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Suoni, segni e idee/La flessione linguistica/La flessione secondo la quantità di soggetti del discorso

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Si è vista finora l'espressione come comunicazione di un dato messaggio da un soggetto emittente ad uno ricevente e si è visto che tale messaggio può avere a soggetto lo stesso emittente, oppure il ricevente oppure una terza persona o una cosa.

Nella realtà però il fenomeno dell'espressione o della comunicazione può ben realizzarsi anche da parte di una pluralità di soggetti emittenti oppure verso una pluralità di soggetti riceventi; oppure può accadere che uno o più soggetti emittenti descrivano un'azione o una caratteristica di una pluralità di terze persone oppure una caratteristica o un movimento di una pluralità di cose.

I soggetti di un discorso possono cioè essere singoli o molteplici. Attraverso l'espressione, oltre ad esprimere l'idea del soggetto del discorso, si esprime anche l'idea della quantità di tali soggetti stessi; e tale idea viene espressa con la stessa desinenza con la quale si esprime l'idea del soggetto del discorso: si parlerà di flessione secondo la quantità dei soggetti del discorso.

Così, secondo le casistiche possibili, si avranno desinenze che esprimeranno contemporaneamente le idee di:

  • prima persona e singolarità;
  • seconda persona e singolarità;
  • terza persona e singolarità;
  • prima persona e pluralità;
  • seconda persona e pluralità;
  • terza persona e pluralità.

Esempi:

  • Stasera andrò a pattinare sul ghiaccio;;
  • Io e mia sorella stasera andremo a pattinare sul ghiaccio;

nella prima frase si ha un'espressione in prima persona (il soggetto emittente parla di se stesso) e tale espressione è anche al singolare perché attraverso la desinenza in -o del verbo andr-ò si esprime contemporaneamente un'idea di prima persona e di singolarità. Nella seconda frase si ha sempre un'espressione in prima persona ma poiché il soggetto emittente parla di se stesso e di un altro soggetto si ha anche un'espressione in prima persona al plurale: attraverso la desinenza in -emo del verbo andr-emo si esprime contemporaneamente l'idea della prima persona del discorso e della pluralità.

In generale si ha espressione in prima persona al plurale e il soggetto è la prima persona plurale quando si hanno una pluralità di soggetti emittenti che esprimono un dato messaggio che ha per oggetto una loro azione o una loro caratteristica oppure quando si ha un solo soggetto emittente che esprime un messaggio che ha ad oggetto un'azione o una caratteristica propria e di uno o più altri soggetti.

  • Tu studi sempre la grammatica con attenzione;
  • Voi studiate sempre la grammatica con attenzione;

nella prima frase si ha un'espressione in seconda persona (il soggetto emittente parla di un'azione compiuta dal soggetto ricevente a cui si rivolge) e tale espressione è al singolare poiché attraverso la desinenza in -i del verbo stud-i si esprime contemporaneamente anche l'idea della singolarità. Nella seconda frase si ha sempre un'espressione in seconda persona ma poiché il soggetto emittente parla stavolta di un'azione compiuta da una pluralità di soggetti riceventi (ai quali si sta rivolgendo) si ha un'espressione al plurale: attraverso la desinenza in -iate del verbo stud-iate si esprime contemporaneamente l'idea della seconda persona e della pluralità.

In generale si ha espressione in seconda persona al plurale e il soggetto è la seconda persona plurale quando l'emittente esprime un dato messaggio che ha ad oggetto un'azione o una caratteristica di una pluralità di soggetti riceventi ai quali si sta rivolgendo oppure un'azione o una caratteristica di un soggetto ricevente (al quale si sta rivolgendo) e di altri soggetti.

  • Il giardiniere stamane pota le siepi;
  • I giardinieri della nostra scuola potano sovente le siepi.

Nella prima frase si ha un'espressione in terza persona (il soggetto emittente parla di un'azione compiuta da un terzo soggetto diverso sia da lui che dal ricevente) e tale espressione è al singolare perché si parla di una sola terza persona; così attraverso la desinenza in -a del verbo pot-a si esprime contemporaneamente sia l'dea della terza persona che della singolarità. Nella seconda frase si ha sempre un'espressione in terza persona ma poiché il soggetto emittente parla stavolta di una pluralità di terze persone diverse sia da lui che dal ricevente, tale espressione è anche al plurale; la desinenza -ano del verbo pot-ano esprime così contemporaneamente sia l'idea della terza persona che della pluralità.

In generale si ha espressione in terza persona al plurale ed il soggetto della frase è la terza persona plurale quando l'emittente esprime un messaggio che ha ad oggetto un'azione o una caratteristica di una pluralità di terzi soggetti diversi sia da lui che dal ricevente al quale si sta rivolgendo.

  • Una nube transitava per il cielo.
  • Alcune nubi transitavano per il cielo.

Nella prima frase si ha ancora un'espressione in terza persona (il soggetto emittente parla di un movimento di una cosa) e tale espressione è al singolare poiché si parla di una sola cosa; così attraverso la desinenza in -ava del verbo transit-ava si esprime contemporaneamente sia l'idea della terza persona che della singolarità. Nella seconda frase si ha sempre un'espressione in terza persona (il soggetto parla di una pluralità di cose) e tale espressione è al plurale; così la desinenza in -avano del verbo transit-avano esprime contemporaneamente sia l'idea della terza persona che della pluralità.

In generale si ha espressione in terza persona al plurale ed il soggetto della frase è la terza persona plurale anche quando l'emittente esprime un messaggio che ha ad oggetto un movimento o una caratteristica di una pluralità di cose.

Di seguito un esempio del verbo parlare coniugato (parzialmente) secondo il soggetto e la quantità di soggetti:

singolare plurale
prima persona parl-o parl-iamo
seconda persona parl-i parl-ate
terza persona parl-a parl-ano