Storia delle Forze armate tedesche dal 1945/Al culmine della Guerra fredda
Culmine della Guerra Fredda
[modifica | modifica sorgente]Negli anni '80, all'epoca della fase culminante della Guerra Fredda, anche lo strumento militare della Germania Occidentale era stato portato ai massimi livelli di efficienza e potenza.
L'esercito tedesco era all'epoca con una doppia struttura, quello da campagna e quello territoriale. Il primo era costituito da 12 divisioni, secondo gli accordi di Parigi del 1954 relativi alla limitazione degli armamenti tedeschi. 30 anni dopo, il potenziale offensivo e per azioni a lungo raggio dell'Heer era dato dal Feeldheer, suddiviso in:
- 3 corpi d'armata (basati a Munster, Ulma e Coblenza). Essi sono costituiti da:
- 12 Divisioni di cui 6 corazzate e 4 meccanizzate, una aviotrasportata e una da montagna. Esse sono costituite da:
- 36 Brigate, di cui 17 corazzate, 15 meccanizzate, 1 da montagna, 3 aviotrasportate. Esse sono costituite da:
- 66 battaglioni carri, 62 meccanizzati, 33 artiglieria corazzata, 4 da montagna, 9 paracadutisti. Assieme a questi erano presenti:
- 7 reggimenti d'artiglieria di corpo d'armata, 11 d'artiglieria divisionale, 4 battaglioni missili superficie-superficie, 11 reggimenti esploranti, 11 reggimenti antiaerei Gepard, 4 reggimenti antiaerei (Roland e Rh.202).
In aggiunta vi erano: 3 comandi aviazione dell'esercito con un reggimento l'uno (specializzati nel trasporto pesante, attacco e impiego generale) e un reggimento misto aviazione dell'esercito.
L'esercito territoriale era incaricato di eseguire, principalmente, la difesa della madrepatria, costituito sostanzialmente dall'equivalente della Guardia Nazionale Americana. Esso era suddiviso in:
- 3 comandi territoriali
- 5 distretti militari
- 29 comandi di regione militare
- 80 comandi di sottoregione militare
In termini di forze disponibili:
- 6 brigate per la difesa territoriale, ciascuna su 2 battaglioni carri, 2 fanteria e 1 artiglieria
- 6 brigate per la difesa territoriale uguali alle altre eccetto che per la presenza di un solo battaglione carri
- 4 comandi logistici territoriali
- 15 reggimenti per la difesa territoriale
- 150 compagnie
- 324 plotoni di sicurezza
- Reparti aggiuntivi di supporto
Il Primo corpo d'Armata disponeva di 3 divisioni corazzate, pertanto aveva la maggiore capacità di combattimento di tutta la Bundeswher. Esso era affiancato dal 2 Corpo d'armata, con 1 divisione corazzata, 1 meccanizzata, la divisione da montagna e il comando di quella aerotrasportata, che però aveva le sue tre brigate suddivise tra tutti i corpi d'armata. Il 3° Corpo era dotto di due divisioni corazzate e una meccanizzata. Un'ultima divisione, autonoma, operava in coordinazione con l'esercito danese.
L'esercito territoriale era invece ripartito in 3 comandi: Nord, Sud e S.Holstein. Essi erano dotati di 12 gruppi, 15 reggimenti e 150 compagnie. I gruppi erano praticamente delle brigate corazzate, i reggimenti erano equiparabili a battaglini, le compagnie e i plotoni erano dedicati a compiti di difesa puramente locale. L'Esercito territoriale presiedeva anche le scuole dell'esercito. Infine della Bundeswher faceva parte anche la Guardia di Frontiera, capace di mobilitare 20,000 uomini per il controllo della frontiera con la GDR, per una profondità di circa 30 km. Strutturato in quattro comandi,basati su battaglioni, e comprendente anche il famoso gruppo antiterrorismo GSC9.
Equipaggiamenti della Bundeswher
[modifica | modifica sorgente]In termini numerici e di equipaggiamento, l'esercito tedesco-occidentale era, attorno al 1984, la maggiore forza terrestre di tutta la NATO europea. Essa comprendeva 495.000 uomini (altre fonti parlano di un totale minore, dell'ordine dei 430.000), 230.000 dei quali di leva, che all'epoca durava 15 mesi. In caso di mobilitazione si sarebbe però giunti a 1.250.000 uomini (oppure 1.100.000 circa). L'intero esercito sovietico aveva, all'epoca, una forza di pace di 1,8 milioni, pertanto questo dava l'idea del valore dei numeri schierabili dalla Germania Ovest, che era anche difesa dalle truppe della NATO tra cui il BAOR (British Army of the Rhine), capace da solo di convogliare quasi tutto l'esercito di campagna inglese. Per dare un'idea dell'entità dell'esercito tedesco, questo era simile in taglia solo a quello turco, mentre l'E.I. comprendeva circa 258.000 uomini suddivisi in 22 brigate e unità minori.
In termini di equipaggiamenti, giova ricordare che la maggior parte della forza dell'esercito tedesco era data da una spinta meccanizzazione, per valorizzare al massimo e al meglio le capacità operative delle singole unità. Questo suona in netto contrasto con quanto accadde all'esordio dei mezzi corazzati, quando le forze armate del Kaiser, anche se ben provviste di artiglierie pesanti, rimasero per quasi tutta la Grande guerra prive di mezzi corazzati, i quali arrivarono in piccole quantità prevalentemente nella forma degli A7V.
Nel periodo interguerra i tedeschi appresero bene la lezione della Prima guerra mondiale e gli insegnamenti teorici di Fuller e Liddel Hart. Cooperando con i sovietici a Kazan ottennero nuove idee e tecnologie per i loro carri armati, i successori della cavalleria pesante medioevale e futuri dominatori di ogni scontro in movimento. Nonostante i divieti alleati, i tedeschi si equipaggiarono di carri armati come i Panzer 1 e 2, ma questi erano solo marginalmente utili per compiti di combattimento. Nonostante ciò, essi costituirono per i primi 2 anni il nucleo della forza corazzata della Bundeswher, e nonostante fossero considerati dagli stessi tedeschi macchine d'addestramento e preparazione, essi ottennero strepitosi successi nel 1939-40, grazie alla concezione moderna del loro impiego a massa, sfondando le linee nemiche e lasciando all'aviazione e all'artiglieria l'attacco contro i carri armati nemici, spesso (esempi pratici erano i SUMUA S.35, Char B1 e Matilda) letteralmente invulnerabili ai Panzer. L'uso accorto di piccole quantità dei nuovi Panzer III e IV, e dei carri cecoslovacchi Pz.35 e LT-38 consentì di ottenere talvolta anche la sconfitta di potenti forze corazzate nemiche. Dopo qualche anno, la necessità di riequipaggiare le forze armate tedesche. I nuovi Panzer III e IV si dimostrarono inferiori ai T-34 sovietici, e venne accelerato lo sviluppo del Tiger, oltre che iniziato quello del Panther (originariamente addirittura si pensò di clonare direttamente il T-34, ma il suo motore leggero, di derivazione aeronautica richiedeva prezioso alluminio, destinato all'aviazione primariamente). Nel frattempo si diedero cannoni più potenti ai Panzer III e IV, si costruirono cacciacarri e cannoni d'assalto e si usò in maniera spregiudicata i cannoni da 50, 75 e 88 mm in azioni controcarro, spesso con eccellenti esiti. Il Pak 40 da 75mm, con 154 mm perforabili a 500 m era un cannone eccezionale, pesante appena 1500 kg e capace di essere movimentato rapidamente, come anche di trovare spazio sul modesto scafo del Panzer II che diventà il Marder.
Tutti i tentativi tedeschi di vincere la guerra si infransero tuttavia a Stalingrado, El-Alamein, e soprattutto a Kursk. Alla fine la Germania era un paese distrutto, ma la sua tecnologia e i suoi progettisti rimasero. Nel dopoguerra la Germania sfruttò le competenze rimaste per realizzare quello che venne definito la famiglia dei 'felini', dei quali il più famoso e prodotto è il Leopard, definito come il miglior carro dell'epoca, per l'equilibrio in mobilità, potenza di fuoco, protezione. Quest'ultima era sacrificata alla mobilità, nell'assunzione che i nuovi missili controcarro erano troppo difficili da contrastare data la loro penetrazione, e così era meglio muoversi rapidamente e esporsi per tempi minimi al fuoco. La competizione tra AMX-30 e Leopard ebbe luogo con la supervisione dell'Esercito italiano, anch'esso operatore dei carri Patton e interessato alla loro sostituzione. La vittoria non fu univoca, e i francesi adottarono il loro carro, mentre i tedeschi si ritennero soddisfatti del Leopard e ordinarono 1500 cannoni L7 in Gran Bretagna. Era questo il cannone NATO più promettente, e venne adottato da tutti i progetti dell'epoca eccetto l'AMX-30. Negli USA sostituì il pezzo da 90 mm della genealogia Patton e venne prodotto come M68. Il Leopard doveva molto alla progettazione dei carri tedeschi del periodo bellico come concezione generale, mentre tecnologicamente era simile all'M47-M48, specie in merito all'impostazione del sistema di tiro.
Dotato di eccellente mobilità grazie al diesel MTU 833 da 840hp, il Leopard 1 era simile in massa e persino in aspetto -cingolatura a parte- al Panther. Ma mentre questo era afflitto da un sistema motore sottopotenziato e inaffidabile da 700hp, a benzina, il Leopard era eccellentemente progettato, aveva un'alta velocità, capacità di percorrere oltre 600 km su strada e persino di guadare corsi d'acqua di oltre 5 metri con preparazione, tanto che venne provata la sua capacità di attraversare il Reno. I sistemi ottici erano di prim'ordine con un periscopio capace di 20 ingrandimenti per il capocarro e un telemetro ottico con 1,7m di base e 16 ingrandimenti. Restava però la corazza inadeguata, essendo spessa solo 35 mm sui fianchi, 70 mm sul frontale scafo, e infatti il carro era richiesto come 'resistente al 20 mm' soltanto. I Leopard entrarono in servizio a cominciare dal 1965 e la produzione totalizzò 2437 carri al 1979, quando arrivò il Leopard 2. Nel frattempo il veicolo diventò il carro NATO per eccellenza, surclassando i mezzi inglesi e americani che ebbero davvero poca fortuna in Europa (solo l'Italia adottò l'M60, per esempio). Il rivale AMX-30 ebbe invece un ruolo minore, afflitto dal suo principale problema: l'inaffidabilità del propulsore, tanto che in Spagna l'AMX-30E è stato considerato meno soddisfacente dell'M48 e in seguito aggiornato con lo stesso motore del Leopard 1.
I limiti del Leopard vennero via via curati con nuovi aggiornamenti. I leopard aggiornati allo standard A1A1 ebbero corazze aggiuntive spaziate sulla torretta, i 213 Leopard A3 ebbero una nuova torretta saldata con 1,2 m3 di volume in più, mentre i Leopard A2 ebbero un sistema di stabilizzazione per consentire il tiro in movimento, almeno limitatamente. La vera innovazione arrivò con i Leopard 1A4, gli ultimi 250 esemplari prodotti con il sistema COBELDA con computer e telemetro laser per il tiro, antisignano dell'EMES 15 del successivo Leopard 2. Questo sistema divenne standard per i Leopard 1A5, ovvero 1300 vecchi A1 aggiornati al nuovo standard, ma questo non si verificò prima del 1987 e così la partecipazione di tali nuovi mezzi alla Guerra fredda fu marginale. Non si può completare la breve disamina sul Leopard senza citare le versioni speciali, che nell'Esercito tedesco trovavano ampio impiego: uno ogni tre scafi Leopard non era un carro armato e si trattava precisamente di ben 544 carri soccorso, 36 pionieri, 105 gittaponte (capaci di stendere ponti lunghi fino a 22 metri, una delle maggiori distanze copribili da un carro gettaponte), 420 Gepard (vedi sotto), 60 carri scuola guida, privi di cannone ma con una torretta simile a quella di una gru civile, da dove all'allievo viene fatto pilotare il veicolo.
Al 1983 i battaglioni carri tedeschi erano in piena trasformazione. Originariamente erano 3 per brigata, ciascuno su 41 mezzi. Ma già l'anno successivo l'organico era indicato in soli 2 battaglioni, dotati però di 55 carri. Le divisioni corazzate con il precedente sistema avevano 123x2 (brigate corazzate) +41(brigata meccanizzata) carri, mentre successivamente esse ebbero 110 carri per brigata corazzata e 55 per brigata meccanizzata. Il totale della divisione corazzata tedesca attorno al 1983 era quindi di 287 carri, 206 per le divisioni meccanizzate. Dopo i totali divennero 275 e 220.
La divisione corazzata era la principale unità da combattimento dell'Heer, e veniva potenziata di continuo con nuovi materiali. Il più pesante e impressionante di tutti era il Leopard 2. Questo nuovo veicolo naque come successore al previsto carro tedesco-americano MBT-70, che naufragò a seguito di ogni sorta di difficoltà tecnica (esempio, il cannone lanciamissili, il guidatore sistemato in torretta, il cannone da 20 mm retrattile per la difesa antiaerea, ecc.). Gli americani andarono per la loro strada e produssero l'M1 Abrams, caratterizzato da costi elevati, una piccola e assetata turbina a gas capace di 1,500 hp e ancora il vecchio cannone M68, seppure migliorato con munizioni e sistema di tiro differente. L'unica cosa che i due carri ancora condividevano era la corazza di tipo stratificato-composito, che era comunque arrangiata in maniera differente. È altamente verosimile che il carro americano fosse meglio protetto, almeno giudicando da alcuni fatti: esso aveva un armamento più leggero, come anche più leggero era il motore, mentre la massa totale era simile (circa 55 t) ma lo scafo del mezzo statunitense era più piccolo e basso. Peraltro la torretta era più grande, ospitando quasi tutta la dotazione munizioni nella controcarena.
In ogni caso, alla sua apparizione -attorno al 1979- il Leopard 2era considerato il miglior carro a livello mondiale e stabilì standard di qualità mondiali. Esso aveva corazza composita, motore turbodiesel da 1500 hp e cannone da 120 mm. Quest'ultimo era un progetto Rheinmetall, e sebbene più pesante (2000 kg contro 1250 per la massa oscillante) del 105 mm esso aveva una potenza e una compattezza straordinarie. Differentemente dalla scuola inglese e similmente a quanto fatto dai sovietici fin con il T-62, si trattava di un cannone a canna liscia. Questo consentiva pressioni di esercizio molto elevate senza eccessiva usura, ma imponeva proiettili con alette di stabilizzazione e impediva l'uso di alcuni tipi come le granate HESH e al fosforo. Di fatto, il Leopard 2 utilizzava solo munizioni APFSDS e HEAT/MP ovvero perforanti decalibrate stabilizzate ad alette e anticarro-multiruolo. Le granate originarie come la DM-12 HEAT e la DM-23 perforante erano sufficienti contro i carri sovietici, che risultavano assai difficili da distruggere con i cannoni da 105 mm (specialmente con le munizioni allora disponibili). Il 120 mm, capace di perforare oltre 500 mm d'acciaio a 2 km era oltretutto suscettibile di future migliorie. La compattezza era estrema, con una lunghezza di soli 44 calibri, praticamente non diversa dal 105/51 mm precedente.
Il Leopard 2 aveva una mobilità eccellente per un simile mostro corazzato, riuscendo a erogare 27 hp/t contro i 20-21 del Leopard 1. Aveva una corazza multistrato che lo rendeva frontalmente pressoché invulnerabile a quasi ogni arma nemica, e un sistema di tiro comprendente un apparato termico di mira montato nella parte anteriore destra della torretta (peraltro causando un punto debole nella zona), un sistema computerizzato di tiro, un telemetro laser e un sistema di stabilizzazione con ottica master, asservito cioè alla linea di mira. In altre parole, questo mezzo era capace di ottenere una decisiva superiorità sul campo di battaglia, specialmente in occasione di impiego su ampi campi di tiro e-o di notte. L'unico limite era dato dalle munizioni, solo 42 di cui la metà nello scafo, a costituire ancora un certo pericolo potenziale in caso di perforazione, per esempio dai fianchi.
In sostanza, il Leopard 2 assumeva il ruolo del Tiger 1, ma con in più una notevole mobilità e in meno una dotazione proiettili esattamente dimezzata. La sua corazza speciale gli dava un aspetto squadrato, ricordante quello del Tiger, di cui aveva anche quasi esattamente la stessa massa: attorno alle 55 tonnellate. Lo scafo era però più lungo e la torretta più bassa.
La potenza del Leopard 2 venne apprezzata rapidamente con ordini giunti dall'Olanda, dalla Svizzera e successivamente da varie altre nazioni. Al 1983 erano stati ordinati 1800 veicoli e circa 700 già prodotti, al ritmo di circa 150 l'anno. In tutto si sarebbe arrivati a non meno di 1950 veicoli, altre fonti parlano di oltre 2100, solo per la Bundeswher. Nel frattempo gli M1 AbramsM1 Abrams erano stati a loro volta aggiornati, e l'elemento più debole del sistema d'arma, il cannone, venne sostituito con l'M256, ovvero il Rheinmetall del Leopard 2. L'M1A1 entrò in produzione nel 1985 e almeno per un anno condivise la linea con il precedente M1 IP, con cui condivideva la protezione sensibilimente superiore rispetto ai 2300 M1 base prodotti fino al 1984. Un certo numero di carri M48, circa 650, vennero aggiornati allo standard M48G, con un cannone da 105 mm e altri aggiornamenti, che li rendevano simili ai Leopard, meno veloci ma più protetti dei mezzi tedeschi. Essi vennero distribuiti alle forze territoriali, aggiornati a partire dagli anni '70.
Le unità meccanizzate tedesche non erano però solo basate sui carri, ma su un complesso armonico di veicoli da combattimento, tutti capaci di notevoli prestazioni.
Compagno del Leopard 1/2 era il Marder, prodotto come veicolo per trasportare una squadra di fanti assieme al Leopard, nell'assunto che fanteria e carri devono operare insieme in battaglia. Il Marder è stato il primo IFV o MICV della NATO. Esso era straordinariamente dispendioso se comparato all'M113 (che in Italia venne aggiornato come VCC, essenzialmente con una lastra di 6 mm di acciaio aggiunto e feritoie di tiro). Il Marder era il successore di un veicolo precedente, di disegno svizzero, già armato di un cannone da 20 mm in torretta, ma non prodotto in quantità e giudicato un poco insoddisfacente. Il Marder riprendeva il cannone da 20 mm, ma si trattava di una mitragliera Rheinmetall Rh-202, capace di sparare fino a 1000 c. minuto e 1000 m/s di velocità iniziale. Essa venne sistemata in una torretta KUKA biposto, ma con l'equipaggio sistemato nello scafo. Capace di elevarsi da -17 a +65 gradi, il cannone e la mitragliatrice MG 3 coassiale potevano battere anche bersagli aerei lenti, come gli elicotteri, o sparare in fortissima depressione (notevole vantaggio tattico sparando a scafo sotto). Un'altra mitragliatrice era sistemata, telecomandata, dietro tale torretta, e in tutto vi erano 1250 colpi da 20 mm e 5000 da 7,62. A un certo punto -ma la modifica non venne mai generalizzata, forse giusto un carro per plotone, venne aggiunto un lanciamissili MILAN con 6 armi di ricarica. Questo ridusse il numero dei fanti trasportati, già appena 6, di una unità e il lanciamissili era di difficile uso essendo necessario esporsi per spararlo. Alcuni veicoli erano già stati aggiornati al 1983. Il Marder contava su di una robusta protezione e 6 lanciagranate nebbiongene, all'epoca tutt'altro che diffuse, mentre il motore erogava ben 600 hp (ovvero 3 volte la potenza di un M113). Non era anfibio, ma capace di guadi profondi, dotato di sistemi di visione notturne e protezione NBC. Nonostante il costo elevatissimo, che ne precluse l'acquisto da parte di altri eserciti, il Marder venne prodotto in non meno di 2136 esemplari tra il 1970 e il 1976. Nei battaglioni di fanteria meccanizzata ve n'erano 46 unità, ovvero fino a 92 in brigate meccanizzate.
Nel frattempo entrò in produzione anche il Gepard, un sistema antiaereo basato sullo scafo Leopard ma con un nuovo armamento in una torretta: 2 cannoni GDF svizzeri, capaci di 1100 colpi al minuto, gittata circa 3,5 km, massima 9 km. Erano disponibili un radar di ricerca e uno di controllo del tiro, come anche un sistema ottico di tiro contro bersagli terrestri. Alcuni Gepard (al 1983)avevano anche un telemetro laser collegato al computer analogico di tiro. Con una robusta corazza e 660 colpi disponibili, il Gepard era un semovente ideale per la lotta antiaerea in prima linea, ma anche pesante e costoso (6 volte un normale Leopard 1). Venne prodotto anche per Olanda (95) e Belgio (55) ma nessun altro cliente osò comprerarlo. La Germania, ancora una volta, non esitò a investire ingenti somme per la sua rapida acquisizione, e i 500 modesti M42 Duster, sistemi solo chiarotempo e senza protezione per l'equipaggio, vennero sostituiti in un rapporto di quasi parità da 420 Gepard, prodotti dal 1976 al 1980 al ritmo di 100 all'anno circa. Essi nel 1983-84 equipaggiavano 11 reggimenti contraerei e la gittata e la precisione delle loro armi ponevano a qualunque attaccante problemi non indifferenti da superare. Per confronto, all'epoca la Francia aveva solo 60 vecchi semoventi AMX-13VDA, la Gran Bretagna aveva i primi Tracked Rapier mentre l'Italia non aveva nulla, essendo il SIDAM ben lungi dall'apparire fino ai tardi anni '80.
Per quello che riguarda gli altri equipaggiamenti, erano in fase di acquisizione i primi 400 Transportpanzer 6x6 ruotati, pesanti veicoli per impieghi speciali come le contromisure elettroniche e il posto comando. Erano facilmente riconoscibili per il larghissimo parabrezza blindato anteriore, simile a quello di un normale furgone. Gli M113, relegati per lo più all'esercito territoriale e alle unità di fanteria meccanizzata erano oltre 3 000. Notevole la presenza di cacciacarri cingolati Jaguar con cannone da 90 mm o missili HOT (1+10 di riserva), mentre la ricognizione era affidata a 408 Luchs, le autoblindo più pesanti -19,5t-tra tutte quelle disponibili all'epoca. Esse vennero costruite con scarsa attenzione per la potenza di fuoco, limitata a un cannone da 20 mm con 375 colpi e una mitragliatrice, ma la loro caratteristica principale era la mobilità, essendo 8x8 e capaci di circa 800 di autonomia su strada, oltre che anfibie. La protezione frontale arrivava a proteggerle da armi da 20 mm mentre la laterale era sufficiente per le schegge e armi leggere.
Al riguardo dell'artiglieria vi era infine la presenza di un numero, in aumento, di Marder versione antiaerea, ovvero con missili Roland. Avevano un radar di scoperta, uno di tiro, apparati optronici, 2 rampe missili Roland e caratteristica unica, due caricatori da quattro missili per ricaricare le rampe. Essi erano stati ordinati in non meno di 144 esemplari. I Roland 2 avevano una velocità di mach 1,5, gittata di circa 6 km e quota massima di 0,02-5,5 km. I successivi Roland 3, entrati in servizio in pochi esemplari dal 1988, arrivavano a 1,8 mach, 7 km di gittata e 6 di tangenza, oltre ad avere una testata più potente. Sembra che la testata dei Roland fosse HEAT-frammentazione, molto inusuale per un SAM, forse per dargli anche capacità controcarro tramite il sistema di mira ottico.
Le armi d'artiglieria erano in buona parte americane: i battaglioni delle brigate corazzate e meccanizzate avevano tre batterie con M109, versione modificata capace di raggiungere i 18 km di gittata, diventando così comaprabile con il sovietico 2S3 (17 km) e meglio rispetto ai 14,5 km dell'M109 originale. Ogni divisione aveva così non meno di 54 M109, i principali e meglio riusciti tra i semoventi d'artiglieria NATO.
Gli M110 e i LARS LARS erano sistemati per l'artiglieria divisionale, con i primi atti a sparare granate varie, tra cui quelle nucleari, i secondi erano armi di concezione tedesca, giunti alla versione LARS 2 con un nuovo autocarro MAN 6x6, non corazzato ma molto più mobile del precedente chassis. Essi avevano 36 razzi da 110 mm con gittata di 14 km ognuno, e una o forse due batterie da 8 sistemi l'una erano presenti per ogni divisione. Tra le varie testate, quelle esplosive e quelle con mine controcarro AT-2 per stoppare rapidamente eventuali puntate di mezzi corazzati. Per il resto il LARS, successivamente sostituito dall'MLRS a partire dai primi anni '90 (programmato originariamente in ben 202 sistemi, contro i 22 italiani e olandesi) non era nulla di speciale. Il 'dirimpettaio' schierato dal Patto di Varsavia, il BM-21, aveva 40 razzi da 122 mm con raggio di 20,5 km. Nondimeno, i 209 LARS II dell'Heer erano la principale forza MLR NATO fino all'arrivo di ingenti quantità di MLRS, che però avvenne solo dopo 15 anni di servizio, essendo i LARS 1 entrati in linea dal 1969.
Infine vi era l'artiglieria trainata, oramai basata su 212 cannoni obici FH-70, potenti e moderne armi da 155/39 mm con 24 km di gittata massima e un APU (Auxiliary Power Unit) per i movimenti autonomi su breve distanza. Da questo programma trinazionale (l'Italia ordinò 162 pezzi, la Gran Bretagna 71) doveva derivare anche il semovente SP-70, ma il programma, trascinatosi dietro incertezze e difficoltà varie, venne abbandonato dalla Germania nel 1987, decretandone la fine. L'artiglieria da montagna, infine, aveva il pezzo più piccolo, ovvero il Modello 56 da 105 mm, obice di successo della Oto-Melara, in quanto someggiabile e di leggera costruzione, anche se di ridotta gittata massima.
La contraerea leggera contava molte mitragliere Rh-202, già viste con i Marder e Luchs. Esse erano installate in un gran numero di affusti binati, dotati di sistema computerizzato P56 per il controllo del tiro, motorino a due tempi (sotto il sedile del cannoniere) per azionare l'impianto a una velocità di ben 80°/s in azimuth, 48 in elevazione. Gittata utile 2 km, massima in quota 4,5 e sull'orizzonte 6 km. Esso pesava ben 2100 kg (il similare ZU-23 sovietico, più semplice ma con armi ancora più potenti da 23 mm pesa appena 950 kg), ma possedeva sia il sistema di brandeggio motorizzato sia 560 colpi di pronto impiego, potendoli scagliare a 2.000 colpi al minuto contro ogni tipo di bersaglio nel raggio di 2 km. Per fare un esempio, il Flakvierling tedesco con 4 armi da 20 mm del periodo bellico arrivava a 1 600 colpi min. ed era inferiore in ogni altro aspetto, dalla velocità iniziale a quella di brandeggio. Usato alle Falklands dagli argentini, ottenne qualche successo aereo ma non impedì la disfatta di Goose Green ,dove sei di questi sistemi -e 2 da 35 mm- vennero catturati dagli inglesi.
L'armamento comprendeva anche missili nucleari, gli americani Lance, con 4 battaglioni dotati di 24 rampe missili, utilizzabili con una testata nucleare da 212 kg entro un raggio di oltre 120 km.Erano armi a propellente solido, compatte e precise. Vennero radiate negli anni '90.
Quanto all'equipaggiamento per la fanteria, esso si basava sui fucili H&K G3, mitragliatrici MG 3, lanciarazzi Panzerfaust, missili MILAN, mortai israeliani Soltam o finlandesi Tampella da 120 mm. Non vi erano all'epoca missili come gli Stinger in distribuzione.
Infine, l'aviazione dell'Esercito era anch'essa un elemento importante della struttura. Esso aveva all'epoca una dotazione imponente di macchine: 107 elicotteri CH-53G, numerosi UH-1D, Aluette III, e i nuovi BO-105. I CH-53, usati al posto dei soliti CH-47, erano la componente da trasporto pesante, un elicottero insolito perché normalmente usato solo dai Marines e Israele. Essi erano capaci di trasportare ingentissime quantità di equipaggiamento e soldati. Non è chiaro se fossero migliori dei CH-47, di certo la loro struttura convenzionale (con trave di coda) li rendeva meno compatti, dimensionalmente parlando. I BO-105 erano presenti con la versione M per compiti vari, raramente armata con mitragliere, mentre era in corso un ordine per i ben più temibili BO-105P PAH-1. Questi elicotteri, molto piccoli e agili, dotati -per la prima volta per macchine di tali dimensioni- di due motori, nonché di un rotore rigido, erano riccamente equipaggiati con dispositivi adatti per combattere in prima linea. Il loro armamento comprendeva 6 missili HOT, capaci di colpire con precisione e potenza (sono gli equivalenti europei dei TOW) bersagli posti fino a 4,25 km perforando, con la testata da 6 kg e 165 mm di calibro, non meno di 800 mm di acciaio. Pare che l'ordine fosse stato posto per circa 212 elicotteri PAH-1, non noti i tempi di consegna del lotto, ma certamente una volta consegnati avrebbero rappresentato il principale potenziale controcarro eliportato della NATO in Europa durante la Guerra Fredda, ben più numerosi dei 120 Gazelle 342M (4 HOT) e degli 80 Lynx inglesi (TOW) disponibili. I BO 105 vennero adottati in oltre 70 esemplari-28 con missili HOT- anche dalla Spagna mentre quelli olandesi non erano armati. Attualmente i BO 105 PAH-1, oramai piuttosto superati, aspettano ancora la sostituzione come i Tigre PAH-2, che all'esatto contrario, sono stati un programma caratterizzato da inefficienze e ritardi con pochi eguali nella storia aerospaziale.
La Marina tedesca
[modifica | modifica sorgente]Quanto alla Bundesmarine, essa discende direttamente dalla Kriegsmarine, che già si era 'rassegnata' a restare una realtà locale rispetto alla potenza delle flotte alleate, a cominciare dalla Royal Navy. Durante la seconda guerra mondiale solo 2 corazzate tedesche vennero completate, mentre il mezzo di gran lunga più efficiente venne trovato nelle torpediniere e soprattutto, nei sommergibili. Finita la guerra e sciolta la Kriegsmarine, passarono circa 10 anni prima di assistere alla nascita della nuova Bundesmarine, e questa ebbe da subito una connotazione essenzialmente 'baltica', intesa a contrastare la flotta sovietica colà dislocata. Questo significò creare una flotta molto congrua numericamente, basata solo su di un piccolo nucleo di unità d'altura e un gran numero di sommergibili e navi minori.
Alla metà degli anni '80, la Bundesmarine comprendeva 31.800 uomini. In termini di unità navali, la situazione era la seguente:
- Sommergibili: 6 Type 205, 18 Type 206, previsti 12 Type 211 a far tempo dal 1991-97
- Navi d'altura: 3 Type 'Hamburg', 3 Type 'Lutjens', 3 Fregate 'Koln', 6 'Bremen' e altre 2 in programma
- Corvette: 5 Type 420 'Thetis', sostituzione con 3 Type 423 dal 1991
- Motocannoniere missilistiche: 10 Type 143, 10 Tye 143A, 20 Type 148.
- Unità MCM: 2 Type 381A, 10 Type 331B 'Lindau', cacciamine costieri; 6 Type 551 ciascuna con 3 vascelli radioguidati HL351 Troika; 8 Type 341 Schutze, costieri; 10 Type 394 'Frauenlob', 8 Type 393 'Ariadne', dragamine litoranei
- Unità anfibie: 22 Type 520, mezzi da sbarco semplici del tipo LCU, 22 Type 521 LCM
- Ausiliarie: 10 navi classe 'Rhine' Type 401,402, 403, 14 navi rifornimento, 2 navi officina, 9 cisterne, 4 navi per intelligence, 160 mezzi navali minori.
- MGF1: 48 Tornado IDS
- MGF2: 43 F-104G e 10 TF-104G
- MGF3: 14 Atlantic ASW, 5 Elint
- MGF5: 22 Sea King Mk 22
- 1 gruppo ricognitori con 26 F-104G
- 1 gruppo elicotteri con 14 Westland Lynx HAS.Mk 88
- 1 gruppo con 20 Dornier Do 28D-2 per collegamento, 1 Hansa HF32 ECM, 4 IAI Westwind e alcuni Piaggio P.149 per addestramento.
La Bundesmarine crebbe come forza costiera con un limitato numero di navi maggiori, essenzialmente rappresentate dalle unità classe Hamburg e dalle fregate classe Koln, 2,700 tonnellate, ordinate nel 1957. Esse avevano 3 cannoni da 100 mm e un lanciarazzi a quattro canne ASW. Gli Hamburg subirono un esteso refitting con 4 missili MM.38 Exocet al posto del cannone n.3, e sostituzione dei vecchi cannoni Bofors L60 con gli L70 prodotti su licenza dalla Breda. L'acquisto, durante gli anni '70 di 3 unità americane classe Adams modificate, ovvero i Lutjens, ebbe un effetto notevole, potendo a quel punto contare su navi armate con missili Tartar e in prospettiva, Standard SM-1MR, capaci di offrire copertura d'area ai gruppi della flotta tedesca contro gli attacchi aerei.
I missili Sea Sparrow, a più corto raggio, arrivarono con le fregate Bremen, di cui inizialmente erano previste 8 unità come variante nazionale del programma che generò anche le Kortenaer olandesi. Le Bremen tedesche, più veloci, naquero come piattaforme ASW capaci di far operare 2 elicotteri Lynx, anche se il numero comprato di questi ultimi non rendeva possibile equipaggiare con due elicotteri tutte le navi (14 contro un minimo di sedici). Con le Bremen arrivarono anche i missili Harpoon, di gittata molto superiore e molto più compatti degli MM.38 Exocet, arma standard tedesca per tutti gli anni '70. L'Exocet venne sviluppato come culmine di una lunga genia di armi sviluppate dall'Aerospatiale. Subito venne ordinato dalla Germania, dalla Royal Navy (300 missili) e dalla Marine Nationale. La Germania lo usò per rimodernare la sua componente di cacciatorpediniere, ma soprattutto per armare la flottiglia di navi missilistiche, precisamente quattro esemplari erano installabili su ciascuna delle 40 Type 148 e Type 143, per un totale di ben 160 missili pronti al lancio. Alla massima dotazione di missili navali, la MMI italiana ha avuto imbarcati non più di 140 missili OTOMAT (12 sugli incrociatori, 32 per i cacciatorpediniere, 64 sulle fregate, 32 per i Pattugliatori di squadra, 12-14 sugli aliscafi missilistici).
Queste unità, simili alle francesi Combattante II e III (il cui progetto iniziale era in effetti tedesco, della Lurssen) differivano in stazza: le Type 148 o classe Classe Tiger entrarono in servizio a metà anni '70, avevano un dislocamento di 275 tonnellate e i nuovi cannoni OTO Melara a tiro rapido a prua, un cannone Bofors (forse prodotto dalla Breda) a poppa in una postazione aperta. A queste unità relativamente piccole ne seguì un modello migliorato, la Classe Albatross o type 143, 420 tonnellate di stazza e armate con un secondo cannone da 76 a poppa, oltre che con due lanciasiluri pesanti per attacco antinave. Esse hanno avuto un modello modificato nel Type 143A o Gepard, che sostituiva a poppa il cannone e i lanciasiluri con un sistema missilistico antiaereo RAM. Di questo sistema da difesa pensato contro i missili antinave (dotato del sistema IR dello Stinger e di un cercatore radar passivo, su corpo del missile Sidewinder con alette ripiegabili) la Germania è diventata il maggiore utente e partner europeo, ordinandone diverse centinaia.
I siluri pesanti erano installati anche sui sommergibili, dotati tutti di otto tubi di lancio prodieri. Ogni tubo di lancio non aveva ricarica ma poteva essere sostituito con due mine. I sottomarini Type 206 avevano una caratteristica particolarmente importante: 2 contenitori sui fianchi, capaci di trasportare ognuno 12 mine senza rinunciare ai siluri interni. In tal modo ogni Type 206 poteva stendere fino a 40 mine oppure 24 con otto siluri per l'autodifesa. I siluri tedeschi dell'epoca erano tutti di tipo filoguidato con guida finale di tipo sonar attivo, ma non erano bivalenti, per cui per ingaggi di sottomarini o di navi di superficie bisognava utilizzare armi diverse. Le piccole dimensioni -450 t a pieno carico-impedivano di ospitare siluri di ricarica, questo spiega il numero elevato di tubi di lancio presenti.
I siluri usati erano il Seal e il Seeschlage, simili tra loro, ma con il primo dei due dotato di circa il doppio delle batterie e quindi, con potenza e peso maggiori. Eccetto che per la mancanza di polivalenza, per tutto il resto erano moderni siluri elettrici, dotati di filoguida, doppia velocità di navigazione per ottimizzare la distanza percorribile, sonar attivo-passivo per l'ingaggio finale. Il Seal era usato sia dalle navi sia dai sottomarini, pesava 1370 kg di cui 260 di carica, poteva percorrere 28 km a 23 nodi, o 12 a 35. Lungo 6,08 m (6,55 con contenitore del cavo di guida a doppia anima, per consentire uno scambio di informazioni tra siluro e sottomarino), calibro 533 mm, era un'arma adatta alle acque basse del Baltico. Lo Seeschlage, pure prodotto dalla AEG-Telefunken, era dotato di dimensioni minori e di un sonar adatto alla scoperta di sottomarini. Le dimensioni erano molto inferiori, come anche la carica esplosiva: 533 mm di calibro, appena 4,15-4,62 m di lunghezza, peso 800-900 kg, testata 100 kg e raggio di 6-14 km a 23-35 nodi.
Le motocannoniere Type 143, dotate di 4 missili, 2 cannoni a tiro rapido e 2 siluri avevano pertanto una capacità d'attacco molto consistente. Entrarono in servizio dal 1976, alcuni anni dopo le più piccole 148, e nell'insieme hanno costituito per decenni la flotta di navi d'attacco più numerosa d'Europa, eccetto la marina Sovietica. Per appoggiare queste navi fu necessario comperare molte parti di rispetto (solo gli Exocet necessari per armarle tutte in una singola missione erano ben 160), e 10 navi armate classe Rhine vennero utilizzate. Queste erano navi di piccole dimensioni -2970t. ma armate con 4 cannoni da 40 mm e 2 da 100, tanto da essere utilizzabili anche come fregate costiere, oltre che navi da rifornimento per le squadriglie d'attacco e contromisure mine.
Un'altra componente notevole della Bundesmarine era quella relativa alla lotta antimine, particolarmente con i cacciamine Lindau modificati con il sistema Troika. Per evitare di essere coinvolti dalle esplosioni delle mine navali, i cacciamine devono usualmente avere uno scafo amagnetico. Usare il legno è stato a lungo la scelta obbligata, essendo questo quasi privo di traccia magnetica, ma la resistenza alle esplosioni è ridotta dalla fragilità della costruzione. La vetroresina o GRP è stata una scelta migliore, essendo capace di fornire una resistenza simile allo scafo in acciaio e una traccia magnetica ridottissima. Ma si tratta di strutture costose, estremamente inquinanti e difficili da costruire, e tedeschi e sovietici preferirono l'acciaio amagnetico, che consente di ottenere in maniera relativamente semplice uno scafo robusto e smagnetizzato quasi totalmente. Per correre meno rischi possibile, i tedeschi svilupparono il sistema Troika, che eliminava la necessità di inviare una nave con equipaggio su di un sospetto campo minato, essendo un singolo cacciamine capace di telecomandare 3 imbarcazioni da circa 25 metri munite di sistemi di dragaggio mine magnetiche e acustiche.
Aviazione di Marina
[modifica | modifica sorgente]La componente dell'aviazione di marina, forte nel 1984 di 6.700 uomini, era un'altra caratteristica di valore per la Bundesmarine. Essendo le navi tedesche destinate a operare nel Baltico e nel mare del Nord, esse sarebbero state sempre nel raggio d'azione degli aerei di base a terra, senza bisogno di costruire costose navi portaerei. 2 interi stormi vennero equipaggiati con gli F-104G, a partire dal 1975 circa equipaggiati di missili Kormoran. Dal 1982 uno di questi venne riequipaggiato con i Tornado IDS, divenendo la prima unità aerea tedesca con tale apparecchio, e ben presto anche l'altro venne riequipaggiato. I 96 Tornado di questi due stormi erano da soli tanto numerosi quanto tutte le macchine destinate all'AMI italiana, ed erano tutte ottimizzate per operare sul mare e eseguire attacchi antinave. I pattugliatori Atlantic erano capaci di eseguire la ricerca dei bersagli come di partecipare alla lotta antisommergibile delle unità di superficie. I Sea King vennero a un certo punto testati con missili Sea Skua antinave, ma non se ne fece nulla, mentre questo non accadde mai con la loro piattaforma tipica, i Lynx, che basati sulle navi ebbero come compiti la lotta ASW e la designazione oltre l'orizzonte di missili Harpoon.
Aviazione
[modifica | modifica sorgente]Stato al 1984:
Unità:
- JBG 31, Tornado, Norvenich
- JBG 32, Tornado, Lechfeld
- 3.JBG 31 HFB 320ECM, Lechfeld
- JBG 33, Tornado, Buchel
- JBG 34, F-104G, Memmingen
- JBG 35, F-4F, Pferdsfeld
- JBG 36, F-4F, Hopsten
- JBG 38, Tornado, Jever
- JBG 41, Alpha JetA, Hosum
- JBG 43, Alpha Jet A, Oldenburg
- JBG 44, Alpha Jet A, Furstenbruck
- 3.JBG 49 P.149, idem
- AG 51, RF-4E Phantom, Brembarten
- AG 52, RF-4E, Leck
- TG 61 C.160D, Landsberg
- 3.LTG 61 UH-1D, idem
- LTG 62, C.160D, Wunsdorf
- LTG 63, C.160D, Honn
- HG 64, UH-1D, Ahlhorn
- JG 71, F-4F, Wittmundhaven
- JG 74, F-4F, Neouburg
- FBS, Boeing 707, vari, Colonia
- AsubStff, T-37, T-38, Sheppard AFB
- idem, George AFB
- TTTE, Tornado, Cottesmore
- LsW, F-104, MAnching
- EStelle 61, vari, Manching
- FGK 1, Pershing 1A, Landsberg
- FGK 2, Pershing 1A, Geilenwerk
- FRR 1, MIM-23 HAWK, Freising
- FRR 2, Nike Hercules, Lich
- FRR 3, HAWK, Heide
- FRR 4, HAWK, Bremesworde
- FRR 13, Nike, Soest
- FRR 14, Nike, Oldendburg
Definizioni: AG Stormo ricognizione, AusbStff, Gruppo addestrativo, EStelle, Stabilimento sperimentale, FBS, gruppo missioni aeree speciali, FKG, Stormo missili, HG, Stormo elicotteri, JG, Stormo intercettori, JBG stormo cacciabombardieri, LTG stormo trasporto aereo, LWS, unità spedizioni aviazione.
Totale, 1200 aerei, 650 dei quali da combattimento, 72 missili Pershing, 15 battaglioni missili SAM.
Nella sua terza fase, l'Aviazione tedesca introdusse in servizio, durante i tardi anni '70, gli Alpha Jet A, riccamente equipaggiati con sistemi avionici notevoli per la navigazione e attacco. Sostituirono i G.91R e tre stormi ne vennero equipaggiati con una squadriglia addestrativa basata a Beja, Portogallo. Gli Alpha Jet, bisognosi di un minimo di infrastrutture, nati come programma franco-tedesco, erano capaci di operare con un sistema ECM interno ALQ-73 sistemato al posto del secondo abitacolo, lancia-chaff, HUD con funzione CCIP, navigazione di precisione con sistema doppler e un programmatore-registratore di missione simile a quello del Tornado. Avevano un cannone da 27 mm BK 27 (uguale a quello del Tornado) con 120 colpi, e potevano trasportare fino a 2,5 tonnellate di carico. Con 1500 kg di bombe potevano decollare da piste di 500 metri e operare per 35 minuti a 200 km di distanza, oppure colpire a 380 km. Con profilo prevalentemente ad alta quota potevano arrivare a 550 km, mentre era possibile sostituire le bombe dei piloni interni con serbatoi per aumentare l'autonomia di volo, che come massimo, giunge a oltre 2900 km grazie ai due piccoli ed economici turbofan. L'Alpha Jet ha anche eccellenti qualità di manovra e può volare a quasi 1000 kmh di velocità massima, competendo con molti dei cacciabombardieri 'veri' in termini di autonomia, agilità e carico bellico (per esempio, un MiG-21 ha un raggio di appena 370 km con 1000 kg di carico bellico). I limiti erano la mancanza di armi di precisione e di capacità ognitempo. Tra i compiti vi erano anche la ricognizione tattica e la lotta antielicottero, da compiere con l'eccellente cannone di bordo (oltre 1000 ms di velocità iniziale, 1700 colpi/min per proiettili da 265 grammi).
I Tornado entrarono in servizio con la Luftwaffe dall'agosto 1983 con non meno di 4 stormi completi, a cui venne dedicato il grosso dei 324 apparecchi ordinati. Essi divennero la macchina portante delle capacità operative tedesche, con possibilità mai prima d'allora raggiunte nell'attacco a bassa quota e ognitempo. Esse erano simili al Su-24 o all'F-111, ma molto più compatte, tanto da dover portare sempre sotto le ali le ECM e serbatoi ausiliari. Tra i carichi vi erano le spezzoniere MW-1, ordinate in oltre 300 esemplari. Essi erano enormi contenitori con 112 tubi l'uno, pesanti oltre 4,5 tonnellate e capaci di portare submunizioni di vario genere. Con le bomblets KB-44 arrivavano a oltre 4700 ordigni controcarri da disseminare su aree fino a 400x4800 metri, regolabili dall'operatore dei sistemi d'arma. Altre munizioni alternative erano 672 MIFF, mine anticarro. Il gruppo 2 di armamenti era contro gli aeroporti, non disponibile fino alla fine degli anni '80. Comprendeva bombe antipista STABO, mine antipista MUSA e MUSPA e bombe anti-shelter ASW. Fino a 224 bombe antipista o varie combinazioni di bombe e mine potevano essere selezionate. L'AMI italiana richiese un centinaio di MW-1 con munizionamento STABO. Non si sa molto dell'efficienza reale dell'MW-1, molto pesante e impossibile da portare per altri aerei eccetto il Tornado. Di fatto non è stato mai impiegato in combattimento, nemmeno dall'AMI in Desert Storm. Apparentemente, l'uso di più semplici e leggere bombe a grappolo, con submunizioni ottimizzate per i vari ruoli è stato preferito a questa tipologia di armamento, e attualmente i Tornado volano con BL-755, Mk 20 Rockeye o altri tipi simili. Usare le MW-1 sopra un campo di battaglia, sottoposti al fuoco dei reparti corazzati sovietici non dev'essere stato considerato una opzione molto sensata, anche perché il costoso Tornado non nasceva certo come macchina d'appoggio ravvicinato, alla mercé anche di un semplice lanciamissili Strela portatile.
I Phantom II vennero scelti con la versione F, un modello semplificato e alleggerito dell'E, senza missili AIM-7 Sparrow. Ordinati in 175 esemplari, entrati in servizio nel 1972-75, erano in servizio negli stormi JG-71,72,73,74. Due degli stormi erano da caccia, gli altri cacciabombardieri. Al 1984 vi erano state alcune modifiche significative, come la compatibilità con missili AIM-9L recentemente aggiunta, e la possibilità di lanciare un paio di missili AGM-65 B Maverick. Per il resto i Phantom avevano bombe da 227 kg e razziere. Il programma ICE, lungo e tribolato (iniziò non dopo il 1983), non portò prima del 1992 qualche Phantom modificato ai reparti, iniziando con il JG-71. Questo programma verteva sull'aggiornamento avionico, specialmente con l'APG-65, e missili AMRAAM, che però vennero ordinati in pochi esemplari e forniti solo nei tardi anni '90. Prima ancora degli F-4F vennero ordinati gli RF-4E, ben 88 macchine ordinate attorno al 1969. Normalmente gli RF-4E sono stati ordinati in una dozzina d'esemplari, sufficienti per uno squadrone, come accaduto per il Giappone e altre nazioni. Nel caso della Germania Occidentale ne sono stati ordinati a sufficienza per due stormi (tutti gli RF-4E sono stati realizzati in 160 esemplari), ed essendo tanto numerosi e capaci, a partire dai primi anni '80 sono stati modificati per un doppio ruolo, quello di cacciabombardieri-ricognitori con un massimo di 2270 kg di bombe. Verso la fine degli anni '80 persero questa capacità ritornando solo ricognitori.
I Transall C-160D simili in capacità ai C-130 (16 tonnellate su distanze di 2500 km) vennero ordinati in 110 esemplari, ma al 1984 20 erano stati girati alla Turchia. L'addestramento dei piloti tedeschi si svolgeva prevalentemente negli USA a Sheppard presso il TWF 80 con i T-37 e T-38 pagati dalla Germania e usati con insegne americane. Alla base aerea di George vi erano anche 10 F-4E per l'addestramento avanzato, mai inviati in Europa.
Altre forze erano date dagli elicotteri UH-1D, comprati in 135 esemplari e in servizio in 110 unità attorno al 1984.
La componente nucleare e di difesa aerea missilistica erano due delle più importanti della Luftwaffe. Questa disponeva, al 1984, di sei reggimenti di missili con 15 battaglioni di Nike Hercules e di HAWK (39 batterie solo considerando quest'ultimo). Altri missili che stavano entrando in servizio all'epoca erano i Roland 2 su autocarro pesante MAN, ordinati in 96 esemplari e simili, piattaforma a parte, alla versione su scafo Marder. Cannoni antiaerei Rh-202 erano presenti per la difesa delle basi contro incursori a bassa quota, ma non erano capaci di essere utilizzati in maniera ognitempo.
I missili nucleari Pershing, in procinto di essere sostituiti con i Pershing 1B erano in servizio con 2 stormi, e le testate nucleari erano sotto il diretto controllo americano. Si trattava di armi molto precise, ma relegate a pozzi di lancio fissi, da cui potevano essere sparate su obiettivi distanti fino a circa 750 km.
Gli Alleati
[modifica | modifica sorgente]In entrambe le nazioni tedesche i Paesi 'Alleati' giocavano un ruolo fondamentale, in quello che era chiamato Fulda gap si fronteggiavano le migliori di tutte le forze aeroterrestri schierate da entrambe le alleanza militari. Quanto alle flotte, l'Europa non era un buon posto per utilizzare al meglio la superiorità dell'US Navy, ma nondimeno, la VI Flotta USA era basata in Mediterraneo, mentre dall'Atlantico poteva venire in aiuto l'Atlantic Fleet, la Royal Navy e le altre marine NATO.
Eserciti
[modifica | modifica sorgente]L'US Army arrivò a schierare in Europa, prevalentemente in Germania Occidentale, fino a 2.600 carri armati. In Germania operava la 7° Armata, costituita da 2 divisioni corazzate, due meccanizzate e 3 brigate indipendenti. I carri M60A1 stavano venendo integrati rapidamente con i nuovi M60A3 e i nuovissimi M1. I blindati M2/3 Bradley erano anch'essi in distribuzione in quantità crescenti.
Altre forze terrestri erano disponibili: la Gran Bretagna aveva la BAOR, l'Armata Britannica del Reno, con il grosso delle unità corazzate. Anche la Francia e il Canada erano presenti in Germania, mentre l'Olanda, Belgio e Danimarca potevano a loro volta intervenire almeno limitatamente.
Il BAOR (British Army of the Rein) aveva 3 divisioni corazzate e una meccanizzata, praticamente tutta la componente corazzata del British Army. Si consideri solo che queste unità avevano, insieme, 9 reggimenti con 74 carri l'uno, per un esercito che in tutto aveva circa 1000 MBT. Oltre che essere numerosi, si trattava di carri pesanti, prevalentemente Chieftain, ma anche un numero crescente dei loro 'figli' Challenger, nati come versione con corazza Chobbam degli ultimi modelli di Chieftain. Questi mezzi erano tra i più potenti veicoli corazzati del mondo, e nonostante la ridotta mobilità erano validi per azioni difensive come quelle previste contro l'avanzata del Patto di Varsavia.
La Francia schierava tre delle sue otto divisioni corazzate, anche se il loro organico era debole, con circa 148 carri, per giunta del tipo AMX-30, esse erano meno potenti di quelle meccanizzate americane e tedesche, per non parlare di quelle corazzate. Nondimeno, si trattava di altri 400 e oltre carri armati ragionevolmente moderni, in fase di aggiornamento allo standard AMX-30B2, che poi avrebbe debuttato con i suoi nuovi sistemi di tiro durante la guerra del Golfo del 1991.
Infine il Canada contribuiva con una brigata corazzata con i Leopard C.1, l'unica corazzata del suo esercito.
Aviazioni
[modifica | modifica sorgente]Al 1986, l'USAFE aveva in Germania 9 gigantesche basi aeree. Tra queste, tutte concentrate nel centro del Paese, sotto il comando della 17th Air Force, vi era la base di Bitchburg, con il 36nd Fighter Wing, armato all'epoca con 3 Squadrons di F-15 Eagle, per un totale di 54-72 apparecchi, e tutti della seconda generazione C e D. Come se questo non fosse sufficiente (in pratica a questo Stormo era devoluta la difesa aerea della Germania) vi erano, a Han, i tre squadroni di F-16 C e D del 10nd.
Il 52nd a Spangdalhem aveva 3 unità di Phantom, due con la versione E e una con la nuova e temibile G 'Wild Weasel'. Le altre due unità, nonostante operassero con le sottoversioni più recenti erano in procinto di passare ai nuovi F-15E, quando questi sarebbero stati disponibili.
Infine, sulla tristemente famosa base di Ramstein (teatro della catastrofe delle Frecce Tricolori nel 1988) vi era l'86th con due unità su F-4E e una con gli F-16C.
Dalla Gran Bretagna, sotto il comando della 3th Air Force, Mildenhall, prestavano servizio altre, non meno temibili unità di combattimento: l'20nd (RAF Upper Heyford), l'unico Wing equipaggiato con gli F-111E e il 48nd (RAF Lakenheat)con i più recenti F-111F armati con LGB e dotati di motori potenziati: anche in questo caso si trattava dell'unico Wing ad averli in carico (e che usò contro la Libia, vedi Operazione El Dorado Canyon). Infine, vi era l'enorme 81st (RAF Bentwaters) con ben 6 squadrons (4 dei quali con distaccamenti in Germania) equipaggiati con un'altra macchina di nuova generazione, l'A-10 Thunderbolt II, destinati in caso di guerra a operare in funzione anticorazzati sul suolo tedesco, da basi tedesche.
La RAF contribuiva con la RAF Germany, dotata di numerosi Squadron operativi. Tra questi vi erano Phantom, Jaguar, Harrier, Tornado e altre macchine, oltre a missili come gli HAWK e i Rapier.
Tra gli Squadron basati direttamente in Germania, vi erano un numero notevole di unità armate, a far tempo dal 1982:
- No.IX Squadron, il primo a essere riequipaggiato con i Tornado, costituito a Scampton e poi inviato a Bruggen.
- No.XV, Laabruch, dal 1 luglio 1984, destinato a essere usato con armi nucleari e convenzionali.
- No.16, costituito il 1 marzo 1984, Laarbruch, ed equipaggiato con LGB, ma senza sistema di guida
- No.29, Bruggen, 29 giugno 1984, attacco nucleare e convenzionale
- No.31, Bruggen, novembre 1984, attacco nucleare
- No.17, Bruggen, dal 1 marzo 1985 costituito con mansione di attacco nucleare e anti-aeroporti
- No.14; 1 novembre 1985, Bruggen, stessi compiti di attacco con bombe H WE-177B e spezzoniere JP-233
- No.2, costituito a Laarbruch, 30 settembre 1985; era destinato all'attacco con bombe a grappolo
In tutto vi erano 8 Squadrons do Tornado, alloggiati a Laarbruch e Bruggen, con ben 4 squadroni l'una (l'AMI italiana in tutto ebbe 3 Gruppi, per fare una comparazione, il che significa che in ciascuna delle 2 basi inglesi in parola vi era una forza operativa superiore a quella di tutta la flotta Tornado italiana). Inoltre vi erano anche altri 2 Squadron in Gran Bretagna capaci di eseguire missili di strike nucleare. I Tornado ADV, invece, non erano macchine utili per la superiorità aerea e non vennero mai schierati in zona, restando a difendere l'arcipelago britannico.
Da non dimenticare poi le componenti intermedie tra le forze aeree e di terra: ogni divisione USA aveva un battaglione d'attacco con 42 elicotteri Cobra e altrettanti OH-58 per la cooperazione nella designazione dei bersagli. In seguito arrivarono gli AH-64 Apache. Vi erano poi le unità da combattimento elicotteristiche inglesi e francesi, con Lynx e Gazelle.
Dal canto suo l'URSS schierava,agli inizi degli anni '80, 9 divisioni corazzate e 10 motorizzate, con un totale di circa 6000 carri armati. L'USAFE era presente con circa 700 aerei in tutta l'Europa, mentre la V-VS era presente con non meno di 15 reggimenti nella sola DDR. In tutto, l'Europa centrale aveva 18000 carri del Patto e 7000 della NATO, mentre anche in termini di missili controcarri vi erano 10.000 sistemi sovietici contro 7000 della NATO. La difesa dell'Alleanza, a parte la possibilità di rinforzo americana, era affidata al deterrente nucleare, ma anche ad altre due considerazioni: la superiorità qualitativa di uomini e materiali e il fatto che un attaccante deve avere una netta superiorità numerica iniziale, cosa per la prima volta enunciata da Sun-Tzu nell'Arte della Guerra, che considerava un rapporto di 2:1 come pericoloso, e 3:1 non del tutto soddisfacente. Va detto che la superiorità numerica più importante è quella locale, oltre che l'effetto sorpresa. D'altro canto, la sorveglianza radar era troppo sviluppata per rendere possibile un attacco come quello tedesco del 1941 sull'URSS, mentre la concentrazione di uomini e mezzi poteva permettere contro di essa l'uso di armi nucleari tattiche. Perrquesto ogni esito della guerra in Europa non può realmente essere, né fu, prevedibile, anche se alla fine degli anni '80 l'ago della bilancia pendeva verso la NATO (all'opposto dell'inizio del decennio), grazie alle armi di nuova generazione introdotte in servizio: F-4G, F-15, F-16, F-18, Tornado, Patriot, Stinger, MLRS, Leopard 2, M1, Bradley, in quantità sempre più consistenti. Visto che le armi nucleari avrebbero in ogni caso annullato ogni possibilità di successo (a dire il vero, i sovietici programmavano il loro uso fin dall'inizio dell'eventuale offensiva), l'esito sarebbe stato deciso dalla politica e, dietro, dall'economia. L'URSS era in fase di riarmo massiccio, ma anche prossima alla bancarotta, mentre Gorbachev tentò di riformarla e di ricominciare quel processo di distensione che Breznev aveva interrotto a suo tempo. La fine del decennio vide drastici cambiamenti: il Muro di Berlino fu demolito, Ceaucescu (leader, a dire il vero, molto distante dalla volontà di scontro tra le superpotenze) venne deposto e ucciso, le Germanie cominciarono a parlare di riunificazione e questa si verificò l'anno dopo.
DDR
[modifica | modifica sorgente]La DDR aveva allora una struttura ripartita classicamente in forze aeree, terrestri e navali, ma anche numerosi corpi militarizzati indipendenti. Non avevano una grande forza numerica, data la ridotta forza demografica del Paese. La DDR stabilì un record negativo in tale senso, in quanto la coscrizione obbligatoria iniziò solo a partire dal 1982, ultima dei Paesi del Patto. Il servizio era di 18 mesi nell'Esercito e Aeronautica, e addirittura 36 per la Marina. Questo comportava anche una congrua riserva, anche se lontana da certi livelli di altre nazioni. Questa era la consistenza di queste F.A. stimata in Occidente attorno al 1984:
Esercito: esso aveva una forza stimata in 120.000 uomini, dei quali 71.000 di leva. 330.000 uomini al di sotto dei 35 anni erano richiamabili fino a 3 mesi l'anno, diventando praticamente dei soldati semiprofessionisti, mentre altri 250.000 erano richiamabili a impegno ridotto.
- Distretti militari: III (Comando a Lipsia) e il V, Neubrandemburg, relativi al settore meridionale e settentrionale della nazione.
- Unità: 2 divisioni corazzate e 4 motorizzate, equivalenti a quelle di Prima categoria sovietiche. 9° Divisione corazzata (Eggesun), 8° Fanteria (Schwerin), 1° Fanteria (Berlino Est) per il comando settentrionale, 7° Corazzata (Dresda), 4° Fanteria (Erfurt), 11° (Halle).
- Altre unità: 2 Brigate 'Scud', 2 Reggimenti SA-4, 2 Brigate artiglieria, 2 reggimenti contraerei, 3 reggimenti trasmissioni, 3 reggimenti Genio, 1 Battaglione aviotrasportato, 2 battaglioni controcarri.
Materiali:
- Carri: 1.500 T-34/85, 1.500 T-54/55, centinaia di T-72.
- Blindati: 1000 BMP-1, 1000 BRDM-2, 1.600 BTR-50/60/152. Veicoli multiruolo MT-LB
- Artiglierie: oltre 600 da 122 e 152 mm inclusi i semoventi 2S1 e 2S3. Oltre 150 MLR BM-21/RM-70.
- 18 rampe 'Scud' e 24 'Frog'.
- Armi controcarri: RPG-7, AT-3. AT-4, cannoni SR e da 100 mm.
- Armi antiaerei: 14,5 mm, 23, 57, 100 mm. Missili SA-4,6,7,9.
La Marina aveva 14.600 uomini, inclusi 2800 della brigata di frontiera costiera (GBK). L'Aviazione di marina aveva i Mi-14. mentre 4400 uomini erano dedicati alla difesa Costiera. Altre 25.000 persone erano le riserve.
Dotazione: 2 fregate 'Koni', 10 corvette 'Parchim', 6 navi pattuglia 'Hai III', 15 'OSA', 18 'Shersen', 31 'Libelle', 12 navi da sbarco LST 'Frosch', 27 dragamine 'Kondor', numerose navi di ricerca e supporto.
L'Aeronautica (LSK) aveva il compito di difesa del territorio e appoggio aerotattico:
Oragnico: 38.000 uomini di cui 15,000 di leva, e 30.000 di riserva.
Totale equipaggiamento (350 aerei in prima linea): 18 Staffels con MiG-21 e 23, uno di attacco su MiG-23, 4 con MiG-17, tre da trasporto con An-2/14/26/Tu-134/Il-14, 2 reggimenti elicotteri con i-8 e 24, reparti di addestramento. 30 siti antiaerei con SA-2 e SA-3.
Infine vi erano le unità paramilitari con 50.000 delle Truppe di frontiera, inquadrate in 66 battaglioni, 19 navi 'Kondor I', 14 classe 'Bremse' e altre 30-40 minori. 7.000 uomini del Reggimento guardie, dipendente dal ministero della Sicurezza. La Milizia dei lavoratori rappresentava il corpo meno specializzato ma anche più numeroso, con 450.000 uomini destinati alla difesa territoriale di ogni tipo, anche armata con cannoni e veicoli corazzati di tipo obsoleto. 10.500 uomini dipendenti del Ministero dell'Interno erano organizzati anch'essi militarmente e altri 8500 delle unità militari della Polizia.
In tutto, le F.A. tedesco-orientali stimate ammontavano a 172.600 uomini, 807.000 con le riserve (di cui 700.000 dell'Esercito), con le unità paramilitari e riserve varie giungevano a 1333.600.
La DDR non aveva una vera capacità di progettare armamenti, anche se aveva fabbriche capaci di costruire almeno quelle leggere. L'industria informatica era capace di produrre rudimentali computers per uso commerciale, e l'industria cantieristica era in grado di costruire navi di un certo livello, anche se la DDR non ebbe mai sottomarini. Le navi più caratteristiche erano forse le classe 'Kondor I' e II, dragamine e in alcuni esemplari, unità ELINT. Ancora più importanti furono le 'Parchim' ma, in questo caso, non si trattava di un progetto originale quanto di una rielaborazione delle 'Grisha' sovietiche. Le 'Parchim' erano armate con sistemi meno moderni come i lanciamissili SA-N 5 'Grail' al posto degli SA-N 4 'Gecko', mentre i motori diesel consentivano una minore velocità. Per il resto esse avevano un cannone binato da 57 mm, un paio di AK-230 da 30 mm, lanciarazzi ASW e siluri.