Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/USA-4
Armi portatili e di fanteria
[modifica | modifica sorgente]La principale di queste, almeno tra le definibili 'avanzate', fu senz'altro il Bazooka, diventato (assieme all'RPG in questi ultimi anni) il sinonimo di questo tipo di armi.
La nascita del Bazooka era dovuta alle ricerche fatte nella base statunitense di Aberdeen (Maryland) fin dal 1933, ma solo nel '42 venne iniziato lo sviluppo di questo sistema piuttosto originale, eppure semplice: un tubo lanciarazzi, un razzo ad alette lunghe, che era collegato all'ogiva da un razzo di piccolo diametro, il che consentiva di non usare le alette ripiegabili.
La storia completa del Bazooka era però ben più antica, se si vuole risalire ai suoi antenati. Nel 1915, durante la prima guerra mondiale, uno scienziato che poi divenne uno dei più importanti specialisti della propulsione a razzo si stava interessando ad una nuova arma. Era Rober H. Goddard. Pensava ad un sistema per i combattimenti in trincea, la cui idea prese forma durante gli anni successivi, soprattutto dopo il 6 aprile 1917 quando gli USA entrarono in guerra. L'arma venne presentata all'US Army Signal Corps a metà del 1918. Vi furono anche dei tiri di prova ad Aberdeen. Era un'arma che poteva essere scambiata per un gioco pirotecnico: il calibro era di appena 25 mm e la lunghezza di meno di mezzo metro. Decisamente non era un'arma potente, e dopo alcuni altri anni di prove venne abbandonata nel 1923. All'epoca si cominciava a parlare seriamente, nonostante i tagli del dopoguerra, di evoluzione nelle tecniche carriste e questo non tardò a provocare delle reazioni difensive, specie nello studio di nuovi sistemi per la fanteria. Gli Americani avevano valutato i fuciloni come armi piuttosto scomode e costose, il che può forse sorprendere considerando la loro grande attitudine alle armi da fuoco di elevata potenza. Ma se non adottarono fuciloni controcarri, è anche vero che un'arma di questo tipo in realtà ce l'avevano già, la mitragliatrice M2, basata, pare, sul proiettile da 13 mm dei fuciloni Tedeschi della grande guerra. Molto prima dell'avvento dei carri armati, però, un curioso fenomeno venne osservato da tale Charles E. Munroe, che notò come nelle barre di esplosivo usate per le demolizioni ferroviarie la sigla del produttore spesso veniva trasmessa al metallo, all'atto dell'esplosione. L'effetto Munroe, poi noto come 'carica cava', permetteva a piccole cariche esplosive di perforare e tagliare via centimetri di acciaio. Queste osservazioni del chimico americano erano state fatte nel 1888, troppo presto per pensare alla guerra corazzata. Ma tornarono utili nel futuro, per esempio nel 1930 quando Henry Mohaupt, armiere di origini svizzere, venne incaricato dall'US Army di sviluppare una bomba a mano capace di perforare 100 mm d'acciaio. E per realizzare tale impegnativo 'target' si rivolse alla carica cava. Così nacque la bomba a mano M10, effettivamente valida anche per spessori superiori ai 100 mm d'acciaio, che era 5-6 volte più spesso delle corazze dell'epoca e che sarebbe stata uguagliata solo dai KV e Tiger di molti anni dopo. Ma c'era il problema del peso, oltre 1,6 kg, troppi per lanciarla a mano. Per risolvere il problema si pensò ad una granata simile, ma più piccola, la M9 che poteva essere sparata dal fucile e che dai tardi anni '30 divenne la prima arma controcarri della fanteria americana. Sempre non considerando la M2, che poteva perforare circa 25 mm d'acciaio a breve distanza, ovvero molto di più di quanto la gran parte dei mezzi corazzati dell'epoca avesse da offrire. Quasi contemporaneamente tale Lt. E.G. Uhl ricominciò a lavorare sull'arma di Goddard, e la cosa può sembrare strana dato che era un militare dell'USN. L'US Army si interessò a questo revival e il colonnello Leslie A. Skinner propose infine una granata M9 con il razzo di Uhl. E così tutti i pezzi erano a posto: si riuniranno al Cormoran Hall della G.W. University, sotto forma di un tubo di 1,37 metri provvisto di un poggiatesta e due impugnature, la prima per mirare e la seconda per tirare con tanto di grilletto. C'erano anche due batterie BA da 1,5 volt, perché era previsto che il razzo fosse acceso elettricamente. Il calibro di 60 mm era in realtà 2,36 pollici ovvero 60,07 mm. Già nel 1940-1941 ne vennero realizzati e sperimentati vari prototipi, mentre nel '42 si giunse al tipo che poi sarebbe passato in produzione, senza più l'impugnatura anteriore ma con un traguardo da 100, 200 e 300 yards. L'omologazione avvenne nel luglio 1942 come M1 Bazooka. Le consegne partirono ad ottobre ed è davvero poco noto come subito parecchi di questi lanciarazzi venissero consegnati ai Sovietici. Seguirono i razzi di vari tipi, cominciando dall'M6A1 HEAT, l'M10 al fosforo per compiti fumogeni-incendiari, e un razzo inerte per esercitazioni M7A1. Almeno inizialmente il razzo veniva sparato da un lanciatore di 6,8 kg di peso e 1,37 m di lunghezza, dal costo di appena 19 dollari (poi calato) e riutilizzabile. Il proiettile di per sé, forse riferendosi a quello HEAT, era pesante 1,6 kg e lungo 55 cm, mentre la carica HEAT pesava 700 grammi di cui 227 di esplosivo vero e proprio, il tutto sparato a 82 m.sec per una gittata utile variamente indicata, ma in genere di 150 metri, teoricamente anche 2-4 volte tanto. Inizialmente perforava 70-80 mm d'acciaio. Da ricordare che se l'impiego fu fatto dagli americani dopo gli sbarchi nel Nord Africa, i Sovietici lo usarono in combattimento nello stesso periodo. Ne lamentarono anche un difetto, quello delle batterie, vulnerabili al freddo.
Ma la carica del razzo propulsore spesso non bruciava totalmente prima di uscire dal tubo di lancio e allora spesso era possibile mettere una retina di protezione vicino alla volata, altrimenti scoppiava in faccia al tiratore, che ebbe anche appositi occhiali protettivi. Nondimeno non era raro vedere il lancio anche senza l'uno o l'altro. La vampa del bazooka lo rendeva poco pratico per i tiri da ambienti chiusi e facile a vedersi dopo il tiro. Per questa ragione i militari americani preferirono spesso il PIAT britannico, che era più pesante ma più discreto. Ma le valutazioni di questo sistema inglese non portarono ad una adozione a scapito di quello americano, tutto sommato più facile da gestire. Successivamente partirono i programmi per l'M1A1 nel luglio 1943, senza interruttore d'attivazione, con i sistemi protettivi di cui sopra, e con un'ottica di puntamento vera e propria. L'M9A1, studiata dal '43 ma entrata in servizio assai più tardi, eliminava le batterie, sostituite da un piccolo generatore azionato dal grilletto. Inoltre il lanciatore era scomponibile in due parti per ridurre il suo ingombro durante il trasporto. Le munizioni adottate, del tutto diverse dalle precedenti, avevano alette corte con struttura cilindrica per una migliore precisione. L'M9A1 con i razzi M6A3 entrò in servizio in quantità crescenti dal '44. Da quell'epoca grossomodo iniziò anche l'introduzione dei pezzi SR da 57 mm e poi da 75 mm. Ma il Bazooka, molto più leggero, non ne soffrì più di tanto.
Il tiro era possibile ad un massimo di 594 m, in addestramento si potevano colpire carri a 274 m, ma poi in azione la gittata pratica era di soli 91 m. Capace di perforare 70 mm di corazza, poi aumentata rapidamente a 119 mm, era un'arma efficace e popolare, che doveva il nome alla somiglianza ad uno strumento hawaiiano a fiato. Venne usato in molti compiti, anche d'appoggio truppe, aveva proiettili nebbiogeni e incendiari e poteva essere usato per i compiti più vari. La differenza con il Panzerfaust era che si trattava di un lanciarazzi non sottocalibrato, con un calibro cioè pari alla testata, mentre la struttura era ricaricabile. I Tedeschi lo presero a modello per il Panzerschreck. Gli americani però rimasero fedeli al tipo calibro 60 mm, prodotto come M1 nel '42, l'M1A1 migliorato, l'M9 scomponibile in due pezzi per facilitarne il trasporto, e l'M18 leggero in quanto fabbricato in alluminio.
Il suo successore, sollecitato dalle corazze dei carri tedeschi più pesanti era l'M 20 Super Bazooka era da 89 mm, che adottava finalmente il concetto tedesco di aumentare il calibro della testata. Si potrebbe quasi dire che era una copia dell'arma tedesca, almeno concettualmente. Venne tuttavia prodotto solo nel dopoguerra (attorno al 1950) e usato con successo in Corea (dove il Bazooka era invece incapace di funzionare se messo contro i T-34). Il suo peso era di 6,4 kg, con tubo scomponibile da 1,55 m, razzo M28 da 4,09 kg di cui 0,87 kg di HE e 0,163 di propellente a razzo. Era sufficiente per una gittata massima di 1.200 m, ma quella pratica era grossomodo pari ad un sesto. Perforando anche oltre 200 mm d'acciaio era efficace, e venne rimpiazzato (ma a lungo rimase nei depositi come riserva) solo dal piccolo M71 LAW, che era certo più moderno, ma meno potente e del tipo a colpo singolo, come i primi Panzerfaust. La versione M20A1 e B1 erano le versioni prodotte, nel secondo caso con il più costoso alluminio per ridurre il peso totale[1].
In tutto, fino al '45 vennero prodotti almeno 467.628 Bazooka e 15.603.000 razzi di tutti i tipi. Si trattava di un dato impressionante, che motivò la presenza di questo lanciarazzi in servizio per molti anni a venire, assieme ovviamente all'M20 Super Bazooka. In definitiva il Bazooka diede una risposta semplice ad un problema complesso, che con i fuciloni controcarri era oramai difficilmente gestibile: e se questi dovevano essere utilizzati come lanciagranate come fecero i Tedeschi, allora perché non studiare un lanciagranate puro? La cosa però non era pacifica: i Tedeschi produssero un valido razzo, utilizzando però per il tiro il Puppchem, una specie di cannone-lanciarazzi leggero che era una soluzione del tutto impraticabile. Infatti cambiarono subito idea quando catturarono i ben più semplici Bazooka nella primavera del '43, in Africa Settentrionale.
Le caratteristiche dell'M1A1: calibro 60 mm, lunghezza 1,384 m, peso 1,54 kg (razzo) e 6,01 kg (tubo), v.iniziale 82,3 m.sec[2].
Ma un cenno va certo fatto anche alle armi portatili, che non erano dalle prestazioni eccezionali ma risultavano sicure ed affidabili. L'M 1 Garand, fucile ben noto anche in Italia, era il primo tra i fucili semiautomatici, che sostituiva -ma non vi riuscì completamente, specie nel Pacifico- l'ottimo M 1903 Springfield. Costruito e omologato già nel 1932 per uso militare, l'arma di John C. Garand non era famosa per la sua leggerezza, ma era robusta e ben costruita, anche se complessa e dispendiosa da realizzare. Funzionante a utilizzo indiretto dei gas, forse il suo vero punto debole era il caricatore da 8 colpi, che funzionava solo se era pienamente caricato; e quando finiva i colpi, scattava via in maniera automatica con un suono che era eventualmente udibile anche da qualche nemico in ascolto. In seguito arrivarono i fucili per tiratori scelti M1C e D, del '44, ma prodotte in piccola quantità, e nel '57 apparve la versione automatica M14, con un caricatore con più colpi, e di lì a poco il BM 59 della Beretta. Da notare che i Tedeschi riutilizzarono il Garand come Seibstladegewher 251 (1), mettendo le mani su tutti quelli che poterono, e i Giapponesi realizzarono il Tipo 5 da 7,7 mm che ne era il clone, ma solo in pochi esemplari giunti a guerra quasi finita. Il Garand era ancora in dotazione, negli anni '80, alla Guardia Nazionale americana, come anche ad altre forze armate, tra cui l'Esercito italiano.
Le dimensioni: 1,107 m di lunghezza, 609 mm di canna, 4,313 kg di peso, 855 ms di velocità iniziale, erano le caratteristiche di quello che era noto come Rifle, Caliber .30, M1 per la nomenclatura dell'US Army.
Il Garand era un fucile capace di sparare delle cartucce molto potenti, persino troppo (!) per impiego antipersonale. Ma pesava parecchio e non era l'ottimale in tante occasioni. Ora, per le truppe già assegnate ad un sistema d'arma specifico, come i mitraglieri, la pistola era generalmente l'arma tipica d'impiego, e così anche per le truppe di seconda linea, i carristi ecc. Ma nel '40 l'US Army, consapevole dei limiti di gittata utile di tali armi, pensò bene di usare piuttosto una carabina leggera e facile da maneggiare anche in spazi ristretti. La risposta fu la Winchester Carabine Caliber .30, M1, che era in un certo senso la versione ridotta del Garand. Come tale aveva un sistema di sottrazione di gas (ma di tipo diverso) che le dava la possibilità di fuoco ampiamente automatizzato, mentre la cartuccia era di potenza intermedia tra quella di una pistola e quella di un fucile. Gli sviluppi di questa popolare arma furono parecchi, da quello per paracadutisti con calcio ripiegabile M1A1, al tipo M2, che portava alle logiche conseguenze la tecnica dell'arma: introduceva la possibilità di fuoco automatico, facile da ottenere con poche modifiche da qualunque arma semiautomatica. La M2 tirava fino a circa 775 c. min, e aveva un caricatore ricurvo da 30 colpi, applicabile anche alla M1. La M2 era una specie di Kalashnikov ante-litteram, capace di un'azione di shock, con un fuoco automatico molto efficace alle brevi distanze, quelle del resto tipiche dell'impiego di armi simili. Ma c'era anche un altro tipo, ancora più insidioso, la M3 che aveva un sistema particolare di puntamento. Può sembrare strano che fosse così, visto che era solo un'arma piccola e poco potente, ma forse per questo e per la relativa silenziosità del suo funzionamento, venne usata assieme ad un sistema IR di visione notturna. Questo era davvero un'innovazione per l'epoca, ma la M3 venne prodotta solo in 2.100 esemplari (dato approssimato). In tutto però la serie di queste carabine aveva ottenuto un totale di produzione di 6.332.000 esemplari, probabilmente il record di produzione per un'arma individuale della II Guerra mondiale. Il suo difetto principale era la mancanza di potenza, anche alle brevi distanze, e la cartuccia perdeva rapidamente d'efficacia, tanto che la gittata pratica era di circa 100 metri. Non era un problema se c'era da combattere casa per casa o in una foresta, o ancora di notte, ma lo era se c'era da affrontare combattimenti su maggiori distanze o contro mezzi meccanizzati, anche non corazzati. In ogni caso era un'arma ben fatta che si usava con piacere e non impicciava nel trasporto. I Tedeschi la riutilizzarono come Selbstaderkarabine 455(a). Soprattutto, se la M1 è sparita abbastanza in fretta dalle F.A., è rimasta invece a lungo nelle forze di polizia, perché una cartuccia da guerra a piena potenza non è indicata per le esigenze delle azioni 'civili'. I collezionisti sono anche molto interessati a quest'arma, ben fatta con la sua struttura in legno lavorato. Anche i mafiosi, visto che, per esempio, il famoso Bugsy venne ucciso con due colpi di quest'arma da un killer appostato fuori dalla finestra.
In ogni caso la M1 era ben più valida di una pistola, e almeno pari se non superiore ad un mitra. Le sue dimensioni erano di 90,4 cm di lunghezza, 457 mm di canna, 600 m.sec della cartuccia, astuccio da 15 o 30 colpi, peso di appena 2,36 kg, circa la metà del Garand. Questo lo si vede anche dalle foto d'epoca: mentre i soldati che erano impegnati nello sparo o nel puntamento del Garand sono visibilmente sotto sforzo, l'M1 è portata con scioltezza e puntata con facilità anche mirando con l'arma appoggiata sulle spalle. Nell'insieme è uno dei progetti più significativi di armi portatili della guerra, e testimone di come gli USA potessero permettersi lussi impossibili per altre nazioni, nessuna delle quali poteva sognarsi un meccanismo semiautomatico per una semplice carabina.
Altre armi americane di tipo portatile erano piuttosto avanzate, per esempio i mortai da 60 e 81 mm, peraltro copie di tipi francesi, e molto diffuse anche nei decenni successivi (alle volte, come nel caso del 60 mm, copiate dai Giapponesi e poi usate dai vietcong contro obiettivi americani). C'erano anche le bombe a mano, e vari tipi di mitra, dal vecchio Thompson 'militarizzato' ad altri come il più semplice M3 'Grease gun'. Ma un posto d'interesse lo occupano senz'altro i lanciafiamme, che nel caso degli anglo-americani, per via della densità maggiore della miscela, avevano una gittata sensibilmente maggiore di quella dei tipi tedeschi. Questo grazie alla scoperta di come usare, quali additivi, i cosiddetti 'saponi di alluminio', come lo stearato di alluminio. Questo rendeva più densa e capace di diffondersi sul bersaglio la miscela, di quanto non fosse l'additivo con il catrame o la gomma che usavano altri contendenti e che non produceva grandi differenze come prestazioni. I lanciafiamme sono armi terrorizzanti nel senso più letterale del termine: un soldato può mettere in conto di finire colpito da schegge, pallottole, esplosioni, ma essere bruciati vivi è un'altra storia. Inoltre per eliminare i bunker e altre postazioni protette non c'è niente di meglio. Naturalmente il soldato con il lanciafiamme è vulnerabile e con problemi di sopravvivenza in azione, per cui la fanteria normale deve proteggerlo. Alle volte la lancia del sistema è modificata per apparire come un normale fucile. Accendere la miscela e lanciarla sono altri due problemi tutt'altro che banali. Farci sistemi capaci di essere portati facilmente da singoli individui è un altro dilemma. Gli Americani li risolsero con i sistemi M1 e M2; il primo era un sistema derivato dal più sofisticato e delicato ER1, in servizio dai tempi di Guadalcanal, ma si trovò che era soggetto a rotture anche pericolose. L'M1A1 era dell'anno successivo, giugno 1943, e ne vennero costruiti 14.000. Con la nuova miscela arrivava dagli originali 27 m a 45. Pesava 31,8 kg, con serbatoio di combustibile da 18,2 litri e autonomia di fuoco (letteralmente) di 8-10 secondi. Un tipo migliore era l'M2-2, che possedeva una minore gittata, ma aveva il sistema d'accensione strutturato come una pistola a tamburo, con sei cartucce azionabili, e un grilletto con manico simile ad una pistola. Il peso era di 28-33 kg, uguale capacità di carburante ma gittata limitata a soli 36 m come massimo, 8-9 secondi di autonomia di fuoco.
Visto che si parla spesso di mitragliatrici, va ricordata la M1917 raffreddata ad acqua e la pi leggera M1919 ad aria, entrambe piuttosto vecchie, ma ancora ben valide durante la guerra. La principale mitragliatrice però è stata la M2, arma standard dei corazzati. Si tratta anche qui di un'arma non certo 'avanzata', ma decisamente potente e affidabile, nata negli anni '20, diffusa nell'US Army, USMC, USN, USAAF, e poi in decine di nazioni. Arma pesante circa 30 kg, da 470-550 c.min, capace di perforare anche 25 mm a brevi distanze, era basata almeno in parte sugli studi delle munizioni dei fuciloni tedeschi da 13 mm della I GM, e come tale efficace contro i corazzati leggeri. La versione aeronautica aveva canna da 914 anziché 1143 mm, e quella navale aveva una canna raffreddata ad acqua per migliorare il volume di fuoco sostenuto. L'arma aeronautica invece raggiungeva anche gli 800 c.min, anche se solo per brevi raffiche. Verso la fine della guerra cominciò ad apparire un nuovo tipo, la M3, che arrivava a circa 1.100 c.min, e venne usata soprattutto dai jets. L'M2, mai particolarmente facile da portare e con una potenza di fuoco non particolarmente favorevole rispetto alla massa, era tuttavia molto durevole e ancora oggi è in servizio in decine di migliaia di esemplari, resistendo a tutti i tentativi di rimpiazzarla, per esempio con la più leggera e veloce T85 dell'M60 e LVTP-7. Ecco perché ad oggi l'M1 Abrams l'ha a bordo come l'aveva l'M4 Sherman di decenni prima. Un altro tipo fu l'arma sperimentale da 15 mm basata sulla clonazione dell'MG 151/15, mitragliera che aveva ottime doti balistiche, ma che i Tedeschi preferirono allargare a 20 mm per un proiettile più lento ma più potente. Ma quest'arma americana non ebbe nessuna fortuna, costava troppo rispetto all'M2 e la logistica non si giovava di un nuovo calibro da alimentare, dopo tutti gli sforzi di unificazione. L'M2 in genere non usava colpi esplosivi, ma AP o API da circa 46-48 gr, sparati a circa 850 m.sec (con cali trascurabili per il tipo aeronautico).
Corazzati
[modifica | modifica sorgente]Carri
[modifica | modifica sorgente]Nonostante l'enorme sviluppo del settore corazzati, mancò nell'US Army quell'innovazione vigorosa e quella ricerca di soluzioni qualitativamente superiori, che caratterizzarono i Tedeschi e anche i Sovietici. Uno dei progetti americani fu, per dirne uno, l'M6, che era un carro pesante che non venne adottato per la produzione in grande serie. Gli Americani avevano già un gettito di validi carri medi che fino al 1943 potevano affrontare ogni avversario con buone probabilità di superarlo. Poi, quando arrivarono i Tiger e i Panther, le cose cambiarono, ma era tardi per rimediare e si preferì continuare con le versioni migliorate del carro standard, M4 Sherman. I mezzi americani erano facili da guidare, piuttosto mobili anche se non estremamente veloci; la sagoma era troppo alta per via dell'uso di motori d'aviazione e si mantenne troppo alta anche dopo che vennero adottati (nel caso dell'M4) motori più compatti. La rifinitura dei veicoli era senza dubbio eccellente, specie se comparata con la rozza essenzialità dei carri sovietici. Non si saprà mai se lo Sherman fosse migliore o peggiore del T-34. In ogni caso, ai Sovietici piacque molto (forse l'unico carro occidentale, assieme al Churchill), ma l'unico M4 che veramente funzionava con loro era quello con il motore diesel, applicato su alcune versioni al posto del più assetato motore a benzina.
Ecco una panoramica dei carri armati moderni o modernizzati, chiaramente per gli standard del '45.
Il più leggero tra i carri americani di nuova concezione era l'M22 Locust. Un mezzo interessante che venne ideato dal '41 come carro armato aviotrasportabile, giusto come il Tetrarch inglese. E come questo, era un mezzo molto leggero e poco protetto, tanto da essere giustificabile solo nel caso di impiego da parte di truppe aviotrasportate. Nondimeno esso fu costruito come un vero carro armato e non come, diciamo, un carro d'assalto. Consegnato già nell'autunno 1941 venne chiamato T9 Light Tank, e in seguito M22. Ne vennero ordinati molti, quasi 2.000 esemplari, ma solo 830 vennero consegnati. Lo scafo era saldato, la torretta con un pezzo unico per fusione. Gli Inglesi lo usarono per forzare il Reno nel Marzo del '45, gli Americani non lo utilizzarono mai perché mancavano di un aliante da trasporto come l'Hamilcar inglese e questo nonostante che un aereo C-54 potesse trasportare l'M22, il cui nome Locust venne dato dagli Inglesi. Nel dopoguerra alcuni vennero ceduti all'Egitto.
Data la leggerezza necessaria, era poco protetto ed estremamente vulnerabile, giusto come i carri anfibi sovietici. Le caratteristiche di quello che è con ogni probabilità il mezzo meno noto tra i carri americani in servizio sono le seguenti:
- Peso: 7,3 t
- Equipaggio: 3
- Dimensioni: lunghezza 3,94 m, larghezza 2,23 m, altezza 1,74 m
- Motore: Lycoming 0-435T1 a 6 cilindri raffreddato ad aria, 162 hp
- Prestazioni: velocità 32-64 kmh a seconda del terreno, autonomia 217 km
- Armamento: 1 M6 da 37 mm (50 cp), 1 M1919 da 7,62 mm (2.500)
- Corazzatura: frontale scafo 25 mm, lati 18-13 mm, torretta frontale 25 mm, lati 18 mm.
Questo carro era un esempio 'estremo' ma i carri armati leggeri ebbero un apice nel ben più noto M24 Chaffee. Già nel '42 si cercò un carro come successore dell'M5 che pur essendo un buon mezzo, era troppo poco armato (cannone da 37 mm) per sostenere gli scontri con i panzer. Allora si pensò ad un mezzo da 18 t che fosse adeguato alle necessità. Ma non funzionò come ci si aspettava perché il prototipo, l'eccellente T.7, venne poi stravolto dalle modifiche, visto che nel contesto s'era fatto vivo anche l'esercito inglese. Questo lo voleva armato con il pezzo da 57 mm, gli americani volevano il 75 mm, la corazza ebbe un aumento tale che alla fine ne venne fuori un carro medio-leggero inadatto per entrambe le categorie. Allora si rimise mano totalmente al pregetto e la Cadillac, forte dell'esperienza della produzione dell'M5A1, studiò dall'aprile del '43 un nuovo mezzo che fosse valido. Il risultato fu premiato con una commessa per 5.000 mezzi. Il prototipo venne approntato nell'ottobre del '43 come T24 e presto divenne in servizio l'M24 Chaffee, consegnato nel tardo 1944. Privo di cesto di torretta, era corazzato in acciaio saldato nello scafo e anche nella torretta onde realizzare maggiore spazio rispetto a quelle di fusione. Aveva una mitragliatrice da 12,7 mm nel retro della torretta, su di un alto affusto, e un mortaio nebbiogeno da 2 pollici a destra della torretta. Le sospensioni erano a barra di torsione su 5 ruote e i motori erano 2 da 110 hp l'uno, con cambio a 8 marce che assicurava fino a circa 30 kmh anche in retromarcia. Tra le altre particolarità un'uscita d'emergenza sotto lo scafo. Come armamento aveva il pezzo da 75 mm alleggerito usato anche per il B-25 Mitchell mentre le munizioni erano in contenitori sul pavimento, protetti da liquido antincendio in cui erano immerse le munizioni (il cosiddetto 'wet storage').
Le versioni sarebbero state molte, approfittando dell'eccellente mobilità che questo carro armato offriva grazie alla sua meccanica. Tra queste l'M19 contraerei con due cannoni da 40 mm. Ne vennero ordinati 904 dall'agosto del '44 (prodotti al giugno del '45 285 contro 4.070 M24). Erano montati in posizione pressoché scoperta, in una torretta mobile, ma erano il meglio che si potesse fare date le piccole dimensioni della piattaforma. Un'altra versione fu l'M41 'Gorilla' che si permetteva addirittura un obice da 155 mm, ordinato in 250 esemplari nel luglio 1944, ma solo 60 completati prima del V-Day. Un'altra artiglieria semovente fu l'M37 per rimpiazzare l'M7 Priest, ma solo 316 vennero consegnati prima della fine della guerra, su 448 ordinati. Avevano 7 uomini d'equipaggio e 90 colpi da 105 mm. C'erano anche veicoli da trasporto e trattori, carri recupero e di supporto logistico. Si arrivò anche a modelli con torretta quadrinata da 12,7 mm con sistemi di direzione di tiro sofisticati, mortai semoventi da 107 e 155 mm, con cannoni senza rinculo e altro ancora, ma non pare che entrarono mai in produzione. Venne provato anche con cassoni di galleggiamento per trasformarlo in anfibio.
- Peso: 18 t
- Equipaggio: 4
- Dimensioni: lunghezza 5,49 m, larghezza 2,85 m, altezza 2,21 m
- Motore: 2 Cadillac Twin 44T241 da 110 hp l'uno
- Prestazioni: velocità 40-55 kmh a seconda del terreno, autonomia 160+ km su strada, trincea 2,44 m, pendenza 60°, gradino 0,91 m
- Armamento: 1 da 75 mm (48 cp), 2 M1919 da 7,62 mm (3.000), 1 M2 con 440 cp.
- Corazzatura: frontale scafo 25 mm (con l'inclinazione equivalenti fino a 63 mm circa), lati 18-25 mm, superiore e inferiore 12,7 mm; torretta frontale 25-38 mm, lati 25 mm.
Usato per la prima volta in Italia, ebbe maggiore notorietà nell'attraversare il Reno nel '45. Era solo l'inizio di una lunga carriera che l'avrebbe visto anche negli anni '90 riarmato ed equipaggiato con nuovi sistemi d'arma, per esempio i cannoni israeliani da 60 mm ad alta velocità. Ma a dire il vero, come carro da combattimento restava insoddisfacente già ai tempi della Corea, quando ebbe spesso la peggio contro i T-34, cannoni da 45 e fuciloni controcarri. Era troppo poco protetto e l'armamento da 75 mm non aveva la potenza sufficiente per competere con altri carri medi. In seguito venne sostituito da un altro carro altamente mobile, l'M41 che era praticamente una sorta di mini-M47 Patton[3].
Quanto all'M26 Pershing, il Servizio tecnico americano non era contento già nel '42 dello Sherman e così richiese un nuovo carro armato medio-pesante, che attraverso numerose evoluzioni con i relativi prototipi T20, 22 e 23 sperimentarono varie soluzioni come meccanica, armi e corazzatura.
Andando con ordine, i T25 e T26 erano carri armati pesanti, con il pezzo da 90 mm T7, ma fu il secondo che ebbe la meglio e venne dotato di un convertitore di coppia idraulico con sistema di riduzione planetario, il cosiddetto cambio 'torquematic', che era un grosso miglioramento rispetto agli altri carri dell'epoca. Le sospensioni erano a barra di torsione su 6 ruote di medio diametro. Ma il problema della trasportabilità via mare di questi pachidermi era tale da consigliare di continuare con l'M4 Sherman in versioni migliorate. Però gli scontri con i Tedeschi fecero cambiare idea e ordinare 1000 T26 col pezzo da 90 mm e 1000 T25 con quello da 75 mm. Non c'era ancora una solida volontà di avere questi mezzi in servizio,però una cosa era sicura, che nonostante la superiorità dell'aviazione alleata, per gli equipaggi dei carri Alleati ritrovarsi contro un Tiger era un'esperienza molto sgradevole, tanto che si ipotizzò di affrontarli in superiorità di almeno 4 a uno. Idem per il Panther. Al dunque il T26E2 ebbe il sopravvento anche come mezzo di supporto di fuoco, diventando poi l'M45. Esso aveva un obice da 105 mm, intercambiabile con il pezzo ad alta velocità da 90 mm che in ogni caso era il futuro per il combattimento tra carri armati.
Ma l'US Army ancora non era convinto di questo carro armato, tanto che volle standardizzarlo sì, ma solo dopo che se ne dimostrasse la validità. Così venne mandato un lotto di 20 T26E-3 di preserie. Oramai il dado era tratto, ma quanta fatica. Il problema era essenzialmente quello che l'US Army non considerava il combattimento tra carri come prioritario: per quello c'erano i cacciacarri, che in pratica erano scafi di carro con torretta aperta e armata di cannoni più potenti. La differenza in potenza non era di poco conto, ma che senso aveva questa separazione 'delle carriere'? Ben presto ci si rese conto dell'assurda via intrapresa, ma nel '43 i battaglioni cacciacarri, nati essenzialmente per dare maggiore mobilità ai pezzi M3 da 76 mm (potenti ma pesanti) erano diventati 106, con 36 M10 l'uno. Questi erano parenti strettissimi dell'M4, ma all'epoca questo aveva il pezzo da 75 mm che perforava non più di 80 mm a 900 m, quando l'M3 ne perforava 119, una grossa differenza che in teoria consentiva anche l'ingaggio dei Tiger (corazza quasi verticale da 100 mm), che invece era frontalmente invulnerabile agli Sherman. Un altro problema era che i cannoni da 76 mm ad alta velocità iniziale non erano molto efficaci come granate HE, mentre i pezzi da 75 al contrario erano eccellenti anche in questo senso, per non dire del ritmo di fuoco di almeno 15 c.min contro 10 dei colpi da 76. Per questo i cannoni ad alta velocità stentavano ad affermarsi e venivano relegati per lo più ai cacciacarri. Ma sarebbe durata poco, perché con la richiesta perentoria del diretto interessato, il Comando in Europa dell'US Army, i mezzi prodotti dal 1 giugno 1944 avrebbero dovuto avere solo i pezzi da 90 mm.
Al dunque, i grossi M26 Pershing ebbero un uso efficace in guerra da parte della 3th e 9th AD e per la fine della guerra, dopo l'esordio durante l'Operazione 'Zebra' ne sarebbero giunti 310. Gli Inglesi erano interessati a questo carro, e ne ebbero in valutazione; ma gli ordini non arrivarono data la fine della guerra, e il fatto che era disponibile l'eccellente Centurion, appena entrato in produzione.
Per la prima volta i carri americani (eccetto il 'Jumbo') poterono entrare in azione con corazze molto spesse (102 mm) e armamenti potenti, competendo con i Tiger e Panther. Anzi, un M26 con cannone allungato da 90/70 mm distrusse addirittura un Tiger II, colpendolo nella parte bassa dello scafo anterior (dove c'erano 'solo' 100 mm). Dei 2.000 carri solo 1.436 vennero completati a causa della fine della guerra, e alcuni ebbero impiego anche contro i Giapponesi ad Okinawa (dove non c'era molto da fare per un carro pesante). L'M26 Pershing aveva finalmente uno scafo abbastanza basso, una grande torre ricavata per fusione con un grosso scudo anteriore, una cupola con mitragliatrice sita posteriormente in un affusto fisso, un po' come nell'M24. Ogni 4 carri M26 venne prodotto un M45.
- Peso: 41 t
- Equipaggio: 4
- Dimensioni: lunghezza totale 8,79 m, larghezza 3,5 m, altezza 2,77 m
- Motore: 1 Ford 8V da 500 hp
- Prestazioni: velocità 40 kmh, autonomia 148 km su strada, trincea 2,59 m, pendenza 60%, gradino 1,17 m
- Armamento: 1 da 90 mm (70 cp), 2 M1919 da 7,62 mm (5.000), 1 M2 con 550 cp.
- Corazzatura: frontale scafo 102 mm a 44° (equivalenti a 170 mm), frontale inferiore 102/37° (163 mm), lati 51-76 mm, superiore e inferiore 22 e 13 mm; torretta frontale 102-114 mm, lati 76,2 mm.
Tra le versioni d'interesse, l'M26A1 aveva il cannone T15 (il 'super cannone' ad altissima velocità), l'E1 con lo stesso cannone, l'E2 era l'M45, l'E5 era l'equivalente dello Sherman Jumbo, ovvero con corazza aumentata,addirittura fino a 279 mm. Ne vennero costruiti 24. Nonostante il progresso compiuto, le 41 t dell'M26 erano ancora mosse da un motore da circa 500 hp, appena migliore di quello dello Sherman. Per cui il giudizio non fu mai unanime. In Corea l'M26 fermò i T-34/85 rivelandosi superiore come carro da battaglia, ma i problemi di mobilità dati dalla geografia del luogo e la scarsa affidabilità del mezzo lo resero ben presto un mezzo marginale; l'M4E8 Sherman fu di gran lunga preferito nel prosieguo della guerra, alle volte anche rispetto all'M46. Quest'ultimo si differenziava dall'M26 perché aveva un motore molto più potente (820 hp) che dava una maggiore mobilità anche se con una minore autonomia, e in Corea fu uno dei migliori carri da battaglia, assieme al Centurion inglese[4].
Il prototipo del Super Pershing aveva il pezzo da 90/70 mm che perforava oltre 200 mm a 1000 m e 330 a 100 m; dimostrò di valere quando venne inviato in azione nella Rhur e pochi giorni prima della fine della guerra colpì 3 carri, tra cui in particolare un Tiger II, centrato nella piastra corazzata frontale inferiore: il veicolo venne totalmente distrutto dall'esplosione delle munizioni interne. Il cannone era il T15, il prototipo con questo era il T26E2. Del Pershing, ordinato in 2000 esemplari, vennero consegnati effettivamente 882 mezzi entro l'ottobre 1945 e nessun Super Pershing[5].
Se si vuole completare il discorso, va ricordato anche l'M4 Sherman nelle sue ultime versioni. Dunque, in questo caso va ricordato almeno un trio di mezzi: l'M4 Sherman Firefly, lo Sherman 'Jumbo', l'M4E8. Il primo fu il carro armato da combattimento 'ad interim' contro i carri armati tedeschi. Era stato armato, con molta fatica ma sufficiente efficacia con il potente 17 libbre inglese da 76,2 mm, capace di perforare 130 mm di acciaio a 900 m. Era un mezzo formidabile quanto a potenza di fuoco, ma restava ancora vulnerabile e alto come bersaglio. Non era ancora del tutto sufficiente, ma funzionale. Un successivo veicolo fu quello del 'Jumbo', ovvero un carro armato che venne costruito nel '44 con una corazzatura aumentata al punto da raggiungere una massa di circa 40 t. La corazzatura anteriore, normalmente di 51 mm a 56 gradi, aumentava a 102 mm che lo rendeva quasi invulnerabile, come del resto la torretta con 179 mm, anche i fianchi erano meglio protetti. Lo Sherman Jumbo era molto meno mobile, ma agli equipaggi piacque la sua solida protezione, e soprattutto quando vennero impiegati armamenti più potenti. Infatti il 'Jumbo' era invulnerabile ai Tiger frontalmente, ma col 75 mm era incapace di perforare il mezzo nemico. Ma alcuni vennero armati o riarmati con il pezzo da 76 mm da 50 calibri anziché 37, da qui una maggiore capacità perforante, con un minimo di possibilità contro i carri pesanti. Circa 250 carri vennero prodotti, troppo pochi per essere incisivi, ma tecnicamente erano mezzi interessanti.
L'M4E3E8 era apparso invece nel '44 e aveva un nuovo sistema di sospensioni, le HVSS con molloni orizzontali, proveniente dal carro sperimentale T.23. Con questa sospensione a molloni orizzontali anziché verticali il mezzo poteva funzionare con 3 carrelli a 4 ruote l'uno per sopportare meglio il peso raggiunto dagli Sherman di recente produzione. La loro torretta era oramai di tipo diverso, ma ancora non si volle per motivi incomprensibili cambiare la denominazione della versione E3.
La torretta era di fusione (lo scafo invece di piastre saldate) e aveva controcarena per riequilibrare il peso dell'armamento; ospitava il cannone M1A1 da 76/50 mm che sparava una granata da 800 ms, che perforava 101 mm a 900 m e una gittata teorica di 14,7 km. L'alzo era di -10/+25° e il brandeggio di 24 gradi sec. Il cannone però, con grande costernazione dei comandanti americani, si dimostrò ancora una volta inefficace contro la corazza dei carri pesanti tedeschi. Così o c'erano i superati Sherman con il 17 libbre oppure i prestanti E8 con il pezzo ancora di tipo meno efficace. La cosa è ancora più strana se si considera che le granate ad alta velocità HVAP o APCR erano sufficientemente potenti per questo 'lavoro' almeno a breve distanze, ma questi proiettili non erano alla portata dei carristi: erano destinati ai cacciacarri come l'M18 Hellcat. I carristi americani fecero di tutto per ottenere dalla logistica o dai cacciacarri qualche proiettile 'speciale', magari giusto un paio per gli eventuali incontri con i Tigre e Panther. In Corea, naturalmente, gli E8 avevano munizioni speciali come standard sfruttando il loro cannone al meglio (almeno per l'epoca e considerando l'assenza di proiettili APDS). Oltre allo scafo, alle sospensioni, al cannone allungato con freno di bocca, alla controcarena, c'era anche un'altra caratteristica importante per l'efficacia in combattimento: la cupola, che aveva 5 iposcopi.
Anche la corazza era diversa e infatti con la sua forma si riconosceva dal carro M4 Sherman: se i lati erano sempre di 38 mm, la parte frontale era di 63 mm /47° anziché 51/56°, mentre la torretta arrivava a 89 mm anziché 76. Tutto questo portava il peso a 32,2 t ma c'era il Ford V8 con 450 hp di potenza che consentiva 41 kmh e 160 km di autonomia.
I carri rimasti prototipi
[modifica | modifica sorgente]Questo chiuderebbe la questione, senonché gli Americani ebbero anche diversi mezzi corazzati interessanti, rimasti allo stadio sperimentale. Il primo fu l'M6, carro che originariamente doveva supportare l'M3 Lee e avere un cannone da 76 nello scafo e cannone da 37 in torretta. Poi la configurazione venne rivista già l'anno dopo, nel '41 quando apparvero i carri prototipici. Vennero prodotti alcuni M6A1 di serie dopo che il mezzo venne accettato nel maggio del '42. Era caratterizzato da un cannone da 76 mm con un pezzo da 37 coassiale (il tutto girostabilizzato) e ben 3 mitragliatrici in una postazione anteriore. Era pesantemente armato e la trasmissione era posteriore. La sua fisionomia era piuttosto obsoleta, con 4 carrelli con due coppie di ruote l'uno per ciascun fianco. Ma la versione A2 aveva addirittura una trasmissione elettrica. In ogni caso le sue tonnellate di peso vennero considerate troppe da spostare sulle navi e si poteva fare di meglio, così si andò avanti con altri carri armati pesanti.
- Peso: 45 (o 53) t
- Equipaggio: 5-6
- Dimensioni: lunghezza totale 8,44 m, larghezza 3,1 m, altezza 3,23 m
- Motore: 1 Wright G-2001
- Prestazioni: velocità 35 kmh, autonomia 161 km su strada, trincea 2,59 m, pendenza 60%, gradino 1,17 m
- Armamento: 1 da 76,2 mm (75 cp), 2 M6 da 37 mm (202), 3-4 da 7,62 e 12,7 mm con 7,500 e 5,700 cp
- Corazzatura: frontale scafo 83 mm (equivalenti a 102 mm), frontale inferiore 102 mm, lati 45 mm, superiore e inferiore 25 mm; torretta frontale 83 mm, lati 83 mm.
Il carro d'assalto T28 venne costruito in 5 esemplari, si trattava di un autentico mostro corazzato armato con un cannone ad alta velocità da 105 mm (62 cp), ma era un cannone d'assalto con una sagoma molto bassa. La sua massa era di 84,8 t, la lunghezza di 10,57 m, mentre l'altezza era di 2,83 m, la larghezza addirittura di 4,39 m. Era pensato per superare le linee di difesa tedesche e per questo aveva una corazza pesantissima, addirittura più spessa di quella del carro super-pesante tedesco Maus. Il prezzo era quello di una casamatta con cannone a brandeggio limitato piuttosto che una torre brandeggiabile. La sua fisionomia era simile a quella di un enorme Jadpanzer, e forse si è trattato dell'unico cannone d'assalto progettato dagli Americani durante la guerra. Ma loro preferiranno sempre i blindati più leggeri ma con torretta.
Questo pachiderma era armato con il cannone T5E11, una M2 e varie armi. Lo spessore della corazzatura era di 292 mm e la velocità di appena 13 kmh. Aveva una doppia cingolatura, caratteristica davvero singolare per qualunque corazzato. Era ed è rimasto anche oggi il più pesante corazzato americano.
A parte questo mezzo c'erano i T29, T30 e T32. Il primo, pur se basato sul T26E3, era pensato per combattere contro il Tiger II, ordinato nel tardo 1944, poi consegnato entro il '47 in sei esemplari. Aveva cannone da 105 mm T5E2, pesava 62 tonnellate e il prototipo venne approntato per l'aprile 1945.
Il T30 era armato con un pezzo addirittura da 155 mm T7 con sistema meccanico di aiuto per il caricamento, peso di 65,5 t e anch'esso approntato entro l'aprile del '45. Poi c'erano il T32, che era simile all'M26 con maggiore corazza, ruota in più e il pezzo da 90 mm T15E1. Ne vennero costruiti 4 entro il 1946. Il peso era tra 53-62 t, la larghezza arrivava a ben 3,81 m. Per il definitivo T34 si pensava invece al pezzo da 120 contraereo T53. Da questi 4 prototipi, derivati dal T29 e approvati nell'aprile del '45, alla fine deriverà presumibilmente il carro M103, passando attraverso il T43.
Tornando al suddetto M7 o T7 che sia, esso aveva varie versioni come miglioramento dell'M5, ma anche diventando un mezzo concorrenziale con l'M4. Il prototipo arrivò già nel '42 con il pezzo da 75 mm M3. Nel '43 lo vide escluso dalla produzione perché non si volevano sia questo e l'M4, così di 3.000 ne vennero costruiti 7 esemplari. Le versioni erano diverse, il T7E2 aveva i cannone inglese da 57 mm. Per il resto il peso era di 11,6 t, ma la versione definitiva M7 standardizzata con corazza più pesante, aveva ben 25 t di massa. Le dimensioni erano di 5,15 m di lunghezza, altezza 2,74 m e larghezza 2,34 m. L'equipaggio era di 5 uomini. Ma l'armamento era ancora di un pezzo da 37 mm, almeno inizialmente; la corazza era di 64 mm e la velocità di 48 kmh.
Autoblindo e altri mezzi
[modifica | modifica sorgente]Vi sono stati almeno 3 tipi, più a dire il vero un terzo modello che poi si dirà. Dei 3, la M3 White è la meno nota, una specie di telaio ruotato su cui era poggiata una carrozzeria da semicingolato, usata come mezzo comando, trasporto, o di esplorazione. Ma più adatte a tale scopo sono state certo la M8 Grehyound e la T17 Staghound, rispettivamente 6x6 e 4x4. A nascere per prima fu la M8, progetto Ford (quello vincente dei 4 presentati), prodotta in ben 11.667 esemplari, di gran lunga le più numerose di tutte le blindo della storia (eccetto la serie BRDM). Caratterizzata da un posto di pilotaggio a 'casamatta' di tipo apribile, 6 ruote di cui le 4 del gruppo posteriore coperte da parafanghi metallici, occasionalmente tolti in azione, sagoma bassa, una grossa torretta aperta da 37 mm, con sopra un anello per la M2 da 12,7 mm. Era molto veloce e capace di operare in ogni tipo di terreno; gli Americani ne ebbero anche un tipo da trasporto personale e materiali, la M20 che faceva a meno della torretta; venne usato come mezzo comando, trasporto materiali, portamunizioni per carri armati ecc. In servizio dal 1943, era un mezzo popolare e tale è rimasto fino almeno agli anni '80 in diverse parti del mondo. Gli Inglesi non la gradirono invece molto, perché poco protetta, specie contro le mine.
La T17E1 Staghound era invece un mezzo 'export', usato solo dagli inglesi e alleati vari. Pur essendo solo una 4x4, era considerata un mezzo pesante. A dire il vero c'era anche una 6x6 della Ford, ma curiosamente venne considerata 'superata' come concezione d'impiego, ma la T17E1 a 4 ruote, della Chevrolet venne chiesta dagli Inglesi in ragione di 300 mezzi al mese. Essa era un veicolo spazioso, ben corazzato e facile da guidare e riparare. Tuttavia il suo esordio fu solo nel '43, in Italia. Tra le altre sue qualità una trasmissione automatica idraulica, mentre il cannone in torretta era da 37 mm; al solito c'erano delle varianti: per esempio quella con l'obice corto da 75 mm americano, non entrata in servizio, e il mezzo con la torretta del carro Crusader o forse Cromwell, con pezzo da 75 mm lungo, del '44, o anche il mezzo contraerei con una semplice torretta aperta con due M 2 da 12,7 mm, di cui vennero completate nondimeno ben 789 unità sulle 1.000 ordinate. Ne vennero prodotte molti altri tipi, e nel dopoguerra continuò il servizio .Forse era considerata, senza troppa enfasi, superiore anche alle migliori blindo britanniche, e la versione III con il cannone rimase in servizio a lungo con i Danesi. Stranamente, però, non ha lasciato il ricordo della più filante e leggera M8, più longeva in servizio.
Ecco le due blindo comparate (M8 vs T17):
- Dimensioni: lunghezza 5--5,486 m, larghezza 2,54--2,69 m, altezza 2,248--2,36 m.
- Peso equipaggiata: 7,94--13,92 t
- Motori e prestazioni: Hercules JXD da 110 hp--2 GMC 270 da 194 hp; velocità max 89 kmh entrambe; autonomia 563--724 km; guado 0,61--0,8 m, gradino 0,3--0,53 m[6]
I semicingolati sono un altro capitolo della questione. Non si tratta propriamente di mezzi 'avanzati' per cui è solo un leggero accenno a veicoli comunque molto importanti per la meccanizzazione della fanteria americana con un mezzo sufficientemente mobile e abbastanza economico. Ne vennero prodotti, tra M3 e M5, circa 40.000, rivaleggiando con tutti i tipi tedeschi in numero. Questi mezzi, distribuiti largamente a tutte le specialità dell'Esercito, erano normalmente armati con una 12,7 mm, mentre la corazza era di 6 mm, aumentata tuttavia a 12 per gli sportelli e per la copertura del parabrezza. Insomma, era appena sufficiente contro proiettili non perforanti, ma pur sempre utile, anche se il tetto era aperto. Usati dall'inizio della guerra, basati sui sistemi di cingolatura Kegresse francesi (anche i francesi usarono i semicingolati, anzi furono quelli che ne fecero un uso esteso per primi), vennero usati per un po' tutti gli scopi, come il tiro con mortai da 81 mm, e persino la caccia ai corazzati nemici con pezzi da 57 e 75 mm, talvolta anche con corazze aggiuntive o semplicemente più spesse. L'armamento base, curiosamente, comprendeva già armi controcarri. A parte la M2, efficace contro molti tipi di blindati tra cui praticamente tutti i carri giapponesi d'inizio guerra, presto comparvero un bazooka M1 o M9 con alcuni razzi di bordo, e ben 14 mine M1 con sensore a 'ragno' (per i prolungamenti del sistema a pressione centrale, onde sentire più facilmente un mezzo che gli passava sopra), aumentate a 22 sgli M5 e 26 sugli M9, il che faceva sì che ogni semicingolato fosse pieno di armi ed esplosivi per un po' tutti gli usi, inclusa la posa di mine da parte dei soldati a bordo. I dati salienti di uno dei tipi più diffusi tra questi semicingolati (prodotti nel 1941-45) sono: peso 9,3 t, motore da 147 hp, lunghezza 6,2 m, velocità massima nominale 64 kmh (ma il motore non era regolato e si potevano passare anche gli 80 se necessario, sia pure con poco rispetto della meccanica). Ancora nel '73, per dirne una, Israele aveva 3-4 semicingolati e solo un migliaio di M113, i loro successori cingolati, con tetto corazzato e struttura in lega d'alluminio (totale costruito oltre 70.000). I tipi israeliani ebbero alcune modifiche, per esempio una casamatta anteriore per un'arma da 7,62 e talvolta batterie di missili SS-11 o un cannone a media pressione da 90 mm, nonché il sistema binato da 20 mm antiaerei, del resto basato su quello da 12,7 quadruplo americano (il tipo Maxon Mount, uno dei tipi di maggior successo nonostante il calibro ridotto), largamente usato su alcuni tipi di semicingolati, come anche talvolta l'affusto con il cannone Colt da 37 mm antiaereo, spesso affiancato da due M 2 da 12,7 per prendere meglio la mira sfruttandone le traccianti. Il Colt era una buona arma, relativamente leggera e totalmente americana; ma nondimeno lasciò il posto al Bofors svedese, sia pure adattato alle procedure americane di fabbricazione e progettazione. Tra i mezzi speciali, in definitiva, 650 T48 da 57 mm per l'URSS, 50 T30 con obice da 75 mm, T58 (M16) con il complesso da 12,7 m. il T68 con addirittura una torre binata da 40 mm Bofors (rimasto sperimentale, si preferì lo scafo M24); il T12 con il cannone da 75, M15 con cannone da 37+2 da 12,7 mm (680), M13, 14 e 17 con complesso M.Mount da 12,7 mm, circa 5.000; c'era veramente di tutto a bordo dei semicingolati, tanto che un tipo sperimentale ebbe addirittura 6 cannoni contraerei Hispano Suiza da 20 mm in un unico complesso parzialmente corazzato, tanto per dire cosa si poteva fare (armi che nell'insieme erano almeno 4 volte più potenti del sistema quadruplo da 12,7). Caratteristiche dell'M2 originario (poi migliorato nell'M3 e M5): motore a benzina da 147 hp, 227 litri; dimensioni 6,14x2,16x2,26 m, di peso a vuoto 6,5 t, pieno 8,951 t, velocità 64 kmh, autonomia 282 km, ostacolo verticale 30 cm, guado 81 cm. Per capire quanto fosse diffuso, la sua dotazione per le truppe corazzate era di 448 mezzi per divisione, di cui 186 per 3 battaglioni di fanteria. Se si considera che un tipico M2 portava un'arma da 12,7 con 700 cp, una 7,62 M1919 con 2.000-7.750 cp, un mitra calibro 45, sette fucili M1 con 540 colpi, 14 mine e lanciarazzi con 6 colpi, si capisce che tipo di potenzialità esprimessero le truppe meccanizzate americane[7].
La jeep è un mezzo 'mitico', un grande veicolo fuoristrada con un gran numero di innovazioni e di particolari, con un'ottima meccanica e tante piccole attenzioni alla funzionalità, come il cofano piatto per posarvi delle cose, o i fari orientabili anche dentro il vano motore per fare manutenzione anche di notte senza altri aiuti. Spesso è stata armata con una-3 armi automatiche, di cui una o due potevano essere (specie nelle configurazioni pesanti del SAS inglese) armi da 12,7 mm Vickers o Browning. In seguito sarebbe stata usata anche come vettore per cannoni SR fino quantomeno al 106 mm, e con missili controcarri come i TOW. Ma questa è decisamente un'altra storia. Altri mezzi importanti sono stati realizzati in un po' tutti gli ambiti dalla potente industria motoristica americana, gli autocarri come i celebri 'Jimmy'; c'erano anche dei 'Gipponi' intermedi tra un camion e la piccola jeep, praticamente degli antenati degli attuali 'Hummer', almeno in termini concettuali; e infine i mezzi pesanti come quelli della Mack. Basti dire che oltre 400.000 vennero dati ai Sovietici consentendo loro finalmente di rendere mobili gran parte delle loro numerose fanterie, troppo lente nell'attacco e nella ritirata contro i reparti tedeschi. In definitiva, questo sforzo logistico immane che portò 11 milioni di soldati americani in azione fu possibile solo con un parco veicoli, dai motocicli ai trattori d'artiglieria, di proporzioni e anche affidabilità tali che nessun altro esercito avrebbe potuto avvicinare. E questo senza sacrificare in maniera significativa la produzione di materiali di prima linea, anche se qualitativamente non sempre all'altezza della migliore produzione estera.
Più in dettaglio ecco alcuni elementi della logistica in parola:
- M 29 Weasel. Mezzo della Studebaker, nato come T15 attorno al '41, è stato prodotto in 15.124 pezzi, inizialmente come veloce mezzo da neve, poi anche come misto neve-anfibio del tipo C, il più prodotto. Talvolta armato con un'arma da 12,7 mm, le sue capacità erano date da una cingolatura ampia e un peso ridotto, un motore Studebaker Champion da 65 hp e prestazioni di 59 kmh, 6,4 in acqua, autonomia di 280 e 40 km rispettivamente; le dimensioni erano di 4,79x1,7x1,8 m, peso 2.740 kg completo. È rimasto a lungo in servizio anche nel dopoguerra[8].
- LTV: in origine era un mezzo anfibio pensato nel '37 per muoversi in zone alluvionate o paludose, specie in Florida che era stata colpita da uragani nel '26, 28 e '32, progettato dal'ing Roebling e chiamato Alligator. Nel '40 interessò l'USMC per l'evidente utilità, eppure non sarebbe stato così se non fosse stato notato in una rivista da parte di un ammiraglio americano. Ordinati nel novembre del '40 e usciti dalle linee dal luglio 1941 in un primo lotto di 100 con motori da 120 hp, erano noti come LVT-1 che significa Landing Veichle, Tracked. Prima gli Amtrack (Amphibian Tractor) vennero usati come mezzi logistici, ben presto con motori da 146 hp, 1.225 esemplari; poi gli LVT-2 Water Buffalo, 2.963 con meccanica del carro leggero M3, prodotti fino al 1944; gli LVT-2(A) erano con blindature da 13 mm per la cabina e 6,4 per il resto del mezzo, 500 kg in più di peso e 450 prodotti; LVT-3 con due motori da 148 hp che lasciavano spazio alla rampa di carico posteriore; 2.964 prodotti; l'LVT-4 Water Buffalo, con 8.351 esemplari costruiti entro la fine della guerra,molte delle quali per l'US Army e le altre per gli Alleati, ma nessuna pare ai Marines; tipico armamento 2 da 12,7 mm, ma in genere non c'era nessuna protezione; c'erano poi versioni dell'LVT-2 con torretta del carro Stuart e il relativo pezzo da 37 mm, peso totale di 14.877 kg r prodotto (dalla FMC) in 510 unità; l'LTV-4 Amtank con torretta del semovente M8 e pezzo da 75 mm, peso 18 t, oppure razzi o lanciafiamme; prodotti quasi 1.900 e in seguito alcuni addirittura armati, nel dopoguerra, con la torre del carro M24; l'LVT-5 era infine armato con una torre da 75 mm ma non fece in tempo a partecipare alla guerra, nondimeno ne vennero prodotti 269. Per capire l'importanza di questi mezzi basti dire che ad Okinawa ne vennero usati oltre 1.000, ma molti altri ebbero uso in sbarchi, come quello sanguinosissimo, di Tarawa. Moltissimi vennero usati anche dai Britannici e nel dopoguerra da molte F.A., sia marina che esercito, come i Lagunari italiani. La loro presenza contribuì fortemente a ridurre le perdite in sbarchi contro obiettivi difesi, troppo pericolosi per i semplici LCM e LCA da sbarco. Tra le caratteristiche dell'LTV-4, un motore Continental radiael da 262 hp, peso di 16.510 kg toale, lunghezza 7,95 m per 3,25 di larghezza e 2,46 di altezza, 32 kmh di velocità sui strada e 12 in acqua, autonomia di 120 km max, armamento 2x12,7 e 3x7,62 mm con ben 5.000 e 6.000 colpi rispettivamente. I mezzi inglesi ebbero spesso i cannoni Polsten al posto delle M 2[9].
- M 3 'White': basata su un lungo percorso evolutivo, era una specie di camioncino corazzato prodotto in ben 20.918 esemplari e usato, dal '38, soprattutto dalla Cavalleria. Era derivato, come fa intuire la sigla da altri tipi, in particolare dall'M2 del '36. Motorizzato con lo stesso motore da 110 hp delle blindo M8, era un 4x4 con la stessa protezione del guscio usato poi per l'M3 semicingolato, spesso un'arma da 12,7 con 750 colpi e due M1917A1 raffreddate ad acqua o M1919 (ad aria) con 5-8.000 cp. In URSS, dove ne vennero esportate forse 1.700, diede luogo a mezzi come la BTR-40 e il BTR-152, beninteso come principi generali e non come tecnica specifica, essendo essi basati su autocarri locali. Questo mezzo venne soprattutto usato per compiti di seconda linea, ma non mancarono, specie nel British Army, impieghi anche impegnativi, come quello di trasporto truppe. Il motore da 5,2 litri spingeva il mezzo a 89 kmh con autonomia di 402 km, peso di 4-4,5 t, dimensioni 5,63x2,03x1,89[10]
- Dodge 'Beep'. Il Gippone della guerra fu senz'altro questo potente mezzo chiamato alle volte 'big Jeep' era stato basato su di un mezzo Marmon-Errington per l'US Army, via via evolutosi fino a comprendere due mezzi, uno da mezza tonnellata (di capacità di trasporto) e uno da una t, per l'USMC. Essendovi un obiettivo 'gap' tra le jeep e gli autocarri da 2,5 t, molti furono i tipi che si ispirarono al 'Gippone', come in Italia, dove a questo mezzo già dal '51 si affiancò l'OM 20.110 di derivazione commerciale, poi sostituito dopo molti anni dal VM-90, altra incarnazione del concetto, sia pure in termini moderni. Il 'Beep' (Big Jeep) è stato prodotto in quantità enormi e soprattutto in grande varietà, in genere per compiti logistici. Robusto e versatile, è succeduto a se stesso con il T45, poi M37, e molti altri tipi postbellici. Motore Dodge T214 da 92 hp, 87 kmh, 480 km di autonomia, peso di 2,7-3,5 t, dimensioni 4,48x2,1x2,6 m. Nonostante tutto, non ha avuto la memoria dalla sua come è accaduto alla Jeep. Questo anche per via del consumo elevato che alle volte diede luogo a versioni diesel, e una larghezza un po' eccessiva. In effetti il Leoncino italiano aveva un motore diesel e larghezza di 2 m.
- GMC 'Jimmy': derivato dal commerciale GMC AXKWX-353, era un robusto mezzo da trasporto di cui il tipo militare apparve solo nel '41, e prodotto in totale in 517.467 pezzi. Dimensioni di uno dei tipi 6,77x2,24x2,79 m, peso 4,6-9,2 t, motore da 97 hp benzina per 72 kmh e 400 km di autonomia. Rimase in servizio negli USA fino al '70, in altri Paesi, spesso clonato, anche oltre. Un 'classico' della motorizzazione militare.
- La sua versione anfibia era il celebre DUKW, con uno scafo in lamiera a forma di barcone, usato per la spola tra nave e spiagge. Ne vennero prodotti 21.147, usati soprattutto da USMC ma anche US Army, e poi britannici (2.000) e URSS, che vi ha ricavato poi il ZIL-485 autoctono, mentre una formula simile o uguale è stata usata anche in Brasile, Spagna, Italia. La versione 'Super Duck' con motore potenziato, del '53, non ebbe invece seguito. Il mezzo aveva dimensioni di 9,46x2,52x2,69 m, peso di 9,1 t, velocità di 72 kmh su strada e 11 in acqua, uno ogni 4 aveva una M2 Browning. Tra le sue caratteristiche, quella di un'elica marina e una pompa di sentina capace di estrarre 1.300 litri al minuto dallo scafo.
- Jeep: nata da un requisito del 27 giugno 1940 per un mezzo 4x4 da 272 kg di carico utile e peso a vuoto di meno di 580 kg, da presentare come progetto entro il 22 luglio, era un progetto della Bantam, che era nata nel '34 dal fallimento della Austin inglese che doveva produrre le 'Seven' negli USA. Nel '40 la Bantam aveva solo 15 dipendenti e nondimeno riuscì a presentare davvero entro quel termine la sua proposta, ma poi venne relegata marginalmente perché con grande scorrettezza Ford e Willys erano riuscite a copiare il disegno e a rientrare in partita per le valutazioni, e alla fina la seconda con il suo motore Go-Devil da 60 hp vinse la gara. Con un telaio a 5 traverse e lamiere stampate fissate al di sopra, era un piccolo autocarro da 3,35x1,6x1,75 m con la capote, o 1,32 al volante. Poteva andare a 96 kmh e presto divenne oggetto della produzione di oltre mezzo milione, circa 10 volte quella della Kubelwagen tedesca, la sua rivale, con un costo di 750 dollari contro 1.100 al pezzo. Venne usata dappertutto e per molti scopi, anche come lanciarazzi da 12 canne calibro 114 mm. Nel dopoguerra la Hochtkiss la produsse su licenza, tra le altre, fino al '66 come M201.
- al livello opposto, vanno ricordati i super-autocarri americani, rimasti però senza seguito, il T20 da 16 t, motore da 240 hp; e il T26 con motore da 275 hp; Il T20E1, T33 e T33E1 potevano arrivare fino a 450 hp a seconda dei motori installati e di fatto erano non tanto dissimili dai potenti MAZ sovietici di anni dopo. Ma nessuno di essi ebbe seguito.
- Più in basso si parla di artiglierie: ma come venivano trainate? La risposta è in un'altra categoria di mezzi, i trattori d'artiglieria. Gli Inglesi usavano mezzi ruotati, i Tedeschi semicingolati; ma gli americani andarono nella direzione più costosa, quella dei veicoli totalmente cingolati. L'M4, primo dei trattori ad alta velocità, apparve nel '41 e venne standardizzato nel '42. Una versione poteva trainare il cannone da 76 o 90 mm contraerei, un alt'ra anche il pezzo da da 155 o quello da 240 mm; il primo aveva 54 colpi a bordo, il secondo 30 da 155 o 20 da 203 o 12 da 240 mm, con tanto di gru. Questo potente mezzo aveva un peso di 14,2 t, dimensioni 5,232x2,464x2,515 quando era montata la M2 HB contraerei. Con un motore a benzina da 210 hp faceva 56 kmh con autonomia di 290 km, trincea di 1,5 m, gradino di 70 cm. L'M6 era la versione da 38 t di capacità di carico anziché 18, e aveva dimensioni di 6,55x3x2,46 m, velocità su strada di 33 kmh, peso di 34 t e capacità di carico anche dei pezzi da 240 mm. Era questo il mezzo deputato per i calibri superiori al 155 mm, anche se all'occorrenza pure l'M4 poteva farcela. Il piccolo M5 era invece per gli obici da 105 mm e anche obici da 155; il carico rimorchiabile arrivava a 9 t, quello trasportabile a 5. Il peso a pieno carico di 13,8 t, dimensioni 5x2,54x2,69 m, motore da 207 hp. Venne largamente impiegato dal '43 e ancora per molti anni dopo la guerra, da parecchie nazioni nel mondo. L'M8, con meccanica base dell'M24, cominciò ad essere studiato durante la guerra, ma apparve dopo; con un motore da 475 hp venne prodotto in un migliaio di esemplari nel 1950-55. Nonostante il peso di 24 t, era capace di muoversi ad oltre 60 kmh.
Semoventi d'artiglieria
[modifica | modifica sorgente]Gli Americani avevano soprattutto i cacciacarri che iniziarono con i semoventi ricavati da semicingolati M3 con corazze aumentate a 20 mm e un cannone da campagna da 75/37 mm scudato. Ma non ebbe molto successo data la sua vulnerabilità al tiro dei carri armati, pur essendo meglio dei semicingolati standard. L'altro progetto era migliore ma molto più costoso, l'M10 su scafo Sherman. Esso aveva corazza limitata ma ben inclinata anche sui fianchi. Impiegato dal Nord Africa in poi, ebbe impiego in Europa, dove alcune centinaia vennero modificarli come Achilles con il pezzo ad 17 lb, che erano molto meglio degli Archer britannici con lo stesso cannone in casamatta posteriore. Ma erano anche meno protetti e di sagoma più alta. Entrambi i tipi avevano una mancanza di protezione superiore, anche se vennero poi provvisti in alcuni M10 di tetto superiore di 'fortuna' con lastre d'acciaio a livello di officine divisionali. Alla fine della guerra ne erano stati prodotti circa 6.000 ed ebbero un buon successo.
- Peso: 27+ t
- Equipaggio: 5
- Dimensioni: lunghezza totale 5,97 m, larghezza 3,05 m, altezza 2,47 m
- Motore: 2 da 187 hp diesel
- Prestazioni: velocità 40 kmh, autonomia 164 km su strada, trincea 2,44 m, pendenza 60%, gradino 0,61 m
- Armamento: 1 da 76,2 mm (54 cp), e 1 da 12,7 mm con 350 cp
- Corazzatura: frontale scafo 25-51 mm (equivalenti a 83 mm), lati 45 mm, superiore 18 mm, inferiore 6 mm; torretta frontale 63 mm (114), lati 25 mm
La successiva versione era l'M36, che era armato con il pezzo da 90/50 mm con una potenza molto maggiore, con 500 mezzi convertiti direttamente dagli M10. Il peso aumentava a 28 t, le munizioni erano 45. Lo spessore era di 38 mm (83 mm) superiore, 51 mm (83). La torre è di 76 mm, i lati 32 mm (38), dietro 102 mm (?). Il motore era da 450 hp e questo aumentava la velocità a 48 kmh mentre l'autonomia era di 240 km. In tutto ne vennero costruiti circa 2.000, molti dei quali (B1) direttamente da scafi M4A3, praticamente degli Sherman con cannone da 90 mm. Anche qui talvolta la torre ebbe una protezione aggiuntiva superiore. Gli M10 aveva spesso anche i bulloni per installare una serie di piastre d'acciaio che abbinate all'inclinazione dello scafo permettevano di usare questi mezzi come carri armati se necessario. Almeno in teoria. Gli M36 non pare che ebbero la serie di bulloni usati per le corazze da aggiungere. I cannoni da 90 mm aveva una granata base da 2,670 ft/sec, raggio di 15,600 yarde, e penetravano 76 mm ad una distanza di 4.270 m. Questo significava che persino ad oltre 4 km un carro Panzer Mk IV (50-60 mm, gli H anche 88 mm) poteva essere perforato, un fatto che dà l'idea della potenza dei 'pezzi da 90'. La corazza perforabile era di 101 mm a 30 gradi a 900 m, ma con un modelli migliorati APCBC si poteva fare 120 mm nelle stesse condizioni. Non solo, ma quando vennero anche usati i proiettili APCR o HVAP il valore salì a circa 200 mm, un valore paragonabile ai Pak tedeschi da 88/71 mm come quelli dei Tiger II.
Dopo l'uso dei pesanti cacciacarri ricavati dagli Sherman, venne poi usato un progetto del tutto diverso: l'M18 Hellcat.
Questo era un basso e veloce cingolato da 17 t, pensato dalla fine del '41 ma all'epoca si pensava di un mezzo con cannone da 37 mm, che apparve come prototipo nella metà del '42. Poi si pensò a cannoni da 57 mm e apparve il T49, poi si alzò al pezzo da 75 mm dello Sherman, che fornì prestazioni interessanti. Ma anche il cannone da 75 era superato e si pensò al cannone M1A1 da 76/50 mm. Modificando la forma del frontale dello scafo e una nuova torretta, con contrappeso posteriore, venne alla fine accettato come Gun Carriage M 18. Ordinato in quantità alla Buick nel febbraio 1944, e subito arrivarono le consegne. Dal febbraio all'ottobre del '44 ne vennero realizzati 2.507 esemplari. La protezione di questo velocissimo corazzato era di 13 mm al massimo, anche se le piastre erano ben inclinate. Aveva 5 ruote e con meccanismi dell'M24. Il motore era un Continental a 9 cilindri. Il cannone M1A1 i nvarie versioni aveva recuperatore a molla, la torre al solito era aperta (difficile capire davvero la ragione di questo fatto, visto che tanto mancava per farne un vero carro leggero). Il pilota era a sinistra, il secondo pilota a destra, il cambio era il Torquematic con 3 marce e retromarcia.
- Peso: 17+ t
- Equipaggio: 5
- Dimensioni: lunghezza totale 6,95 m, larghezza 2,87 m, altezza 2,565 m
- Motore: 1 da 340 hp Continental a benzina
- Prestazioni: velocità 88 kmh, autonomia 168 km su strada, trincea 1,88 m, pendenza 60%, gradino 0,91 m
- Armamento: 1 da 76,2 mm (45 cp), e 1 da 12,7 mm con 800 cp
- Corazzatura: frontale, lati e retro 12 mm, sopra 8 mm, inferiore 7 mm, torre anteriore 25 mm, lati e dietro 13 mm.
Il pezzo da 76 mm perforava: con la M62 APC-T 90 mm a 30 gradi a 1000 m, 75 mm a 2 km. Ma con i proiettili APCBC arrivava a 104 mm a 30°/1 km, e con le HVAP da 3.400 f/sec (circa 1.100 ms) erano capaci di perforare 133/30°/1000 m e 117 mm a 2 km. Era davvero molto anche perché l'M18 era capace di muoversi velocemente e senza dare molto nell'occhio, per cui era perfetto per la guerra in Europa: nessun panzer poteva resistere ai loro colpi sui fianchi, almeno in teoria. Ma si pensò che lo scafo era degno anche di portare il cannone da 90 mm del grosso M36. Questa operazione venne facilitata da un particolare molto importante: l'anello di rotolamento della torretta dello Sherman era stato dimensionato per supportare torrette con cannoni anche di calibro maggiore, con un diametro di 1,75 m. Così gli Americani poterono montare sugli Sherman cannoni potenziati senza doverli riprogettare (differentemente dagli Inglesi) ogni volta. Il 'Super Hellcat' era stato approntato ad Aberdeen nel giugno 1945 e la sua torre pesava 1.360 kg di più. Avrebbe avuto anche un freno di bocca per aiutare il piccolo scafo a sostenere lo scoppio dei proiettili. Ma prima che venisse omologato la guerra finì e non venne omologato. Idem per il T.88 con obice da 105 mm (dicembre 1944), gli esperimenti come carri anfibi, con pezzi da 76 o con obici da 105 mm (T.86 o T.87). L'unico derivato entrato in produzione fu l'APC M39 che serviva però più che altro per trainare i cannoni da 76 controcarri e portare il suo equipaggio o per esplorazione. Erano i T.41 prototipi, poi all'inizio del '45 arrivò anche l'omologazione come M.39. Venne poi sperimentato come T.65 con lanciafiamme anteriore in casamatta e torretta superiore con mitragliatrice, e come veicolo portamortai da 81 mm.
Gli Hellcat erano efficaci per la loro mobilità anche se erano vulnerabili ai bombardamenti d'artiglieria, contro i quali potevano solo scappare. Per il resto erano mezzi molto interessanti, che durarono in servizio nel dopoguerra anche più degli M36, fino a che alcuni vennero anche usati nella ex-Jugoslavia.
Tra le artiglierie, quelle deputate per il tiro indiretto e quelle antiaeree erano pure importanti. Queste ultime, in pratica, sono state basate su semicingolati, a cui si rimanda, mentre i tipi cingolati apparvero dopo la guerra, a parte forse l'M19 con due cannoni da 40 mm, in torretta aperta su scafo dell'M24. Per il resto erano soprattutto i complessi Maxon Mount da 4 armi da 12,7 mm, o il pezzo da 37+2 da 12,7 mm.
Le artiglierie antiaeree non erano molto richieste data la bassa minaccia nemica sull'esercito americano. Le artiglierie campali erano invece essenzialmente l'M7 Priest da 105 mm, con scafo su M3 e poi M4, prodotto in oltre 5.500 esemplari, corazze da 25 mm, 90 colpi da 105 mm per l'obice M2. L'M12 su scafo M3 medio, prodotto in pochi esemplari, e seguito subito dopo dall'M40 su scafo M4 Sherman, con l'M1 Long Tom e 20 colpi. In servizio dal '45, ne vennero prodotti circa 311 fino alla fine della guerra. La versione M43 aveva l'obice da 203 mm, ma ne vennero prodotti solo 48. Vi furono anche i mezzi portamunizioni T30, e dopo la guerra, molti esperimenti per cercare di capire come si potesse proteggere il personale dei semoventi d'artiglieria in ambiente NBC. Il risultato fu, dopo tante iterazioni, l'M109, ma questa è tutt'altra storia. L'M40 pesava 37,2 t, 8 artiglieri a bordo motore da 400 hp, velocità di 39 km, lunghezza totale di 9,04 m, Decisamente di più dell'M7, pesante 23 t, lungo 6,02 m, con 5 uomini, ma capace di 42 kmh grazie al motore da 375 hp[11].
Artiglierie trainate
[modifica | modifica sorgente]Quanto alle artiglierie, va ricordata la schiera di armi pesanti e leggere dell'US Army, anche se non erano particolarmente spinte come soluzioni e prestazioni. Da ricordare gli obici M114 (anche se all'epoca non si chiamavano così) da 14 km di gittata, valide armi rimaste decenni in servizio; gli M1 (poi M59 'Long Tom') da 155 mm, elaborazione dei GPF francesi del 1918. Era un'arma da 45 calibri, piattaforma di tiro, avantreno di traino. I colpi da 43,1 kg arrivavano a 23.221 m. Installato su scafo di M4E8 Sherman generò il semovente M40. Il peso era di 12.600 kg in batteria e 13.880 kg in movimento, 60 gradi di direzione senza la piattaforma, velocità iniziale di 853 m. sec. I successivi erano gli M1 8-in, poi M115, gli obici campali lontana evoluzione degli obici da 203 mm britannici ricevuti nella I G.M. Omologato solo nel 1940, sarebbe stato ad un certo punto reso mobile con alcuni tipi di semoventi, addirittura con la prima versione dell'M110. Con l'assetto in marcia di 14.515 kg e 13.471 kg in batteria, sparava a 594 m.sec una granata da 90,7 kg a 16.596 m. L'affusto era analogo a quello del 'Long Tom'. A parte questo c'era uno sviluppo ulteriore; gli Inglesi non ebbero artiglierie realmente moderne tra quelle di grosso calibro durante la II GM, avendo semplicemente rialesato i vecchi obici da 203 mm a 183 mm. Ma erano gli affusti il problema, essendo proni a 'saltare' troppo facilmente all'indietro durante i tiri a basso angolo. Venne così montato l'obice da 183 su di un affusto M1 e subito si rivelò ottimo. Già che c'erano gli Inglesi produssero anche un obice allungato a 6,1 m anziché 4,3 per valorizzare al meglio l'affusto. Il BL Mk 6, aveva gittata aumentata a circa 18 km per colpi da 91,6 kg, e pesava circa 13 t. I tipi precedenti erano limitati invece a 15 km.
Oltre a questi tre ottimi progetti, ve ne furono altri. Uno era l'M1 da 240 mm, potente obice nato come gli altri dalle raccomandazioni del comitato 'Westervelt' già dal 1919. La gestazione fu molto lunga e tribolata per causa delle limitazioni dei finanziamenti. Il progetto che prevedeva l'obice da 240 e il cannone da 203 sullo stesso affusto ebbe luogo speditamente dal 1939. Il cannone venne messo in servizio nel '44, l'obice dal maggio 1943. Era però un'arma complessa, che richiedeva lo scavo di una buca per far rinculare la bocca da fuoco alla massima elevazione di 65°. Era molto lungo e difficile mettere in batteria tale arma, anche 8 ore di tempo. Venne usato in Italia e Europa. Era un'arma molto potente, ma non ebbe mai la mobilità che si sperava; il tipo semovente non venne mai approntato, la possibilità di trasporto su di un carico solo nemmeno. Negli anni '50 venne ritirato dal servizio, anche se a Taiwan negli anni '80 era ancora usato come artiglieria da costa, l'ultimo utente di queste armi.
La lunghezza del pezzo era di 8,407 m, peso completo 29.268 kg, direzione 45°, alzo +15/+65°, v.iniziale 701 m.sec, gittata 23.093 m e granata da 163,3 kg
Poi, a livello ancora superiore c'era il 'Little David'. Era un pezzo d'artiglieria speciale, dal calibro di ben 914 mm. Serviva però per compiti non operativi, almeno originariamente. Si trattava di un 'dispositivo di test per il lancio di bombe aeree', una specie di lanciagranate per provare l'efficacia di tali armi. Poi si pensò di farne un'arma, e all'inizio del '44, quando già si pensava ad invadere il Giappone, si pensò che un'arma del genere era adatta per demolire i capisaldi corazzati del territorio giapponese. L'arma venne sperimentata e si trovò che poteva sparare sì, ma con poca efficienza. Da un lato, tirava un proiettile con alette di stabilizzazione da 1.678 kg di cui 726 di esplosivo. Dall'altro la potenza era discutibile se si considera che non c'erano meccanismi di recupero del rinculo, e quest'arma, di fatto un enorme mortaio ad avancarica, non era nemmeno molto precisa. Infine era pesante ben 82.808 kg, e questo senza considerare la terra da mettere dentro il cassone d'acciaio affondato nel terreno. Ci volevano dodici ore di lavoro per metterlo in batteria, uno scherzo per un cannone su rotaia da 80 cm tedesco, ma troppo per l'US Army. Infine, la portata di 8.687 m non era certo molto elevata; aveva 26° di direzione, +45/65° di alzo, lunghezza 8,534 m[12]. Il prototipo è attualmente esposto, nella sua configurazione su ruote per il movimento, al solito Aderbeen Proving Ground nel Maryland, che assieme a Kubinka è il più centro e museo d'artiglieria moderna.
Le artiglierie più leggere erano di un paio di tipi soltanto, per quello che ci riguarda (armi moderne e avanzate). Quindi solo un accenno alla presenza originaria dei cannoni da 75 mm di tipo francese. Questi vennero presto sostituiti dagli obici M2 (poi,nel dopoguerra, M101) da 105 mm, risultato delle raccomandazioni del Comitato Westerverldt Board, del '19. Ma il progetto ci metterà circa 20 anni per arrivare a compimento, ovvero solo nel 1939 con produzione dall'anno seguente. Esso era del tutto tradizionale, e molto pesante per il suo calibro. Però questo significava anche una durevolezza e stabilità notevolissime, tanto che è rimasto in servizio in alcuni eserciti fino ai nostri giorni (negli USA era in linea ancora negli anni '80, come arma di riserva). Lungo (b.d.f.) 2,574 m, pesante 1.934 kg, direzione 46 gradi e alzo -5/+65, v.iniziale 472 m.sec, proiettile da 14,97 kg e gittata di 11.430 m, venne ampiamente usato in tutte le situazioni, contribuendo a consolidare, anche dove l'artiglieria non riuscì in tempo a portare i cannoni di maggior calibro, la competenza e la reputazione dell'artiglieria americana, capace spesso di mettere in grave difficoltà il nemico, specie se era in avanzata, su terreno scoperto. La sua carriera vide molti esperimenti, anche come munizionamento. Tra questi l'adozione di una granata HEAT capace di perforare circa 150 mm di acciaio su gittate massime di quasi 1 km, e l'uso da parte di corazzati: dai semicingolati agli Sherman con il pezzo da 105 mm (che però erano usati solo come mezzi d'appoggio di fuoco, gli scontri diretti con i panzer erano solo emergenze e la cadenza di tiro di pochi colpi al minuto non aiutava, al pari della ridotta velocità iniziale), ma il miglior semovente fu senz'altro l'M7 Priest su scafo M4 Sherman, anche se poco protetto e superiormente senza protezione.
L'M2 è stato superato nell'US Army solo negli anni '60 con l'M102 (nel frattempo l'M2 era stato ribattezzato M101), che aveva parte della struttura in costosa lega leggera e piattaforma per sparare sui 360 gradi, per il resto la stessa b.d.f. e munizioni.
Altra arma più piccola e leggera, di notevole successo, fu anche il pezzo da 75 mm M1A1, altro prodotto della commissione Westervelt, almeno come linee guida. Era un'artiglieria in realtà già realizzata nel '27, ma la cito perché comunque è risultata molto longeva. Era scomponibile in 9 carichi, e per questa capacità intesa per l'impiego con i muli, in realtà finì anche con i paracadutisti, o per l'armamento dei semoventi leggeri su scafo degli M3, o altri tipi. Il peso era di 600 kg circa nel tipo M1A1, la gittata nondimeno di 8900 m, granata da 6,25 kg e alzo fino a 45 gradi, direzione di appena 6, ma era facile orientarlo a piacimento dato il peso così ridotto, come anche la lunghezza della b.d.f di appena 1,194 m. Solo nel dopoguerra ha cominciato, ma molto lentamente, a cedere il passo all'OTO da 105 mm someggiabile, a causa della inspiegabile miopia americana: era fin troppo evidente che il 75 mm aveva fatto il suo tempo e il futuro era necessariamente quello di armi da 105 mm, anche per le truppe da montagna o aviotrasportate. Ma gli Americani si concentrarono solo sul pezzo M102 da 105 mm e non diedero alcun successore al vecchio 75 mm.
Un'arma da appoggio era quella dei mortai, tra questi peraltro l'unico che meriti la definizione di 'avanzato' (pur essendo gli altri molto validi) era quello 'chimico' da 106,7 mm, usato per compiti 'chimici' come stendere cortine nebbiogene o usare aggressivi chimici. Aveva anima rigata per la migliore precisione e pesava parecchio, lunga 1,019 m e pesante 150 kg circa, alzo da +45 a +59 gradi, gittata 4.023 m con proiettili da 14,5 kg. Questi erano inizialmente di tipo chimico, ma presto si capì che era altrettanto facile usare le armi con efficacia con i colpi HE. Il peso, oltre il doppio dei 61,7 kg del mortaio M1 da 81,4 mm (gittata 3 km con proiettili da 3,1 kg) e i 19 kg dell'M2 da 60 mm (1,36 kg di proiettile lanciabile a 1.800 m), rendeva tuttavia difficile spostarlo in fretta, e solo con i semoventi, forse di tipo semicingolato, fu possibile spostarlo con la dovuta rapidità.
I suoi equivalenti nel periodo furono il 107 PBHM 38 sovietico che però, a fronte di 170,7 kg e di una canna liscia, raggiungeva i 6.314 m, ma con bombe assai più leggere da 8 kg (e nondimeno, circa 3 volte più potenti di quelle da 81); e il poco noto tipo britannico da 106,7 mm (4,2 pollici) che venne messo in servizio per contrastare gli ancor meno noti mortai nebbiogeni tedeschi da 10 cm (affidati alle 'Nebeltruppen'), era però un SB che significa Smooth Bored, quindi anima liscia. La gittata però si rivelò, con le rozze granate disponibili (per non gravare nella produzione di altri tipi, si usarono involucri fusi anziché forgiati) di 3 km anziché i 4 richiesti, e solo con un tipo migliorato si riuscì a raggiungere 3,6 km. In ogni caso venivano usati soprattutto proiettili HE, ma il peso di 599 kg e la lunghezza di 1,7 m rendevano alquanto aleatoria l'utilità di quest'arma, che tirava colpi da appena 9,07 kg. Eppure dal '42 quest'arma, pur sempre più potente (ma dieci volte più pesante) dei tipi da 76 mm standard (2,5 km con proiettili da 4,5 kg), venne usata ampiamente, notare bene, dall'artiglieria e non dalla fanteria. Era ancora usata durante la guerra di Corea.
L'equivalente britannico del pezzo americano da 75 fu il 95-mm I.H. Mk II, un obice someggiabile in dieci carichi, pesante nondimeno 954,8 kg. La sua era una costruzione davvero improvvisata, nel pieno della guerra, con: affusto del pezzo controcarri da 6 libbre, culatta del 25 libbre, cannone accorciato del 94 mm contraerei, munizioni del vecchio 94 mm d'appoggio fanteria. Con granate appena transoniche (330 m.sec) arrivava a soli 5.486 m per colpi da 11,34 kg, mentre l'alzo era limitato a 30 gradi e la direzione a 8. Era decisamente poco efficiente, ai soldati non piaceva, nel tiro prolungato era debole e il sistema di rinculo in particolare tendeva a rompersi. La maggior parte di questi pezzi non vennero nemmeno distribuiti alle truppe e solo uno è rimasto come testimone di questo tentativo, a cui va invero dato riconoscimento d'aver tentato davvero l'impossibile nel realizzare un tipo d'artiglieria a basso costo con quanto era già disponibile. Un'arma molto simile venne installata su alcuni carri armati, come del resto prima era stata usata per analoghe funzioni una b.d.f. a bassa velocità da 76,2 mm. Aveva anche un proiettile HEAT.
I Tedeschi contribuirono alla specialità con l'ieIG 18 da 75 mm, arma pesante appena 400 kg e suddivisibile in 10 carichi. Per quanto fosse limitata, era nel suo piccolo (884 mm di lunghezza per il cannone vero e proprio) un pezzo utile, con granate da appena 210 m.sec e gittata di 3.550 m con colpi da 6 kg, nonché un colpo HEAT da 3 kg relativamente poco efficace. Il sIG 33 da 15 cm era un'arma da ben 1.750 kg con b.d.f. lunga 1,65 m (alzo, come anche per il pezzo da 75, fino a ben 73 gradi), anch'essa con colpi subsonici (240 m.sec) ma pesanti 38 kg (con ben sei cariche, il che lo definiva come un obice, non come un cannone) per una gittata di 4.700 m, e con colpi HEAT in alternativa (ma essendo nonostante il calibro, poco efficaci, uguali risultati potevano essere ottenuti con le HE normali). Troppo pesante per la fanteria, quando venne sistemato su affusti semoventi dimostrò tuttavia il suo potenziale. Verrà via via sostituito dal mortaio da 120 mm, prodotti su esempio dei tipi sovietici la cui potenza reggeva bene il confronto, pur pesando appena 280 kg, con il SiG 33. Un pregevole tipo di artiglieria leggera di questo tipo era anche il Bofors 1934 da 75 mm, 928 kg in postazione, 9.300 m di gittata, proiettili da 6,59 kg, alzo fino a 50 gradi. I pezzi olandesi e belgi caddero nelle mani dei Tedeschi nel '40, o nel caso dei primi, anche da parte giapponese nel '42.
I Giapponesi a loro volta diedero una mano al cannone da fanteria, ma con un tipo davvero strano: il Tipo 92 da 70 mm, che era un mini-cannone da fanteria pesante appena 212 kg, con portata di 2.700 m e in pratica, circa la metà. Era assegnato, come la maggior parte dei tipi di questa categoria, ai battaglioni di fanteria e schierato molto in avanti, in prima linea. Era munito di un sistema di puntamento rudimentale ma con cariche variabili, tanto che unite alla velocità iniziale di 198 m.sec, poteva tirare nel secondo arco a non più di 100 m, con proiettili molto efficaci sia del tipo HE che shrapnel, nonché nebbiogeni. Alzo fino a 50 gradi, direzione di 90. Era stata prodotta anche una piccola quantità di cannoni per carri armati. Insomma, un'arma moderna ed efficace, nonostante una canna lunga appena 622 mm, grossomodo come un fucile da fanteria[13].
I cannoni da 90 mm, successori, tanto per cambiare, di quelli da 76,2 mm. Risultato della richiesta dell'US Army del '38, l'M1 da 90/50 calibri venne seguito dall'M2 e dall'M2A2. Erano soprattutto pezzi da posizione, con alzo fino a 80 gradi e usati contro bersagli in quota fino a circa 12.000 m, con cadenza di tiro di 27 c.min contro i 20 del pezzo da 90/53 M41C italiano. Era capace in vari tipi, di caricamento automatizzato e puntamento radar con direzione del tiro remota. Venne usato anche come arma per la difesa costiera, specie della costa occidentale, e sebbene non ebbe seguito come cannone campale, ne ebbe e come come arma per corazzati, con l'M36 e l'M26. Ma non era ancora finita, perché da questo cannone si sviluppò un'arma più potente da circa 70 calibri, usata però solo nel caso dei pochi Super Pershing. A parte questo, il cannone americano più potente della guerra fu certo il pezzo da 120 (in realtà 119) mm, arma molto potente che ebbe diffusione ridotta, ma che poi fornì la base per i 'supercarri' dei quali solo l'M103 entrò in produzione.
E infine, a proposito di cannoni controcarri, la trasformazione del vecchio cannone da 76 antiaereo nell'M5. Ebbe questo cannone l'affusto dell'obice M2A1 e lo stesso congegno di chiusura, nonché altre modifiche minori. Era un'arma capace di perforare 120 mm a 915 m e 84 a 1830 m, tirava colpi da 6,94 kg a 793 m.sec, lungo come b.d.f 4 m circa, pesante 2.623,5 kg in batteria. Dato che era decisamente pesante, anche se un valore intermedio rispetto al Pak 40 e il 17 pdr, ne vennero prodotti 'solo' 2.500 trainati, e ben 6.824 per corazzati, specie per gli M10. Stranamente, esso entrò in distribuzione già nel dicembre 1941, ma di quest'arma, decisamente potente, poterono essere distribuiti grossi quantitativi solo anni dopo, e con preferenza per i semoventi. In effetti, gran parte dei cannoni americani usati nel '42-43 in Africa non erano da 76 o da 57, ma ancora i vecchi M3 da 37 mm.
Note
[modifica | modifica sorgente]- ↑ Cantamutto A: 'Il Bazooka, Eserciti nella Storia nov dic 2008
- ↑ Armi da guerra 105
- ↑ per l'M24 vedi Pignato N Storia dei mezzi corazzati p.432-440
- ↑ Anche per questo vedi Pignato, Storia dei mezzi corazzati
- ↑ Eserciti nella storia Gen feb 2007
- ↑ Armi da guerra 33
- ↑ Sgarlato Eserciti nella Storia N.8
- ↑ Sgarlato N, Eserciti nella Storia 47
- ↑ Sgarlato N: i mezzi anfibi LTV Eserciti nella Storia N.47
- ↑ Sgarlato N: Lo Scout car M3, Eserciti nella Storia N.6
- ↑ Armi da guerra 80
- ↑ Per tutti questi tipi americani:Armi da guerra 70
- ↑ Armi da guerra 103 per tutte le notizie su queste armi di supporto fanteria