Interlingua/Teoria/Significato dei termini internazionali

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Il significato dei termini internazionali[modifica]

I criteri che determinano ciò che deve e ciò che non deve comparire nel voca­bolario internazionale standardizzato non si occupano solo delle forme, ma an­che dei significati. Infatti, per far si che una parola possa essere adottata nel vocabolario internazionale, sia la sua forma che il suo significato devono gode­re di un'adeguata diffusione internazionale. Per quanto riguarda la forma, i problemi che sorgono a questo proposito si risolvono adeguatamente con una serie di regole; invece le implicazioni dell'internazionalità dei significati sono spesso delicate.

In senso negativo, se una parola presente in almeno tre lingue di riferimento presenta "forme identiche" ma significati diversi, essa deve essere esclusa dal vocabolario standardizzato. Lo illustreremo con un esempio: la forma standardizzata "planger", che corrisponde all'italiano "piangere", allo spagnolo "planir", al francese "plaindree" (arcaico e dialettale) all'inglese "to plain". La forma ancestrale latina "plangere" significava "battere facendo rumore, battersi il petto per cordoglio, lamentarsi forte". La variante italiana significa "versar lacrime per dolore o per commozione", la forma spagnola significa "lamentarsi, geme­re", il francese significa "compiangere". In inglese essa aveva il significato di "protestare". Le diverse lingue si sono mosse in direzioni diverse per sviluppare il significato delle loro varianti, e questa parola non sarebbe adottabile nel vo­cabolario internazionale, se non fosse per la frase "planger se de" (lamentarsi di), per la quale le varianti romanze forniscono il triplice accordo richiesto. Ora, i vari significati del verbo "planger" nelle lingue etniche potrebbero ancora essere considerati come vagamente correlati. Si potrebbe osservare che le di­screpanza di significati tra l'italiano "piangere" e il francese "plaindre" riguarda solo il grado, così come la discrepanza di significato fra il francese "liberté" e l'inglese "liberty".

Appunto nel caso di libertà/liberty le divergenze riguardano sfumature legate a specifiche associazioni e ad usi tradizionali. D'altro canto, è lo stesso concetto del francese "plaindre", non una serie peculiare di sfumature, che differisce dal­l'italiano piangere. Se si dovesse cercare una comune base concettuale per le due parole, bisognerebbe risalire fino al latino; una nozione comune, infatti, non esiste in nessuna delle varianti moderne. Se in questo senso si definisce un concetto come un nucleo di pensiero cristal­lizzato in una forma verbale, ne consegue che libertà/ liberty rappresentano lo stesso concetto mentre "plaindree / piangere rappresentano due concetti diversi. Le divergenze di connotazione nel primo di questi esempi non influisce sulla sua adozione nel vocabolario internazionale; le differenze concettuali del se­condo li escludono come tali dal vocabolario internazionale. Che vi compaiano come connotazioni del riflessivo "planger se", è una questione diversa. Il significato da adottare per una data parola internazionale è il concetto nucleare che le varianti etniche hanno in comune. Questo non significa che una parola inter­ nazionale non possa essere modulata da sfumature, da connotazioni emotive o altro.

Tutto questo, proprio come nelle lingue nazionali, è una questione di stile. Se, diciamo, la parola internazionale perla è stata stabilita come la parola che de­nota "globuletto di vario colore e di forma genericamente sferica che si forma all'interno di certi molluschi, specialmente nell'ostrica perlifera, considerato prezioso", non c'è ragione per cui non dovrebbe essere usata per "una persona eccellente per qualità e per doti". Così facendo non si abbandona la definizione di base, proprio come non l'abbandona l'uso traslato noto anche in italiano.

Qui la continuità semantica fra il nucleo concettuale e la metafora non risulta spezzata. Se venisse spezzata, il significato di "persona eccellente" sarebbe un secondo concetto rappresentato dalla medesima forma sostantivale. Un'ulteriore illustrazione di parole di questo tipo è la parola inglese "star", che può essere usata non solo per stella (corpo celeste), ma anche per 'attore o attrice di successo'. Quest'ultima denotazione che non pretende avere connessio­ni dirette col corpo celeste. Questo particolare sviluppo, però, non è del tutto internazionale. Le parole tedesche e francesi per 'corpo celeste' possono certo anche essere usate referendosi ad un attore o ad un'attrice di gran fama, ma non senza la connotazione chiaramente metaforica secondo cui la persona in questione può essere considerata come un 'corpo celeste' nel firmamento dell'arte cinematografica. In entrambe le lingue menzionate però i significati se­condari dell'inglese star sono spesso veicolati proprio dalla stessa parola ingle­se star.

Nei casi in cui la frattura semantica fra il nucleo concettuale e la sua estensio­ne metaforica è sufficientemente internazionale, o ricorreva in tempi passati nella lingua da cui proviene la parola, il risultato è che la forma internazionale rappresenta due o più nuclei concettuali. Così, in latino esisteva una perfetta continuità nello sviluppo semantico del verbo intendere: da "estendere verso qualcosa" e "dirigere l'attenzione di qualcuno verso qualcosa", a "intendere, proporsi".Dall'accezione "dirigere l'attenzione verso", il latino medioevale sviluppò un nuovo nucleo concettuale: "comprendere", che sopravvive nelle lingue romanze. Il significato corrente del francese "entendre", "ascoltare" è un'ulteriore sviluppo di "comprendere", e rimane limitato a quella lingua. Nel vocabolario internazionale, "intendere, proporsi" e "comprendere", sebbene sia­ no entrambi eredi del medesimo antenato semantico ("dirigere l'attenzione verso"), compaiono come due nozioni diverse. Esse costituiscono i due nuclei concettuali di radice della parola internazionale intender.

Nozioni come quelle qui descritte non sono però sempre internazionali. Il nu­cleo di pensiero "con le mani sui fianchi", espresso con la parola akimbo, è chiaramente limitato ad una lingua. Altre lingue lo possono circoscrivere con l'aiuto di una perifrasi, ad es. il francese con "les mains sur les hanches". Ma dal punto di vista francese questo non è un concetto, lo è piuttosto: "les mains sur les épaules" (con le mani sulle spalle). L'inglese è particolarmente ricco di termini di questo tipo.

La maggior parte d'essi è rappresentato da parole che appartengono all'area germanica, come bleak, to befriend, brittle, ecc., ma vi sono pure moltissime parole inglesi d'origine romanza che la lingua usa per esprimere concetti peculiarmente inglese come: "casual, eventual, domineer, ecc." Queste ed altre nozioni, che compaiono in una sola lingua, non vengono come tali adottate nel vocabolario internazionale. Esse sono nozioni che si sono cri­stallizzate in forme verbali o nominali presenti solo in una lingua. Le altre lingue le esprimono con varie espressioni non cristallizzate. Così fa il vocabolario internazionale, che deve seguire l'uso internazionale.