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Discussione:Storia della filosofia/Origine della filosofia greca

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Ultimo commento: 16 anni fa di Xavier121

Riporto i contenuti dei precedenti moduli sull'argomento, da me integrati o modificati per farli confluire nella Storia della filosofia. Xavier121Talk 00:06, 20 giu 2008 (CEST)Rispondi

La nascita greca della filosofia

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Grecia contro Oriente

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La filosofia è un'invenzione puramente greca. Alcuni potrebbero obbiettare che i Greci l'hanno ripresa dall'Oriente, come la religione, l'arte, la scienza e l'organizzazione militare. Ma per quanto con i Greci tali campi di ricerca abbiano raggiunto un livello superiore, non vi è traccia di filosofia vera e propria nel pensiero orientale (Egitto incluso). E vi sono vari motivi che lo chiariscono :

  • Nessun filosofo in epoca classica ne fece il minimo accenno.

In realtà,lo stesso Platone cita più volte la sapienza orientale, e i personaggi presenti nei suoi dialoghi si richiamano più volte all'autorità di un sapere molto più antico di loro; basti pensare a Thoth, dio egiziano citato nel Fedro.

  • I Greci non erano capaci, prima del periodo ellenico di Alessandro Magno, di tradurre lingue straniere (e non ne avevano l'intenzione, rammentando la loro concezione di barbaro)
  • La "Filosofia" orientale è più simile a una sapienza per eletti che, come la filosofia greca, a un'analisi della realtà con la ragione.

In realtà anche per i presocratici esistono diversi tipi di umanità, e di conseguenza, non tutti sono predisposti per la filosofia: ERaclito parla di uomini a due teste, e Parmenide indica due vie: la via della sapienza non è percorribile facilmente.

  • I Greci diedero alla filosofia una forma così diversa dalla sapienza orientale che, anche se ci fossero state contaminazioni, la stessa filosofia orientale ne sarebbe stata trasformata.
  • La filosofia greca degli inizi ha come principale oggetto di ricerca la conoscenza della natura e delle sue forze, mentre la speculazione orientale (soprattutto quella indiana) si concentra su problemi esistenziali e religiosi.

In realtà le due prospettive non sono scindibili:.

Lo stesso processo avvenne per alcune conoscenze scientifiche prese da popoli orientali, come la matematica dagli Egizi e l'astronomia dai Babilonesi. Entrambe le scienze avevano infatti scopo pratico nei luoghi d'origine, e furono i Greci ad elevarle a un livello teorico. Peraltro se in genere si considera quale culla del pensare filosofico proprio la Grecia, ciò avviene non tanto perché si esclude che l' homo sapiens abbia posseduto una qualche interpretazione della realtà esterna e di se medesimo, una propria <<visione del mondo>>, quanto perché i Greci sono stati gli autori dei primi testi scritti della civiltà europea.

La gestazione della filosofia

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Se la filosofia si sviluppò proprio in Grecia nei secoli VII-VI-V a.C. è perché furono raggiunte date condizioni che lo permisero. Le influenze che portarono al parto della filosofia sono l'arte, la religione e le condizioni socio-politiche, nelle forme uniche sviluppatasi in quel periodo.

Fu soprattutto la poesia a influenzare la filosofia : poesia omerica, di Esiodo e lirica. L'Iliade e l'Odissea sono infatti poemi di formazione abbastanza diversi da altri testi sacri simili, quali la Bibbia. Infatti Omero possiede un grande senso di armonia e proporzione, cerca le cause dei fatti accaduti (per quanto siano agioni mitico-storiche) e prova a illustrare tutta la realtà. L'importanza di Esiodo deriva dal fatto che fu il primo a cercare cn la ragione il "principio primo" da cui tutto ebbe inizio. Infine i poeti più propriamente lirici influirono ponendo il concetto di limite, di giusta misura, quel "nosce te ipsum" ("conosci te stesso") del tempio di Apollo che diventerà il motto di Socrate.

La Religione

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Sulla religione le cose si complicano. Se parlo di "religione greca" vengono subito in mente Marte, Apollo e compagnia bella, ossia gli dèi omerici. Ma la religione omerica, pubblica, è solo una faccia della religiosità greca. La religione pubblica non era infatti che un'amplificazione ed idealizzazione dell'uomo comune, che riconduceva a dèi antropomorfi (e possedenti vizi e virtù umani) tutti gli avvenimenti della natura.

Ma molte persone non erano soddisfatte da tale religione, sentendola lontana. Per questo vennero creati i "misteri", tra i quali i più ricordati (e i più influenti) sono quelli orfici. Essi ebbero una grande influenza sulla filosofia per il rifiuto della mortalità dell'anima, predicata invece dagli dèi omerici. I misteri indicavano un forte dualismo tra il corpo, destinato a perire, e l'anima. Ma tale anima era in realtà un demone, caduto nel corpo per una colpa originaria, destinato a sopravvivere e a reincarnarsi. I misteri orfici promettevano ovviamente di liberare l'anima dal corpo, dicendo che gli iniziati avrebbero avuto un premio dopo la loro morte (ed i non-iniziati, ovviamente, una pena). L'obiettivo finale era il ricongiungimento con gli dèi. I misteri orfici ebbero una forte influenza su Pitagora, Eraclito e soprattutto Platone. E si immagini la filosofia senza la "seconda navigazione" di Platone !

Inoltre l'assenza di una serie di dogmi sacri o di una casta sacerdotale furono ostacoli in meno da superare affinché la filosofia potesse affermarsi.

Le condizioni socio-politiche

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L'uomo greco era completamente libero. Per capire il valore di quest'affermazione bisogna mettere a confronto un suddito orientale, la cui ragion di vivere è l'obbedienza a capi politici e religiosi, e un cittadino greco, libero da ogni vincolo esterno, sia dal potere che dalla religione, capace di darsi autonomamente un'ordinamento politico. Se l'ingegno si sviluppò fu perché era libero di svilupparsi e fino ad un certo punto vi era anche costretto. Fu infatti il benessere economico che spinse i ceti medi a cacciare i proprietari terrieri dal potere e a darsi un ordinamento. Questo spiega come mai la filosofia si sviluppò prima nelle colonie, più prospere ed indipendenti della madrepatria.

Qualche nozione sulla filosofia

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Il contenuto della filosofia è tutta la realtà sia presa nell'insieme che nel particolare, distinguendosi da qualunque scienza che è, per definizione, limitata a un solo campo.(Tutte le scienze fanno parte della filosofia). E tale realtà viene studiata tramite la ragione, il logos, che prova ad identificare con essa le cause degli eventi concreti. La filosofia è la riduzione della realtà a logos e con l'unico scopo di conoscere e contemplare la realtà. Come disse Aristotele, "Tutte le scienze sono più necessarie di questa, ma nessuna è superiore". Essa è infatti, anzitutto, contemplazione disinteressata; è, altresì, sapere dei fondamenti: dell' essere(es. la metafisica come dottrina delle cause ultime delle cose), del conoscere (la gnoseologia e la logica come studio dell'origine o della validità ultima delle nozioni e dei ragionamenti), dell' agire (l' etica e la politica come studio dei motivi e degli scopi ultimi dell'azione individuale e sociale): fin dall'inizio fu perciò considerata la <<regina>> del sapere.

In realtà se partiamo dalla analisi etimnologica della parola filosofia, notiamo subito che la filosofia è amore per la sapienza, sapienza che non è riconducibile all'erudizione o alla mera conoscenza logica e/o discorsiva, ma di un sapere che riguarda ogni aspetto dell'essere umano, un sapere realizzativo non sintetizzabile in delle formule sintetiche e scientiste. Qui si nota la vicinanza alle filosofie/ religioni orientali il cui unico scopo è l'elevazione dell' uomo verso la verità e la luce assoluta.

Storia della filosofia presocratica

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La filosofia presocratica ha un lento percorso di continua ascesa I primi filosofi (di cui ci restano comnque poche notizie) sono coloro che cercano il "prinicipio primo", identificandolo spesso con un elemento terrestre. La prima rivoluzione viene con il concetto di "essere", introdotto da Parmenide.Comunque, il gruppo di filosofi che va da Talete a Democrito è chiamato naturalista, perché cerca di determinare la natura del creato. Vengono poi i sofisti (sapienti) che, pur perdendosi nel relativismo, capiscono che l'attenzione deve esserepiù incentrata sull'uomo. Il vero passo decisivo lo fece Socrate che unì a un certo oggettivismo lo studio dell'uomo. Ma, come lo indica il nome stesso, è già escluso dai pre-socratici.


I naturalisti antichi

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Il primo certificato filosofo greco è Talete, vissuto a Mileto a cavallo tra i secoli VII-VI a.C. Fu anche scienziato e matematico (è quello del celebre teorema). Talete fu l'iniziatore della filosofia della physis ("natura" in greco) perché fu il primo a ricondurre tutta la realtà a un principio (in greco arché) originario, che lui identificò con l'acqua. L'acqua è, secondo lui, l'origine, la fine e il permanente sostegno di tutte le cose (l'aristotelica sostanza). Fu lui stesso a chiamarla physis, ossia natura oppure realtà prima e fondamentale.

Ma perché l'acqua ? La tradizione afferma che Talete si basi sul fatto che il cibo è umido, i semi sono umidi e la morte è secca. Attenzione però, l'acqua di Talete non è il liquido che beviamo ma un vero e proprio dio, un elemento divinizzato perché si supponeva governasse il mondo. È una nuova concezione di dio, capita con la ragione e destinata a soppiantare la vecchia religione pubblica. È inoltre un dio che pervade tutto, implicando che ogni cosa abbia un'anima (panpsichismo), come il magnete che manifesta la sua anima attirando il ferro.