Utente:Anna.Csg/Sandbox

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I venti[modifica]

Cosa sono?[modifica]

Il vento è il movimento di una massa d'aria atmosferica da un'area con alta pressione (anticiclonica o anticiclone) a un'area con bassa pressione (ciclonica o ciclone), quindi esso è la conseguenza delle differenze di pressione atmosferica.

Come avviene questo fenomeno?[modifica]

I venti locali nel mondo (vedi circolazione locale)

Il Sole non riscalda uniformemente le masse d’aria al di sopra della superficie terrestre: l'aria fredda, essendo più densa e di conseguenza più pesante, tende a spostarsi verso il basso e a muoversi verso le aree di bassa pressione, prendendo quindi il posto dell'aria calda, che essendo molto meno densa, si sposta verso l'alto; la densità, poi, cambia in relazione al contenuto di umidità dell’aria (è meno densa dove l’umidità è maggiore). Così nascono i venti, che soffiano dalle zone di alta pressione a quelle di bassa pressione per ristabilire l’equilibrio. I venti si sviluppano con un andamento orizzontale, ma è importante ricordare che ,a causa della rotazione terrestre, vengono deviati verso destra nell’Emisfero Boreale e verso sinistra nell’Emisfero Australe, quindi si può affermare che nel nostro emisfero essi "escono" dagli anticicloni con una rotazione in senso orario ed "entrano" nei cicloni in senso antiorario, invece nell'Emisfero Australe avviene la situazione inversa. Ciò è dovuto alla presenza di una forza chiamata "Forza di Coriolis". In verticale, diversamente, si muovono le correnti atmosferiche, dovute a cause differenti.

Alcune precisazioni[modifica]

A causa dell'effetto di Coriolis, che non è presente all'equatore, il vento soffia parallelamente alle isobare (vento geostrofico), descritte nella pressione atmosferica. Nonostante ciò, alle basse quote, (inferiori ai 600 m) c'è da considerare che l'attrito con la superficie terrestre può modificare la direzione del vento di circa sopra mare e terra, di conseguenza il percorso dall'alta pressione alla bassa pressione sarà più diretto e violento.

I venti, talvolta, sono definiti da un equilibrio di forze fisiche. Questi vengono usati nell'analisi delle varie caratteristiche del vento e , grazie ad essi, si ottengono dati sulla distribuzione orizzontale e verticale dei venti attraverso opportuni calcoli, ottenendo quindi varie tipologie di vento, le quali contribuiscono a una migliore comprensione riguardo a come avviene il fenomeno e quali effetti può avere, così ottenendo sempre più informazioni.

Come si effettua la misurazione del vento?[modifica]
Anemometro con segnavento

La misurazione del vento viene svolta prendendo in considerazione due elementi essenziali: la direzione e l'intensità. l primo è espresso, appunto, in base alla direzione da cui soffia il vento, indicata con il simbolo del punto cardinale da cui il esso proviene; il secondo è indicato invece in metri al secondo, in chilometri orari o nodi, uno dei quali corrisponde ad miglio nautico. Gli strumenti utilizzati sono chiamati anemometri, che possono essere di diversi tipi. Quello attualmente di maggior uso è definito anemoscopio a banderuola e funziona attraverso un mulinello a coppe, il quale quindi ruota tanto più rapidamente quanto più il vento giunge con profondità e violenza. La rotazione, successivamente, viene trasformata in velocità del vento. La banderuola, inoltre, si orienta seguendone la direzione, quindi la componente geografica. Esiste anche un anemometro che usa i tubi di Pitot, che sfruttano la differenza di pressione tra un tubo interno e uno esterno esposto al vento e permettono di determinare la dinamica della pressione, poi usata per calcolare la velocità. In tutto il mondo la velocità del vento viene misurata a dieci metri di altezza e calcolando la media su dieci minuti di misurazione, ci sono chiaramente anche alcune eccezioni. L'intensità del vento aumenta in media con la quota a causa della diminuzione dell'attrito con la superficie terrestre e la mancanza di ostacoli (vegetazione, edifici, colline e montagne). Per misurare i venti in quota, inoltre, vengono usate radiosonde monitorate con il GPS, navigazione radio o il radar, che implicano dei procedimenti complessi per poi ottenere dati più specifici e che riguardano precise situazioni. L'insieme dei venti e delle correnti aeree atmosferiche genera la circolazione atmosferica.

Venti periodici e venti costanti[modifica]
Mappa dei monsoni dell'India del sud-est

L'andamento nel tempo dei venti ne crea una suddivisione. Esistono infatti venti costanti, che soffiano nel corso di tutto l'anno (come gli alisei), e venti periodici (come brezze e monsoni), che dipendono invece da fenomeni stagionali. Troviamo poi i venti dominanti, i quali corrispondono a quelli che in una regione o in un determinato territorio risultano in media più intensi. Oltre a questi, ricordiamo anche i venti stagionali, il cui esempio principale è dato dai monsoni. Vediamone le caratteristiche, nominando i monsoni presenti nell'Oceano Indiano e nella fascia continentale che va dalle coste della Somalia a quelle della Cina orientale: si tratta di venti periodici che soffiano dal continente all'oceano in inverno e dall'oceano al continente in estate, così determinando monsoni invernali ed estivi. Questi ultimi si verificano in estate, quando l'aria è calda e c'è una generale basa pressione, verso la quale si muove, dall'oceano (con pressione maggiore), aria umida, che determina conseguenti piogge. Quelli invernali, invece, sono determinati da una bassa pressione sull'oceano, infatti qui l'aria si raffredda più lentamente rispetto a quella sulle terre,dove la pressione è quindi maggiore. E' dunque possibile affermare che in questo caso i venti soffiano dal continente al mare, questa volta privi di umidità, perciò molto secchi.

La brezza - circolazione locale[modifica]

Brezze di mare e di terra[modifica]

Brezza di mare e brezza di terra

Le brezze di mare e di terra sono venti locali causati da un diverso riscaldamento di terra e mare. Di giorno il suolo si riscalda rapidamente in riva al mare e trasmette il calore all'aria, quindi sulla terraferma è presente una bassa pressione e sul mare una pressione maggiore. Il risultato è la brezza di mare, ovvero il movimento d'aria dal mare verso la terra. Di notte, è la terra a raffreddarsi più velocemente, ed è qui che si trova un'alta pressione, che determina la presenza della brezza di terra, nella quale l'aria, dalla terra, giunge verso il mare.

Brezze di monte e di valle[modifica]

Come abbiamo appena osservato, anche ad alta quota avviene un cambiamento di circolazione dell'aria, dovuto alla differenza di riscaldamento dell'aria vicino al suolo (che tende a scaldarsi più rapidamente rispetto a quella lontana da esso), si ottiene così un abbassamento di pressione. Esistono alcune zone in cui colline e valli agiscono sulle correnti bloccando il flusso dell'aria, deviandolo in maniera parallela alla parente montuosa e spingendolo a monte. Questo fenomeno è chiamato barrier jet e tende ad aumentare i venti a bassa quota fino al 45%. Inoltre, se si trova un passo nella catena montuosa, a causa del principio di Bernoulli, i venti virano ad una velocità maggiore a bassa quota e assumono nomi differenti regione per regione, ma in generale sono conosciuti come venti di caduta, caldi e asciutti.


Fonti:

https://www.ilmeteo.net/notizie/divulgazione/come-si-misura-il-vento-.html

http://www.treccani.it/enciclopedia/vento_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/

https://it.wikipedia.org/wiki/Vento

#Terra con chimica, Zanichelli