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Profili di donne laziali

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Premessa[modifica]

Finalità[modifica]

Questo wikibook si propone di raccogliere, in modo non esaustivo, biografie di donne che hanno contribuito e contribuiscono tuttora, in vari ambiti (storico, culturale, artistico, imprenditoriale, sportivo ecc) alla storia del Lazio. Personalità conosciute o meno, nascoste o dimenticate che danno uno spunto di riflessione sul ruolo della donna all'interno della società nel corso dei secoli.

Irma Pierpaoli[modifica]

Irma Pierpaoli è stata una ricercatrice e scienziata nata il 19 aprile 1891 a Roma.

Biografia[modifica]

Irma Pierpaoli è nata a Roma il 19 aprile 1891 e qui si laurea a pieni voti in Scienze Naturali discutendo una tesi in Botanica. Dal 1915 al 1920 è stata assistente presso l'Istituto Botanico dell'Università di Roma nella quale conduce ricerche sulle piante. Nell'ottobre del 1920 si trasferisce a Taranto, avendo vinto il concorso per la cattedra di Scienze Naturali all'Istituto Tecnico «Pitagora», nel quale insegnerà fino al settembre del 1925. Da quell'anno fino al 1948 insegnerà a Senigallia, paese originario dei suoi genitori, nel quale morirà il 30 gennaio 1967.

Irma Pierpaoli è stata un'antesignana nell'insegnamento e nella ricerca scientifica. Giunta a Taranto, fu indirizzata allo studio delle macroalghe marine dal professore Attilio Cerruti, Direttore del Laboratorio Demaniale di Biologia Marina, oggi appartenente al CNR come Istituto per la Ricerca Sulle Acque (IRSA), sede di Taranto, Istituto Talassografico. Irma Pierpaoli raccoglieva le alghe lungo le coste dei mari di Taranto "prima delle lezioni, prima delle 8 del mattino" e poi portava gli esemplari raccolti nel suddetto Istituto, nel quale li osservava al microscopio per identificarli e dove Attilio Cerruti li fotografava. Per questo ci sono giunte moltissime lastre fotografiche e gli esemplari da lei raccolti e conservati essiccati su fogli di cartoncino costituiscono un importante erbario che porta il suo nome e che, comprendendo esemplari raccolti quasi cento anni fa, si è rivelato di grande utilità nella ricerca scientifica.

Nel 1942, quando già si era trasferita nelle Marche, Irma Pierpaoli torna a campionare a Taranto, in virtù di una borsa di studio conferitale dal Comitato Talassografico Italiano del CNR. Però per la guerra in corso, dopo un mese, fu costretta a sospendere le ricerche: non riuscirà più a tornare a Taranto per problemi di famiglia.

Ricercatrice e unica donna a occuparsi di algologia in Italia fino agli inizi del '900, possiede innato il moderno concetto di biodiversità (varietà: "...delle luci, dei colori, delle forme") che è alla base dell'equilibrio di ogni ecosistema ("...armonia tra le cose create"). A questo aggiungerà il suo essere insegnante seria e scrupolosa, consapevole che insegnare vuol dire non solo trasmettere il sapere, ma suscitare curiosità e desiderio di sapere. Coinvolgeva nella sua attività di ricerca anche i suoi studenti che portava con sé "in campo" a raccogliere le alghe e in laboratorio per il loro riconoscimento e, per tenere viva la loro attenzione, faceva continui riferimenti al Mar Piccolo, al Mar Grande, alla foce del fiume Galeso, alla località S. Vito e citava specie raccolte in questi luoghi.

Aveva una visione dell'insegnamento tanto moderna da tenere lezioni non previste dal programma scolastico, come quella di Botanica Economica dal titolo "Le alghe nell'alimentazione, nell'agricoltura e nell'industria". Inoltre fa sull'uso delle alghe nei Paesi europei ma, soprattutto, in quelli dell'Estremo Oriente, un excursus completo ed esauriente, confermato da dati numerici.

Aveva già intuito il concetto di sostenibilità delle risorse e richiamerà l'attenzione dei suoi studenti sulle fanerogame marine, vere e proprie piante adattate alla vita in mare. "Ho studiato le piante del mare per amore delle cose belle che il mare racchiude, per portare fra i giovani della scuola questa bellezza e far mia l'armonia delle luci, dei colori, delle forme, che mi si presentavano nuove, meravigliose, ogni volta che andavo a pescare o che guardavo al microscopio. Ho studiato le alghe come la musica, per passione; non curandomi troppo dei giudizi umani, gustando la gioia della ricerca, della scoperta delle verità, dell'armonia tra le cose create" così scriveva Irma Pierpaoli al prof. Pietro Parenzan nell'ottobre del 1959.