD 69082''', entrambe azzurre e separate da oltre 1 primo d'arco; nei dintorni è osservabile un ricco campo stellare, specie in direzione sud.
Un'altra coppia facilmente risolvibile con un binocolo è quella formata da '''HD 69081''' e '''HD 69082''', entrambe azzurre e separate da oltre 1 primo d'arco; nei dintorni è osservabile un ricco campo stellare, specie in direzione sud.


La '''k Puppis''' appare ad occhio nudo come una stella azzurra di quarta magnitudine; un telescopio di 80-100mm di diametro rivela due componenti di simile magnitudine molto vicine fra di loro. Pochi primi d'arco a sudest si trova una coppia di stelle azzurre di sesta grandezza, risolvibile anche con un binocolo.
La '''k Puppis''' appare ad occhio nudo come una stella azzurra di quarta magnitudine; un telescopio di 80-100 mm di diametro rivela due componenti di simile magnitudine molto vicine fra di loro. Pochi primi d'arco a sudest si trova una coppia di stelle azzurre di sesta grandezza, risolvibile anche con un binocolo.


Nella parte più occidentale e meridionale della costellazione si trova una coppia di stelle gialle osservabili con un binocolo; la componente più orientale, '''HD 41742''', è però a sua volta una doppia con componenti di sesta e ottava grandezza separate da meno di 5".
Nella parte più occidentale e meridionale della costellazione si trova una coppia di stelle gialle osservabili con un binocolo; la componente più orientale, '''HD 41742''', è però a sua volta una doppia con componenti di sesta e ottava grandezza separate da meno di 5".
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Il vicino '''M47''' è più facile da osservare, essendo visibile anche ad occhio nudo; la sua estensione angolare è all'incirca pari a quella della Luna piena. Con un buon binocolo i due ammassi sono ben visibili, dando vita ad un magnifico spettacolo; un binocolo è anche sufficiente per risolverlo completamente in stelle. Poco più a nord si osserva anche un altro ammasso, meno luminoso, NGC 2423. M47 si trova a una distanza di 1600 anni luce dalla Terra ed ha un'età stimata intorno ai 78 milioni di anni; è quindi un ammasso abbastanza giovane e la sua popolazione stellare è simile a quella delle Pleiadi. Circa 50 stelle si trovano all’interno di quest’ammasso, la più brillante delle quali è una gigante di tipo B2 di magnitudine 5,7. Nel gruppo si conoscono due stelle arancioni, di magnitudine 7,83 e 7,93 che, se sono membri effettivi dell'ammasso, devono essere 200 volte più luminose del Sole. La densità media di M47 è di 0,62 stelle per parsec cubo, ma nelle regioni centrali questa sale fino a 16. M47 si allontana da noi alla velocità di circa 9,7 km/s.
Il vicino '''M47''' è più facile da osservare, essendo visibile anche ad occhio nudo; la sua estensione angolare è all'incirca pari a quella della Luna piena. Con un buon binocolo i due ammassi sono ben visibili, dando vita ad un magnifico spettacolo; un binocolo è anche sufficiente per risolverlo completamente in stelle. Poco più a nord si osserva anche un altro ammasso, meno luminoso, NGC 2423. M47 si trova a una distanza di 1600 anni luce dalla Terra ed ha un'età stimata intorno ai 78 milioni di anni; è quindi un ammasso abbastanza giovane e la sua popolazione stellare è simile a quella delle Pleiadi. Circa 50 stelle si trovano all’interno di quest’ammasso, la più brillante delle quali è una gigante di tipo B2 di magnitudine 5,7. Nel gruppo si conoscono due stelle arancioni, di magnitudine 7,83 e 7,93 che, se sono membri effettivi dell'ammasso, devono essere 200 volte più luminose del Sole. La densità media di M47 è di 0,62 stelle per parsec cubo, ma nelle regioni centrali questa sale fino a 16. M47 si allontana da noi alla velocità di circa 9,7 km/s.


Mezzo grado a nord di M47 si trova '''NGC 2423'''; è un ammasso circondato da un ricco campo stellare e forma un bel trio coi due precedenti oggetti. È visibile anche con un binocolo 10x50, in cui si mostra come un alone chiaro e nebuloso con qualche debole stellina al suo interno; un telescopio da 80mm già consente di risolverlo quasi completamente in stelle, mentre una visione molto ben definita e ricca è possibile con strumenti da 200mm, in cui sono evidenti decine di stelle. NGC 2423, benché luminoso e di facile risoluzione, si presenta decisamente meno ricco e concentrato dei due ammassi vicini e le sue stelle principali sono di nona magnitudine; se la stima della sua distanza, pari a 2500 anni luce, è corretta, risulta essere più vicino di M46, ma più lontano di M47, il quale ha anche le componenti più brillanti fra i tre ammassi. Da un punto di vista della distribuzione dunque questi tre oggetti non sono legati fisicamente e si presentano vicini solo per un puro effetto prospettico. Con un'età di oltre 700 milioni di anni, NGC 2423 appartiene alla classe degli ammassi di età intermedia, più avanzata di quella delle Ìadi e del Presepe; la stella più calda in esso presente possiede la classe spettrale B8, mentre abbondano le stelle di classe A e diverse stelle evolute che hanno abbandonato la sequenza principale. Fra queste è presente la stella NGC 2423-3, una gigante rossa attorno alla quale si è scoperto che orbita un pianeta di tipo gioviano, con 10,6 volte la massa del pianeta Giove.
Mezzo grado a nord di M47 si trova '''NGC 2423'''; è un ammasso circondato da un ricco campo stellare e forma un bel trio coi due precedenti oggetti. È visibile anche con un binocolo 10x50, in cui si mostra come un alone chiaro e nebuloso con qualche debole stellina al suo interno; un telescopio da 80 mm già consente di risolverlo quasi completamente in stelle, mentre una visione molto ben definita e ricca è possibile con strumenti da 200 mm, in cui sono evidenti decine di stelle. NGC 2423, benché luminoso e di facile risoluzione, si presenta decisamente meno ricco e concentrato dei due ammassi vicini e le sue stelle principali sono di nona magnitudine; se la stima della sua distanza, pari a 2500 anni luce, è corretta, risulta essere più vicino di M46, ma più lontano di M47, il quale ha anche le componenti più brillanti fra i tre ammassi. Da un punto di vista della distribuzione dunque questi tre oggetti non sono legati fisicamente e si presentano vicini solo per un puro effetto prospettico. Con un'età di oltre 700 milioni di anni, NGC 2423 appartiene alla classe degli ammassi di età intermedia, più avanzata di quella delle Ìadi e del Presepe; la stella più calda in esso presente possiede la classe spettrale B8, mentre abbondano le stelle di classe A e diverse stelle evolute che hanno abbandonato la sequenza principale. Fra queste è presente la stella NGC 2423-3, una gigante rossa attorno alla quale si è scoperto che orbita un pianeta di tipo gioviano, con 10,6 volte la massa del pianeta Giove.


Più a sud, nella parte centro-settentrionale della costellazione 1° a nordovest della stella ξ Puppis, si trova '''M93''', il terzo degli ammassi di Messier; è uno dei più piccoli, ma allo stesso tempo uno dei più brillanti della Poppa. È al limite estremo della visibilità ad occhio nudo: si può provare ad individuarlo se si osserva in una notte particolarmente nitida e buia, a patto di conoscerne esattamente la posizione; con un binocolo 10x50 appare di forma leggermente allungata e già si risolvono alcune delle componenti, che diventano una trentina con un 20x80. Un piccolo telescopio amatoriale come un 140mm consente di risolverlo completamente in decine dei minute stelline, mentre un telescopio di grande diametro come un 300mm rivela circa un centinaio di componenti fino alla tredicesima magnitudine. M93 è a una distanza di circa 3600 anni luce dalla Terra, dunque sul bordo esterno del nostro braccio di spirale, il Braccio di Orione, mentre il suo raggio è stimato essere compreso tra 10 e 12 anni luce (dunque un diametro di circa 22 anni luce); la sua età è stimata di circa 100 milioni di anni. Le stelle più brillanti di M93 sono giganti blu del tipo B9, di magnitudine apparente 8,20. L'indice di colore B-V dell'ammasso è di 0,37, con un assorbimento di quasi 0,2 magnitudini, dovuto principalmente all'assorbimento da parte della polvere interstellare.
Più a sud, nella parte centro-settentrionale della costellazione 1° a nordovest della stella ξ Puppis, si trova '''M93''', il terzo degli ammassi di Messier; è uno dei più piccoli, ma allo stesso tempo uno dei più brillanti della Poppa. È al limite estremo della visibilità ad occhio nudo: si può provare ad individuarlo se si osserva in una notte particolarmente nitida e buia, a patto di conoscerne esattamente la posizione; con un binocolo 10x50 appare di forma leggermente allungata e già si risolvono alcune delle componenti, che diventano una trentina con un 20x80. Un piccolo telescopio amatoriale come un 140 mm consente di risolverlo completamente in decine dei minute stelline, mentre un telescopio di grande diametro come un 300 mm rivela circa un centinaio di componenti fino alla tredicesima magnitudine. M93 è a una distanza di circa 3600 anni luce dalla Terra, dunque sul bordo esterno del nostro braccio di spirale, il Braccio di Orione, mentre il suo raggio è stimato essere compreso tra 10 e 12 anni luce (dunque un diametro di circa 22 anni luce); la sua età è stimata di circa 100 milioni di anni. Le stelle più brillanti di M93 sono giganti blu del tipo B9, di magnitudine apparente 8,20. L'indice di colore B-V dell'ammasso è di 0,37, con un assorbimento di quasi 0,2 magnitudini, dovuto principalmente all'assorbimento da parte della polvere interstellare.


Sempre nel nord si trova '''NGC 2539''', visibile in un'area completamente priva di stelle appariscenti; la presenza, 7 gradi a SSW, del ben noto gruppo di M46 e M47 contribuisce a rendere questa zona ancora meno conosciuta ed oscura. In realtà, quest'ammasso è ben visibile anche con un piccolo binocolo, nel quale si presenta come una macchia chiara priva di stelle, dominata però a sudest da una stella giallognola di magnitudine 4,76, che parzialmente lo oscura; un telescopio da 100mm è comunque sufficiente per risolverlo completamente in stelle. NGC 2539 è un ammasso moderatamente ricco e compatto, anche se è formato da stelle piuttosto deboli; la sua distanza è stimata attorno ai 4440 anni luce. L’ammasso possiede una sessantina di stelle, tutte comprese fra le magnitudini undicesima e tredicesima, racchiuse in un diametro apparente di 15'; se si considerano le stelle fino alla quindicesima grandezza, il numero di componenti triplica, raggiungendo le 160 unità in un diametro di 21', corrispondenti a 24 anni luce. NGC 2539 si trova a 760 anni luce dal piano galattico, così risulta poco oscurato dalla polvere interstellare; la sua età è stimata sui 650 milioni di anni, rendendosi così molto simile ad altri ammassi ben noti, come le Ìadi, il Presepe e NGC 6633. La percentuale di carbonio e azoto determinata nelle sue giganti rosse è risultata essere praticamente simile a quella delle giganti delle Ìadi; mancano inoltre stelle dalle caratteristiche esotiche, come le blue stragglers.
Sempre nel nord si trova '''NGC 2539''', visibile in un'area completamente priva di stelle appariscenti; la presenza, 7 gradi a SSW, del ben noto gruppo di M46 e M47 contribuisce a rendere questa zona ancora meno conosciuta ed oscura. In realtà, quest'ammasso è ben visibile anche con un piccolo binocolo, nel quale si presenta come una macchia chiara priva di stelle, dominata però a sudest da una stella giallognola di magnitudine 4,76, che parzialmente lo oscura; un telescopio da 100 mm è comunque sufficiente per risolverlo completamente in stelle. NGC 2539 è un ammasso moderatamente ricco e compatto, anche se è formato da stelle piuttosto deboli; la sua distanza è stimata attorno ai 4440 anni luce. L’ammasso possiede una sessantina di stelle, tutte comprese fra le magnitudini undicesima e tredicesima, racchiuse in un diametro apparente di 15'; se si considerano le stelle fino alla quindicesima grandezza, il numero di componenti triplica, raggiungendo le 160 unità in un diametro di 21', corrispondenti a 24 anni luce. NGC 2539 si trova a 760 anni luce dal piano galattico, così risulta poco oscurato dalla polvere interstellare; la sua età è stimata sui 650 milioni di anni, rendendosi così molto simile ad altri ammassi ben noti, come le Ìadi, il Presepe e NGC 6633. La percentuale di carbonio e azoto determinata nelle sue giganti rosse è risultata essere praticamente simile a quella delle giganti delle Ìadi; mancano inoltre stelle dalle caratteristiche esotiche, come le blue stragglers.


Fra gli ammassi della parte centrale spicca '''NGC 2439'''; si individua circa 4 gradi a sudest della brillante stella η Canis Majoris, in direzione di un campo stellare piuttosto ricco; appare dominato verso nord da una stellina giallastra di sesta magnitudine. Un binocolo 10x50 può permettere di risolvere in parte le sue componenti più luminose, anche se l'oggetto permane di aspetto nebuloso; attraverso un telescopio da 100mm è risolto in una ventina di stelle fino alla magnitudine 12, mentre con uno strumento da 200mm e ingrandimenti sui 100x il campo visivo si satura di stelle. NGC 2439 è un ammasso assai ricco e luminoso, consistente di una nutrita popolazione di stelle giovani; la sua distanza è stimata attorno ai 12.600 anni luce ed è quindi situato in una zona esterna della Via Lattea, probabilmente in corrispondenza del Braccio di Perseo, in un tratto che presenta segni di disgregazione a causa della sua terminazione. Secondo alcuni studi, in direzione di quest'oggetto non vi sarebbe un gruppo compatto di stelle, ma piuttosto ciò che si osserva sarebbe il risultato di una sovrapposizione di diversi gruppi stellari lungo la stessa linea di vista; alcune di queste stelle appartengono a diverse piccole associazioni OB, la più vicina delle quali si troverebbe ad appena 3260 anni luce. A una distanza inferiore vi sarebbe invece una regione ricca di polvere interstellare, cui sono associati alcuni gruppi stellari. In direzione dell'ammasso è visibile la stella variabile R Puppis, che oscilla fra le magnitudini 6,5 e 6,7 con un periodo non definibile in quanto non regolare; questa stella starebbe al di là dell'ammasso e lo scurisce notevolmente. Gran parte delle componenti sono di decima e undicesima grandezza e si concentrano poco a sud di questa stella, come a formare una sorta di "grappolo".
Fra gli ammassi della parte centrale spicca '''NGC 2439'''; si individua circa 4 gradi a sudest della brillante stella η Canis Majoris, in direzione di un campo stellare piuttosto ricco; appare dominato verso nord da una stellina giallastra di sesta magnitudine. Un binocolo 10x50 può permettere di risolvere in parte le sue componenti più luminose, anche se l'oggetto permane di aspetto nebuloso; attraverso un telescopio da 100 mm è risolto in una ventina di stelle fino alla magnitudine 12, mentre con uno strumento da 200 mm e ingrandimenti sui 100x il campo visivo si satura di stelle. NGC 2439 è un ammasso assai ricco e luminoso, consistente di una nutrita popolazione di stelle giovani; la sua distanza è stimata attorno ai 12.600 anni luce ed è quindi situato in una zona esterna della Via Lattea, probabilmente in corrispondenza del Braccio di Perseo, in un tratto che presenta segni di disgregazione a causa della sua terminazione. Secondo alcuni studi, in direzione di quest'oggetto non vi sarebbe un gruppo compatto di stelle, ma piuttosto ciò che si osserva sarebbe il risultato di una sovrapposizione di diversi gruppi stellari lungo la stessa linea di vista; alcune di queste stelle appartengono a diverse piccole associazioni OB, la più vicina delle quali si troverebbe ad appena 3260 anni luce. A una distanza inferiore vi sarebbe invece una regione ricca di polvere interstellare, cui sono associati alcuni gruppi stellari. In direzione dell'ammasso è visibile la stella variabile R Puppis, che oscilla fra le magnitudini 6,5 e 6,7 con un periodo non definibile in quanto non regolare; questa stella starebbe al di là dell'ammasso e lo scurisce notevolmente. Gran parte delle componenti sono di decima e undicesima grandezza e si concentrano poco a sud di questa stella, come a formare una sorta di "grappolo".


Verso la parte centro-meridionale della costellazione vi sono alcuni ammassi molto luminosi, fra i quali spicca '''NGC 2451'''. L'ammasso è individuabile facilmente poco a nord della retta che congiunge le stelle π Puppis e ζ Puppis; ad occhio nudo è già ben evidente come una macchia chiara con alcune minute stelline al centro, di cui una appare dominante. Essendo un oggetto posto a latitudini piuttosto australi, non poté essere osservato da Charles Messier (il quale, per altro, notò comunque degli oggetti di questo emisfero, ma aventi declinazione inferiore). È composto quasi interamente da stelle brillanti e ciò permette che l'osservazione al binocolo risulti la più gratificante; al telescopio l'oggetto si fa infatti rarefatto e diventa difficile apprezzarne la bellezza; al centro si trova la stella c Puppis, una gigante rossa, chiaramente estranea all'oggetto, il cui colore contrasta fortemente con il resto dell'ammasso, composto principalmente da stelle bianche e azzurre. Secondo uno studio del 2003, NGC 2451 sarebbe in realtà il risultato della sovrapposizione di due ammassi aperti, distanti e indipendenti fra loro, che appaiono riuniti in un unico oggetto solo per un effetto prospettico: NGC 2451 A è il più vicino dei due, posto ad una distanza di 671 anni luce; il secondo, NGC 2451 B, è più lontano, a 1206 anni luce di distanza. L'età degli ammassi è stimata sui 50-80 milioni di anni per NGC 2451 A e circa 50 milioni di anni per NGC 2451 B.
Verso la parte centro-meridionale della costellazione vi sono alcuni ammassi molto luminosi, fra i quali spicca '''NGC 2451'''. L'ammasso è individuabile facilmente poco a nord della retta che congiunge le stelle π Puppis e ζ Puppis; ad occhio nudo è già ben evidente come una macchia chiara con alcune minute stelline al centro, di cui una appare dominante. Essendo un oggetto posto a latitudini piuttosto australi, non poté essere osservato da Charles Messier (il quale, per altro, notò comunque degli oggetti di questo emisfero, ma aventi declinazione inferiore). È composto quasi interamente da stelle brillanti e ciò permette che l'osservazione al binocolo risulti la più gratificante; al telescopio l'oggetto si fa infatti rarefatto e diventa difficile apprezzarne la bellezza; al centro si trova la stella c Puppis, una gigante rossa, chiaramente estranea all'oggetto, il cui colore contrasta fortemente con il resto dell'ammasso, composto principalmente da stelle bianche e azzurre. Secondo uno studio del 2003, NGC 2451 sarebbe in realtà il risultato della sovrapposizione di due ammassi aperti, distanti e indipendenti fra loro, che appaiono riuniti in un unico oggetto solo per un effetto prospettico: NGC 2451 A è il più vicino dei due, posto ad una distanza di 671 anni luce; il secondo, NGC 2451 B, è più lontano, a 1206 anni luce di distanza. L'età degli ammassi è stimata sui 50-80 milioni di anni per NGC 2451 A e circa 50 milioni di anni per NGC 2451 B.


A breve distanza si trova '''NGC 2477''' ('''C71'''), un oggetto molto compatto, dall'aspetto più simile ad un brillante ammasso globulare, se non fosse che si tratta di un oggetto interno alla Via Lattea. Un binocolo non consente di andare oltre la semplice individuazione e l'oggetto rimane nebuloso; un telescopio di 200mm di diametro è lo strumento ideale per osservare NGC 2477, perché è in grado di risolverlo in stelle. Le componenti più luminose sono di magnitudine 10. NGC 2477 è un ammasso ricco e luminoso, consistente di una nutrita popolazione di stelle; la sua distanza è stimata attorno ai 4000 anni luce. Si tratta di uno degli ammassi aperti più ricchi che si conoscano; secondo alcune stime l'ammasso avrebbe oltre 1900 componenti, concentrate in uno spazio dal diametro di 22 anni luce; poiché però l'oggetto giace in un tratto di Via Lattea ricchissimo di stelle di fondo, è difficile stabilire con esattezza quali stelle siano membri effettivi dell'ammasso e quali no. Le componenti più brillanti sono di dodicesima magnitudine apparente e possiedono un tasso di metallicità simile a quello del nostro Sole; le sue stelle avrebbero un'età di circa 1,3 miliardi di anni, il che renderebbe l'ammasso due volte più vecchio delle Ìadi.
A breve distanza si trova '''NGC 2477''' ('''C71'''), un oggetto molto compatto, dall'aspetto più simile ad un brillante ammasso globulare, se non fosse che si tratta di un oggetto interno alla Via Lattea. Un binocolo non consente di andare oltre la semplice individuazione e l'oggetto rimane nebuloso; un telescopio di 200 mm di diametro è lo strumento ideale per osservare NGC 2477, perché è in grado di risolverlo in stelle. Le componenti più luminose sono di magnitudine 10. NGC 2477 è un ammasso ricco e luminoso, consistente di una nutrita popolazione di stelle; la sua distanza è stimata attorno ai 4000 anni luce. Si tratta di uno degli ammassi aperti più ricchi che si conoscano; secondo alcune stime l'ammasso avrebbe oltre 1900 componenti, concentrate in uno spazio dal diametro di 22 anni luce; poiché però l'oggetto giace in un tratto di Via Lattea ricchissimo di stelle di fondo, è difficile stabilire con esattezza quali stelle siano membri effettivi dell'ammasso e quali no. Le componenti più brillanti sono di dodicesima magnitudine apparente e possiedono un tasso di metallicità simile a quello del nostro Sole; le sue stelle avrebbero un'età di circa 1,3 miliardi di anni, il che renderebbe l'ammasso due volte più vecchio delle Ìadi.


Il curioso '''Cr 135''', o '''Ammasso di π Puppis''', è un oggetto piuttosto luminoso ma di debole concentrazione; si individua facilmente a sud del triangolo composto dalle brillanti stelle ε Canis Majoris, δ Canis Majoris e η Canis Majoris, con le quali forma un asterismo a forma di croce. Sebbene sia poco conosciuto, specialmente dall'emisfero boreale, si tratta di una delle associazioni più brillanti ed appariscenti della volta celeste. In cieli particolarmente nitidi e con l'oggetto non troppo basso sull'orizzonte si possono identificare tutte le sue quattro componenti principali anche ad occhio nudo; sono disposte a formare una sorta di cono col vertice rivolto verso sud, rappresentato dalla stella π Puppis. Lo strumento ideale per la sua osservazione è un binocolo o al più un telescopio di corta focale con bassi ingrandimenti; con ingrandimenti eccessivi infatti si perde la visione d'insieme; un binocolo 10x50 si rivela lo strumento più adatto, poiché rivela sia le componenti che il contrasto di colori fra la rossa π Puppis e le altre stelline più a nord, di colore azzurro. La sua caratteristica principale è data, come detto, da un gruppo di quattro stelle visibili anche ad occhio nudo disposte a formare un triangolo (o un cono) col vertice verso sud, la più brillante delle quali è la stella π Puppis; questa stella è una supergigante rosso-arancione posta apparentemente al di là dell'ammasso. Le componenti più vicine fra loro sono le tre stelle di quinta magnitudine, più altre disposte lungo il lato orientale, visibili con un binocolo o un piccolo telescopio; le tre stelle di quinta sono tutte variabili: la più interessante è la coppia delle componenti di NV Puppis (nota anche come v1 Puppis): la primaria è una variabile del tipo Gamma Cassiopeiae, la secondaria è del tipo Beta Cephei. Questa stella forma con la stella NW Puppis (o anche v2 Puppis), di magnitudine simile, una coppia molto più larga e risolvibile anche ad occhio nudo in cieli particolarmente tersi. La distanza dell'ammasso è stimata sugli 840 anni luce, mentre la velocità radiale è stimata sui 15,35 km/s. Nel corso degli anni novanta è stato eseguito uno studio sulla velocità radiale di oltre una sessantina di stelle attorno a quest'area di cielo; lo studio non è stato in grado di chiarire l'esistenza reale dell'ammasso (ossia se le componenti siano davvero fortemente legate fra loro), ma ha permesso di scoprire che sia le stelle di Cr 135 che quelle dei campi stellari di fondo mostrano un moto proprio molto simile. Pertanto, è plausibile che tutte le stelle visibili nel campo possano essere appartenute a un'antica associazione stellare. Secondo delle ricerche più recenti condotte col satellite Hipparcos, l'ammasso in realtà esisterebbe, sebbene le sue componenti si siano notevolmente disperse; anche la stella π Puppis, nonostante sia leggermente più lontana, sembrerebbe mostrare la stessa velocità radiale di altre stelle presenti nell'area, indice che anche questa sarebbe stata in origine un membro dell'ammasso.
Il curioso '''Cr 135''', o '''Ammasso di π Puppis''', è un oggetto piuttosto luminoso ma di debole concentrazione; si individua facilmente a sud del triangolo composto dalle brillanti stelle ε Canis Majoris, δ Canis Majoris e η Canis Majoris, con le quali forma un asterismo a forma di croce. Sebbene sia poco conosciuto, specialmente dall'emisfero boreale, si tratta di una delle associazioni più brillanti ed appariscenti della volta celeste. In cieli particolarmente nitidi e con l'oggetto non troppo basso sull'orizzonte si possono identificare tutte le sue quattro componenti principali anche ad occhio nudo; sono disposte a formare una sorta di cono col vertice rivolto verso sud, rappresentato dalla stella π Puppis. Lo strumento ideale per la sua osservazione è un binocolo o al più un telescopio di corta focale con bassi ingrandimenti; con ingrandimenti eccessivi infatti si perde la visione d'insieme; un binocolo 10x50 si rivela lo strumento più adatto, poiché rivela sia le componenti che il contrasto di colori fra la rossa π Puppis e le altre stelline più a nord, di colore azzurro. La sua caratteristica principale è data, come detto, da un gruppo di quattro stelle visibili anche ad occhio nudo disposte a formare un triangolo (o un cono) col vertice verso sud, la più brillante delle quali è la stella π Puppis; questa stella è una supergigante rosso-arancione posta apparentemente al di là dell'ammasso. Le componenti più vicine fra loro sono le tre stelle di quinta magnitudine, più altre disposte lungo il lato orientale, visibili con un binocolo o un piccolo telescopio; le tre stelle di quinta sono tutte variabili: la più interessante è la coppia delle componenti di NV Puppis (nota anche come v1 Puppis): la primaria è una variabile del tipo Gamma Cassiopeiae, la secondaria è del tipo Beta Cephei. Questa stella forma con la stella NW Puppis (o anche v2 Puppis), di magnitudine simile, una coppia molto più larga e risolvibile anche ad occhio nudo in cieli particolarmente tersi. La distanza dell'ammasso è stimata sugli 840 anni luce, mentre la velocità radiale è stimata sui 15,35 km/s. Nel corso degli anni novanta è stato eseguito uno studio sulla velocità radiale di oltre una sessantina di stelle attorno a quest'area di cielo; lo studio non è stato in grado di chiarire l'esistenza reale dell'ammasso (ossia se le componenti siano davvero fortemente legate fra loro), ma ha permesso di scoprire che sia le stelle di Cr 135 che quelle dei campi stellari di fondo mostrano un moto proprio molto simile. Pertanto, è plausibile che tutte le stelle visibili nel campo possano essere appartenute a un'antica associazione stellare. Secondo delle ricerche più recenti condotte col satellite Hipparcos, l'ammasso in realtà esisterebbe, sebbene le sue componenti si siano notevolmente disperse; anche la stella π Puppis, nonostante sia leggermente più lontana, sembrerebbe mostrare la stessa velocità radiale di altre stelle presenti nell'area, indice che anche questa sarebbe stata in origine un membro dell'ammasso.


Ancora un ammasso aperto, seppure non molto concentrato, è '''NGC 2546'''. Si individua con facilità, grazie alla sua luminosità e alla presenza della stella ζ Puppis nelle vicinanze: l'ammasso sta infatti 2,5 gradi a nordest di questa stella; si presenta come un insieme molto esteso di stelle azzurrognole, le cui componenti principali sono di ottava e nona magnitudine. Con un binocolo come un 10x50 si è dunque già in grado di individuare e risolvere alcune delle componenti principali dell'oggetto. Un binocolo 20x80 o un telescopio da 80mm con un oculare a basso ingrandimento consente di risolvere l'ammasso completamente. Date le sue grandi dimensioni apparenti, ingrandimenti oltre i 70x si rivelano spesso non adatti alla sua osservazione. NGC 2546 è un ammasso moderatamente ricco e piuttosto disperso, con alcune decine di stelle sparse su un diametro di circa 40'; la sua distanza è stimata attorno ai 3000 anni luce. L'ammasso si osserva in direzione della ricchissima Via Lattea della Poppa, un tratto relativamente poco oscurato e interessato dalla presenza di alcune delle stelle più luminose appartenenti alla Cintura di Gould; come la gran parte degli ammassi aperti osservabili nella costellazione, anche questo è piuttosto giovane: con un'età stimata sui 30 milioni di anni è infatti simile soprattutto a NGC 2264, nella costellazione dell'Unicorno, anche se non mancano stime che riportano un'età di 74 milioni di anni. All'ammasso sembrano appartenere una quarantina di stelle, tutte calde e bianco-azzurre, sparse su un'area di cielo dal diametro di circa 40'; fra queste sono state scoperte tre stelle di tipo Ap, ossia particolarmente ricche di alcuni metalli e in rotazione molto lenta.
Ancora un ammasso aperto, seppure non molto concentrato, è '''NGC 2546'''. Si individua con facilità, grazie alla sua luminosità e alla presenza della stella ζ Puppis nelle vicinanze: l'ammasso sta infatti 2,5 gradi a nordest di questa stella; si presenta come un insieme molto esteso di stelle azzurrognole, le cui componenti principali sono di ottava e nona magnitudine. Con un binocolo come un 10x50 si è dunque già in grado di individuare e risolvere alcune delle componenti principali dell'oggetto. Un binocolo 20x80 o un telescopio da 80 mm con un oculare a basso ingrandimento consente di risolvere l'ammasso completamente. Date le sue grandi dimensioni apparenti, ingrandimenti oltre i 70x si rivelano spesso non adatti alla sua osservazione. NGC 2546 è un ammasso moderatamente ricco e piuttosto disperso, con alcune decine di stelle sparse su un diametro di circa 40'; la sua distanza è stimata attorno ai 3000 anni luce. L'ammasso si osserva in direzione della ricchissima Via Lattea della Poppa, un tratto relativamente poco oscurato e interessato dalla presenza di alcune delle stelle più luminose appartenenti alla Cintura di Gould; come la gran parte degli ammassi aperti osservabili nella costellazione, anche questo è piuttosto giovane: con un'età stimata sui 30 milioni di anni è infatti simile soprattutto a NGC 2264, nella costellazione dell'Unicorno, anche se non mancano stime che riportano un'età di 74 milioni di anni. All'ammasso sembrano appartenere una quarantina di stelle, tutte calde e bianco-azzurre, sparse su un'area di cielo dal diametro di circa 40'; fra queste sono state scoperte tre stelle di tipo Ap, ossia particolarmente ricche di alcuni metalli e in rotazione molto lenta.


Un oggetto poco noto agli astronomi amatoriali ma di grande interesse è l’associazione '''Cr 173'''; questa occupa l'intera sezione meridionale della costellazione della Poppa, sconfinando in buona parte pure nelle Vele. È perfettamente individuabile anche ad occhio nudo, grazie alla luminosità delle sue componenti stellari più brillanti, che raggiungono la quinta e la quarta magnitudine; questo agglomerato di stelle domina questa parte di cielo grazie alla concentrazione di astri luminosi. Attraverso un binocolo appare tuttavia come un vago addensamento di astri, leggermente più ricco del resto del cielo, e spesso non è possibile vederlo per intero, date le sue vaste dimensioni angolari. Di fatto, quest’oggetto coincide con la brillante associazione OB nota come Vela OB2, posta nel Braccio di Orione, la quale è responsabile del generico addensamento di stelle visibile in direzione dell'antica costellazione della Nave Argo. All'ammasso appartengono gran parte delle stelle comprese fra la quinta e la settima magnitudine apparente visibile in quest'area. Vela OB2 è una delle associazioni OB più vicine in assoluto, dopo l'associazione Scorpius-Centaurus; essendo alla distanza media di circa 1335-1370 anni luce, viene a trovarsi fisicamente all'interno della Nebulosa di Gum, un'immensa nebulosa probabilmente causata dall'esplosione di diverse supernovae. L'associazione conta quasi un centinaio di componenti sparse su un diametro di circa 6°, le più luminose delle quali sarebbero la stessa γ Velorum, situata apparentemente presso il suo centro geometrico (anche se alcuni scienziati non concordano sulla sua appartenenza all’associazione), più altre stelle di quarta e quinta magnitudine, come HD 68324, HD 64740 e HD 65818. Con lo studio dei dati del satellite Hipparcos, si è potuto determinare che l'associazione Vela OB2 di fatto coincide con l'esteso ammasso aperto catalogato negli anni trenta da Per Collinder con la sigla Cr 173, sebbene egli gli diede una diversa distanza.
Un oggetto poco noto agli astronomi amatoriali ma di grande interesse è l’associazione '''Cr 173'''; questa occupa l'intera sezione meridionale della costellazione della Poppa, sconfinando in buona parte pure nelle Vele. È perfettamente individuabile anche ad occhio nudo, grazie alla luminosità delle sue componenti stellari più brillanti, che raggiungono la quinta e la quarta magnitudine; questo agglomerato di stelle domina questa parte di cielo grazie alla concentrazione di astri luminosi. Attraverso un binocolo appare tuttavia come un vago addensamento di astri, leggermente più ricco del resto del cielo, e spesso non è possibile vederlo per intero, date le sue vaste dimensioni angolari. Di fatto, quest’oggetto coincide con la brillante associazione OB nota come Vela OB2, posta nel Braccio di Orione, la quale è responsabile del generico addensamento di stelle visibile in direzione dell'antica costellazione della Nave Argo. All'ammasso appartengono gran parte delle stelle comprese fra la quinta e la settima magnitudine apparente visibile in quest'area. Vela OB2 è una delle associazioni OB più vicine in assoluto, dopo l'associazione Scorpius-Centaurus; essendo alla distanza media di circa 1335-1370 anni luce, viene a trovarsi fisicamente all'interno della Nebulosa di Gum, un'immensa nebulosa probabilmente causata dall'esplosione di diverse supernovae. L'associazione conta quasi un centinaio di componenti sparse su un diametro di circa 6°, le più luminose delle quali sarebbero la stessa γ Velorum, situata apparentemente presso il suo centro geometrico (anche se alcuni scienziati non concordano sulla sua appartenenza all’associazione), più altre stelle di quarta e quinta magnitudine, come HD 68324, HD 64740 e HD 65818. Con lo studio dei dati del satellite Hipparcos, si è potuto determinare che l'associazione Vela OB2 di fatto coincide con l'esteso ammasso aperto catalogato negli anni trenta da Per Collinder con la sigla Cr 173, sebbene egli gli diede una diversa distanza.


La costellazione contiene anche un '''''ammasso globulare''''', noto come '''NGC 2298'''. Si individua 5,5 gradi ad ovest della stella π Puppis o, volendo, 3,5 gradi a sud della κ Canis Majoris; forma con queste due stelle un ipotetico triangolo rettangolo, col vertice dell'angolo retto sull'ammasso. Fu osservato per la prima volta da James Dunlop e si rende evidente in un telescopio di almeno 100-120mm di apertura; le sue singole stelle principali possono essere osservate solo con forti ingrandimenti. L'ammasso dista circa 40.000 anni luce da noi e 61.000 dal centro galattico; si trova inoltre a circa 11.000 anni luce dal piano galattico, in direzione della periferia della Via Lattea. Le stelle più luminose sono di sedicesima magnitudine apparente; l'indice di colore (B-V) è pari a 1,4, tipico degli oggetti con stelle vecchie e povere in metalli.
La costellazione contiene anche un '''''ammasso globulare''''', noto come '''NGC 2298'''. Si individua 5,5 gradi ad ovest della stella π Puppis o, volendo, 3,5 gradi a sud della κ Canis Majoris; forma con queste due stelle un ipotetico triangolo rettangolo, col vertice dell'angolo retto sull'ammasso. Fu osservato per la prima volta da James Dunlop e si rende evidente in un telescopio di almeno 100-120 mm di apertura; le sue singole stelle principali possono essere osservate solo con forti ingrandimenti. L'ammasso dista circa 40.000 anni luce da noi e 61.000 dal centro galattico; si trova inoltre a circa 11.000 anni luce dal piano galattico, in direzione della periferia della Via Lattea. Le stelle più luminose sono di sedicesima magnitudine apparente; l'indice di colore (B-V) è pari a 1,4, tipico degli oggetti con stelle vecchie e povere in metalli.


Fra le '''''nebulose planetarie''''', oltre alla già citata '''NGC 2438''', visibile in direzione di M46 e osservabile anche con piccoli telescopi come un evidente anellino luminoso, vi è la '''NGC 2440''', situata circa 4° a sud di M47. Si può notare anche con strumenti da 120mm di diametro, pur senza poter osservare particolari di rilievo. La sua stella centrale è probabilmente la nana bianca con la più alta temperatura superficiale conosciuta, attorno ai 200.000 K e una magnitudine di 17,5; la sua distanza è stimata sui 4000 anni luce.
Fra le '''''nebulose planetarie''''', oltre alla già citata '''NGC 2438''', visibile in direzione di M46 e osservabile anche con piccoli telescopi come un evidente anellino luminoso, vi è la '''NGC 2440''', situata circa 4° a sud di M47. Si può notare anche con strumenti da 120 mm di diametro, pur senza poter osservare particolari di rilievo. La sua stella centrale è probabilmente la nana bianca con la più alta temperatura superficiale conosciuta, attorno ai 200.000 K e una magnitudine di 17,5; la sua distanza è stimata sui 4000 anni luce.


La più estesa '''''nebulosa diffusa''''' dell’intera volta celeste è compresa fra la Poppa e la vicina costellazione delle Vele; si tratta della '''Nebulosa di Gum''', un grande resto di supernova scoperto solo alla metà del XX secolo dall’astronomo australiano Colin Gum. Non è visibile né otticamente, né con un telescopio amatoriale, poiché i suoi filamenti sono molto tenui; gran parte delle sue emissioni sono nella banda dell'infrarosso e dell'Hα. Il suo aspetto è simile a un'enorme sfera cava di gas ionizzato, il cui diametro si estende per circa 30° di volta celeste. Il bordo settentrionale è individuabile nei pressi della stella π Puppis, mentre il confine meridionale si trova a pochi gradi dall'asterismo australe della Falsa Croce, fra Vele e Carena. Mentre i bordi meridionali appaiono molto ben definiti, per quelli settentrionali permangono delle incertezze: secondo alcuni scienziati infatti questo bordo coinciderebbe con una lunga serie di filamenti gassosi posti prevalentemente nella costellazione della Bussola e noti con la sigla Sh2-312; altri scienziati ritengono che questi filamenti si trovino troppo distanti dal punto di origine della Nebulosa di Gum e che possiedano una velocità radiale differente; questo scenario ha portato gli studiosi a ipotizzare che tali filamenti costituiscano una nube distinta rispetto alla Nebulosa di Gum e con un moto differente, rivolto verso nella nostra direzione. La distanza media della nube è pari a circa 1470 anni luce ed è situata sul bordo interno del Braccio di Orione, in cui si trova anche il sistema solare e la quasi totalità delle stelle osservabili ad occhio nudo; la sua estensione coincide con lo spazio compreso fra le due stelle Naos (ζ Puppis) e Regor (γ<sup>2</sup> Velorum); l'origine di questa struttura è stata a lungo dibattuta: in passato è stato ipotizzato che si trattase di un'antica sfera di Strömgren, ossia una bolla di idrogeno ionizzato, mentre secondo altre ipotesi si tratterebbe di un resto di supernova. Quest'ultimo è lo scenario più accreditato, ossia un'espansione della nube in seguito all'esplosione di una o più supernovae; la ionizzazione dei gas della nube è data dalle due stelle luminose poste agli estremi della nube stessa, ζ Puppis e γ<sup>2</sup> Velorum. Per conoscere le origini della nube è stato indagato il contesto galattico cui appartiene e in particolare le sue stelle adiacenti. La ζ Puppis in particolare, è stato notato che si tratta di una supergigante blu fuggitiva, ossia con un elevato moto proprio, situata a circa 1000 o 1100 anni luce di distanza, sul lato della nebulosa rivolto verso il Sole; questa sua elevata velocità la porta a trovarsi lontana sia rispetto alle regioni nebulose in grado di generare stelle con la sua massa, sia rispetto alle altre stelle del suo stesso tipo, considerando che la sua origine sarebbe il giovanissimo ammasso aperto Tr 10, nelle Vele. Alcuni studiosi hanno messo in relazione l'origine della nebulosa con l'attuale posizione di ζ Puppis, suggerendo che una delle concause dell'espansione della nube sia stata l'esplosione di una compagna fisica della stessa ζ Puppis, la cui potente onda d'urto avrebbe impresso a tale stella una notevole velocità, alterandone il normale moto e allontanandola dal punto in cui è avvenuta l'esplosione. Gli eventi che hanno generato la Nebulosa di Gum avrebbero avuto luogo da 1 a 6 milioni di anni fa. Gli oggetti più noti associati alla Nebulosa di Gum sono i cosiddetti globuli cometari. Queste particolari strutture sono i resti di nubi molecolari a cui la potente radiazione ultravioletta di ζ Puppis e γ<sup>2</sup> Velorum ha strappato gli strati più esterni; il gas che componeva questi strati costituisce una sorta di lunga chioma orientata nella direzione opposta rispetto alle fonti della radiazione e al fronte di ionizzazione. Ciò che resta di queste nubi è il denso nucleo, le cui caratteristiche sono quelle dei globuli di Bok e in cui avviene la formazione stellare, in particolare di stelle di piccola massa. Secondo un altro modello, la fonte dell'energia che ha divelto gli strati esterni delle nubi non sarebbe la radiazione ultravioletta delle due stelle, ma la potente onda d'urto causata dall'esplosione delle supernovae che hanno generato la nebulosa.
La più estesa '''''nebulosa diffusa''''' dell’intera volta celeste è compresa fra la Poppa e la vicina costellazione delle Vele; si tratta della '''Nebulosa di Gum''', un grande resto di supernova scoperto solo alla metà del XX secolo dall’astronomo australiano Colin Gum. Non è visibile né otticamente, né con un telescopio amatoriale, poiché i suoi filamenti sono molto tenui; gran parte delle sue emissioni sono nella banda dell'infrarosso e dell'Hα. Il suo aspetto è simile a un'enorme sfera cava di gas ionizzato, il cui diametro si estende per circa 30° di volta celeste. Il bordo settentrionale è individuabile nei pressi della stella π Puppis, mentre il confine meridionale si trova a pochi gradi dall'asterismo australe della Falsa Croce, fra Vele e Carena. Mentre i bordi meridionali appaiono molto ben definiti, per quelli settentrionali permangono delle incertezze: secondo alcuni scienziati infatti questo bordo coinciderebbe con una lunga serie di filamenti gassosi posti prevalentemente nella costellazione della Bussola e noti con la sigla Sh2-312; altri scienziati ritengono che questi filamenti si trovino troppo distanti dal punto di origine della Nebulosa di Gum e che possiedano una velocità radiale differente; questo scenario ha portato gli studiosi a ipotizzare che tali filamenti costituiscano una nube distinta rispetto alla Nebulosa di Gum e con un moto differente, rivolto verso nella nostra direzione. La distanza media della nube è pari a circa 1470 anni luce ed è situata sul bordo interno del Braccio di Orione, in cui si trova anche il sistema solare e la quasi totalità delle stelle osservabili ad occhio nudo; la sua estensione coincide con lo spazio compreso fra le due stelle Naos (ζ Puppis) e Regor (γ<sup>2</sup> Velorum); l'origine di questa struttura è stata a lungo dibattuta: in passato è stato ipotizzato che si trattase di un'antica sfera di Strömgren, ossia una bolla di idrogeno ionizzato, mentre secondo altre ipotesi si tratterebbe di un resto di supernova. Quest'ultimo è lo scenario più accreditato, ossia un'espansione della nube in seguito all'esplosione di una o più supernovae; la ionizzazione dei gas della nube è data dalle due stelle luminose poste agli estremi della nube stessa, ζ Puppis e γ<sup>2</sup> Velorum. Per conoscere le origini della nube è stato indagato il contesto galattico cui appartiene e in particolare le sue stelle adiacenti. La ζ Puppis in particolare, è stato notato che si tratta di una supergigante blu fuggitiva, ossia con un elevato moto proprio, situata a circa 1000 o 1100 anni luce di distanza, sul lato della nebulosa rivolto verso il Sole; questa sua elevata velocità la porta a trovarsi lontana sia rispetto alle regioni nebulose in grado di generare stelle con la sua massa, sia rispetto alle altre stelle del suo stesso tipo, considerando che la sua origine sarebbe il giovanissimo ammasso aperto Tr 10, nelle Vele. Alcuni studiosi hanno messo in relazione l'origine della nebulosa con l'attuale posizione di ζ Puppis, suggerendo che una delle concause dell'espansione della nube sia stata l'esplosione di una compagna fisica della stessa ζ Puppis, la cui potente onda d'urto avrebbe impresso a tale stella una notevole velocità, alterandone il normale moto e allontanandola dal punto in cui è avvenuta l'esplosione. Gli eventi che hanno generato la Nebulosa di Gum avrebbero avuto luogo da 1 a 6 milioni di anni fa. Gli oggetti più noti associati alla Nebulosa di Gum sono i cosiddetti globuli cometari. Queste particolari strutture sono i resti di nubi molecolari a cui la potente radiazione ultravioletta di ζ Puppis e γ<sup>2</sup> Velorum ha strappato gli strati più esterni; il gas che componeva questi strati costituisce una sorta di lunga chioma orientata nella direzione opposta rispetto alle fonti della radiazione e al fronte di ionizzazione. Ciò che resta di queste nubi è il denso nucleo, le cui caratteristiche sono quelle dei globuli di Bok e in cui avviene la formazione stellare, in particolare di stelle di piccola massa. Secondo un altro modello, la fonte dell'energia che ha divelto gli strati esterni delle nubi non sarebbe la radiazione ultravioletta delle due stelle, ma la potente onda d'urto causata dall'esplosione delle supernovae che hanno generato la nebulosa.


Una nebulosa facile da osservare è la '''NGC 2467''', visibile 1,5° a sudest della stella ξ Puppis; In alcune carte è riportata anche con la sigla Sh2-311 o col soprannome di “Nebulosa Teschio”. Si tratta di una nebulosa ad emissione, visibile con un telescopio da almeno 120-150mm di apertura; l'ammasso aperto associato, per altro poco concentrato, contiene invece alcune stelle di nona magnitudine. Le stelle dell'ammasso sono tutte azzurre e illuminano la nebulosa. La distanza di questa nebulosa è stimata sui 13.700 anni luce, pertanto apparterrebbe a un braccio di spirale più esterno rispetto al nostro.
Una nebulosa facile da osservare è la '''NGC 2467''', visibile 1,5° a sudest della stella ξ Puppis; In alcune carte è riportata anche con la sigla Sh2-311 o col soprannome di “Nebulosa Teschio”. Si tratta di una nebulosa ad emissione, visibile con un telescopio da almeno 120-150 mm di apertura; l'ammasso aperto associato, per altro poco concentrato, contiene invece alcune stelle di nona magnitudine. Le stelle dell'ammasso sono tutte azzurre e illuminano la nebulosa. La distanza di questa nebulosa è stimata sui 13.700 anni luce, pertanto apparterrebbe a un braccio di spirale più esterno rispetto al nostro.
Le poche galassie visibili in direzione della Poppa sono tutte poco appariscenti.
Le poche galassie visibili in direzione della Poppa sono tutte poco appariscenti.



Versione delle 15:53, 9 mag 2020

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La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Puppis
Genitivo del nome Puppis
Abbreviazione ufficiale Pup
Area totale 673 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 15 febbraio
Stelle più luminose della mag. 3,0 4
Stelle più luminose della mag. 6,0 147
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
ζ Puppis Naos 2,21
π Puppis Ahadi 2,71
ρ Puppis Tureis 2,83
τ Puppis Altaleban 2,94
ν Puppis Kaimana 3,17
σ Puppis Hadir 3,25
ξ Puppis Asmidiske 3,34
c Puppis 3,62

La Poppa è la più grande e la più settentrionale delle tre costellazioni in cui è stata divisa la vecchia Nave Argo. Stretta fra le brillanti stelle Sirio e Canopo, quasi appare oscurata, ma in realtà è una delle costellazioni più ricche della volta celeste.

Caratteristiche

La costellazione giace sulla Via Lattea in un tratto estremamente ricco di campi stellari; questa ricchezza è dovuta al fatto che in questa direzione il Braccio di Orione, ossia il braccio di spirale dove si trova anche il Sistema Solare, si presenta in gran parte poco oscurato da nebulosità e polveri galattiche poste a distanze relativamente brevi. Un altro fattore importante è la presenza di uno dei tratti più prossimi della Cintura di Gould, una grande fascia di stelle giovani e luminose. L'area della Poppa appare dunque pervasa da un grandissimo numero di stelle deboli, visibili ad occhio nudo in cieli tersi e, possibilmente, alle latitudini equatoriali o australi; la regione più densamente popolata è quella meridionale, sul confine con le Vele, area in cui si estende la grande associazione di stelle Cr 173. La parte più settentrionale, in particolare verso il confine con l'Idra, appare molto meno ricca di stelle ed anzi si mostra come una delle aree più oscure del cielo, oscurità accentuata anche dalla presenza tutt'attorno di stelle fra le più luminose del cielo. La Via Lattea nella parte sudoccidentale della Poppa al contrario mostra evidenti segni di oscuramento ad opera di nubi oscure.

Dalle latitudini mediterranee è visibile per intero solo dalle regioni centro-meridionali. Trovare in cielo la Poppa non presenta difficoltà: la parte più settentrionale si estende infatti ad est di Sirio e del Cane Maggiore, mentre a sud di quest'ultima si trova la parte meridionale, che termina subito a nord della brillante Canopo. Le sue stelle più luminose sono di magnitudine 2 e sono facilmente individuabili anche dai centri urbani; il ricco sottofondo stellare è formato principalmente da stelle di magnitudini 4 e 5.

Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale va da dicembre ad aprile; dalle latitudini settentrionali rimane sempre molto bassa sull'orizzonte nelle notti invernali e a nord del 40°N la parte più meridionale resta sempre invisibile. Dall'emisfero australe al contrario è una delle figure dominanti dei cieli dell'estate e la sua osservazione si prolunga fino a tutto l'autunno.

La ζ Puppis (Naos) è la stella principale della costellazione; si tratta di una stella supergigante di magnitudine 2,21. Sebbene sembri anonima all'osservazione ad occhio nudo, è una delle stelle più luminose conosciute in termini assoluti, risplendendo con una luce pari a 25.000 volte quella del Sole in luce visibile e, prendendo anche in considerazione la banda ultravioletta, dove emette la maggior parte della sua energia, circa un milione di volte più della nostra stella. La sua distanza è stimata sui 1400 anni luce.

La costellazione rappresenta la poppa della Nave Argo, sulla quale Giasone e gli Argonauti si imbarcarono alla ricerca del Vello d'oro. L'estesissima costellazione dalla Nave Argo venne divisa in epoca moderna dal Lacaille e sotto questa veste è giunta fino ai giorni nostri, frazionata in tre parti: Poppa, Vele e Carena.

Stelle doppie

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
HD 41742 06h 04m 40s -45° 04′ 46″ 6,01 8,97 4,7 g + g
HD 46273 AB-CD 06h 29m 49s -50° 14′ 20″ 5,28 8,3 12,4 g + g
HD 47973 06h 38m 38s -48° 13′ 13″ 5,05 7,3 13,0 g + b
HD 53705/6 07h 03m 58s -43° 36′ 32″ 5,54 6,79 21,0 g + ar
σ Puppis 07h 29m 14s -43° 18′ 07″ 3,25 8,6 22,3 ar + g
n Puppis 07h 34m 19s -23° 28′ 25″ 5,83 5,87 9,6 g + g
HD 60855 07h 36m 04s -14° 29′ 34″ 5,66 9,71 19,6 azz + b
k Puppis 1-2 07h 38m 50s -26° 48′ 14″ 4,41 4,63 9,9 azz + azz
2 Puppis 07h 45m 29s -14° 41′ 26″ 6,06 6,89 16,8 b + b
5 Puppis 07h 47m 57s -12° 11′ 34″ 5,50 5,67 2,0 g + g
HD 66005/6 07h 59m 12s -49° 58′ 37″ 6,35 6,37 16,4 ar + b
HD 69081/2 08h 13m 59s -36° 20′ 00″ 5,09 6,11 66 azz + azz
HD 71487 08h 26m 18s -39° 03′ 32″ 6,53 7,17 8,0 b + b

Fra le numerosissime stelle visibili ad occhio nudo o con semplici binocoli, molte sono doppie, fisiche o prospettiche.

La prima coppia che salta alla vista anche ad occhio nudo è quella formata da v1 e v2 Puppis, due stelle di colore azzurro ben risolvibili sotto un cielo terso; si tratta di due delle componenti più brillanti dell'ammasso Cr 135, che comprende anche la stella π Puppis. Le due stelle sono legate da un comune moto proprio e sono vicine anche fisicamente.

Un'altra coppia facilmente risolvibile con un binocolo è quella formata da HD 69081 e HD 69082, entrambe azzurre e separate da oltre 1 primo d'arco; nei dintorni è osservabile un ricco campo stellare, specie in direzione sud.

La k Puppis appare ad occhio nudo come una stella azzurra di quarta magnitudine; un telescopio di 80-100 mm di diametro rivela due componenti di simile magnitudine molto vicine fra di loro. Pochi primi d'arco a sudest si trova una coppia di stelle azzurre di sesta grandezza, risolvibile anche con un binocolo.

Nella parte più occidentale e meridionale della costellazione si trova una coppia di stelle gialle osservabili con un binocolo; la componente più orientale, HD 41742, è però a sua volta una doppia con componenti di sesta e ottava grandezza separate da meno di 5".

La σ Puppis è una coppia più larga; la primaria è una stella arancione visibile anche ad occhio nudo sotto cieli pure non perfetti, mentre la secondaria è di ottava magnitudine e può essere risolta con un telescopio di piccole dimensioni.

HD 53705 e HD 53706 sono due stelle di quinta e sesta magnitudine aventi una separazione simile alla precedente; la primaria è gialla e la secondaria è arancione.

Stelle variabili

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Puppis 07h 40m 53s -31° 39′ 40″ 5,50 6,71 - Semiregolare
V Puppis 07h 58m 14s -49° 14′ 42″ 4,35 4,92 1,4545 Eclisse
RS Puppis 08h 11m 09s -34° 25′ 37″ 6,52 7,67 41,3876 Cefeide
KQ Puppis 07h 33m 48s -14° 31′ 26″ 4,82 5,17 - Irregolare
MX Puppis 08h 13m 30s -35° 53′ 58″ 4,60 4,92 - Irregolare
MY Puppis 07h 38m 18s -48° 36′ 05″ 5,54 5,76 5,6948 Cefeide
MZ Puppis 08h 02m 19s -32° 40′ 29″ 5,20 5,44 - Irregolare
NO Puppis 08h 26m 18s -39° 03′ 32″ 6,53 6,98 1,2569 Eclisse
NP Puppis 06h 54m 27s -42° 21′ 56″ 6,25 6,52 - Irregolare
NQ Puppis 07h 53m 05s -11° 37′ 29″ 7,55 7,68 - Irregolare
NS Puppis 08h 11m 22s -39° 37′ 07″ 4,40 4,50 - Irregolare
NV Puppis 07h 18m 18s -36° 44′ 02″ 4,58 4,78 - Irregolare
OR Puppis 07h 53m 59s -26° 20′ 56″ 6,85 7,10 - Irregolare
OW Puppis 07h 33m 51s -36° 20′ 18″ 5,37 5,56 - Irregolare
PQ Puppis 08h 08m 38s -37° 40′ 52″ 6,17 6,42 - Irregolare
PV Puppis 07h 45m 29s -14° 41′ 10″ 6,88 7,32 1,6697 Eclisse
L2 Puppis 07h 13m 32s -44° 38′ 23″ 2,60 7,18 140,6 Semiregolare
ρ Puppis 08h 07m 33s -24° 18′ 16″ 2,68 2,87 0,1409 Pulsante

La costellazione contiene un gran numero di stelle variabili visibili anche ad occhio nudo con facilità; molte di queste mostrano anche delle ampie escursioni di luminosità.

Fra le variabili semiregolari la più facilmente osservabile è la L2 Puppis, posta nella parte più meridionale della costellazione, che in circa 4 mesi oscilla fra le magnitudini 2,6 e 7,2; in fase di massima è ben visibile anche dai centri urbani di medie dimensioni, mentre quando è al minimo occorre un binocolo per poterla individuare. Un'altra semiregolare è la R Puppis, che mostra delle oscillazioni più contenute, comprese fra la quinta e la sesta grandezza.

Le variabili irregolari più luminose arrivano in fase di massima alla magnitudine 4, come nel caso della KQ Puppis, della MX Puppis e della NV Puppis, quest'ultima avente anche la sigla v1 Puppis e facente parte del già citato gruppo di stelle Cr 135.

Fra le Cefeidi la più luminosa è la MY Puppis, che però è solo di quinta magnitudine; le altre dello stesso gruppo sono ancora più deboli.

Oggetti del profondo cielo

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 2298 06h 48m 59s -36° 00′ 19″ Ammasso globulare 9,3 6,8
Cr 135 07h 07m 48s -37° 10′ 00″ Ammasso aperto 2,1 50 Ammasso di Pi Puppis
NGC 2409 07h 31m 37s -17° 11′ 26″ Ammasso aperto 7,3 2,3
M47 07h 36m 05s -14° 28′ 57″ Ammasso aperto 4,4 29
NGC 2423 07h 37m 07s -13° 52′ 17″ Ammasso aperto 6,7 19
Mel 71 07h 37m 30s -12° 04′ 00″ Ammasso aperto 7,1 9
M46 07h 41m 47s -14° 48′ 36″ Ammasso aperto 6,1 27
NGC 2438 07h 41m 50s -14° 44′ 09″ Nebulosa planetaria 10,8 1,2 x 1,1
NGC 2439 07h 40m 45s -31° 41′ 33″ Ammasso aperto 6,9 10
M93 07h 44m 30s -23° 51′ 24″ Ammasso aperto 6,0 22
NGC 2440 07h 41m 55s -18° 12′ 32″ Nebulosa planetaria 9,4 1,2 x 0,8
NGC 2451 07h 45m 15s -37° 58′ 03″ Ammasso aperto 2,8 45 Ammasso di c Puppis
NGC 2467 07h 52m 30s -26° 25′ 48″ Nebulosa diffusa 7,1 15
NGC 2477 07h 52m 10s -38° 32′ 00″ Ammasso aperto 5,8 27
Cr 173 08h 04m : -46° : Ammasso aperto 0,6: 370 Vela OB2
NGC 2520 08h 04m 58s -28° 08′ 48″ Ammasso aperto 6,5 22
NGC 2539 08h 10m 38s -12° 49′ 09″ Ammasso aperto 6,5 21
NGC 2546 08h 12m 16s -37° 35′ 39″ Ammasso aperto 6,3 40
NGC 2567 08h 18m 29s -30° 38′ 44″ Ammasso aperto 7,4 10
NGC 2571 08h 18m 56s -29° 44′ 57″ Ammasso aperto 7,0 13
Gum 12 08h 30m : -45° : Resto di supernova - 1200: Neb. di Gum
L’ammasso di Pi Puppis (Cr 135), che comprende la brillante coppia di stelle azzurre v1 e v2 Puppis.
L’ammasso aperto M46 è famoso per la presenza nella sua direzione di una brillante nebulosa planetaria, ben visibile anche con piccoli strumenti.
La coppia di ammassi aperti M46 e M47 è osservabile con facilità anche alle latitudini molto settentrionali.
NGC 2439 è facilmente risolvibile anche con un binocolo.
NGC 2451 è un ammasso piuttosto luminoso, ma allo stesso tempo relativamente povero di componenti.
Il compattissimo ammasso aperto NGC 2477.
NGC 2546 è un ammasso luminoso ed esteso, ma poco concentrato.
La grande associazione stellare Cr 173, a cavallo fra la Poppa e le Vele.
L’ammasso globulare NGC 2298.
La Nebulosa di Gum copre gran parte della Poppa e delle Vele.
La nebulosa NGC 2467 è una grande regione di idrogeno ionizzato visibile anche con strumenti di piccolo diametro.

La costellazione della Poppa è attraversata dalla Via Lattea da nordovest a sudest, in un tratto molto ricco di oggetti celesti, specialmente ammassi aperti, molti dei quali si trovano nella parte settentrionale e sono visibili anche con un semplice binocolo; di questi, tre sono stati catalogati anche da Charles Messier.

Fra questi spicca M46, che si individua nel nord della costellazione; non vi sono tuttavia stelle particolarmente rilevanti nelle sue vicinanze. L'unica di una certa importanza è la stella 2 Argus Navis (oggi 2 Puppis), di sesta magnitudine. L'oggetto vicino più importante rimane comunque l'ammasso M47, che si trova circa un grado ad ovest di M46. M46 è ben visibile con un binocolo, che ne permette la parziale risoluzione in stelle; un telescopio da 150-200 mm lo risolve completamente ed è in grado di mostrare pure la sua caratteristica più celebre, ossia la nebulosa planetaria, nota come NGC 2438, che si trova apparentemente nella sua direzione. M46 si trova a una distanza di circa 5400 anni luce dalla Terra e ha un'età stimata a 300 milioni di anni. L'ammasso contiene circa 500 stelle, di cui 150 di magnitudine tra 10 e 13; il suo diametro angolare è di circa 27', mentre il suo diametro reale è di 30 anni luce. Studiando il suo spostamento verso il rosso si deduce che l'ammasso si allontana da noi alla velocità di 41,4 km/s. Caratteristica interessante di quest’ammasso, come detto prima, è la presenza di una nebulosa planetaria, catalogata come NGC 2438, che sembra trovarsi apparentemente al suo interno. In realtà essa è più vicina di M46: la sua distanza è stata stimata di 2900 anni luce e si trova sovrapposta all'ammasso per effetto prospettico.

Il vicino M47 è più facile da osservare, essendo visibile anche ad occhio nudo; la sua estensione angolare è all'incirca pari a quella della Luna piena. Con un buon binocolo i due ammassi sono ben visibili, dando vita ad un magnifico spettacolo; un binocolo è anche sufficiente per risolverlo completamente in stelle. Poco più a nord si osserva anche un altro ammasso, meno luminoso, NGC 2423. M47 si trova a una distanza di 1600 anni luce dalla Terra ed ha un'età stimata intorno ai 78 milioni di anni; è quindi un ammasso abbastanza giovane e la sua popolazione stellare è simile a quella delle Pleiadi. Circa 50 stelle si trovano all’interno di quest’ammasso, la più brillante delle quali è una gigante di tipo B2 di magnitudine 5,7. Nel gruppo si conoscono due stelle arancioni, di magnitudine 7,83 e 7,93 che, se sono membri effettivi dell'ammasso, devono essere 200 volte più luminose del Sole. La densità media di M47 è di 0,62 stelle per parsec cubo, ma nelle regioni centrali questa sale fino a 16. M47 si allontana da noi alla velocità di circa 9,7 km/s.

Mezzo grado a nord di M47 si trova NGC 2423; è un ammasso circondato da un ricco campo stellare e forma un bel trio coi due precedenti oggetti. È visibile anche con un binocolo 10x50, in cui si mostra come un alone chiaro e nebuloso con qualche debole stellina al suo interno; un telescopio da 80 mm già consente di risolverlo quasi completamente in stelle, mentre una visione molto ben definita e ricca è possibile con strumenti da 200 mm, in cui sono evidenti decine di stelle. NGC 2423, benché luminoso e di facile risoluzione, si presenta decisamente meno ricco e concentrato dei due ammassi vicini e le sue stelle principali sono di nona magnitudine; se la stima della sua distanza, pari a 2500 anni luce, è corretta, risulta essere più vicino di M46, ma più lontano di M47, il quale ha anche le componenti più brillanti fra i tre ammassi. Da un punto di vista della distribuzione dunque questi tre oggetti non sono legati fisicamente e si presentano vicini solo per un puro effetto prospettico. Con un'età di oltre 700 milioni di anni, NGC 2423 appartiene alla classe degli ammassi di età intermedia, più avanzata di quella delle Ìadi e del Presepe; la stella più calda in esso presente possiede la classe spettrale B8, mentre abbondano le stelle di classe A e diverse stelle evolute che hanno abbandonato la sequenza principale. Fra queste è presente la stella NGC 2423-3, una gigante rossa attorno alla quale si è scoperto che orbita un pianeta di tipo gioviano, con 10,6 volte la massa del pianeta Giove.

Più a sud, nella parte centro-settentrionale della costellazione 1° a nordovest della stella ξ Puppis, si trova M93, il terzo degli ammassi di Messier; è uno dei più piccoli, ma allo stesso tempo uno dei più brillanti della Poppa. È al limite estremo della visibilità ad occhio nudo: si può provare ad individuarlo se si osserva in una notte particolarmente nitida e buia, a patto di conoscerne esattamente la posizione; con un binocolo 10x50 appare di forma leggermente allungata e già si risolvono alcune delle componenti, che diventano una trentina con un 20x80. Un piccolo telescopio amatoriale come un 140 mm consente di risolverlo completamente in decine dei minute stelline, mentre un telescopio di grande diametro come un 300 mm rivela circa un centinaio di componenti fino alla tredicesima magnitudine. M93 è a una distanza di circa 3600 anni luce dalla Terra, dunque sul bordo esterno del nostro braccio di spirale, il Braccio di Orione, mentre il suo raggio è stimato essere compreso tra 10 e 12 anni luce (dunque un diametro di circa 22 anni luce); la sua età è stimata di circa 100 milioni di anni. Le stelle più brillanti di M93 sono giganti blu del tipo B9, di magnitudine apparente 8,20. L'indice di colore B-V dell'ammasso è di 0,37, con un assorbimento di quasi 0,2 magnitudini, dovuto principalmente all'assorbimento da parte della polvere interstellare.

Sempre nel nord si trova NGC 2539, visibile in un'area completamente priva di stelle appariscenti; la presenza, 7 gradi a SSW, del ben noto gruppo di M46 e M47 contribuisce a rendere questa zona ancora meno conosciuta ed oscura. In realtà, quest'ammasso è ben visibile anche con un piccolo binocolo, nel quale si presenta come una macchia chiara priva di stelle, dominata però a sudest da una stella giallognola di magnitudine 4,76, che parzialmente lo oscura; un telescopio da 100 mm è comunque sufficiente per risolverlo completamente in stelle. NGC 2539 è un ammasso moderatamente ricco e compatto, anche se è formato da stelle piuttosto deboli; la sua distanza è stimata attorno ai 4440 anni luce. L’ammasso possiede una sessantina di stelle, tutte comprese fra le magnitudini undicesima e tredicesima, racchiuse in un diametro apparente di 15'; se si considerano le stelle fino alla quindicesima grandezza, il numero di componenti triplica, raggiungendo le 160 unità in un diametro di 21', corrispondenti a 24 anni luce. NGC 2539 si trova a 760 anni luce dal piano galattico, così risulta poco oscurato dalla polvere interstellare; la sua età è stimata sui 650 milioni di anni, rendendosi così molto simile ad altri ammassi ben noti, come le Ìadi, il Presepe e NGC 6633. La percentuale di carbonio e azoto determinata nelle sue giganti rosse è risultata essere praticamente simile a quella delle giganti delle Ìadi; mancano inoltre stelle dalle caratteristiche esotiche, come le blue stragglers.

Fra gli ammassi della parte centrale spicca NGC 2439; si individua circa 4 gradi a sudest della brillante stella η Canis Majoris, in direzione di un campo stellare piuttosto ricco; appare dominato verso nord da una stellina giallastra di sesta magnitudine. Un binocolo 10x50 può permettere di risolvere in parte le sue componenti più luminose, anche se l'oggetto permane di aspetto nebuloso; attraverso un telescopio da 100 mm è risolto in una ventina di stelle fino alla magnitudine 12, mentre con uno strumento da 200 mm e ingrandimenti sui 100x il campo visivo si satura di stelle. NGC 2439 è un ammasso assai ricco e luminoso, consistente di una nutrita popolazione di stelle giovani; la sua distanza è stimata attorno ai 12.600 anni luce ed è quindi situato in una zona esterna della Via Lattea, probabilmente in corrispondenza del Braccio di Perseo, in un tratto che presenta segni di disgregazione a causa della sua terminazione. Secondo alcuni studi, in direzione di quest'oggetto non vi sarebbe un gruppo compatto di stelle, ma piuttosto ciò che si osserva sarebbe il risultato di una sovrapposizione di diversi gruppi stellari lungo la stessa linea di vista; alcune di queste stelle appartengono a diverse piccole associazioni OB, la più vicina delle quali si troverebbe ad appena 3260 anni luce. A una distanza inferiore vi sarebbe invece una regione ricca di polvere interstellare, cui sono associati alcuni gruppi stellari. In direzione dell'ammasso è visibile la stella variabile R Puppis, che oscilla fra le magnitudini 6,5 e 6,7 con un periodo non definibile in quanto non regolare; questa stella starebbe al di là dell'ammasso e lo scurisce notevolmente. Gran parte delle componenti sono di decima e undicesima grandezza e si concentrano poco a sud di questa stella, come a formare una sorta di "grappolo".

Verso la parte centro-meridionale della costellazione vi sono alcuni ammassi molto luminosi, fra i quali spicca NGC 2451. L'ammasso è individuabile facilmente poco a nord della retta che congiunge le stelle π Puppis e ζ Puppis; ad occhio nudo è già ben evidente come una macchia chiara con alcune minute stelline al centro, di cui una appare dominante. Essendo un oggetto posto a latitudini piuttosto australi, non poté essere osservato da Charles Messier (il quale, per altro, notò comunque degli oggetti di questo emisfero, ma aventi declinazione inferiore). È composto quasi interamente da stelle brillanti e ciò permette che l'osservazione al binocolo risulti la più gratificante; al telescopio l'oggetto si fa infatti rarefatto e diventa difficile apprezzarne la bellezza; al centro si trova la stella c Puppis, una gigante rossa, chiaramente estranea all'oggetto, il cui colore contrasta fortemente con il resto dell'ammasso, composto principalmente da stelle bianche e azzurre. Secondo uno studio del 2003, NGC 2451 sarebbe in realtà il risultato della sovrapposizione di due ammassi aperti, distanti e indipendenti fra loro, che appaiono riuniti in un unico oggetto solo per un effetto prospettico: NGC 2451 A è il più vicino dei due, posto ad una distanza di 671 anni luce; il secondo, NGC 2451 B, è più lontano, a 1206 anni luce di distanza. L'età degli ammassi è stimata sui 50-80 milioni di anni per NGC 2451 A e circa 50 milioni di anni per NGC 2451 B.

A breve distanza si trova NGC 2477 (C71), un oggetto molto compatto, dall'aspetto più simile ad un brillante ammasso globulare, se non fosse che si tratta di un oggetto interno alla Via Lattea. Un binocolo non consente di andare oltre la semplice individuazione e l'oggetto rimane nebuloso; un telescopio di 200 mm di diametro è lo strumento ideale per osservare NGC 2477, perché è in grado di risolverlo in stelle. Le componenti più luminose sono di magnitudine 10. NGC 2477 è un ammasso ricco e luminoso, consistente di una nutrita popolazione di stelle; la sua distanza è stimata attorno ai 4000 anni luce. Si tratta di uno degli ammassi aperti più ricchi che si conoscano; secondo alcune stime l'ammasso avrebbe oltre 1900 componenti, concentrate in uno spazio dal diametro di 22 anni luce; poiché però l'oggetto giace in un tratto di Via Lattea ricchissimo di stelle di fondo, è difficile stabilire con esattezza quali stelle siano membri effettivi dell'ammasso e quali no. Le componenti più brillanti sono di dodicesima magnitudine apparente e possiedono un tasso di metallicità simile a quello del nostro Sole; le sue stelle avrebbero un'età di circa 1,3 miliardi di anni, il che renderebbe l'ammasso due volte più vecchio delle Ìadi.

Il curioso Cr 135, o Ammasso di π Puppis, è un oggetto piuttosto luminoso ma di debole concentrazione; si individua facilmente a sud del triangolo composto dalle brillanti stelle ε Canis Majoris, δ Canis Majoris e η Canis Majoris, con le quali forma un asterismo a forma di croce. Sebbene sia poco conosciuto, specialmente dall'emisfero boreale, si tratta di una delle associazioni più brillanti ed appariscenti della volta celeste. In cieli particolarmente nitidi e con l'oggetto non troppo basso sull'orizzonte si possono identificare tutte le sue quattro componenti principali anche ad occhio nudo; sono disposte a formare una sorta di cono col vertice rivolto verso sud, rappresentato dalla stella π Puppis. Lo strumento ideale per la sua osservazione è un binocolo o al più un telescopio di corta focale con bassi ingrandimenti; con ingrandimenti eccessivi infatti si perde la visione d'insieme; un binocolo 10x50 si rivela lo strumento più adatto, poiché rivela sia le componenti che il contrasto di colori fra la rossa π Puppis e le altre stelline più a nord, di colore azzurro. La sua caratteristica principale è data, come detto, da un gruppo di quattro stelle visibili anche ad occhio nudo disposte a formare un triangolo (o un cono) col vertice verso sud, la più brillante delle quali è la stella π Puppis; questa stella è una supergigante rosso-arancione posta apparentemente al di là dell'ammasso. Le componenti più vicine fra loro sono le tre stelle di quinta magnitudine, più altre disposte lungo il lato orientale, visibili con un binocolo o un piccolo telescopio; le tre stelle di quinta sono tutte variabili: la più interessante è la coppia delle componenti di NV Puppis (nota anche come v1 Puppis): la primaria è una variabile del tipo Gamma Cassiopeiae, la secondaria è del tipo Beta Cephei. Questa stella forma con la stella NW Puppis (o anche v2 Puppis), di magnitudine simile, una coppia molto più larga e risolvibile anche ad occhio nudo in cieli particolarmente tersi. La distanza dell'ammasso è stimata sugli 840 anni luce, mentre la velocità radiale è stimata sui 15,35 km/s. Nel corso degli anni novanta è stato eseguito uno studio sulla velocità radiale di oltre una sessantina di stelle attorno a quest'area di cielo; lo studio non è stato in grado di chiarire l'esistenza reale dell'ammasso (ossia se le componenti siano davvero fortemente legate fra loro), ma ha permesso di scoprire che sia le stelle di Cr 135 che quelle dei campi stellari di fondo mostrano un moto proprio molto simile. Pertanto, è plausibile che tutte le stelle visibili nel campo possano essere appartenute a un'antica associazione stellare. Secondo delle ricerche più recenti condotte col satellite Hipparcos, l'ammasso in realtà esisterebbe, sebbene le sue componenti si siano notevolmente disperse; anche la stella π Puppis, nonostante sia leggermente più lontana, sembrerebbe mostrare la stessa velocità radiale di altre stelle presenti nell'area, indice che anche questa sarebbe stata in origine un membro dell'ammasso.

Ancora un ammasso aperto, seppure non molto concentrato, è NGC 2546. Si individua con facilità, grazie alla sua luminosità e alla presenza della stella ζ Puppis nelle vicinanze: l'ammasso sta infatti 2,5 gradi a nordest di questa stella; si presenta come un insieme molto esteso di stelle azzurrognole, le cui componenti principali sono di ottava e nona magnitudine. Con un binocolo come un 10x50 si è dunque già in grado di individuare e risolvere alcune delle componenti principali dell'oggetto. Un binocolo 20x80 o un telescopio da 80 mm con un oculare a basso ingrandimento consente di risolvere l'ammasso completamente. Date le sue grandi dimensioni apparenti, ingrandimenti oltre i 70x si rivelano spesso non adatti alla sua osservazione. NGC 2546 è un ammasso moderatamente ricco e piuttosto disperso, con alcune decine di stelle sparse su un diametro di circa 40'; la sua distanza è stimata attorno ai 3000 anni luce. L'ammasso si osserva in direzione della ricchissima Via Lattea della Poppa, un tratto relativamente poco oscurato e interessato dalla presenza di alcune delle stelle più luminose appartenenti alla Cintura di Gould; come la gran parte degli ammassi aperti osservabili nella costellazione, anche questo è piuttosto giovane: con un'età stimata sui 30 milioni di anni è infatti simile soprattutto a NGC 2264, nella costellazione dell'Unicorno, anche se non mancano stime che riportano un'età di 74 milioni di anni. All'ammasso sembrano appartenere una quarantina di stelle, tutte calde e bianco-azzurre, sparse su un'area di cielo dal diametro di circa 40'; fra queste sono state scoperte tre stelle di tipo Ap, ossia particolarmente ricche di alcuni metalli e in rotazione molto lenta.

Un oggetto poco noto agli astronomi amatoriali ma di grande interesse è l’associazione Cr 173; questa occupa l'intera sezione meridionale della costellazione della Poppa, sconfinando in buona parte pure nelle Vele. È perfettamente individuabile anche ad occhio nudo, grazie alla luminosità delle sue componenti stellari più brillanti, che raggiungono la quinta e la quarta magnitudine; questo agglomerato di stelle domina questa parte di cielo grazie alla concentrazione di astri luminosi. Attraverso un binocolo appare tuttavia come un vago addensamento di astri, leggermente più ricco del resto del cielo, e spesso non è possibile vederlo per intero, date le sue vaste dimensioni angolari. Di fatto, quest’oggetto coincide con la brillante associazione OB nota come Vela OB2, posta nel Braccio di Orione, la quale è responsabile del generico addensamento di stelle visibile in direzione dell'antica costellazione della Nave Argo. All'ammasso appartengono gran parte delle stelle comprese fra la quinta e la settima magnitudine apparente visibile in quest'area. Vela OB2 è una delle associazioni OB più vicine in assoluto, dopo l'associazione Scorpius-Centaurus; essendo alla distanza media di circa 1335-1370 anni luce, viene a trovarsi fisicamente all'interno della Nebulosa di Gum, un'immensa nebulosa probabilmente causata dall'esplosione di diverse supernovae. L'associazione conta quasi un centinaio di componenti sparse su un diametro di circa 6°, le più luminose delle quali sarebbero la stessa γ Velorum, situata apparentemente presso il suo centro geometrico (anche se alcuni scienziati non concordano sulla sua appartenenza all’associazione), più altre stelle di quarta e quinta magnitudine, come HD 68324, HD 64740 e HD 65818. Con lo studio dei dati del satellite Hipparcos, si è potuto determinare che l'associazione Vela OB2 di fatto coincide con l'esteso ammasso aperto catalogato negli anni trenta da Per Collinder con la sigla Cr 173, sebbene egli gli diede una diversa distanza.

La costellazione contiene anche un ammasso globulare, noto come NGC 2298. Si individua 5,5 gradi ad ovest della stella π Puppis o, volendo, 3,5 gradi a sud della κ Canis Majoris; forma con queste due stelle un ipotetico triangolo rettangolo, col vertice dell'angolo retto sull'ammasso. Fu osservato per la prima volta da James Dunlop e si rende evidente in un telescopio di almeno 100-120 mm di apertura; le sue singole stelle principali possono essere osservate solo con forti ingrandimenti. L'ammasso dista circa 40.000 anni luce da noi e 61.000 dal centro galattico; si trova inoltre a circa 11.000 anni luce dal piano galattico, in direzione della periferia della Via Lattea. Le stelle più luminose sono di sedicesima magnitudine apparente; l'indice di colore (B-V) è pari a 1,4, tipico degli oggetti con stelle vecchie e povere in metalli.

Fra le nebulose planetarie, oltre alla già citata NGC 2438, visibile in direzione di M46 e osservabile anche con piccoli telescopi come un evidente anellino luminoso, vi è la NGC 2440, situata circa 4° a sud di M47. Si può notare anche con strumenti da 120 mm di diametro, pur senza poter osservare particolari di rilievo. La sua stella centrale è probabilmente la nana bianca con la più alta temperatura superficiale conosciuta, attorno ai 200.000 K e una magnitudine di 17,5; la sua distanza è stimata sui 4000 anni luce.

La più estesa nebulosa diffusa dell’intera volta celeste è compresa fra la Poppa e la vicina costellazione delle Vele; si tratta della Nebulosa di Gum, un grande resto di supernova scoperto solo alla metà del XX secolo dall’astronomo australiano Colin Gum. Non è visibile né otticamente, né con un telescopio amatoriale, poiché i suoi filamenti sono molto tenui; gran parte delle sue emissioni sono nella banda dell'infrarosso e dell'Hα. Il suo aspetto è simile a un'enorme sfera cava di gas ionizzato, il cui diametro si estende per circa 30° di volta celeste. Il bordo settentrionale è individuabile nei pressi della stella π Puppis, mentre il confine meridionale si trova a pochi gradi dall'asterismo australe della Falsa Croce, fra Vele e Carena. Mentre i bordi meridionali appaiono molto ben definiti, per quelli settentrionali permangono delle incertezze: secondo alcuni scienziati infatti questo bordo coinciderebbe con una lunga serie di filamenti gassosi posti prevalentemente nella costellazione della Bussola e noti con la sigla Sh2-312; altri scienziati ritengono che questi filamenti si trovino troppo distanti dal punto di origine della Nebulosa di Gum e che possiedano una velocità radiale differente; questo scenario ha portato gli studiosi a ipotizzare che tali filamenti costituiscano una nube distinta rispetto alla Nebulosa di Gum e con un moto differente, rivolto verso nella nostra direzione. La distanza media della nube è pari a circa 1470 anni luce ed è situata sul bordo interno del Braccio di Orione, in cui si trova anche il sistema solare e la quasi totalità delle stelle osservabili ad occhio nudo; la sua estensione coincide con lo spazio compreso fra le due stelle Naos (ζ Puppis) e Regor (γ2 Velorum); l'origine di questa struttura è stata a lungo dibattuta: in passato è stato ipotizzato che si trattase di un'antica sfera di Strömgren, ossia una bolla di idrogeno ionizzato, mentre secondo altre ipotesi si tratterebbe di un resto di supernova. Quest'ultimo è lo scenario più accreditato, ossia un'espansione della nube in seguito all'esplosione di una o più supernovae; la ionizzazione dei gas della nube è data dalle due stelle luminose poste agli estremi della nube stessa, ζ Puppis e γ2 Velorum. Per conoscere le origini della nube è stato indagato il contesto galattico cui appartiene e in particolare le sue stelle adiacenti. La ζ Puppis in particolare, è stato notato che si tratta di una supergigante blu fuggitiva, ossia con un elevato moto proprio, situata a circa 1000 o 1100 anni luce di distanza, sul lato della nebulosa rivolto verso il Sole; questa sua elevata velocità la porta a trovarsi lontana sia rispetto alle regioni nebulose in grado di generare stelle con la sua massa, sia rispetto alle altre stelle del suo stesso tipo, considerando che la sua origine sarebbe il giovanissimo ammasso aperto Tr 10, nelle Vele. Alcuni studiosi hanno messo in relazione l'origine della nebulosa con l'attuale posizione di ζ Puppis, suggerendo che una delle concause dell'espansione della nube sia stata l'esplosione di una compagna fisica della stessa ζ Puppis, la cui potente onda d'urto avrebbe impresso a tale stella una notevole velocità, alterandone il normale moto e allontanandola dal punto in cui è avvenuta l'esplosione. Gli eventi che hanno generato la Nebulosa di Gum avrebbero avuto luogo da 1 a 6 milioni di anni fa. Gli oggetti più noti associati alla Nebulosa di Gum sono i cosiddetti globuli cometari. Queste particolari strutture sono i resti di nubi molecolari a cui la potente radiazione ultravioletta di ζ Puppis e γ2 Velorum ha strappato gli strati più esterni; il gas che componeva questi strati costituisce una sorta di lunga chioma orientata nella direzione opposta rispetto alle fonti della radiazione e al fronte di ionizzazione. Ciò che resta di queste nubi è il denso nucleo, le cui caratteristiche sono quelle dei globuli di Bok e in cui avviene la formazione stellare, in particolare di stelle di piccola massa. Secondo un altro modello, la fonte dell'energia che ha divelto gli strati esterni delle nubi non sarebbe la radiazione ultravioletta delle due stelle, ma la potente onda d'urto causata dall'esplosione delle supernovae che hanno generato la nebulosa.

Una nebulosa facile da osservare è la NGC 2467, visibile 1,5° a sudest della stella ξ Puppis; In alcune carte è riportata anche con la sigla Sh2-311 o col soprannome di “Nebulosa Teschio”. Si tratta di una nebulosa ad emissione, visibile con un telescopio da almeno 120-150 mm di apertura; l'ammasso aperto associato, per altro poco concentrato, contiene invece alcune stelle di nona magnitudine. Le stelle dell'ammasso sono tutte azzurre e illuminano la nebulosa. La distanza di questa nebulosa è stimata sui 13.700 anni luce, pertanto apparterrebbe a un braccio di spirale più esterno rispetto al nostro. Le poche galassie visibili in direzione della Poppa sono tutte poco appariscenti.