Teoria musicale/Armonia: differenze tra le versioni

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Si potrebbe fare un discorso analitico molto interessante per dare un risposta a questa domanda, parlando di "rapporti pitagorici" e "battimenti". Discorsi complessi e quindi anche tralasciabili, perché basta dire che la chiave di tutto sta nel fatto che il nostro cervello interpreta in maniera diversa stimoli sensoriali diversi, ed è particolarmente sollecitato da suoni di determinate frequenze, ed in particolare la sollecitazione non proviene dalla frequenza del suon in se, ma dall'intervallo tra le frequenze di suoni diversi. La dimostrazione è semplice: prendete un pianoforte, suonate un DO...che emozione vi da? Ora provate con un MI...qualcosa di diverso? Ora provate a suonare queste due note una dopo l'altra, vi darà una sensazione positiva, di serenità. allo stesso modo, rendendo le cose sempre più complesse si possono suscitare emozioni diverse. C'è quindi un rapporto tra note e timoli celebrali che l'uomo studia con interesse da secoli attraverso la disciplina a cui gli ha dato il nome di '''Armonia'''
Si potrebbe fare un discorso analitico molto interessante per dare un risposta a questa domanda, parlando di "rapporti pitagorici" e "battimenti". Discorsi complessi e quindi anche tralasciabili, perché basta dire che la chiave di tutto sta nel fatto che il nostro cervello interpreta in maniera diversa stimoli sensoriali diversi, ed è particolarmente sollecitato da suoni di determinate frequenze, ed in particolare la sollecitazione non proviene dalla frequenza del suon in se, ma dall'intervallo tra le frequenze di suoni diversi. La dimostrazione è semplice: prendete un pianoforte, suonate un DO...che emozione vi da? Ora provate con un MI...qualcosa di diverso? Ora provate a suonare queste due note una dopo l'altra, vi darà una sensazione positiva, di serenità. allo stesso modo, rendendo le cose sempre più complesse si possono suscitare emozioni diverse. C'è quindi un rapporto tra note e timoli celebrali che l'uomo studia con interesse da secoli attraverso la disciplina a cui gli ha dato il nome di '''Armonia'''


==Gradi e intervalli===

Come già detto poc'anzi, lo studio dell'armonia oltrepassa quello che è il concetto di nota per concentrarsi tra i rapporti che possono sussistere tra le note, cercando le combinazioni più grdevoli e significative per l'orecchio umano. Nasce così l'esigenza di analizzare questi rapporti con un nuovo schema astratto per visualizzare le 7 note da un diverso punto di vista. Ecco quindi che vengono utilizzati i ''gradi'' di una scala.

'''partendo da un qualsiasi nota, il primo grado sarà la nota stessa, il secondo grado sarà la nota successiva, e così via fino ad arrivare al'ottavo grado che rappresenta la nota del primo grado trasposta all'ottava superiore'''

partendo quindi ad esempio da MI:

* MI - ''I grado''
* FA - ''II''
* SOL - ''III'''
* LA - ''IV''
* SI - ''V''
* DO - ''VI''
* RE - ''VII''
* MI - ''VIII''
oltre alla rappresentazione numerica, alle note corrispondenti a ciuascun grado viene assegnato anche un nome

* I - tonica (perchè da la tonalità a tutta la melodia che segue la scala)
* II - sopratonica (è la nota superiore alla tonica)
* III - modale (perchè definisce il modo della scala, concetto esposto in seguito)
* IV - sottodominante (un grdo sotto la dominante)
* V - dominante (in quanto "domina" l'accordo)
* VI - sopradominante (un grado sopra la dominante)
* VII - sensibile ( in un certo modo definisce "il senso" di un accordo)
[[Categoria:Teoria musicale|Armonia]]
[[Categoria:Teoria musicale|Armonia]]

Versione delle 22:08, 22 nov 2007

Nei due precedenti capitoli abbiamo parlato soprattutto di quella che è l'unità fondamentale su cui si basa tutta la musica, ovvero l nota. L'abbiamo smontata, analizzata, rimontata, classificata e raggruppata. Ma non ci siamo fatti una domanda che all'apparenza può sembrare una mera curiosità, ma che in realtà racchiude in se il segreto della musica, il motivo per il quale riusciamo ad emozionarci semplicemente premendo dei tasti, toccando delle corde o soffiando in un tubo di metallo bucherellato.

Perché le note? perché basare tutto su intervalli di un ottava? perché suddividerli in un determinato modo? perché il LA sopra il DO centrale ha una fondamentale di 44 Hz?

Si potrebbe fare un discorso analitico molto interessante per dare un risposta a questa domanda, parlando di "rapporti pitagorici" e "battimenti". Discorsi complessi e quindi anche tralasciabili, perché basta dire che la chiave di tutto sta nel fatto che il nostro cervello interpreta in maniera diversa stimoli sensoriali diversi, ed è particolarmente sollecitato da suoni di determinate frequenze, ed in particolare la sollecitazione non proviene dalla frequenza del suon in se, ma dall'intervallo tra le frequenze di suoni diversi. La dimostrazione è semplice: prendete un pianoforte, suonate un DO...che emozione vi da? Ora provate con un MI...qualcosa di diverso? Ora provate a suonare queste due note una dopo l'altra, vi darà una sensazione positiva, di serenità. allo stesso modo, rendendo le cose sempre più complesse si possono suscitare emozioni diverse. C'è quindi un rapporto tra note e timoli celebrali che l'uomo studia con interesse da secoli attraverso la disciplina a cui gli ha dato il nome di Armonia

Gradi e intervalli=

Come già detto poc'anzi, lo studio dell'armonia oltrepassa quello che è il concetto di nota per concentrarsi tra i rapporti che possono sussistere tra le note, cercando le combinazioni più grdevoli e significative per l'orecchio umano. Nasce così l'esigenza di analizzare questi rapporti con un nuovo schema astratto per visualizzare le 7 note da un diverso punto di vista. Ecco quindi che vengono utilizzati i gradi di una scala.

partendo da un qualsiasi nota, il primo grado sarà la nota stessa, il secondo grado sarà la nota successiva, e così via fino ad arrivare al'ottavo grado che rappresenta la nota del primo grado trasposta all'ottava superiore

partendo quindi ad esempio da MI:

  • MI - I grado
  • FA - II
  • SOL - III'
  • LA - IV
  • SI - V
  • DO - VI
  • RE - VII
  • MI - VIII

oltre alla rappresentazione numerica, alle note corrispondenti a ciuascun grado viene assegnato anche un nome

  • I - tonica (perchè da la tonalità a tutta la melodia che segue la scala)
  • II - sopratonica (è la nota superiore alla tonica)
  • III - modale (perchè definisce il modo della scala, concetto esposto in seguito)
  • IV - sottodominante (un grdo sotto la dominante)
  • V - dominante (in quanto "domina" l'accordo)
  • VI - sopradominante (un grado sopra la dominante)
  • VII - sensibile ( in un certo modo definisce "il senso" di un accordo)