Valdobbiadene/Monumenti ai caduti della Grande Guerra
Monumento ai Caduti di Bigolino
[modifica | modifica sorgente]Il monumento ai caduti di Bigolino, situato al centro della piazza, all’incrocio tra la Via Erizzo e la strada che porta al paese di San Giovanni è stato costruito nel 1925, all’epoca della ricostruzione del paese, distrutto dopo la Grande Guerra. Di chiaro stampo fascista, il monumento fu ideato dal pittore-architetto di Treviso Giuseppe Apolloni, noto per aver dipinto anche la pala in onore di San Michele Arcangelo, protettore del paese, conservata ora all’interno della chiesa parrocchiale.
Il monumento è formato da un solido basamento con una piccola scalinata su cui poggiano due colonne in stile ionico, sormontate a loro volta da un altro basamento, più piccolo, sul quale è stato collocato un leone che ruggisce, simbolo di difesa.
Al centro delle due colonne è stata collocata una statua in bronzo raffigurante un fante, riconoscibile dal caschetto e dal fucile che tiene nella mano sinistra. L’uomo, inoltre, nella mano destra alzata mostra una piccola statua, in bronzo anch’essa, raffigurante la Dea Vittoria sopra la Terra, l’elemento più importante dal punto di vista artistico. L’architetto infatti prese come spunto per la realizzazione del monumento la statua del famoso architetto di Possagno Antonio Canova, il “Napoleone Bonaparte come Marte Pacificatore” il quale, come il fante del monumento, regge nella mano destra alzata la Dea Vittoria sopra la Terra. Teoria confermata anche dall’aver trovato, durante degli studi compiuti da alcuni studiosi delle opere di Apolloni nel 2008, alcuni bozzetti rappresentati il monumento di Bigolino eseguiti da lui stesso. La scelta inoltre di aver preso come spunto quella specifica statua del Canova va anche letta sotto una chiave patriottica: il monumento è stato infatti costruito in piena epoca fascista, periodo durante il quale ogni monumento che veniva costruito doveva esaltare il valore della vittoria e dei valorosi soldati italiani.
Anche il monumento di Bigolino risente quindi della cosiddetta “retorica di guerra” voluta dal Duce. Sui lati sinistro e destro del monumento sono state poste due lastre in marmo con incisi i nomi di alcuni soldati morti durante la Grande Guerra. Il lato rivolto alla chiesa porta invece una breve frase in ricordo di tutti coloro che vi persero la vita. Il monumento è inoltre contornato da un ciottolato e recintato da un basso muretto bianco.
Il monumento ai caduti di Bigolino si trova in un ottimo stato di conservazione, grazie anche al restauro eseguito dall’associazione alpini di Bigolino nel 2011, in occasione del 150° anniversario dell’Unita d’Italia. In particolare, durante il restauro, venne rifatto il ciottolato e venne sostituita la precedente recinzione con quella che possiamo ammirare oggi.
Monumento ai Caduti di San Giovanni
[modifica | modifica sorgente]Il monumento ai caduti di San Giovanni, situato di fronte alla chiesa parrocchiale, è stato costruito all’inizio degli anni Settanta, per espressa richiesta di tre abitanti del paese, i signori Vettoretti Gentile, il quale ha realizzato il progetto, Vettoretti Pietro e Vettoretti Olivo. Il monumento è stato inaugurato nel 1974 a cura dell’associazione alpini del paese.
Il monumento, semplice nello stile e nella struttura, è formato da una lastra in pietra, sormontata da un’aquila, dove sono incisi i nomi di alcuni caduti delle due guerre mondiali.
La caratteristica fondamentale del monumento, visibile solamente da un occhio attento, è che la lista dei nomi dei caduti è la stessa di quella presente anche sul monumento di Bigolino. Ciò è spiegato dal fatto che prima della divisione, avvenuta in epoca recente, i due paesi formavano un'unica comunità e il monumento di Bigolino era dedicato ai caduti di entrambi i paesi. Dopo la separazione, la comunità di San Giovanni volle anch’essa costruirne uno in onore dei suoi caduti, riprendendo quindi i nomi già presenti sul monumento di Bigolino e aggiungendo, successivamente, anche quelli di alcuni caduti durante la seconda guerra mondiale.
Il monumento è in ottimo stato di conservazione, grazie alle opere di mantenimento dell’associazione alpini di San Giovanni.