Sefer כותב ישוע/Capitolo 2
II
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Ora, convocati i dodici, diedi loro l'autorità su tutti i demòni e il potere di guarire le malattie. Li mandai a predicare il Regno di Dio e a guarire gli infermi. E dissi loro: “Non prendete nulla per il viaggio: né bastone, né sacca, né pane, né denaro e non abbiate tunica di ricambio. In qualunque casa sarete entrati, in quella dimorate e da quella ripartite. Quanto a quelli che non vi riceveranno, uscendo dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, come testimonianza contro di loro”. Ed essi, partiti, andavano di villaggio in villaggio, evangelizzando e operando guarigioni dappertutto.
Erode il tetrarca di quel tempo udì parlare di tutti quei fatti e ne era perplesso, perché alcuni dicevano: “Giovanni è risuscitato dai morti”, altri dicevano: “È apparso Elia”, e altri: “È risuscitato uno degli antichi profeti”. Ma Erode disse: “Giovanni l'ho fatto decapitare; chi è dunque costui del quale sento dire tali cose?”. E cercava di vedermi.
Gli apostoli, essendo ritornati, mi raccontarono tutte le cose che avevano fatte ed io, presili con me, mi ritirai in disparte verso una città chiamata Betsaida. Ma le folle, avendolo saputo, mi seguirono; ed io, accoltele, parlavo loro del Regno di Dio e guarivo quelli che avevano bisogno di guarigione.
Ora il giorno cominciava a declinare e i dodici, accostatisi, mi dissero: “Lascia andare la folla, affinché se ne vada per i villaggi e per le campagne vicine per albergarvi e per trovarvi da mangiare, perché qui siamo in un luogo deserto”. Ma risposi loro: “Date loro voi da mangiare”. Ed essi replicarono: “Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci; a meno che non andiamo noi a comprare dei viveri per tutta questa gente”. Poiché c'erano cinquemila uomini. Ed io dissi ai miei discepoli: “Fateli accomodare a gruppi di una cinquantina”. E così li fecero accomodare tutti. Poi presi i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, li benedissi, li spezzai e li diedi ai miei discepoli perché li distribuissero alla gente. Tutti mangiarono e furono sazi e dei pezzi loro avanzati si portarono via dodici ceste.
Mentre stavo pregando in disparte, i discepoli erano con me ed domandai loro: “Chi dice la gente che io sia?”. E quelli risposero: “Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; e altri, uno dei profeti antichi risuscitato”. E chiesi loro: “E voi, chi dite che io sia?”. E Pietro, rispondendo, disse: “Il Cristo di Dio”. E vietai loro severamente di dirlo ad alcuno, aggiungendo: “È necessario che il Figlio dell'uomo soffra molte cose e sia respinto dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, sia ucciso e risusciti il terzo giorno”.
Dicevo poi a tutti: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà, ma chi avrà perduto la propria vita per me, la salverà. Infatti, che giova all'uomo aver guadagnato tutto il mondo, se poi ha perduto o rovinato sé stesso? Perché, se uno ha vergogna di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo avrà vergogna di lui, quando verrà nella gloria sua, del Padre e dei santi angeli. Ora io vi dico in verità che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il regno di Dio”.
Circa otto giorni dopo questi ragionamenti, presi con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, e salii sul monte per pregare. Mentre pregavo, l'aspetto del mio volto fu mutato e la mia veste divenne candida sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con me: erano Mosè ed Elia, i quali, apparsi in gloria, parlavano della mia dipartita che stava per compiersi in Gerusalemme. Pietro e quelli che erano con me erano aggravati dal sonno e, quando si furono svegliati, videro la mia gloria e i due uomini che erano con lui. E come questi si dipartivano, Pietro mi disse: “Maestro, è bene che stiamo qui; facciamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia”, non sapendo quello che diceva. Mentre diceva così, venne una nuvola che ci coprì della sua ombra e i discepoli temettero quando quelli entrarono nella nuvola. E una voce venne dalla nuvola, dicendo: “Questi è mio Figlio, l'eletto mio; ascoltatelo”. E, mentre la voce parlava, mi ritrovai solo. Allora essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno nulla di quello che avevano visto.
Il giorno seguente, quando scendemmo dal monte, una gran folla mi venne incontro. Ed ecco, un uomo dalla folla esclamò: “Maestro, te ne prego, volgi lo sguardo a mio figlio; è l'unico che io abbia. Ecco, uno spirito lo prende e subito egli grida; lo spirito lo contorce con delle convulsioni facendolo schiumare e a fatica si allontana da lui, dopo averlo straziato. Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non hanno potuto”. Rispondendo, dissi: “O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò io con voi e vi sopporterò? Porta qui tuo figlio”. Mentre il fanciullo si avvicinava, il demonio lo gettò per terra e lo contorse con delle convulsioni, ma io sgridai lo spirito immondo, guarii il fanciullo e lo resi a suo padre. E tutti sbigottivano della grandezza di Dio.
Ora, mentre tutti si meravigliavano delle cose che facevo, dissi ai miei discepoli: “Voi tenete bene a mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini”. Ma essi non capivano quelle parole che erano per loro coperte da un velo, in modo che non mi intendevano, e temevano di interrogarmi su quanto avevo detto.
Poi sorse fra loro una disputa su chi di loro fosse il maggiore. Tuttavia, conosciuto il pensiero del loro cuore, presi un piccolo fanciullo, me lo pose accanto e dissi loro: “Chi riceve questo piccolo fanciullo nel mio nome, riceve me e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. Poiché chi è il minimo fra tutti voi, quello è grande”. Allora Giovanni prese a dirmi: “Maestro, noi abbiamo visto un tale che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non ti segue con noi”. Ma gli dissi: “Non glielo vietate, perché chi non è contro di voi è per voi”.
Poi, come si avvicinava il tempo della mia assunzione, mi mise risolutamente in cammino verso Gerusalemme. E mandai davanti a me dei servitori, i quali, partiti, entrarono in un villaggio dei Samaritani per prepararmi alloggio. Ma quelli non mi ricevettero perché ero diretto verso Gerusalemme. Visto ciò, i miei discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Signore, vuoi tu che diciamo che scenda fuoco dal cielo e li consumi?”. Ma, voltatomi, li sgridai. E ce ne andammo in un altro villaggio.
Mentre camminavamo per la via, qualcuno mi disse: “Io ti seguirò dovunque tu andrai”. Ed io gli risposi: “Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”. E a un altro dissi: “Seguimi”. Ed egli rispose: “Permettimi prima di andare a seppellire mio padre”. Ma gli dissi: “Lascia i morti seppellire i loro morti, ma tu va' ad annunciare il regno di Dio”. Un altro ancora mi disse: “Ti seguirò, Signore, ma permettimi prima di salutare quelli di casa mia”. Ma io gli dissi: “Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi riguardi indietro, è adatto al regno di Dio”.
Dopo queste cose, designai altri settanta discepoli e li mandai a due a due davanti a me, in ogni città e luogo dove io stesso stavo per andare. E dicevo loro: “La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse che spinga degli operai nella sua mèsse. Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate né borsa, né sacca, né calzari e non salutate nessuno per via. In qualunque casa sarete entrati, dite prima: ‘Pace a questa casa!’. Se lì vi è un figlio di pace, la vostra pace riposerà su lui; se no, tornerà a voi. Dimorate in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa. In qualunque città sarete entrati, se vi ricevono, mangiate di ciò che vi sarà messo davanti, guarite gli infermi che saranno in essa e dite loro: ‘Il regno di Dio si è avvicinato a voi’. Ma in qualunque città sarete entrati, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: ‘Perfino la polvere che dalla vostra città si è attaccata ai nostri piedi noi la scuotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi’. Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città”.
“Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché, se in Tiro e in Sidone fossero state fatte le opere potenti compiute fra voi, già anticamente si sarebbero ravvedute, prendendo il cilicio e sedendo nella cenere. Perciò, nel giorno del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra. E tu, o Capernaum, sarai tu forse innalzata fino al cielo? No, tu sarai abbassata fino nell'Ades!
Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me e chi rifiuta me rifiuta colui che mi ha mandato”.
Ora i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: “Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome”. Ed io dissi loro: “Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male. Eppure, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.
In quella stessa ora, giubilai per lo Spirito Santo e dissi: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli! Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio e nessuno conosce chi è il Figlio, se non il Padre, né chi è il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo”. E, rivoltosi ai miei discepoli, dissi loro in disparte: “Beati gli occhi che vedono le cose che voi vedete! Poiché vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere le cose che voi vedete e non le hanno viste, udire le cose che voi udite e non le hanno udite”.
Ed ecco, un certo dottore della legge si alzò per mettermi alla prova e mi disse: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”. Ed io gli dissi: “Nella legge che sta scritto? Come leggi?”. Egli, rispondendo, disse: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l'anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli dissi: “Tu hai risposto rettamente; fa' questo e vivrai”. Ma egli, volendo giustificarsi, mi disse: “E chi è il mio prossimo?”. Replicando, dissi: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e s'imbatté nei briganti i quali, spogliatolo e feritolo, se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa via; lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un samaritano che era in viaggio, giunto presso di lui, lo vide, ne ebbe compassione e, accostatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra dell'olio e del vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a un albergo e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: ‘Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, quando tornerò, te lo renderò’. Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?”. E quello rispose: “Colui che gli usò misericordia”. E gli intimai: “Va’ e fa’ anche tu la stessa cosa”.
Mentre eravamo in cammino, entrai in un villaggio e una certa donna, di nome Marta, mi ricevette in casa sua. Marta aveva una sorella chiamata Myriam la quale, postasi a sedere ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: “Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma io, rispondendo, le dissi: “Marta, Marta, ti affanni e ti inquieti di molte cose, ma una cosa è necessaria. Myriam ha scelto la buona parte che non le sarà tolta”.
Poi ero in disparte a pregare; quando ebbi finito, uno dei suoi discepoli mi disse: “Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Ed dissi loro: “Quando pregate, dite: ‘Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; e perdonaci i nostri peccati, poiché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione’”.
Quindi dissi loro: “Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte e gli dice: ‘Amico, prestami tre pani, perché un amico mi è arrivato in casa da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti’; e se colui da dentro gli risponde: ‘Non darmi fastidio; la porta è già chiusa e i miei bambini sono con me a letto; io non posso alzarmi per darteli’, io vi dico che, seppure non si alzasse a darglieli perché gli è amico, tuttavia, per la sua importunità, si alzerà e gliene darà quanti ne ha di bisogno”. Io altresì vi dico: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede riceve, chi cerca trova e sarà aperto a chi bussa. E chi è quel padre tra voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O, se gli chiede un pesce, gli dia invece una serpe? Oppure, anche se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? Se voi dunque che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano!”
Stavo scacciando un demonio che era muto; quando il demonio fu uscito, il muto parlò e la folla si stupì. Ma alcuni di loro dissero: “È per l'aiuto di Belzebù, principe dei demòni, che egli scaccia i demòni”. Altri, per mettermi alla prova, mi chiedevano un segno dal cielo. Tuttavia, conoscendo i loro pensieri, dissi loro: “Ogni regno diviso in parti contrarie è ridotto in deserto e una casa divisa contro sé stessa va in rovina. Se dunque anche Satana è diviso contro sé stesso, come potrà reggere il suo regno? Poiché voi dite che è per l'aiuto di Belzebù che io scaccio i demòni. E se io scaccio i demòni per l'aiuto di Belzebù, i vostri figli per l'aiuto di chi li scacciano? Perciò, essi stessi saranno i vostri giudici. Ma se è per il dito di Dio che io scaccio i demòni, allora il regno di Dio è giunto fino a voi. Quando l'uomo forte, ben armato, guarda l'ingresso della sua dimora, quello che egli possiede è al sicuro, ma, quando uno più forte di lui sopraggiunge e lo vince, gli toglie tutta l'armatura nella quale confidava e ne spartisce le spoglie. Chi non è con me, è contro di me e chi non raccoglie con me, disperde”.
“Quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, si aggira per luoghi aridi, cercando riposo; e, non trovandone, dice: ‘Ritornerò nella mia casa da dove sono uscito’ e, giuntovi, la trova spazzata e adorna. Allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed entrano ad abitarla; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima”.
Mentre dicevo queste cose, dalla folla una donna alzò la voce e mi disse: “Beato il grembo che ti portò e i seni che tu poppasti!”. Ma io replicai: “Beati piuttosto quelli che odono la parola di Dio e la osservano!”
Mentre la gente si affollava intorno, cominciai a dire: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa chiede un segno, ma segno non le sarà dato, tranne il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per i Niniviti, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del Mezzogiorno risusciterà nel giudizio con gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché lei venne dalle estremità della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c'è più che Salomone. I Niniviti risusciteranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c'è più che Giona”.
“Nessuno, quando ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto un vaso; anzi, la mette sul candeliere, affinché quelli che entrano vedano la luce. La lampada del tuo corpo è l'occhio; se l'occhio tuo è sano, anche tutto il tuo corpo è illuminato ma, se è viziato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. Guarda dunque che la luce che è in te non sia tenebre. Se dunque tutto il tuo corpo è illuminato, senza avere alcuna parte tenebrosa, sarà tutto illuminato come quando la lampada ti illumina con il suo splendore”.
Mentre parlavo, un fariseo mi invitò a pranzo da lui. Ed io, entrato, mi misi a tavola. Il fariseo, visto questo, si meravigliò che non mi fossi lavato prima del pranzo. Gli disse: “Voi farisei pulite l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di malvagità. Stolti, colui che ha fatto l'esterno, non ha anche fatto l'interno? Date piuttosto in elemosina quello che è dentro il piatto e ogni cosa sarà pulita per voi.
Ma guai a voi, farisei, poiché pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erba e trascurate la giustizia e l'amore di Dio! Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre.
Guai a voi, farisei, perché amate i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze.
Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e chi vi cammina sopra non ne sa niente”.
Allora uno dei dottori della legge, rispondendo, mi disse: “Maestro, parlando così, offendi anche noi”. Ed io risposi: “Guai anche a voi, dottori della legge, perché caricate la gente di pesi difficili da portare e voi non toccate quei pesi neppure con un dito!
Guai a voi, perché edificate i sepolcri dei profeti e i vostri padri li uccisero. Voi dunque testimoniate delle opere dei vostri padri e le approvate, perché essi li uccisero e voi edificate loro dei sepolcri. Per questo la sapienza di Dio ha detto: ‘Io manderò loro dei profeti e degli apostoli; ne uccideranno alcuni e ne perseguiteranno altri’, affinché il sangue di tutti i profeti sparso dalla fondazione del mondo sia ridomandato a questa generazione, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso fra l'altare e il tempio; sì, vi dico, sarà ridomandato a questa generazione.
Guai a voi, dottori della legge, poiché avete tolto la chiave della scienza! Voi stessi non siete entrati e l'avete impedito a quelli che volevano entrare”.
Quando fui uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a incalzarmi duramente e a farmi domande su molte cose, tendendomi insidie, per cogliere qualche parola che mi uscisse di bocca.
Intanto, la gente si era riunita a migliaia, così da calpestarsi gli uni gli altri. Cominciai prima di tutto a dire ai miei discepoli: “Guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia. Ma non c'è niente di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce e ciò che avete detto all'orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti. Ma a voi che siete miei amici io dico: Non temete quelli che uccidono il corpo ma che, oltre a questo, non possono fare nulla di più. Io vi mostrerò chi dovete temere: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella geenna. Sì, vi dico, temete Lui. Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno di essi è dimenticato davanti a Dio; anzi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque; voi valete di più di molti passeri. Ora io vi dico: Chiunque mi avrà riconosciuto davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo riconoscerà lui davanti agli angeli di Dio, ma chi mi avrà rinnegato davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque avrà parlato contro il Figlio dell'uomo sarà perdonato, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato.
Quando poi vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di cosa rispondere a vostra difesa o di quello che dovrete dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quello stesso momento ciò che dovrete dire”.
Ora, uno della folla mi disse: “Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l'eredità”. Ma gli risposi: “O uomo, chi mi ha costituito su voi giudice o spartitore?”. Poi dissi loro: “Badate e guardatevi da ogni avarizia, perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede che egli ha la sua vita”. E dissi loro questa parabola: “La campagna di un certo uomo ricco fruttò in abbondanza; egli ragionava così fra sé: ‘Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?’. E disse: ‘Questo farò: demolirò i miei granai, ne fabbricherò di più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni e dirò all'anima mia: Anima tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi’. Ma Dio gli disse: ‘Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata e quello che hai preparato di chi sarà?’. Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio”.
Poi dissi ai miei discepoli: “Perciò vi dico: Non siate in ansia per la vostra vita, di ciò che mangerete, né per il corpo, di che vi vestirete; poiché la vita è più del nutrimento e il corpo è più del vestito. Considerate i corvi: non seminano, non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. E voi, quanto più degli uccelli valete! E chi di voi può con la propria ansietà aggiungere alla sua statura un solo cubito? Se dunque non potete fare nemmeno ciò che è minimo, perché siete in ansia per il resto? Considerate come crescono i gigli: non faticano e non filano, eppure io vi dico che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito come uno di loro. Ora, se Dio riveste così l'erba che oggi è nel campo e domani è gettata nel forno, quanto più vestirà voi, o gente di poca fede! Anche voi non cercate che mangerete e che berrete e non state in ansia, poiché è la gente del mondo che ricerca tutte queste cose, ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno sopraggiunte.
Non temere, o piccolo gregge, poiché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno.
Vendete i vostri beni e fatene elemosina; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che non venga meno nei cieli, dove ladro non si accosta e tignola non guasta. Perché dov'è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore”.
“I vostri fianchi siano cinti e le vostre lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando tornerà dalle nozze, per aprirgli subito, appena giungerà e busserà. Beati quei servitori che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si cingerà, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a che ora verrà il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi siate pronti, perché nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà”.
Pietro disse: “Signore, questa parabola la dici tu per noi o anche per tutti?”. Ed io risposi: “Chi è mai quell'economo fedele e avveduto che il padrone costituirà sui suoi domestici per dare loro a suo tempo la loro porzione di viveri? Beato quel servo che il padrone, al suo arrivo, troverà intento a fare così. In verità io vi dico che lo costituirà su tutti i suoi beni. Ma se quel servo dice in cuor suo: ‘Il mio padrone tarda a venire’ e comincia a battere i servi e le serve, a mangiare, bere e ubriacarsi, il padrone di quel servo verrà nel giorno che non se l'aspetta e nell'ora che non sa; lo farà lacerare a colpi di flagello e gli assegnerà la sorte degli infedeli. Quel servo, che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato né fatto nulla per compiere la sua volontà, sarà battuto con molti colpi, ma colui che non l'ha conosciuta e ha fatto cose degne di castigo, sarà battuto con pochi colpi. A chi molto è stato dato, molto sarà ridomandato e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà”.
“Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra e che mi resta da desiderare, se già è acceso? Ma c'è un battesimo del quale devo essere battezzato e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate voi che io sia venuto a mettere pace in terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione, perché, da ora in avanti, se vi sono cinque persone in una casa, saranno divise tre contro due e due contro tre; saranno divisi il padre contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia, la figlia contro la madre; la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera”.
Dicevo poi ancora alle folle: “Quando vedete una nuvola venire su da ponente, voi dite subito: ‘Viene la pioggia’ e così succede. Quando sentite soffiare lo scirocco, dite: ‘Farà caldo’ e avviene così. Ipocriti, sapete discernere bene l'aspetto della terra e del cielo; come mai non sapete discernere questo tempo?
Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, fa’ di tutto, mentre sei per via, per accordarti con lui, affinché non ti porti davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore giudiziario e l'esecutore ti metta in prigione. Io ti dico che non uscirai di là, finché tu non abbia pagato fino all'ultimo centesimo”.
In quello stesso tempo vennero alcuni a riferirmi il fatto dei Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con i loro sacrifici. Rispondendo, dissi loro: “Pensate che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei perché hanno sofferto tali cose? No, vi dico, ma, se non vi ravvedete, tutti, allo stesso modo, perirete”. O quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma, se non vi ravvedete, tutti, allo stesso modo, perirete”.
Dissi pure questa parabola: “Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna; andò a cercarvi del frutto e non ne trovò. Disse dunque al vignaiuolo: ‘Ecco, sono ormai tre anni che vengo a cercare frutto da questo fico e non ne trovo; taglialo, perché sta lì a rendere improduttivo anche il terreno?’. Ma l'altro, rispondendo, gli disse: ‘Signore, lascialo ancora quest'anno, finché io gli zappi attorno e vi metta del concime; forse darà frutto in avvenire; se no, lo taglierai’”.
Stava insegnando in una delle sinagoghe in giorno di Shabbat. Ed ecco una donna che da diciotto anni aveva uno spirito d'infermità, era tutta curvata e incapace di raddrizzarsi in alcun modo. Ed io, vedutala, la chiamai a me e le dissi: “Donna, tu sei liberata dalla tua infermità”. Posi le mani su lei e in quell'istante fu raddrizzata e glorificava Dio. Ora il capo della sinagoga, sdegnato che avessi fatto una guarigione in giorno di Shabbat, prese a dire alla folla: “Ci sono sei giorni nei quali si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire e non in giorno di sabato”. Ma gli risposi: “Ipocriti, non scioglie ciascuno di voi, di sabbath, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? E questa, che è figlia di Abraamo e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabbath?”. Mentre dicevo queste cose, tutti i miei avversari erano confusi e la moltitudine si rallegrava di tutte le opere gloriose da me compiute.
Dicevo dunque: “A che cosa è simile il regno di Dio e a che cosa lo paragonerò? Esso è simile a un granello di senape che un uomo ha preso e gettato nel suo orto; ed è cresciuto ed è divenuto albero e gli uccelli del cielo si sono riparati sui suoi rami”.
E di nuovo dissi: “A che cosa paragonerò il regno di Dio? Esso è simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre misure di farina, finché sia tutta lievitata”.
Attraversavo città e villaggi, insegnando e avvicinandomi a Gerusalemme.
Un tale mi disse: “Signore, sono pochi i salvati?”. Ed io dissi loro: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: ‘Signore, aprici’, ma egli, rispondendo, vi dirà: ‘Io non so da dove venite’. Allora comincerete a dire: ‘Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze!’. Ed egli dirà: ‘Io vi dico che non so da dove venite; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità’. Là ci sarà il pianto e lo stridore di denti, quando vedrete Abraamo e Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi ne sarete cacciati fuori. E ne verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, e si siederanno a tavola nel regno di Dio. Ed ecco, ve ne sono degli ultimi che saranno primi e dei primi che saranno ultimi”.
In quello stesso momento vennero alcuni farisei a dirmi: “Parti e vattene di qui, perché Erode vuole farti morire”. Ed io dissi loro: “Andate a dire a quella volpe: ‘Ecco, io scaccio i demòni, compio guarigioni oggi e domani e il terzo giorno giungo al mio termine’. D'altronde, bisogna che io cammini oggi e domani e dopodomani, perché non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. Io vi dico che non mi vedrete più, finché venga il giorno che diciate: ‘Benedetto colui che viene nel nome del Signore!’”
Entrai in casa di uno dei principali farisei in giorno di Shabbat per prendere cibo; essi mi stavano osservando. Ed ecco, mi stava davanti un uomo idropico. Iniziai a dire ai dottori della legge e ai farisei: “È lecito o no fare guarigioni in giorno di sabbath?”. Ma essi tacquero. Allora io, presolo, lo guarii e lo congedai. Poi dissi loro: “Chi di voi, se un figlio o un bue cade in un pozzo, non lo tira subito fuori in giorno di sabbath?”. Ed essi non potevano rispondere nulla in contrario.
Notando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, dissi loro questa parabola: “Quando sarai invitato a nozze da qualcuno, non ti mettere a tavola al primo posto, perché può darsi che sia stato invitato da lui qualcuno più importante di te e chi ha invitato te e lui non venga a dirti: ‘Cedi il posto a questo!’ e tu debba, con tua vergogna, cominciare allora a occupare l'ultimo posto. Ma quando sarai invitato, va’ a metterti all'ultimo posto, affinché, quando colui che ti ha invitato verrà, ti dica: ‘Amico, sali più in su’. Allora ne avrai onore davanti a tutti quelli che saranno a tavola con te. Poiché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato”.
Diceva pure a chi mi aveva invitato: “Quando fai un pranzo o una cena, non chiamare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i vicini ricchi, affinché anche loro t’invitino e ti sia reso il contraccambio; ma quando fai un convito, chiama i poveri, gli storpi, gli zoppi, i ciechi e sarai beato, perché non hanno modo di rendertene il contraccambio; infatti il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti”.
Uno degli invitati, udite queste cose, mi disse: “Beato chi mangerà del pane nel regno di Dio!”. Ma io gli dissi: “Un uomo fece una gran cena e invitò molti; e, all'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: ‘Venite, perché tutto è già pronto’. Tutti insieme cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: ‘Ho comprato un campo e ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi’. Un altro disse: ‘Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi’. Un altro disse: ‘Ho preso moglie e perciò non posso venire’. E il servo, tornato, riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa, adiratosi, disse al suo servo: ‘Va' presto per le piazze e per le vie della città e conduci qua i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi’. Poi il servo disse: ‘Signore, si è fatto come hai comandato e c'è ancora posto’. E il signore disse al servo: ‘Va' fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena. Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena’”.
Ora molta gente andava con me ed io, voltatomi, dissi loro:
“Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle e persino la propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Infatti, chi è fra voi colui che, volendo edificare una torre, non si metta prima a sedere e calcoli la spesa per vedere se ha da poterla finire? Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo: ‘Quest'uomo ha cominciato a edificare e non ha potuto finire’.
Ovvero, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si metta prima a sedere ed esamini se possa, con diecimila uomini, affrontare chi gli viene contro con ventimila? Altrimenti, mentre quello è ancora lontano, gli manda un'ambasciata e chiede di trattare la pace.
Così dunque ognuno di voi, che non rinunci a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.
Il sale, certo, è buono ma, se anche il sale diventa insipido, con che gli si darà sapore? Non serve né per terra, né per concime; lo si butta via. Chi ha orecchi da udire, oda”.
Tutti i pubblicani e i peccatori si accostavano a me per udirmi. E così i farisei come gli scribi mormoravano, dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”. Ed io dissi loro questa parabola: “Chi è l'uomo fra voi che, avendo cento pecore, se ne perde una, non lasci le novantanove nel deserto e non vada dietro alla perduta finché non l'abbia ritrovata? E, trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle e, giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: ‘Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta’. Io vi dico che così vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di ravvedimento”.
“Ovvero, qual è la donna che, avendo dieci dramme, se ne perde una, non accende un lume e non spazzi la casa e non cerchi con cura finché non l'abbia ritrovata? Quando l'ha trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo:
‘Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduto’. Così, vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede”.
Dissi ancora: “Un uomo aveva due figli; il più giovane di loro disse al padre: ‘Padre, dammi la parte dei beni che mi tocca’. Ed egli spartì fra loro i beni. Di lì a poco il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, se ne partì per un paese lontano e vi dissipò la sua sostanza, vivendo dissolutamente. E quando ebbe speso ogni cosa, una gran carestia venne in quel paese, tanto che cominciò a essere nel bisogno. Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Egli avrebbe bramato sfamarsi con i baccelli che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: ‘Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Io mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi’. Egli dunque si alzò e tornò da suo padre, ma, mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e fu mosso a compassione; corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò. E il figlio gli disse: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio’. Ma il padre disse ai suoi servitori: ‘Presto, portate qua la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato a vita; era perduto ed è stato ritrovato’. E si misero a fare gran festa. Ora il figlio maggiore era ai campi; tornando, mentre fu vicino alla casa, udì la musica e le danze. Chiamato uno dei servitori, gli domandò che cosa stesse succedendo. Quello gli disse: ‘È giunto tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché l'ha riavuto sano e salvo’. Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì fuori e lo pregava d'entrare. Ma egli, rispondendo, disse al padre: ‘Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici, ma, quando è venuto questo tuo figlio che ha divorato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato’. Allora il padre gli disse: ‘Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua, ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato a vita; era perduto ed è stato ritrovato’”.
Diceva inoltre ai miei discepoli: “Un uomo ricco aveva un economo, il quale fu accusato davanti a lui di dissipare i suoi beni. Egli lo chiamò e gli disse: ‘Che cos'è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché tu non puoi più essere mio amministratore’. Allora l'economo disse fra sé: ‘Che farò io, ora che il padrone mi toglie l'amministrazione? A zappare non sono capace; a mendicare mi vergogno. So bene quello che farò, affinché, quando dovrò lasciare l'amministrazione, ci sia chi mi riceva in casa sua’. Chiamati quindi a sé uno per uno i debitori del suo padrone, disse al primo: ‘Quanto devi al mio padrone?’. Quello rispose: ‘Cento bati d'olio’. Egli disse: ‘Prendi la tua scritta, siedi e scrivi presto: cinquanta’. Poi disse a un altro: ‘E tu, quanto devi?’. Quello rispose: ‘Cento cori di grano’. Egli disse: ‘Prendi la tua scritta e scrivi: ottanta’. E il padrone lodò l'amministratore infedele perché aveva operato con avvedutezza; poiché i figli di questo secolo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più accorti dei figli della luce.
E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste, affinché, quando esse verranno meno, quelli vi ricevano nei tabernacoli eterni. Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi. Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere? E, se non siete stati fedeli nell'altrui, chi vi darà il vostro? Nessun domestico può servire due padroni: perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona”.
I farisei, che amavano il denaro, udivano tutte queste cose e si beffavano di me. Ed io dissi loro: “Voi siete quelli che vi proclamate giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce il vostro cuore, poiché quello che è eccelso fra gli uomini è abominazione davanti a Dio”.
"La legge e i profeti sono durati fino a Giovanni; da quel tempo è annunciata la buona notizia del regno di Dio e ognuno vi entra a forza. È più facile che passino il cielo e la terra, che cada un solo apice della legge”.
“Chiunque manda via la moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio”.
“C'era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso e ogni giorno festeggiava sontuosamente, e c'era un mendicante chiamato Lazzaro, che giaceva alla sua porta, pieno di ulcere, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulcere. Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco e fu sepolto. E nell'Ades, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo e Lazzaro nel suo seno ed esclamò: ‘Padre Abraamo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell'acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma’. Ma Abraamo disse: ‘Figlio, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua e che Lazzaro similmente ricevette i mali, ma ora qui egli è consolato e tu sei tormentato. E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi’. Ed egli disse: ‘Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose e non vengano anche loro in questo luogo di tormento’. Abraamo disse: ‘Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli’. Ed egli: ‘No, padre Abraamo, ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno’. Ma Abraamo rispose: ‘Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse’”.
Dissi poi ai miei discepoli: “È impossibile che non avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono! Sarebbe meglio per lui che gli fosse messa al collo una macina da mulino e fosse gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli. Badate a voi stessi! Se tuo fratello pecca, riprendilo e, se si pente, perdonalo. E se ha peccato contro te sette volte al giorno e sette volte torna a te e ti dice: ‘Mi pento’, perdonalo”.
Allora gli apostoli dissero al Signore: “Aumentaci la fede”. Il Signore disse: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: ‘Sradicati e trapiantati nel mare’ e vi ubbidirebbe”.
“Se uno di voi ha un servo che ara o bada alle pecore, quando quello torna a casa dai campi, gli dirà: ‘Vieni presto a metterti a tavola’? Non gli dirà invece: ‘Preparami la cena, rimboccati la veste e vieni a servirmi finché io abbia mangiato e bevuto, poi mangerai e berrai tu’? Si ritiene forse obbligato verso il suo servo perché ha fatto le cose che gli erano state comandate? Così anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: ‘Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare’”.
Nel recarmi a Gerusalemme, passavo sui confini della Samaria e della Galilea. Mentre entravo in un certo villaggio, mi vennero incontro dieci uomini lebbrosi, i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce dicendo: “Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!”. Vedutili, dissi loro: “Andate a mostrarvi ai sacerdoti”. E, mentre andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendo che era guarito, tornò indietro glorificando Dio ad alta voce e si gettò ai miei piedi con la faccia a terra, ringraziandomi; e questo era un samaritano. Rispondendo, dissi: “I dieci non sono stati tutti purificati? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che sia tornato per dare gloria a Dio tranne questo straniero?”. E gli dissi: “Alzati e va': la tua fede ti ha salvato”.
Interrogato poi dai farisei sul quando verrebbe il regno di Dio, risposi loro dicendo: “Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi, né si dirà: ‘Eccolo qui’ o: ‘Eccolo là’, perché, ecco, il regno di Dio è dentro di voi”.
Dissi pure ai miei discepoli: “Verranno giorni che desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo e non lo vedrete. E vi si dirà: ‘Eccolo là’ o: ‘Eccolo qui’; non andate e non li seguite, perché com'è il lampo, che balenando risplende da un'estremità all'altra del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. Ma prima bisogna che egli soffra molte cose e sia respinto da questa generazione.
E come avvenne ai giorni di Noè, così pure avverrà ai giorni del Figlio dell'uomo. Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie e si andava a marito, fino al giorno che Noè entrò nell'arca e venne il diluvio che li fece perire tutti. Avvenne allo stesso modo anche ai giorni di Lot: si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava e si edificava, ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti. Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo sarà manifestato.
In quel giorno, chi sarà sulla terrazza e avrà la sua roba in casa, non scenda a prenderla; così pure chi sarà nei campi, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la sua vita, la perderà, ma chi la perderà, la preserverà. Io vi dico: In quella notte, due saranno in un letto; l'uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno assieme; l'una sarà presa e l'altra lasciata. Due uomini saranno ai campi, l'uno sarà preso e l'altro lasciato”.
I discepoli risposero: “Dove sarà, Signore?”. Ed io dissi loro: “Dove sarà il corpo, là pure si raduneranno le aquile”.
Proposi loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi: “In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio né aveva rispetto per alcun uomo; e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui dicendo: ‘Fammi giustizia del mio avversario’. Egli per un tempo non volle farlo, poi disse fra sé: ‘Benché io non tema Dio e non abbia rispetto per alcun uomo, tuttavia, poiché questa vedova continua a darmi fastidio, le farò giustizia, perché, a forza di venire, non finisca per sfiancarmi’”.
Intimai: “Ascoltate ciò che dice il giudice ingiusto. Dio non renderà forse giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti? Io vi dico che farà loro subito giustizia. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?”.