Indagine Post Mortem/Introduzione: differenze tra le versioni

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Comincerò fornendo una breve panoramica storica delle varie teorie riguardanti l'origine della dottrina che Gesù è risorto. Queste teorie saranno discusse in maggior dettaglio nel resto di questo mio studio.
Comincerò fornendo una breve panoramica storica delle varie teorie riguardanti l'origine della dottrina che Gesù è risorto. Queste teorie saranno discusse in maggior dettaglio nel resto di questo mio studio.


L'affermazione che Gesù risorse è stata controversa fin dal primo secolo. Il Nuovo Testamento allude alla difficoltà che i lettori del I secolo avevano con una simile affermazione, ritraendo persone che la deridevano ({{passo biblico2|Atti|17:32}}). Indipendentemente dal fatto che il resoconto in {{passo biblico2|Matteo|28:11-15}} sia fattuale (cfr. [[Indagine Post Mortem/Capitolo 6|Capitolo 6]]), esso indica che gli ebrei del I secolo potevano pensare a teorie naturalistiche alternative, come per esempio i discepoli di Gesù che rubarono il suo corpo. Il dibattito con ebrei non cristiani riguardo al furto del corpo continuò nel II secolo (cfr. [[w:Giustino (filosofo)|Giustino]], ''[[w:Giustino (filosofo)#Il Dialogo con Trifone|Dialogo con Trifone]]'' 108; indipendentemente dal fatto che Trifone fosse una vera figura storica, l'opera di Giustino indica che l'obiezione da lui discussa era presente durante il suo tempo). I primi cristiani dovettero anche rispondere all'affermazione (attribuita allo [[w:Gnosticismo|gnostico]] [[w:Basilide|Basilide]] dell'inizio del II secolo) che Gesù non fosse risorto ma scampò alla crocifissione grazie a poteri miracolosi:
{{q|Apparve, quindi, sulla terra come un uomo, alle nazioni di queste potenze, e fece miracoli. Perciò egli stesso non morì, ma [[w:Simone di Cirene|Simone]], un certo [[w:Cirene|Cireneo]], costretto, portò la croce in sua vece; sicché quest'ultimo essendo da lui trasfigurato per poter essere creduto d'essere Gesù, fu crocifisso, per ignoranza ed errore, mentre Gesù stesso ricevette la forma di Simone, e stando lì nei pressi, rise di loro.|[[w:Ireneo di Lione|Ireneo]], ''[[w:Adversus Haereses|Adversus Haereses]]'', 1.24.4}}

Il filosofo pagano [[w:Celso (filosofo)|Celso]], un importante oppositore del cristianesimo nel II secolo, sollevò una serie di obiezioni alla risurrezione. Ad esempio, egli afferma che sono presenti discrepanze nei resoconti evangelici della risurrezione di Gesù che li rendono storicamente inaffidabili e suggerisce che i presunti testimoni oculari avevano allucinazioni riguardo a Gesù ([[w:Origene|Origene]], ''Contra Celsum'' 2.60).

Gli studiosi cristiani risposero a queste obiezioni. Con la cristianizzazione dell'Impero Romano nel IV secolo il dibattito si placò e l'attenzione data all'argomento storico per la risurrezione di Gesù diminuì
successivamente. Craig osserva: "Man mano che gli eventi legati all'origine del cristianesimo si allontanavano sempre più nel passato, gli argomenti dei miracoli e della risurrezione si basavano necessariamente sempre più sulla fede nell'accuratezza dei documenti biblici" (Craig 1985a, p. 49). Una sfida fu tuttavia sollevata nel VII secolo dai musulmani, che difesero l'ipotesi che Gesù fosse sfuggito alla crocifissione per intervento divino (cfr. [[w:Corano|Corano]], [https://www.sufi.it/corano/4.htm ''Sura'' 4:157-8]; il cosiddetto [[w:Vangelo di Barnaba|Vangelo di Barnaba]], che propone un simile ipotesi [cfr. Ragg e Ragg 1907, cap. 217], è ampiamente considerata come una tarda contraffazione scritta dopo il Corano).

Con il progresso della storiografia durante il Rinascimento, l'argomento storico per la risurrezione di Gesù ricevette una rinnovata attenzione. Il dibattito tra scettici e credenti venne ripreso e si accese durante la cosiddetta controversia [[w:deismo|deista]] dei secoli XVII e XVIII, dopo la rimozione delle leggi sulla censura in varie parti d'Europa. L'ipotesi naturalistica più popolare tra gli scettici in quel momento era la teoria che i discepoli avessero deliberatamente iniziato una bufala rubando il corpo di Gesù, e fu difesa con nuovi argomenti da deisti come [[w:Thomas Woolston|Thomas Woolston]] e [[w:Hermann Samuel Reimarus|Hermann Reimarus]], gli scritti di quest'ultimo ampiamente considerati come il punto di partenza della cosiddetta ''Ricerca del Gesù Storico''. Apologisti come [[:en:w:Jacob Vernet|Vernet]] risposero con vari argomenti a supporto dell'affidabilità storica dei Vangeli. Questi includono l'argomento che i Vangeli contengono molti riferimenti a nomi propri, date, dettagli culturali, eventi storici e opinioni e costumi del tempo, e dimostrano un'intima conoscenza di Gerusalemme prima della sua distruzione, e l'argomento che molti testimoni oculari sarebbero stati disponibili al momento della scrittura per verificarne il contenuto (Craig 1985a, pp. 322-323). Argomenti filosofici contro la plausibilità dei miracoli furono sollevati dai razionalisti francesi e (il più famoso) dallo scettico scozzese [[w:David Hume|David Hume]] (1711-1776), mentre le risposte a Hume di tipo probatorista furono offerte da altri studiosi come [[w:William Paley|William Paley]] (1743-1805). Una serie di considerazioni quasi-teologiche e culturali hanno contribuito al successivo declino della popolarità di tali risposte. Queste includono il famoso "brutto grande fosso" di [[w:Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]] (1777) tra storia e fede (la sua affermazione che le verità accidentali [cioè contingenti] della storia non possono mai diventare la prova per le necessarie verità della ragione), lo stato d'animo prevalente del Romanticismo nel XIX secolo, e l'enfasi sulle esperienze religiose soggettive di studiosi influenti come [[w:Friedrich Schleiermacher|Schleiermacher]] e [[w:Søren Kierkegaard|Kierkegaard]]. Il "brutto grande fosso" di Lessing in particolare ha avuto un enorme impatto sui pensatori successivi. Tra questi, [[w:Ernst Troeltsch|Ernst Troeltsch]] (1898/1991) sosteneva che i giudizi storici sono sempre probabili e suscettibili di revisione (principio di critica). Molti teologi hanno quindi concluso che la certezza della fede non può essere basata sui risultati dello studio storico.


== Fonti storiche rilevanti e concetti importanti ==
== Fonti storiche rilevanti e concetti importanti ==

Versione delle 18:11, 10 ott 2021

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Risurrezione di Cristo, di Benvenuto Tisi (1520)
Indice del libro

Introduzione

Significato della questione

Ogni anno, nel giorno di Pasqua, milioni di persone celebrano la risurrezione di Gesù. Ma questo evento è realmente accaduto? La proclamazione che tale evento accadde realmente è alla base del cristianesimo tradizionale, e nel corso dei secoli ha provocato un intenso dibattito sulla sua verità. Il dibattito contemporaneo è ostacolato dalle difficoltà se sia in linea di principio possibile ragionare e produrre prove empiriche per la risurrezione di Gesù data la sua presunta natura miracolosa, e se tutte le alternative naturalistiche possano essere eliminate (Novakovic 2016; Shapiro 2016; Allison 2005a, 2005b). C'è una mancanza di accordo su "qual è il compito della ricerca storica e in che misura le convinzioni di fede di una data persona possono influenzare la sua valutazione delle prove disponibili" (Novakovic 2016, p. 128).

Ho affrontato alcune di queste problematiche nella mia Serie cristologica, specialmente nel wikilibro Noli me tangere. Inoltre, nonostante la grande quantità di letteratura sull'argomento storico per la risurrezione di Gesù – che è stato al centro di almeno 3.400 libri e articoli accademici scritti dal 1975 (Licona 2010, p. 19) – non è stato ancora dimostrato in un'unica opera come tutte le ipotesi naturalistiche possono in linea di principio essere escluse. Questo problema è illustrato dalle grandi monografie di Wright (2003), Swinburne (2003), Licona (2010), Bryan (2011), Levering (2019) e altri. Sebbene facciano molte buone argomentazioni, non considerano una serie di ipotesi naturalistiche e varie nuove combinazioni di esse nella letteratura recente, ad esempio, svenimento, rimanere sepolti, ipotesi intramentali e di identità sbagliata (Eisenberg 2016) e combinazioni sofisticate di allucinazioni ipotesi con dissonanza cognitiva, distorsione della memoria e bias di conferma (cfr. Philipse 2012; Carrier 2014; per la discussione di queste combinazioni, si veda il capitolo 7 di questo libro). Ora non sto affermando che dimostrare l'esclusione di tutte le possibili ipotesi naturalistiche sia essenziale per l'argomentazione storica o per credere che Gesù sia risorto – dimostrare che la risurrezione di Gesù è valida quanto (o migliore del)le ipotesi naturalistiche alternative attualmente disponibili sarebbe sufficiente a provare la ragionevole liceità (o ragionevolezza) di credere che Gesù sia risorto. Tuttavia, quando si tratta di offrire l'argomento storico, sarebbe meglio se l'argomento potesse essere reso più rigoroso.

Questo mio studio offre un nuovo contributo, affrontando questi e altri temi con un approccio transdisciplinare, cioè che integri diverse discipline – in questo caso studi storico-critici della Bibbia, psicologia, religioni comparate, filosofia analitica e teologia – per creare una nuova metodologia che vada oltre gli approcci specifici della disciplina per affrontare un problema. Utilizzando un quadro analitico originale, dimostrerò che può essere formulato un elenco logicamente esaustivo di categorie di ipotesi in relazione alle affermazioni delle apparizioni post mortem di Gesù e all'esito del corpo di Gesù — anzi, questa sarebbe la prima monografia sulla risurrezione di Gesù a dimostrare una copertura completa di tutte le categorie di ipotesi. Mostrerò come un tale procedimento metodologico contribuisca al dibattito contemporaneo che coinvolge storici, filosofi e teologi sul riconoscimento dei miracoli. Affronterò in dettaglio tutte queste ipotesi e le loro combinazioni, e offrirò un correttivo alle analisi problematiche che investono le loro argomentazioni nella letteratura recente.

Oltre agli strumenti e ai metodi della filosofia analitica, questa mia monografia utilizza i metodi degli studi biblici storico-critici, come la considerazione del contesto religioso, sociale e culturale dei primi cristiani, la loro comprensione dei testi sacri, le loro esperienze religiose, le loro interazioni con le culture circostanti e le sfide che hanno dovuto affrontare. Questo studio incorpora anche approfondimenti dalla psicologia e dalla religione comparata. Avanza la valutazione delle prove rilevanti affrontando la recente ricerca psicologica sulla distorsione della memoria e la discussione filosofica sui miracoli. Incorpora la prospettiva della religione comparata esaminando le affermazioni di resurrezione in altri contesti, inclusa quella che implica la dissonanza cognitiva nel caso del rabbino ("Rebbe") Menachem Mendel Schneerson (1902-1994), alcuni dei cui seguaci rivendicano la sua "resurrezione" nel contesto del ridicolo religioso e dello scetticismo (Marcus 2001). Impegnandosi con varie discipline, questo wikilibro dimostra come un approccio transdisciplinare possa essere utile per colmare il divario tra studi biblici, teologici e religiosi e contribuire alle discussioni in ogni disciplina sulla risurrezione di Gesù.

Le varie teorie sull'origine della dottrina della risurrezione

Comincerò fornendo una breve panoramica storica delle varie teorie riguardanti l'origine della dottrina che Gesù è risorto. Queste teorie saranno discusse in maggior dettaglio nel resto di questo mio studio.

L'affermazione che Gesù risorse è stata controversa fin dal primo secolo. Il Nuovo Testamento allude alla difficoltà che i lettori del I secolo avevano con una simile affermazione, ritraendo persone che la deridevano (Atti 17:32). Indipendentemente dal fatto che il resoconto in Matteo 28:11-15 sia fattuale (cfr. Capitolo 6), esso indica che gli ebrei del I secolo potevano pensare a teorie naturalistiche alternative, come per esempio i discepoli di Gesù che rubarono il suo corpo. Il dibattito con ebrei non cristiani riguardo al furto del corpo continuò nel II secolo (cfr. Giustino, Dialogo con Trifone 108; indipendentemente dal fatto che Trifone fosse una vera figura storica, l'opera di Giustino indica che l'obiezione da lui discussa era presente durante il suo tempo). I primi cristiani dovettero anche rispondere all'affermazione (attribuita allo gnostico Basilide dell'inizio del II secolo) che Gesù non fosse risorto ma scampò alla crocifissione grazie a poteri miracolosi:

« Apparve, quindi, sulla terra come un uomo, alle nazioni di queste potenze, e fece miracoli. Perciò egli stesso non morì, ma Simone, un certo Cireneo, costretto, portò la croce in sua vece; sicché quest'ultimo essendo da lui trasfigurato per poter essere creduto d'essere Gesù, fu crocifisso, per ignoranza ed errore, mentre Gesù stesso ricevette la forma di Simone, e stando lì nei pressi, rise di loro. »
(Ireneo, Adversus Haereses, 1.24.4)

Il filosofo pagano Celso, un importante oppositore del cristianesimo nel II secolo, sollevò una serie di obiezioni alla risurrezione. Ad esempio, egli afferma che sono presenti discrepanze nei resoconti evangelici della risurrezione di Gesù che li rendono storicamente inaffidabili e suggerisce che i presunti testimoni oculari avevano allucinazioni riguardo a Gesù (Origene, Contra Celsum 2.60).

Gli studiosi cristiani risposero a queste obiezioni. Con la cristianizzazione dell'Impero Romano nel IV secolo il dibattito si placò e l'attenzione data all'argomento storico per la risurrezione di Gesù diminuì successivamente. Craig osserva: "Man mano che gli eventi legati all'origine del cristianesimo si allontanavano sempre più nel passato, gli argomenti dei miracoli e della risurrezione si basavano necessariamente sempre più sulla fede nell'accuratezza dei documenti biblici" (Craig 1985a, p. 49). Una sfida fu tuttavia sollevata nel VII secolo dai musulmani, che difesero l'ipotesi che Gesù fosse sfuggito alla crocifissione per intervento divino (cfr. Corano, Sura 4:157-8; il cosiddetto Vangelo di Barnaba, che propone un simile ipotesi [cfr. Ragg e Ragg 1907, cap. 217], è ampiamente considerata come una tarda contraffazione scritta dopo il Corano).

Con il progresso della storiografia durante il Rinascimento, l'argomento storico per la risurrezione di Gesù ricevette una rinnovata attenzione. Il dibattito tra scettici e credenti venne ripreso e si accese durante la cosiddetta controversia deista dei secoli XVII e XVIII, dopo la rimozione delle leggi sulla censura in varie parti d'Europa. L'ipotesi naturalistica più popolare tra gli scettici in quel momento era la teoria che i discepoli avessero deliberatamente iniziato una bufala rubando il corpo di Gesù, e fu difesa con nuovi argomenti da deisti come Thomas Woolston e Hermann Reimarus, gli scritti di quest'ultimo ampiamente considerati come il punto di partenza della cosiddetta Ricerca del Gesù Storico. Apologisti come Vernet risposero con vari argomenti a supporto dell'affidabilità storica dei Vangeli. Questi includono l'argomento che i Vangeli contengono molti riferimenti a nomi propri, date, dettagli culturali, eventi storici e opinioni e costumi del tempo, e dimostrano un'intima conoscenza di Gerusalemme prima della sua distruzione, e l'argomento che molti testimoni oculari sarebbero stati disponibili al momento della scrittura per verificarne il contenuto (Craig 1985a, pp. 322-323). Argomenti filosofici contro la plausibilità dei miracoli furono sollevati dai razionalisti francesi e (il più famoso) dallo scettico scozzese David Hume (1711-1776), mentre le risposte a Hume di tipo probatorista furono offerte da altri studiosi come William Paley (1743-1805). Una serie di considerazioni quasi-teologiche e culturali hanno contribuito al successivo declino della popolarità di tali risposte. Queste includono il famoso "brutto grande fosso" di Lessing (1777) tra storia e fede (la sua affermazione che le verità accidentali [cioè contingenti] della storia non possono mai diventare la prova per le necessarie verità della ragione), lo stato d'animo prevalente del Romanticismo nel XIX secolo, e l'enfasi sulle esperienze religiose soggettive di studiosi influenti come Schleiermacher e Kierkegaard. Il "brutto grande fosso" di Lessing in particolare ha avuto un enorme impatto sui pensatori successivi. Tra questi, Ernst Troeltsch (1898/1991) sosteneva che i giudizi storici sono sempre probabili e suscettibili di revisione (principio di critica). Molti teologi hanno quindi concluso che la certezza della fede non può essere basata sui risultati dello studio storico.

Fonti storiche rilevanti e concetti importanti

Fonti cristiane e non

Perché non esistono più fonti non cristiane?

Le antiche religioni misteriche sono le fonti dei resoconti neotestamentari riguardanti la risurrezione di Gesù?

Valutare la storicità del Nuovo Testamento

Alcuni concetti importanti da discutere: primi cristiani, risurrezione naturale o soprannaturale

Introdurre le difficoltà che assillano il dibattito contemporaneo

L'approccio di questo libro

Eliminazione delle alternative

Sulla questione se sia possibile per gli storici arrivare da alcuni fatti storici alla risurrezione di Gesù

Sulla questione del pregiudizio

Una panoramica del resto del libro

[... ...]


Per approfondire, vedi Gesù e il problema di una vita e Messianismo Chabad e la redenzione del mondo.