Ecologia/Materia vivente

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Habitat e nicchia ecologica[modifica]

L'individuo ha una finalità: duplicare il proprio materiale genetico. Per poterlo fare deve sopravvivere (cosa non scontata visto che il mondo esterno contrasta la vita) e deve anche accrescersi. Se fa queste due cose la sua struttura sarà idonea alla riproduzione. La vita degli organismi è legata a dei fattori ambientali, che vengono convenzionalmente suddivisi in:

  • condizioni,
  • risorse.

L'ambiente esterno è condizionato dalla presenza di materia ed energia, come fotoni, energia chimica, materiale organico e inorganico. Queste sono definite risorse, ossia fattori ambientali che vengono utilizzati e consumati dagli organismi in modo da non essere più disponibili per altri. Sono presenti, poi, anche determinate condizioni ossia fattori abiotici fisici e chimici che determinano le caratteristiche dell'ambiente. Esse possono variare, influenzate dalle condizioni ambientali, ma non si consumano né si esauriscono. Tra queste troviamo la temperatura e l'umidità.

Perciò le condizioni servono ma non vengono consumate nel loro utilizzo, mentre una risorsa è consumabile e quindi si crea una competizione. Per ogni fattore ambientale, nel mondo, condizioni e risorse cambiano, perché può presentare valori troppo bassi o troppo elevati per la sopravvivenza di un organismo. Quest'ultimo infatti tollera un certo ambito di valori e quindi avremo un certo ambito in cui ogni organismo è capace di sopravvivere. Per ambiti più ottimali, non solo sopravvive, ma riesce anche ad accrescersi. Per ambiti ancora più ristretti e adatti, riesce anche a riprodursi. Ecco quindi che gli organismi presentano un minimo e un massimo ecologico: tale intervallo rappresenta i limiti di tolleranza.

Per ogni fattore ambientale vi è quindi un ambito di tolleranza, uno di accrescimento e uno di riproduzione. Il luogo fisico in cui i fattori ambientali stessi consentono la sopravvivenza di una specie è definito habitat, mentre lo spazio concettuale delineato da tutti i fattori ambientali e da tutte le interazioni, biotiche e abiotiche, che influenzano l'esistenza di una specie in un ecosistema va a costituire una nicchia ecologica. Essa identifica quei valori naturali in cui l'animale può vivere, accrescersi e riprodursi. Viene definita nicchia fondamentale la nicchia massima teorica occupata da una popolazione in condizioni ideali, cioè in assenza di competizione e con risorse non limitanti. Esiste però anche la nicchia realizzata, che è invece quella realmente occupata da una popolazione e la cui ampiezza è minore a causa della competizione intraspecifica.

In una nicchia ecologica troveremo altri organismi che vogliono a loro volta realizzare la loro nicchia, nella quale però è presente l'organismo originario. Si crea una certa competizione per le risorse, e per riuscire a sopravvivere sarà obbligatorio spostarsi al limite della sopravvivenza.

Gli organismi adottano un sistema particolare dal momento che la competizione è negativa, perché si perderebbe patrimonio genetico. All'interno di uno stesso ambiente, le due specie si posizionano l'uno lontano dall'altra per non entrare in competizione. La tolleranza fa sì che in uno stesso ambiente ci siano più patrimoni genetici e non uno solo. Quindi la nicchia non si realizza in habitat che rispecchiano perfettamente la nicchia ecologica, ma in qualcosa che ci assomiglia. In questo modo, non si entra in competizione. L'evoluzione lavora cercando di evitare competizione. Per allontanare le nicchie l'una dall'altra si cerca di allontanare le forme biologiche. Si forma così una distinzione tra organismi eurieci e stenoeci. Gli eurieci mostrano ampia capacità di adattamento a condizioni ambientali variabili e si caratterizzano perciò come specie molto versatili, più o meno ubiquitarie e talvolta invasive: infatti, occupano areali piuttosto vasti, caratterizzati anche da habitat differenti, e mostrano un potenziale biotico notevole. In condizioni di degrado ambientale tendono a sostituire le popolazioni stenoecie. Gli organismi stenoeci mostrano una particolare esigenza in uno o più fattori ecologici, con stretto margine di tolleranza. Si rivelano perciò sensibili anche a modeste variazioni.