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Primierotto/Note iniziali

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Indice del libro


Il primierotto ha conosciuto la scrittura solo dagli anni cinquanta (ad eccezione degli scritti di alcuni benestanti in precedenza, ma che scrivevano comunque quasi solo in latino) e non possedendo una guida unitaria non ha delle regole precise.

Alfabeto e fonetica

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Nel primierotto non c'è un alfabeto ben preciso. In questo libro utilizzeremo l'alfabeto della GVU (Grafia Veneta Unitaria) leggermente adattato:

  • A, B, D, E, F, G, H, I, L, M, N, O, P, R, T, U e V saranno uguali a quelle italiane;
  • La C si accosta a I ed E per creare la [t͡ʃ] o [t͡ɕ], oppure ad altre lettere per la k, la K è usata al posto del chi/che.
    • La Q non è utilizzata;
  • Đ [ð] (đ) e Ẑ [θ] (ẑ) sono rispettivamente la d e la z di pazzo, però aspirate;
  • La Z è sostituita dalla Ẑ nella funzione di pazzo, mentre non esiste in quella di zero;
  • Il suono del fonema GL italiano [ʎ] (di "maglione", per esempio) non esiste nel primierotto;
  • Allo stesso modo non esiste la SCI/SCE [ʃ] (di "scimmia").

In realtà molte consonanti contenute fra vocali sono leggermente aspirate (in bever la V non è pronunciata del tutto), ma questa è una sottigliezza della pronuncia primierotta. Solo la Đ e la Ẑ si possono considerate vere e proprie lettere distinte con un suono proprio.

In pratica le lettere sono: A, B, C, K, D, Đ, E, F, G, H, I, L, M, N, O, P, R, S, T, U, V e Z.

A volte capita che ci siano delle gn [ɲ] (come nel "signore" italiano, la ñ spagnola o la nh portoghese) a fine parola, come in bisògn. In questo caso è da interpretare con questo suono e non come "bisòg-n".

  • Nel primierotto ci sono, come nell'italiano, i generi grammaticali femminile e maschile. Non esiste quindi il genere neutro.
  • Il primierotto possiede, come l'italiano, due numeri grammaticali: singolare e plurale. Altre numerazioni (quali duale o triale) sono inesistenti.
  • Nel libro sono sempre indicati gli accenti nelle parole in lingua, ma solo per scopi didattici: questo non è necessario nel comune scrivere.