Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Lo Scorpione meridionale: differenze tra le versioni

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[[File:The RCW120 nebula.jpg|300px|thumb|left|Sh2-3, nota anche come RCW 120 o col soprannome “Bolla Perfetta”, vista in un’immagine composita a più lunghezze d’onda.]]
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[[File:NGC 6302 Hubble 2009.full.jpg|300px|thumb|left|La celebre Nebulosa Farfalla (NGC 6302) è visibile anche con piccoli strumenti, sebbene la sua morfologia peculiare si mostri solo nelle foto a grande dettaglio.]]
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Numerosi ammassi aperti e piccoli sistemi nebulosi sono disseminati nella parte meridionale dello Scorpione; si tratta prevalentemente di oggetti lontano e quindi spesso di piccole dimensioni e non molto appariscenti, ma abbastanza da poter essere osservati con piccoli telescopi.
Numerosi ammassi aperti e piccoli sistemi nebulosi sono disseminati nella parte meridionale dello Scorpione; si tratta prevalentemente di oggetti lontani e quindi spesso di piccole dimensioni e non molto appariscenti, ma abbastanza da poter essere osservati con piccoli telescopi.


Fra gli oggetti situati più a ovest vi è l’ammasso '''NGC 6124''', noto anche come '''C75'''. Si trova circa 5 gradi a ovest di NGC 6231, vicino al confine con la costellazione della Norma; si trova in un tratto della Via Lattea fortemente oscurato da polveri interstellari e con un binocolo è già ben evidente la sua natura di ammasso stellare, tanto che sono riconoscibili alcune stelle gialle e rossastre di magnitudine 8 e 9. Un piccolo telescopio permette una completa risoluzione in diverse decine di stelle anche a bassi ingrandimenti e mette in evidenza alcune concatenazioni orientate in senso nordovest-sudest. NGC 6124 è un ammasso moderatamente ricco e contrastato, situato alla distanza di 1670 anni luce sul bordo interno del Braccio di Orione, al di là delle stelle dell'Associazione Scorpius-Centaurus; contiene diverse giganti rosse e stelle evolute, che lasciano intendere un'età leggermente avanzata, stimata in effetti sui 140 milioni di anni. La presenza di banchi di gas oscuro nei dintorni fa sì che le stelle dell'ammasso appaiano soggette ad arrossamento differenziale. Effetti della polarizzazione della luce sono ben evidenti nelle stelle dell'ammasso e sono dovuti anch'essi alla presenza di nubi oscure lungo la linea di vista, in particolare per la presenza della Nube del Lupo; questo fenomeno si è rivelato utile per la determinazione delle stelle fisicamente non appartenenti all'ammasso ma visibili nella sua direzione solo per un effetto prospettico.
Fra gli oggetti situati più a ovest vi è l’ammasso '''NGC 6124''', noto anche come '''C75'''. Si trova circa 5 gradi a ovest di NGC 6231, vicino al confine con la costellazione della Norma; si trova in un tratto della Via Lattea fortemente oscurato da polveri interstellari e con un binocolo è già ben evidente la sua natura di ammasso stellare, tanto che sono riconoscibili alcune stelle gialle e rossastre di magnitudine 8 e 9. Un piccolo telescopio permette una completa risoluzione in diverse decine di stelle anche a bassi ingrandimenti e mette in evidenza alcune concatenazioni orientate in senso nordovest-sudest. NGC 6124 è un ammasso moderatamente ricco e contrastato, situato alla distanza di 1670 anni luce sul bordo interno del Braccio di Orione, al di là delle stelle dell'Associazione Scorpius-Centaurus; contiene diverse giganti rosse e stelle evolute, che lasciano intendere un'età leggermente avanzata, stimata in effetti sui 140 milioni di anni. La presenza di banchi di gas oscuro nei dintorni fa sì che le stelle dell'ammasso appaiano soggette ad arrossamento differenziale. Effetti della polarizzazione della luce sono ben evidenti nelle stelle dell'ammasso e sono dovuti anch'essi alla presenza di nubi oscure lungo la linea di vista, in particolare per la presenza della Nube del Lupo; questo fenomeno si è rivelato utile per la determinazione delle stelle fisicamente non appartenenti all'ammasso ma visibili nella sua direzione solo per un effetto prospettico.

Versione delle 10:47, 24 mag 2020

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Copertina

Regioni celesti scelte

Curiosità galattiche

Carte di dettaglio dei principali ammassiGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Carte di dettaglio dei principali ammassi

BibliografiaGuida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Bibliografia

La parte meridionale dello Scorpione è di difficile osservazione per molti di coloro che vivono nelle regioni boreali dell’emisfero nord e a seconda dei casi resta persino sempre sotto l’orizzonte, senza mai mostrarsi.

Per coloro che riescono ad averne una visuale completa, seppure bassa sull’orizzonte, vale la pena di esplorarne gli ammassi stellari, abbastanza facili anche se si trovano a pochi gradi di altezza, avendo a disposizione un cielo pulito fino all’orizzonte meridionale.

Caratteristiche

Lo Scorpione meridionale è delineato da una sequenza di stelle molto brillanti che lo rende inconfondibile anche quando si trova basso sull’orizzonte; è attraversato in pieno dalla Via Lattea in un tratto molto ricco e a breve distanza dal centro galattico, per cui abbondano qui ammassi stellari e nebulose.

Osservando qui in direzione delle regioni più interne della nostra galassia, gli oggetti appartenenti a più bracci di spirale si sovrappongono sulla stessa linea di vista, rendendo dunque più difficile un loro studio sistematico.

La maggior parte degli ammassi stellari più appariscenti e delle nebulose comunque appartiene al Braccio del Sagittario, la struttura a spirale subito più interna della nostra; in molti casi questi oggetti appaiono fortemente oscurati a causa della presenza di densi banchi di polveri, che modellano la stessa sagoma della scia chiara della Via Lattea conferendole un aspetto disomogeneo, con una banda scura irregolare che segue il piano galattico.

Gli ammassi globulari qua visibili sono tendenzialmente piccoli oppure molto remoti e infatti sono in gran parte di difficile osservazione.

Alcuni ammassi aperti sono invece osservabili già con un binocolo 10x50, come M6 e M7, cui si aggiunge anche qualche ammasso extra Messier, come NGC 6231. Osservando con un piccolo telescopio è possibile risolvere in stelle anche diversi altri oggetti e individuarne altri ancora come macchie indistinte.

L’unico vero limite all’osservazione è, come visto, legato alla declinazione molto meridionale della coda dello Scorpione, che penalizza molto chi osserva dall’Europa o dal Nordamerica.

Gli astrofotografi si possono invece cimentare in diversi esercizi di post-elaborazione per esaltare un gran numero di oggetti: la maggior parte si concentra sui grandi campi, molto ricchi di stelle, oppure sulle foto ad alta risoluzione delle belle nebulose brillanti visibili vicino alle stelle del pungiglione, alcune delle quali molto famose.

Altri ancora esaltano le morfologie delle numerose nebulose oscure, che sembrano frammentare la Via Lattea e che mostrano filamenti che paiono insinuarsi fra i campi stellari di fondo.


NGC 6231 e l'associazione Scorpius OB1

Il complesso sistema attorno all’associazione Scorpius OB1.
L’ammasso aperto NGC 6231 è estremamente compatto ed è uno dei più brillanti dell’intera volta celeste.
L’ammasso aperto NGC 6242.
NGC 6124 è un ammasso molto facile da risolvere anche con piccoli strumenti.

Nella parte sudoccidentale dello Scorpione si trova NGC 6231, uno degli ammassi aperti più appariscenti della volta celeste, sebbene sia molto compatto; questo costituisce il nucleo più denso di una grande associazione OB visibile con facilità anche al binocolo e persino intuibile a occhio nudo, denominata Scorpius OB1.

La regione di Scorpius OB1 si osserva senza difficoltà anche con un piccolo strumento, come un binocolo; la sua posizione è facilmente individuabile, trovandosi poco a nord della coppia di stelle formata da ζ1-ζ2 Scorpii, che essendo di quarta magnitudine è ben visibile anche ad occhio nudo. Senza strumenti può essere individuato anche il nucleo della regione, il brillante ammasso aperto NGC 6231, che costituisce il corpo centrale dell'associazione, ed è visibile come una macchia apparentemente nebbiosa o di aspetto granulare. Un binocolo di medie dimensioni è in grado di risolvere quest'ammasso in decine di componenti molto vicine fra loro, mentre tutt'attorno ad esso si dispongono numerose stelle azzurre, immerse a loro volta in un ricchissimo campo stellare. Le nebulosità associate, specialmente sul lato settentrionale, sono ben rilevabili nelle foto a lunga posa o composite, in cui possono anche notarsi alcuni dei filamenti situati sul lato opposto, a sud della coppia di ζ Scorpii.

Il valore di distanza medio e più comunemente accettato sembra essere quello di circa 5200 anni luce, corrispondente a una regione interna al Braccio del Sagittario.

L'età dell'ammasso centrale è stata invece stimata fra i 2,5 e i 4,5 milioni di anni per quanto riguarda le stelle più massicce e fra 1 e 12 milioni di anni per le componenti stellari di piccola e media massa. NGC 6231 contiene oltre 100 stelle di grande massa, incluse 15 stelle blu di classe O. La componente più luminosa è HD 152248, nota anche con la sigla di stella variabile V1007 Sco; si tratta di una forte sorgente di raggi X, nonché di una binaria spettroscopica e ad eclisse, con componenti entrambe di classe O e una massa di quasi 30 masse solari. A questa si aggiungono altre due binarie simili, CPD -41°7742 e HD 152219. Molte di queste stelle si sono rivelate delle doppie spettroscopiche con periodo molto breve, inferiore ai 10 giorni.

Le stelle di Scorpius OB1 più esterne si raggruppano in due blandi addensamenti visibili a nord di NGC 6231 ed estesi per oltre un grado; questi due addensamenti sono stati catalogati come Tr 24 (il più interno e meridionale) e Cr 316 (il più grande ed esterno). Le stelle di entrambi i gruppi sono ben visibili anche con piccoli strumenti e formano un esteso corteo vicino a NGC 6231; persino a occhio nudo se ne può intuire vagamente la presenza, sebbene non sia possibile una risoluzione in stelle: sono tuttavia responsabili del vago chiarore di aspetto nebuloso che dalla coppia ζ1-ζ2 Scorpii si estende verso nord e poi verso NNE, e che conferiscono all’intero sistema il soprannome di Falsa Cometa.

Scorpius OB1 è delimitata a nord dalla estesa nebulosa IC 4628, talvolta soprannominata Nebulosa Gambero; invisibile con strumenti di diametro più comune, può essere fotografata con grande facilità. Si tratta di una regione H II che riceve direttamente la radiazione delle stelle massicce dell'associazione Scorpius OB1, di cui NGC 6231 costituisce il nucleo centrale. La principale stella ionizzante sarebbe la gigante blu HD 152723, di classe spettrale O6, o forse HD 322417, anch'essa di classe O5 o O6, anche se questa potrebbe trovarsi a una distanza superiore rispetto alla regione di Scorpius OB1. Al suo interno vi sarebbero anche tre giovanissimi ammassi aperti in formazione.

Il bordo sud di Scorpius OB1 è delineato dall’estesa ma più debole nebulosa RCW 113 (o Gum 55); appare come una nebulosa di discrete dimensioni dalla forma arcuata, fotografabile attraverso un telescopio. Si tratta di una grande regione H II situata sul bordo meridionale della regione e possiede una forma insolita, simile ad un anello allungato centrato presso le stelle di NGC 6231, estesa fino a 5 gradi, modellata dall'azione combinata del vento stellare delle sue componenti più massicce. La parte nordoccidentale della nube presenta una grande protuberanza oscura nota colloquialmente come Grande Proboscide d'Elefante (LET), similmente a quella di Cefeo (vdB 142); al suo interno sono state individuate tre piccole nebulose a riflessione, indicate con le sigle vdBH 73a, 73b e 73c, la cui componente principale, vdBH 73a, appare illuminata dalla stella bianco-azzurra CPD -41°7613, situata sulla sequenza principale. Anche questa grande struttura a forma di proboscide sarebbe stata modellata dall'azione del forte vento stellare delle stelle più massicce di NGC 6231, il quale, oltre ad aver creato la grande bolla di vento stellare ben visibile nella forma ad anello di RCW 113, ha anche compresso il suo gas nelle regioni esterne, provocando così una seconda ondata di formazione stellare, osservata nella Grande Proboscide.

A nord dell’associazione si osservano due ammassi aperti situati anch’essi sul Braccio del Sagittario ma non legati fisicamente a Scorpius OB1.

Fra questi il più facile da osservare è NGC 6242, sia per la sua luminosità che per la sua posizione; si trova infatti a 1,5 gradi in direzione SSE rispetto alla brillante coppia di stelle μ1-μ2 Scorpii, poco a nord del brillante sistema stellare che comprende NGC 6231 e la regione di Scorpius OB1. Le dimensioni ridotte dell'ammasso rendono molto difficoltosa la risoluzione tramite un binocolo, nonostante le sue stelle più luminose siano di magnitudine 7 e 8. Con un telescopio anche di piccola apertura e ingrandimenti spinti l'ammasso è ben risolto in una trentina di stelle luminose, dominate da una stella rossa nella parte meridionale. Situato alla distanza di circa 4600 anni luce, possiede un’età di 40 milioni di anni ed è pertanto relativamente giovane. NGC 6242 è probabilmente l'ammasso in cui si è generato il microquasar GRO J1655-40, un oggetto estremamente compatto che emette raggi X e accompagnato da una stella di classe spettrale F; la sua posizione e la sua distanza, stimata come inferiore a 5500 anni luce, suggerisce una forte affinità con l'ammasso aperto, da cui si sarebbe allontanato in un secondo momento.

Più difficile è NGC 6268, le cui componenti più brillanti sono di magnitudine 9,5; può essere notato con un binocolo 10x50 o meglio 15x70 come una piccola macchia chiara di aspetto nebuloso circa 2,5 gradi a sudest della coppia μ1-μ2 Scorpii. La sua risoluzione è possibile anche con strumenti da 80 mm, a patto di avere l’oggetto abbastanza alto nel cielo: si contano una trentina di componenti fino alla magnitudine 12. Si tratta di un ammasso poco popolato, ma comunque ben contrastato a causa della scarsa presenza di stelle di simile luminosità nei paraggi; la sua distanza è stimata sui 3400 anni luce ed è quindi in primo piano rispetto alla regione di Scorpius OB1.

Ammassi sparsi e nubi isolate

NGC 6250 appare in direzione di un punto ricco di nubi oscure.
Sh2-3, nota anche come RCW 120 o col soprannome “Bolla Perfetta”, vista in un’immagine composita a più lunghezze d’onda.
La celebre Nebulosa Farfalla (NGC 6302) è visibile anche con piccoli strumenti, sebbene la sua morfologia peculiare si mostri solo nelle foto a grande dettaglio.

Numerosi ammassi aperti e piccoli sistemi nebulosi sono disseminati nella parte meridionale dello Scorpione; si tratta prevalentemente di oggetti lontani e quindi spesso di piccole dimensioni e non molto appariscenti, ma abbastanza da poter essere osservati con piccoli telescopi.

Fra gli oggetti situati più a ovest vi è l’ammasso NGC 6124, noto anche come C75. Si trova circa 5 gradi a ovest di NGC 6231, vicino al confine con la costellazione della Norma; si trova in un tratto della Via Lattea fortemente oscurato da polveri interstellari e con un binocolo è già ben evidente la sua natura di ammasso stellare, tanto che sono riconoscibili alcune stelle gialle e rossastre di magnitudine 8 e 9. Un piccolo telescopio permette una completa risoluzione in diverse decine di stelle anche a bassi ingrandimenti e mette in evidenza alcune concatenazioni orientate in senso nordovest-sudest. NGC 6124 è un ammasso moderatamente ricco e contrastato, situato alla distanza di 1670 anni luce sul bordo interno del Braccio di Orione, al di là delle stelle dell'Associazione Scorpius-Centaurus; contiene diverse giganti rosse e stelle evolute, che lasciano intendere un'età leggermente avanzata, stimata in effetti sui 140 milioni di anni. La presenza di banchi di gas oscuro nei dintorni fa sì che le stelle dell'ammasso appaiano soggette ad arrossamento differenziale. Effetti della polarizzazione della luce sono ben evidenti nelle stelle dell'ammasso e sono dovuti anch'essi alla presenza di nubi oscure lungo la linea di vista, in particolare per la presenza della Nube del Lupo; questo fenomeno si è rivelato utile per la determinazione delle stelle fisicamente non appartenenti all'ammasso ma visibili nella sua direzione solo per un effetto prospettico.

Un addensamento molto blando di stelle è ciò che forma l’ammasso NGC 6169, visibile con difficoltà attorno alla stella μ Normae; benché appaia sulla gran parte delle carte celesti, raramente ne viene fornita una descrizione proprio per via della sua difficoltà di osservazione. È formato da un gruppo di stelle di magnitudine 12 e 13, più altre più deboli, che formano un vago addensamento visibile soprattutto a nordest di μ Normae, una supergigante blu la cui magnitudine 4,85 lo oscura fortemente; questa stella si trova anche alla medesima distanza dell’ammasso (3300 anni luce) e ne farebbe fisicamente parte. Un altro piccolo ammasso visibile nei dintorni è NGC 6178, visibile circa 2 gradi a sud del precedente; può essere notato con un telescopio da 80 mm come un minuto gruppetto di stelline deboli circondato da un triangolo di stelle di magnitudine 8 e 9, col vertice rivolto verso sud. La sua risoluzione è completa con strumenti da 150 mm. Appare formato da una quindicina di stelle fino alla magnitudine 14 e si trova alla medesima distanza dell’ammasso di μ Normae.

Ben più appariscente è invece l’ammasso NGC 6192, visibile poco meno di 2 gradi a nordest di μ Normae, nei pressi di una stella azzurra di magnitudine 5,8 denominata V1003 Scorpii. Sotto un cielo molto buio e avendo lo Scorpione molto alto in cielo, si presenta persino alla portata di un binocolo 10x50, sebbene la sua risoluzione sia impossibile e appare come una debole macchia chiara. Strumenti da 80 mm iniziano a consentire una parziale risoluzione, con alcune stelle di magnitudine 12 su uno sfondo ancora nebbioso; telescopi da 200 mm lo mostrano risolto in almeno una quarantina di stelle e permette anche di notare che il centro dell’ammasso è curiosamente povero di componenti stellari, le quali sembrano quasi disporsi a formare una sorta di anello. Una concatenazione di stelle prolunga notevolmente l’ammasso verso est. La distanza di NGC 6192 è stimata sui 5000 anni luce e viene dunque a trovarsi nella medesima regione galattica dell’associazione Scorpius OB1.

Continuando con gli ammassi sfuggenti, vi è NGC 6216, visibile circa 3 gradi a SSW della coppia ζ1-ζ2 Scorpii e molto difficile da staccare poiché circondato e immerso in un campo di stelle di fondo particolarmente ricco. Può essere notato come un piccolo addensamento di stelle di magnitudine 12, individuabile con telescopi da 100-120 mm di diametro; per la sua risoluzione ben chiara e definita occorrono strumenti da 200 mm e forti ingrandimenti. Si tratta di un ammasso molto distante, le cui componenti stellari vengono quindi fortemente oscurate dal mezzo interstellare presente su una linea di vista di ben 14.000 anni luce.

NGC 6259 è un ammasso molto ricco rintracciabile con facilità circa 3 gradi a sudovest della stella η Scorpii, in direzione di un addensamento luminoso della Via Lattea; è visibile anche con un binocolo 15x70, sebbene appaia assolutamente irrisolvibile, mentre qualche componente inizia a mostrarsi con telescopi da 80-100 mm di diametro. Telescopi da 200-250 mm offrono una vista notevole, con le componenti che diventano chiaramente centinaia fino alla magnitudine 14, in un contesto che resta ancora parzialmente nebuloso e che lascia intendere che un’ulteriore risoluzione sia possibile. Si tratta di un oggetto che ricorda per diverse caratteristiche l’ammasso M11 nello Scudo, tanto che talvolta è stato indicato come un suo “gemello” australe, meno appariscente perché più oscurato dalle polveri interstellari lungo la linea di vista; si presenta molto ricco e con un’età stimata sui 200 o 300 milioni di anni. La sua distanza è invece pari a 3400 anni luce, simile dunque a quella di μ Normae e del suo ammasso stellare. Pochi minuti d’arco a ovest si trova il ben più piccolo NGC 6249, visibile come un debole addensamento di ridotte dimensioni dominato da una stella di magnitudine 9,9 e un paio di stelle di magnitudine 10. I due ammassi si troverebbero relativamente vicini anche fisicamente, dato che la distanza di NGC 6249 è stimata sui 3200 anni luce.

NGC 6250 è situato oltre il confine con la costellazione dell’Altare, poco meno di 2 gradi a SSW dei precedenti due; appare decisamente più facile anche grazie al fatto che si presenta ben staccato dal fondo cielo, poiché si trova in direzione di una regione di fondo molto oscurata da banchi di nebulosità oscure. Con un binocolo 10x50 sono visibili le quattro stelle dominanti, di magnitudine 7 e 8, molto vicine fra loro e con un intermezzo vagamente nebuloso; con telescopi da 120 mm la risoluzione è già completa, mentre con strumenti da 200 mm si notano più componenti ed è anche possibile notare a forti ingrandimenti che una delle componenti principali è una stella doppia con separazione di 2”. Si tratta di un ammasso giovane, con un’età stimata sui 26 milioni di anni e contenente infatti anche stelle di classe spettrale B, oltre a una discreta popolazione di stelle di classe A e F; due di queste stelle sono responsabili dell’illuminazione di una piccola nebulosa a riflessione visibile nei dintorni, fatto questo che testimonia come l’ammasso si trovi fisicamente in una zona molto ricca di polveri. La sua distanza è stimata sui 2800 anni luce e si colloca presso il bordo esterno del Braccio del Sagittario.

Poco più di un grado a est di η Scorpii si trova il piccolo ma facile ammasso NGC 6322; è visibile anche con un binocolo 10x50, dove appare come un piccolissimo triangolo di stelle di magnitudine 7, con al centro un'altra stella più debole, disegnando dunque una sagoma simile a una Y maiuscola. Con telescopi da 150 mm diventa ben chiaro che la stella centrale è in realtà formata da due stelle di magnitudine 9, circondate da alcune stelle più deboli che formano il centro dell’ammasso. La sua distanza è stimata sui 3300 anni luce ed è dunque situata nella medesima regione galattica di diversi altri ammassi appena descritti.

Al di là della portata dei telescopi più comuni, ma evidenziabile nelle fotografie a lunga posa, è la nebulosa Sh2-3, nota anche come RCW 120 e soprannominata Bolla Perfetta a causa del suo aspetto; dista circa 4400 anni luce e si individua circa mezzo grado a sud del punto mediano della linea che congiunge la stella Lesath (υ Scorpii) alla coppia μ1-μ2 Scorpii. Sh2-3 appare otticamente come una debole nebulosa, e tale fu ritenuta fino a quando non sono giunte le prime immagini riprese dal Telescopio Spaziale Spitzer, all'inizio degli anni duemila; da queste immagini risultava evidente una grande struttura circolare coincidente con una bolla di vento stellare, dalla forma talmente regolare che da allora venne indicata come un ottimo esempio di bolla perfetta. Questa bolla è stata generata da una stella estremamente massiccia non visibile nella banda della luce visibile; questo particolare ambiente crea le condizioni ottimali per l'accrescimento di una giovane stella gigante, visibile sul bordo della bolla stessa. Nonostante la sua apparente semplicità, questa bolla presenta alcune particolarità, prima fra tutte la sua apertura in direzione nord, da cui fuoriesce il gas ionizzato racchiuso al suo interno. La stella principale responsabile della ionizzazione dei gas della nube è CD -38°11636, di magnitudine 11,07 e di classe spettrale B1 o forse O8. La nebulosa è circondata da un grande quantitativo di polvere interstellare e gas neutro, dove si troverebbero alcuni oggetti stellari giovani.

A breve distanza si trova il debole e difficile ammasso NGC 6318, le cui componenti dominanti sono appena di magnitudine 11; si tratta di un oggetto sfuggente situato in direzione di un campo stellare molto ricco ma a tratti oscurato. La sua distanza è stimata sui 7200 anni luce.

NGC 6281 è stranamente poco conosciuto presso gli astronomi amatoriali, benché la sua luminosità sia discreta. La sua posizione si individua con facilità grazie alla presenza nei dintorni di stelle luminose; per trovarlo si può partire dalla coppia μ1-μ2 Scorpii e procedere verso est di circa due gradi e mezzo. La stella variabile HD 153890, di magnitudine media 5,86 ne marca il bordo meridionale. Attraverso un binocolo si nota come una macchia chiara piuttosto piccola su cui si trovano alcune minute stelline; già con un piccolo telescopio da 80 mm e ingrandimenti un po' spinti è possibile risolverlo in diverse decine di componenti azzurrognole. Tramite la fotometria si è accertato che possiede 55 stelle membri accertati fino alla magnitudine 13,5, disperse in un raggio di 20’ dal centro, sebbene la maggior parte di esse giaccia entro un diametro di 8’. Le sue componenti più luminose sono invece di magnitudine 8. Studi basati su metodi statistici hanno indicato che il raggio mareale dell'ammasso è pari a 26 anni luce; la sua massa totale è invece pari a 214 masse solari. Al suo interno è nota una stella peculiare, catalogata come HD 153947 o NGC 6281-9, che ha classe spettrale A0p, la cui sigla di stella variabile è V974 Scorpii; si tratta probabilmente di una blue straggler, formata dalla fusione fra due stelle. L'età dell'ammasso è stimata sui 320 milioni di anni e la sua distanza è pari a circa 1800 anni luce.

La famosa Nebulosa Farfalla (NGC 6302 o C69) si trova nelle vicinanze; è possibile individuarla persino con un binocolo 10x50, sebbene occorrano cieli bui e l'oggetto deve trovarsi alto sull'orizzonte. Un telescopio da 140 mm è sufficiente per osservare invece che la sua struttura è allungata in senso est-ovest. Nelle fotografie prese con un telescopio amatoriale si evidenzia con delle irregolarità, al punto che può sembrare un insetto schiacciato (da cui il nome inglese bug) oppure, se la foto mostra molti dettagli ed è ad alta risoluzione, una sagoma a doppio cono che ricorda le ali di una farfalla. NGC 6302 possiede una morfologia piuttosto complessa, che può essere approssimata descrivendola come una nebulosa bipolare con due lobi primari, sebbene vi siano delle evidenze della presenza di un secondo paio di lobi derivanti da una precedente fase di perdita di materia da parte della stella progenitrice; osservazioni di questa nebulosa suggeriscono che vi sarebbe pure una struttura esterna ortogonale simile a quella rinvenuta nella Nebulosa Formica (Mz 3). La nebulosa è orientata con un angolo di 12,8° contro lo sfondo rispetto alla nostra linea di vista. La nebulosa contiene anche un grande lobo orientato a nordovest che si estende per oltre 3' all'esterno della regione centrale, in cui si trova la stella centrale: si stima che si sia formato da un evento eruttivo avvenuto circa 1900 anni fa; possiede una parte di forma circolare le cui pareti seguono esattamente un getto di Hubble, ossia dove la velocità del getto stesso è proporzionale alla distanza dalla sorgente centrale.

Attorno al pungiglione

NGC 6334, nota anche come “impronta di gatto”, è visibile con telescopi da 200 mm di diametro.
La nebulosa NGC 6357, la cui forma ricorda vagamente quella della Nebulosa di Orione capovolta.
L’Ammasso Farfalla, noto anche con la sigla M6, è facilmente risolvibile in diverse decine di stelle anche con un semplice binocolo 10x50.
Il brillante ed esteso M7 è ben visibile anche a occhio nudo come una macchia chiara sovrapposta alla Via Lattea.

A nord e nordovest del brillante gruppo di stelle che delinea il pungiglione dello Scorpione si trovano diversi gruppi di nebulose e ammassi stellari, molti dei quali giovani e piuttosto appariscenti; alcuni di questi oggetti sono noti da secoli o persino da millenni, come il famoso Ammasso di Tolomeo (M7).

Una delle nebulose più notevoli visibili in questa direzione è la NGC 6334, soprannominata Impronta di gatto per via della sua forma. Situata 3° a nordovest di Shaula (λ Scorpii), inizia ad essere visibile sotto ottimi cieli anche con strumenti da 200 mm di diametro, dove si rivela debolmente la natura tripartita della nebulosa. Situata alla distanza di 5500 anni luce, è una grande regione di formazione stellare formata da un lungo e spesso filamento centrale con sette addensamenti; delle tre aree circolari da cui deriva il soprannome della nebulosa, il più cospicuo è quello centrale, dominato dalla gigante blu HD 156378, di magnitudine 9,35 e classe O6.5III.

Nelle foto a grande campo si può notare che questo sistema sia connesso ad altre grandi nebulose, come la NGC 6357, soprannominata Aragosta o anche Guerra e Pace. Questa nebulosa si estende per oltre un grado e, sebbene non sia visibile con strumenti amatoriali di modesta apertura, ricorda per certi versi l'aspetto della Nebulosa di Orione capovolta. NGC 6357 è una grande regione H II a forma di anello situata all'interno del Braccio del Sagittario; trovandosi a circa 5700 anni luce di distanza, si trova poche centinaia di anni luce in primo piano rispetto alla grande Regione di Scorpius OB1. I gas della nube ricevono la radiazione di un gran numero di stelle giovani e calde, gran parte delle quali facenti parte dell'ammasso aperto Pismis 24; quest'oggetto è costituito da diverse stelle massicce di classe spettrale O e B, fra le quali Pismis 24-1, prima ritenuta la stella più massiccia conosciuta ed ora osservata come composta da tre stelle comunque comprese tra le più massicce. A questa si aggiungono alcuni sistemi multipli, come quello di HD 319718, costituito da stelle di classe O, e di W93, dove la primaria è una stella di Wolf-Rayet. In aggiunta a queste, vi sono tre stelle di classe spettrale B esterne all'ammasso che concorrerebbero alla ionizzazione della nebulosa. Nei pressi di NGC 6357 si estende l'associazione Scorpius OB4, un'associazione OB costituita da 71 stelle con classi spettrali comprese fra O e B9 posta alla distanza media di 4600 anni luce. Le componenti di classe O mostrano una distribuzione uniforme senza apparenti concentrazioni.

Poco ad est di questa nebulosa, incorniciato da un triangolo di stelle di magnitudine 6, si trova l’ammasso aperto Cr 333, di cui pochissime informazioni vi si trovano in letteratura; le sue componenti principali sono di magnitudine 10. Può essere notato come un leggero addensamento stellare in una regione già molto ricca di stelle di fondo.

Un'altra grande nebulosa, sebbene molto meno marcata e contrastata, è RCW 132, nota anche come Sh2-12 (sebbene sia quest’ultima la designazione da preferire, è più nota con la sigla RCW). Si trova nella parte centro-meridionale della costellazione, a breve distanza angolare dal brillante ammasso aperto M6; si estende per circa due gradi in una regione molto ricca di campi stellari. RCW 132 è una grande regione H II situata sul Braccio del Sagittario alla distanza di circa 5540 anni luce; la responsabile della sua ionizzazione sarebbe HD 159176, un sistema stellare binario composto da due stelle blu di sequenza principale con classe spettrale O7V situato all'interno dell'ammasso aperto NGC 6374, cui RCW 132 appare fisicamente associata. Secondo alcuni studi, la nube apparterrebbe a una grande regione di formazione stellare comprendente tre sorgenti di radiazione infrarossa, fra le quali due individuate dall'IRAS. La sorgente più cospicua è IRAS 17302-3245, che coincide con una regione di gas ionizzato che presenta emissioni nella banda dell'infrarosso. Se si accetta come valida questa distanza, la nebulosa verrebbe a trovarsi nella medesima regione della già citata associazione Scorpius OB4. Altri studi, tuttavia, stimano la distanza di Sh2-12 attorno ai 985 parsec (circa 3210 anni luce), dunque in primo piano rispetto a Scorpius OB4 e sul bordo esterno del Braccio del Sagittario. Le medesime stime indicano una distanza inferiore anche per l'ammasso NGC 6383, che quindi dovrebbe trovarsi slegato dall'associazione OB.

A breve distanza si trovano anche i giovani ammassi aperti Tr 27 e Tr 28, davvero molto difficili da rilevare all’osservazione visuale perché confusi coi ricchi campi stellari di fondo. Tr 28 si trova appena mezzo grado a ovest di M6 ed è formato da stelle di magnitudine 11 e 12 dominate da una coppia di magnitudine 9; Tr 27 si trova esattamente 1 grado più a sud del precedente ed è dominato da una coppia di stelle di magnitudine 8.

Discorso analogo vale per l’ammasso NGC 6404, visibile circa 50’ a SSW di M6 e leggermente più facile da staccare rispetto ai precedenti due perché giace in una zona un po’ più povera di campi stellari di fondo. Molte delle sue componenti sono di magnitudine compresa fra 11 e 13 e sono dunque alla portata di strumenti da 150-200 mm di diametro.

Si arriva così al famoso ammasso M6, l'Ammasso Farfalla: si trova infatti a metà via fra la coda dello Scorpione e la punta della freccia del Sagittario; è ben visibile ad occhio nudo e anche un piccolo binocolo è sufficiente per risolverlo in alcune decine di stelle molto vicine fra loro. Un 10x50 consente di vedere una quindicina di astri concentrati, mentre a ingrandimenti superiori l'ammasso è completamente risolto e le sue componenti ben distaccate; sul lato est è ben visibile la gigante rossa variabile BM Scorpii. L'ammasso si estende per circa 20 anni luce e dista, secondo stime diverse, da 1500 a 2000 anni luce dalla Terra; l'incertezza è data soprattutto perché l'ammasso si trova in una regione oscurata dalla polvere interstellare. Come gli altri ammassi aperti è formato prevalentemente da stelle giovani blu, sebbene la stella più luminosa sia arancione. L'età stimata di M6 è di circa 50 milioni di anni, il che lo rende simile a quella di diversi ammassi aperti situati lungo l'Anello Lindblad, come l'Ammasso di Alfa Persei. Sono note circa 120 stelle che potrebbero essere membri fisici di M6; tuttavia, dato l'elevato numero di stelle che si sovrappongono sulla linea di vista, le componenti apparenti appaiono molte di più. La dimensione apparente dell'ammasso è di 25 minuti d'arco e la sua magnitudine apparente media è pari a 4,2; quest'ultima tuttavia appare piuttosto variabile poiché la stella più luminosa, BM Scorpii, è una variabile semiregolare con una magnitudine che varia da 5,5 a 7, comportando una notevole variabilità della magnitudine totale dell'ammasso. Fra le altre componenti vi sarebbe una debole variabile Delta Scuti che oscilla di pochi decimi di magnitudine; la sua magnitudine massima si aggira attorno a 11,5.

Nei pressi di M6 si osservano due ammassi aperti molto meno appariscenti ma comunque staccabili dal fondo cielo, specialmente se si osservano a bassi ingrandimenti con grandi diametri. Il più vicino di questi è NGC 6416, che appare come un blando addensamento di stelle di magnitudine 12 e 13 sparse su un’area del diametro di 15’; è visibile circa 40 minuti d’arco ad est di M6 e se osservato a forti ingrandimenti appare talmente disperso da essere irriconoscibile. La sua distanza è stimata sui 2400 anni luce, pur con un certo grado di incertezza; sarebbe comunque più lontano di M6.

Il secondo ammasso è NGC 6425 e si stacca con più facilità, anche se non è certo un oggetto facile; le sue componenti più brillanti sono di magnitudine 10 e sono sparse su un diametro di 10’. La sua posizione è rintracciabile circa un grado e mezzo a nordest di M6, vicino al confine col Sagittario; circa mezzo grado a sudest si trova la stella HD 161840, di classe B e di magnitudine 4,79, ben visibile anche a occhio nudo. La distanza dell’ammasso è stimata sui 2500 anni luce, pur con lo stesso margine d’incertezza valido per l’ammasso precedente; in ogni caso appare abbastanza evidente che questi due oggetti si trovino abbastanza vicini fra loro anche fisicamente.

L’ammasso stellare che appare dominante in questa regione di cielo è tuttavia il famoso M7, noto anche come Ammasso di Tolomeo in quanto era stato citato da quest’ultimo nel suo Almagesto. M7 è un ammasso estremamente facile da osservare: si trova infatti poco a nord delle stelle che rappresentano la coda dello Scorpione e grazie alla sua luminosità è ben visibile anche ad occhio nudo, anche qualora si presenti molto basso sull'orizzonte; senza l'ausilio di strumenti appare come una macchia chiara di forma ovale più luminosa al centro, nella quale si possono distinguere sotto buoni cieli fino a 2-3 componenti. Un piccolo binocolo 8x40 o 10x50 è invece sufficiente per risolverlo completamente in decine di astri dalla sesta all'ottava magnitudine, principalmente di colore biancastro; al telescopio, specie a bassi ingrandimenti, la visione diventa eccellente, con centinaia di stelle visibili. Un ingrandimento eccessivo tuttavia è sconsigliabile perché si perde la visione di insieme dell'oggetto, le cui dimensioni sono molto estese. M7 è formato da alcune centinaia di stelle, principalmente stelle blu; circa un'ottantina di queste sono più brillanti della decima magnitudine. Il diametro apparente dell'ammasso è di circa 1,3°, che alla distanza di 1000 anni luce equivale a una dimensione reale di 25 anni luce; secondo studi condotti alla fine degli anni duemila, l'età dell'ammasso è di 200 milioni di anni, mentre il parametri di metallicità sono simili a quelli del Sole. M7 e il sistema solare si allontanano alla velocità di 18 km/s. La stella più brillante di M7 è una gigante gialla di magnitudine 5,6, dunque visibile già ad occhio nudo sotto buoni cieli, e di classe spettrale G8; a questa si aggiungono tre giganti rosse e alcune decine di stelle di classe B e A. All'interno dell'ammasso sono note alcune binarie spettroscopiche con periodi compresi fra i 2 e i 9 giorni, più alcune doppie strette con una separazione molto ridotta; fra le prime spicca HD 162724, una variabile a eclisse azzurra che oscilla fra le magnitudini 5,96 e 6,43 con un periodo di 2,78 giorni. Uno studio condotto ai raggi X ha permesso di scoprire una cinquantina di componenti accertate di classe F - K0 e una settantina di stelle nane di classe K e M. Secondo lo stesso studio è emerso che alcune delle stelle di grande massa di M7 sono associate a sorgenti di raggi X; si ritiene che si tratti di stelle binarie in cui l'emissione a raggi X provenga dalle componenti secondarie, di piccola massa. Alcune componenti di massa intermedia dell'ammasso presentano delle forti anomalie nella composizione della loro fotosfera; queste stelle possiedono una sovrabbondanza di alcuni elementi come il cromo e il manganese e una relativa scarsità di ossigeno e magnesio, nel caso delle stelle di classe A. Come ciò possa influire sull'evoluzione di queste stelle non è ancora ben chiaro.

Attorno a M7 i ricchissimi campi della Via Lattea sono attraversati da venature oscure date dalla presenza di banchi di polveri interstellari. La più notevole di queste nubi è catalogata come B283 e si trova a nordovest; copre un’area di circa 2 gradi ed è monto allungata in senso est-ovest.

Un secondo banco più piccolo ma molto più vicino a M7 si trova pochi minuti d’arco a sud ed è nota come B287; è molto facile da evidenziare nelle fotografie grazie al fatto che maschera in modo molto netto la luce delle numerose stelle di fondo.

Mezzo grado a nordovest di M7 si trova anche l’ammasso globulare NGC 6453, che appare fortemente oscurato poiché la sua luce deve attraversare una gran parte del disco galattico. Può essere notato solo con telescopi di diametro molto grande e dista circa 38.000 anni luce.

Spostandosi verso le stelle del pungiglione, spicca l’ammasso aperto NGC 6400, che si individua con facilità grazie alla sua posizione lungo la linea che congiunge le stelle G Scorpii e λ Scorpii (Shaula), a due terzi del percorso verso quest'ultima. Attraverso un binocolo appare sotto un cielo pulito come una debole macchia chiara allungata in senso nord-sud priva di stelle; un piccolo telescopio permette di rivelarne la natura stellare già a 20x, mentre a 80x l'oggetto è già perfettamente risolto in alcune decine di componenti di magnitudine 10 e 11. NGC 6400 è un ammasso aperto moderatamente ricco e concentrato situato alla distanza di 3100 anni luce sul bordo esterno del Braccio del Sagittario; è formato da alcune decine di componenti la più luminosa delle quali è di magnitudine 10,6. Non è un oggetto particolarmente studiato; si tratta comunque di un ammasso relativamente vecchio, la cui età è stimata sui 600 milioni di anni.

Diversi altri ammassi estesi e difficili da contrastare si trovano nei dintorni, come i grandi Cr 338 e Harvard 16, e i più difficili Cr 332 e Ru 123.