Il dipinto, proveniente da una raccolta privata, è entrato in Collezione nel 1992.

L’opera si inscrive nella produzione più nota dell’artista, contraddistinta da una ricerca serrata sul tema del mare, avviata fin dal 1883 con suggestive vedute del porto di Genova. Fin dalle sue prime apparizioni il soggetto ottiene un indiscusso successo di pubblico e critica in occasione delle Esposizioni di Belle Arti di Genova, Firenze e, soprattutto, di Milano dove, nel 1884, Mariani vince il prestigioso Premio Principe Umberto con Saluto del sole morente (Collezione privata). Alla ricerca di nuove suggestioni l’artista arricchisce il suo repertorio con paesaggi del litorale ligure. In tal senso è determinante la sua prima visita, nel 1898, al centro balneare di Bordighera, celebre meta di villeggiatura dell’alta società dell’epoca, dove si trasferisce definitivamente nel 1907, trascorrendo la maggior parte dell’anno nella sua villa, oggi sede della Fondazione Mariani [1]. Il luogo diviene un’inesauribile fonte di ispirazione per il pittore che si dedica alla realizzazione di schizzi, disegni, dipinti di marine, grazie anche alla straordinaria vista del litorale, da Sanremo a Montecarlo, che si poteva godere dalle vetrate del suo studio, La Specola.

Un folto gruppo di opere ambientate a Bordighera descrivono, in particolare, l’attività dei pescatori: l’artista affronta il motivo delle barche minacciate dalla burrasca in opere di notevole impegno e grande formato, come Barca di pescatori in alto mare del 1908, presentato in occasione della mostra individuale allestita presso la Galleria Pesaro nel 1923 (n. 161), e Mare in burrasca, ampia tela riferibile al biennio 1906-1907 (Milano, Galleria d’Arte Moderna) [2]. Stringenti analogie collegano questo dipinto all’opera in Collezione, che replica quasi la stessa scena stringendo l’inquadratura sul profilo scuro della barca, escludendo ogni altro dettaglio narrativo. Con queste poche variazioni l’artista restituisce con rinnovata intensità l’atmosfera minacciosa della tempesta imminente, il cui forte vento inclina le vele lungo la linea dell’orizzonte e increspa le onde, mentre nuvole nere si addensano nel cielo grigio. Contribuisce ad ottenere un effetto di profondità il colore steso a dense pennellate, giustapposte a velature sottili e in alcuni punti graffiato via per lasciar intravedere il fondo blu cobalto, a riprova della continua sperimentazione condotta dall’artista sugli stessi temi, in un costante perfezionamento dei suoi mezzi tecnici. Una ricerca pittorica condivisa con i maggiori esponenti del naturalismo lombardo, anch’essi abituali frequentatori del litorale ligure, impegnati a realizzare una pittura di paesaggio condotta en plein air, come attesta anche un importante nucleo di opere in Collezione, tra le quali Marina di Eugenio Gignous, Meriggio nel porto di Giorgio Belloni e Marina a Capo Mele di Emilio Gola.