Confessione di fede di Westminster/cfw16/cfw16-3

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.

Indice - Indice sezione - Articolo precedente - Articolo successivo

16:3 La loro capacità di compiere opere buone non viene affatto da loro stessi, ma interamente dallo Spirito di Cristo (315). Perché essi possano avere questa capacità, occorre loro, oltre alle grazie che in loro già sono state infuse, un'effettiva influenza dello Spirito Santo che operi in loro il volere e l'agire secondo il Suo disegno benevolo (316). Tuttavia, essi non devono diventare negligenti come se non fossero tenuti a compiere alcun dovere senza esserne prima sospinti da uno speciale movimento dello Spirito; essi devono, al contrario, essere diligenti a ravvivare la grazia di Dio che è in loro (317).

Testo originale[modifica]

Inglese Latino
III. Their ability to do good works is not at all of themselves, but wholly from the Spirit of Christ. And that they may be enabled thereunto, besides the graces they have already received, there is required an actual influence of the same Holy Spirit to work in them to will and to do of his good pleasure; yet are they not hereupon to grow negligent, as if they were not bound to perform any duty unless upon a special motion of the Spirit; but they ought to be diligent in stirring up the grace of God that is in them. III. Quod bonis operibus idonei sint præstandis omnino id a spiritu Christi est, nullatenus autem e seipsis. Et quo eis præstandis pares fiant, prater habitus gratiæ iam infusos, ejusdem Spiritus sancti actualis porro requiritur influentia, qua nempe in iis operetur tum velle tum etiam efficere pro suo ipsius beneplacito: sed neque tamen iis proinde socordiæ sese licet permittere; ac si nisi specialiter eos excitante Spiritu ad nulla pietatis officia præstanda tenerentur; verum sedulam debent navare operam sustitandæ illi quæ in iis est divinæ gratiæ.

Riferimenti biblici[modifica]

  • (315) "Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano" (Giovanni 15:4‑6); "Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni" (Ezechiele 36:26-27).
  • (316) "...infatti è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo ... Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica" (Filippesi 2:13; 4:13); "Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi; ma la nostra capacità viene da Dio" (2 Corinzi 3:5).
  • (317) "Così, miei cari, voi che foste sempre ubbidienti, non solo come quand'ero presente, ma molto più adesso che sono assente, adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore" (Filippesi 2:12); "Soltanto desideriamo che ciascuno di voi dimostri sino alla fine il medesimo zelo per giungere alla pienezza della speranza, 12 affinché non diventiate indolenti, ma siate imitatori di quelli che per fede e pazienza ereditano le promesse" (Ebrei 6:11-12); "...La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù ... Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza ... Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai. In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (2 Pietro 1:3,5,10-11); "Non c'è più nessuno che invochi il tuo nome, che si risvegli per attenersi a te; poiché tu ci hai nascosto la tua faccia, e ci lasci consumare dalle nostre iniquità" (Isaia 64:7); "Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te mediante l'imposizione delle mie mani" (2 Timoteo 1:6); "E ora sono chiamato in giudizio per la speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri; della quale promessa le nostre dodici tribù, che servono con fervore Dio notte e giorno, sperano di vedere il compimento. Per questa speranza, o re, sono accusato dai Giudei!" (Atti 26:6-7); "Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna" (Giuda 20-21).

Commento[modifica]

La loro idoneità (capacità) di compiere opere buone non deriva da loro stessi, ma totalmente dallo Spirito di Cristo. Affinché essi ne possano essere capaci, oltre alle grazie che già hanno ricevuto [che già sono state loro infuse], è necessaria una specifica influenza dello stesso Spirito Santo, in quanto è Lui che opera in loro il volere e l'operare per la sua benevolenza. Ciononostante, essi non devono diventare negligenti, come se non fossero tenuti a compiere il loro dovere se non per specifico impulso dello Spirito, ma essi dovranno essere diligenti a ravvivare (a svolgere con impegno, con cura, con zelo) la grazia di Dio che è in loro.