Non si conoscono le antiche vicende del dipinto; arrivò nelle collezioni Cariplo a seguito dell’acquisizione dell’Istituto Bancario Italiano. Come evidenzia Andrea Spiriti nella scheda dedicata all’opera nel volume relativo alle collezioni d’arte antica di Fondazione Cariplo, il riferimento al Borgognone risulta sicuro: il confronto con i cicli del Prado e di Bayreuth, databili nel decennio tra il 1650 e il 1660, rivela una stessa cifra stilistica, con una stesura rapida e inquieta, che ben si adatta al soggetto drammatico, di cui Courtois fu uno dei massimi interpreti. Di fatto l’artista mette insieme elementi diversi appresi nel corso della sua attività: dai Bamboccianti al classicismo di Pietro da Cortona, alla pittura visionaria di Salvator Rosa. Nel dipinto di Fondazione Cariplo emerge inoltre il gusto del Borgognone per la citazione dotta: il gruppo centrale è derivato dalla Battaglia di Anghiari di Leonardo, conosciuta forse attraverso le incisioni e la copia di Rubens, il cavallo bianco in primo piano è tratto dalla Conversione di San Paolo di Ludovico Carracci, nella Pinacoteca Nazionale di Bologna [1].

Emerge così come il tema delle Battaglie non fosse assolutamente un genere minore, sia per la qualità della pittura, sia per le ragioni storiche che favoriscono il tema. La raffigurazione degli scontri fra le truppe degli stati europei e i Turchi è legata alla vicende storiche del tempo e alle tensioni politiche legate ad una ripresa del conflitto contro l’Impero Ottomano.