Sefer כותב ישוע/Impara
Ora va’ e impara ● א
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Matteo 1:1-25 — βίβλος γενέσεως Ἰησοῦ Χριστοῦ υἱοῦ Δαυὶδ υἱοῦ Ἀβραάμ Ἀβραὰμ ἐγέννησεν τὸν Ἰσαάκ Ἰσαὰκ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰακώβ Ἰακὼβ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰούδαν καὶ τοὺς ἀδελφοὺς αὐτοῦ Ἰούδας δὲ ἐγέννησεν τὸν Φάρες καὶ τὸν Ζάρα ἐκ τῆς Θαμάρ Φάρες δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἑσρώμ Ἑσρὼμ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀράμ Ἀρὰμ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀμιναδάβ Ἀμιναδὰβ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ναασσών Ναασσὼν δὲ ἐγέννησεν τὸν Σαλμών Σαλμὼν δὲ ἐγέννησεν τὸν Βόες ἐκ τῆς Ῥαχάβ Βόες δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰωβὴδ ἐκ τῆς Ῥούθ Ἰωβὴδ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰεσσαί Ἰεσσαὶ δὲ ἐγέννησεν τὸν Δαυὶδ τὸν βασιλέα Δαυὶδ δὲ ἐγέννησεν τὸν Σολομῶνα ἐκ τῆς τοῦ Οὐρίου Σολομὼν δὲ ἐγέννησεν τὸν Ῥοβοάμ Ῥοβοὰμ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀβιά Ἀβιὰ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀσάφ Ἀσὰφ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰωσαφάτ Ἰωσαφὰτ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰωράμ Ἰωρὰμ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ὀζίαν Ὀζίας δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰωαθάμ Ἰωαθὰμ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀχάζ Ἀχὰζ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἑζεκίαν Ἑζεκίας δὲ ἐγέννησεν τὸν Μανασσῆ Μανασσῆς δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀμώς Ἀμὼς δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰωσίαν Ἰωσίας δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰεχονίαν καὶ τοὺς ἀδελφοὺς αὐτοῦ ἐπὶ τῆς μετοικεσίας Βαβυλῶνος μετὰ δὲ τὴν μετοικεσίαν Βαβυλῶνος Ἰεχονίας ἐγέννησεν τὸν Σαλαθιήλ Σαλαθιὴλ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ζοροβαβέλ Ζοροβαβὲλ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀβιούδ Ἀβιοὺδ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἐλιακίμ Ἐλιακὶμ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀζώρ Ἀζὼρ δὲ ἐγέννησεν τὸν Σαδώκ Σαδὼκ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀχίμ Ἀχὶμ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἐλιούδ Ἐλιοὺδ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἐλεάζαρ Ἐλεάζαρ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ματθάν Ματθὰν δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰακώβ Ἰακὼβ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰωσὴφ τὸν ἄνδρα Μαρίας ἐξ ἧς ἐγεννήθη Ἰησοῦς ὁ λεγόμενος Χριστός πᾶσαι οὖν αἱ γενεαὶ ἀπὸ Ἀβραὰμ ἕως Δαυὶδ γενεαὶ δεκατέσσαρες καὶ ἀπὸ Δαυὶδ ἕως τῆς μετοικεσίας Βαβυλῶνος γενεαὶ δεκατέσσαρες καὶ ἀπὸ τῆς μετοικεσίας Βαβυλῶνος ἕως τοῦ Χριστοῦ γενεαὶ δεκατέσσαρες τοῦ δὲ Ἰησοῦ Χριστοῦ ἡ γένεσις οὕτως ἦν μνηστευθείσης τῆς μητρὸς αὐτοῦ Μαρίας τῷ Ἰωσήφ πρὶν ἢ συνελθεῖν αὐτοὺς εὑρέθη ἐν γαστρὶ ἔχουσα ἐκ πνεύματος ἁγίου Ἰωσὴφ δὲ ὁ ἀνὴρ αὐτῆς δίκαιος ὢν καὶ μὴ θέλων αὐτὴν δειγματίσαι ἐβουλήθη λάθρᾳ ἀπολῦσαι αὐτήν ταῦτα δὲ αὐτοῦ ἐνθυμηθέντος ἰδοὺ ἄγγελος κυρίου κατ᾽ ὄναρ ἐφάνη αὐτῷ λέγων Ἰωσὴφ υἱὸς Δαυίδ μὴ φοβηθῇς παραλαβεῖν Μαρίαν τὴν γυναῖκά σου τὸ γὰρ ἐν αὐτῇ γεννηθὲν ἐκ πνεύματός ἐστιν ἁγίου τέξεται δὲ υἱὸν καὶ καλέσεις τὸ ὄνομα αὐτοῦ Ἰησοῦν αὐτὸς γὰρ σώσει τὸν λαὸν αὐτοῦ ἀπὸ τῶν ἁμαρτιῶν αὐτῶν τοῦτο δὲ ὅλον γέγονεν ἵνα πληρωθῇ τὸ ῥηθὲν ὑπὸ κυρίου διὰ τοῦ προφήτου λέγοντος ἰδοὺ ἡ παρθένος ἐν γαστρὶ ἕξει καὶ τέξεται υἱόν καὶ καλέσουσιν τὸ ὄνομα αὐτοῦ Ἐμμανουήλ ὅ ἐστιν μεθερμηνευόμενον μεθ᾽ ἡμῶν ὁ θεός ἐγερθεὶς δὲ ὁ Ἰωσὴφ ἀπὸ τοῦ ὕπνου ἐποίησεν ὡς προσέταξεν αὐτῷ ὁ ἄγγελος κυρίου καὶ παρέλαβεν τὴν γυναῖκα αὐτοῦ καὶ οὐκ ἐγίνωσκεν αὐτὴν ἕως οὗ ἔτεκεν υἱόν καὶ ἐκάλεσεν τὸ ὄνομα αὐτοῦ Ἰησοῦν.
Chiarita la mia discendenza umana, è ora di passare all'azione. Mi trovavo in Galilea, ma l'ispirazione mi spingeva verso il Giordano, per essere battezzato da Giovanni, mio cugino in carne, che si stava dando da fare coi suoi proseliti. Di lui parlò il profeta Isaia quando disse:
«Voce di uno che grida nel deserto:
"Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri"».
Ma Giovanni il Battista si opponeva al mio battesimo dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» Ma io gli risposi: «Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia». Allora Giovanni mi lasciò fare. Appena fui battezzato, salii fuori dall'acqua; ed ecco i cieli si aprirono e vidi lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di me. Una voce dai cieli disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».
Poi fui condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbi fame. E il tentatore, avvicinatosi, mi disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». Ma io risposi: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».
Allora il diavolo mi portò con sé nella città santa, mi pose sul pinnacolo del tempio, e mi disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:
"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,
ed essi ti porteranno sulle loro mani,
perché tu non urti con il piede contro una pietra"».
Io gli risposi: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».
Di nuovo il diavolo mi portò con sé sopra un monte altissimo e mi mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendomi: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». Allora gli dissi: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».
Allora il diavolo mi lasciò, ed ecco degli angeli mi si avvicinarono e mi servivano.
Udito che Giovanni chiamato il Battista era stato messo in prigione, mi ritirai in Galilea.
E, lasciata Nazareth, venni ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse quello che era stato detto dal profeta Isaia:
«Il paese di Zabulon e il paese di Neftali,
sulla via del mare, di là dal Giordano,
la Galilea dei pagani,
il popolo che stava nelle tenebre,
ha visto una gran luce;
su quelli che erano nella contrada e nell'ombra della morte
una luce si è levata».
Da quel tempo poi cominciai a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino» cercando di smuovere il popolo al pentimento.
La res che permea l’interesse dei miei discepoli odierni è quindi l’evento Mashiach, io Logos sarx, che rivelo: «Io sono la via, la verità e la vita» — sono io, il Dio Persona venuto nel mondo «per rendere testimonianza alla verità».
Sono la verità, e rendo testimonianza alla verità.
Si potrebbe avviare la riflessione chiedendo quale sia il senso-significato di questo logos (pensiero-parola) per la ratio filosofica, quale esperienza-verità personale configuri e persino incarni, e intraprendere un percorso che enuclei alcune “questioni” teoriche sia di area analitica, sia di area continentale – percorso non disgiunto dallo studio di alcune “figure”, che hanno arricchito il dibattito contemporaneo sull’esperienza della verità nella parola, sul nesso di ontologia e personalismo e sulla res intesa come segno-evento.
Si potrebbe poi continuare con l’indagine dello statuto epistemologico della testimonianza, intesa quale postura antropologica fondamentale, quale atto di libertà di fronte alla verità. L’istanza teoretica che intreccia il rapporto di fede e ragione con quello di fede e azione è stata proposta come chiave di volta ermeneutica, articolata in una fitta elaborazione teologica e filosofica, ponendola infine come conclusione aperta, in forma di domanda, che interroga l’originario Logos-azione, il fondamento, la verità prima che è esercizio di libertà in atto.
Nella filosofia contemporanea, il nesso tra ragione e azione può essere declinato almeno secondo due ordini di questioni: a) realismo e linguaggio; b) ontologia e personalismo.
Le due prospettive, non alternative, si fecondano reciprocamente, istituendo l’intenzionale-performativo – come tenterò di mostrare, sostenuta dalla sintesi che trovo nel Fides et ratio: «La fede è in qualche modo “esercizio del pensiero”; la ragione non si annulla né si avvilisce dando l’assenso ai contenuti di fede; questi sono in ogni caso raggiunti con scelta libera e consapevole».
Al di là della differenza – come certa manualistica propone, ma semplificando – tra atti di lingua (speech acts) e atti di coscienza (intentionale Erlebnisse), il punto di convergenza tra la tradizione analitica e quella continentale è l’esperienza in prima persona della realtà. Pensare e credere sono due dimensioni distinte ma non separate, intrecciate a quel filo rosso che è la persona umana con le sue molteplici, complesse potenzialità: l’una più argomentativa, discorsiva, noetica, logica; l’altra intesa come apertura, disponibilità, accoglimento, affidamento. Entrambe possiedono elementi razionali che sarebbe riduttivo misconoscere, tra i quali la motivazione, la decisione, la responsabilità, il discernimento, la testimonianza, la ricerca del senso, l’attribuzione di significato, l’assenso.
Non solo. Le due prospettive s’intersecano nel punto di domanda cruciale: qual è la res che permea l’interesse del filosofo?
Domanda importante, alla quale voi non riuscite certo a rispondere in modo esaustivo, ma alla quale non è possibile sottrarsi, sia pure nella fatica quotidiana della ricerca. La terrò dunque costantemente sullo sfondo, per darvi possibilità di rispondere.
Comunque, per ritornare al mio costante εὐαγγέλιον e l'inizio della mia missione terrena, mentre camminavo lungo il mare della Galilea, vidi due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E dissi loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, mi seguirono. Passato oltre, vidi altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca con Zebedeo, loro padre, rassettavano le reti; e li chiamai. Essi, lasciando subito la barca e il padre loro, mi seguirono.
E andavo attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del Regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo. La mia fama iniziò a spargersi per tutta la Siria; mi recavano molti malati colpiti da varie infermità e da vari dolori, indemoniati, epilettici, paralitici; ed io li guarivo. Grandi folle mi seguirono dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Vedendo le folle, salii allora su un monte e mi misi a sedere. I miei discepoli mi si accostarono, ed io cominciai a parlare, insegnavo loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.
«Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
«Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli.
«Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non uccidere: chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale"; ma io vi dico: chiunque si adira contro suo fratello sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo fratello: "Raca" sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: "Pazzo!" sarà condannato alla geenna del fuoco. Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta. Fa' presto amichevole accordo con il tuo avversario mentre sei ancora per via con lui, affinché il tuo avversario non ti consegni in mano al giudice e il giudice in mano alle guardie, e tu non venga messo in prigione. Io ti dico in verità che di là non uscirai, finché tu non abbia pagato l'ultimo centesimo.
«Voi avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo. E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo.
Fu detto: "Chiunque ripudia sua moglie le dia l'atto di ripudio". Ma io vi dico: chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio.
«Avete anche udito che fu detto agli antichi: "Non giurare il falso; da' al Signore quello che gli hai promesso con giuramento". Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi far diventare un solo capello bianco o nero. Ma il vostro parlare sia: "Sì, sì; no, no"; poiché il di più viene dal maligno.
«Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle.
Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.
«Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli.
Quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, affinché la tua elemosina sia fatta in segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
«Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. 8 Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:
"Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano; rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno."
Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
«Quando digiunate, non abbiate un aspetto malinconico come gli ipocriti; poiché essi si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. Io vi dico in verità: questo è il premio che ne hanno. Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinché non appaia agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
«Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque il tuo occhio è limpido, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno le tenebre!
Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.
«Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.
«Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello.
Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi sbranino.
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. Qual è l'uomo tra di voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? Oppure se gli chiede un pesce, gli dia un serpente? Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano!
«Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.
Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano.
«Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti.
«Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande».
Quando ebbi finito questi discorsi, constatai che la folla si stupiva del mio insegnamento, perché insegnavo loro con autorità e fermezza, non come i loro scribi.
Quando scesi dal monte, una gran folla mi seguì. Ed ecco un lebbroso, avvicinatosi, mi si prostrò davanti, dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi». Io, tesa la mano, lo toccai dicendo: «Lo voglio, sii purificato». E in quell'istante egli fu purificato dalla lebbra.Gli dissi: «Guarda di non dirlo a nessuno, ma va', mostrati al sacerdote e fa' l'offerta che Mosè ha prescritto, e ciò serva loro di testimonianza».
Quando fui entrato in Capernaum, un centurione venne da me, pregandomi e dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». Io gli dissi: «Io verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa». Udito questo, ne restai meravigliato, e dissi a quelli che mi seguivano: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande! E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti». Dissi poi al centurione: «Va' e ti sia fatto come hai creduto». E il servitore fu guarito in quella stessa ora. Poi, entrato nella casa di Pietro, vidi che la suocera di lui era a letto con la febbre; ed le toccai la mano e la febbre la lasciò. Ella si alzò e si mise a servirmi.
Poi, venuta la sera, mi presentarono molti indemoniati; ed io, con la parola, scacciai gli spiriti e guarii tutti i malati, affinché si adempisse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: «Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie».
Vedendo una gran folla intorno a me, comandai che si passasse all'altra riva. Allora uno scriba, avvicinatosi, mi disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai». Gli dissi: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». Un altro dei discepoli mi disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma io gli dissi: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Salii sulla barca e i miei discepoli mi seguirono. Ed ecco si sollevò in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma io dormivo. E i miei discepoli, avvicinatisi, mi svegliarono dicendo: «Signore, salvaci, siamo perduti!» Ed io dissi loro: «Perché avete paura, o gente di poca fede?» Allora, alzatomi, sgridai i venti e il mare, e si fece gran bonaccia. E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: «Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?»
Quando fui giunto all'altra riva, nel paese dei Gadareni, mi vennero incontro due indemoniati, usciti dai sepolcri, così furiosi, che nessuno poteva passare per quella via. Ed ecco si misero a gridare: «Che c'è fra noi e te, Figlio di Dio? Sei venuto qua prima del tempo a tormentarci?» Lontano da loro c'era un gran branco di porci al pascolo. E i demòni lo pregavano dicendo: «Se tu ci scacci, mandaci in quel branco di porci». Dissi loro: «Andate». Ed essi, usciti, se ne andarono nei porci; e tutto il branco si gettò a precipizio giù nel mare e perirono nell'acqua. Quelli che li custodivano fuggirono e, andati nella città, raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città uscì ad incontrarmi e, come mi videro, mi pregarono di allontanarmi dal loro territorio.
בשלשים ושתים נתיבות פליאות חכמה חקק יה יהוה צבאות אלהי ישראל אלהים חיים ומלך עולם אל שדי רחום וחנון רם ונשא שוכן עד מרום וקדוש שמו וברא את עשר ספירות בלימה עשר ולא תשע, עשר ולא אחת עשרה, הבן בחכמה וחכם בבינה, בחון בהם וחקור מהם והעמד דבר על בוריו והשב יוצר על מכונו: עשר ספירות בלי מה מדתן עשר שאין להם סוף עומק ראשית ועומק אחרית עומק טוב ועומק רע עומק רום ועומק תחת עומק מזרח ועומק מערב עומק צפון ועומק דרום אדון יחיד אל מלך נאמן מושל בכולם ממעון קדשו ועד עדי עד: עשר ספירות בלי מה צפייתן כמראה הבזק ותכליתן אין להן קץ ודברו בהן ברצוא ושוב ולמאמרו כסופה ירדופו ולפני כסאו הם משתחוים: עשר ספירות בלי מה נעוץ סופן בתחלתן ותחלתן בסופן כשלהבת קשורה בגחלת שאדון יחיד ואין לו שני ולפני אחד מה אתה סופר: עשר ספירות בלימה בלום פיך מלדבר ולבך מלהרהר ואם רץ לבך שוב למקום שלכך נאמר והחיות רצוא ושוב. ועל דבר זה נכרת ברית: עשר ספירות בלימה, אחת רוח אלהים חיים ברוך ומבורך שמו של חי העולמים קול ורוח ודבור וזהו רוח הקדש: שתים רוח מרוח חקק וחצב בה עשרים ושתים אותיות יסוד שלש אמות ושבע כפולות ושתים עשרה פשוטות ורוח אחת מהן: ארבע אש ממים חקק וחצב בה כסא הכבוד שרפים ואופנים וחיות הקודש ומלאכי השרת ומשלשתן יסד מעונו שנאמר עושה מלאכיו רוחות משרתיו אש לוהט: (חמש שלש אותיות מן הפשוטות חתם רום ברר שלש וקבען בשמו הגדול יה"ו. וחתם בהם שש קצוות) [הנוסחא הנכונה: בירר ג' אותיות מן הפשוטות בסוד ג' אמות אמ"ש וקבען בשמו הגדול וחתם בהם ו' קצוות, חמש חתם רום] ופנה למעלה וחתמו ביה"ו. שש חתם תחת ופנה למטה וחתמו ביו"ה. שבע חתם מזרח ופנה לפניו וחתמו בהי"ו. שמנה חתם מערב ופנה לאחריו וחתמו בהו"י. תשע חתם דרום ופנה לימינו וחתמו בוי"ה. עשר חתם צפון ופנה לשמאלו וחתמו בוה"י: אלו עשר ספירות בלימה אחת רוח אלהים חיים ורוח מרוח ומים מרוח ואש ממים ורום מעלה ותחת מזרח ומערב וצפון ודרום [בדפוס מנטובה (שכ"ב) הגי' כמ"ש באוצר ה' וברמ"ב
(Sefer Yetzirah)