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Partigiane che trasportano armi in una casa di montagna.

Olema Righi[modifica]

Olema Righi (Limidi di Soliera, Modena; 18 novembre 1923 - Carpi 5 marzo 2013)[1] è stata una componente attiva della Resistenza partigiana nella provincia modenese.

Biografia[modifica]

Nata in una famiglia antifascista, il padre, un commerciante di legnami, perseguitato politico che rimane in carcere dal 1921 al 1923. La madre fa la sarta e manda avanti la famiglia con 4 figli. Lei frequenta la scuola fino al quinto anno della elementare. Il padre non ha mai voluto farle prendere la tessera da Piccola Italiana. Finita la scuola inizia a lavorare nella sartoria delle Sorelle Valenti.

Finita la guerra si sposa e fa l’operaia ed l’impiegata in un ufficio che produce buoni benzina per camion addetti al trasporto alimentare.

Resistenza[modifica]

Dopo l'ennesimo arresto del padre, Olema, a 19 anni, esprime per la prima volta la sua avversione al fascismo, affrontando un appuntato dei carabinieri[2]. Ha quattro fratelli, tra questi, Sarno, è arrestato e fucilato a Limidi di Soliera il 17 novembre 1944.

Olema, spinta dalla rabbia e dal dispiacere di essere sempre stata

discriminata in quanto donna, si unisce alla Resistenza, sottolineando di non essere mai stata discriminata. Nella Resistenza ricopre il ruolo di staffetta, e, spostandosi con la famosa bici costruita dal padre, porta per mezzo di un ''cariolino'' armi tra paesi del modenese. La famiglia ha un terreno a Cortile, che viene impiegato come luogo di rifugio per i partigiani durante la Resistenza.

Vita partigiana[modifica]

Olema, spinta dalla rabbia e dal dispiacere di essere sempre stata discriminata in quanto donna, si unì alla resistenza, nella quale non fu mai offesa. Durante la sua carriera da partigiana ricopriva il ruolo di staffetta, e, spostandosi con la famosa bici costruita dal padre, portava con un ''cariolino'' armi tra paesi del modenese. Tra di loro i partigiani non si conoscevano, avevano come un sesto sento con la quale si distinguevano e riconoscevano.

Dopo guerra[modifica]

Le attività politiche del dopo guerra cominciano nel 1946. In quest'anno le prime iniziano anche le prime lotte sindacali e Olema si iscrive a diverse associazioni partigiane come: Unione Donne Italiane , Partito Comunista e Associazione Nazionale Partigiani Italiani.

Associazione Nazionale Partigiani Italiani

Un simbolo[modifica]

Olema Righi è divenuta il simbolo della Resistenza partigiana assieme a Ibes Pioli e Tina Anselmi. Famosa è la foto che la ritrae nei giorni successivi alla Liberazione, sulla bicicletta con i pantaloni e la bandiera tricolore appoggiata sulla spalla. Da questa immagine prende il soprannome de "La partigiana in bicicletta"[3].

  1. È morta Olema, la partigiana in bicicletta
  2. Anna Rossi, titolo dell'articolo, in Rinacita, 20 luglio 1985, p. 45.
  3. qui devo mettere la nota. autore, titolo, città, editore, anno, pagina

Bibliografia[modifica]

  • Dizionario biografico delle donne modenesi, a cura di Roberta Pinelli, pagina 393.
  • La resistenza delle donne, a cura di Benedetta Tobagi, pagina 317-318.
  • "Finalmente eravamo...libere!", a cura di C. Liotti e M. Sandonà, pagina 141.
  • Questionario AMPI svolto dal 1975.
  • Intervista ad Olema Righi, a cura di Anna M. Agnini.