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Dialogo operativo/Sintesi

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Indice del libro

Il dialogo operativo è un tentativo di risolvere problemi grossi, apparentemente irrisolvibili, facendo leva sulla cooperazione. Il dialogo operativo è un insieme minimo di idee il più possibile semplici e condivisibili e ha lo scopo di predisporre ciascuno alla volontà/bisogno di cooperare per risolvere i problemi comuni, prima che sia troppo tardi e, al contrario, siano proprio questi problemi comuni a liberarsi dell'individuo incapace di cooperare... oppure anche liberarsi di tutta l'umanità, se questa imparerà a cooperare troppo tardi!

Oggi come sempre, tendenze egoistiche e le pigrizie di pensiero e di azione sono ostacoli da superare (e perciò ne stai leggendo già qui, nell'introduzione della sintesi). Questo manuale di dialogo operativo vuole sollevare e affrontare il problema: superare questo blocco di massa che impedisce il progresso individuale e collettivo a tutti i livelli, cioè dai singoli alle coppie, ai gruppi, alle comunità, alle nazioni.

Infatti proprio a proposito di pigrizia, per chi non ha tempo o voglia di leggere tutto il testo è stata preparata anche questa sintesi della sintesi, che però può essere utile anche per chi leggerà tutto il resto, come una specie di mappa del testo completo per evitare di perdere il filo logico e avere una visione completa.

Questo manuale si basa sul contributo di quante più persone, punti di vista e culture diverse: così quanto è prezioso il contributo dell'intellettuale, tanto è prezioso l'intervento della persona comune, in modo da mettere insieme suggerimenti, spunti, critiche, osservazioni e correzioni nei contenuti e nella forma (per questo motivo è stato scelto Wikibook).

L'insieme di concetti e di tecniche cooperative che vanno sotto il nome di dialogo operativo, si basa su tre consapevolezze fondamentali. Per rendere il manuale più schematico sono riepilogati qui come concetti separati, in forma essenziale.

I requisiti sono piuttosto scontati, potresti vederli come la scoperta dell'acqua calda, però sono talmente importanti e fondamentali per il resto che si è deciso (per il momento) di richiamarli nei paragrafi seguenti.

Ogni individuo si rende conto della presenza di un gran numero di problemi intorno a sé, problemi con caratteristiche diverse. Alcune caratteristiche di esempio secondo cui classificare i problemi possono essere le seguenti:

  • gravità (fastidio, difficoltà, letale)
  • estensione (individuale, collettivo, universale)
  • durata (istantaneo, limitato, permanente)

Il requisito della consapevolezza dei problemi è piuttosto banale e scontato. Però è importante riuscire ad avere una visione d'insieme dei problemi che è utile per misurarne e confrontare la gravità di uno rispetto all'altro. È un requisito indispensabile per dare un buon ordine alle cose. Non è detto che si riesca a trovare un ordine assoluto all'interno dei problemi che si incontrano, ma potrebbe essere sufficiente una stima approssimata di gravità, estensione e durata dei problemi che si deve scegliere di affrontare.

Percezione dei problemi

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Nella nostra realtà si possono percepire un gran numero di problemi, di vario tipo ed estensione.

Questa osservazione generale dovrebbe essere condivisibile in modo consapevole da persone di cultura, sesso, religione, etnia, professione e classe sociale diversa: ogni individuo vede nell'ambiente, in sé stesso o negli altri qualcosa che non va o che potrebbe andare meglio. Per questo motivi ci si lamenta tutti i giorni di qualcosa o qualcuno!

Se risolvere

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Una volta percepito un problema, bisogna cercare di capire se è il caso di risolverlo.

Quanto è grave il problema percepito? Chi riguarda? Quali sono le sue conseguenze? È un vero problema e deve essere risolto urgentemente o senza fretta? Decidere quali problemi affrontare è un argomento centrale del dialogo operativo.

Come risolvere

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Una volta deciso che un problema va risolto, bisogna cercare di trovare il modo migliore per risolverlo.

A partire dalle caratteristiche del problema, si deve pensare un insieme di possibili modi per risolverlo sulla base delle risorse disponibili, cercare di prevederne la reale fattibilità e immaginare lo svolgimento della risoluzione. Altrimenti una soluzione improvvisata, istintiva o non adeguatamente ragionata rischia fortemente di avere conseguenze peggiori del problema che si vuole risolvere.

Necessità del dialogo operativo

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I problemi grandi non possono essere affrontati da singoli individui, devono essere affrontati in maniera collettiva.

Questa conclusione è molto semplice e condivisibile, tanto quanto la consapevolezza del fatto che esistono problemi piccoli e grandi. D'altra parte, purtroppo, questa affermazione non è scontata quanto potrebbe sembrare in prima battuta: il passato e il presente testimoniano l'incapacità degli individui di affrontare e risolvere definitivamente i problemi in modo collettivo.

Infatti i collettivi avrebbero tutte le risorse, la capacità e il tempo di affrontare e risolvere un notevole insieme di problemi che sono ancora irrisolti. Dato che i collettivi sono astrazioni che non vivono di vita propria, è sicuro che il limite sta negli individui, che per la maggior parte non sono ancora in grado di pensare e agire in modo collettivo. Si tratta di limiti perlopiù culturali, caratteriali, immateriali, di informazioni.

Il dialogo operativo è l'insieme dei concetti e delle capacità individuali necessarie per mettere insieme e far vivere i collettivi, con lo scopo finale di risolvere i problemi più difficili o apparentemente impossibili e aumentare le possibilità di espressione degli individui.

Individui e collettivi

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Per poter effettuare il passaggio da ragionare e agire in modo individuale, a ragionare e agire in modo collettivo è necessario avere almeno un livello minimo di consapevolezza di cosa sono individui e collettivi, quali sono i loro limiti e le loro potenzialità.

Potenzialità dell'individuo

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L'individuo è il punto di partenza: è un singolo che è in grado di riflettere e agire su ciò che lo circonda e anche su sé stesso.

Lo scopo di questo manuale non è di scendere sul terreno tipico di filosofie, ideologie e religioni. Il dialogo operativo si basa su idee con il maggior livello di indubbietà e condivisibilità ed evolve dinamicamente. A proposito dell'individuo è sufficiente dire che è un singolo con la possibilità di agire e riflettere sia su sé stesso che su ciò che lo circonda (realtà concrete e astratte).

Limiti dell'individuo

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"I limiti dell'individuo sono i limiti del suo pensiero e della sua azione individuali: ciò che l'individuo non può arrivare a capire e ciò che non può riuscire a fare."

C'è un notevole insieme di cose che un individuo non può fare e non può capire. Il primo e più importante limite è la mortalità: lasciando perdere discorsi di credo religioso, tutti dovrebbero essere d'accordo sul fatto che prima o poi ognuno di noi muore.

Seguono tutta un'altra serie di limiti di capacità fisiche, tecniche, di conoscenza e mentali. Da un punto di vista relazionale, un individuo non può sapere con precisione quello che pensa o quello che percepisce un altro individuo. Quindi anche le possibilità di capire fatti e persone sono limitate.

La consapevolezza di tutti i limiti individuali non ha lo scopo di sminuire e mortificare l'esistenza individuale, ma è un passaggio necessario per prendere pienamente coscienza che per esempio non si può capire tutto, non si può fare tutto quello che si vuole. Questa coscienza è il primo passo per poter affrontare, compensare e addirittura superare questi limiti, in qualche modo intelligente.

Potenzialità del collettivo

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Molti limiti dell'individuo possono essere superati se si aggiunge anche una dimensione collettiva della propria vita, oltre a quella individualistica.

Pensare e agire come collettivo, di qualunque collettivo grande o piccolo si tratti, amplifica notevolmente le potenzialità del singolo individuo e sposta notevolmente i suoi limiti. Il gioco di squadra consente di raggiungere risultati e possibilità di espressione irraggiungibili altrimenti, qualsiasi dimensione del collettivo si scelga di considerare (da due persone a sei miliardi).

Limiti del collettivo

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I limiti del collettivo sono dati dalla capacità di cooperare degli individui che ne fanno parte.

Il collettivo più limitato è quell'insieme di individui che non interagiscono se non per ostacolarsi a vicenda: in questo caso il collettivo ha potenzialità minori della somma delle potenzialità individuali. Il collettivo migliore è quello che tra gli individui che ne fanno parte ha una capacità di cooperazione, comunicazione e, soprattutto, autocorrezione.

Pila dei collettivi

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I collettivi non hanno un'esistenza propria perché sono astrazioni che appoggiano sugli individui che ne fanno parte secondo una gerarchia di relazioni e di estensione nello spazio e nel tempo.

Si può immaginare che i collettivi siano esseri superiori che vengono creati dagli individui che ne hanno bisogno per affrontare problemi di ordine superiore o per raggiungere potenzialità espressive superiori. I collettivi sono esseri superiori in modo analogo a come un organismo pluricellulare lo è rispetto alle cellule che lo sostengono. Gli individui sono la sorgente e l'unico sostegno dei collettivi: senza individui un collettivo è come morto, almeno fino a quando qualcuno non torna a farne parte.

D'altra parte un individuo può far parte di collettivi diversi allo stesso tempo e per questo motivo deve trovare il modo per dividere il suo tempo e le sue forze fisiche e mentali per sostenerli nella misura migliore. La pila dei collettivi mette ordine tra i diversi collettivi, basandosi sulle relazioni che esistono tra di essi e sulle loro estensioni.

Elementi principali

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I concetti fondamentali del dialogo operativo è l'insieme minimo ma indispensabile di idee che qualunque individuo può condividere per prendere coscienza, pensare e agire in modo collettivo (a qualsiasi livello).

I concetti fondamentali sono conseguenze dei requisiti e sono un insieme dinamico di idee che evolve nel tempo e nello spazio a seconda della cultura di chi ne deve fruire: in linea teorica dovrebbe essere fatto uno specifico manuale di dialogo operativo su misura di ogni singolo individuo, ma per motivi di praticità e realizzabilità ci si deve accontentare a un manuale generale e magari qualche versione specifica.

Autocorrezione

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A causa di limiti e difetti individuali e collettivi, ogni individuo deve avere senso critico e capacità di correzione da usare soprattutto su se stesso e secondariamente sugli altri.

Rilevare e ammettere i propri errori è una necessità costruttiva che deriva dalla consapevolezza dei propri limiti. Se uno sa di non poter fare e capire tutto per via dei propri limiti, allora ci sono due possibilità rassegnarsi a sbagliare oppure cercare di compensare limiti ed errori, correggere il tiro.

Questo discorso deve essere poi esteso a livello collettivo quando è assimilato dall'individuo: il senso critico e l'autocorrezione a livello collettivo sono gli strumenti necessari a evitare gli errori collettivi, che sono potenzialmente ben più gravi di quelli individuali.

La scelta di cosa fare e cosa pensare è basata sulle previsioni delle conseguenze di quello che si ipotizza di fare o pensare.

Nei limiti delle loro capacità e delle informazioni disponibili dal passato (cultura ed esperienza) gli individui e i collettivi possono orientare le loro scelte cercando di prevederne le conseguenze a breve, medio e soprattutto lungo termine.

Gli strumenti migliori da allenare a proposito sono l'immaginazione e la capacità di previsione: ipotizzare una scelta e immaginare le conseguenze più probabili tra tutte le alternative possibili, dopodiché pesare il valore di ciascuna e decidere se la scelta e le sue conseguenze sono valide.

Il meccanismo dell'auto-correzione interviene in due modi sulla scelta di cosa fare:

  • prima della scelta si possono raccogliere informazioni indirette, basate sull'esperienza e suggerimenti di altri, da esempi positivi e negativi provenienti dal passato;
  • dopo la scelta e l'azione si può confrontare la previsione immaginata con quanto è successo concretamente (quanto uno ci ha azzeccato), tanto più sono diverse tanto più si può correggere la propria capacità di fare previsioni sulle alternative e scegliere, aumenta il bagaglio di esperienza diretta.

Una volta scelto cosa fare e cosa non fare, i limiti di tempo e di forze disponibili rendono indispensabile una scelta sufficientemente razionale di cosa fare prima.

Le forze e il tempo disponibili sono insufficienti per fare tutto quello che si vorrebbe fare, per questo motivo è necessario ragionare per priorità e dare maggior attenzione solo ad un sottoinsieme all'interno delle proprie scelte.

La scelta delle priorità è a sua volta un'applicazione del concetto di scelta, che invece di valutare la bontà delle conseguenze delle diverse alternative possibili in generale, questa volta le valuta in relazione al tempo.

Molto spesso c'è una bella differenza nelle conseguenze tra fare o dire una stessa cosa prima o dopo, tra farlo troppo presto o troppo tardi. Per questo motivo la scelta delle priorità temporali vale quasi tanto quanto la scelta di cosa fare e cosa non fare. Anche in questo caso il meccanismo di autocorrezione interviene per bilanciare i limiti e le imprecisioni individuali (autocritica) e collettive (dialogo).

Nei concetti di correzione, scelta e priorità rientra con importanza la capacità di fare delle previsioni a vari livelli, sia per quanto riguarda le cose grandi che quelle piccole, i livelli individuali e collettivo.

Per il discorso dei limiti di tempo e della sua gestione oculata, d'altra parte, la previsione non può sottrarre troppo tempo all'azione: sarebbe controproducente se tutti passassero la maggior parte della propria vita a immaginarsi le conseguenze delle diverse alternative di azione, tanto da non avere più abbastanza tempo per metterle in atto.

Qualche forma di specializzazione tra previsori e attuatori esiste ed è una forma di organizzazione valida, ma il punto centrale di questo discorso è pur sempre quello di mettere in evidenza e aiutare te che leggi a prendere consapevolezza di questi concetti.

Pensiero, previsione e azione individuali e collettivi hanno alla propria base un bagaglio di informazioni disponibili come punto di partenza: esperienza, conoscenza, immaginazione, eccetera, che ogni individuo si costruisce direttamente o indirettamente da quanto gli viene trasmesso da fonti di ogni tipo (orali, scritte, multimediali).

Il tempo necessario alla raccolta di informazioni è indispensabile proprio perché queste informazioni si pongono alla base di vitali operazioni successive, però la raccolta informazioni non deve diventare di norma la maggior occupazione di tempo (eccetto i casi di specializzazione).

La diffusione di esperienza, conoscenza e immaginazione in modo chiaro e trasparente è indispensabile per questo scopo. La circolazione e comunicazione efficace ed efficiente di informazioni è fondamentale per il progresso individuale e collettivo perché permette di utilizzare il tempo in modo migliore che non dovendo cercare qualcosa che qualcun altro a già perso tempo a cercare (questo non esclude il fatto che possano essere necessarie ulteriori correzioni o miglioramenti a partire da quel punto di massimo avanzamento oppure sia eventualmente necessario fare dei passi indietro).

Cooperazione

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Cooperazione spesso rischia di rimanere una parola positiva ma molto vaga, al contrario il suo scopo è quello di tradurre idee comuni nel mondo del concreto.

Per farla breve, la cooperazione nasce dal dialogo e dall'emergere della consapevolezza di avere un problema o un'idea in comune. Le fasi successive sono quelle che uno affronta individualmente per risolvere un problema, con l'unica differenza che ci si deve sincronizzare con altri individui.

  1. Mettere insieme informazioni a proposito della questione, definire lo scopo comune
  2. Mettere insieme le alternative possibili di azione, prevederne le conseguenze e valutare le migliori
  3. Fare una stima dei tempi di azione, suddivisione dei compiti, valutazione delle priorità
  4. Azione
  5. Correzione dell'azione sulla base di nuove informazioni o idee raccolte durante l'azione
  6. Conclusione, valutazione e divulgazione delle informazioni che possono essere utili ad altri

Il principio di cooperazione è lo stesso sia che si tratti di affrontare problemi grandi che piccoli, collaborando con tanti (comunità, nazioni) o con pochi (coppie, gruppi).

Applicazioni

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