Apple/Disastri commerciali
Questo capitolo potrebbe essere sottotitolato con un po' di ironia: Non tutte le mele escono con il buco.
Apple è sempre stata una società che ha investito ingenti risorse in ricerca e sviluppo. Questa profusione di risorse ha portato ad ottenere gradi successi come il Macintosh e l'iPod ma ha portato anche a disastri di epica portata come il Pippin o lo sfortunato Newton. Questa sezione analizzerà i maggiori disastri prodotti da Apple cercando anche di individuarne le motivazioni.
Apple III
[modifica | modifica sorgente]L'Apple III detto anche Apple /// era il primo computer progettato da Apple Computer (l'Apple II venne progettato da Steve Wozniak prima di essere assunto dall'azienda nel 1976). Il progetto dell'Apple III fu avviato nel 1978 sotto la guida del Dr. Wendell Sander. Il nome in codice del progetto era "Sara". L'Apple III venne presentano nel maggio del 1980.
Il processore dell'Apple III era un 6502 a 2 MHz. Una CPU a 8-bit che come altre macchine dell'Apple utilizzava la tecnica del dividere la memoria in blocchi e attivare il blocco solo quando un programma doveva accedere ad essa. Questa tecnica era necessaria dato che il processore 6502 non era in grado di indirizzare direttamente tutta la memoria dell'Apple III. Una delle scelte tecniche più controverse è stata la decisione di non includere una ventola nel computer. Il cofondatore dell'Apple Steve Jobs era contrario alle ventole, dal suo punto di vista il computer doveva essere un oggetto silenzioso. Questa scelta non fu una scelta felice infatti l'Apple III aveva una spiccata tendenza a scaldarsi e a guastarsi per l'eccessiva temperatura interna.
Il computer fu un disastro commerciale. Non ebbe successo dato che costava molto e non vi erano programmi che sfruttassero adeguatamente le sue potenzialità e poi fu soggetto a molti problemi tecnici sia software che hardware. Un famoso aneddoto sull'Apple III racconta che una nota tecnica consigliava l'utente in caso di blocco della macchina a sollevare il computer di 75 millimetri e a lasciarlo andare. L'impatto con il tavolo avrebbe prodotto il reset di alcuni componenti della scheda madre che tendevano a bloccarsi.
Una versione migliorata, l'Apple III Plus, venne presentata il Dicembre 1983 al costo di 2995 dollari. Il III Plus risolveva i problemi hardware e portava la memoria interna a 256 KB oltre a utilizzare una tastiera simile a quella dell'Apple IIe. Nemmeno questa versione ebbe successo e quindi Apple ritirò il computer dal mercato nel 1985.
Apple Lisa
[modifica | modifica sorgente]Come già ampiamente discusso nei capitoli precedenti il Lisa fu un disastro commerciale per Apple. Il suo sviluppo richiese il lavoro di un nutrito team di ingegneri e programmatori per più di tre anni e portò un numero di vendite molto scarso. Il tonfo del Lisa fu talmente grande che si diffusero diverse leggende metropolitane sull'argomento. La più famosa afferma che più di diecimila macchine invendute furono interrate in un campo per liberare i magazzini della società. C'è da dire che pur essendo il Lisa un insuccesso molte sue innovazioni e buona parte dell'interfaccia grafica fu utilizzata dal Macintosh e quindi almeno una parte del denaro investito fu recuperato.
Macintosh Portable
[modifica | modifica sorgente]Il Macintosh Portable era il primo tentativo di realizzare un Macintosh portatile. Presentato nel 1989 ricevette molte critiche positive da parte della stampa anche se le vendite furono in realtà molto scarse. Apple quando lo progetto non badò a spese pur di ottenere un computer con un'elevata autonomia. Utilizzò un LCD in bianco e nero non retroilluminato a basso consumo, delle SRAM a basso consumo molto costose e il 68HC000 a 16 MHz, una versione a basso consumo del 68000. Il case era formato da plastica bianca, l'LCD era integrato nel coperchio che si richiudeva sulla tastiera quando il computer non era in uso. Includeva un Floppy Disk da 1.44 MB e poteva utilizzare un hard disk a basso consumo prodotto da Connon.
Apple spese molte energie per ottenere un'elevata autonomia infatti il Portable arrivava a 10 ore di autonomia, ma non spese molti sforzi nel tentativo di ridurre il peso e la dimensione del computer. Utilizzò una versione modificata della scheda madre del Macintosh SE, i tasti erano quelli di una normale tastiera, incluse una trackball e soprattutto utilizzo delle batterie al piombo, batterie che fornivano molta potenza che erano anche molto pesanti. Il Portable pesava 7.2 kilogrammi, un peso giudicato eccessivo dalla maggior parte degli utenti potenziali e era anche molto costoso.
Nel febbraio 1991, Apple aggiunse la retroilluminazione allo schermo, e sostituì le costose SRAM con delle più economiche pseudo-SRAM per poter ridurre il prezzo del Portable. Visto lo scarso successo del modello, lo ritirò dal mercato nell'Ottobre dello stesso anno.
Nonostante le deludenti vendite Apple si rendeva conto che il settore dei portatili era un segmento di mercato in ampia crescita e quindi voleva inserirsi. Decise che invece di privilegiare la durata della batteria era meglio privilegiare le dimensioni e il peso del computer. Passo tutti gli schemi alla Sony e le pose l'obiettivo di miniaturizzare il portatile. Sony ridisegnò la scheda madre, la tastiera e il case del computer. Dal suo lavoro nacque il PowerBook 100 uno dei portatili di maggior successo Apple. Il Macintosh Portable (e il PowerBook 100) utilizzavano il Macintosh System 6.0.5 e supportano al massimo il System 7.5.5.
Progetto Star Trek
[modifica | modifica sorgente]Star Trek era il nome in codice di un progetto che Apple sviluppò tra il 1992 e il 1993. Ispirato nel nome alla famosa serie televisiva, era una versione del sistema operativo Macintosh in grado di essere utilizzato sulle macchine Intel-compatibili (durante quegli anni il Mac OS funzionava su macchine basate sui processori Motorola della serie 68000). Lo slogan era: "Per andare là dove nessun Mac è mai giunto prima."
Gli sviluppatori erano riusciti ad avviare un PC 486 con una versione modificata del System 7 e la rappresentazione grafica era indistinguibile da quella di un Macintosh classico. Il progetto venne cancellato a meta del 1993, non a causa di incompatibilità hardware o software ma per una scelta strategica e per carenze del personale.
Alcuni anni dopo l'abbandono del progetto Star Trek si diffuse la voce di un presunto progetto Marklar volto al porting del Mac OS X su X86. Per anni Apple ha smentito le voci ma, il 6 giugno 2005 ha confermato l'esistenza del progetto e ha dichiarato l'abbandono dei processori PowerPC in favore dei processori X86 nel giro di due anni. In realtà l'abbandono è stato molto più rapido essendo uscite le prime macchine basate su X86 appena sei mesi dopo la presentazione del progetto.
PowerCD
[modifica | modifica sorgente]Il lettore di CD-ROM PowerCD era il primo tentativo di Apple d'entrare nel mondo della musica. Venne presentato nel 1993 e a differenza dei precedenti lettori di CD-ROM prodotti da Apple questo lettore non era rivolto esplicitamente al mondo dei personal computer ma era indirizzato anche agli utenti comuni. Infatti oltre a poter essere collegato al computer con la porta SCSI il lettore era in grado di funzionare in modo indipendente, infatti era dotato anche di un telecomando. Riconosceva i CD-ROM nello standard ISO 9660, i PhotoCD, i CD audio e i loro derivati. Era dotato di uscite audio per comandare uno stereo, aveva una uscita per le cuffie e poteva essere collegato alla televisione per mostrare i PhotoCD. La meccanica era in grado di leggere i CD alla velocità di 1X. La velocità di trasferimento verso il computer era di 2.1 MB/s. Come prodotto per il grande pubblico il PowerCD non ebbe successo, il problema principale di questo lettore era che non era né leggero né piccolo. Infatti le sue dimensioni e il suo peso ne scoraggiavano l'utilizzo fuori casa e tutta l'elettronica integrata incideva sui consumi infatti le batterie non erano in grado di fornire un'autonomia comparabile con i prodotti della concorrenza. Anche come lettore da computer non ebbe molto successo, era lento rispetto agli standard dell'epoca e tutte le funzioni aggiuntive incidevano sul costo infatti non era particolarmente economico. Visto lo scarso successo Apple decise nel giro di pochi mesi di cessare la produzione.
Newton
[modifica | modifica sorgente]Newton Message Pad è il nome della famiglia di PDA prodotto da Apple. Nell'estate del 1993 Apple presentò il primo modello di PDA, il Newton Message Pad (OMP). Questo prodotto era il primo tentativo di Apple di entrare nel mercato dei computer palmari. Si può dire che Apple creò il mercato, dato che il suo fu il primo PDA conosciuto dal grande pubblico, mentre gli altri palmari in commercio prima del Newton erano considerati poco più che esperimenti tecnologici, data la loro pesantezza e difficoltà di utilizzo. L'accoglienza della stampa fu buona, il Newton prometteva la facilità d'uso tipica dei prodotti Apple combinata con un sistema di riconoscimento della scrittura avanzato e con una serie programmi che gli permettevano di integrarsi con Mac OS. Veniva venduto a 799 dollari, quindi non era un prodotto economico, ma essendo progettato per i manager non aveva nemmeno un costo proibitivo. Una pecca del Newton era il riconoscimento della scrittura, nonostante la pubblicità di Apple era difficile da usare e l'apprendimento non era mai perfetto. Sebbene le serie successive del Newton migliorarono notevolmente il sistema di riconoscimento della scrittura, la cattiva nomea che si era fatto agli esordi lo perseguitò fino alla fine del prodotto. Apple realizzò nel corso degli anni otto modelli diversi della serie Newton, ma nessuno di quelli riuscì mai a sfondare, anzi molti di questi riportarono ingenti perdite. La tecnologia Newton venne concessa anche in licenza a sviluppatori terzi, che la utilizzarono per fare dispositivi intelligenti tipo cellulari evoluti. Il progetto Newton costava poco e non sembrava in grado nel breve periodo di ripagarsi, Apple cercò dunque di vendere il progetto alla 3COM che, con la divisione Palm, cercava di realizzare un prodotto simile al Newton, ma questa rifiutò. Dopo 5 anni e più di 500 milioni di dollari spesi in ricerca, Apple decise di eliminare il progetto Newton e di sciogliere la divisione che se ne occupava. Nonostante la fine del progetto, il Newton continuò ad avere un certo seguito e tuttora esistono dei gruppi che si occupano di portare avanti lo sviluppo di applicazioni per il Newton.
eWorld
[modifica | modifica sorgente]All'inizio degli anni novanta i servizi di informazione on-line stavano diventando rapidamente popolari e Apple decise di valutare la possibilità di rimpiazzare il suo servizio on-line chiamato AppleLink. Il servizio AppleLink era un servizio nato nel 1985 e offerto da Apple in congiunzione con GE Information Services. Era un servizio dedicato alla rete di vendita e di assistenza di Apple e la sua funzione era quella di ridurre il costo di gestione della rete commerciale. Divenne rapidamente il sistema di comunicazione privilegiato tra Apple e i suoi rivenditori. John Ebbs, responsabile del supporto convinse i vertici della società che il servizio dovesse essere basato su Macintosh in modo da avvantaggiarsi dell'interfaccia grafica fornita dal Macintosh. Prima dell'avvento di eWorld Apple avvio un servizio di supporto per gli utenti finali chiamato AppleLink Personal Edition. Il servizio si basava sui sistemi della Quantum Computer Service. Il presidente della Quantum trattò con Apple per tre mesi per convincere Apple a sub appaltare a Quantum la gestione del servizio Personal. Nel 1987 Apple autorizzo Quantum a attivare il servizio e a utilizzare il logo Apple per pubblicizzarlo. Apple avrebbe ricevuto il 10% di royalty degli incassi per il marchio e Quantum avrebbe guadagnato offrendo agli utenti un servizio a pagamento.
Il progetto di Quantum falli rapidamente. Quantum cercò di convincere Apple a fornire il software necessario per accedere a AppleLink con tutte le macchine ma i manager Apple rifiutarono. Non intendevano fornire il software per accedere a AppleLink con i nuovi Macintosh gratuitamente. Il contratto poi fissava dei vincoli troppo restrittivi per Quantum e questa allora decise di rescindere il contratto con Apple. I manager di Quantum facendo leva sul vecchio contratto riuscirono a utilizzare il logo Apple per il loro servizio on-line. Quando Apple lanciò il suo servizio on-line ovviamente cercò di rendere nullo il precedente contratto.
Nel 1991 Quantum cambio il proprio nome in America Online e apri il suo servizio on-line per Macintosh e IBM-Compatibili. Apple decise di sciogliere il suo vecchio contratto con GE dato che l'infrastruttura di AppleLink le costava soldi e America Online aveva dimostrato che i servizi on-line potevano generare soldi e non assorbire soldi. Apple decise di creare il suo servizio on-line orientato agli utenti Macintosh in competizione con America Online. Creò l'Online Service Group, questo gruppo aveva come obiettivo lo sviluppo del servizio on-line di Apple. Il gruppo comprò il software di AppleLink da America Online e lo utilizzo come base per sviluppare la metafora del mondo chiamata eWorld. Il gruppo lavorò al software sviluppandolo e introducendovi molti nuovi servizi rispetto al software comprato da America Online.
Il 5 gennaio 1994 Apple presentò eWorld. Il 20 luglio dello stesso anno il servizio divenne operativo. Il servizio eWorld era una combinazione dell'archivio di supporto tecnico del precedente AppleLink e dei servizi più tradizionali come quelli offerti da America Online o CompuServe. Il servizio era centrato su il municipio. Ogni servizio era gestito da un edificio apposito in modo da rendere semplice e veloce comprendere le distinzioni tra i vari servizi. Il software era disponibile solo per Macintosh ma Apple annunciò che una versione per Windows sarebbe stata resa disponibile nel 1995 La metafora del municipio rese semplice l'utilizzo del servizio e molte aziende che operavano nel mercato Macintosh decisero di aprire dei propri edifici virtuali dove fornire supporto e assistenza dei propri prodotti. Il portale di eWorld era collegato anche con portali di news e notizie.
I due servizi che riscossero maggiore successo furono l'eMail Center e il Community Center. Il Community Center era un servizio tipo BBS ove gli utenti di eWorld si trovavano per parlare e discutere di moltissimi argomenti. L'eMail Center era un ufficio di posta virtuale e consentiva agli utenti di inviare eMail. Il servizio ospitava anche la documentazione tecnica.
Purtroppo per Apple quando decise di attivare eWorld i servizi on-line proprietari erano al tramonto dato che l'arrivo di internet stava rendendo tutti questi servizi gratuiti e non legati al singolo fornitore.
Il servizio costava $8.95 al mese e includeva due ore gratis di navigazione notturna o nel fine settimana. Ogni ora seguente costava $4.95 nell'orario non di punta e $7.95 nell'orario di punta (6 am - 6 pm). Apple inizialmente decise di tenere delle tariffe elevate per contenere il numero di abbonati ma quando si capì che il servizio non decollava comunque la società non modificò i prezzi. Dopo un anno il servizio contava 90.000 abbonati. Nel 1995 venne fornito un limitato servizio internet e a settembre 1995 il servizio contava 115.000 abbonati, pochi se comparati a America Online che ne aveva 3.5 milioni.
La versione Windows di eWorld non venne mai rilasciata. Il servizio era disponibile solo per Macintosh e l'unico pda utilizzabile per le e-mail era il Newton. Il CEO Michael Spindler ("The Diesel") decise che il marketing per l'Online Services Group non era necessario e anche il software necessario per collegarsi che veniva regalato con i nuovi macintosh era messo in un punto poco visibile del sistema operativo. La mancanza di pubblicità del servizio rese eWorld poco popolare, molti utenti Macintosh non conoscevano il servizio oppure lo conoscevano ma in modo sommario e superficiale e quindi non riuscivano a apprezzarne il valore.
Il 31 marzo 1996 alle 12:01 Apple sospese il servizio. I manager della società decisero che l'insuccesso del progetto era dovuto al mercato che oramai era dominato da America Online e dalla sempre maggiore invadenza dei servizi gratuiti nati su Internet. Il progetto venne eliminato anche perché in quel periodo Apple cercava in tutti i modi di ridurre i costi dato che si trovava in crisi. Dopo una perdita di 68 milioni di dollari dell'ultimo quadrimestre del 1995 il consiglio di amministrazione di Apple chiede le dimissioni del CEO. Nel Gennaio del 1996 Michael Spindler si dimette e viene sostituito dal ex CEO di National Semiconductor Gil Amelio. Molti progetti e prodotti vengono cancellati pur di permettere all'azienda di tornare a essere competitiva e di riportare il bilancio in nero.
Copland
[modifica | modifica sorgente]Il Copland Project è un progetto promosso da Apple Computer per sviluppare una nuova versione del sistema operativo Mac OS. Nasce nel 1994 e viene abbandonato nell'Agosto del 1996.
Dopo il System 7.5 Apple si rende conto che deve realizzare una nuova versione del sistema operativo in grado di competere efficacemente con Windows e che la nuova versione dovrà apportare cambiamenti radicali al Mac OS. Il progetto incontrerà molti problemi.
Facciamo un passo indietro. Dopo il System 6 Apple decise che la manutenzione e l'aggiornamento del sistema operativo stava diventando sempre più problematico, era giunta l'ora di voltare pagina. Dato che sviluppare una versione innovativa del System avrebbe sicuramente richiesto molto tempo decise di creare due progetti, il progetto Blue e il progetto Pink (i progetti prendevano il nome dal colore dei fogli dove gli ingegneri scrivevano le specifiche da implementare). Nel progetto Blue finivano le innovazioni che potevano essere integrate nel System in modo rapido e questo progetto genererà il System 7. Nel progetto Pink finivano le modifiche più radicali che invece avrebbero portato al nuovo sistema operativo. Successivamente Apple siglò un'alleanza con IBM e Motorola. Questa alleanza comprendeva anche il progetto Pink che venne ceduto alla società Taligent nata per sviluppare il nuovo sistema operativo utilizzato dall'alleanza. Quando il progetto Taligent fallì Apple varò il progetto Copland. Questo progetto mirava a realizzare un sistema operativo innovativo ed a utilizzare l'emulazione per garantire agli utenti la compatibilità con le applicazioni sviluppate per il vecchio Mac OS. Il nuovo sistema operativo doveva essere basato sulla programmazione orientata agli oggetti e su una serie di nuove tecnologie. Nonostante Apple abbia presentato alcune pubbliche dimostrazioni del progetto in realtà Copland procedeva molto lentamente dato che il team di sviluppo si trovava ad affrontare costantemente una moltitudine di problemi che richiedevano molto tempo per essere risolti. I manager si resero conto che lo sviluppo del sistema operativo internamente all'Apple avrebbe richiesto troppo tempo e dopo i disastrosi risultati fiscali trimestrali del 1996 decisero di cancellare il progetto Copland.
Abbandonata l'idea di sviluppare il sistema operativo internamente, Apple varò una nuova strategia e decise di comprare un sistema operativo già esistente e di adattarlo. Apple aveva due possibilità. La prima era acquisire la NeXT, azienda fondata da Steve Jobs, uno dei fondatori dell'Apple che in seguito era stato estromesso dalla guida della società dal CEO John Sculley. La seconda alternativa era l'acquisto della Be Incorporated, società fondata da Jean-Louis Gassée un ex dipendente Apple che allora era in crisi finanziaria. Inizialmente Apple contattò Be ma quando Gassée iniziò a tirare su con il prezzo i manager Apple si ritirarono dalla trattativa. Il CEO dell'Apple Gil Amelio riteneva che l'azienda non avesse bisogno solo di una società con la tecnologia adeguata ma che servissero anche gli uomini giusti e riteneva Jobs un uomo necessario. Apple firmò con NeXT nel dicembre del 1996 per 427 milioni di dollari. Questo affare segnò il ritorno di Jobs nell'Apple.
Il team di sviluppo NeXT inizio a lavorare sul progetto "Rhapsody" che porterà allo sviluppo del Mac OS X. Il 27 luglio 1997 Amelio rassegnò le dimissioni e Jobs divenne CEO a interim. Jobs attuò una cura drastica per far tornare l'azienda a produrre profitti. Abbandonò la strategia delle licenze riacquistandole dai produttori di cloni Macintosh, cancello tutti i progetti non redditizi come, HyperCard, QuickDraw 3D e il famoso Newton MessagePad.
Pippin
[modifica | modifica sorgente]Pippin è una tecnologia per consolle sviluppata da Apple durante la meta degli anni novanta. Era costruita intorno a un processore PowerPC 603e a 66 MHz PowerPC e a una versione modificata del Mac OS. L'obbiettivo era quello di creare un computer predisposto per i giochi, e dotato di potenzialità da network computer. Era dotato di un CD-ROM 4X e di una scheda video in grado di generare il segnale televisivo in modo da essere collegata direttamente alla televisione.
Apple non intendeva costruire la consolle, intendeva piuttosto cedere in licenza la realizzazione dell'hardware come intendeva fare anche la compagnia 3DO. L'unico licenziatario della tecnologia Pippin fu la Bandai. Quando la Bandai Pippin venne resa disponibile, (1995 per il giappone, 1996 per gli Stati Uniti) il mercato era già dominato dalle consolle Nintendo 64, Sony PlayStation, e Sega Saturn, macchine espressamente progettate per i giochi e quindi più performanti di una macchina come la Pippin che essendo derivata da un computer aveva delle limitazioni intrinseche. Oltretutto quando fu presentata il software a disposizione era poco, in fatti il principale produttore di software era la Bandai non le grandi case di videogiochi che snobbarono la macchina. Per finire era una macchina costosa, costava poco se rapportata a un Macintosh ma rispetto a una consolle qualsiasi era molto costosa e all'utente medio non offriva niente che un'altra consolle non potesse offrire.
La consolle Pippin fu anche molto sfortunata perché si trovò a combattere con la prima generazione di consolle esplicitamente pensate per la grafica tridimensionale e la sua scheda grafica non era in grado di competere con i chip custom sviluppati dalla Sony, Sega o Nintendo. Venne abbandonata dopo poco tempo dalla Bandai dato lo scarso interesse del pubblico.
Apple Set Top Box
[modifica | modifica sorgente]L'Apple Set Top Box era un progetto dell'Apple Computer riguardante un terminale interattivo per la televisione digitale via cavo. Il progetto venne avviato nel 1995 e si basava su la scheda madre di un PowerBook della serie 500. Il ricevitore era in grado di decodificare filmati QuickTime e tramite una scheda integrata poteva decodificare filmati mpeg2 in tempo reale. Era dotato di un Hard disk per immagazzinare il sistema operativo e i programmi oltre ovviamente alle preferenze dell'utente. Era fornito anche di una porta seriale proprietaria in grado di trasmettere informazioni a 40 Mbit/s. L'idea che stava alla base del Set Top Box era quella di fornire all'utente la possibilità di interagire con il terminale per ricevere informazioni e per effettuare delle scelte utilizzando il telecomando. Queste scelte sarebbero state trasmesse alla centrale di trasmissione in modo da fornire una interazione tra utente e televisione. Il progetto è molto simile a quello della moderna televisione digitale terrestre solo che nella televisione digitale terrestre il segnale viaggia via onde radio mentre il Set Top Box era progettato per ricevere via cavo il segnale digitale. Il progetto distribuì anche 1000 Set Top Box per effettuare una fase di test in modo da affinare l'apparecchio. Il progetto venne abbandonato del 1996 per problemi finanziari di Apple e anche perché la messa in opera dell'infrastruttura necessaria al Set Top Box avrebbe avuto costi proibitivi.
PowerBook 5300
[modifica | modifica sorgente]Il PowerBook 5300 è probabilmente il peggior portatile prodotto da Apple. Aveva seri problemi di alimentazione dato che era dotato di batterie agli ioni di litio, una tecnologia nuova che prometteva maggior durata ma che, se non adeguatamente utilizzata, poteva produrre degli incendi. Alcuni PowerBook 5300, durante dei test presero fuoco e l'Apple fu costretta a ritirare l'intera serie ed a sostituire le batterie con delle batterie all'idruro di nickel, una tecnologia meno efficiente sotto il profilo energetico ma molto più sicura. Il PowerBook 5300 aveva altri problemi legati alla scheda madre, Apple fu costretta a ritirare dal commercio il portatile e sostituire le schede madri difettose. I vari problemi del 5300 costarono all'Apple complessivamente 500 milioni di dollari e aggravarono la situazione finanziaria della società, che allora non era florida.