Il delitto di Cogne/Capitolo 2

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Indice del libro

Prima analisi dei fatti[modifica]

Siamo di fronte a due uniche possibilità:

  1. il delitto è stato compiuto dalla madre
  2. il delitto è stato compiuto da un estraneo

Fin dall'inizio l'opinione pubblica, ma anche gli inquirenti, hanno indicato come colpevole la Franzoni, a causa dei fatti che esamineremo con più dettagli fra poco. Dal momento che Lorenzi esce per andare al lavoro (alle 7,30) al momento in cui la Franzoni chiama i soccorsi esiste una fascia temporale di circa un'ora durante la quale si è svolto il delitto.

Questa fascia va divisa in due segmenti:

  1. dalle 7,30 alle 8,16: in questo lasso di tempo la Franzoni è sola in casa con i figli, per cui se il delitto è avvenuto in questo periodo la colpevole è indubbiamente lei;
  2. dalle 8,16 alle 8,24: in questo lasso di tempo la Franzoni è fuori per accompagnare Davide allo scuolabus, mentre Samuele è solo in casa. Se il delitto è avvenuto in questo periodo, la Franzoni è innocente.

Purtroppo non è stato possibile stabilire con estrema precisione l'ora del decesso, ecco dunque il motivo per cui possono rimanere dei dubbi riguardo ad una sicura accusa. Una domanda sorge spontanea: può la Franzoni aver commesso il delitto senza che il figlio Davide si accorgesse di niente? La risposta è si, perché c'è stato un momento in cui Davide era fuori dalla casa a giocare con la bicicletta. D'altra parte il tempo in cui Samuele è rimasto solo è davvero minimo: 8 minuti, durante i quali l'eventuale assassino ha massacrato il bambino con 17 colpi inferti con un'arma che non è mai stata trovata, indossando il pigiama della Franzoni e fuggendo senza che nessuno lo vedesse, in particolare la Franzoni stessa che al ritorno poteva scorgere la propria casa già da una certa distanza, e lei stessa ha dichiarato di non aver visto nessuno. È parso però molto improbabile che un estraneo abbia potuto agire nel più assoluto anonimato in una manciata di minuti.

Ecco dunque perché la maggior parte dell'opinione pubblica ha visto subito nella madre la colpevole, pur concedendole la possibilità che abbia agito in stato di momentanea alterazione mentale. C'è chi ha anche avanzato un'altra ipotesi: la Franzoni conosce l'assassino e lo protegge per motivi che se rivelati le farebbero perdere la stima sociale e familiare. Ma davvero una persona puó essere disposta a fare 30 anni di galera per non svelare situazioni scomode, per esempio un amante? Situazioni che spostano sempre più l'asse della colpevolezza verso la Franzoni. Altra domanda: è davvero così difficile trovare delle prove sicure? Soprattutto se la Franzoni ha agito in stato di alterazione mentale non può certamente avere avuto la prontezza di spirito di far scomparire indizi compromettenti. Il fatto è che le persone che hanno portato i primi soccorsi al bambino, involontariamente hanno inquinato e contaminato la scena del delitto; d'altronde le varie testimonianze sono state di certo influenzate dopo che si è scoperto che si trattava di omicidio, per cui certi atteggiamenti della madre che sembravano insignificanti, hanno in seguito dato adito a supposizioni diverse, per cui ancora una volta si deve essere cauti ad accettare un'accusa inesorabile.