Disturbi mentali/Disturbi del tono dell'umore/Disturbi bipolari: differenze tra le versioni

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*colon irritabile
*colon irritabile
*sindrome dolorosa non organica
*sindrome dolorosa non organica
*nevralgia del trigemino (dolore acuto e violento del nervo che provvede alla sensibilità delle regioni superficiali e profonde della faccia e all’innervazione dei muscoli masticatori). E’ importante sottolineare come molti di questi disturbi sono il motivo per ricorrere alla psicoterapia… e c’è da dire anche che con farmaci antidepressivi (che agiscano prevalentemente sul neurotrasmettitore serotonina) questi quadri possono essere efficacemente curati.
*nevralgia del trigemino (dolore acuto e violento del nervo che provvede alla sensibilità delle regioni superficiali e profonde della faccia e all’innervazione dei muscoli masticatori). È importante sottolineare come molti di questi disturbi sono il motivo per ricorrere alla psicoterapia… e c’è da dire anche che con farmaci antidepressivi (che agiscano prevalentemente sul neurotrasmettitore serotonina) questi quadri possono essere efficacemente curati.


====Decorso====
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Versione delle 17:32, 14 ott 2007

La diagnosi di disturbo bipolare I richiede che nella storia del paziente ci sia un disturbo depressivo maggiore con un episodio maniacale con umore anormalmente elevato, espansivo o irritabile per almeno 1 settimana, e alla presenza di almeno 3 sintomi fra i seguenti: *aumento esagerato della stima di se o grandiosità

  • riduzione del bisogno del sonno
  • aumentata loquacità
  • fuga delle idee
  • distraibilità
  • aumento dell’attività produttiva o anche sessuale
  • agitazione psicomotoria
  • eccessivo coinvolgimento in attività ludiche e prodigalità. Ovviamente l’alterazione dell’umore deve essere tale da causare una compromissione del lavoro o delle attività sociali usuali. *Per la diagnosi del disturbo bipolare II è sufficiente una condizione di esaltazione dell’umore più lieve, definita “ipomaniacale”. Questa forma (che sembra maggiormente determinata a livello genetico) è vissuta con minor consapevolezza di malattia e quindi più difficilmente il paziente accede alle cure.
  • Quando si verificano almeno 4 episodi di alterazione dell’umore negli ultimi 12 mesi, si parla di forme a rapida ciclicità le quali richiedono particolare cautela nella terapia. *Tra i disturbi bipolari si considerano anche gli stati misti che presentano #contemporaneamente alterazione dell’umore con caratteristiche di depressione e di eccitamento o rapide alternanze nel corso del medesimo episodio. In questa condizione i rischi di suicidio sono particolarmente elevati.

3-Disturbi dello spettro affettivo

nello spettro dei disturbi affettivi non si considerano solo le psicopatologie fino ad ora descritte, ma anche alcune malattie psicosomatiche :

  • disforia (alterazione patologica dell’umore sia in senso depressivo che di eccitazione) isteroide
  • depressione atipica
  • alcuni disturbi di personalità
  • bulimia
  • anoressia
  • sindrome premestruale
  • disturbi da attacchi di panic
  • disturbo ossessivo-compulsivo
  • sindrome iperattiva con deficit dell’attenzione nel bambino
  • cataplessia (improvvisa e temporanea perdita di tono muscolare, senza perdita della coscienza)
  • cefalea
  • colon irritabile
  • sindrome dolorosa non organica
  • nevralgia del trigemino (dolore acuto e violento del nervo che provvede alla sensibilità delle regioni superficiali e profonde della faccia e all’innervazione dei muscoli masticatori). È importante sottolineare come molti di questi disturbi sono il motivo per ricorrere alla psicoterapia… e c’è da dire anche che con farmaci antidepressivi (che agiscano prevalentemente sul neurotrasmettitore serotonina) questi quadri possono essere efficacemente curati.

Decorso

Quasi la totalità dei pazienti con disturbi affettivi maggiori incorre in ricadute.

Almeno il 70% dei pazienti risponde bene alle terapie farmacologiche, ma purtroppo circa il 20% dei soggetti con disturbi dell’umore tende alla cronicità nonostante la terapia.


Eziologia

Il modello attuale è quello della vulnerabilità allo stress e si devono distinguere fattori di vulnerabilità e fattori di rischio.