Platone: istruzioni per il mondo delle idee/Teeteto

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Indice del libro

Teeteto: alla ricerca della conoscenza ovvero prima di dialogare pensa[modifica]

Introduzione[modifica]

Il Teeteto (o "Sulla Conoscenza") è un dialogo scritto da Platone tra il 386 e il 367 a.C, durante la fase della maturità dell'autore, tratta il tema della conoscenza e rimarca la costante ricerca delle definizioni delle cose, in particolar modo quella della conoscenza.

I personaggi[modifica]

  • Euclide e Terpsione: aprono il dialogo e fungono da espediente narrativo; parlando di Teeteto, ricordano una discussione che egli ebbe con Socrate tempo prima.
  • Teeteto: giovane ‘’gravido di conoscenze’’ che dà il nome al dialogo. Discepolo di Teodoro e matematico, intraprende un lungo discorso con Socrate sul tema della Conoscenza.
  • Socrate: maestro di Platone e grande filosofo, è protagonista del dialogo insieme a Teeteto.
  • Teodoro: discepolo di Protagora e matematico, anche egli partecipa attivamente nella discussione sulla Conoscenza.
  • Protagora: filosofo sofista non fisicamente presente nel dialogo in quanto morto prima dello svolgimento di esso, parla attraverso Socrate, cercando di difendere le sue tesi (apologia di Protagora).

Contenuto dell'opera[modifica]

Il dialogo sia apre con Euclide e Terpsione che parlano del giovane Teeteto, ormai in fin di vita, ricordando uno delle più accese discussioni che ebbe con Socrate. Inizia così il vero e proprio dialogo in cui Socrate attraverso la maieutica cercherà di far ragionare il giovane Teeteto su temi molto complicati. Durante il dialogo il giovane arriverà ad enunciare tre definizioni di ‘conoscenza’, che purtroppo risultano tutte fallaci. Il dialogo si conclude con la consapevolezza del giovane di aver appreso qualcosa di nuovo e con gli interlocutori che si danno appuntamento al giorno successivo per proseguire il dialogo.

Le tre definizioni che Teeteto attribuisce alla conoscenza sono:

  • La conoscenza si identifica con la percezione: si conosce ciò che si percepisce.
  • Conoscenza è opinione vera.
  • La conoscenza è opinione vera accompagnata da logos.
Busto ritraente Platone rinvenuto nell'area sacra in Largo Argentina (1925) a Roma. Copia, conservata nel Musei Capitolini, di un'opera creata da Silanion. L'originale, commissionato da Mitridate subito dopo la morte di Platone, dedicato alle Muse, fu collocato nell'Accademia platonica di Atene

Di conseguenza Socrate analizza con Teeteto le tre definizioni e, tramite il ragionamento, deduce che esse non sono corrette. Le opinioni di Socrate sulle tesi di Teeteto sono rispettivamente:

  • Se la conoscenza e la percezione fossero la stessa cosa, come affermava anche Protagora, a cui Socrate fa riferimento, tutti avrebbero accesso alla conoscenza e ogni opinione risulterebbe vera, comprese quelle che affermano che questa teoria è falsa. Risulta quindi una teoria contradditoria.
  • Se qualcuno affermasse un’opinione falsa affermerebbe il non essere, il che risulta impossibile. L’opinione falsa consiste infatti nello scambiare una conoscenza per un’altra.
  • "La conoscenza è opinione vera accompagnata dal logos": questa affermazione non trova risposta. Socrate fa riferimento ai composti e agli elementi che li compongono: i composti sono conosciuti, mentre gli elementi rimangono ancora un mistero.

Nel dialogo sono discussi anche le tesi di altri filosofi presocratici. Le tesi più criticate nel Teeteto sono quelle di Protagora: l'uomo come misura e il relativismo protagoreo; queste sono infatti alla base della prima delle tre tesi di Teeteto.

Platone nel Teeteto[modifica]

Platone è ideatore e sostenitore della teoria delle idee. Le idee sono presenti nell’iperuranio, dove si trovavano anche le anime degli esseri umani. Le anime nell’iperuranio conoscono ogni cosa, ma quando vengono scaraventate con violenza nel mondo terreno dal Demiurgo, un demone pensato dallo stesso Platone, esse subiscono un trauma e perdono ogni ricordo. Durante il percorso terreno, le anime ricordano pian piano il mondo delle idee. Per questo motivo Platone tende a distruggere la teoria di Protagora e il relativismo gnoseologico che ne scaturisce. Le idee per Platone non sono dettate da soggettività, bensì sono immutabili e definiscono la realtà.

Inoltre nel Teeteto risalta tutta la stima di Platone nei confronti di Socrate e delle sue idee. Il Teeteto risulta essere l’esaltazione massima del dialogo Socratico, infatti in tutta l’opera è presente la continua messa in discussione da parte di Socrate delle affermazioni del giovane Teeteto e degli interlocutori che prendono parte al dialogo sul reale significato di conoscenza. Il Teeteto rimane un dialogo aporetico, poiché tutte le questioni rimangono completamente irrisolte andando così a sottolineare il ruolo fondamentale del filosofo e rimarcando la continua ricerca della verità.

Platone nowadays[modifica]

Al giorno d'oggi sempre più ragazzi, fin da piccolissimi, iniziano a frequentare social media dove vengono inconsciamente influenzati a identificarasi in modelli imposti dalle grandi multinazionali. Tutto ciò influisce sulla mentalità dei ragazzi che tendono a dare come verità assoluta tutto ciò che viene loro proposto. Di conseguenza, la ricerca della verità e delle definizioni, presentate nel Teeteto da Socrate e dal giovane, viene completamente abbandonata e i ragazzi giungono così ad uno stato di annichilimento. La differenza che quindi sorge tra Teeteto e il ragazzo moderno è sostanzialmente una, la voglia incommensurabile ed esaperata di trovare una verità assoluta, anche se, come si evince dalla conclusione aporetica del Teeteto, una verità assoluta non esiste o meglio, come detto da Socrate, il problema più grande per un filosofo è l'inarrestabilità del tempo.

Il dialogo può essere uno spunto per i docenti, dal momento che la metodologia adottata da Socrate è quella ideale per far arrivare alla maturazione i propri studenti/interlocutori, senza lasciar loro modo di dare per assunto ciò che viene appreso a scuola o visto sui social media o in televisione, ma di ragionare e, se lo si ritiene necessario, contestare utilizzando un'opinione chiara e dimostrabile, nonché nuovamente criticabile.