William Shakespeare/Amleto
Amleto (The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark) è una delle tragedie shakesperiane più conosciute e più citate. Fu scritta probabilmente tra il 1600 e l'estate del 1602.
La storia di Amleto si basa soprattutto sulla leggenda di Amleth, raccontata da Saxo Grammaticus nella Vita Amlethi, parte delle Gesta Danorum. La versione di Saxo, narrata nei libri 3 e 4, è molto simile all'Amleto di Shakespeare. In essa, a due fratelli, Orvendil e Fengi, è affidato il governo dello Jutland dal re dei Danesi Rørik Slyngebond. Poco dopo, Orvendil sposa la figlia di re Rørik, Geruth (Gertrude nell'Amleto); Amleto è il loro primo e unico figlio. Fengi è risentito del matrimonio di suo fratello e inoltre vuole il comando assoluto dello Jutland, perciò uccide Orvendil. Dopo un brevissimo periodo di lutto, Fengi sposa Geruth e si dichiara unico leader dello Jutland. Tuttavia Amleto vendica l'omicidio del padre pianificando l'uccisione dello zio e diventa il nuovo e giusto sovrano dello Jutland.
Mentre nella versione di Shakespeare Amleto muore appena dopo lo zio, nella versione di Saxo sopravvive e comincia a governare il suo regno. In parte il testo potrebbe essere basato sulle Histoires tragiques di François de Belleforest, una traduzione francese da Saxo, nella quale l'autore introduce la malinconia del protagonista. Si ritiene che comunque Shakespeare si sia basato anzitutto su un testo precedente, attualmente conosciuto come Ur-Hamlet, scritto dieci anni prima dallo stesso Shakespeare o da Thomas Kyd, autore de La tragedia spagnola.
L'accademico Gabriel Harvey annotò su una copia delle opere di Chaucer un commento sui gusti dell'epoca, nominando la tragedia come adatta a soddisfare le persone più colte. La nota è stata per un certo periodo considerata una prova della composizione della commedia prima del 1598, data presente sul libro, probabilmente l'anno in cui il professore di Cambridge lo acquistò. Edmond Malone ha fatto notare come l'annotazione è stata fatta insieme ad altre, tra cui un commento alla Gerusalemme liberata tradotta da Edward Fairfax solo nel 1600[1]. Questo, oltre a testimoniare l'attenzione del mondo universitario elisabettiano intorno a quest'opera, non permette di datare la commedia prima dell'anno 1600. Un ulteriore accenno al conte di Essex, decapitato nel 1601, segnalerebbe una datazione compresa tra questi due anni.
Un fatto certo è che la commedia fu registrata allo Stationer's register il 26 luglio 1602, come è certo che nell'elenco Palladis Tamia di Francis Meres del 1598 la tragedia non è menzionata.
Ci sono tre versioni di Amleto dai primi anni del 1600 in formato in-folio e in-quarto.
Il dramma appare per la prima volta nel 1603 in una versione conosciuta come il 'cattivo quarto'. Questa edizione segue sostanzialmente la trama del dramma come la conosciamo, ma è molto più corta e il linguaggio spesso è molto diverso. Per esempio, nella versione più nota si legge "To be or not to be, that is the question", nel 'cattivo quarto' è scritto "To be or not to be, aye there's the point".
Queste differenze fanno pensare che il testo sia stato pubblicato senza il consenso della compagnia, e messo insieme stenograficamente o da attori minori che ricordavano le battute degli altri a memoria.
Il 'secondo quarto' (Q2)
Il 'secondo quarto' (Q2), autorizzato, fu pubblicato nel 1604, ed è il più lungo testo di Amleto che sia stato pubblicato in quel periodo.
La terza edizione fu quella pubblicata nel primo in-folio delle opere complete di Shakespeare. Questo testo è più corto ma contiene anche scene non presenti nel Q2.