Utente:Mac9/Sandbox/Costituzione della Repubblica italiana/Il progetto di riforma costituzionale del 2001

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Il Parlamento italiano, quasi alla conclusione della XIII Legislatura ha approvato una rilevante modifica della Costituzione modificando 9 articoli della stessa, tutti contenuti all'interno del Titolo V della Seconda parte, relativo alla Forma di Stato.

La riforma[modifica]

La legge punta a creare, pur senza nominarla mai, una Repubblica federale, rovesciando l'ordine di preminenza nella formazione delle leggi disposto dall'art.117: se prima venivano elencate le materie in cui le Regioni avevano potere di legiferare e veniva lasciato allo Stato compentenza su tutto il resto, ora vengono elencate le materie di competenza esclusiva dello Stato, nonché alcune materie di competenza concorrente dello Stato e delle Regioni, mentre viene lasciata alle Regioni la competenza su tutto quanto non espressamente menzionato.

Altri effetti della legge sono:

  • La costituzionalizzazione di Roma come capitale della Repubblica
  • L'attribuzione ai comuni della preminenza dell'azione amministrativa
  • L'introduzione dei principi di sussidiarietà verticale tra i vari livelli di ordinamento dello Stato (Comuni, Città Metropolitane, Provincie, Regioni, Stato) e di sussidiarietà orizzontale tra una qualsiasi articolazione dello stato e i cittadini.
  • Il rafforzamento dell'autonomia patrimoniale e finanziaria degli enti locali e l'introduzione di un Fondo perequativo per le aree svantaggiate
  • L'introduzione del potere di supplenza dello stato qualora un ente locale non sia in grado di svolgere le proprie funzioni
  • L'introduzione nello statuto delle Regioni del Consiglio delle autonomie locali, quale organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali
  • L'abolizione del controllo statale preventivo sulla legislazione delle regioni

Il referendum confermativo[modifica]

Questa riforma, realizzata dalla coalizione de L'Ulivo, pur sulla base di un testo approvato da maggioranza e opposizione nella III Commissione bicamerale per le riforme istituzionali presieduta dall'onorevole D'Alema, non è stata appoggiata dal quorum dei 2/3 del Parlamento, ed è stato perciò richiesto il Referendum confermativo per chiedere all'elettorato la conferma o il rigetto di tale riforma. Attraverso il voto popolare del referendum, svoltosi il 7 ottobre 2001, il 64,20% dei votanti (34,10% di affluenza) hanno espresso la volontà di confermare l'entrata in vigore della riforma votando Sì.