Storia delle Forze armate tedesche dal 1945: differenze tra le versioni

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L'esercito territoriale era invece ripartito in 3 comandi: Nord, Sud e S.Holstein. Essi erano dotati di 12 gruppi, 15 reggimenti e 150 compagnie. I gruppi erano praticamente delle brigate corazzate, i reggimenti erano equiparabili a battaglini, le compagnie e i plotoni erano dedicati a compiti di difesa puramente locale. L'Esercito territoriale presiedeva anche le scuole dell'esercito. Infine della Bundeswher faceva parte anche la Guardia di Frontiera, capace di mobilitare 20,000 uomini per il controllo della frontiera con la GDR, per una profondità di circa 30 km. Strutturato in quattro comandi,basati su battaglioni, e comprendente anche il famoso gruppo antiterrorismo GSC9.
L'esercito territoriale era invece ripartito in 3 comandi: Nord, Sud e S.Holstein. Essi erano dotati di 12 gruppi, 15 reggimenti e 150 compagnie. I gruppi erano praticamente delle brigate corazzate, i reggimenti erano equiparabili a battaglini, le compagnie e i plotoni erano dedicati a compiti di difesa puramente locale. L'Esercito territoriale presiedeva anche le scuole dell'esercito. Infine della Bundeswher faceva parte anche la Guardia di Frontiera, capace di mobilitare 20,000 uomini per il controllo della frontiera con la GDR, per una profondità di circa 30 km. Strutturato in quattro comandi,basati su battaglioni, e comprendente anche il famoso gruppo antiterrorismo GSC9.


====Equipaggiamenti della Bundeswer====
====Equipaggiamenti della Bundeswher====
In termini numerici e di equipaggiamento, la Bundeswher era, attorno al 1984, la maggiore forza terrestre di tutta la NATO europea. Essa comprendeva 495.000 uomini, 230.000 dei quali di leva, che all'epoca durava 15 mesi. In caso di mobilitazione si sarebbe però giunti a 1.250.000 uomini. L'intero esercito sovietico aveva, all'epoca, una forza di pace di 1,8 milioni, pertanto questo dava l'idea del valore dei numeri schierabili dalla Germania Ovest, che era anche difesa dalle truppe della NATO tra cui il BAOR (British Army of the Rhine), capace da solo di convogliare quasi tutto l'esercito di campagna inglese.
In termini numerici e di equipaggiamento, l'esercito tedesco-occidentale era, attorno al 1984, la maggiore forza terrestre di tutta la NATO europea. Essa comprendeva 495.000 uomini (altre fonti parlano di un totale minore, dell'ordine dei 430.000), 230.000 dei quali di leva, che all'epoca durava 15 mesi. In caso di mobilitazione si sarebbe però giunti a 1.250.000 uomini (oppure 1.100.000 circa). L'intero esercito sovietico aveva, all'epoca, una forza di pace di 1,8 milioni, pertanto questo dava l'idea del valore dei numeri schierabili dalla Germania Ovest, che era anche difesa dalle truppe della NATO tra cui il BAOR (British Army of the Rhine), capace da solo di convogliare quasi tutto l'esercito di campagna inglese. Per dare un'idea dell'entità dell'esercito tedesco, questo era simile in taglia solo a quello turco, mentre l'E.I. comprendeva circa 258.000 uomini suddivisi in 22 brigate e unità minoti.


In termini di equipaggiamenti, giova ricordare che la maggior parte della forza dell'esercito tedesco era data da una spinta meccanizzazione, per valorizzare al massimo e al meglio le capacità operative delle singole unità. Questo suona in netto contrasto con quanto accadde all'esordio dei mezzi corazzati, quando le forze armate del Kaiser, anche se ben provviste di artiglierie pesanti, rimasero per quasi tutta la Grande guerra prive di mezzi corazzati, i quali arrivarono in piccole quantità prevalentemente nella forma degli A7V.
In termini di equipaggiamenti, giova ricordare che la maggior parte della forza dell'esercito tedesco era data da una spinta meccanizzazione, per valorizzare al massimo e al meglio le capacità operative delle singole unità. Questo suona in netto contrasto con quanto accadde all'esordio dei mezzi corazzati, quando le forze armate del Kaiser, anche se ben provviste di artiglierie pesanti, rimasero per quasi tutta la Grande guerra prive di mezzi corazzati, i quali arrivarono in piccole quantità prevalentemente nella forma degli A7V.

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Questo libro si propone di affrontare la storia recente, con piccoli accenni precedenti al 1945 quando necessario, delle Forze armate della Germania, che hanno costituito per decenni uno dei pilastri della NATO e, al tempo stesso del Patto di Varsavia, a seguito della divisione tra Germania Ovest e DDR. Grazie a progetti di indiscusso successo come i carri serie Leopard, i sottomarini U-209 e gli F-104G, la Germania ha costituito un punto di riferimento per le forze terrestri e navali di numerosi altri Paesi, basti dire che i carri Leopard sono stati acquisiti da gran parte delle forze NATO in Europa, dall'Australia e dal Canada, mentre un successo ancora maggiore arrise al '104 nella versione sviluppata in Germania. Parimenti, l'attuale Leopard 2 sta riscuotendo un successo internazionale che non trova paragoni con nessun altro carro armato moderno, sebbene l'M1 americano sia stato prodotto in maggiore quantità. Altri progetti come il Marder e il Gepard hanno costituito un punto di riferimento per le loro categorie. Quello che mancava al possente strumento militare della Germania Ovest, fino a tempi recenti, era l'esperienza di peake keeping o addirittura, di conflitti limitati, ma da circa un decennio questo non è più vero, come le missioni in Kossovo e in Afghanistan hanno dimostrato. Dall'altra parte della Cortina, la DDR era molto più debole militarmente e pressochè priva di capacità progettuali per nuovi sistemi d'arma. Tuttavia, al pari della Germania Ovest, era rinforzata da intere armate sovietiche sia aeree che terrestri, pronte a scatenare l'Olocausto nucleare sul territorio tedesco in caso di conflitto (le armi nucleari tattiche facevano parte dei piani sovietici anche in funzioni offensive e non solo difensive). Quello che non mancava ai tedeschi orientali era, piuttosto, l'esperienza di combattimento. Numerosi militari e consiglieri della DDR sono stati in missione nei vari conflitti africani e asiatici dalla parte di regimi amici di Mosca. Nonostante i drammi delle fughe attraverso il muro di Berlino, la DDR di per sè era molto ben considerata dall'URSS e non un solo pilota tedesco-orientale ha mai disertato con il proprio aereo in territorio NATO,nonostante l'ovvia facilità di tale operazione.

Gli inizi

Dopo la sconfitta subita rovinosamente con la Seconda Guerra mondiale, la Germania si ritrovò distrutta, con le città, anche quelle prive di un valore bellico come Dresda, distrutte dai bombardamenti alleati. La stessa capitale Berlino era occupata dai sovietici. Le perdite umane risultarono immense, con 1,5 milioni di soldati tedeschi periti nel solo fronte orientale, mentre altrettanti civili vennero massacrati dai bombardieri angloamericani. In questo scenario apocalittico, immortalato da Germania anno zero di Rossellini, la Germania venne lasciata priva sia di forze armate che di unità politica. Suddivisa in Germania Ovest e Germania Est, sottoposta ad un regime di occupazione che sfociò in diverse crisi tra sovietici e occidentali (nel 1948 e 1961), la nazione tedesca riuscì nondimeno a risalire la china, e dopo circa 10 anni dalla fine della guerra le forze armate tedesco-occidentali vennero ricostruite, essendo le forze d'occupazione anglo-americane e francesi bisognose di ulteriori rinforzi per fronteggiare la minaccia del Patto di Varsavia. Persone come Erich Hartmann, l'asso degli assi della Luftwaffe (352 vittorie aeree) vennero richiamati alla guida della rinata forza aerea. La Wermarch e la Kriegsmarine vennero sostituite, invece, dalla Bundeswher e dalla Bundesmarine. Iniziarono massicce forniture di aerei da combattimento, carri, veicoli vari, artiglierie e navi.

In dettaglio, la Luftwaffe, già pioniera della propulsione a reazione con i Me.262 e gli Ar.234, sviluppati tra mille difficoltà e con una difficile messa a punto nella fase finale della guerra, ottenne finalmente una flotta omogenea di macchine a reazione. Venendo ricostituita a meta anni '50 saltò la generazione iniziale di apparecchi come i Vampire e i Meteor inglesi, e venne direttamente riequipaggiata con gli aerei americani più moderni: tr a questi vi erano 225 Sabre Mk 6 canadesi, con motore Orenda. Essi erano di nuova produzione, ma accompagnati da alcuni F-86E ex-RAF. I primi intercettori notturni furono gli F-86K con motori J47 muniti di postbruciatore, si trattava della versione tattica dell'F-86D, armata come tale con 4 cannoni e non con razzi da 70 mm anti-bombardieri. 88 di costruzione Fiat andarono alla Luftwaffe, dove con i motori da 3380 kg.spinta e il radar APG-37 diedero l'assaggio per la successiva era dei caccia ognitempo ad alte prestazioni. Se oltre 300 F-86 erano già una forza da combattimento di elevato valore, mancava in compenso una reale possibilità di attacco per la Luftwaffe, visto che i Sabre erano prevalentemente caccia intercettori. Inaugurando una linea operativa che sarebbe stata fedelmente tenuta in seguito, la Luftwaffe iniziò ad equipaggiarsi con macchine da attacco quali principali elementi da combattimento. Questo era dato dal fatto che la difesa aerea tedesca era assicurata dalla presenza degli Alleati, in particolare americani e inglesi.

Così, a partire dal 1956 la Germania occidentale ricevette ben 450 F-84F Thunderstreak, potenti cacciabombardieri tattici capaci di trasportare 2,7 t. di carico inclusa un'arma nucleare, oppure 16 razzi o 6 bombe da 454 kg. Essi vennero seguiti da 108 RF-84F, eccellenti ricognitori tattici e strategici, rimasti in servizio per molti anni in nazioni come la Grecia e l'Italia. Questi apparecchi erano a loro volta capaci di carichi bellici rilevanti, per cui erano bombardieri-ricognitori. Per considerare le differenze in equipaggiamento, L'AMI italiana ebbe nell'epoca: 180 F-86, 63 F-86K e 150 F-84F, oltre che 78 RF-84F. L'Armee de l'Air ebbe invece i Mystere, mentre le macchine USA erano: 60 F-86K, 361 F-84F e 69 RF-84F. Di conseguenza, gli stormi della Luftwaffe, sebbene orientati nell'attacco erano pur sempre diventati, in pochi anni, l'espressione di una delle maggiori se non la maggiore tra le aviazioni europee. La capacità di attacco sarebbe rimasta fino ad oggi la sua caratteristica preminente. Tutte queste forniture americane, a prezzi stracciati non erano solo funzionali a rinforzare l'Europa contro il Patto di Varsavia. Essi erano anche funzionali a distruggere la concorrenza europea, in maniera più o meno intenzionale. Gli eccellenti caccia Hawker Hunter vennero relegati a Svizzera, Belgio e Svezia, mentre meno noto fu il fallimento dei De Havilland Venom: esisteva un piano per produrne su licenza, da parte della Fiat, ben 1000 esemplari, ma questo non sopravvisse alla mole delle forniture americane. Questa concorrenza diretta fu certamente un problema per la già declinante industria aerospaziale inglese, successivamente colpita anche da decisioni politiche infelici come quella relativa al TSR.2.

una piccola ma significativa eccezione fu il Fiat G.91R, scelto per la produzione di massa in Germania, con un totale di circa 277 aerei prodotti, oltre a 75 forniti dalla Fiat, e a circa 60 biposto G.91T. Essi equipaggiarono la Luftwaffe in compiti di attacco e ricognizione a corto raggio, operando fino agli anni '70, quando essi vennero sostituiti dagli Alpha jet. Da notare che i G.91R3 tedeschi avevano come standard 4 punti d'aggancio per portare sia armi che serbatoi aggiuntivi, avevano un miglior sistema di navigazione e attacco e 2 cannoni DEFA da 30mm ,molto più efficaci delle 4 M3 dei G.91R italiani. In effetti, gli R.3 erano un poco i precursori dei G.91Y in termini di armamento e avionica. La loro caratteristica principe era quella di operare da aeroporti improvvisati, ma in pratica la Luftwaffe preferì usare piccole basi aeree opportunamente realizzate. Questo rendeva la logistica più semplice per mantenere operativo un cacciabombardiere che per quanto piccolo richiedeva pur sempre 1600 litri di carburante per un pieno dei soli serbatoi interni.


Nel frattempo l'Esercito (Bundeswher) iniziò il riequipaggiamento con materiali essenzialmente americani. Originariamente la Germania Occidentale era priva di armamenti e forze armate, ma ben presto venne a far parte del CED (Comunità Europea di Difesa), promettendo 12 divisioni, aviazione e marina per un totale di 500,000 uomini. A causa del voto contrario della Francia, il progetto in parola non si concretizzò. La Gran Bretagna aiutò a quel punto la Germania ad entrare nell'UEO (Unione Europea Occidentale), permettendo la costituzione di un embrione delle forze armate tedesche, che per la seconda volta in meno di trenta anni rinaquero in modo semiclandestino. Con l'entrata nella NATO, 1955, ogni limitazioniTra l'altro, vennero forniti carri americani M47, rapidamente sostituiti dagli M48, semoventi d'artiglieria di vario genere e ben 500 M42 Duster,armati ciascuno con 2 cannoni da 40 mm. Questi ultimi mezzi, oramai dimenticati da tempo, sono stati i precursori del Flakpanzer Gepard, giudicato come il migliore veicolo della sua categoria entrato in servizio nella NATO.


La Bundesmarine ricominciò a dotarsi dei suoi famosi sottomarini. Essi erano contraddistini dalla sigla U-200, e i vari modelli vennero costruiti per essere più piccoli che possibile, partendo da mezzi che potevano essere considerati dei minisommergibili, da circa 100 tonnellate. Le differenti classi successivamente arrivate portarono il dislocamento a valori più confortevoli e in prospettiva, alla formidabile famiglia dei sommergibili U.209, che hanno costituito, con oltre 50 scafi completati, il maggior successo export per unità subaquee occidentali. Le prime classi di navi erano le fregate classe Koln e i caccia classe Amburg, armati per lo più con cannoni francesi da 100 mm, mentre una flottiglia di navi più piccole veniva costruita per operazioni principalmente per il Baltico, in funzione antisovietica.

La seconda fase

Ad un certo punto entrarono in servizio materiali di concezione nazionale, o ampiamente rielaborati in ambito europeo. A parte i mezzi corazzati, di cui si dirà in seguito, questa fu l'epoca dello Starfighter. Durante i primi anni '60 arrivarono in servizio gli F-104G nella versione sviluppata per l'Europa, un'operazione guidata dalla Germania (G sta per Germania): oltre 2,000 macchine vennero prodotte, e ben 950 andarono alla Luftwaffe (altre ancora alla Marineflieger). Per capire tale numero, l'AMI italiana ne ebbe in tutto 149 (105 caccia, 20 ricognitori, 24 addestratori). Hartmann si oppose alla loro entrata in servizio: la Luftwaffe non era ancora pronta operativamente alla gestione di tali macchine così sofisticate, da immettere in servizio dopo circa 5 anni dalla rinascita del servizio. La Lufwaffe aveva bisogno di macchine intermedie, come gli F-100 e gli F-5, ma questo non avvenne e oltre 250 F-104 tedeschi caddero negli anni successivi, per lo più impiegati in missioni a volo radente in condizioni meteo avverse. La piccola ala dava grande stabilità alla macchina, ma non era affatto ideale per la maneggevolezza e la controllabilità in assetti limite, con fenomeni quali l'autorotazione e il superstallo sempre in agguato. Tuttavia come macchina da attacco nucleare e ricognitore aveva raggio d'azione e velocità eccellenti per un velivolo della sua generazione e rimase un potente asset per la Germania Occidentale fino agli anni '80, quando venne sostituito dal Tornado.

Anche due stormi navali ebbero l'F-104G: essi ebbero (anni '70) l'ottimizzazione per i missili antinave Kormoran, acquistati in 350 Mk 1 e 175 Mk 2 a partire dal 1975 circa. Si trattava di un arma potente, e gli F-104G potevano così attaccare da distanze fino ad oltre 30 km ogni nave che localizzavano al radar. Essi erano e rimasero gli unici F-104 armati di missili a guida radar per l'attacco di obiettivi di superficie, ma i 2 Kormoran subalari erano quasi al limite delle loro capacità di carico.

Culmine della Guerra Fredda

Negli anni '80, all'epoca della fase culminante della Guerra Fredda, anche lo strumento militare della Germania Occidentale era stato portato ai massimi livelli di efficienza e potenza.

L'esercito tedesco era all'epoca con una doppia struttura, quello da campagna e quello territoriale. Il primo era costituito da 12 divisioni, secondo gli accordi di Parigi del 1954 relativi alla limitazione degli armamenti tedeschi. 30 anni dopo, il potenziale offensivo e per azioni a lungo raggio dell'Heer era dato dal Feeldheer, suddiviso in:

  • 3 corpi d'armata (basati a Munster, Ulma e Coblenza). Essi sono costituiti da:
  • 12 Divisioni di cui 6 corazzate e 4 meccanizzate, una aviotrasportata e una da montagna. Esse sono costituite da:
  • 36 Brigate, di cui 17 corazzate, 15 meccanizzate, 1 da montagna, 3 aviotrasportate. Esse sono costituite da:
  • 66 battaglioni carri, 62 meccanizzati, 33 artiglieria corazzata, 4 da montagna, 9 paracadutisti. Assieme a questi erano presenti:
  • 7 reggimenti d'artiglieria di corpo d'armata, 11 d'artiglieria divisionale, 4 battaglioni missili superficie-superficie, 11 reggimenti esploranti, 11 reggimenti antiaerei Gepard, 4 reggimenti antiaerei (Roland e Rh.202).


In aggiunta vi erano: 3 comandi aviazione dell'esercito con un reggimento l'uno (specializzati nel trasporto pesante, attacco e impiego generale) e un reggimento misto aviazione dell'esercito.

L'esercito territoriale era incaricato di eseguire, principalmente, la difesa della madrepatria, costituito sostanzialmente dall'equivalente della Guardia Nazionale Americana. Esso era suddiviso in:

  • 3 comandi territoriali
  • 5 distretti militari
  • 29 comandi di regione militare
  • 80 comandi di sottoregione militare

In termini di forze disponibili:

  • 6 brigate per la difesa territoriale, ciascuna su 2 battaglioni carri, 2 fanteria e 1 artiglieria
  • 6 brigate per la difesa territoriale uguali alle altre eccetto che per la presenza di un solo battaglione carri
  • 4 comandi logistici territoriali
  • 15 reggimenti per la difesa territoriale
  • 150 compagnie
  • 324 plotoni di sicurezza
  • Reparti aggiuntivi di supporto

Il Primo corpo d'Armata disponeva di 3 divisioni corazzate, pertanto aveva la maggiore capacità di combattimento di tutta la Bundeswher. Esso era affiancato dal 2 Corpo d'armata, con 1 divisione corazzata, 1 meccanizzata, la divisione da montagna e il comando di quella aerotrasportata, che però aveva le sue tre brigate suddivise tra tutti i corpi d'armata. Il 3° Corpo era dotto di due divisioni corazzate e una meccanizzata. Un'ultima divisione, autonoma, operava in coordinazione con l'esercito danese.

L'esercito territoriale era invece ripartito in 3 comandi: Nord, Sud e S.Holstein. Essi erano dotati di 12 gruppi, 15 reggimenti e 150 compagnie. I gruppi erano praticamente delle brigate corazzate, i reggimenti erano equiparabili a battaglini, le compagnie e i plotoni erano dedicati a compiti di difesa puramente locale. L'Esercito territoriale presiedeva anche le scuole dell'esercito. Infine della Bundeswher faceva parte anche la Guardia di Frontiera, capace di mobilitare 20,000 uomini per il controllo della frontiera con la GDR, per una profondità di circa 30 km. Strutturato in quattro comandi,basati su battaglioni, e comprendente anche il famoso gruppo antiterrorismo GSC9.

Equipaggiamenti della Bundeswher

In termini numerici e di equipaggiamento, l'esercito tedesco-occidentale era, attorno al 1984, la maggiore forza terrestre di tutta la NATO europea. Essa comprendeva 495.000 uomini (altre fonti parlano di un totale minore, dell'ordine dei 430.000), 230.000 dei quali di leva, che all'epoca durava 15 mesi. In caso di mobilitazione si sarebbe però giunti a 1.250.000 uomini (oppure 1.100.000 circa). L'intero esercito sovietico aveva, all'epoca, una forza di pace di 1,8 milioni, pertanto questo dava l'idea del valore dei numeri schierabili dalla Germania Ovest, che era anche difesa dalle truppe della NATO tra cui il BAOR (British Army of the Rhine), capace da solo di convogliare quasi tutto l'esercito di campagna inglese. Per dare un'idea dell'entità dell'esercito tedesco, questo era simile in taglia solo a quello turco, mentre l'E.I. comprendeva circa 258.000 uomini suddivisi in 22 brigate e unità minoti.

In termini di equipaggiamenti, giova ricordare che la maggior parte della forza dell'esercito tedesco era data da una spinta meccanizzazione, per valorizzare al massimo e al meglio le capacità operative delle singole unità. Questo suona in netto contrasto con quanto accadde all'esordio dei mezzi corazzati, quando le forze armate del Kaiser, anche se ben provviste di artiglierie pesanti, rimasero per quasi tutta la Grande guerra prive di mezzi corazzati, i quali arrivarono in piccole quantità prevalentemente nella forma degli A7V.

Nel periodo interguerra i tedeschi appresero bene la lezione della Prima guerra mondiale e gli insegnamenti teorici di Fuller e Liddel Hart. Cooperando con i sovietici a Kazan ottennero nuove idee e tecnologie per i loro carri armati, i successori della cavalleria pesante medioevale e futuri dominatori di ogni scontro in movimento. Nonostante i divieti alleati, i tedeschi si equipaggiarono di carri armati come i Panzer 1 e 2, ma questi erano solo marginalmente utili per compiti di combattimento. Nonostante ciò, essi costituirono per i primi 2 anni il nucleo della forza corazzata della Bundeswher, e nonostante fossero considerati dagli stessi tedeschi macchine d'addestramento e preparazione, essi ottennero strepitosi successi nel 1939-40, grazie alla concezione moderna del loro impiego a massa, sfondando le linee nemiche e lasciando all'aviazione e all'artiglieria l'attacco contro i carri armati nemici, spesso (esempi pratici erano i SUMUA S.35, Char B1 e Matilda) letteralmente invulnerabili ai Panzer. L'uso accorto di piccole quantità dei nuovi Panzer III e IV, e dei carri cecoslovacchi Pz.35 e LT-38 consentì di ottenere talvolta anche la sconfitta di potenti forze corazzate nemiche. Dopo qualche anno, la necessità di riequipaggiare le forze armate tedesche. I nuovi Panzer III e IV si dimostrarono inferiori ai T-34 sovietici, e venne accellerato lo sviluppo del Tiger, oltre che iniziato quello del Panther (originariamente addirittura si pensò di clonare direttamente il T-34, ma il suo motore leggero, di derivazione aeronautica richiedeva prezioso alluminio, destinato all'aviazione primariamente). Nel frattempo si diedero cannoni più potenti ai Panzer III e IV, si costruirono cacciacarri e cannoni d'assalto e si usò in maniera spregiudicata i cannoni da 50, 75 e 88 mm in azioni controcarro, spesso con eccellenti esiti. Il Pak 40 da 75mm, con 154 mm perforabili a 500 m era un cannone eccezionale, pesante appena 1500 kg e capace di essere movimentato rapidamente, come anche di trovare spazio sul modesto scafo del Panzer II che diventà il Marder.

Tutti i tentativi tedeschi di vincere la guerra si infransero tuttavia a Stalingrado, El-Alamein, e sopratutto a Kursk. Alla fine la Germania era un paese distrutto, ma la sua tecnologia e i suoi progettisti rimasero. Nel dopoguerra la Germania sfruttò le competenze rimaste per realizzare quello che venne definito la famiglia dei 'felini', dei quali il più famoso e prodotto è il Leopard, definito come il miglior carro dell'epoca, per l'equilibrio in mobilità, potenza di fuoco, protezione. Quest'ultima era sacrificata alla mobilità, nell'assunzione che i nuovi missili controcarro erano troppo difficili da contrastare data la loro penetrazione, e così era meglio muoversi rapidamente e esporsi per tempi minimi al fuoco. La competizione tra AMX-30 e Leopard ebbe luogo con la supervisione dell'Esercito italiano, anch'esso operatore dei carri Patton e interessato alla loro sostituzione. La vittoria non fu univoca, e i francesi adottarono il loro carro, mentre i tedeschi si ritennero soddisfatti del Leopard e ordinarono 1500 cannoni L7 in Gran Bretagna. Era questo il cannone NATO più promettente, e venne adottato da tutti i progetti dell'epoca eccetto l'AMX-30. Negli USA sostituì il pezzo da 90 mm della genealogia Patton e venne prodotto come M68. Il Leopard doveva molto alla progettazione dei carri tedeschi del periodo bellico come concezione generale, mentre tecnologicamente era simile all'M47-M48, specie in merito all'impostazione del sistema di tiro.

Dotato di eccellente mobilità grazie al diesel MTU 833 da 840hp, il Leopard 1 era simile in massa al Panther. Ma mentre questo era afflitto da un sistema motore sottopotenziato e inaffidabile da 700hp, a benzina, il Leopard era eccellentemente progettato, aveva un'alta velocità, capacità di percorrere oltre 600 km su strada e persino di guadare corsi d'acqua di oltre 5 metri con preparazione, tanto che venne provata la sua capacità di attraversare il Reno. I sistemi ottici erano di prim'ordine con un periscopio capace di 20 ingrandimenti per il capocarro e un telemetro ottico con 1,7m di base e 16 ingrandimenti. Restava però la corazza inadeguata, essendo spessa solo 35 mm sui fianchi, 70 mm sul frontale scafo, e infatti il carro era richiesto come 'resistente al 20 mm' soltanto. I Leopard entrarono in servizio a cominciare dal 1965 e la produzione totalizzò 2437 carri al 1979, quando arrivò il Leopard 2. Nel frattempo il veicolo diventò il carro NATO per eccellenza, surclassando i mezzi inglesi e americani che ebbero davvero poca fortuna in Europa (solo l'Italia adottò l'M60, per esempio). Il rivale AMX-30 ebbe invece un ruolo minore, afflitto dal suo principale problema: l'inaffidabilità del propulsore, tanto che in Spagna l'AMX-30E è stato considerato meno soddisfacente dell'M48 e in seguito aggiornato con lo stesso motore del Leopard 1.

I limiti del Leopard vennero via via curati con nuovi aggiornamenti. I leopard aggiornati allo standard A1A1 ebbero corazze aggiuntive spaziate sulla torretta, i 213 Leopard A3 ebbero una nuova torretta saldata con 1,2 m3 di volume in più, mentre i Leopard A2 ebbero un sistema di stabilizzazione per consentire il tiro in movimento, almeno limitatamente. La vera innovazione arrivò con i Leopard 1A4, gli ultimi 250 esemplari prodotti con il sistema COBELDA con computer e telemetro laser per il tiro, antisignano dell'EMES 15 del successivo Leopard 2. Questo sistema divenne standard per i Leopard 1A5, ovvero 1300 vecchi A1 aggiornati al nuovo standard, ma questo non si verificò prima del 1987 e così la partecipazione di tali nuovi mezzi alla Guerra fredda fu marginale. Non si può completare la breve disamina sul Leopard senza citare le versioni speciali, che nell'Esercito tedesco trovavano ampio impiego: uno ogni tre scafi Leopard non era un carro armato e si trattava precisamente di ben 544 carri soccorso, 36 pionieri, 105 gittaponte (capaci di stendere ponti lunghi fino a 22 metri, una delle maggiori distanze copribili da un carro gettaponte), 420 Gepard (vedi sotto), 60 carri scuola guida, privi di cannone ma con una torretta simile a quella di una gru civile, da dove all'allievo viene fatto pilotare il veicolo.

Al 1983 i battaglioni carri tedeschi erano in piena trasformazione. Originariamente erano 3 per brigata, ciascuno su 41 mezzi. Ma già l'anno successivo l'organico era indicato in soli 2 battaglioni, dotati però di 55 carri. Le divisioni corazzate con il precedente sistema avevano 123x2 (brigate corazzate) +41(brigata meccanizzata) carri, mentre successivamente esse ebbero 110 carri per brigata corazzata e 55 per brigata meccanizzata. Il totale della divisione corazzata tedesca attorno al 1983 era quindi di 287 carri, 206 per le divisioni meccanizzate. Dopo i totali divennero 275 e 220.

La divisione corazzata era la principale unità da combattimento dell'Heer, e veniva potenziata di continuo con nuovi materiali. Il più pesante e impressionante di tutti era il Leopard 2. Questo nuovo veicolo naque come successore al previsto carro tedesco-americano MBT-70, che naufragò a seguito di ogni sorta di difficoltà tecnica (esempio, il cannone lanciamissili, il guidatore sistemato in torretta, il cannone da 20mm retrattile per la difesa antiaerea etc.). Gli americani andarono per la loro strada e produssero l'M1 Abrams, caratterizzato da costi elevati, una piccola e assetata turbina a gas capace di 1,500 hp e ancora il vecchio cannone M68, seppure migliorato con munizioni e sistema di tiro differente. L'unica cosa che i due carri ancora condividevano era la corazza di tipo stratificato-composito, che era comunque arrangiata in maniera differente. E' altamente verosimile che il carro americano fosse meglio protetto, almeno giudicando da alcuni fatti: esso aveva un armamento più leggero, come anche più leggero era il motore, mentre la massa totale era simile (circa 55 t) ma lo scafo del mezzo statunitense era più piccolo e basso. Peraltro la torretta era più grande, ospitando quasi tutta la dotazione munizioni nella controcarena.

In ogni caso, alla sua apparizione -attorno al 1979- il Leopard 2 era considerato il miglior carro a livello mondiale e stabilì standard di qualità mondiali. Esso aveva corazza composita, motore turbodiesel da 1500 hp e cannone da 120mm. Quest'ultimo era un progetto Rheinmetall, e sebbene più pesante (2000 kg contro 1250 per la massa oscillante) del 105 mm esso aveva una potenza e una compattezza straordinarie. Differentemente dalla scuola inglese e similmente a quanto fatto dai sovietici fin con il T-62, si trattava di un cannone a canna liscia. Questo consentiva pressioni di esercizio molto elevate senza eccessiva usura, ma imponeva proiettili con alette di stabilizzazione e impediva l'uso di alcuni tipi come le granate HESH e al fosforo. Di fatto, il Leopard 2 utilizzava solo munizioni APFSDS e HEAT/MP ovvero perforanti decalibrate stabilizzate ad alette e anticarro-multiruolo. Le granate originarie come la DM-12 HEAT e la DM-23 perforante erano sufficienti contro i carri sovietici, che risultavano assai difficili da distruggere con i cannoni da 105 mm (specialmente con le munizioni allora disponibili). Il 120 mm, capace di perforare oltre 500 mm d'acciaio a 2 km era oltretutto suscettibile di future migliorie. La compattezza era estrema, con una lunghezza di soli 44 calibri, praticamente non diversa dal 105/51 mm precedente.

Il Leopard 2 aveva una mobilità eccellente per un simile mostro corazzato, riuscendo ad erogare 27hp/ton contro i 20-21 del Leopard 1. Aveva una corazza multistrato che lo rendeva frontalmente pressochè invulnerabile a quasi ogni arma nemica, e un sistema di tiro comprendente un apparato termico di mira montato nella parte anteriore destra della torretta (peraltro causando un punto debole nella zona), un sistema computerizzato di tiro, un telemetro laser e un sistema di stabilizzazione con ottica master, asservito cioè alla linea di mira. In altre parole, questo mezzo era capace di ottenere una decisiva superiorità sul campo di battaglia, specialmente in occasione di impiego su ampi campi di tiro e-o di notte. L'unico limite era dato dalle munizioni, solo 42 di cui la metà nello scafo, a costituire ancora un certo pericolo potenziale in caso di perforazione, per esempio dai fianchi.

In sostanza, il Leopard 2 assumeva il ruolo del Tiger I, ma con in più una notevole mobilità e in meno una dotazione proiettili esattamente dimezzata. La sua corazza speciale gli dava un aspetto squadrato, ricordante quello del Tiger, di cui aveva anche quasi esattamente la stessa massa: attorno alle 55 tonnellate. Lo scafo era però più lungo e la torretta più bassa.

La potenza del Leopard 2 venne apprezzata rapidamente con ordini giunti dall'Olanda, dalla Svizzera e successivamente da varie altre nazioni. Al 1983 erano stati ordinati 1800 veicoli e circa 700 già prodotti, al ritmo di circa 150 l'anno. In tutto si sarebbe arrivati a non meno di 1950 veicoli, altre fonti parlano di oltre 2100, solo per la Bundeswher. Nel frattempo gli M1 Abrams erano stati a loro volta aggiornati, e l'elemento più debole del sistema d'arma, il cannone, venne sostituito con l'M256, ovvero il Rheinmetall del Leopard 2. L'M1A1 entrò in produzione nel 1985 e almeno per un anno condivise la linea con il precedente M1 IP, con cui condivideva la protezione sensibilimente superiore rispetto ai 2300 M1 base prodotti fino al 1984. Un certo numero di carri M48, circa 650, vennero aggiornati allo standard M48G, con un cannone da 105 mm e altri aggiornamenti, che li rendevano simili ai Leopard, meno veloci ma più protetti dei mezzi tedeschi. Essi vennero distribuiti alle forze territoriali, aggiornati a partire dagli anni '70.


Le unità meccanizzate tedesche non erano però solo basate sui carri, ma su un complesso armonico di veicoli da combattimento, tutti capaci di notevoli prestazioni.

Compagno del Leopard 1/2 era il Marder, prodotto come veicolo per trasportare una squadra di fanti assieme al Leopard, nell'assunto che fanteria e carri devono operare insieme in battaglia. Il Marder è stato il primo IFV o MICV della NATO. Esso era straordinariamente dispendioso se comparato all'M113 (che in Italia venne aggiornato come VCC, essenziamente con una lastra di 6 mm di acciaio aggiunto e feritoie di tiro). Il Marder era il successore di un veicolo precedente, di disegno svizzero, già armato di un cannone da 20mm in torretta, ma non prodotto in quantità e giudicato un poco insoddisfacente. Il Marder riprendeva il cannone da 20mm, ma si trattava di una mitragliera Rheinmetall Rh-202, capace di sparare fino a 1000 c. minuto e 1000 m/sec di velocità iniziale. Essa venne sistemata in una torretta KUKA biposto, ma con l'equipaggio sistemato nello scafo. Capace di elevarsi da -17 a +65 gradi, il cannone e la mitragliatrice MG 3 coassiale potevano battere anche bersagli aerei lenti, come gli elicotteri, o sparare in fortissima depressione (notevole vantaggio tattico sparando a scafo sotto). Un'altra mitragliatrice era sistemata, telecomandata, dietro tale torretta, e in tutto vi erano 1250 colpi da 20 mm e 5000 da 7,62. Ad un certo punto -ma la modifica non venne mai generalizzata, forse giusto un carro per plotone, venne aggiunto un lanciamissili MILAN con 6 armi di ricarica. Questo ridusse il numero dei fanti trasportati, già appena 6, di una unità e il lanciamissili era di difficile uso essendo necessario esporsi per spararlo. Alcuni veicoli erano già stati aggiornati al 1983. Il Marder contava su di una robusta protezione e 6 lanciagranate nebbiongene, all'epoca tutt'altro che diffuse, mentre il motore erogava ben 600 hp (ovvero 3 volte la potenza di un M113). Non era anfibio, ma capace di guadi profondi, dotato di sistemi di visione notturne e protezione NBC. Nonostante il costo elevatissimo, che ne precluse l'acquisto da parte di altri eserciti, il Marder venne prodotto in non meno di 2136 esemplari tra il 1970 e il 1976. Nei battaglioni di fanteria meccanizzata ve n'erano 46 unità, ovvero fino a 92 in brigate meccanizzate.

Nel frattempo entrò in produzione anche il Gepard, un sistema antiaereo basato sullo scafo Leopard ma con un nuovo armamento in una torretta: 2 cannoni GDF svizzeri, capaci di 1100 colpi al minuto, gittata circa 3,5 km, massima 9 km. Erano disponibili un radar di ricerca e uno di controllo del tiro, come anche un sistema ottico di tiro contro bersagli terrestri. Alcuni Gepard (al 1983)avevano anche un telemetro laser collegato al computer analogico di tiro. Con una robusta corazza e 660 colpi disponibili, il Gepard era un semovente ideale per la lotta antiaerea in prima linea, ma anche pesante e costoso. Venne prodotto anche per Olanda (95) e Belgio (55) ma nessun altro cliente osò comprerarlo. La Germania, ancora una volta, non esitò ad investire ingenti somme per la sua rapida acquisizione, e i 500 modesti M42 Duster, sistemi solo chiarotempo e senza protezione per l'equipaggio, vennero sostituiti in un rapporto di quasi parità da 420 Gepard, prodotti dal 1976 al 1980 al ritmo di 100 all'anno circa. Essi nel 1983-84 equipaggiavano 11 reggimenti contraerei e la gittata e la precisione delle loro armi ponevano a qualunque attaccante problemi non indifferenti da superare. Per confronto, all'epoca la Francia aveva solo 60 vecchi semoventi AMX-13VDA, la Gran Bretagna aveva i primi Tracked Rapier mentre l'Italia non aveva nulla, essendo il SIDAM ben lungi dall'apparire fino ai tardi anni '80.

Per quello che riguarda gli altri equipaggiamenti, erano in fase di acquisizione i primi 400 Transportpanzer 6x6 ruotati, pesanti veicoli per impieghi speciali come le contromisure elettroniche e il posto comando. Erano facilmente riconoscibili per il larghissimo parabrezza blindato anteriore, simile a quello di un normale furgone. Gli M113, relegati per lo più all'esercito territoriale e alle unità di fanteria meccanizzata erano oltre 3,000. Notevole la presenza di cacciacarri cingolati Jaguar con cannone da 90 mm o missili HOT (1+10 di riserva), mentre la ricognizione era affidata a 408 Luchs, le autoblindo più pesanti -19,5t-tra tutte quelle disponibili all'epoca. Esse vennero costruite con scarsa attenzione per la potenza di fuoco, limitata ad un cannone da 20 mm con 375 colpi e una mitragliatrice, ma la loro caratteristica principale era la mobilità, essendo 8x8 e capaci di circa 800 di autonomia su strada, oltre che anfibie. La protezione frontale arrivava a proteggerle da armi da 20 mm mentre la laterale era sufficiente per le schegge e armi leggere.

Al riguardo dell'artiglieria vi era infine la presenza di un numero, in aumento, di Marder versione antiaerea, ovvero con missili Roland. Avevano un radar di scoperta, uno di tiro, apparti optronici, 2 rampe missili Roland e caratteristica unica, due caricatori da quattro missili per ricaricare le rampe. Essi erano stati ordinati in non meno di 144 esemplari. I Roland 2 avevano una velocità di mach 1,5, gittata di circa 6 km e quota massima di 0,02-5,5 km. I successivi Roland 3, entrati in servizio in pochi esemplari dal 1988, arrivavano a 1,8 mach, 7 km di gittata e 6 di tangenza, oltre ad avere una testata piu potente. Sembra che la testata dei Roland fosse HEAT-frammentazione, molto inusuale per un SAM, forse per dargli anche capacità controcarro tramite il sistema di mira ottico.

Le armi d'artiglieria erano in buona parte americane: i battaglioni delle brigate corazzate e meccanizzate avevano tre batterie con 18 M109G , versione modificata capace di raggiungere i 18 km di gittata, diventando così comaprabile con il sovietico 2S3 (17 km) e meglio rispetto ai 14,5 km dell'M109 originale. Ogni divisione aveva così non meno di 54 M109, i principali e meglio riusciti tra i semoventi d'artiglieria NATO.

Gli M110 e i LARS erano sistemati per l'artiglieria divisionale, con i primi atti a sparare granate varie, tra cui quelle nucleari, i secondi erano armi di concezione tedesca, giunti alla versione LARS 2 con un nuovo autocarro MAN 6x6, non corazzato ma molto più mobile del precedente chassis. Essi avevano 36 razzi da 110mm con gittata di 14 km ognuno, e una o forse due batterie da 8 sistemi l'una erano presenti per ogni divisione. Tra le varie testate, quelle esplosive e quelle con mine controcarro AT-2 per stoppare rapidamente eventuali puntate di mezzi corazzati. Per il resto il LARS, successivamente sostituito dall'MLRS a partire dai primi anni '90 (programmato originariamente in ben 202 sistemi, contro i 22 italiani e olandesi) non era nulla di speciale. Il 'dirimpettaio' schierato dal Patto di Varsavia, il BM-21, aveva 40 razzi da 122 mm con raggio di 20,5 km. Nondimeno, i 209 LARS II dell'Heer erano la principale forza MLR NATO fino all'arrivo di ingenti quantità di MLRS, che però avvenne solo dopo 15 anni di servizio, essendo i LARS 1 entrati in linea dal 1969.

Infine vi era l'artiglieria trainata, oramai basata su 212 cannoni obici FH-70, potenti e moderne armi da 155/39 mm con 24 km di gittata massima e un APU (Auxiliary Power Unit) per i movimenti autonomi su breve distanza. Da questo programma trinazionale (l'Italia ordinò 162 pezzi, la Gran Bretagna 71) doveva derivare anche il semovente SP-70, ma il programma, trascinatosi dietro incertezze e difficoltà varie, venne abbandonato dalla Germania nel 1987, decretandone la fine. L'artiglieria da montagna, infine, aveva il pezzo più piccolo, ovvero il Modello 56 da 105 mm, obice di successo della Oto-Melara, in quanto someggiabile e di leggera costruzione, anche se di ridotta gittata massima.

La contraerea leggera contava molte mitragliere Rh-202, già viste con i Marder e Luchs. Esse erano istallate in un gran numero di affusti binati, dotati di sistema computerizzato P56 per il controllo del tiro, motorino a due tempi (sotto il sedile del cannoniere) per azionare l'impianto ad una velocità di ben 80°-sec in azimuth, 48 in elevazione. Gittata utile 2 km, massima in quota 4,5 e sull'orizzonte 6 km. Esso pesava ben 2100 kg (il similare ZU-23 sovietico, più semplice ma con armi ancora più potenti da 23mm pesa appena 950 kg), ma possedeva sia il sistema di brandeggio motorizzato che 560 colpi di pronto impiego, potendoli scagliare a 2.000 colpi al minuto contro ogni tipo di bersaglio nel raggio di 2 km. Per fare un esempio, il Flakvierling tedesco con 4 armi da 20 mm del periodo bellico arrivava a 1,600 colpi min. ed era inferiore in ogni altro aspetto, dalla velocità iniziale a quella di brandeggio. Usato alle Falklands dagli argentini, ottenne qualche successo aereo ma non impedì la disfatta di Goose Green ,dove sei di questi sistemi -e 2 da 35 mm- vennero catturati dagli inglesi.

L'armamento comprendeva anche missili nucleari, gli americani Lance, con 4 battaglioni dotati di 24 rampe missili, utilizzabili con una testata nucleare da 212 kg entro un raggio di oltre 120 km.Erano armi a propellente solido, compatte e precise. Vennero radiate negli anni '90.

Quanto all'equipaggiamento per la fanteria, esso si basava sui fucili H&K G3, mitragliatrici MG 3, lanciarazzi Panzerfaust, missili MILAN, mortai israeliani Soltam o finlandesi Tampella da 120 mm. Non vi erano all'epoca missili come gli Stinger in distribuzione.

Infine, l'aviazione dell'Esercito era anch'essa un elemento importante della struttura. Esso aveva all'epoca una dotazione imponente di macchine: 107 elicotteri CH-53G, numerosi UH-1D, Aluette III, e i nuovi BO-105. I CH-53, usati al posto dei soliti CH-47, erano la componente da trasporto pesante, un elicottero insolito perchè normalmente usato solo dai Marines e Israele. Essi erano capaci di trasportare ingentissime quantità di equipaggiamento e soldati. Non è chiaro se fossero migliori dei CH-47, di certo la loro struttura convenzionale (con trave di coda) li rendeva meno compatti, dimensionalmente parlando. I BO-105 erano presenti con la versione M per compiti vari, raramente armata con mitragliere, mentre era in corso un ordine per i ben più temibili BO-105P PAH-1. Questi elicotteri, molto piccoli e agili, dotati -per la prima volta per macchine di tali dimensioni- di due motori, nonchè di un rotore rigido, erano riccamente equipaggiati con dispositivi adatti per combattere in prima linea. Il loro armamento comprendeva 6 missili HOT, capaci di colpire con precisione e potenza (sono gli equivalenti europei dei TOW) bersagli posti fino a 4,25 km perforando, con la testata da 6 kg e 165 mm di calibro, non meno di 800 mm di acciaio. Pare che l'ordine fosse stato posto per circa 212 elicotteri PAH-1, non noti i tempi di consegna del lotto, ma certamente una volta consegnati avrebbero rappresentato il principale potenziale controcarro eliportato della NATO in Europa durante la Guerra Fredda, ben più numerosi dei 120 Gazelle 342M (4 HOT) e degli 80 Lynx inglesi (TOW) disponibili. I BO 105 vennero adottati in oltre 70 esemplari-28 con missili HOT- anche dalla Spagna mentre quelli olandesi non erano armati. Attualmente i BO 105 PAH-1, oramai piuttosto superati, aspettano ancora la sostituizione cone i Tigre PAH-2, che all'esatto contrario, sono stati un programma caratterizzato da inefficienze e ritardi con pochi eguali nella storia aereospaziale.

La Marina tedesca

Quanto alla Bundesmarine, essa discende direttamente dalla Kriegsmarine, che già si era 'rassegnata' a restare una realtà locale rispetto alla potenza delle flotte alleate, a cominciare dalla Royal Navy. Durante la Seconda guerra mondiale solo 2 corazzate tedesche vennero completate, mentre il mezzo di gran lunga più efficiente venne trovato nelle torpediniere e sopratutto, nei sommergibili. Finita la guerra e sciolta la Kriegsmarine, passarono circa 10 anni prima di assistere alla nascita della nuova Bundesmarine, e questa ebbe da subito una connotazione essenzialmente 'baltica', intesa a contrastare la flotta sovietica colà dislocata. Questo significò creare una flotta molto congrua numericamente, basata solo su di un piccolo nucleo di unità d'altura e un gran numero di sommergibili e navi minori.

Alla metà degli anni '80, la Bundesmarine comprendeva 31.800 uomini. In termini di unità navali, la situazione era la seguente:

  • Sommergibili: 6 Type 205, 18 Type 206, previsti 12 Type 211 a far tempo dal 1991-97
  • Navi d'altura: 3 Type Hamburg, 3 Type Lutjens, 3 Fregate Koln, 6 Bremen e altre 2 in programma
  • Corvette: 5 Type 420 'Thetis', sostituzione con 3 Type 423 dal 1991
  • Motocannoniere missilistiche: 10 Type 143, 10 Tye 143A, 20 Type 148.
  • Unità MCM: 2 Type 381A, 10 Type 331B 'Lindau', cacciamine costieri; 6 Type 551 ciascuna con 3 vascelli radioguidati HL351 Troika; 8 Type 341 Schutze, costieri; 10 Type 394 'Frauenlob', 8 Type 393 'Ariadne', dragamine litoranei
  • Unità anfibie: 22 Type 520, mezzi da sbarco semplici del tipo LCU, 22 Type 521 LCM
  • Ausiliarie: 10 navi classe 'Rhine' Type 401,402, 403, 14 navi rifornimento, 2 navi officina, 9 cisterne, 4 navi per intelligence, 160 mezzi navali minori.
  • MGF1: 48 Tornado IDS
  • MGF2: 43 F-104G e 10 TF-104G
  • MGF3: 14 Atlantic ASW, 5 Elint
  • MGF5: 22 Sea King Mk 22
  • 1 gruppo ricognitori con 26 F-104G
  • 1 gruppo elicotteri con 14 Westland Lynx HAS.Mk 88
  • 1 gruppo con 20 Dornier Do 28D-2 per collegamento, 1 Hansa HF32 ECM, 4 IAI Westwind e alcuni Piaggio P.149 per addestramento.

La Bundesmarine crebbe come forza costiera con un limitato numero di navi maggiori, essenzialmente rappresentate dalle unità classe Hamburg e dalle fregate classe Koln, 2,700 tonnellate, ordinate nel 1957. Esse avevano 3 cannoni da 100 mm e un lanciarazzi a quattro canne ASW. Gli Hamburg subirono un esteso refitting con 4 missili MM.38 Exocet al posto del cannone n.3, e sostituzione dei vecchi cannoni Bofors L60 con gli L70 prodotti su licenza dalla Breda. L'acquisto, durante gli anni '70 di 3 unità americane classe Adams modificate, ovvero i Lutjens, ebbe un effetto notevole, potendo a quel punto contare su navi armate con missili Tartar e in prospettiva, Standard SM-1MR, capaci di offrire copertura d'area ai gruppi della flotta tedesca contro gli attacchi aerei.

I missili Sea Sparrow, a più corto raggio, arrivarono con le fregate Bremen, di cui inizialmente erano previste 8 unità come variante nazionale del programma che generò anche le Kortenaer olandesi. Le Bremen tedesche, più veloci, naquero come piattaforme ASW capaci di far operare 2 elicotteri Lynx, anche se il numero comprato di questi ultimi non rendeva possibile equipaggiare con due elicotteri tutte le navi (14 contro un minimo di sedici). Con le Bremen arrivarono anche i missili Harpoon, di gittata molto superiore e molto più compatti degli MM.38 Exocet, arma standard tedesca per tutti gli anni '70. L'Exocet venne sviluppato come culmine di una lunga genia di armi sviluppate dall'Aerospatiale. Subito venne ordinato dalla Germania, dalla Royal Navy (300 missili) e dalla Marine Nationale. La Germania lo usò per rimodernare la sua componente di cacciatorpediniere, ma sopratutto per armare la flottiglia di navi missilistiche, precisamente quattro esemplari erano istallabili su ciascuna delle 40 Type 148 e Type 143, per un totale di ben 160 missili pronti al lancio. Alla massima dotazione di missili navali, la MMI italiana ha avuto imbarcati non più di 140 missili OTOMAT (12 sugli incrociatori, 32 per i cacciatorpediniere, 64 sulle fregate, 32 per i Pattugliatori di squadra, 12-14 sugli aliscafi missilistici).

Queste unità, simili alle francesi Combattante II e III (il cui progetto iniziale era in effetti tedesco, della Lurssen) differivano in stazza: le Type 148 o classe Classe Tiger entrarono in servizio a metà anni '70, avevano un dislocamento di 275 tonnellate e i nuovi cannoni OTO Melara a tiro rapido a prua, un cannone Bofors (forse prodotto dalla Breda) a poppa in una postazione aperta. A queste unità relativamente piccole ne seguì un modello migliorato, la Classe Albatross o type 143, 420 tonnellate di stazza e armate con un secondo cannone da 76 a poppa, oltre che con due lanciasiluri pesanti per attacco antinave. Esse hanno avuto un modello modificato nel Type 143A o Gepard, che sostituiva a poppa il cannone e i lanciasiluri con un sistema missilistico antiaereo RAM. Di questo sistema da difesa pensato contro i missili antinave (dotato del sistema IR dello Stinger e di un cercatore radar passivo, su corpo del missile Sidewinder con alette ripiegabili) la Germania è diventata il maggiore utente e patner europeo, ordinandone diverse centinaia.

I siluri pesanti erano istallati anche sui sommergibili, dotati tutti di otto tubi di lancio prodieri. Ogni tubo di lancio non aveva ricarica ma poteva essere sostituito con due mine. I sottomarini Type 206 avevano una caratteristica particolarmente importante: 2 contenitori sui fianchi, capaci di trasportare ognuno 12 mine senza rinunciare ai siluri interni. In tal modo ogni Type 206 poteva stendere fino a 40 mine oppure 24 con otto siluri per l'autodifesa. I siluri tedeschi dell'epoca erano tutti di tipo filoguidato con guida finale di tipo sonar attivo, ma non erano bivalenti, per cui per ingaggi di sottomarini o di navi di superficie bisognava utilizzare armi diverse. Le piccole dimensioni -450 t a pieno carico-impedivano di ospitare siluri di ricarica, questo spiega il numero elevato di tubi di lancio presenti.

I siluri usati erano il Seal e il Seeschlage, simili tra loro, ma con il primo dei due dotato di circa il doppio delle batterie e quindi, con potenza e peso maggiori. Eccetto che per la mancanza di polivalenza, per tutto il resto erano moderni siluri elettrici, dotati di filoguida, doppia velocità di navigazione per ottimizzare la distanza percorribile, sonar attivo-passivo per l'ingaggio finale. Il Seal era usato sia dalle navi che dai sottomarini, pesava 1370 kg di cui 260 di carica, poteva percorrere 28 km a 23 nodi, o 12 a 35. Lungo 6,08 m (6,55 con contenitore del cavo di guida a doppia anima, per consentire uno scambio di informazioni tra siluro e sottomarino), calibro 533 mm, era un'arma adatta alle acque basse del Baltico. Lo Seeschlage, pure prodotto dalla AEG-Telefunken, era dotato di dimensioni minori e di un sonar adatto alla scoperta di sottomarini. Le dimensioni erano molto inferiori, come anche la carica esplosiva: 533 mm di calibro, appena 4,15-4,62 m di lunghezza, peso 800-900 kg, testata 100 kg e raggio di 6-14 km a 23-35 nodi.

Le motocannoniere Type 143, dotate di 4 missili, 2 cannoni a tiro rapido e 2 siluri avevano pertanto una capacità d'attacco molto consistente. Entrarono in servizio dal 1976, alcuni anni dopo le più piccole 148, e nell'insieme hanno costituito per decenni la flotta di navi d'attacco più numerosa d'Europa, eccetto la marina Sovietica. Per appoggiare queste navi fu necessario comperare molte parti di rispetto (solo gli Exocet necessari per armarle tutte in una singola missione erano ben 160), e 10 navi armate classe Rhine vennero utilizzate. Queste erano navi di piccole dimensioni -2970t. ma armate con 4 cannoni da 40 mm e 2 da 100, tanto da essere utilizzabili anche come fregate costiere, oltre che navi da rifornimento per le squadriglie d'attacco e contromisure mine.

Un'altra componente notevole della Bundesmarine era quella relativa alla lotta antimine, particolarmente con i cacciamine Lindau modificati con il sistema Troika. Per evitare di essere coinvolti dalle esplosioni delle mine navali, i cacciamine devono usualmente avere uno scafo amagnetico. Usare il legno è stato a lungo la scelta obbligata, essendo questo quasi privo di traccia magnetica, ma la resistenza alle esplosioni è ridotta dalla fragilità della costruzione. La vetroresina o GRP è stata una scelta migliore, essendo capace di fornire una resistenza simile allo scafo in acciaio e una traccia magnetica ridottissima. Ma si tratta di strutture costose, estremamente inquinanti e difficili da costruire, e tedeschi e sovietici preferirono l'acciaio amagnetico, che consente di ottenere in maniera relativamente semplice uno scafo robusto e smagnetizzato quasi totalmente. Per correre meno rischi possibile, i tedeschi svilupparono il sistema Troika, che eliminava la necessità di inviare una nave con equipaggio su di un sospetto campo minato, essendo un singolo cacciamine capace di telecomandare 3 imbarcazioni da circa 25 metri munite di sistemi di dragaggio mine magnetiche e acustiche.

Aviazione di Marina

La componente dell'aviazione di marina, forte nel 1984 di 6.700 uomini, era un'altra caratteristica di valore per la Bundesmarine. Essendo le navi tedesche destinate ad operare nel Baltico e nel mare del Nord, esse sarebbero state sempre nel raggio d'azione degli aerei di base a terra, senza bisogno di costruire costose navi portaerei. 2 interi stormi vennero equipaggiati con gli F-104G, a partire dal 1975 circa equipaggiati di missili Kormoran. Dal 1982 uno di questi venne riequipaggiato con i Tornado IDS, divenendo la prima unità aerea tedesca con tale apparecchio, e ben presto anche l'altro venne riequipaggiato. I 96 Tornado di questi due stormi erano da soli tanto numerosi quanto tutte le macchine destinate all'AMI italiana, ed erano tutte ottimizzate per operare sul mare e eseguire attacchi antinave. I pattugliatori Atlantic erano capaci di eseguire la ricerca dei bersagli come di partecipare alla lotta antisommergibile delle unità di superficie. I Sea King vennero ad un certo punto testati con missili Sea Skua antinave, ma non se ne fece nulla, mentre questo non accadde mai con la loro piattaforma tipica, i Lynx, che basati sulle navi ebbero come compiti la lotta ASW e la designazione oltre l'orizzonte di missili Harpoon.


Aviazione

Stato al 1984:

Unità:

  • JBG 31, Tornado, Norvenich
  • JBG 32, Tornado, Lechfeld
  • 3.JBG 31 HFB 320ECM, Lechfeld
  • JBG 33, Tornado, Buchel
  • JBG 34, F-104G, Memmingen
  • JBG 35, F-4F, Pferdsfeld
  • JBG 36, F-4F, Hopsten
  • JBG 38, Tornado, Jever
  • JBG 41, Alpha Jet A, Hosum
  • JBG 43, Alpha Jet A, Oldenburg
  • JBG 44, Alpha Jet A, Furstenbruck
  • 3.JBG 49 P.149, idem
  • AG 51, RF-4E Phantom, Brembarten
  • AG 52, RF-4E, Leck
  • TG 61 C.160D, Landsberg
  • 3.LTG 61 UH-1D, idem
  • LTG 62, C.160D, Wunsdorf
  • LTG 63, C.160D, Honn
  • HG 64, UH-1D, Ahlhorn
  • JG 71, F-4F, Wittmundhaven
  • JG 74, F-4F, Neouburg
  • FBS, Boeing 707, vari, Colonia
  • AsubStff, T-37, T-38, Sheppard AFB
  • idem, George AFB
  • TTTE, Tornado, Cottesmore
  • LsW, F-104, MAnching
  • EStelle 61, vari, Manching
  • FGK 1, Pershing 1A, Landsberg
  • FGK 2, Pershing 1A, Geilenwerk
  • FRR 1, HAWK, Freising
  • FRR 2, Nike, Lich
  • FRR 3, HAWK, Heide
  • FRR 4, HAWK, Bremesworde
  • FRR 13, Nike, Soest
  • FRR 14, Nike, Oldendburg

Definizioni: AG Stormo ricognizione, AusbStff, Gruppo addestrativo, EStelle, Stabilimento sperimentale, FBS, gruppo missioni aeree speciali, FKG, Stormo missili, HG, Stormo elicotteri, JG, Stormo intercettori, JBG stormo cacciabombardieri, LTG Stromo trasporto aereo, LWS, unità spedizioni aviazione.

Totale, 1200 aerei, 650 dei quali da combattimento, 72 missili Pershing, 15 battaglioni missili SAM.


Nella sua terza fase, l'Aviazione tedesca introdusse in servizio, durante i tardi anni '70, gli Alpha Jet A, riccamente equipaggiati con sistemi avionici notevoli per la navigazione e attacco. Sostituirono i G.91R e tre stormi ne vennero equipaggiati con una squadriglia addestrativa basata a Beja, Portogallo. Gli Alpha Jet, bisognosi di un minimo di infrastrutture, nati come programma franco-tedesco, erano capaci di operare con un sistema ECM interno ALQ-73 sistemato al posto del secondo abitacolo, lancia-chaff, HUD con funzione CCIP, navigazione di precisione con sistema doppler e un programmatore-registratore di missione simile a quello del Tornado. Avevano un cannone da 27 mm BK 27 (uguale a quello del Tornado) con 120 colpi, e potevano trasportare fino a 2,5 tonnellate di carico. Con 1500 kg di bombe potevano decollare da piste di 500 metri e operare per 35 minuti a 200 km di distanza, oppure colpire a 380 km. Con profilo prevalentemente ad alta quota potevano arrivare a 550 km, mentre era possibile sostituire le bombe dei piloni interni con serbatoi per aumentare l'autonomia di volo, che come massimo, giunge ad oltre 2900 km grazie ai due piccoli ed economici turbofan. L'Alpha Jet ha anche eccellenti qualità di manovra e può volare a quasi 1000 kmh di velocità massima, competendo con molti dei cacciabombardieri 'veri' in termini di autonomia, agilità e carico bellico (per esempio, un MiG-21 ha un raggio di appena 370 km con 1000 kg di carico bellico). I limiti erano la mancanza di armi di precisione e di capacità ognitempo. Tra i compiti vi erano anche la ricognizione tattica e la lotta antielicottero, da compiere con l'eccellente cannone di bordo (oltre 1000 ms di velocità iniziale, 1700 colpi/min per proiettili da 265 grammi).

I Tornado entrarono in servizio con la Luftwaffe dall'agosto 1983 con non meno di 4 stormi completi, a cui venne dedicato il grosso dei 324 apparecchi ordinati. Essi divennero la macchina portante delle capacità operative tedesche, con possibilità mai prima d'allora raggiunte nell'attacco a bassa quota e ognitempo. Esse erano simili al Su-24 o all'F-111, ma molto più compatte, tanto da dover portare sempre sotto le ali le ECM e serbatoi ausiliari. Tra i carichi vi erano le spezzoniere MW-1, ordinate in oltre 300 esemplari. Essi erano enormi contenitori con 112 tubi l'uno, pesanti oltre 4,5 tonnellate e capaci di portare submunizioni di vario genere. Con le bomblets KB-44 arrivavano a oltre 4700 ordigni controcarri da disseminare su aree fino a 400x4800 metri, regolabili dall'operatore dei sistemi d'arma. Altre munizioni alternative erano 672 MIFF, mine anticarro. Il gruppo 2 di armamenti era contro gli aeroporti, non disponibile fino alla fine degli anni '80. Comprendeva bombe antipista STABO, mine antipista MUSA e MUSPA e bombe anti-shelter ASW. Fino a 224 bombe antipista o varie combinazioni di bombe e mine potevano essere selezionate. L'AMI italiana richiese un centinaio di MW-1 con munizionamento STABO. Non si sa molto dell'efficienza reale dell'MW-1, molto pesante e impossibile da portare per altri aerei eccetto il Tornado. Di fatto non è stato mai impiegato in combattimento, nemmeno dall'AMI in Desert Storm. Apparentemente, l'uso di più semplici e leggere bombe a grappolo, con submunizioni ottimizzate per i vari ruoli è stato preferito a questa tipologia di armamento, e attualmente i Tornado volano con BL-755, Mk 20 Rockeye o altri tipi simili. Usare le MW-1 sopra un campo di battaglia, sottoposti al fuoco dei reparti corazzati sovietici non dev'essere stato considerato una opzione molto sensata, anche perché il costoso Tornado non nasceva certo come macchina d'appoggio ravvicinato, alla mercè anche di un semplice lanciamissili Strela portatile.

I Phantom II vennero scelti con la versione F, un modello semplificato dell'E, senza missili AIM-7 Sparrow. Ordinati in 175 esemplari, entrati in servizio nel 1972-75, erano in servizio negli stormi JG-71,72,73,74. Due degli stormi erano da caccia, gli altri cacciabombardieri. Al 1984 vi erano state alcune modifiche significative, come la compatibilità con missili AIM-9L recentemente aggiunta, e la possibilità di lanciare un paio di missili AGM-65 B Maverick. Per il resto i Phantom avevano bombe da 227 kg e razziere. Il programma ICE, lungo e tribolato (iniziò non dopo il 1983), non portò prima del 1992 qualche Phantom modificato ai reparti, iniziando con il JG-71. Questo programma verteva sull'aggiornamento avionico, specialmente con l'APG-65, e missili AMRAAM, che però vennero ordinati in pochi esemplari e forniti solo nei tardi anni '90. Prima ancora degli F-4F vennero ordinati gli RF-4E, ben 88 macchine ordinate attorno al 1969. Normalmente gli RF-4E sono stati ordinati in una dozzina d'esemplari, sufficienti per uno squadrone, come accaduto per il Giappone e altre nazioni. Nel caso della Germania Occidentale ne sono stati ordinati a sufficienza per due stormi (tutti gli RF-4E sono stati realizzati in 160 esemplari), ed essendo tanto numerosi e capaci, a partire dai primi anni '80 sono stati modificati per un doppio ruolo, quello di cacciabombardieri-ricognitori con un massimo di 2270 kg di bombe. Verso la fine degli anni '80 persero questa capacità ritornando solo ricognitori.

I Transall C-160D simili in capacità ai C-130 (16 tonnellate su distanze di 2500 km) vennero ordinati in 110 esemplari, ma al 1984 20 erano stati girati alla Turchia. L'addestramento dei piloti tedeschi si svolgeva prevalentemente negli USA a Sheppard presso il TWF 80 con i T-37 e T-38 pagati dalla Germania e usati con insegne americane. Alla base aerea di George vi erano anche 10 F-4E per l'addestramento avanzato, mai inviati in Europa.

Altre forze erano date dagli elicotteri UH-1D, comprati in 135 esemplari ed in servizio in 110 unità attorno al 1984.

La componente nucleare e di difesa aerea missilistica erano due delle più importanti della Luftwaffe. Questa disponeva, al 1984, di sei reggimenti di missili con 15 battaglioni di Nike Hercules e di HAWK (39 batterie solo considerando quest'ultimo). Altri missili che stavano entrando in servizio all'epoca erano i Roland 2 su autocarro pesante MAN, ordinati in 96 esemplari e simili, piattaforma a parte, alla versione su scafo Marder. Cannoni antiaerei Rh-202 erano presenti per la difesa delle basi contro incursori a bassa quota, ma non erano capaci di essere utilizzati in maniera ognitempo.

I missili nucleari Pershing, in procinto di essere sostituiti con i Pershing 1B erano in servizio con 2 stormi, e le testate nucleari erano sotto il diretto controllo americano.

Anni '90

Durante gli anni '90, tutte le forze armate tedesche conobbero drastiche flessioni di organico.

Attorno al 1993-94 la Luftwaffe perse ben 5 Stormi: tutti gli Alpha Jet e tutti gli RF-4E. Questi ultimi vennero spediti in buona parte in Turchia, dove molti equipaggiamenti ex-tedeschi erano giunti nel tempo, dagli F-104G a 20 C-160D praticamente nuovi. Gli Alpha Jet vennero in parte ceduti al Portogallo. Per il resto, dopo che il ministro Wolfang Ruhe quasi 'affossò' il programma EFA per i costi eccessivi tra il 1992 e il 1994, l'idea del caccia ad interim venne scartata e l'aggiornamento degli F-4F esteso a 110 macchine invece che 75. I missili AMRAAM vennero però ridotti a circa 60 con 288 opzioni. L'EFA continuò per tutti gli anni '90 il suo lento sviluppo, e nell'attesa il JG 72 incorporò i 2 MiG-29 ex-DDR, gli unici rimasti in servizio della flotta di macchine ereditate dalla Germania Est. Essi operarono per non meno di dieci anni da Laage, assieme agli F-4F ICE, che con i loro radar più moderni facevano da 'leader', mentre i MiG operavano da shooter. I MiG 29, variamente aggiornati, con i motori ridotti in potenza a vantaggio della durata e piloti ben addestrati, rappresentarono uno dei reparti più interessanti della Luftwaffe, chiamati in innumerevoli esercitazioni come a Decimomannu, e sconfiggendo spesso gli F-16, specie in combattimenti manovrati con i missili R-73 e il casco designatore.

La riunificazione delle F.A. tedesche fu rapida quanto la politica permise nel 1989-90. Dal novembre del 1990 le Germanie si riunificarono e naque il Bundescommando Ost. Esso incorporò alcuni materiali ex-DDR, per esempio centinaia di BMP-1, sia pure privati del missile AT-3 e del sistema di caricamento automatico del cannone. Altre modifiche videro l'introduzione di fari e specchi retrovisori per il movimento su strada in sicurezza. Altri 350 degli oltre 1100 veicoli andarono, a prezzi stracciati, alla Svezia, assieme a centinaia di MT-LB, molto adatti per muoversi nella neve. Il totale delle munizioni lasciate dalla DDR era impressionante, con un quantitativo di oltre 66000 tonnellate solo considerando le munizioni per carro armato. In tutto si superavano le 300.000 tonnellate.

La struttura dell'Esercito tedesco venne stravolta dall'Heerstructure 5, in cui venne prevista una nuova e più ridotta struttura dell'esercito. La ristrutturazione pensata alla fine della Guerra fredda era profonda, e da attuare tra il 1992 e il 1995. Nonostante l'accorpamento della Germania Est, avvenuto nel 1990, il totale delle forze dell'esercito era ridotto a 255,000 militari, 700,000 in tempo di guerra. La struttura studiata verteva sulla cancellazione della distinzione tra esercito di campagna e territoriale, la riduzione a 28 brigate dello strumento attivo, ripartite su 8 divisioni, la cancellazione della distinzione tra unità meccanizzate e corazzate. La struttura di Brigata studiata verteva su di 2 battaglioni di fanteria meccanizzata (53 Marder, 16 MILAN, 10 mortai, 6 veicoli da osservazione o recupero), due di carri (54 Leopard, 4 carri recupero), uno di artiglieria (24 Pzh2000 con tre batterie su otto mezzi), una unità esplorante (12 blindo, 3 radar), una controcarro (15 Jaguar con missili TOW) e una genio (dotata di 11 Fuchs, 3 veicoli sminatori, 4 gittaponte,3 genio, 12 posamine). Le divisioni sarebbero state ridotte a otto, le brigate meccanizzate di cui sopra a 23 di cui solo 2 a pieni organici, 18 al 50% e 3 quadro. La brigata da montagna, le tre aviotrasportate e la brigata franco-tedesca completavano il quadro. Molti i cambiamenti anche per le strutture logistiche, artiglieria di supporto, genio. L'artiglieria comprendeva a quel punto i semoventi Gepard per appoggiare le divisioni, i Roland per il corpo d'armata, MLRS e FH-70 per i reggimenti di artiglieria divisionale.

In tutto questo ristrutturare, l'Heer radiò oltre 3,000 carri, non solo ex-DDR. Solo 700 dei 2020 Leopard 2 consegnati vennero mantenuti. La leva venne ridotta a 12 mesi. In compenso, nuovi equipaggiamenti potenziarono le unità tedesche. Arrivarono gli otto gruppi di MLRS sostituendo i più leggeri LARS, mentre in prospettiva -molto dilatata nel tempo- si prospettavano i nuovi,formidabili semoventi Phz-2000, dotati di sistemi di tiro moderni, cannone da 155/45 mm e corazzatura protettiva molto più efficaci del vecchio e leggero M 109G. La fanteria ebbe un nuovo sistema d'arma, il Panzerfaust 3 da 110 mm di calibro, razzo anticarro capace di perforare oltre 700mm d'acciaio. Esso è peraltro un sistema pesante, voluminoso, monocolpo e di gittata ridotta (dichiarata di 330 m controcarri). Ma la sua efficacia è stata confermata in numerosi tests e l'EI italiano l'ha preferito al LAW-80 e all'Apilas. Un altro mezzo entrato in servizio in quegli anni è il Wiesel, l'ultimo dei corazzati tedeschi della Guerra Fredda. Nato nel 1971 come prototipo per dare ai paracadutisti tedeschi un sistema d'arma meccanizzato e relativamente protetto, è stato presentato addirittura nel 1971, dalla ditta Porsche. Esso cadde in problemi di bilancio e il programma bloccato nel 1978. Ripartito nel 1988 con una commessa di 343 mezzi, i primi dei quali distribuiti nel 1990, in ragione di un battaglione per brigata aviotrasportata (3 in tutto). Pesante circa 3 tonnellate, il Wiesel è una sorta di utilitaria nel panorama dei mezzi blindati. Autonomia di 300 km (orignariamente ne erano richiesti 400), velocità di 75 kmh con un motore di appena 86 hp e cingoli in gomma, lunghezza di appena 3,3 metri e larghezza di 1,8. Esso venne prodotto in 2 versioni base: la A con missili TOW (1 pronto al lancio e sei di riserva) e la B con cannone Rh 202 da 20 mm con 400 colpi. Queste armi erano già usate su veicoli scoperti dai paracadutisti tedeschi. Le compagnie avevano una forza di due plotoni con 4 Wiesel TOW e una con sei Wiesel cannone. Totale per ogni battaglione, 37 Wiesel TOW (259 missili) e 24 cannone. Versioni migliorate, come il modello comando con mitragliera da 12,7mm e quello portatruppe con scafo allungato e 7 uomini di equipaggio erano pure allo studio, né mancava il Wiesel con 4 Stinger antiaerei. Quest'ultimo entrò in servizio attorno al 1998 in un certo numero di esemplari.

L'ammodernamento della componente corazzata, attorno al 1998, era cospicuo con la progressiva riduzione delle forze di per se, attraverso numerosi e lungamente dibattuti modelli di riduzione. La forza dell'Heer all'epoca ammontava a 233,000 unità. I carri erano ridotti a 34 battaglioni, 20 dei quali attivi e gli altri in riserva. 26 battaglioni erano dotati di Leopard 2, tra cui tutti quelli attivi (altri otto con Leopard 1A5), e 23 di questi avevano i Leopard 2A4 con protezione migliorata. I primi 3 battaglioni avevano ricevuto i Leopard 2A5, con corazza aggiuntiva in torretta per una massa portata a 59 tonn. e la necessità di usare materiali da ponte di nuova generazione, classe 70 tonnellate. Essi avevano da offrire una protezione migliorata della torretta, riconoscibile dall'inclinazione che essa assumeva grazie ai 'kit' aggiuntivi. Un visore di osservazione indipendente per il capocarro era disponibile, con un'altra camera termica, al posto del periscopio originario, mentre il pilota aveva una telecamera per la retromarcia. Un totale di 2124 carri realizzati per la sola Germania, al termine della produzione, vide 225 veicoli aggiornati a questo standard, mentre era allo studio l'adozione del cannone da 120/55 mm come seconda parte del programma KWS. Anche l'Olanda aggiornò 180 dei 330 Leopard 2 rimastigli a tale standard operativo, a partire dal 1995. I Marder con la versione 1A3 ebbero una camera termica di osservazione e una corazza aggiuntiva a prova di cannone sovietico da 30 mm. Gli M113 (programmi NDV-1 e 2) ebbero aggiornamenti vari, relativi alla guida, all'affidabilità e alle norme antinquinamento (nuovo motore MTU 6V 183CT22 Euro 2) , per un totale di circa 2000 veicoli, che i Marder, troppo pesanti e costosi, erano ben lungi dal sostituire completamente. I Gepard ebbero un upgrade per 147 veicoli, che iniziato attorno al 1998, riguardò 147 veicoli tedeschi e 60 olandesi. Esso verteve in miglioramenti vadi al riguardo dell'efficienza, un sistema di ventilazione e condizionamento dell'aria, e la sostituzione del computer analogico con un sistema finalmente di tipo digitale. Il programma era noto come NDV. Tra i tanti aggiornamenti, da segnalare l'entrata in servizio dei drone da ricognizione CL-289 con un raggio di 170 km e sensori IR e fotografici, per le esigenze dell'artiglieria. I Leopard 1A5 vennero invece modificati, in un certo numero di macchine, come osservatori avanzati d'artiglieria. Un sistema computerizzato chiamato ADLER per la gestione dell'artiglieria entrò in servizio in quegli anni, capace di ottimizzare la gestione delle battaglie d'artiglieria. Inoltre, nuove munizioni come la granata SMARt, dotata di due submunizioni controcarro con autoguida infrarossa, per gli obici da 155 mm erano in fase di immissione in servizio. Tra gli altri materiali avanzati vi era il radar COBRA per localizzare artiglierie fino a 40 km di distanza, e il drone da ricognizione KZO con raggio di 60 km.


Marina, 1996

  • Navi maggiori: inquadrate nella flottiglia cacciatorpediniere, basata a Wilhemshaven e kiel, organizzate nel Primo Gruppo Cacciatorpediniere, con i 3 Lutjens, 2 e 4 Gruppo con le otto Bremen, 6 Gruppo con le F-123 Brandemburg, per un totale di 15 navi. 1 e 2 Gruppo di rifornimento, basati su 10 navi ausiliarie: 2 classe Type 701, 2 type 704, 2 typpe 760 erano le più importanti.

Note: la principale innovazione rispetto al 1984 è stata l'introduzione delle 4 F-123 Brandemburg. Queste grosse navi fregate, costruite con criteri modulari MEKO, sono state inizialmente armate solo con un cannone da 76mm, 2 da 20, 4 vecchi Exocet prelevati forse dagli Hamburg, un lanciamissili verticale Mk 41 con 16 missili S.Sparrow, 2 lanciasiluri e 2 elicotteri. Le loro potenzialità di crescita, incluso il raddoppio dei lanciamissili, la resistenza ai danni e il parco elettronico, come anche la riduzione a 200 del numero di marinai di bordo le rendevano basicamente valide per ospitare un molto superiore armamento (con 32 lanciatori verticali Mk 41 e missili ESSM sarebbe possibile ospitare fino a 128 missili), mentre per il futuro le loro capacità operative sarebbero state incrementate dai siluri MU-90, elicotteri NH-90 e varie altre migliorie. I missili RAM erano presenti in due lanciatori sia su queste navi che su tutte le altre, sia Bremen che Lutjens, come sistema standard da difesa ravvicinata. La versione antiaerea F-124 Sachsen era già prevista in 4 esemplari per sostituire i Lutjens.

  • Gruppi MCM, basati a Olpenitz dal 1994. Essi vertevano su di una forza data dal 1° Gruppo MCM con 10 Type 332, 3 Gruppo con 5 Type SM.394 costieri, 5° Gruppo con 10 dragamine Type 404.

Gruppi MCM basati a Wilhenshaven: 4°, con 8 MJ 331 e una nave ausiliaria, e 6° con 6 Type 351 e 18 imbarcazioni telecomandate Troika. Assieme a queste unità vi era anche il gruppo Incursori subaquei su 3 compagnie.

Note: le Type SM-343 Hamelin vennero ideate come moderne navi posamine, poi convertite a dragamine. Capaci di 18 nodi, hanno un dislocamento di 600 tonnellate e un cannone da 40 mm, originariamente integrato da 60 mine. Le MJ-332 Frankental erano pure un moderno progetto con sonar DSQS-11M, ROV Penguin, cannone Bofors da 40 mm. I Lindau (Type 331) hanno due classici ROV PAP-104 e 5 sommozzatori, oltre al solito cannone da 40mm e lanciatori di chaff. I Type HL-351 hanno le imbarcazioni teleguidate Troika, chiamate Sheeound, avevano una lunghezza di 25 metri e una velocità di nove nodi. Per il futuro era prevista la chiusura del 4 e 6 Gruppo MCM.


  • Forze d'attacco (comando a Warnemunde): basate sul 3 e 5 Gruppo (Flensburg e Olpenitz) ciascuno su 8 Type 148, mentre il 2 e il 7 Gruppo basati ciascuno su 10 Type 143 o Type 143A. Essi hanno anche una nave Type 404 classe 'Elbe' e varie navi logistiche minori.

Note: le navi veloci, leggermente ridotte di numero, erano state aggiornate. A quel punto le Type 148 Tiger avevano un set ECM, un sistema datalink Link 11, 4 ufficiali e 26 marinai l'una. Esisteva anche un sistema posamine. Le Type 143 avevano un sistema di combattimento capace di gestire fino a 5 bersagli, un sistema ECM e Link 11, 41 uomini di equipaggio. Le navi 'Elbe' sono navi da 3500 t a pieno carico, 47 membri d'equipaggio e un gruppo di supporto motocannoniere forte di 30-45 uomini. Tra le prospettive di questa potente componente della Marina tedesca, la sostituzione delle vecchie Type 148 con le k-130, vere e proprie corvette.


  • Sottomarini: basati a Kiel, hanno il 3° gruppo con 12 Type 206, e il 1° con 5 Type 206 e 2 Type 205.

Note: i vecchi Type 205 erano usati solo per addestramento. I Type 206, 48 m di lunghezza, 456 t dislocamento emersi, 500 immersi, entrarono in servizio tra il 1973 e il 1976. Capaci di 17 nodi in immersione, con 22 uomini di equipaggio, erano armati di siluri DM-2 A2. Capaci di operare immersi in appena 20 metri d'acqua, dopo gli aggiornamenti avuti negli anni precedenti sono stati armati finalmente con siluri polivalenti di tipo moderno, capaci di attaccare tre diversi bersagli con altrettanti siluri in simultanea, e di ingaggiare bersagli con maggiore portate operative grazie al sonar SLW 83. Le mine e i materiali amagnetici di cui sono dotati li rendono capaci di operare con efficacia nella posa insidiosa di 24 mine, grazie anche alla silenziosità e capacità di operare in acque litoranee. Nondimeno, solo con l'entrata dei nuovi sottomarini, chiamati all'epoca col nome definitivo di U-212, le capacità di localizzazione sarebbero state migliorate drasticamente.

  • L'aviazione di marina, dotata a quell'epoca di un solo stormo di Tornado con forza aumentata a 54 apparecchi, più gli elicotteri come i Sea King, i Lynx e gli Atlantic.
  • Componente elettronica-intelligence: basata a Kiel dal 1974, articolata in alcune sezioni incaricate tra l'altro di comunicare tramite onde VLF con i sottomarini immersi fino a 30 metri (stazione basata a Ostfriesland), di utilizzare i satelliti NATO con la stazione di Euskirchen, e di altri incarichi speciali, per un totale di 1600 militari e 600 civili coinvolti.