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Geografia OpenBook

Wikibooks, manuali e libri di testo liberi.
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Geografia: una rete di concetti per afferrare il mondo...!

Ci rivolgiamo ad insegnanti, laureati, dottorandi, ricercatori, professori universitari di geografia ma soprattutto a studenti.

Questa vuole essere una proposta per la realizzazione di un “libro di testo OpenSource” per l'insegnamento della geografia generale ed economica nelle classi del biennio dell'Istituto Tecnico AFM (ex commerciale igea, dopo la riforma Gelmini/Tremonti) e degli Istituti Professionali (in cui è stata reinserita a partire dal 2013-14).

La realizzazione di un “libro di testo” (fra virgolette per via del suo formato multimediale) vuole evidenziare due aspetti. Primo, la realizzazione di contenuti scientifici di elevato livello; secondo, l'obiettivo di rendere adottabile questo futuro strumento, dalla caratteristica licenza Creative Commons (CC), come “libro di testo” da parte di docenti, consigli di classe, collegi docenti, consigli di istituto e POF, come già accade per altre esperienze di editoria digitale autoprodotta in altre materie (vedi più avanti).

Inoltre, la Circ. 9 apr 2014 del Miur che rende libera l'adozione di strumenti digitali auto-prodotti, alternativi al libro di testo, sembra spianare la strada a questo tipo di iniziative.

Avete realizzato materiali (testi, dispense, schemi, questionari, immagini, foto, video, audio ecc.) e siete convinti, anno dopo anno, della loro validità ed efficacia didattica?
Vi piacerebbe condividerli e scambiarli con materiali di altri colleghi ed organizzarne una raccolta on-line, che col tempo possa svilupparsi fino a divenire un punto di riferimento per l'insegnamento della geografia?
Ora è possibile e Geografia OpenBook vuole contribuire a realizzarlo!

Materiali di questo tipo hanno la straordinaria caratteristica di essere al tempo stesso liberi, condivisibili, modificabili e gratuiti. Realizzati prevalentemente da insegnanti per insegnanti e studenti, rappresentano un passo in avanti nella costituzione di beni comuni digitali.

Beni comuni formati da un'intenzionale e libera raccolta, rielaborazione, sistemazione e condivisione di materiali altrimenti sparsi, frammentati, poco visibili e meno utilizzabili. Beni comuni che magari costituiranno anche un sollievo per i bilanci delle famiglie degli studenti provati da anni di difficoltà economiche.

A questo punto, ancor prima dei contenuti disciplinari, con i quali probabilmente ci sentiamo più a nostro agio e ai quali siamo più abituati, è forse più utile approfondire insieme alcuni aspetti. Vediamo quali nell'indice qui sotto.

Se invece avete voglia di andare subito al sodo...

Nota: Alcune fra le maggiori case editrici hanno utilizzato il nome openbook per dei volumi complementari al loro libro di testo. Il nome deve essere piaciuto perché è sempre più usato dalla fine del 2013 in poi. La nostra iniziativa "Geografia OpenBook" non ha nulla a che fare con loro. Se sarà il caso cambieremo il nome in "Geografia WikiBook" o "Geografia OpenSource".

Perché un OpenBook

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Cosa vorremmo

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Abbiamo scelto la piattaforma Wikibooks/Wikipedia/Wikimedia principalmente per 3 motivi: 1) la presenza della licenza CC (che ne garantisce una libera condivisione); 2) la predisposizione alla scrittura collaborativa; 3) le caratteristiche di diffusione ed usabilità. Questi 3 motivi potrebbero attribuire a questo progetto, e ad altri simili, enormi potenzialità.

Il compito che ci vorremmo dare non è soltanto convertire in formato digitale ciò che finora era nel tradizionale formato cartaceo. Vorremmo anche realizzare dei materiali da utilizzare nell'insegnamento scolastico aperti, liberi e gratuiti. In tal modo si contribuirà alla creazione di beni comuni digitali.

Evoluzione UE-CE

Geografia OpenBook sarà per natura multi-formato, date le caratteristiche della piattaforma Wikibooks: questo ne assicurerà l'utilizzo su dispositivi differenti (Pc, tablet, smartphone, e-reader, lim ecc.). Le sue parti potranno essere stampate come un libro tradizionale, ma saranno presenti anche elementi interattivi, utilizzabili nei dispositivi elettronici, connessi ad internet o meno, in un contesto domestico o scolastico (tipo “Classi 2.0”). Conterrà grafici, schemi, animazioni, audio, video, esercitazioni e link a materiali esterni. Tutto questo utilizzando semplicemente le funzionalità già presenti in Wikibooks.

Geografía argentina

Questi materiali, come detto, saranno destinati agli studenti del biennio dell'istruzione superiore e non più, come prima della "riforma Tremonti/Gelmini", a studenti del triennio (nel 2013/14 si è estinta per scorrimento l'ultima classe Igea).

Lo spostamento della geografia generale ed economica dal triennio IGEA al biennio dell'ITE rischia di assestare un colpo particolarmente duro alla geografia economica nell'istruzione superiore.

Infatti, gli studenti del triennio Igea (in particolare del 5° anno) erano gli unici nell'istruzione superiore a poter studiare compiutamente la globalizzazione economica e finanziaria. Proprio a loro, invece, la riforma Tremonti/Gelmini ha tolta questa unica possibilità.

Altro punto cruciale dell'intervento ministeriale è costituito dall'ingresso (o meno) delle nuove tecnologie digitali, informatiche e telematiche. Negli ultimi tre o quattro anni si sta verificando, parallelamente ai tagli del personale ottenuti con la "riforma", una forte accelerazione nell'ingresso di tecnologie digitali (dalle Lim alle classi 2.0) anche se in termini assoluti la loro presenza riguarda ancora la minoranza delle classi. La tendenza all'introduzione delle nuove tecnologie sembra netta, dopo che per decenni l'istruzione italiana ne è rimasta nel complesso esclusa.

Volterra2003Video

La scuola, anche dal punto di vista organizzativo, è stata negli ultimi anni continuamente sollecitata: dalla prima "riforma dell'autonomia" alla cosiddetta riforma della "buona scuola".

L'ingresso delle nuove tecnologie ed i ripetuti terremoti organizzativi precludono ulteriori trasformazioni nella sua impostazione?

La figura dell'insegnante diverrà più simile a quella di un Ata “informatico” somministratore di contenuti software chiusi, realizzati altrove da pochi specialisti estranei al lavoro "sul campo", cioè in classe?

Ci troveremo a dissodare il terreno di un nuovo mercato per formare i futuri consumatori di prodotti multimediali? O saremo in grado di educare alla consapevolezza tecnologico-digitale i futuri cittadini? Ancora una volta un bravo insegnante potrà fare la differenza tra una buona ed una cattiva istruzione?

Non temiamo affatto le nuove tecnologie, perché vogliamo imparare a padroneggiarle e a divulgarle.

Non ci dispiace affatto donare una parte del nostro tempo (ciascuno secondo i propri ritmi) ad un progetto del genere, perché i veri "fannulloni" crediamo che siano altri.

Crediamo che solo attraverso l'unione di numerosi “differenti simili” su una consolidata piattaforma come Wikibooks/Wikipedia/Wikimedia possa portare col tempo al successo un progetto ambizioso di questo tipo. Ci auguriamo, inoltre, che ciò possa fornire lo stimolo per numerosi “differenti simili” progetti.

Noi, studiosi, laureati, dottorandi, ricercatori, insegnanti di geografia, abbiamo deciso di diventare autori ed abbiamo iniziato. Sei pronto a farlo anche tu? Vuoi partecipare con noi? Ognuno, ovviamente, potrà realizzare ciò che preferisce quando lo desidera.

Come puoi partecipare? Leggi qui sotto e decidi!

Altri casi di editoria scolastica digitale autoprodotta

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Come detto, esistono almeno due importanti casi di successo di "libri di testo" digitali autoprodotti in ambito scolastico che stanno avendo una discreta e crescente diffusione in termini di "adozioni" o utilizzo.

Il più noto è probabilmente "Book in Progress" ( http://www.bookinprogress.it/ ), libri di testo per l'istruzione primaria e secondaria, attivo ormai da qualche anno. Nel sito (ott 2014) si possono trovare, per ciascun libro indici dei contenuti, capitoli campione e nominativi degli autori. Non è possibile, tuttavia, consultare o scaricare interamente le opere; si tratta di una limitazione rilevante e, come vedremo, non accidentale.

E' disponibile on-line, un capitolo campione del libro di Geografia. Spicca il "layout" cartaceo, caratteristica dominante dell'intero repertorio, e qualche ispirazione "wikipediana" come la tabella in prima pagina. In altri casi, come nel capitolo campione di Scienze Integrate sono presenti (fig.1 e fig.9) illustrazioni prelevate da Wikipedia. Niente di male, se non fosse che è possibile utilizzare dei materiali liberi solo all'interno di materiali altrettanto liberi.

Tutti gli aspetti organizzativi fanno capo all'ITIS Majorana di Brindisi e per utilizzarli è necessario aderire ad un accordo scritto fra istituti. Non è possibile che un insegnante aderisca individualmente. L'accordo prevede (art.14) il pagamento da parte dell'istituto aderente di una quota annua fissa e di una quota variabile in base al numero di alunni, per centinaia di euro. Nel testo dell'accordo all'Art.17 si legge: "I materiali didattici realizzati nell'ambito del progetto Book in Progress sono di uso esclusivo delle scuole partecipanti alla Rete; non hanno un prezzo né sono cedibili a terzi." Esiste addirittura una clausola di riservatezza a cui sono costretti i "redattori/revisori", Art.19: "Ciascun Istituto è tenuto a osservare la massima riservatezza relativamente al materiale in fase di realizzazione e si impegna a non diffondere detto materiale presso esterni o presso altre scuole non appartenenti alla rete, senza il consenso del Dirigente della Scuola coordinatrice della Rete".

E' la conferma che non si tratta di materiale libero, e forse neanche del tutto gratuito.

Infatti, sempre all'Art.17 si legge: "Ogni scuola, a solo titolo di rimborso spese, potrà chiedere il versamento di apposito contributo alle famiglie degli alunni beneficiari del Book in Progress o agli Enti obbligati alla fornitura dei libri di testo (scuola primaria). Tale contributo alla data del 1 gennaio 2013, è quantificato in massimo € 7,00 per unità di materiale distribuito agli studenti."

Si tratta comunque della più nota realizzazione di materiali didattici digitali autoprodotti e diffusi nella scuola, in particolare negli Istituti Professionali. Al progetto BiP (Book in Progress) mancano purtroppo due importanti caratteristiche per rendere il loro uso libero, cioè pubblico e condiviso, oltre che gratuito: 1) la licenza Creative Commons (CC); 2) una valida piattaforma di condivisione e di sviluppo di tipo "wiki"(come ad esempio Wikibooks/wikipedia). Queste caratteristiche trasformerebbero i BiP in strumenti educativi e formativi migliori, verificabili e modificabili, aperti e diffusi, ovviamente del tutto liberi e gratuiti.

Agli insegnanti che li hanno creati facciamo i nostri complimenti, a loro va il nostro apprezzamento per il lavoro pionieristico svolto. Ci auguriamo, compiendo un ulteriore passo nella direzione che hanno scelto, che possano dare vita a progetti completamente liberi, aperti, condivisi e gratuiti.

Un'opera, infatti, può essere considerata libera se la sua licenza garantisce quattro libertà fondamentali:
la libertà di usare l'opera da parte di tutti e in ogni contesto;
la libertà di studiare l'opera e usare la conoscenza acquisita da essa;
la libertà di fare e distribuirne copie, anche parziali;
la libertà di fare cambiamenti, apportare migliorie e distribuire i risultati con la medesima licenza.

Qui, su Wikibook, stanno nascendo altri tentativi simili a Geografia OpenBook.

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Partecipanti e Contributori

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Il collaboratore / contributore ideale per questo “libro di testo” è, probabilmente, un Insegnante di Geografia che ha una, seppur breve, esperienza di lavoro “sul campo”... cioè in classe.

Scrittura collaborativa

Oppure i migliori contributi, visto che le nuove tecnologie comporteranno probabilmente uno stile d'insegnamento differente (più cooperativo, laboratoriale e meno frontale), potrebbero venire da chi ha svolto altre esperienze nel settore delle tecnologie digitali per la formazione? O magari nell'insegnamento/formazione con particolare attenzione ai processi di apprendimento? O nell'insegnamento (della geografia) nella scuola elementare? O in esperienze fatte all'estero, in sistemi educativi/formativi diversi dai nostri?

Probabilmente ci sarà bisogno di esperienze e sensibilità differenti che riescano però a cooperare insieme. Non sarà facilissimo ed ognuno di noi, giungendo alla fine, avrà magari imparato qualcosa (forse qualcosa di importante) su questo terreno.

Un'utile riflessione sulla scrittura collaborativa (a più mani dunque) utilizza la metafora musicale delle jam session jazz al posto delle orchestre sinfoniche con tanto di direttore, in cui buone individualità si riuniscono per dare vita ad ottime realizzazioni.

Imparare dai migliori è sempre una buona idea: proprio in Italia esiste un gruppo di scrittori di successo, che si firmano con pseudonimi (LutherBlisset alcuni anni fa, WuMing negli ultimi anni) che hanno fatto della scrittura cooperativa una delle chiavi del loro successo. Guarda caso, proprio in ambito Copyleft-CreativeCommons.

“Come scriviamo” è una riflessione su tutto questo. Si tratta di una intervista-discussione in podcast con questi autori (WuMing) tenuta all'Auditorium di Roma nel 2010. Saltate pure la presentazione introduttiva dell'intervistatrice ed andare direttamente all'inizio, al minuto 19:00. L'ascolto è molto interessante, stimolante ed anche divertente. Fortemente consigliato!

Il gruppo promotore

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Molti ci chiedono di voler sapere di più sui partecipanti, sul gruppo promotore. Siamo un piccolo gruppo di insegnanti della scuola media superiore.
Al di là dei dati anagrafici, che probabilmente risulterebbero assai poco significativi, per saperne di più consigliamo la lettura di quello che qui abbiamo scritto: quello che vorremmo, come pensiamo di conseguirlo e come lo stiamo o meno realizzando.

Non ci teniamo a dare un'impronta personalistica e/o autoreferenziale a questo progetto, visto che si tratta di un'opera collettiva. Di conseguenza alcuni di noi sono presenti con uno pseudonimo. L'uso di pseudonimi è una pratica comune nella scrittura e ancor più nella produzione di materiali in ambienti "wiki" o digitali collaborativi.

Nulla vi impedisce, quando deciderete di collaborare alla realizzazione di questo progetto, di rendere espliciti i vostri dati anagrafici; è una libera scelta personale. Noi rispettiamo entrambe le opzioni, sperando che per voi non sia un problema fare altrettanto. Per quanto riguarda il diritto d'autore valgono, come evidenziato nell'apposito paragrafo, analoghe considerazioni.

Perché qui su Wikibooks / Wikimedia

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Abbiamo scelto la piattaforma Wikibooks/Wikipedia/Wikimedia principalmente per 3 motivi:

  1. la presenza della licenza CC (che ne garantisce una libera condivisione);
  2. la predisposizione alla scrittura collaborativa;
  3. le caratteristiche di diffusione ed usabilità.

Queste 3 caratteristiche potrebbero attribuire a questo progetto enormi potenzialità.

Come detto un'opera può essere considerata libera, come la licenza CC di Wikibooks garantisce, se risponde a quattro libertà fondamentali:

  • la libertà di usare l'opera da parte di tutti e in ogni contesto;
  • la libertà di studiare l'opera e usare la conoscenza acquisita da essa;
  • la libertà di fare e distribuirne copie, anche parziali;
  • la libertà di fare cambiamenti, apportare migliorie e distribuire il risultato con la medesima licenza.

Inoltre, la stabilità e la versatilità dell'ambiente software "wiki" si presta benissimo ad una realizzazione collaborativa che permette ai contenuti di svilupparsi al di là dell'impegno individuale, alla possibilità di effettuare in breve tempo cambiamenti e modifiche, alla sua espandibilità mantenendo agevole la consultazione dei contenuti, alle potenzialità multimediali, alla portabilità su diversi dispositivi (Pc, tablet, smartphone, e-reader, lim, ecc.), ed addirittura alla possibilità stampa cartacea (Funzione "Stampa/Esporta").

Per finire, ma non da ultimo, l'ampia diffusione di Wikipedia, piattaforma gemella di Wikibooks, presso gli studenti che già la consultano e l'utilizzano (talvolta a sproposito come farebbe qualsiasi studente meno istruito). Questa diffusione renderà la fruizione dei materiali prodotti in ambiente Wikibooks immediata, senza dover dedicare tempo ed impegno aggiuntivi all'apprendimento di ambienti applicativi proprietari, sconosciuti in altri ambiti.

Per non parlare dell'assoluta assenza di investimenti in hardware e software dedicati, della loro manutenzione e/o personalizzazione. Elementi non certo irrilevanti in questo genere di iniziative. Chi volesse approfondire le modalità di funzionamento e di finanziamento di wikimedia, la fondazione che gestisce wikipedia/wikibooks, può leggere qui. Chi volesse addirittura contribuire con una donazione può farlo qui.

Utilizzare la piattaforma Wikibooks/Wikipedia/Wikimedia per la realizzazione di un “libro di testo” comporta, come tutte le scelte, vantaggi e svantaggi ma i primi, secondo noi, superano di gran lunga i secondi.

Wikibooks - Libri liberi ed aperti

Gli svantaggi, fra quelli generalmente attribuiti a Wikipedia, riguardano in particolare l'esposizione a modifiche arbitrarie o ad atti di vandalismo. Si tratta in realtà di vulnerabilità decisamente innocue. Infatti, basta semplicemente ripristinare la versione precedente, visto che tutte le modifiche vengono memorizzate. In caso di attacchi ripetuti è possibile chiedere agli amministratori un periodo di blocco selettivo.

Probabilmente, con qualche accorgimento, è possibile mantenere gli svantaggi molto al di sotto di una soglia critica, riducendoli così al minimo. Il primo suggerimento è quello di incoraggiare la registrazione dei realizzatori per facilitare la tracciabilità delle modifiche (nome utente, invece dell'indirizzo IP). Il secondo è quello, caratteristico di Wikibooks, di rivolgersi durante la fase di sviluppo non “al pubblico”, ma sebbene in pubblico, ad una platea di addetti ai lavori formata da Insegnanti e studiosi di Geografia, riducendo in tal modo gran parte dei possibili contrattempi.

Riteniamo, inoltre, che sia da includere nella categoria dei vantaggi uno degli aspetti chiave dei contenuti presenti sulle piattaforme Wikimedia: la loro realizzazione / consultazione libera e gratuita.

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Ai sostenitori della produzione commerciale di materiali culturali in regime di copyright tradizionale, rammentiamo che la realizzazione di contenuti di elevata qualità, liberi e gratuiti, contribuirà oltre all'avanzamento del sapere e alla sua diffusione presso settori sociali che verrebbero altrimenti esclusi o perseguiti (infrazione del copyright) anche all'innalzamento del livello stesso dei contenuti culturali “a pagamento”, visto che sempre meno persone saranno disposte a pagare per qualcosa che invece é disponibile gratuitamente.

La natura collaborativa della diffusione e dello scambio di idee nella ricerca accademica e nello sviluppo tecnologico (il settore didattico non fa eccezione) è indiscutibile ed anzi ne costituisce una naturale premessa. Il sistema economico ha posto alcuni vincoli, attraverso il copyright, a questa impostazione. La nascita e la diffusione del "Web 2.0" (blog e wiki) però sta contribuendo a cambiare anche il processo editoriale accademico.

Inoltre, anche chi tiene alla propria visibilità ed all'attribuzione personale dei contenuti, può vedere riconosciute queste caratteristiche registrandosi fra gli autori/utenti di quest'opera col proprio nome e cognome, in perfetta sintonia con la licenza Creative Commons di Wikibooks/wikipedia/wikimedia.

Infatti, l'autore mantiene i diritti sul proprio testo. Se vuole può da un lato mettere il proprio articolo su it.wikibooks e dall'altro pubblicarlo su una rivista riservandosi i diritti. Per approfondimenti vedasi: w:GNU Free Documentation License (la licenza con la quale vengono gestiti i diritti d'autore degli articoli postati su it.wikibooks)


Licenze Creative Commons (CC)

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Per approfondire, vedi Aiuto:Copyright.

In tema di proprietà intellettuale (copyright), molti giuristi ed addetti ai lavori stanno notando negli ultimi anni, da quando il web è divenuto consuetudine, un divario sensibile fra norme e comportamenti comuni (dal copia e incolla, al download di musica, video, ecc.)

Da parte dell’utente medio, si nota spesso una scarsa comprensione di questo tema. Del resto gli aspetti normativi e legali non sono alla portata di tutti e a tutt'oggi costituiscono un terreno di confronto (quando non di scontro) molto vivace. Altrettanto può essere detto per ciò che riguarda le implicazioni culturali ed economiche del Copyright.

Si tratta però di una questione da tenere presente, almeno nelle sue linee principali, specialmente quando ci si accinge a realizzare un "libro di testo" libero ed aperto, come questo.

Per fortuna, chi volesse approfondire questi temi può farlo consultando "Creative Commons: manuale operativo. Una guida pratica e un'introduzione teorica al mondo CC", aggiornato ad ottobre 2013, di Simone Aliprandi, uno dei maggiori studiosi del settore, in versione CC, ovviamente! Del medesimo autore è disponibile anche un video introduttivo (Videolezione + Slide)

Creative Commons

Tornando a noi, i materiali presenti sulle piattaforme Wikimedia (Wikipedia, Wikibooks, Wikizionario, Commons, ecc.) sono rilasciati (da chi li ha prodotti, e quindi da Wikipedia stessa) con licenza Creative Commons (CC), come è possibile leggere in fondo a tutte le pagine: "Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo".

Come è possibile leggere sul sito di documentazione ufficiale, questo tipo di licenza stabilisce un equilibrio fra il tradizionale "Tutti i diritti riservati" e la possibilità da parte di utilizzatori/creatori di copiare, distribuire, modificare, miscelare, ed usare i materiali, entro il quadro normativo stabilito dalla legge sul copyright.

Esistono a tale scopo sei articolazioni per questo tipo di licenza (Creative Commons) per sei "punti di equilibrio" differenti. Wikimedia ha deciso, di adottare la "Attribuzione - Condividi allo stesso modo" (CC BY-SA). Significa che chiunque può modificare e/o riutilizzare, anche commercialmente, i contenuti citando la fonte che da cui provengono. Tutte le opere derivate dovranno avere la stessa licenza (CC BY-SA) ed essere quindi disponibili in formato libero (e quindi, per chi desidera, gratuito).
Questa licenza è considerata analoga alle licenze software OpenSource, gratuite e liberamente duplicabili ("copyleft"). Licenze Creative Commons e software OpenSource appartengono infatti al medesimo ambito tecnico ed intellettuale. Un'ottima pubblicazione che approfondisce questo tema è Open source, software libero e altre libertà di Carlo Piana, 2018.

Le implicazioni culturali ed economiche di questa impostazione non sono di poco conto, anzi, si tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana per ciò che riguarda la libera circolazione e diffusione del sapere e delle idee.

Review e Referee

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Review e Referee sono procedure di accettazione e di valutazione dei lavori-testi-opere tese a stabilire quali posseggano i requisiti necessari per la pubblicazione sulle riviste scientifiche di settore.

Sarebbe bene e ci piacerebbe molto che un'iniziativa autoprodotta come Geografia OpenBook fosse convalidata scientificamente da specialisti ed accademici, o almeno che si ponesse tale obiettivo. La selezione e la validazione dei materiali che vanno a formare un libro di testo scolastico tradizionale è stata, e viene tuttora, realizzata da un lato dalle case editrici stesse che desiderano dotarsi di strumenti validi, dall'altro dalle caratteristiche del processo dell'adozione scolastica che prevede oltre al vaglio del docente-proponente anche quello del Consiglio di Classe e del Collegio Docenti e, per i testi digitali autoprodotti, spesso del Consiglio d'Istituto e dell'inserimento di tale opzione nel Pof.

Nel caso dell'editoria digitale autoprodotta, come qui su Wikibooks, il primo meccanismo di selezione e validazione non è presente. Esiste qualcosa di simile in quanto scrittura collaborativa ma potrebbe non essere sufficiente; considerazione comune per la gran parte del materiale disponibile su internet. Il secondo meccanismo di selezione, costituito dall'approvazione dei vari organi collegiali, rimane.

Consapevoli della natura dei materiali presenti sul web, ci piacerebbe ricevere pareri e indicazioni sulla qualità, correttezza, completezza, attinenza, comprensibilità, distorsioni di prospettiva, innovazione, originalità, necessità di questa opera, da parte di accademici e specialisti. L'eventuale utilizzo di pseudonimi da parte degli autori di Geografia OpenBook, inoltre, ci sembra possa contribuire positivamente a tale processo, visto che nel processo di validazione (review-referee) il nome dell'autore dell'articolo viene spesso eliminato.

Probabilmente è prematuro sollecitare tali contributi, vista la provvisorietà dei materiali realizzati, ma se qualcuno volesse collaborare in tal senso o fare il proprio "endorsement" glie ne saremmo grati e costituirebbe per i collaboratori di Geografia OpenBook uno stimolo prezioso.

Criteri di composizione

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Modularità dei contenuti

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La struttura del "libro di testo" potrebbe essere quanto più possibile modulare, cioè formata da elementi di apprendimento autosufficienti, ciascuno dotato di: introduzione, collegamenti con altre discipline, indicazione dei requisiti necessari, materiali esplicativi testuali e multimediali (che insieme costituiranno forse la parte più rilevante), materiali per le esercitazioni applicative, (probabilmente) indicazioni per le verifiche, collegamenti per l'approfondimento, collegamenti per la prosecuzione del percorso di apprendimento e glossario.

Le dimensioni di questi elementi di apprendimento autosufficienti saranno adeguate al livello culturale degli studenti del Biennio (appena usciti dalle scuole medie), all'ampliamento della loro soglia di attenzione, senza andare eccessivamente oltre, alla loro gestibilità didattica in classe. Non troppo piccole da risultare insignificanti, non troppo grandi da risultare inutilmente complesse.

In questo senso molte delle voci presenti in wikipedia potrebbero costituire la “materia prima” per lo sviluppo di ciascun elemento di apprendimento autosufficiente.

I moduli così realizzati potranno essere assemblati fra loro anche secondo percorsi differenti, in funzione degli obiettivi di apprendimento complessivi, degli interessi didattici personalizzabili di studenti ed insegnanti, e quindi opportunamente configurati nel loro insieme con apposite tracce. Alcuni percorsi possono essere previsti e prevedibili, altri no.

Sulla necessità di costruire risorse e percorsi strutturati, autoriali ed autorevoli, per orientarsi ed affrontare con successo la "granulosità" delle informazioni presenti e disperse sul web, è disponibile un breve contributo video del Prof. Gino Roncaglia, esperto di tecnologie informatiche applicate alla didattica.

Leggibilità dei testi

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Lo scopo ultimo della realizzazione di questo OpenBook è quello di farne uno strumento didattico multimediale scolastico (“libro di testo”), che offra magari una buona esperienza di apprendimento, destinato agli studenti del Biennio: ragazzi fra 14 e 16 anni che hanno appena conseguito il Diploma di Scuola Media.

La “leggibilità”, così come l'”attrattività” dei materiali (essere su questa piattaforma ci attribuisce già qualche vantaggio), sono importanti almeno quanto i contenuti disciplinari.

(chiediamo aiuto per la formattazione. forse i link a materiali esterni devono essere a piè di pagina? C'è qualcuno che sa farlo? Promettiamo di imparare presto...)

Uno sforzo particolare dovrebbe quindi essere dedicato a favorire la leggibilità dei contenuti. È possibile ottenere qualche indicazione orientativa ed operativa, consultando appositi siti presenti sul web, come questo.

Leggibilità...

Una maggiore leggibilità si ottiene, per esempio, scrivendo frasi affermative (evitando negazioni) ed in forma attiva (evitando forme passive), limitandone la lunghezza a 12-16 parole, separando le subordinate in altre frasi o in forma di elenchi se numerose. Inoltre, le singole parole non dovrebbero superare le 3-4 sillabe. Non si tratta di un compito facile!

Per non parlare poi delle caratteristiche dei materiali multimediali (vedi di seguito), di cui comunque dovremo tener conto via via che la loro forza esplicativa li renderà necessari.

Altri strumenti, sempre on line, calcolano in tempo reale l'indice Gulpease, utile per misurare la leggibilità di un testo in lingua italiana.

L'Indice Gulpease, dovrà essere intorno a 50, adatto a testi scolastici per ragazzi con diploma di Licenza Media.

Esiste poi un altro strumento on-line per l'analisi dei testi che evidenzia termini difficili, inconsuete, generalmente appartenenti al lessico disciplinare.

Ne discende, ovviamente la necessità del Glossario (vedi di seguito).

Inoltre, può essere vantaggioso utilizzare un dizionario on line dei sinonimi e contrari per evitare ripetizioni o per una migliore accuratezza delle parole utilizzate.

A titolo di esempio: caratteristiche di una voce “perfetta” in wikipedia.

In ogni caso interventi di semplificazione sintattica e lessicale saranno realizzati di continuo e sicuramente sul materiale semi-definitivo, che comunque andrà redatto tenendo conto di questi criteri, evitando così la riscrittura finale di intere parti. Molto potrà essere verificato con un buon collaudo “sul campo” e cioè con l'utilizzo in aula dei materiali che via via si approssimeranno ad una stesura semi-definitiva (anche qui probabilmente avremo a che fare con le release!)

Un glossario, nel quale vengono definiti i termini del lessico disciplinare meno conosciuti, dovrà quasi certamente essere presente. Anche in questo caso sarà possibile sviluppare/modificare/assemblare i lemmi già presenti su wikipedia e wikizionario, uno dei molti ambienti della piattaforma wikimedia.

Questa, ad esempio, la voce imbrifero

Una funzione interessante per le parole del glossario è quella di renderle nell'impaginazione come se fossero note a piè pagina, in modo tale che passando il cursore del mouse sopra il numero indice della nota appare la sua spiegazione: ad esempio imbrifero[1].

Attualmente è stato completato il Glossario di geografia fisica all'interno del capitolo di Geografia fisica.

Contenuti multimediali

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Testi
Geografía argentina
Audio
India
Carte geografiche
Allargamento UE
Animazioni
Skyline di Londra
Fotografie
Il fiume Nilo
Video

Si parla di "contenuti multimediali", in ambito informatico, quando per comunicare un'informazione riguardo a qualcosa ci si avvale di molti media, cioè mezzi di comunicazione, diversi: testi, immagini, grafici, video, audio, ecc.

Realizzare un'opera con contenuti multimediali didatticamente efficace e di elevato livello scientifico costituisce un obiettivo molto ambizioso.

Probabilmente uno dei pochi modi per avvicinarsi, se non per raggiungere, questo obiettivo è costituito dalla strategia collaborativa sul web, per così dire “lillipuziana”. In tal modo molti collaboratori offrendo ciascuno un piccolo contributo personale, di creazione o di revisione, come avviene in wikipedia con i suoi pregi e difetti, possono raggiungere un obbiettivo al di là della portata di un singolo, o addirittura di una affermata casa editrice. Questo approccio apparentemente poco strutturato è anche uno dei pochi, forse l'unico verificato e con ampia diffusione, che consente di rendere disponibili a tutti, in forma aperta, libera e gratuita, i risultati realizzati.

Effetti simili, se non superiori, si sono ottenuti nell'ambiente software, come nel caso del sistema operativo Linux e dei tanti applicativi come ad esempio OpenOffice/LibreOffice: è la rivoluzione del sw OpenSource!

Nel nostro "libro" i testi, più che corredati, potranno/dovranno quindi essere integrati da opportuni elementi esplicativi multimediali: grafici, schemi, disegni, fotografie, animazioni, audio, video, questionari ed esercizi/esercitazioni, anche in formati e contenuti non tradizionali. Sarà questa probabilmente la parte più impegnativa.

Questi elementi multimediali potranno essere realizzati ex-novo oppure ricercati sul web o su altre piattaforme Wikimedia, mediante appositi motori di ricerca. Una volta individuati potranno essere utilizzati direttamente o ulteriormente modificati.

Quelli individuati all'interno di Wikimedia/Wikipedia possono generalmente essere utilizzati senza particolari problemi di copyright. Negli altri casi è meglio utilizzare dei motori di ricerca ad hoc come questi:
https://archive.org/
http://openvideo.linux.it/Risorse_Creative_Commons
http://eng.letscc.net/
http://www.indire.it/archivi/dia/index.php
http://search.creativecommons.org/
http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale
Quest'ultimo (wikimedia commons) è il contenitore di tutti gli elementi extra-testuali (grafici, foto, animazioni, video, audio, ecc.) dei progetti wikimedia.

In ogni caso al momento dell'eventuale inserimento ognuno si assume la responsabilità circa il libero utilizzo, in termini di copyright, sia di questi elementi che di tutti i materiali.

Gli elementi multimediali, costituiranno probabilmente uno dei tratti caratteristici di questo libro di testo digitale aperto, della sua fruibilità, del conseguimento dei suoi obiettivi didattici e, in definitiva, del suo successo.

In sintesi, ecco le condizioni che sembrano alla base dei principi dell'apprendimento multimediale:

  • Contiguità spaziale: gli studenti apprendono meglio quando le parole e le immagini corrispondenti sono presentate vicine;
  • Contiguità temporale: gli studenti apprendono maggiormente quando parole e immagini sono presentate nello stesso momento, poiché saranno più in grado di mantenere le rappresentazioni mentali insieme nella memoria attiva e di connetterle;
  • Coerenza: gli studenti apprendono di più quando materiali – testo, figure, suoni - interessanti ma non indispensabili per il tema trattato sono esclusi dalla presentazione;
  • Modalità: gli studenti apprendono di più quando il messaggio multimediale è presentato come testo parlato invece che scritto;
  • Ridondanza: gli studenti apprendono maggiormente da animazioni e narrazioni rispetto ad animazioni, narrazioni e testo.

Per approfondire, seppur sinteticamente, questo argomento si può consultare questo materiale: (vivamente consigliato)
http://cird.unive.it/dspace/bitstream/123456789/948/1/principi_multimediali.pdf
http://www.unisalento.it/c/document_library/get_file?folderId=33988558&name=DLFE-122819.pdf
https://presentazioniefficaci.wordpress.com/2007/05/24/i-principi-dellapprendimento-multimediale/

Esercizi / Esercitazioni

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Alcune possibilità per esercizi/esercitazioni sembrano offerte dal software "Hot Potatoes", sviluppato in una Università canadese. Si tratta di un Freeware e, come scritto nella home page, può essere utilizzato da chiunque per qualsiasi progetto.

Qualcuno vuole approfondirne l'utilizzo? Qui vengono riportate alcune possibilità di impiego applicativo in lingua italiana. Le tipologie per gli esercizi sono di tipo diverso e sembra si prestino bene ad essere incorporate in pagine web (direttamente all'interno o appoggiate in un sito esterno)

Un'altra possibilità per realizzare questionari consiste nell'utilizzare gli strumenti già presenti qui in wikibooks. È possibile inserire anche immagini, audio, ecc. Qui la pagina di aiuto. Da provare.

Per gli appassionati di parole crociate e del loro uso didattico, segnaliamo questa efficace risorsa on-line per costruire cruciverba a partire da un elenco di parole e definizioni da inserire al momento o come file di testo memorizzato. Molto efficace.

Per coloro che sono attratti dai puzzle è disponibile un'ottima applicazione sulle carte corografiche, fisiche o politiche. Facendo combaciare un pezzo con l’altro la carta geografica prende forma davanti ai nostri occhi. Giocando ed esaminando in dettaglio tessere ed immagine ci si appropria delle forme geografiche del planisfero.

Qualcuno conosce altri strumenti per esercizi o esercitazioni?

Schemi e mappe concettuali

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Gli schemi, o meglio le mappe concettuali, costituiscono un ottimo strumento didattico, se ben realizzate, e sono utili per rappresentare fenomeni complessi, difficili da pensare e da vedere nel loro insieme.

Un breve testo di riferimento per la loro realizzazione, sia dal punto teorico sia da quello pratico, può essere questo.

Geografia Antropica: possibile classificazione

Esistono, per fortuna, molti strumenti software, per la realizzazione di mappe concettuali sia on-line che off-line. Ad esempio, un tool on-line piuttosto interessante crea automaticamente mappe concettuali, a partire da una singola voce di Wikipedia, in base alla struttura del testo, dell'indice e dei link presenti al suo interno.

Una lista di tool software on/off-line per creare mappe concettuali e schemi è consultabile qui.

Per questioni di uniformità, dal punto di vista grafico, sarà preferibile utilizzare uno strumento software comune per la realizzazione delle mappe concettuali, magari anch'esso utilizzabile con licenza Gnu/Gpl (equivalente della licenza CC per i software). Molti di questi tools permettono la memorizzazione, lo scambio, la modifica e la condivisione del materiale realizzato prestandosi bene ad un utilizzo cooperativo/collaborativo. Un candidato potrebbe essere FreeMind: in italiano, licenza Gnu, leggero nell'installazione e abbastanza intuitivo nell'uso. Ce ne sono di migliori?

Molto utile per i nostri fini didattici potrebbe rivelarsi l'impiego di "schemi/mappe attivi/e", perfetto anche per carte geografiche "attive". Un esempio dell'uso di questo strumento, specifico della piattaforma wikipedia, è questo.

Un'altra possibilità per la realizzazione di schemi basati su carte geografiche, sulle quali andare poi a disegnare altri elementi grafici (testi, linee, ecc.), sfruttando anche la possibilità di "zoomare" a scala diversa, è data da "sketch a map" uno strumento on-line che sembrerebbe prestarsi assai bene al nostro caso.

Geografia nella scuola italiana

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Indicazioni del Miur per la Geografia

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Le più recenti indicazioni del Miur per l'insegnamento della Geografia Generale ed Economica nel Biennio nell'Istituto Tecnico Economico (ITE) dovrebbero essere queste (vedi pag.55). O c'è altro?

La riflessione che scaturisce dalla loro lettura è che, appunto siano indicazioni e non prescrizioni come i famosi "Programmi Ministeriali". Ne consegue che potrebbe essere possibile raggiungere lo sviluppo delle medesime capacità degli studenti attraverso percorsi differenti.

Per quanto riguarda le indicazioni del Miur per l'insegnamento della Geografia Generale ed Economica in uno dei due anni del Biennio negli Istituti Professionali è possibile vedere qui.

Anche in questo caso sono riportati gli obiettivi da conseguire e non un elenco delle unità didattiche da svolgere.

Nel caso degli Istituti Professionali la programmazione disciplinare è tutta da realizzare. Cosa è più importante, o interessante, o fattibile in 1 (una!) ora la settimana?

Per l'Enogastronomia e Servizi alberghieri, ad esempio, si possono studiare le Doc/Igp o i distretti turistici. E per le altre tipologie di Istituto Professionale?

Geografia Economica dal triennio al biennio negli Ist. Superiori

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Crediamo sia molto difficile, se non impossibile, trasferire nel biennio dell'Istituto Tecnico Economico (ITE) o ancor più dell'Istituto Professionale, pur semplificandoli, gli argomenti svolti in precedenza nel triennio... prima che la Gelmini offrisse i suoi apprezzati servizi, al Miur. Lo studio della Geografia Economica poggiava su conoscenze sviluppate durante 2,3,4 anni di preparazione in campo economico-giuridico e culminavano in classe 5' con lo studio della globalizzazione economica e finanziaria, con le sue differenti articolazioni territoriali e settoriali.

A proposito della Geografia nella scuola, delle sue potenzialità e delle sue reali condizioni, può essere utile ascoltare un interessante podcast di Radio3Scienza con Manlio Dinucci (autore di testi di geografia per Zanichelli) e la Prof.ssa Pacella (che insegna in un liceo). Il podcast è di qualche tempo fa' ma i temi trattati risultano assolutamente attuali.

Proprio su questo vale forse la pena di inserire un paio di (auspicanti) considerazioni critiche e di (biasimevoli) battute.

Gli studenti del triennio Igea erano gli unici nell'istruzione superiore a poter seguire lo studio sistematico della globalizzazione economica e finanziaria. Questa, per la sua forza dirompente nell'influenzare direttamente le nostre vite, avrebbe meritato il suo approfondimento nelle programmazioni di tutte le classi 5' degli istituti superiori, come una sorta di educazione civica dei nostri giorni. Invece, proprio agli studenti del triennio Igea (oggi ITE), che scelgono l'unico corso caratterizzato da discipline economiche, è stata tolta questa unica possibilità.

Si può dire che la “riforma in economia" (intesa come "al risparmio") Gelmini/Tremonti dell'ITE ha prodotto una completa insensatezza didattica? Si può dire che gli "scienziati" del Miur che hanno spostato la Geografia (economica) dal triennio al biennio, "scienza naturale insieme alle altre scienze naturali", non hanno capito la materia?

Potremmo un giorno, quando ne avremo voglia e tempo, evidenziare i contenuti che venivano svolti in Geografia (economica) nelle classi 5', riferiti in particolare alla globalizzazione economica e finanziaria, per testimoniare a memoria futura cosa è stato sottratto agli studenti dalla riforma Gelmini/Tremonti. Magari, proprio per reclamarne la (re)introduzione, oltre che nell'ITE, in tutte le classi 5' dell'istruzione superiore, come indispensabile strumento per una migliore comprensione della realtà in cui siamo chiamati a vivere e lavorare.

Forse, il Ministro Gelmini mentre prestava la sua opera, riformatrice, al Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca...) era troppo impegnata a far progredire la ricerca scientifica stessa. Come dimenticare, infatti, il suo decisivo contributo nella “costruzione” dell'indimenticabile tunnel che collegherebbe (secondo il suo famoso comunicato stampa) i laboratori situati nelle profondità del Gran Sasso al Cern di Ginevra, in Svizzera, attraversando l'Italia per più di 700 km: quella si una "Grande Opera"!

Nel frattempo siamo anche in attesa di capire meglio cosa comporterà realmente la (parziale re)introduzione di un'ora (1 ora!) settimanale di geografia negli Istituti Professionali. Gli insegnanti rischieranno di trasformarsi in una sorta di Jules Verne scolastico (18 classi, forse in più Istituti, per 18 ore settimanali). Quasi come gli insegnanti di religione; con il "beneficio", in più, di dover insegnare a tutti gli studenti, credenti e non credenti, la geografia!

Comunque, fino a quando non verrà in qualche modo (re)introdotto lo studio della globalizzazione economica e finanziaria nelle classi 5', almeno dell'ITE (dove giustamente era e da dove gli scienziati del miur l'hanno ingiustamente tolta), bisognerà concentrarsi nella geografia del biennio.

Come detto, la struttura ed il contenuto dei materiali didattici andranno probabilmente riformulati, anche profondamente, per essere adeguati alle caratteristiche cognitive e comportamentali di adolescenti di 14-15 anni, ancora in obbligo scolastico, che da pochissimo hanno conseguito la Licenza Media (studiando per tre anni Geografia generale, fisica ed umana) e che nulla sanno di economia.

Nonostante tutto però, per non rischiare di divenire, come lo spostamento dal triennio al biennio fa presagire, un'inutile ripetizione più o meno mnemonica, lo studio della Geografia dovrà cercare di privilegiare gli aspetti economici, più che quelli generali o fisici.

Sarà altrettanto importante, in ogni caso, evitare di trattare gli argomenti in modo troppo approfondito o specialistico. La sfida, per quanto riguarda i contenuti/materiali didattici, sarà rappresentata dalla metafora della scala geografica: più che verso l'approfondimento ed il dettaglio (grande scala), dovrà prevalere la capacità di generalizzazione (piccola scala) evidenziando e chiarendo i tratti caratterizzanti e dominanti della Geografia Economica, della sua ricchezza rappresentativa.

Inoltre, in un ambiente multimediale che consente enormi potenzialità, forse è possibile spingere l'innovazione non tanto nei riguardi dei contenuti, che comunque possono essere meglio calibrati, ma soprattutto verso l'efficacia degli strumenti didattici. Elementi multimediali (audio e video, animazioni, schemi, foto, grafici), esercitazioni, simulazioni, role-playing e giochi in classe, elaborazioni al computer e “videogiochi”, possono essere introdotti con coraggiosa creatività e rigoroso collaudo sul campo e dei risultati.


Contribuire: mettersi all'opera

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Come è possibile mettersi all'opera ed iniziare a collaborare?

Considerando il profilo dei collaboratori potenziali, ognuno potrà procedere come meglio crede nel contribuire a questo progetto. Diamo comunque dei suggerimenti.

I passi che consigliamo di fare sono tre: 1) registrarsi su wikibooks, 2) scegliere i propri ambiti tematici e/o applicativi; 3) comunicare con gli altri partecipanti.

Al lavoro

1) Sebbene sia possibile inserire materiali e modificarli anche senza essersi registrati, consigliamo a chi voglia collaborare di farlo, col proprio nome o con uno pseudonimo. I motivi sono principalmente due.
Primo, facilitare la tracciabilità dei contributi (nome utente, al posto dell'indirizzo IP). In tal modo, l'opera di ciascuno sarà più chiaramente riconoscibile sperando così di mantenere l'”entropia creativa” a livelli alti ma sostenibili.
Secondo, la registrazione creerà automaticamente una pagina utente personale, nella quale è possibile evidenziare i propri ambiti di intervento tematico e/o applicativo (vedi punto 2), e attraverso la quale scambiare messaggi con gli altri utenti partecipanti (vedi punto 3)

Ci si può registrare seguendo il link “Registrati” presente in alto a destra in ogni pagina wikibooks. E' necessario specificare un nome utente (reale o pseudonimo), una password (da non dimenticare) ed eventualmente una email, che non sarà pubblicata ma sarà utilizzata da wikibooks per inoltrare eventuali messaggi provenienti da altri utenti.

Una volta registrati, quando si accede a Geografia OpenBook per effettuare delle modifiche bisognerà ricordarsi di "entrare" nel proprio profilo utente seguendo il link “Entra”, presente in alto a destra in ogni pagina. Per rendere pubblica la propria presenza agli altri partecipanti di Geografia OpenBook basta aggiungere, la prima volta, un messaggio nella pagina “Discussione” (qui in alto nella pagina principale). Wikibooks in "Cronologia" conserva l'archivio di ogni modifica.

2) Ciascuno, una volta registrato, cercherà se possibile di precisare il proprio ambito di intervento tematico e/o applicativo (anche più d'uno).
Per ambito tematico si intende uno o più capitoli/paragrafi elencati nella proposta d'indice dei contenuti. (p.es.: capitolo Geografia fisica; paragrafo Carte Geografiche).
Per ambito applicativo si intendono gli strumenti da realizzare. Alcuni dei partecipanti si troveranno più a loro agio nella stesura dei testi, altri nella produzione di schemi, grafici, mappe concettuali/mentali, video, foto, audio, nella ricerca sul web, nella formattazione/impaginazione, o nelle specificità delle licenze CC.
Individuare e rendere pubbliche (sulla propria pagina utente) le proprie preferenze tematiche ed applicative dovrebbe permettere a ciascuno di poter offrire e richiedere una collaborazione mirata, in qualità di ”esperto” tematico e/o applicativo.

3) Disporsi alla collaborazione con gli altri partecipanti. In un progetto collaborativo è un fattore chiave. Se è pur vero che ciascuno svilupperà individualmente una parte (non è che si batte un tasto per ciascuno sulla tastiera...!) è altrettanto vero che tutte le parti realizzate devono potersi connettere l'una all'altra. Ciò potrà avvenire con maggiore facilità quanto migliore ed efficace sarà la comunicazione fra le persone che si troveranno a collaborare.

Sarebbe bellissimo offrire e trovare disponibilità, ascolto, pazienza e chiarezza. Qualcosa meno va ancora benissimo...!

Per comunicare si può utilizzare la pagina utente creata automaticamente al momento della registrazione. Qui è possibile lasciare un messaggio pubblico in "Discussione" o inviarne uno privato (menù a sinistra) al partecipante/utente che si vuole contattare.

Riassumendo. Ognuno potrà iniziare registrandosi, scegliendo i propri ambiti tematici e/o applicativi, evidenziando tali scelte sulla propria pagina utente, cercando e offrendo la collaborazione con gli altri partecipanti.

Contribuire: cosa (e come) fare

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Anche in questo ambito, considerando il profilo dei collaboratori, ognuno procederà come meglio crede nel contribuire a questo progetto. Diamo comunque dei suggerimenti.

Una volta registrati ed entrati in Wikibooks col proprio profilo utente si può finalmente iniziare. Seguendo i link inseriti nella proposta di indice dei contenuti si accede all'interno della pagina (capitolo o paragrafo) prescelta. Qui si potrà iniziare, per successive approssimazioni, a realizzare una prima bozza dei testi, partendo magari da un elenco di parole e concetti chiave.

Per modificare o inserire contenuti basta cliccare su "Modifica" e si entra in un ambiente tipo "Word" semplificato. E' possibile sia digitare direttamente, sia inserire/incollare ciò che si è realizzato in precedenza. In questa fase non preoccupatevi della formattazione (aspetto, impaginazione) del testo, altri vi aiuteranno o lo imparerete in seguito. Qui a fianco riportiamo un Video che spiega come effettuare modifiche in wikipedia; il funzionamento delle modifiche in Wikibooks è identico. Qui, invece, una guida testuale analitica.

Video: Come fare modifiche in Wikipedia e Wikibooks


Allo stesso tempo si cercherà di immaginare e/o individuare il tipo di materiali didattici multiformato/multimediali necessari per dare maggior forza ai testi e raggiungere meglio gli obiettivi didattici.

Fortunatamente, o meglio per via dell'impegno di altri prima di noi, una volta realizzato un elenco di parole e concetti chiave per ciascun capitolo o paragrafo non è indispensabile iniziare la scrittura del testo da zero. Possiamo, quando e se lo riteniamo opportuno, utilizzare i contenuti di alcune voci di Wikipedia come materia prima da rielaborare.

Lo stesso vale per gli elementi multiformato/multimediali che possono essere trovati all'interno di Wikipedia (o rintracciati con gli appositi motori di ricerca, facendo attenzione al tipo di licenza di copyright).

Consideriamo inoltre la possibilità di avvalerci, con le medesime cautele, dei materiali presenti nelle edizioni di Wikipedia in lingua inglese/francese, a volte molto più ricche di quelle in italiano. Per fare questo seguire il collegamento, in ciascuna voce di Wikipedia, nel menù di sinistra ("In altre lingue")

Riassumendo, le possibilità di impegno possono essere di tre tipi: realizzazione dei testi, realizzazione degli elementi multiformato/multimediali, revisione (leggibilità) e formattazione/impaginazione.

Qui c'è una pagina appositamente predisposta dove potete fare i primi tentativi di inserimento/modifica testi (se avete timore di fare "danni" altrove...!)

Stampare il libro

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Per chi desiderasse un approccio "cartaceo" alla lettura, è possibile ottenere una stampa di questo "libro di testo" attraverso il download di un file Pdf.

Si può fare ciò utilizzando il link "Stampa/Esporta" nel menù generale posto a sinistra (in alto) sulle pagine di Wikibooks. È possibile ottenere versioni pdf per la stampa (versioni Epub per gli E-Reader?). Per ora l'impaginazione automatica è al livello di bozze, in seguito sarà possibile perfezionare questa funzione includendo od escludendo alcuni elementi.

Che ne pensate?

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Considerando il profilo dei lettori e dei potenziali collaboratori, ogni suggerimento, osservazione, critica, costituisce un elemento prezioso.

Se trovate interessante, stimolante, questo progetto vi invitiamo a condividerlo e a collaborare, sia al suo aspetto operativo sia alla sua impostazione. Un'opera, come questo OpenBook che vogliamo libero, condiviso e di elevato livello, può essere realizzata compiutamente solo se troverà le adesioni necessarie. Il suo successo dipende in gran parte da questo. Chi legge, può scrivere... e fare tutta la differenza.

Ciascuno può esprimere le proprie osservazioni in merito, nella pagina "Discussione" presente (in alto) sia in questa "prima pagina" sia nelle pagine dei singoli capitoli/paragrafi in cui sviluppare i contenuti.

Vi aspettiamo e vi invitiamo a partecipare in modo costruttivo!


  1. Territorio che accoglie e fa convergere l'acqua piovana (bacino imbrifero) in depressioni del terreno, formando laghi, paludi o fiumi.